Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © J.K.Rowling
I
Malandrini in:
Provaci ancora, James!
di
Yuki Delleran
Terza
Parte
La mattina dopo, nessuno era
particolarmente in forma. Sirius e James non si parlavano e quest’ultimo
sentiva imminente l’arrivo di un brutto raffreddore a causa della nottata
trascorsa in buona parte in Guferia. Remus era taciturno, Peter
particolarmente ansioso e Lily meno assidua del solito nel seguire le
spiegazioni. Quando la lezione di incantesimi terminò senza essere interrotta
da qualche scherzo particolarmente ardito né domande di precisazioni, il
professor Vitious iniziò a chiedersi se per caso non
fosse in atto una sorta di epidemia.
Stavano uscendo da Trasfigurazione
quando Lily si avvicinò a Remus, lo prese sottobraccio
e si appartarono a parlottare in un angolo. James li
sbirciò di sottecchi con una punta di gelosia: quelli erano i momenti in cui
invidiava all’amico la carica di Prefetto. Troppo concentrato sui due che
continuavano a confabulare non si accorse che Mrs. Purr,
la gatta di Gazza, era sbucata dall’angolo del corridoio e gli girava attorno
sospettosa annusandogli l’orlo dei pantaloni. Quando se ne rese conto fece un
salto indietro per evitarla finendo addosso nientemeno che a Sirius, fermo a sua volta in mezzo al corridoio a fissare
la coppia di Prefetti.
«Ehi! » esclamò il ragazzo in tono
di rimprovero.
James si
voltò per ribattere quando una specie di ululato di rabbia li interruppe.
«La mia gatta! La mia gatta!
Criminali!! »
James e Sirius abbassarono automaticamente lo sguardo su Mrs. Purr per scoprire che stava saltellando disperata con il
pelo di uno squillante rosa shocking su cui spiccavano una J e una S giallo
fosforescente.
«Non l’avete mai potuta
sopportare, ma la pagherete! Oh, se la pagherete! »
Le grida furibonde di Gazza appena
giunto sul posto, attirarono anche la professoressa McGranitt
che uscì a passo di carica dall’aula.
«Cosa sta succedendo qui? »esclamò.
La scena che le si presentò
davanti non lasciava spazio a dubbi: Gazza, con la gatta multicolore che
miagolava desolata tra le braccia, inveiva contro i soliti Potter
e Black. L’ennesimo scherzo di quelle due teste calde.
«Guardi cos’hanno fatto al mio
tesoro, professoressa! Lei di sicuro sapeva che stavano nascondendo caccabombe o roba simile, quindi hanno voluto metterla
fuori gioco! »
«Ma veramente noi…»
«Professoressa, le assicuro che
non…»
«Un po’ di silenzio, prego! »
intimò la professoressa McGranitt. «Mastro Gazza, non
si preoccupi, penserò io alla sua gatta. Quanto a voi, Potter
e Black, nel mio ufficio. Subito! »
I due, completamente spiazzati e
disorientati, la seguirono chiedendosi cosa fosse esattamente successo
considerando che loro non avevano fatto assolutamente nulla. Guardandosi
attorno scoprirono che Remus e Lily erano spariti e
questo fece nascere in James un sospetto.
La porta dell’ufficio del
direttore della Casa di Grifondoro si chiuse alle
loro spalle e la professoressa McGranitt si sedette
alla scrivania.
«Dunque, Potter
e Black, quasi trentasei ore di silenzio, un record. Iniziavo a pensare che vi
foste ammalati. »
«Non siamo stati noi! » protestò Sirius. «Andiamo, che motivo avremmo avuto di scagliare un
Incantesimo Colorante su Mrs. Purr? »
«E’ quello che spero mi
spiegherete, considerando che la maggior parte delle vostre azioni non ha un
motivo apparente. Quanto al vostro coinvolgimento, era scritto a chiare
lettere… fosforescenti. »
Già, chiare lettere, anche troppo
chiare, pensò James. Se fossero stati loro a
combinare lo scherzo, non lo avrebbero certo autografato in quel modo. Di nuovo
alla sua mente si affacciò un sospetto tanto assurdo che per la seconda volta
venne ignorato.
«Bene, visto che non sapete darmi
una spiegazione convincente, mi vedo costretta a punirvi. Per la prossima
lezione voglio che mi portiate un tema di almeno sessanta centimetri sull’uso
improprio degli Incantesimi Coloranti di secondo livello e per questa sera
potete scordarvi gli allenamenti di Quidditch. »
«Fantastico, ci mancava solo una punizione a coronare questo degno
periodo! » pensò James tra sé. «Se non altro avremo la possibilità di
andare a zonzo nella foresta con Hagrid. »
«Rinfoderi quel sorrisino, signor Potter, so benissimo cosa sta pensando! » lo redarguì secca
la McGranitt. «Non vi manderò a spasso per la Foresta
Proibita, se è questo che sperate, per voi sarebbe un invito a nozze. No,
trascorrerete la serata nel sotterraneo dell’aula di Pozioni a ripulire fiale e
provette e a lucidare i calderoni. »
James
credette di essere sul punto di sentirsi male: scambiare l’inebriante
sensazione del volo su una scopa con l’umidità di una fosca segreta era
inammissibile.
«Professoressa! » esclamò. «Perché
mi odia così tanto? Quale torto personale le ho fatto per meritare una così
atroce vendetta? »
Se non fosse stato così
arrabbiato, Sirius sarebbe scoppiato a ridere per
quel tono palesemente tragico.
«Chiuso in quel buco laggiù, con
lui? » disse invece. «Non se ne parla! »
«Infatti la faccenda non si
discute. » ribatté imperturbabile la professoressa. «Così ho deciso e così
sarà. Le vostre beghe personali non mi interessano. Ci vediamo questa sera alle
otto nel sotterraneo. Buona giornata. »
Uscendo dall’ufficio, in ritardo
per la successiva lezione di Antiche Rune e di cattivo umore per la punizione
appena ricevuta, quando videro Piton nel corridoio
che conduceva all’aula, furono entrambi colti dall’irresistibile desiderio di
tormentarlo un po’. Avevano già le bacchette in mano quando si accorsero che
quelli con cui stava parlando erano Remus e Lily.
«… E così Lucius
mi ha detto: ‘Chissà dove sono finiti Potter e la sua
banda? Se consideri che Lupin e Evans
hanno saltato la riunione dei Prefetti…’ » stava declamando con voce melliflua.
Quel viscido essere stava
infastidendo i suoi amici, si disse James stringendo
la bacchetta. Vederlo che attaccava i più deboli gli faceva una gran rabbia.
Ora gliel’avrebbe fatta vedere!
«La riunione dei Prefetti
dell’altra sera, dici? Quella che il tuo caro Lucius
ha abilmente disertato per passare la serata con Narcissa
Black? » disse a sorpresa Lily. «Non preoccuparti, ci ha pensato Macmillan ad aggiornarmi. Per quanto riguarda Potter e la sua banda, sei carino a stare in ansia per
loro, ma non ne hai motivo. Lupin ed io abbiamo
passato l’intera notte a tentare di sciogliere un Incantesimo della Pastoia particolarmente
ostico che Black e Potter si erano lanciati contro a
vicenda. »
«Oh, immagino allora che ti sia
slogato il polso agitando la bacchetta, Lupin, visto
che ieri hai portato il braccio al collo tutto il giorno. » continuò Piton tentando di rifarsi su Remus
dopo aver incassato la frecciata di Lily. «Oppure sei stato aggredito da
qualche animale? Nella Casa di Grifondoro ne girando
tanti…»
Remus si
irrigidì, sbiancando. Sirius balzò avanti, la
bacchetta in resta, seguito da James deciso a fare a
pezzi quell’insolente. Come osava? Non si comportava
certo in quel modo quando c’erano anche loro!
