The
Day After
Era
una bella giornata, tranquilla e felice. C’erano stati pochi
sguardi ancora e
solo alcuni si erano accorti di un bacio rubato nei corridoi quasi
vuoti. Poi
erano andati in mensa, si erano seduti con quelli del Glee ed era
successo.
Noah
Puckerman era salito sul tavolo bianco dopo aver sussurrato
–Questo non ti
piacerà- ad una confusa e agitata Rachel.
Con
due colpi di finta tosse attirò l’attenzione di
quei pochi che ancora non
stavano guardando.
-Io
me la faccio con Rachel Berry – scandì lentamente,
con quell’aria da sbruffone
soddisfatto che sapeva fare bene – per cui, voi –
disse, indicando ogni ragazzo
che notava corrucciando le sopracciglia con fare accigliato, - non
osate mai
più infilare i vostri occhietti sotto la sua gonna, anzi
proprio non
guardatela!- li avvertì – altrimenti
–sorrise sornione – non vi farò fare
solo
un volo nel cassonetto, vi farò volare direttamente dalla
finestra, e non
quella del primo piano!- li minacciò incrociando le braccia.
Nessuno
obiettò, cominciarono solo a volare sguardi e sorrisini tra
gli studenti.
-Eh
sì, siamo fidanzati e sto fottutamente bene- concluse, per
poi scendere e
sedersi, addentando il suo muffin. Rachel non osò alzare lo
sguardo, era
paonazza sia per la rabbia, che per la vergogna. Si limitò a
tirare calci sotto
al tavolo, verso le gambe di Noah.
-Non
ti perdonerò mai- sibilò, guardandolo male.
-L’hai
già fatto- rispose lui donandole uno sei suoi migliori
sorrisi ebeti.
Finn
Hudson stava tranquillamente mangiando il suo panino prima che Puck
salisse sul
tavolo. Dopo il discorso dell’amico aveva gli occhi e la
bocca spalancati: lui
e Rachel stavano insieme?
Ma,
soprattutto, cosa intendeva con “se la facevano”?
Significava veramente che
loro due facevano sesso?
Lui,
e Rachel?
Rach,
la sua Rachel? Quella bassa, petulante, assillante e castissima
ragazzina dalla
magica voce?
Quella
che le aveva chiesto di attendere fino ai venticinque anni?
Venticinque
cavoli di anni aveva detto, lo ricordava bene, aveva dovuto pensare
intensamente a come resistere a quella snervante attesa.
Lui
avrebbe dovuto attendere ben otto anni mentre Puck neanche…
Quant’è
che stavano insieme? Quando e come era successo?
Finn
Hudson non era un tipo troppo sveglio, a dire la verità non
lo era proprio, e non
riusciva a trovare una risposta alle sue
domande.
Ricordava
di stare con Rachel poco tempo fa, neanche un mese forse, poi si erano
lasciati
perché lei aveva scoperto quella
cosa.
Qualche volta aveva rimpianto di non averglielo detto prima; altre
volte
pensava che in fondo non aveva fatto nulla di sbagliato, sì,
era andato a letto
con Santana, ma lei gli aveva detto di esserci andata con Jesse.
E
che cavolo, Noah era andato con mezza scuola!
Che
non lei non l’amasse? Aveva accarezzato l’idea
più volte e questa probabilmente
era la conferma.
Perché
altrimenti se la sarebbe dovuta prendere tanto, distruggendo il loro
rapporto?!
Quando
si erano lasciati Finn si era ritrovato combattuto. Una parte di lui
voleva
tornare a riconquistare Rachel, farle cambiare idea, riaverla tra le
sue
braccia; l’altra parte si sentiva sollevata, libera e serena.
Non
aveva ancora scelto quale delle due far prevalere quando aveva scoperto
che
Rachel aveva già deciso per lui. Rachel non era
più interessata, aveva un altro
a cui badare.
Si
era dedicata a Noah Puckerman, il suo ex miglior amico, quello che gli
aveva
rubato anche Quinn.
Non
capiva come Rachel tra tutti avesse scelto proprio Puck, un ragazzo con
cui non
avrebbe avuto l’esclusiva, che l’avrebbe fatta
soffrire e l’avrebbe usata solo
per il sesso.
Finn
proprio questo non lo capiva, e non poteva farlo perché,
come già detto, non
era molto sveglio.
Santana
Lopez si era appena seduta di fianco a Brittany e si stava sistemando
il
lucidalabbra, fissando la sua incantevole immagine nello specchietto,
quando
Puck salì sul tavolo della mensa. Alzò per un
attimo gli occhi annoiata sulla
figura del ragazzo, dopodiché tornò a quello che
stava facendo, accennando un
sorriso soddisfatto per quel buffo discorso.
Per
Santana quello che Puck stava dicendo non era una novità.
