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Autore: Miss_Slytherin    16/04/2011    14 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                       CAPITOLO 47

                                                          Wake up!


Sembrava serena, così addormentata. Tenera, in un certo senso, ed indifesa.

Qualcuno le aveva lavato il sangue dal volto e dalle braccia, e le aveva pettinato i capelli. Il suo viso era ora pallido, rilassato, come se si trovasse in un mondo dove il dolore che ancora regnava nella San Francisco devastata dal terremoto non potesse più toccarla.

Scorpius Malfoy si era allontanato solo due volte dal letto in cui giaceva Lily Potter in coma.

La prima era stata per assicurarsi che Cassiopea, nonostante la brutta ferita alla spalla, stesse bene. Dormiva anche lei, ma di un sonno naturale, forse aiutato da qualche antidolorifico.

La seconda era stata per visitare Derek....ma preferiva non pensarci, non in quel momento. C'è un limite alla sofferenza che una persona può provare, e Scorpius pensava di aver già superato il suo.

Accanto a lui c'era Albus Potter. Aveva solo qualche costola incrinata, e un terribile mal di testa causatogli da un leggero trauma cranico. Per questo, come Scorpius, poteva permettersi di passare interminabili ore seduto accanto a Lily.

Spesso li affiancava Glorya, che si divideva fra suo fratello e Cassiopea. Ma per la maggior parte del tempo Scorpius e Albus erano soli, silenti osservatori. Non parlavano quasi mai, non c'era bisogno di parole.

-Perchè sei qui?- chiese ad un tratto Albus. Erano passati tre giorni dal terremoto, eppure Malfoy non si era allontanato quasi mai da sua sorella. Perchè? Non era lui quello che l'odiava?

-Semplicemente, non posso muovermi. È più forte di me- rispose Scorpius, serio.

-Eri con lei vero, quando...- iniziò Albus titubante. Per tre giorni non aveva avuto la forza di parlare, troppo sconvolto da quanto era successo. Dal vedere Lily così, pacificamente addormentata, terribilmente lontana da loro. Eppure adesso sentiva in lui la voglia prepotente di sapere in che modo era stata ridotta così.

-Sì. Io ero proprio accanto a lei. Stavamo... - le avevo appena detto quanto fosse bella quella mattina pensò Scorpius, ma proseguì: -...parlando. La scossa ha fatto crollare tutto, muri, scaffali, il soffitto...un grosso pezzo di pietra si è staccato, e si è andato a schiantare di fronte a lei. Sulla sua gamba. Dio...ha preso a sanguinare tantissimo. E mi è svenuta fra le braccia. Il resto lo sai- concluse, trovando difficile parlarne.

Intorno a loro c'erano altri letti, altri feriti. Ciò che restava dell'infermieria del Saint Patrick era stracolmo di ragazzi sofferenti.

C'erano stati trenta morti, e centinaia di feriti solo nella scuola. Avevano perso il contatto con il mondo esterno, perciò non sapevano cosa stesse succedendo là fuori. Sapevano soltanto che gli insegnanti non gravi si erano messi subito all'opera per curare gli studenti, insieme a Medimaghi arrivati da tutto lo Stato, e per ricostruire quello che contava di più: l'infermieria e le cucine. Le famiglie erano state avvertite, anche se era stato consigliato loro di non cercare di raggiungere l'America per almeno una settimana. C'era ancora il rischio che la terra riprendesse a tremare.

-Quante possibilità ci sono che si svegli?- domandò Scorpius, teso.

-La medimaga ha detto che nulla è certo. Potrebbe svegliarsi adesso, come potrebbe...-

-Non svegliarsi mai più- concluse Scorpius al posto suo.



                                                              *****

-Voglio che si svegli!-

-Lo vogliamo tutti....-

Quelle furono le prime parole che Cassiopea Sofia Malfoy udì spalancando i suoi meravigliosi occhi azzurro-verde sul mondo. La prima cosa che vide fu invece il volto preoccupato di Shane Burke. Provò a stendere le labbra in un sorriso, e sentì che non faceva male.