Ma Lily fu più veloce. Sfoderò la
bacchetta ancora prima che Piton capisse cosa stava
succedendo ed esclamò: «Adesso mi hai seccata! Oblivion! »
Il ragazzo venne colpito da un
raggio azzurrognolo, girò una volta su sé stesso e crollò sul pavimento.
Il silenzio che seguì alla scena
la indusse a guardarsi attorno, sorridendo imbarazzata.
«Per la barba di Merlino! »
esclamò James facendosi avanti. «Altro che debole!
Non svegliare il troll che dorme! »
«Mi stai forse dando del troll, Potter? » si irritò subito
lei.
«Ehm… Evans,
ti faccio notare che hai appena aggredito uno studente. » intervenne Remus.
«Legittima difesa. » rispose Lily
distratta dall’insulto che stava per lanciare a James.
«Ad essere sincera mi sono spaventata quando ha parlato di animali… Comunque
ora saresti così gentile da aiutarmi a trasportarlo in infermeria? Non dovremmo
avere nulla di cui preoccuparci, quello era un Incantesimo di Memoria piuttosto
potente. Quando si sveglierà non ricorderà cosa stava facendo, di cosa stava
parlando, né che glielo ha lanciato. »
«Inizi davvero a farmi paura. »
commentò James mentre lei e Remus
sollevavano Piton per un braccio ciascuno.
Lily gli lanciò un’occhiata
obliqua.
«Potter,
Black, si può sapere cosa fate lì impalati? La lezione di Antiche Rune è già
cominciata! Qui non c’è proprio niente di interessante da vedere. »
Sirius
si incamminò verso l’aula senza dire una parola, ma James
era certo di aver visto un sorriso aleggiare sulle sue labbra.
Quella sera a cena, per la prima
volta da due giorni, i quattro Malandrini si trovarono di nuovo insieme. Sirius appariva sempre imbronciato e non spiccicava parola,
ma il solo fatto che fosse lì e non al capo opposto del tavolo era un fatto
positivo secondo James. Remus
invece era più loquace del solito e si dilungava in particolari nel raccontare
a Peter come Lily aveva steso Piton.
In realtà in quanto Prefetto avrebbe dovuto disapprovare un comportamento del
genere ma dalla sua voce trapelava un’innegabile ammirazione e il fatto stesso
che si trovasse lì e non al tavolo dei Prefetti era un ulteriore passo avanti
verso la ricostruzione del gruppo. Dal canto suo, Peter
aveva smesso di sfuggire lo sguardo di James ed era
tornato a lanciargli le consuete occhiate adoranti.
Per questi motivi, quando giunsero
le otto, fu con animo piuttosto sereno che il ragazzo si avviò verso il
sotterraneo dell’aula di Pozioni insieme a Sirius. La
professoressa McGranitt li attendeva sulla soglia e
quando li introdusse nella stanza James credette di
avere le allucinazioni: più della metà del pavimento era ricoperto di
alambicchi e provette e le quattro pile di calderoni lungo la parete
raggiungevano il soffitto. Era materialmente impossibile che durante una
lezione se ne fossero sporcati tanti.
«Ecco il vostro lavoro. » disse la
professoressa. «Il professor Lumacorno ve ne sarà
grato. Ah, naturalmente non vi è concesso l’uso della magia. Accio secchio! »
Un secchio pieno di una schiumosa
sostanza giallastra volteggiò da un angolo dell’aula fino ai suoi piedi.
«Questo è uno speciale detergente
antirotture, le spugne sono sulla cattedra. Sarete controllati in modo che non
vi scappi nessun incantesimo, quindi non provateci. Buon lavoro. »
James
era impietrito. Era un lavoro abominevole, non se la sarebbero cavata nemmeno
se avessero strofinato fondi di calderone fino alla fine dell’anno.
«Professoressa! » esclamò nel suo
miglior tono supplichevole. «Professoressa, non intenderà davvero abbandonarci
qui? Due innocenti accusati ingiustamente rinchiusi in una segreta a fare da
Cenerentola invece di librarsi liberi nell’aria come tutti i giovani di sani
principi dovrebbero fare! »
«Un’altra parola, Potter, e ti spedisco a lucidare tutti i trofei del Quidditch di Serpeverde! » lo
minacciò esasperata la McGranitt.
Non desiderando assolutamente
peggiorare una situazione già pessima e trovando la nuova prospettiva ancora
più orribile di quella attuale, Sirius si lasciò
sfuggire un: «Dai, falla finita, James!» prima di
ricordarsi che aveva smesso di rivolgergli la parola.
L’effetto fu immediato: James smise all’istante di lamentarsi e si diresse tutto
giulivo verso le spugne sopra la cattedra.
«Io inizio dai calderoni, tu parti
dalle provette, ci incontreremo a metà strada. » disse mentre la professoressa McGranitt, vedendoli finalmente all’opera, lasciava la
stanza.
«Sono felice che mi parli di
nuovo. »
Per tutta risposta Sirius puntò la bacchetta verso un pesante paravento di
legno in fondo all’aula.
«Paravento locomotor! »
Quello ondeggiò, si alzò di
qualche centimetro da terra e planò perfettamente in mezzo a loro nascondendolo
alla sua vista.
Deluso, James
prese a strofinare il primo calderone che gli capitò sottomano. Era troppo
presto per arrendersi, infatti pochi minuti dopo Sirius
sentì scandire a chiare lettere il proprio nome e cognome. Decise di ignorarlo
come in precedenza finché qualcosa di luminoso e caldo nella tasca della sua
veste non attirò la sua attenzione. Estrasse lo specchio a doppio senso che
portava sempre con sé e che aveva stregato insieme a James
che ne possedeva uno uguale. Lì gli apparve il volto sorridente dell’amico.
«Viso che faccia a faccia non
riesco a parlarti, proviamo così. » disse James. «No,
no, aspetta! Non metterlo via! Ok, ho capito, mi
dispiace. Lo so che ce l’hai con me e che non ti fidi di Lily. Mi sono
comportato da amico negligente. Mi dispiace davvero. Scusami. »
Sirius
distolse lo sguardo, era imbarazzante sentire il suo migliore amico scusarsi in
quel modo, ma del resto ce lo aveva costretto lui.
«Siri, dai, dimmi qualcosa. »
continuò James. «Non sopporto di vederti così, hai un
muso che striscia per terra e non è da te. Non ti vedevo così nervoso da quando
le Appleby Arrows hanno
battuto le Vespe di Winbourne alla finale della Quidditch Champions League o da quando… bhè… da quest’estate quando te ne sei andato di casa. Capisco che
per te sia difficile fidarti di qualcuno così su due piedi ma oggi hai avuto la
dimostrazione che Lily è una tipa a posto. Sirius… Oh,
insomma, credi davvero che non sappia qual è il vero motivo per cui sei così
arrabbiato? »
Il vero motivo? Innervosito, Sirius scattò in piedi calpestando una provetta che finì in
briciole. Afferrò il paravento e lo scostò bruscamente.