Santana Lopez non
aveva sicuramente bisogno di dichiarazioni del genere per scoprire
certe cose,
a lei bastava osservare le persone. Era una cosa che sapeva fare
maledettamente
bene e che le piaceva fare.
Aveva
un intuito spettacolare per quelle cose, erano la sua
specialità e su quelle
non sbagliava mai.
Nah,
in effetti lei non sbagliava mai, punto e basta.
Aveva
capito quello che stava succedendo quando una Berry insicura era venuta
da lei.
Già
questo fatto era sconvolgente.
Quella
nana nasona si era confidata con lei! Quella che odiava e che aveva
rubato la
verginità al suo ebete ragazzo. Solo ciò le aveva
fatto sospettare che qualcosa
non andasse, poi le aveva parlato.
Le
aveva chiesto un modo per riconquistare Finn! A lei, la causa della
loro
rottura, quella stronza che lo aveva raccontato a tutti.
Quando
gliel’aveva chiesto era rimasta allibita. Quindi non gliene
fregava più nulla
di Finn?
Non
aveva certo bisogno di chiederle come farlo ingelosire, avrebbe trovato
da sola
tanti modi stupidi a cui quel beota avrebbe abboccato.
Poi
ripensò a quello che stava succedendo ultimamente alle prove
del Glee, al
sentimento di odio che era nato così
all’improvviso tra Puck e quella mini
Barbra. La cosa le puzzava, quei due non andavano d’amore e
d’accordo, ma non
avevano nemmeno motivi per odiarsi tanto.
A
meno che …
Dopo
quella veloce riflessione Santana aveva deciso di nominarlo, tanto per
vedere
la reazione; perciò le aveva consigliato in modo naturale di
fare sesso con
Puckerman, che sarebbe stata una cosa piacevole e indolore.
La
risposta di Rachel fu alquanto interessante e chiara. Le rispose
solamente “Grazie”.
Rachel
Berry la stava realmente ringraziando? Non la stava offendendo
perché aveva
usato quella parola con la “s”, perché
aveva nominato quello che sembrava essere
tanto il suo nuovo nemico?
C’era
solo una risposta plausibile a tutto ciò: qui due se la
facevano.
Era
così chiaro che non capì tutti quegli sguardi
meravigliati nella mensa.
Ah,
anche quella testa dura di Puckerman si era innamorato, della Berry per
giunta.
Si
ritrovò a confermare che l’amore era
particolarmente stronzo con le persone più
fiche.
Fissando
lo specchietto decise però di compatire l’amore,
dopotutto la trattava così perché
era sicuramente invidioso della sua perfezione. Annuì
convinta e sorrise
nuovamente.
Brittany
Pierce era seduta accanto a Santana e stava sistemando i piselli nel
suo piatto,
rubandone alcuni alla mora, per formare una faccina sorridente.
Posizionò l’ultimo
quando Puck salì sul tavolo. Diceva di stare con la Berry,
ma questo lei lo
sapeva già. Santana le aveva detto qualcosa del genere su
quei due, ma non l’aveva
ascoltata più di tanto perché era impegnata a
slacciarle i bottoni della
camicetta. Puck le piaceva come amico, era allegro e divertente e non
la
annoiava. Nemmeno la Berry l’annoiava, soprattutto quando
indossava certe
calzette o maglioncini che la facevano ridacchiare con Santana.
Sinceramente
non gliene fregava nulla sul cosa facessero quei due, sapeva solo che
ora Puck
le piaceva meno di prima.
Guardò
infastidita la sua creazione distrutta.
Sbuffò,
incrociò le braccia, corrucciò le labbra e
fissò arrabbiata Puck.
Artie
Abrams si stava spingendo verso il loro solito tavolo dopo aver
individuato la
sua chioma bionda preferita, quando Puck lo superò e
salì sul tavolo. Sbarrò
gli occhi, anche se quello non era nulla in confronto a quello che
stava per
dire. Conosceva abbastanza quel ragazzo per sapere che quello che stava
dicendo
non era da Puck.
O
almeno, non dal solito Noah Puckerman, quello che andava bene qualsiasi
ragazza
pur che se la portasse a letto. Stava seriamente avvertendo tutti di
non
guardare Rachel? Quella con cui litigava un momento sì e
l’altro anche?
Sorrise
quando minacciò di buttare chi lo facesse giù
dalla finestra, sapeva che
sarebbe stato capace di farlo. Non si capacitava del suo cambiamento,
sapeva
che in lui esisteva una parte buona e carina, in una parte remota di
Noah
Puckerman c’era anche questo.
Ma
che decidesse di mettersi stabilmente con una ragazza non
l’avrebbe mai
pensato.
Inoltre
tra tutte le ragazze della scuola Rachel era forse la più
improbabile tra
tutte!