-Pare che ci abbia sentiti!- esultò il Grifondoro, e nel campo visivo di Cassiopea apparve anche il volto di Glorya.

Si accorse immediatamente che mancava qualcuno.

-Dov'è Lily? E Scorpius?- chiese, e si stupì della propria voce flebile.

Vide Glorya e Shane scambiarsi un'occhiata, e il suo cuore perse un battito. Che fossero morti? No, Lily non poteva morire. Non in quel modo. Non ora. Non così. E neanche Scorpius. Lui era suo fratello, la sua roccia, il suo punto di riferimento. Se fosse morto lo avrebbe sentito.

-Sono vivi vero? Ditemi che stanno bene!- insistette, e per la veemenza mosse la spalla, facendosi un male atroce. Una smorfia di dolore doveva averle attraversato il volto, perchè Shane si chinò immediatamente su di lei, ansioso.

-Tutto bene? Ti fa male vero?-

Cassiopea annuì, continuando a fissare Glorya.

-Allora?-

-Scorpius sta bene, è nell'altra stanza- rispose lei alla fine, e solo allora Cassiopea vide che aveva gli occhi arrossati.

-E voi? State bene? Dove mi trovo? Quanto ho dormito?- chiese frenetica, scrutandoli alla ricerca di ferite non immediatamente visibili. Non si era accorta che Glorya aveva sorvolato su Lily.

-Stiamo bene, e ci troviamo in quello che rimane dell'infermieria...sono passati tre giorni dal terremoto- le rispose Shane, e Cassiopea si accorse di non essere sola. Altri ragazzi giacevano in letti accanto al suo, alcuni dormivano, altri chiacchieravano con compagni ed amici più o meno illesi. Vide una ragazza su una specie di sedia a rotelle, ed un altro con due sbarre di ferro sotto le ascelle. Ricordava di averle viste in un libro di Babbanologia, e che si chiamavano stampelle.

-Abbiamo subìto un terremoto- dichiarò, come se ne prendesse atto solo in quel momento.

-Già, proprio così- confermò Glorya, sedendosi accanto a lei.

-Non è morto nessuno, vero?- chiese, avvertendo la spalla pulsarle dolorosamente. Ricordava Sebastian, il loro allenamento, la spada che si piantava nella sua carne. E Glorya, accanto a lei.

-Sono morti trenta ragazzi, e ci sono centinaia di feriti- rispose Shane, la voce rotta.

-Dov'è Lily? E Derek, Edward?- rincarò Cassiopea.

-Edward ha un braccio rotto, è di là con Derek che...non sta bene- rispose Glorya, e Cassiopea vide i suoi occhi riempirsi di lacrime.

-Si trovava nelle serre all'ora del terremoto, ed una forbice piuttosto grande gli si è piantata nella schiena. Ha reciso molti nervi e...- la voce di Glorya si ruppe, -potrebbe non camminare mai più. Rose ed Edward non lo lasciano un momento- concluse.

-Mio Dio! Shane tu dov'eri quando...- chiese Cassiopea sconvolta, senza terminare la frase.

-Io ero a lezione, con Liam. Mi ha salvato la vita- rispose Shane, e la bionda riuscì ad avvertire la gratitudine nella sua voce.

-Cass se hai bisogno di me, chiamami...torno da Derek- disse a quel punto Glorya. Cassiopea le strinse forte una mano.

-Andrà bene. Derek starà bene- le disse, e Glorya si limitò ad annuire, prima di allontanarsi e lasciarla sola con Shane.

-Shane...- iniziò lei titubante.

-Sì?-

-Tu sai cos'è successo a Lily? Perchè Glorya non vuole parlarmene?- chiese Cassiopea, fissandolo dritto negli occhi.

