CAPITOLO
47
Wake
up!
Sembrava
serena, così addormentata. Tenera, in un certo senso, ed
indifesa.
Qualcuno
le aveva lavato il sangue dal volto e dalle braccia, e le aveva
pettinato i capelli. Il suo viso era ora pallido, rilassato, come se
si trovasse in un mondo dove il dolore che ancora regnava nella San
Francisco devastata dal terremoto non potesse più toccarla.
Scorpius
Malfoy si era allontanato solo due volte dal letto in cui giaceva
Lily Potter in coma.
La
prima era stata per assicurarsi che Cassiopea, nonostante la brutta
ferita alla spalla, stesse bene. Dormiva anche lei, ma di un sonno
naturale, forse aiutato da qualche antidolorifico.
La
seconda era stata per visitare Derek....ma preferiva non pensarci,
non in quel momento. C'è un limite alla sofferenza che una
persona
può provare, e Scorpius pensava di aver già
superato il suo.
Accanto
a lui c'era Albus Potter. Aveva solo qualche costola incrinata, e un
terribile mal di testa causatogli da un leggero trauma cranico. Per
questo, come Scorpius, poteva permettersi di passare interminabili
ore seduto accanto a Lily.
Spesso
li affiancava Glorya, che si divideva fra suo fratello e Cassiopea.
Ma per la maggior parte del tempo Scorpius e Albus erano soli,
silenti osservatori. Non parlavano quasi mai, non c'era bisogno di
parole.
-Perchè
sei qui?- chiese ad un tratto Albus. Erano passati tre giorni dal
terremoto, eppure Malfoy non si era allontanato quasi mai da sua
sorella. Perchè? Non era lui quello che l'odiava?
-Semplicemente,
non posso muovermi. È più
forte di me- rispose Scorpius,
serio.
-Eri
con lei vero, quando...- iniziò Albus titubante. Per tre
giorni non
aveva avuto la forza di parlare, troppo sconvolto da quanto era
successo. Dal vedere Lily così, pacificamente addormentata,
terribilmente lontana da loro. Eppure adesso sentiva in lui la voglia
prepotente di sapere in che modo era stata ridotta così.
-Sì.
Io ero proprio accanto a lei. Stavamo... - le avevo appena
detto
quanto fosse bella quella mattina pensò
Scorpius, ma proseguì: -...parlando. La scossa ha fatto
crollare
tutto, muri, scaffali, il soffitto...un grosso pezzo di pietra si
è
staccato, e si è andato a schiantare di fronte a lei. Sulla
sua
gamba. Dio...ha preso a sanguinare tantissimo. E mi è
svenuta fra le
braccia. Il resto lo sai- concluse, trovando difficile parlarne.
Intorno
a loro c'erano altri letti, altri feriti. Ciò che restava
dell'infermieria del Saint Patrick era stracolmo di ragazzi
sofferenti.
C'erano
stati trenta morti, e centinaia di feriti solo nella scuola. Avevano
perso il contatto con il mondo esterno, perciò non sapevano
cosa
stesse succedendo là fuori. Sapevano soltanto che gli
insegnanti non
gravi si erano messi subito all'opera per curare gli studenti,
insieme a Medimaghi arrivati da tutto lo Stato, e per ricostruire
quello che contava di più: l'infermieria e le cucine. Le
famiglie
erano state avvertite, anche se era stato consigliato loro di non
cercare di raggiungere l'America per almeno una settimana. C'era
ancora il rischio che la terra riprendesse a tremare.
-Quante
possibilità ci sono che si svegli?- domandò
Scorpius, teso.
-La
medimaga ha detto che nulla è certo. Potrebbe svegliarsi
adesso,
come potrebbe...-
-Non
svegliarsi mai più- concluse Scorpius al posto suo.
*****
-Voglio
che si svegli!-
-Lo
vogliamo tutti....-
Quelle
furono le prime parole che Cassiopea Sofia Malfoy udì
spalancando i
suoi meravigliosi occhi azzurro-verde sul mondo. La prima cosa che
vide fu invece il volto preoccupato di Shane Burke. Provò a
stendere
le labbra in un sorriso, e sentì che non faceva male.