«Cosa ne sai tu di…»
L’anta del paravento urtò qualcosa
di pesante e un sordo rimbombo metallico interruppe la parole del ragazzo. Sirius rimase ammutolito a fissare la scena per qualche
secondo poi scoppiò in una sincera e fragorosa risata. James
Potter a testa in giù in un profondo calderone era
quanto di più esilarante poteva capitargli davanti agli occhi in quel momento.
«Felpato! Ehi, Felpato! Piantala di ridere e tirami fuori da
qui! Devono averci bruciato una Soluzione Corroborante a giudicare dalla puzza…»
Quando Sirius si riprese
abbastanza da coordinare i movimenti, lo afferrò per l’orlo della veste e lo
tirò in piedi. Cadendo James doveva aver rovesciato
il secchio con il detergente speciale visto che la schiuma giallastra gli
gocciolava abbondantemente dai capelli fino al colletto della camicia dandogli,
se possibile, un aspetto più arruffato del solito.
Sirius ricominciò a ridere incontrollabilmente.
«Dovremmo suggerire questo utilizzo a Lumacorno.
Sì, speciale Shampoo Intricante! »
«Probabilmente faremmo affari d’oro se lo vendessimo a Mocciosus! » esclamò James e di
nuovo presero entrambi a ridere come matti.
Mezz’ora dopo erano entrambi sdraiati sul pavimento tra
alambicchi e calderoni a fissare il soffitto con le braccia dietro la testa.
«Dovresti ripulirti. » esordì Sirius
reprimendo l’ennesima risata.
«Già. Tergeo. »
Il detergente speciale sparì dalla sua testa e dai vestiti,
ma la situazione dei capelli non migliorò di molto. James
sospirò, sapeva che era una partita persa in partenza e del resto il look scompigliato
gli donava.
«La sai una cosa? Hai rovesciato tutto il detergente, saremo
fortunati se usciremo di qui entro il prossimo secolo…»
«E’ inutile piangere sulla pozione versata, e poi guarda il
lato positivo. Mi stai parlando di nuovo. »
Sirius tenne gli occhi fissi sul
soffitto.
«Bhè, sei uno sciocco, sei
avventato e decisamente fuori di testa. Sei egocentrico, ostinato e quando ti
metti in mente una cosa vedi solo quella finchè non
riesci ad ottenerla. Sei invadente, rumoroso e insensibile, ma ci sei.
Soprattutto quando qualcuno crede di non volerti attorno. Non sei perfetto, ma
sei un amico. » Sorrise tra sé. «Senza contare che mi ospiti tutte le estati e
che ormai non potrei più sopravvivere senza le crostate di mamma Potter. »
James rise ma dopo un attimo tornò
di nuovo serio.
«Il vero motivo per cui te la sei presa tanto non è il
nostro segreto di Animagi ma Remus,
non è così? »
Sirius non rispose, limitandosi a
voltare la testa dalla parte opposta, ma a James non
sfuggì il leggero rossore che gli aveva colorato le guance.
«Forse dovremmo avvertire la McGranitt
che non abbiamo più detergente. » tergiversò.
«Ci spedirebbe a lucidare i trofei di Serpeverde.
Non cambiare argomento! » insisté James. «Andiamo,
non c’è niente di cui vergognarsi nel voler proteggere un amico, neanche per il
duro Sirius Black. »
Sirius continuò a sfuggire il suo
sguardo per alcuni secondi, ma alla fine capitolò in nome della ritrovata
complicità.
«Remus mi ha sgridato. » mormorò
tenendo gli occhi incollati al soffitto in modo da non vedere neanche per
sbaglio l’eventuale reazione dell’amico. «Non una delle solite ramanzine da
Prefetto, sembrava davvero addolorato. Ha detto che ero un idiota a mandare
all’aria un amicizia importante per una cosa del genere e che non avevo niente
di cui preoccuparmi perché Evans è una persona
fidata. Quando ho cercato di fargli capire che mi stavo preoccupando per lui,
ha pensato bene di dirmi che non c’era niente di più importante che ristabilire
la nostra amicizia. »
«E’ più o meno la stessa cosa che ha detto a me. »
interloquì James.
«Sì, ma scommetto che tu non hai perso la testa urlandogli
che non te ne fregava niente di lui e che si arrangiasse. »
«Hai fatto una cosa del genere?! » si scandalizzò James scattando a sedere. «E poi te la prendi con me! Alla
faccia del tatto! »
Sirius tornò a voltarsi dall’altra
parte per non guardarlo.
«Il fatto è che ho assistito a situazioni del genere troppe
volte. Quando Cissy e Bella hanno scoperto che Andromeda frequentava un Babbano,
l’hanno spifferato subito alla zia e da allora lei viene trattata come una
reietta. Esattamente come vengo trattato io da quando sono stato smistato in Grifondoro. Anche Remus ha subito
questa sorte ingiustamente. Essere traditi dalle persone di cui ci si fida è
una cosa orribile e non volevo che lui dovesse soffrire di nuovo. Non lo
sopportavo, così me la sono presa con la causa scatenante di tutto questo. Tu. »
«Dimentichi un paio di particolari: io non sono Narcissa o Bellatrix e Remus non è particolarmente perspicace quando si tratta di
capire che ci si sta preoccupando per lui. E’ troppo modesto. »
«Sai cosa mi ha risposto? Con quel suo sorriso dolce? Ha
detto che lui si è sempre arrangiato da solo e che le mie parole non erano una
novità. Mi ha gelato, James. Letteralmente. E’ stato
ieri sera, poi ha cenato al tavolo dei Prefetti. Rideva come un matto con Evans riguardo a qualcosa che c’entrava con Macmillan e il corso di Erbologia…»
James sbiancò ma commentò
solamente: «Cavolate da Prefetti! Sicuro! »
«Questa sera poi continuava a parlare di Evans
e Piton. Non mi ha degnato di uno sguardo, deve
proprio esserci rimasto male. Aveva perfettamente ragione, sono un idiota! Ero
così preoccupato di difenderlo dagli altri che alla fine l’ho ferito io! Come
prima cosa appena usciamo di qui gli chiederò scusa. »
«Giura che lo farai. » fece James
conoscendo la riluttanza dell’amico nel porgere le proprie scuse.
«Sì, sì, lo farò si sicuro! »
James annuì compiaciuto e si alzò
in piedi. Contemplò per un attimo le pile di calderoni intatti e il mare di
provette che li circondava, scosse la testa ed esclamò: «Molto bene! Alzati, ce
ne andiamo!»
«Ma la McGranitt…»
«Dopo luciderò tutti i trofei di Serpeverde
che vuole, anche quelli di Tassorosso e Corvonero se necessario ma adesso c’è qualcosa di più
urgente. »
Così dicendo spalancò la porta che dava sul corridoio del
sotterraneo. Due figure in nero sedute sul pavimento immerse in una fitta
conversazione, si zittirono all’istante e si voltarono verso di lui.
«Dove te ne stai andando, Potter? »
chiese Lily sospettosa allontanando dal viso una lunga ciocca di capelli
ramati. Alle sue spalle anche Lupin si alzò.
«Guarda, guarda! Addirittura due Prefetti per controllarci! »
esclamò il ragazzo ostentando stupore. Dietro di lui, Sirius
non dovette dissimulare nulla perché stupito lo era davvero. «Scommetto che vi
siete offerti volontari. Non so se ringraziarvi o avercela con voi, cospiratori
dei miei stivali. Mettiamola così, la McGranitt sarà
lieta di leggere le vostre relazioni. »
«Di cosa stai parlando? » chiese Sirius
sempre più sorpreso.