Shane sospirò. Avava sentito il fratello di Cassiopea parlare con Glorya delle condizioni di Lily. Sapeva che era in coma. Sapeva che poteva non aprire mai più gli occhi. Decidendo che prima o poi Cassiopea avrebbe comunque scoperto la verità, Shane scelse di optare per la verità.

-Lily è...in coma. Potrebbe svegliarsi da un momento all'altro però- rispose cercando di sembrare ottimista.

Vide Cassiopea sbiancare, e chiudere gli occhi. Quando li riaprì erano colmi di lacrime.

-Non può essere- dichiarò, come se la forza delle sue parole potesse cambiare la realtà.

-È assurdo, lo so...ma dobbiamo avere fiducia. Staremo tutti meglio- replicò Shane, soffrendo con lei.

Per un lungo momento Cassiopea non disse nulla, asciugandosi gli occhi con il bordo della manica.

-Shane....-

-Sì?-

-Abbracciami. Stringimi forte-

Shane non credeva alle sue orecchie, ma prima che Cassiopea potesse cambiare idea, fece come gli era stato detto.

Si sdraiò accanto a lei, dal lato della spalla non ferita, e con attenzione le passò un braccio dietro il collo.

Cassiopea si posizionò meglio, per posare la testa sul suo petto. Chiuse gli occhi, e lasciò che le lacrime scorressero libere lungo le sue guance.


                                                         ******


Glorya credeva che il suo cuore avrebbe presto smesso di battere.

Derek rischiava la paralisi. Lily di non risvegliarsi mai più. Cassiopea era stata seriamente vicina alla morte per dissanguamento. Non gliel'avevano detto, ma quando avevano sfilato il fioretto dalla sua spalla, quella aveva preso a sanguinare copiosamente, come se la lama avesse agito da tappabuchi. Ora sembrava fuori pericolo, ma c'era stato un attimo in cui Glorya aveva avuto una paura folle anche per lei.

-Glorya...- si sentì chiamare, e voltandosi vide Liam che aiutava un infermiera a spacchettare confezioni di garze nuove.

-Ehi- lo apostrofò, raggiungendolo.

-Come stai?- le chiese, mentre la conduceva lontano dal caos dell'infermieria. Glorya si posizionò sotto l'angolo della stanza. Le dava sicurezza.

-A pezzi- rispose con sincerità. Era inutile fingere che andasse tutto bene, perchè niente stava andando bene.

-Immagino- Liam la fissava con una tale preoccupazione che Glorya si chiese per un momento come dovesse apparire dal di fuori. Non mangiava, non si lavava, quasi non dormiva da tre giorni. Doveva sembragli il fantasma di sé stessa.

-Tu stai bene?- chiese, pur di sentire ancora la sua voce.

-Io...sì. Cerco di dare una mano- rispose, anche se non c'entrava nulla con la loro conversazione. Ricordava la disperazione nera che lo aveva avvolto durante il terremoto, quando pregava affinchè stesse bene, affinchè ne uscisse viva. Non aveva dimenticato la promessa che aveva fatto a sé stesso, ed anche se quello non sembrava il momento più adatto, aveva tutte le intenzioni di mantenerla. Così prese un bel respiro, e disse:

-Lo so che non è il momento più giusto, che siamo circondati dalla sofferenza e dalla paura. Lo so. Ma ora che ti ho qui davanti a me sana e salva, viva, devo dirtelo Glorya-

-Dirmi cosa?- chiese lei, vedendo uno spiraglio di luce in tutta l'oscurità che l'avvolgeva.

-Che ti amo. Che ho una voglia matta di baciarti. Che durante il terremoto non ho fatto altro che pensare a te, che chiedermi se eri al sicuro, se stavi bene. Sei libera di voltarmi le spalle, di dirmi che è troppo tardi...ma volevo che tu sapessi la verità- rispose Liam, la voce che gli tremava per l'emozione.