Rachel, quella maniaca del controllo ed egocentrica, quella appiccicosa
e
moralista come poteva stare con uno come Puck, indisciplinato e
testone, furbo
e perverso.
Rachel
e Puck, un peluche rosa e un gigolò, come poteva essere?
Cosa
li aveva avvicinati? Cosa li aveva fatti cambiare tanto da farli
innamorare?
Artie
alzò le sopracciglia ancora titubante. Sbuffò e
fece spallucce. Bè, se stava
bene a loro, stava bene anche a lui.
Quinn
Fabray stava entrando in mensa al fianco di Sam che parlottava
allegramente di
qualche pianeta interessante. Lei gli sorrideva semplicemente, non
molto
interessata all’argomento.
Ad
un tratto vide Puck salire sul loro solito tavolo. Chissà
cosa aveva in mete
quella testa vuota, pensò.
Di
certo mai si sarebbe aspettata un discorso del genere.
Così
Rachel Berry si dava da fare con Noah. Alzò entrambe le
sopracciglia chiare,
corrucciando le labbra rosee. Fissò Rachel, non era tanto a
suo agio,
nonostante amasse stare al centro dell’attenzione. Non per
quel motivo,
chiaramente. Poi vide sedersi accanto a lei Noah, lei gli
sussurrò qualcosa con
fare minaccioso, ma lui le sorrise dolcemente, uno di quei sorrisi da
Noah che
piacevano tanto anche a Quinn. A quel punto Rachel tornò
serena, arrossì ancora
ma un timido sorriso affiorò sulle lue labbra.
Aveva
cercato tanto la serenità con Finn, ma l’aveva
trovata solo con Puck, Quinn lo
vedeva. Sapeva che Rachel non era affatto sicura come mostrava di
essere,
faceva finta di essere sempre così forte per non farsi
ferire, lo faceva anche
Quinn, eppure con Noah al suo fianco sembrava poter essere se stessa.
Non
era arrabbiata con quella piccola e fastidiosa canterina per essersi
messa tra
lei e Finn. Quel rapporto che Rachel aveva un tempo spezzato era una
relazione
basata su menzogne, non era certo colpa di Rachel se era finita, anche
se lei
aveva fatto la sua parte. Forse le aveva fatto bene staccarsi da Finn,
l’aveva
fatta crescere, l’aveva fatta diventare più forte.
Certo una parte di lei
sarebbe sempre stata legata a quel ragazzo sciocco e sorridente, ma per
ora
stava bene così. Di certo non era arrabbiata con Rachel per
essere andata con
Puck.
Era
arrabbiata con lei per averlo cambiato, per averlo reso pazzo di lei.
Quinn ci
aveva provato, aveva tentato di essere l’unica per lui, ma
nemmeno una
gravidanza aveva fermato gli istinti di Puckzilla, neanche i suoi occhi
verdi e
umidi lo avevano fatto salire su un tavolo per gridare a tutti il suo
amore per
lei.
Cosa
aveva fatto Rachel Berry?
Come
era riuscita ad infilarsi nel cuore di Noah?
Li
vide sorridere sereni, ridacchiando senza badare alle occhiate attorno.
Sam
le strinse la mano, sorridendole dolcemente, così Quinn
decise di lasciare
perdere quei due e sorrise a sua volta al ragazzo.
Sam
Evans chiacchierava amabilmente con la ragazza più bella
della scuola, le
parlava di quanto fosse speciale Venere, di quanto fosse affascinante
scorgerlo
all’alba e lei gli regalava teneri sorrisi ascoltandolo. Ad
un tratto fu
interrotto da due colpi di tosse che risuonarono in tutta la mensa. Si
voltò e
notò Puck sul tavolo del loro tavolo, dopodiché
spalancò la sua grande bocca,
stranito. Noah Puckerman stava seriamente avvertendo tutti quelli della
scuola
di non avvicinarsi alla Berry? Veramente aveva usato la parola
“fidanzati”?
Oddio,
quello era veramente Puck? Puckzilla quello che non rifiutava mai
nessuna
ragazz…
Aspetta,
in effetti la settimana prima aveva fatto una cosa estremamente non da
Puck.
Ricordava di aver sentito delle ragazze lamentarsi per essere state
rifiutate
da lui. Subito era rimasto sconvolto, chiedendosi se non ci fosse un
omonimo
nella scuola. Poi aveva pensato di chiederglielo, tanto per sapere se
era tutto
a posto, in fin dei conti erano amici. Quando Puck gli aveva detto
tranquillamente che aveva di meglio da fare aveva capito che era tutto
a posto.
Sì, per un momento si era preoccupato, pensando seriamente
che fosse sua madre
la preda di Puckzilla, ma poi pensò che l’amico
non l’avrebbe mai fatto. In
fondo non era così male. Aveva deciso che era tutto a posto,
ma aveva
sbagliato. Cavolo aveva proprio sbagliato!