«Dei nostri temi sull’Incantesimo Colorante che questi due
si offriranno gentilmente di fare visto che sono stati loro a lanciarlo. Dico
bene? Un espediente molto carino per farci chiudere qui dentro insieme. »
«Colpito e affondato. Non siamo granché come Malandrini, noi
due. » disse Remus sorridendo.
James notò che il suo sguardo
indugiava su Sirius per poi abbassarsi rapidamente
«Quei temi ce li siamo meritati. »
«Lupin! »
«Bhè, Evans,
hanno ragione. Sono innocenti. »
«Oh, d’accordo! » fece Lily che evidentemente non si
aspettava un risvolto del genere. «A quanto pare non avete portato a termine
nemmeno l’altra punizione. Che avete fatto fin adesso? »
«Mea culpa. »
ammise James. «Ho rovesciato il detergente di Lumacorno. Ora che ci penso però è stato Sirius a spingermi… Oh, bhè, non
ha importanza, ci siamo comunque fatti una chiacchierata molto… costruttiva. »
Lily lo superò ed entrò nell’aula di Pozioni: era un
completo disastro. Se l’avessero lasciata così la McGranitt
se la sarebbe presa anche con lei e Lupin. Scuotendo
la testa estrasse la bacchetta con espressione rassegnata.
«Mobiliarbus!
Calderoni locomotor! Gratta e netta! Reparo! Evanesco schiuma! Accio provette! »
Nel giro di dieci minuti tutto era lindo e perfettamente
ordinato. Lily si voltò verso i ragazzi con un gran sorriso.
«Adoro gli incantesimi ben riusciti! »
«Ma non era vietato usare la magia? » obiettò James.
«A voi. Ora andiamo, casco dal sonno. »
James colse l’occasione e la prese
sottobraccio trascinandola avanti nel corridoio ignorando le sue proteste.
«Hai proprio ragione, Lily, anch’io ho davveeeero
sonno. Andiamo, andiamo! »
Alle sue spalle però rimase solo un silenzio opprimente.
«Non va! Non va! Accidenti! »
Mattinata di riposo nella Sala Comune di Grifondoro.
Quel giorno si svolgevano le prove del G.U.F.O. per
gli studenti del quinto anno quindi le lezioni erano momentaneamente state
sospese. Anche la colazione era stata servita direttamente negli alloggi degli
studenti invece che nella Sala Grande come di consueto. La Sala Comune era
semivuota. Molti ragazzi avevano approfittato dell’occasione per dormire fino a
tardi, gli studenti del settimo anno affollavano la biblioteca in vista degli
imminenti M.A.G.O. e i restanti sfaccendati erano a
zonzo nel parco.
James, sprofondato in una morbida
poltrona con i piedi appoggiati su un pouf di fronte,
alzò lo sguardo dalla tazza di tè fumante e dal cornetto alla crema che aveva
in mano per posarlo, leggermente esasperato, su Sirius.
«Si può sapere cos’hai? E’ da più di mezz’ora che continui a
brontolare, che stai facendo? »
«Il tema sull’Incantesimo Colorante. » rispose Sirius alzando a malapena la testa dal tavolo su cui stava
scrivendo febbrilmente. «Il tuo lo fa Evans ma il
mio, Remus non lo fa di sicuro e figurati se Miss
Prefetto ne scrive due! Maledizione! »
La lunga piuma d’aquila che stava usando aveva urtato la
boccetta d’inchiostro e ora il suo rotolo di pergamena era completamente zuppo
e illeggibile.
James sospirò e finì di
sorseggiare il suo tè.
«Stai così perché non ti sei scusato con Rem.
» sentenziò. «Avevi giurato che l’avresti fatto. »
«Intendo farlo ma è complicato parlare con una persona se
appena ti avvicini se ne va! »
Questo James lo sapeva fin troppo
bene, la situazione con Lily era tornata più o meno a quei livelli e lui non
aveva idea del motivo.
«Dillo a me! » borbottò.
«Per te è diverso! So che mi pentirò amaramente di averti
detto una cosa del genere, ma secondo me Evans ti
evita perché si è accorta che non sei male e in fondo non le dispiaci. »
L’espressione di James si illuminò
in un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
«Lo pensi davvero? Bhè, del resto
come potrebbe essere altrimenti? Ho sempre pensato di essere un tipo
affascinante. »
Alle sue spalle qualcuno si schiarì la voce ed entrambi i
ragazzi si voltarono a guardare.
«Lily! » esclamò James tutto
allegro, ma la bella rossa tirò dritto attraversando la Sala Comune e
ignorandolo completamente.
Quando fu uscita, Sirius tornò
grugnendo al suo compito e James sprofondò di nuovo
nella poltrona. I pensieri di quella ragazza gli erano più oscuri delle Arti
Oscure. Forse Sirius aveva ragione e lei ora si
sentiva in imbarazzo, ma poteva essere anche l’esatto contrario. Dopo aver
scoperto il loro segreto, sebbene non avesse intenzione di rivelarlo, non
voleva avere più niente a che fare con loro. No, questo era altamente
improbabile e comunque restare a rimuginare non serviva a niente.
«Amico mio, credo proprio che abbiamo bisogno di un po’ di
distrazione. » disse.
Sirius smise di aspirare con la
bacchetta l’inchiostro che aveva allagato il tavolo e rizzò le orecchie. Quando
James parlava così c’era sempre da aspettarsi
qualcosa di molto interessante.
«Ho un’informazione scoperta da poco che tenevo in serbo per
i tempi bui. » continuò il ragazzo. «Credo sia giunto il momento di sfruttarla.
»
Sirius non stava più nella pelle.
«Ho scoperto la nuova parola d’ordine del bagno dei
Prefetti. »
L’espressione del giovane Black si fece indecifrabile.
«Vuoi che chieda scusa a Remus
mentre fa il bagno? »
«Chiodo fisso, eh? » lo prese in giro James.
«Come se Lunastorta fosse l’unico Prefetto di Hogwarts! Andiamo, un po’ di sana avventura ci farà bene! »
Non fu necessario aggiungere altro e pochi minuti dopo,
celati sotto il Mantello dell’Invisibilità, svoltavano a sinistra dopo la
statua di Boris il Basito nel corridoio del quinto piano e per fermarsi davanti
alla quarta porta.
«Dunque, il piano è questo. » disse James.
«Se ci sono delle ragazze ci godiamo lo spettacolo, se invece ci sono dei
ragazzi ce la diamo a gambe. »
«E se non c’è nessuno? » fece Sirius
scettico.
«Bhè, possiamo sempre farci un
bagno rilassante. Adoro questo posto! »
Avvicinandosi all’ingresso bisbigliò la parola d’ordine e
scivolò con Sirius alle calcagna oltre la porta. La
loro visuale venne subito appannata dal fitto vapore che aleggiava nel bagno
misto a enormi bolle di sapone dall’aroma dolce di bagnoschiuma. La grande
vasca di marmo rettangolare al centro della stanza era ricolma di schiuma
profumata e pigramente appoggiata al bordo si vedeva una ragazza di spalle, i
lunghi capelli neri raccolti sulla sommità del capo.
«Ci è andata bene! » sussurrò James,
la cui voce venne coperta dallo scroscio dell’acqua dai molteplici rubinetti
d’oro.
I due ragazzi seguirono di soppiatto la parete fino a
trovarsi sotto il ritratto della bionda sirena che sorrideva amabilmente.