Per un lungo istante credette davvero che Glorya se ne andasse, a giudicare dalla serietà con cui lo guardava. Invece, inaspettatamente, si avvicinò a lui e, alzatasi in punta di piedi, posò le labbra sulle sue. Avvenne così il primo bacio di Glorya e Liam. Avrebbe potuto succedere in mille altre occasioni più liete, più felici, ma fu perfetto così, in quella loro realtà fatta di paura e ansia per le persone che amavano.

Non fu un vero e proprio bacio, appena un soffio d'amore. Ma il contatto ci fu, e il sentimento anche.

Poi lei gli prese la mano.

-Vieni con me da mio fratello. Ho bisogno di averti accanto per sopportare l'idea di non poterlo vedere camminare mai più-


                                                   ******

-È colpa mia-

-Ti prego Rose! Smettila di dire che è colpa tua, non ti fa bene tormentarti con questo pernsiero...-

-Ma è così! Si è gettato su di me per ripararmi, ed ora guardalo Marìkaa! Guarda com'è ridotto! Non posso non sentirmi in colpa!-

Marìkaa Stewart sospirò, abbracciando forte Rose Weasley.

Quando la terra aveva tremato lei era fuori in cortile, a rilassarsi con un bel libro. Non aveva riportato ferite, e si era presa solo un gran spavento. Era subito corsa alle serre, sapendo che Rose aveva lezione lì, e aveva visto con i suoi stessi occhi Derek ridotto in quello stato pietoso. Con l'aiuto di Rose erano riuscite a sdraiarlo pancia sotto, ma non avevano avuto il coraggio di fare nient'altro per timore di peggiorare la situzione.

I medimaghi avevano operato su di lui per quasi quattro ore, ed alla fine le avevano informate di quanto fosse grave la situzione. Loro avevano fatto il possibile, ora stava a chiunque ci fosse in cielo decidere delle sorti di Derek.

Rose si consumava di sensi di colpa da tre giorni. Si riteneva responsabile di quello che era accaduto a Derek e nonostante Glorya non le avesse detto nulla, sentiva i suoi occhi inquisitori addosso. Anche lei evidentemente la riteneva colpevole.

Derek dormiva in quel momento, e per questo motivo le due ragazze parlavano a bassa voce. Marìkaa aveva anche trovato il coraggio di andare da Albus, per dargli il suo sostegno, anche se questo comportava trovarsi a pochi centimetri da Scorpius. Le sanguinava il cuore a vedere il modo in cui Scorpius teneva fra le sue una mano di Lily, ma aveva deciso di dimenticare.

Era evidente che non l'amava, ed Albus aveva bisogno di lei in quel momento.

-Novità?- chiese la voce di Glorya Zabini, arrivata in quel momento mano nella mano con un Corvonero che Marìkaa e Rose conoscevano di vista.

-Nessuna...dorme da qualche ora, l'infermiera passerà a cambiargli le bende quando si sveglierà- rispose Rose, sempre tenendo gli occhi bassi.

-Rose- disse Glorya, chiamandola forse per la prima volta per nome.

-Sì?-

-Non devi sentirti in colpa. Derek avrebbe agito allo stesso modo se al tuo posto ci fossi stata io, o Scorpius o Edward...lui è fatto così. Si sacrifica per le persone che ama, e tu sei fra quelle- le disse Glorya convinta e a Rose venne quasi da piangere. L'aveva sempre creduta una stronza senza cuore, come sua cugina e la Malfoy, e invece ora eccola lì, a cercare di consolarla, nonostante lei stessa dovesse avere il cuore ridotto a brandelli.

-Io...non so cosa dire. Grazie- disse semplicemente, sperando di farle capire quanto avesse apprezzato le sue parole.

-Non devi ringraziarmi- replicò Glorya, e sentì la presa di Liam farsi più forte, come a farle intendere che si era comportata nel modo giusto.

Si sedette accanto a suo fratello, e strinse una mano fra le sue.

Lei ci sarebbe stata, qualsiasi cosa fosse successa.



                                                    *****

Albus era andato a recuperare qualcosa da mangiare per entrambi.

Scorpius non credeva che sarebbe stato trattato con così tanta gentilezza da parte sua, eppure era stato così.