-Pare
che ci abbia sentiti!- esultò il Grifondoro, e nel campo
visivo di
Cassiopea apparve anche il volto di Glorya.
Si
accorse immediatamente che mancava qualcuno.
-Dov'è
Lily? E Scorpius?- chiese, e si stupì della propria voce
flebile.
Vide
Glorya e Shane scambiarsi un'occhiata, e il suo cuore perse un
battito. Che fossero morti? No, Lily non poteva morire. Non in quel
modo. Non ora. Non così. E neanche Scorpius. Lui era suo
fratello,
la sua roccia, il suo punto di riferimento. Se fosse morto lo avrebbe
sentito.
-Sono
vivi vero? Ditemi che stanno bene!- insistette, e per la veemenza
mosse la spalla, facendosi un male atroce. Una smorfia di dolore
doveva averle attraversato il volto, perchè Shane si
chinò
immediatamente su di lei, ansioso.
-Tutto
bene? Ti fa male vero?-
Cassiopea
annuì, continuando a fissare Glorya.
-Allora?-
-Scorpius
sta bene, è nell'altra stanza- rispose lei alla fine, e solo
allora
Cassiopea vide che aveva gli occhi arrossati.
-E
voi? State bene? Dove mi trovo? Quanto ho dormito?- chiese frenetica,
scrutandoli alla ricerca di ferite non immediatamente visibili. Non
si era accorta che Glorya aveva sorvolato su Lily.
-Stiamo
bene, e ci troviamo in quello che rimane dell'infermieria...sono
passati tre giorni dal terremoto- le rispose Shane, e Cassiopea si
accorse di non essere sola. Altri ragazzi giacevano in letti accanto
al suo, alcuni dormivano, altri chiacchieravano con compagni ed amici
più o meno illesi. Vide una ragazza su una specie di sedia a
rotelle, ed un altro con due sbarre di ferro sotto le ascelle.
Ricordava di averle viste in un libro di Babbanologia, e che si
chiamavano stampelle.
-Abbiamo
subìto un terremoto- dichiarò, come se ne
prendesse atto solo in
quel momento.
-Già,
proprio così- confermò Glorya, sedendosi accanto
a lei.
-Non
è morto nessuno, vero?- chiese, avvertendo la spalla
pulsarle
dolorosamente. Ricordava Sebastian, il loro allenamento, la spada che
si piantava nella sua carne. E Glorya, accanto a lei.
-Sono
morti trenta ragazzi, e ci sono centinaia di feriti- rispose Shane,
la voce rotta.
-Dov'è
Lily? E Derek, Edward?- rincarò Cassiopea.
-Edward
ha un braccio rotto, è di là con Derek che...non
sta bene- rispose
Glorya, e Cassiopea vide i suoi occhi riempirsi di lacrime.
-Si
trovava nelle serre all'ora del terremoto, ed una forbice piuttosto
grande gli si è piantata nella schiena. Ha reciso molti
nervi e...-
la voce di Glorya si ruppe, -potrebbe non camminare mai più.
Rose ed
Edward non lo lasciano un momento- concluse.
-Mio
Dio! Shane tu dov'eri quando...- chiese Cassiopea sconvolta, senza
terminare la frase.
-Io
ero a lezione, con Liam. Mi ha salvato la vita- rispose Shane, e la
bionda riuscì ad avvertire la gratitudine nella sua voce.
-Cass
se hai bisogno di me, chiamami...torno da Derek- disse a quel punto
Glorya. Cassiopea le strinse forte una mano.
-Andrà
bene. Derek starà bene- le disse, e Glorya si
limitò ad annuire,
prima di allontanarsi e lasciarla sola con Shane.
-Shane...-
iniziò lei titubante.
-Sì?-
-Tu
sai cos'è successo a Lily? Perchè Glorya non
vuole parlarmene?-
chiese Cassiopea, fissandolo dritto negli occhi.
Shane
sospirò. Avava sentito il fratello di Cassiopea parlare con
Glorya
delle condizioni di Lily. Sapeva che era in coma. Sapeva che poteva
non aprire mai più gli occhi. Decidendo che prima o poi
Cassiopea
avrebbe comunque scoperto la verità, Shane scelse di optare
per la
verità.