«Sei pronta? » chiese ad un tratto la ragazza nella vasca. «Forza,
l’acqua è meravigliosa e ti aiuterà a
rilassarti alla faccia delle persone importune che ti girano attorno. »
Si immerse nella schiuma fino alle spalle e si voltò nella
direzione dei ragazzi. Sirius e James
trattennero il respiro: era una ragazza davvero bella ed era…
«Emmy, un attimo di pazienza. »
disse una voce soffocata alla loro sinistra.
Voltandosi scoprirono un leggero paravento bianco dietro al
quale si intravedeva la silouette di una seconda
ragazza intenta ad armeggiare con qualcosa attorno alla testa.
«Ci è andata molto bene! » soffiò James.
«Quella è Emmeline Vance, Caposcuola di Corvonero. »
gli bisbigliò Sirius in un orecchio. «Remus dice che è molto severa, se ci scopre siamo morti. »
«Sarà, ma non mi sembra che tu abbia molta voglia di
andartene…» rispose James notando che gli occhi grigi
dell’amico luccicavano.
Emmeline chiuse i rubinetti e i
ragazzi si zittirono.
«Niente da fare. Oh, chi se ne importa! »
La voce dietro il paravento giunse ora limpida e chiara e la
ragazza uscì togliendosi un asciugamano dalla testa. Una cascata di riccioli
fiammeggianti le ricadde sulle sottili spalle nude e James
si afferrò con forza la camicia all’altezza del petto. Era certo di stare per
avere un infarto. Lily Evans si trovava a due passi
da lui, le curve morbide del corpo coperte solo da un leggero asciugamano
bianco. Il suo cuore batteva all’impazzata e la mano si spostò automaticamente
dalla camicia stropicciata fino a coprire la bocca.
«Oh, cavolo, cavolo,
CAVOLO!! »
Sembrava che il cervello si fosse momentaneamente
disconnesso dai centri motori e nonostante la ragione gli urlasse di uscire di
corsa, non riusciva a staccare gli occhi dalla figura di lei che lasciava
cadere l’asciugamano e scivolava nella vasca. Era letteralmente paralizzato e a
giudicare dall’espressione imbambolata dell’amico al suo fianco, neanche Sirius se la cavava meglio.
La pelle candida, le forme morbide, il modo sensuale in cui
i lunghi capelli rosso fuoco resi più scuri dall’acqua si incollavano alla
schiena bianca, alla curva delle spalle… James
avrebbe voluto sfiorarla, anche solo per un attimo. Irresistibilmente attratto
verso la vasca, mosse un passo in quella direzione, ma Sirius
lo fece tornare in sé con uno strattone.
«Sei matto? » sussurrò.
«Sei stata molto gentile ad invitarmi qui. » stava dicendo
intanto Lily sprofondando nella schiuma. «Venire da sola non è rilassante come
sembra e la testa si affolla di mille pensieri. »
«Ti posso capire. » rispose Emmeline
Vance. «Di questi mille ce n’è forse uno che ti
assilla più degli altri? Se ti posso aiutare… »
«Ne dubito, comunque grazie. Hai presente Potter, Emmy? »
Emmeline alzò gli occhi al
soffitto con espressione molto eloquente.
«Chi non conosce Potter e la sua
banda? Soprattutto, se non sbaglio, Black. Sirius
Black. Una vera calamità. »
Sirius sarebbe rimasto tutta la
vita a guardare la bella Emmeline fare il bagno, ma
iniziava a tirare una gran brutta aria e aveva il sentore che fosse meglio
tagliare la corda al più presto. Iniziò così a trascinare un recalcitrante James verso l’uscita.
«Ecco, sì. Il problema però non sono i guai che combinano. »
disse Lily. «Il fatto è che ultimamente Potter…»
Il tonfo di una pila di asciugamani che cadeva interruppe le
sue parole e le due ragazze si voltarono di scatto. Sirius
si morse un labbro per trattenere un’imprecazione, nel camminare a ritroso non
aveva visto l’ostacolo. James era bianco come gli
asciugamani a terra.
«C’è qualcosa che non va. » disse Emmeline scrutando la stanza e afferrando la bacchetta
sull’orlo della vasca.
Quel gesto bastò perché i due celati dal Mantello si
precipitassero verso la porta, che venne colpita da una Fattura Orcovolante proprio mentre si richiudeva sbattendo.
Quando James e Sirius
raggiunsero la Sala Comune di Grifondoro non avevano
più un filo di fiato. Trassero diversi profondi respiri poi Sirius
scoppiò a ridere.
«Ci voleva un po’ di adrenalina, avevi ragione Ramoso! »
esclamò. «Senza contare che lo spettacolo meritava decisamente! Ehi, ci sei? »
James aveva le mani sugli occhi.
«Sono morto, morto, morto, molto morto…» mormorava. (*)
«Ma no, cosa dici? E’ stato divertente! »
«Se Lily lo scopre è la mia fine…»
«Non lo scopriranno mai. Comunque, amico, ti devo fare i
miei complimenti per la scelta. »
James si riscosse.
«Senti tu! Come hai osato guardare… Oh, ciao, Rem. »
Il buco del ritratto si era appena aperto per lasciar entrare
un Remus che li squadrava con aria incuriosita.
«Tutto bene, ragazzi? » chiese.
«Benissimo! » rispose James
sfoderando il sorriso più falsamente rassicurante del suo repertorio.
Quando Remus fu salito in camera,
aprì la bocca per continuare il discorso ma Sirius
alzò la mano per interromperlo.
«Stop. Il secondo round più tardi, ora ho da fare. »
Così dicendo prese a sua volta la scala per i dormitori e
sparì.
James tornò a sprofondarsi nella
poltrona di poco prima tentando di convincersi di non essersi mai mosso da lì.
Erano trascorsi solo pochi minuti, che la cornice del ritratto sbatté di nuovo
e una furia rossa irruppe nella Sala. James riuscì a
bloccarla che era già a metà scala per i dormitori maschili.
«Lily! Lily, aspetta! »
Quando si voltò verso di lui, i suoi occhi verdi mandavano
lampi e al ricordo di pochi minuti prima James si
sentì arrossire violentemente.
«Non ci siamo! Così mi
scoprirà in un batter d’occhio! » si rimproverò. «Comunque non posso lasciarla salire a disturbare ora, Sirius deve parlare con Remus. »
«Cosa vuoi? Sono piuttosto di fretta! » esclamò Lily
nervosamente.
Aveva le guance arrossate e i capelli ancora umidi. James la trovò stupenda.
«Voi Prefetti siete sempre di corsa, dovreste imparare a
rilassarvi un po’. Per esempio, non sono ancora riuscito a ringraziarti per
aver protetto il segreto di Lunastorta, ieri. »
«Nessun problema. » rispose Lily tentando di liberare il
braccio che il ragazzo teneva saldamente.
«C’è una cosa comunque che devi sapere. » disse James sedendosi su un gradino e costringendo di conseguenza
lei a fare altrettanto. «Piton ne è al corrente. E’
una lunga storia. Tutto ha avuto inizio con Sirius…»
«Non potresti raccontarmela un’altra volta? »
«Ti assicuro che è molto interessante! »
James si lanciò in un dettagliato
racconto di come Piton avesse scoperto tutto
all’inizio dell’anno a causa di uno scherzo di Sirius,
di come lui lo avesse salvato dal Lupo Mannaro e di come Silente gli avesse
fatto giurare di mantenere il segreto.