D'altra parte provavano entrambi dolore, anche se in modo diverso, e questa cosa li avrebbe uniti in un modo inaspettato.

Rimasto solo con Lily, le accarezzò piano una mano. Continuava ad essere morbida.

Aveva letto da qualche parte che parlare con le persone in coma poteva aiutarle ad uscirne, ma non ci credeva molto.

Decise tuttavia di provarci lo stesso, pur sentendosi molto stupido. -Lily...non so se mi senti. In realtà non so neanche bene cosa dirti e mi sento davvero molto idiota a parlare da solo. Pensandoci, potrei dirti la verità. Non abbiamo mai fatto sesso, anche se non sai quanto vorrei averlo fatto. Probabilmente rideresti sentendomelo dire...io, Scorpius Malfoy, che mi dichiaro a Lily Potter! Eppure sta succedendo, perchè mi piaci davvero. Mi spaventa un po' questa cosa, e sino ad ora non l'avevo ammesso neanche con me stesso. Ma mi piaci, Lily Potter. Mi piaci da morire. E vorrei davvero che tu aprissi gli occhi, per potertelo dire sapendo che lo capirai. Perciò devi svegliarti-



Spazio Autrice:


L'autrice deve comunicare a gesti con il resto del mondo, perchè da quando ha visto le 19 -e vorrebbe sottolineare 19- recensioni ha perso l'uso della parola. Non sa neanche più come ringraziarvi, e vorrebbe tanto costruire un altarino a ciascuna di voi!

Scherzi a parte, grazie davvero. Come sempre mi dimostrate che si siete, ed io ne sono davvero felicissima...non so cos'ho fatto per meritarmi delle lettrici (parlo al femminile, se ci fosse qualche maschietto mi perdoni) strafantastiche come voi!

Ma veniamo al capitolo...naturalmente è ancora sul tragico andante, anche se ci sono delle buone notizie: finalmente Liam e Glorya possono stare insieme, anche se li aspetta una bella chiacchierata sulla sua natura di lupo mannaro, e Cassiopea capisce di tenere davvero a Shane...forse non l'ho reso molto bene, ma lei era davvero felice di averlo trovato vicino a lei al risveglio.

Poooi...Lily e Scorpius. Okay, lo so che lui può sembrare disgustosamente smielato, soprattutto nell'ultima parte, ma cercate di capirlo: la ragazza che ama è in coma, lui crede di non aver più la possibilità per farle capire cosa prova, e allora si lascia andare a questa dichiarazione sdolcinata. Spero lo abbiate apprezzato.

Lily, Lily...allora, ci tenevo a precisare com'è finita in coma. Non studiando medicina purtropppo, mi sono rivolta alla cara Slab che invece si sta laureando in tale magnifica disciplina, e lei mi ha spiegato che, se viene colpita l'arteria femorale, è possibile che si verifichi un ictus, e di conseguenza un coma. Non so se ho capito bene (dubito comunque) e se qualcosa non vi torna chiedete a lei, e sentitevi liberi di criticarmi :)

Bene, dopo questa sin troppo lunga spiegazione, non mi resta che lasciare a voi ogni commento, e passare a ringraziare le 137 persone che hanno questa storia fra le preferite, le 22 che la tengono fra le ricordate e le 129 seguite...grazie di cuore, vedere numeri così alti non può che rendermi felice :)

Un enorme GRAZIE va alle 31 PERSONE CHE HANNO ME FRA GLI AUTORI PREFERITI!!!! È un onore grandissimo, sul serio!!!

Infine, vi posto per l'ennesima volta (lo so che non ne potete più, ma mi devo fare un po' di pubblicità) il link alla mia storia sui Malandrini, Marauders: quando la follia è all'ordine del giorno, sperando che troviate un po' di tempo per farci un salto e dirmi cosa ne pensate :)

Bene, vi ho detto tutto!!! :) A presto,


con affetto, Miss_Slytherin

  
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