-Lily
è...in coma. Potrebbe svegliarsi da un momento all'altro
però-
rispose cercando di sembrare ottimista.
Vide
Cassiopea sbiancare, e chiudere gli occhi. Quando li riaprì
erano
colmi di lacrime.
-Non
può essere- dichiarò, come se la forza delle sue
parole potesse
cambiare la realtà.
-È
assurdo, lo so...ma dobbiamo avere fiducia. Staremo tutti meglio-
replicò Shane, soffrendo con lei.
Per
un lungo momento Cassiopea non disse nulla, asciugandosi gli occhi
con il bordo della manica.
-Shane....-
-Sì?-
-Abbracciami.
Stringimi forte-
Shane
non credeva alle sue orecchie, ma prima che Cassiopea potesse
cambiare idea, fece come gli era stato detto.
Si
sdraiò accanto a lei, dal lato della spalla non ferita, e
con
attenzione le passò un braccio dietro il collo.
Cassiopea
si posizionò meglio, per posare la testa sul suo petto.
Chiuse gli
occhi, e lasciò che le lacrime scorressero libere lungo le
sue
guance.
******
Glorya
credeva che il suo cuore avrebbe presto smesso di battere.
Derek
rischiava la paralisi. Lily di non risvegliarsi mai più.
Cassiopea
era stata seriamente vicina alla morte per dissanguamento. Non
gliel'avevano detto, ma quando avevano sfilato il fioretto dalla sua
spalla, quella aveva preso a sanguinare copiosamente, come se la lama
avesse agito da tappabuchi. Ora sembrava fuori pericolo, ma c'era
stato un attimo in cui Glorya aveva avuto una paura folle anche per
lei.
-Glorya...-
si sentì chiamare, e voltandosi vide Liam che aiutava un
infermiera
a spacchettare confezioni di garze nuove.
-Ehi-
lo apostrofò, raggiungendolo.
-Come
stai?- le chiese, mentre la conduceva lontano dal caos
dell'infermieria. Glorya si posizionò sotto l'angolo della
stanza.
Le dava sicurezza.
-A
pezzi- rispose con sincerità. Era inutile fingere che
andasse tutto
bene, perchè niente stava andando bene.
-Immagino-
Liam la fissava con una tale preoccupazione che Glorya si chiese per
un momento come dovesse apparire dal di fuori. Non mangiava, non si
lavava, quasi non dormiva da tre giorni. Doveva sembragli il fantasma
di sé stessa.
-Tu
stai bene?- chiese, pur di sentire ancora la sua voce.
-Io...sì.
Cerco di dare una mano- rispose, anche se non c'entrava nulla con la
loro conversazione. Ricordava la disperazione nera che lo aveva
avvolto durante il terremoto, quando pregava affinchè stesse
bene,
affinchè ne uscisse viva. Non aveva dimenticato la promessa
che
aveva fatto a sé stesso, ed anche se quello non sembrava il
momento
più adatto, aveva tutte le intenzioni di mantenerla.
Così prese un
bel respiro, e disse:
-Lo
so che non è il momento più giusto, che siamo
circondati dalla
sofferenza e dalla paura. Lo so. Ma ora che ti ho qui davanti a me
sana e salva, viva, devo dirtelo Glorya-
-Dirmi
cosa?- chiese lei, vedendo uno spiraglio di luce in tutta
l'oscurità
che l'avvolgeva.
-Che
ti amo. Che ho una voglia matta di baciarti. Che durante il terremoto
non ho fatto altro che pensare a te, che chiedermi se eri al sicuro,
se stavi bene. Sei libera di voltarmi le spalle, di dirmi che
è
troppo tardi...ma volevo che tu sapessi la verità- rispose
Liam, la
voce che gli tremava per l'emozione.
Per
un lungo istante credette davvero che Glorya se ne andasse, a
giudicare dalla serietà con cui lo guardava. Invece,
inaspettatamente, si avvicinò a lui e, alzatasi in punta di
piedi, posò le labbra sulle sue. Avvenne così il
primo bacio di Glorya e
Liam. Avrebbe potuto succedere in mille altre occasioni più
liete,
più felici, ma fu perfetto così, in quella loro
realtà fatta di
paura e ansia per le persone che amavano.