«Però a volte si diverte a tormentare Remus
quando noi non siamo nei paraggi. Vigliacco. Sei stata grande a tenergli testa!
»
Lily, al suo fianco, mostrava chiari segni di impazienza.
«A proposito, mi chiedevo quando potremo fare di nuovo una
salto a Hogsmeade insieme. »
«E io mi chiedevo perché stai tentando di tutto per non
farmi salire. » obiettò la ragazza. «Ho bisogno di Lupin
per una riunione straordinaria dei Prefetti. E’ importante! »
James cincischiò l’orlo della
camicia.
«Bhè, Sirius
deve parlare con Remus. Anche questo è importante,
quindi ti prego di lasciarli tranquilli per un po’. »
Lily si liberò il braccio con uno strattone e marciò decisa
su per le scale. Quando James la raggiunse trafelato,
era già davanti alla porta appena accostata della loro stanza.
«Lily, ti prego…»
«Lupin era piuttosto giù di morale
ieri sera. Se Black gli dice di nuovo qualcosa di crudele lo stendo con uno Schiantesimo! »bisbigliò lei di rimando, e si accucciò
accanto alla porta.
Senza capacitarsi della situazione assurda in cui si era
cacciato, James si accomodò accanto a lei. Stava di
nuovo spiando qualcuno e questa volta si trattava dei suoi miglior amici.
Remus era disteso sul proprio
letto dando le spalle all’ingresso e a Sirius.
«Ti chiedo solo di ascoltarmi. » stava dicendo il ragazzo.
«Ti assicuro che non c’è motivo di tornare sull’argomento. »
rispose tranquillamente Remus senza muoversi.
Dentro di sé James pregò che Sirius non perdesse di nuovo le staffe o sarebbe stato
molto peggio. Lo vide dirigersi a grandi passi verso il letto, afferrare Remus per le spalle e voltarlo a forza verso di sé. Poi gli
immobilizzò il volto con una mano costringendolo a guardarlo.
«Adesso mi ascolti! »
Remus aprì la bocca per ribattere
ma Sirius gliele chiuse con la mano.
«E stai zitto. Sono stato crudele e non credo di potermi
giustificare in qualche modo. L’unica vaga scusante che posso trovare è che in
quel momento ho perso la testa. Tu continuavi a ripetermi di fare pace con James quando io in realtà mi preoccupavo solo di te e non
riuscivo a fartelo capire. Non mi importa un accidente del nostro segreto di Animagi, né di essere espulso da Hogwarts,
tanto non devo più rendere conto a nessuno. Però non posso tollerare che una
cosa del genere succeda a te. Ero talmente preoccupato che l’azione di James ti ferisse o ti facesse soffrire in qualche modo, che
ho finito per farlo io. Mi dispiace da morire. Davvero. »
Gli occhi ambrati di Remus si
spalancarono al disopra della mano di Sirius.
«Sono stato meschino e ingiusto. Ho detto delle cose
orribili, ma ti giuro che non le ho mai pensate. Hai ragione, sono un idiota,
ma un idiota che tiene a te più di ogni altra cosa, quindi ti prego di non dire
mai più che vuoi arrangiarti da solo. Puoi perdonarmi, Rem?
»
Agli angoli degli occhi di Remus,
ora chiusi, spuntarono due lacrime che scivolarono sulle guance e tra le dita
di Sirius, che allontanò subito la mano.
«Remus, mi dispiace! Davvero! Non
puoi immaginare quanto! Ti prego, non fare così! »
Il giovane Lupo Mannaro si tirò su a sedere asciugandosi gli
occhi con la manica della camicia.
«Quanto sei sciocco. » disse con voce resa leggermente roca
da un singhiozzo trattenuto. «Ti conosco, Sirius,
sapevo benissimo che non stavi parlando sul serio. Ho solo voluto tirare un po’
la corda, in realtà dovrei essere io a chiederti scusa. Non mi aspettavo… non
pretendevo di certo… delle scuse così…»
Si strofinò di nuovo gli occhi arrossati con il dorso della
mano e Sirius gli circondò le spalle con un braccio.
Dietro la porta, James distolse
discretamente lo sguardo.
«Ehm, ehm… dunque, per quale motivo dovrebbe essere indetta
quella riunione straordinaria? » chiese sottovoce tentando di distrarre Lily
dall’attenzione morbosa che stava prestando alla scena. Gli erano tornate in
mente le ragazze chiacchierine in riva al lago e un brivido gli corse lungo la
schiena. Lily sembrò ricordarsi in quel momento il motivo per cui si trovava
lì.
«Ah, già. E’ per il bagno dei Prefetti. Qualcuno ha tentato
di introdursi di nascosto. Ora dovremo cambiare di nuovo la parola d’ordine e
magari apporre qualche incantesimo sulla porta. »
«Sembra un procedimento noioso. »
«Vorrei vedere te se qualcuno ti spiasse mentre fai il
bagno! Comunque sì, sarà piuttosto noioso. »
«Allora lascia che se ne occupi Emmeline
Vance e vieni con me a fare una passeggiata nel
parco. »
«Ma non posso… Ehi, come fai a sapere di Emmy?
»
Lily sgranò gli occhi e le sua espressione si fece orripilata, mentre James si
mordeva la lingua insultandosi mentalmente per aver abbassato la guardia nel
momento meno opportuno.
«Tu… tu… non ci posso credere… sei stato tu…»
Aveva le guance in fiamme ed ignorò completamente i
tentativi di James di negare. Improvvisamente sembrò
tornarle in mente qualcosa e si coprì la faccia con le mani. Credendo che
stesse per scoppiare in lacrime, James le si avvicinò
cautamente.
«Lily…»
«TU E QUEL TUO STUPIDO MANTELLO!! » esplose Lily gettandoglisi addosso e spingendolo oltre la porta
socchiusa. «IO TI DISINTEGRO!! »
Precipitarono a terra entrambi facendo sussultare Remus e Sirius per lo spavento.
«E’… è stato un incidente… non… volevamo…» boccheggiò James tentando di allontanare le mani di lei dalla sua
gola.
« ‘Volevamo’? »
Gli occhi di Lily si alzarono di scatto per incrociare
quelli di Sirius, che li distolse subito.
«Lo sapevo che c’eri di mezzo anche tu, Black! » urlò
furibonda. «Io… io… TROVERO’ IL MODO PER FARTI ESPELLERE! »
«Cosa sono questi favoritismi? » si lamentò James sotto di lei. «Perché io disintegrato e lui
semplicemente espulso? »
«Perché tu sei Potter e questo è
il crimine più grave! »
In quel momento un ignaro Peter si
affacciò alla porta della stanza, di ritorno dagli esercizi di
Materializzazione, e quello che vide lo indusse a stropicciarsi gli occhi: James e Lily avvinghiati sul pavimento e Remus e Sirius praticamente
abbracciati sul letto. Sbigottito, fece un paio di passi indietro, chiuse
cautamente la porta e decise di non essere mai stato lì in quel momento.
I giorni che seguirono a quella strana mattinata furono
altrettanto bizzarri. Il gruppo dei Malandrini si era allegramente riformato e
tutto sarebbe sembrato come sempre se non fosse stato per l’insolita atmosfera
di attesa in cui vivendo James e Sirius,
come se si aspettassero un richiamo ufficiale da un momento all’altro. Remus aveva partecipato attivamente ai provvedimenti presi
per il bagno dei Prefetti, badando sempre di tenere i sospetti il più lontano
possibile dai suoi amici. Lily, dal canto suo, sfuggiva la loro presenza e James non aveva più avuto modo non solo di parlarle ma a
malapena di vederla. Era sicuro che in un modo o nell’altro gliel’avrebbe fatta
pagare.