Quel
di meglio da fare non era una ragazza a caso, nemmeno una mamma tanto
carina e
sola.
Era
Rachel Berry, quella buffa e petulante ragazzina dalla voce angelica.
Subito
pensò fosse impazzito, poi vide come guardava Rachel, che
sguardo le rivolgeva
e capì che lo stesso modo in cui lui guardava Quinn.
Sorrise, insomma se erano
felici, qual’era il problema?
Strinse
la mano di Quinn e le sorrise dolcemente; lei si voltò verso
di lui e fece lo
stesso.
Mercedes
Jones era intenta ad addentare una delle sue amate crocchette, quando
si trovò
vicino al suo vassoio i piedi di Puckerman. Alzò lo sguardo
aprendo la bocca
per lamentarsi quando lui iniziò a parlare. Vide Rachel
spalancare la bocca
incredula, poi la vide coprirsi la faccia con le mani, infine la vide
sedersi
facendosi piccola piccola, estremamente imbarazzata. Ok, dopo le parole
di
Puckerman anche lei si sarebbe imbarazzata, ma ne sarebbe stata
orgogliosa.
Puck stava dichiarando a tutti il suo amore per quella ragazza e sapeva
che
Rachel in fondo ne era estremamente felice. Se lo meritava, meritava
qualcuno
forte al suo fianco, Mercedes ne era convinta. Aveva visto troppe volte
piangere la ragazza per Finn, troppe volte sentirsi insicura e
imperfetta ai
suoi occhi e aveva sempre pensato che lui non fosse adatto a lei. Finn
non era
pronto per una stella come Rachel. A Mercedes piaceva Rachel, era la
sua diva, nonostante
a volte fosse pesante e arrogante, sapeva anche essere estremamente
dolce e
disponibile. Purtroppo spesso era anche insicura perché non
si sentiva
accettata, e Mercedes lo condivideva la cosa con lei.
Per
questo sapeva che Puck le avrebbe giovato, sapeva che lui
l’avrebbe fatta
sentire accettata e desiderata, proprio quello che serviva a lei.
E
a vedere il sorriso che rivolse a Noah, nonostante fosse irritata per
quello
che aveva appena fatto, le fece capire che le stava già
facendo bene.
Mercedes
sorrise contenta, mangiando finalmente l’attesa crocchetta.
Rachel
sbuffò guardandosi intorno, ancora estremamente imbarazzata.
-Staranno
parlando tutti di noi, ne sono sicura – borbottò,
spostando il cibo senza però
mangiarlo.
-Bè,
è ovvio – sorrise Puck avvicinando il
suo
viso a quello della ragazza –Ora sanno che sei la ragazza del
più fico della
scuola- esclamò con un sorriso sornione.
Rachel
sorrise divertita.
Felice.
***
Allora
avverto subito che questo è l’ultimo,
già non sono troppo sicura di questo
capitolo .
E’
il giorno dopo di quando Noah le confessa di amarla. Non poteva non
mantenere
la promessa XD
Ok,
intanto preciso che questo capitolo è venuto fuori per le
richieste di Kathlyn,
DreamGirl91 e in parte anche di La_Ari [darling, tu c’entri
sempre].
Quindi se l’ho fatto è per voi e per Anne Joe
Trachtenberg
che ha segnalato la mia ff *-*
Precisazioni
:
-La
ff sarebbe ambientata durante/dopo la 2x09, ovviamente togliendo tutto
il
Finchel che c’è.
-Ci
sarebbero dovuti essere anche Mike e Tina, ma non avevo la minima idea
su cosa
fargli pensare. La colpa è sempre di RM che non gli ha mai
dato una storyline
seria.
Kurt
non c’è perché è alla
Dalton, inoltre non andiamo troppo c’accordo.
Blaine
mi sarebbe piaciuto inserirlo, ma anche lui è alla Dalton.
Lauren
non c’è perché non è un
personaggio con cui vado d’accordo e poi come Mike e Tina
avrei avuto problemi.
-Non
sono una grande fan del Quam, però mi vanno abbastanza bene
come coppia. Quinn
mi piaceva molto nella prima stagione, anche nella seconda fino alla 10
circa.
Mi ha perso tutti i punti quando è voluta tornare con Finn.
-Spero
si sia notato il mio odio per Finn :)
-Non
so come sono riuscita a non far esiliare in qualche modo Artie O.O
-Spero
di non aver reso i personaggi OOC e di aver chiarito i loro pensieri e
il modo
in cui vedono Noah e Rach
Ok
la smetto ;)
Ah,
un’ultima cosa!
La prossima
settimana non ci sarò, parto per un viaggio quindi non
potrò ne aggiornare
altre ff, né recensire. Appena tornerò
rimedierò.
Besos,
Miky
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