Non
fu un vero e proprio bacio, appena un soffio d'amore. Ma il contatto
ci fu, e il sentimento anche.
Poi
lei gli prese la mano.
-Vieni
con me da mio fratello. Ho bisogno di averti accanto per sopportare
l'idea di non poterlo vedere camminare mai più-
******
-È
colpa mia-
-Ti
prego Rose! Smettila di dire che è colpa tua, non ti fa bene
tormentarti con questo pernsiero...-
-Ma
è così! Si è gettato su di me per
ripararmi, ed ora guardalo
Marìkaa! Guarda com'è ridotto! Non posso non
sentirmi in colpa!-
Marìkaa
Stewart sospirò, abbracciando forte Rose Weasley.
Quando
la terra aveva tremato lei era fuori in cortile, a rilassarsi con un
bel libro. Non aveva riportato ferite, e si era presa solo un gran
spavento. Era subito corsa alle serre, sapendo che Rose aveva lezione
lì, e aveva visto con i suoi stessi occhi Derek ridotto in
quello
stato pietoso. Con l'aiuto di Rose erano riuscite a sdraiarlo pancia
sotto, ma non avevano avuto il coraggio di fare nient'altro per
timore di peggiorare la situzione.
I
medimaghi avevano operato su di lui per quasi quattro ore, ed alla
fine le avevano informate di quanto fosse grave la situzione. Loro
avevano fatto il possibile, ora stava a chiunque ci fosse in cielo
decidere delle sorti di Derek.
Rose
si consumava di sensi di colpa da tre giorni. Si riteneva
responsabile di quello che era accaduto a Derek e nonostante Glorya
non le avesse detto nulla, sentiva i suoi occhi inquisitori addosso.
Anche lei evidentemente la riteneva colpevole.
Derek
dormiva in quel momento, e per questo motivo le due ragazze parlavano
a bassa voce. Marìkaa aveva anche trovato il coraggio di
andare da
Albus, per dargli il suo sostegno, anche se questo comportava
trovarsi a pochi centimetri da Scorpius. Le sanguinava il cuore a
vedere il modo in cui Scorpius teneva fra le sue una mano di Lily, ma
aveva deciso di dimenticare.
Era
evidente che non l'amava, ed Albus aveva bisogno di lei in quel
momento.
-Novità?-
chiese la voce di Glorya Zabini, arrivata in quel momento mano nella
mano con un Corvonero che Marìkaa e Rose conoscevano di
vista.
-Nessuna...dorme
da qualche ora, l'infermiera passerà a cambiargli le bende
quando si
sveglierà- rispose Rose, sempre tenendo gli occhi bassi.
-Rose-
disse Glorya, chiamandola forse per la prima volta per nome.
-Sì?-
-Non
devi sentirti in colpa. Derek avrebbe agito allo stesso modo se al
tuo posto ci fossi stata io, o Scorpius o Edward...lui è
fatto così.
Si sacrifica per le persone che ama, e tu sei fra quelle- le disse
Glorya convinta e a Rose venne quasi da piangere. L'aveva sempre
creduta una stronza senza cuore, come sua cugina e la Malfoy, e
invece ora eccola lì, a cercare di consolarla, nonostante
lei stessa
dovesse avere il cuore ridotto a brandelli.
-Io...non
so cosa dire. Grazie- disse semplicemente, sperando di farle capire
quanto avesse apprezzato le sue parole.
-Non
devi ringraziarmi- replicò Glorya, e sentì la
presa di Liam farsi
più forte, come a farle intendere che si era comportata nel
modo
giusto.
Si
sedette accanto a suo fratello, e strinse una mano fra le sue.
Lei
ci sarebbe stata, qualsiasi cosa fosse successa.
*****
Albus
era andato a recuperare qualcosa da mangiare per entrambi.
Scorpius
non credeva che sarebbe stato trattato con così tanta
gentilezza da
parte sua, eppure era stato così.