«Siete stati fortunati. » disse Remus
una sera di una settimana più tardi mentre si trovavano come al solito
sprofondati nelle poltrone della Sala Comune. «Sembra che Emmeline
Vance abbia finalmente lasciato perdere la caccia
agli intrusi. »
«Oh, sarei ben felice di farmi dare la caccia da una come
quella…» sospirò Sirius.
«Ti assicuro che Vance è una
ragazza molto intelligente e talmente severa che metterebbe paura anche a te. »
fece Remus piccato.
«Parli così perché non l’hai vista come l’abbiamo vista noi.
Un gran peccato che non ci fossi… Per non parlare di Evans,
vero James? »
L’interpellato non rispose, momentaneamente disperso tra le
fantasie e i ricordi di quel giorno. Lily avvolta solo dall’asciugamano bianco,
circondata dalla schiuma profumata…
«Insomma, Ramoso, contegno! » esclamò Sirius.
«Quali pensieri osceni stai facendo? »
James si riscosse con espressione
stupita.
«Cosa? Parlavi con me? »
«Veramente cercavo il mio amico Ramoso ma sembra che non sia
reperibile… Stavo tentando di far capire a Remus come
fosse Emmeline Vance sotto
le vesti di Caposcuola. »
«Oh, bhè… pelle d’alabastro,
capelli d’ebano, labbra di rosa… decisamente incantevole. Peccato per quel suo
caratterino. Che ti prende, Codaliscia? »
Peter si stava agitando sulla
poltrona fissando qualcosa alle spalle di James.
«A proposito di caratterino, c’è qualcuno che da
l’impressione di volerti incenerire. » disse.
Quando James fece per voltarsi,
Lily si fece avanti ostentando indifferenza.
«Vedo che il quartetto a delinquere si è ricostituito. »
disse evitando il suo sguardo. «A quanto pare la vostra è stata un’esperienza
divertente. »
«Puoi scommetterci! » esclamò Sirius
malizioso. «Mi sono divertito di più che a infilare Mocciosus
nell’Armadio Svanitore del primo piano, e quello
finora era stato il massimo! »
«Già! » fece eco Peter. «E’
ricomparso una settimana dopo sotto la statua di Gregory
il Viscido! Proprio il posto adatto! »
Lily non li stava minimamente ascoltando. Il suo sguardo si
era finalmente posato su James e la sua espressione
era ferita.
«Mi fa piacere che tu abbia potuto godere di un bello
spettacolo. » disse sprezzante e si allontanò uscendo dal ritratto.
James rimase per un attimo
interdetto.
«Stavi lodando Vance quando in
quel bagno c’era anche lei. » disse Remus a mo’ di
spiegazione. «Per quanto possa averla infastidita l’accaduto, è ovvio che ci
sia rimasta male. »
«Vuoi dire che… Oh, santo cielo! »
Senza aggiungere una parola, James
sia alzò e schizzò fuori dalla stanza. Guardandosi attorno vide Lily che
svoltava l’angolo del corridoio e la rincorse.
«Cosa vuoi? » lo apostrofò malamente lei quando la
raggiunse. «Non intendo presentarti Emmy! »
«Come se la cosa mi importasse! No, senti, per quello che
hai sentito…»
«Ah, quello? Bhè, se stai per
scusarti non ne hai motivo. Non è colpa tua né di nessun altro se non sono
incantevole. Pelle d’alabastro, capelli d’ebano e roba del genere. Ora
tornatene dai tuoi compari! »
Tentò di incamminarsi ma James le
si parò davanti.
«Perché sei così arrabbiata? »
«Non sono arrabbiata! Lasciami passare! »
«Stai alzando la voce e vista l’ora non è il caso. »
La prese per le spalle e la guidò fino a un’aula vuota dove
nessuno li avrebbe disturbati.
«Pensavi scherzassi quando ti chiamavo ‘mia splendente’? » esordì. «Tu sei dieci, anzi cento volte più
bella di quella Emmeline. »
«Cosa ti fa credere che mi importi qualcosa del tuo
giudizio? » sbottò Lily sulla difensiva.
«Invece inizio a credere che ti importi. Ti sei spaventata
quando hai temuto che mi facessi male con quella Finta Wronski
nell’ultima partita. Hai ballato con me a Hogsmeade.
Ti sei preoccupata quando ho litigato con Sirius e
hai collaborato con Remus per farci fare pace. Stai
proteggendo il segreto di Lunastorta e il nostro. Mi
hai coperto dopo l’incidente del bagno e, dulcis in fundo, te la sei presa quando ho
fatto i complimenti a Emmeline. Una a cui non importa
non si comporta così. »
Lily arrossì ma rispose con ironia tagliente: «Ti stai
montando la testa signor James-oddio-quanto-sono-figo-Potter!
Credi che non lo sappia? Ti aspetti di avere tutta la popolazione femminile ai
tuoi piedi! »
«Questa ha tutta l’aria di essere una scenata di gelosia di
quelle brutte. » mormorò James avvicinandosi.
«Sei impazzito! »
«Allora dimostrami che ho torto. »
La circondò con le braccia e l’attirò a sé, ma Lily gli
puntò le mani sul petto allontanandolo.
«Non ci provare! Non ci provare nemmeno a baciarmi o ti
Schianto sul posto! »
Detto questo si divincolò e corse via lasciandolo solo nella
stanza.
«Ah, no! Questa volta
non scappi così. » pensò James risoluto.
La inseguì nel corridoio e la afferrò per un braccio
costringendola a voltarsi
«Ti amo. Sul serio. Adesso guardami negli occhi e dimmi che
non te ne importa niente di me. »
Quell’espressione e quelle parole
insolitamente serie colpirono Lily che smise di divincolarsi lasciando però la
mano nella sua. Tutta la rabbia provata fino a un attimo prima sembrò scivolare
via come se non fosse mai esistita. Rimasero a fissarsi in silenzio per alcuni
secondi poi la ragazza sollevò la mano libera e gli sfilò gli occhiali.
Attraverso l’improvvisa visione indistinta, James
sentì solo il contatto delle labbra sulle sue. Sentendosi invadere da un’ondata
di gioia allo stato puro, la strinse sé approfondendo il bacio che da timido
com’era iniziato si fece più intenso. Quella era la pelle che voleva sfiorare,
pensò mentre le sue dita l’accarezzavano lungo il collo e si perdevano tra i
capelli morbidi. Quello il profumo dolce che voleva sentire. Quelle le uniche
labbra che voleva baciare. Ora ne era certo. Anche lei provava gli stessi
sentimenti.
Quando riacquistò una vista nitida, Lily era già sparita in
fondo al corridoio.
Le ultime settimane di scuola volarono e in un batter
d’occhio giunse il tanto agognato inizio delle vacanze estive. Tutti, chi più
chi meno brillantemente, erano riusciti a superare l’esame di
Materializzazione, compreso Peter a cui gli amici
avevano inflitto degli esercizi extra che alla fine avevano dato i loro frutti.