D'altra
parte provavano entrambi dolore, anche se in modo diverso, e questa
cosa li avrebbe uniti in un modo inaspettato.
Rimasto
solo con Lily, le accarezzò piano una mano. Continuava ad
essere
morbida.
Aveva
letto da qualche parte che parlare con le persone in coma poteva
aiutarle ad uscirne, ma non ci credeva molto.
Decise
tuttavia di provarci lo stesso, pur sentendosi molto stupido.
-Lily...non so se mi senti. In realtà non so neanche bene
cosa dirti
e mi sento davvero molto idiota a parlare da solo. Pensandoci, potrei
dirti la verità. Non abbiamo mai fatto sesso, anche se non
sai
quanto vorrei averlo fatto. Probabilmente rideresti sentendomelo
dire...io, Scorpius Malfoy, che mi dichiaro a Lily Potter! Eppure sta
succedendo, perchè mi piaci davvero. Mi spaventa un po'
questa cosa,
e sino ad ora non l'avevo ammesso neanche con me stesso. Ma mi piaci,
Lily Potter. Mi piaci da morire. E vorrei davvero che tu aprissi gli
occhi, per potertelo dire sapendo che lo capirai. Perciò devi
svegliarti-
Spazio
Autrice:
L'autrice
deve comunicare a gesti con il resto del mondo, perchè da
quando ha
visto le 19 -e vorrebbe sottolineare 19-
recensioni ha
perso l'uso della parola. Non sa neanche più come
ringraziarvi, e
vorrebbe tanto costruire un altarino a ciascuna di voi!
Scherzi
a parte, grazie davvero. Come sempre mi dimostrate
che si
siete, ed io ne sono davvero felicissima...non so cos'ho fatto per
meritarmi delle lettrici (parlo al femminile, se ci fosse qualche
maschietto mi perdoni) strafantastiche come voi!
Ma
veniamo al capitolo...naturalmente è ancora sul tragico
andante,
anche se ci sono delle buone notizie: finalmente Liam e Glorya
possono stare insieme, anche se li aspetta una bella chiacchierata
sulla sua natura di lupo mannaro, e Cassiopea capisce di tenere
davvero a Shane...forse non l'ho reso molto bene, ma lei era davvero
felice di averlo trovato vicino a lei al risveglio.
Poooi...Lily
e Scorpius. Okay, lo so che lui può sembrare disgustosamente
smielato, soprattutto nell'ultima parte, ma cercate di capirlo: la
ragazza che ama è in coma, lui crede di non aver
più la possibilità
per farle capire cosa prova, e allora si lascia andare a questa
dichiarazione sdolcinata. Spero lo abbiate apprezzato.
Lily,
Lily...allora, ci tenevo a precisare com'è finita in coma.
Non
studiando medicina purtropppo, mi sono rivolta alla cara Slab che
invece si sta laureando in tale magnifica disciplina, e lei mi ha
spiegato che, se viene colpita l'arteria femorale, è
possibile che
si verifichi un ictus, e di conseguenza un coma. Non so se ho capito
bene (dubito comunque) e se qualcosa non vi torna chiedete a lei, e
sentitevi liberi di criticarmi :)
Bene,
dopo questa sin troppo lunga spiegazione, non mi resta che lasciare a
voi ogni commento, e passare a ringraziare le 137
persone che hanno questa storia fra le preferite,
le 22 che
la tengono fra le ricordate e le 129
seguite...grazie
di cuore, vedere numeri così alti non può che
rendermi felice :)
Un
enorme GRAZIE va alle 31 PERSONE CHE
HANNO ME FRA GLI
AUTORI PREFERITI!!!! È un onore grandissimo, sul
serio!!!
Infine,
vi posto per l'ennesima volta (lo so che non ne potete più,
ma mi
devo fare un po' di pubblicità) il link alla mia storia sui
Malandrini, Marauders:
quando la follia è all'ordine del giorno, sperando
che troviate un po' di tempo per farci un salto e dirmi cosa ne
pensate :)
Bene,
vi ho detto tutto!!! :) A presto,
con
affetto, Miss_Slytherin
|