Grifondoro non vinse la Coppa della Case, superata
dai più diligenti Corvonero, ma nessuno si aspettava
di riuscire in quell’impresa ogni anno più ardua da
quando esistevano elementi noti come Sirius Black e James Potter. In compenso riuscì
a strappare la Coppa del Quidditch dalle grinfie di Serpeverde grazie a una partita spettacolare degna di
rimanere negli annali di Hogwarts. L’affascinate
capitano, alzando le braccia al cielo tra le urla trionfanti dei tifosi e i
sospiri estatici delle ragazze sugli spalti, dedicò la presa del Boccino
vincente al suo grande amore, atto di conseguenza al quale Lily gli tolse il
saluto per un’intera settimana. Ma James aveva smesso
di preoccuparsi, anzi sorrideva dell’imbarazzo della ragazza certo che prima o
poi gli avrebbe perdonato anche quel gesto teatrale, come puntualmente avvenne.
Dopo un viaggio divertentissimo dove i Malandrini avevano
dato il meglio di loro stessi facendo letteralmente impazzire i Prefetti delle
altre Case, l’Hogwarts Express giunse infine alla
stazione di King’s Cross decretando l’inizio
ufficiale dei tre mesi di vacanza. James scese dal
treno ridendo al fianco di Sirius pregustandosi il
divertimento che li aspettava quell’estate e insieme
si diressero verso i signori Potter che li
aspettavano sulla banchina del Binario 9 ¾. Dopo i saluti e gli abbracci di
rito, mentre la signora Potter scompigliava
maternamente i capelli di Sirius, il suo sguardo vagò
sulla piattaforma affollata. Remus e Peter si stavano dirigendo verso i rispettivi genitori.
Lily trascinava il suo baule da sola verso il muro tra i binari 9 e 10.
Sicuramente i suoi genitori Babbani la stavano
aspettando all’esterno della stazione. In un attimo si districò dal braccio che
suo padre gli aveva posto sulle spalle notando il suo sguardo puntato sulla
graziosa rossa.
«Dove vai, Jamie? » lo richiamò la
signora Potter. «A casa c’è una bella crostata che vi
aspetta e Siri sembra avere fame. »
«Tesoro, credo che James abbia
altro per la testa piuttosto che una torta. » obiettò il signor Potter.
«Mi dica, signora, che tipo di marmellata ha usato? » si
intromise Sirius.
James ringraziò mentalmente il
padre e l’amico per aver distratto l’attenzione della madre da lui e in quattro
balzi raggiunse Lily.
«Permetti che ti dia una mano? » le chiese giungendole alle
spalle e afferrando la maniglia del baule.
«Ti ringrazio. » rispose lei sorridendo. «Solo fino alla
barriera, i miei mi aspettano al binario 10. »
Quando giunsero al muro di mattoni che li separava dal mondo
degli uomini comuni, James posò il baule e le sfiorò
la mano.
«Ehm… e così non sono riuscita a farti espellere neanche quest’anno. » disse Lily arrossendo lievemente. «Ma non
temere, non mi arrendo. Rimane ancora un anno per provarci. »
«Ti sentirai sola laggiù tra i Babbani,
senza qualcuno da rimproverare in continuazione. » rispose James
sornione. «Non temere, ti scriverò tutte le settimane. »
«Oh, certo, come no? » fece lei con una sfumatura ironica
nella voce. «Sarò perseguitata da stormi di gufi…»
James le si avvicinò circondandola
con le braccia e stava per chinarsi su di lei quando il suo sguardo si fece
allarmato.
«Ehm… posso baciarti o mi Schianti? »
Lily sorrise maliziosa.
«Anche volendo non potrei farlo. Sai, il Decreto per la
Restrizione delle Arti Magiche fra i Minorenni…»
«Ah, bhè, in questo caso…»
Un attimo dopo la stava baciando stringendola a sé e quando
la vide sorridere dolcemente mormorando: «Allora buone vacanze… James. » prima di svanire oltre la barriera, ebbe la
certezza che quella storia d’amore iniziata in sordina sarebbe durata per tutta
la vita.
The End… or the Beginning?
(*) Battuta liberamente tratta
dal film “Alla ricerca di Nemo”.
NOTICINA DI YUKI:
Et voilà la fine! O quello che potrebbe
vagamente assomigliare a una fine. La questione con Lily è più o meno sistemata
e anche i problemi in sospeso con Sirius e Remus sono stati chiariti. In fondo James
è un bravo ragazzo, non abbiatecela con lui se si è “perso” una luna piena!
Spero che quest’ultima parte non vi sia dispiaciuta,
fatemi sapere cosa ne pensate!
Angolino dei
ringraziamenti:
call: Sì, è vero, anche a me è dispiaciuto farli
litigare, i Malandrini sempre uniti sono un’istituzione! In fondo però la mia
idea era che quello di base fosse un sentimento positivo. Infatti Sirius se la prende con James
solo perché tiene a Remus e allo stesso motivo è
dovuta la sua successiva reazione eccessiva. Lo stesso allontanamento di Sirius e Remus è dovuto più che
altro a un fraintendimento. Insomma, quando ci si tiene troppo si combinano
anche guai…
GINNY: Ecco la fine, spero ti sia piaciuta!
Aspetto un tuo commento! ^_^
Arkadio: Grazie mille!! Sei molto gentile! Cosa ne
dici della terza parte? Ho letto la tua terza song su Remus,
bellissima come le altre due! Tantissimi complimenti!! Penso che ora mi lancerò
sulle tue altre storie, se dimostrano la stessa sensibilità di queste, le
adorerò di sicuro!
Francesca Akira89: Esatto, per “annosa questione” intendo proprio
quello, comunque qui Sirius e Remus
non finiscono insieme, anche se certe battute sono aperte a libera
interpretazione. Non ho segnato yaoi perché non è
nata e non la considero assolutamente tale. Complimenti per l’occhio acuto, una
delle mie idee iniziali in fase di stesura era di fare Remus
innamorato di Lily, ma alla fine ho deciso di accennare solo qualche
espressione triste e lasciare tutto molto vago. Sì, durante il colloquio con Remus, Lily sembra un po’ “stordita”, ma mettendomi nei
suoi panni ho pensato che si sentisse parecchio in imbarazzo e a disagio e in
situazioni del genere è molto facile dire cavolate assolutamente prive di
tatto. Non avercela troppo con James, alla fine non
l’ha fatto apposta e si sente già abbastanza in colpa da sé…
suzako: Non ho resistito alla tentazione di
prendere un po’ in giro le fic yaoi,
sono contenta che il mio esperimento sia risultato divertente!^_^ Insomma, mi sono chiesta: “Cosa avrebbe
pensato James se avesse assistito al genere di
conversazioni sulle yaoi?” ed ecco il risultato.
Poverino, l’ho un po’ maltrattato… A quanto pare Lily è un enigma per tutti…
Noto che Remus è molto amato, sono davvero contenta che vi piaccia
come l’ho descritto! In realtà in questo periodo sto scrivendo una nuova fanfic proprio su di lui ambientata al secondo anno (Anche
se James continua imperterrito a imporsi e a
scivolare fuori dalla mia penna… Tesoro, controllati, non puoi essere sempre tu
il protagonista!). Purtroppo per il momento sono solo all’inizio non ho idea di
cosa ne verrà fuori… Se riuscirò a portarla a termine nel modo che ho in mente,
spero che apprezzerete anche quella.
Ah, se doveste passare
dalla prossima Cartoomics e doveste vedere una Lily e
una Bellatrix versione scolastica, siamo io e VampiraSix (^///////^), una vera goduria procurarsi
cravatte e mantelli!
Bene, anche questa è
finita! Grazie a tutti voi che avete letto la mia storia e lascaito
un commentino!Siete stati fantastici! Spero di potermi fare viva presto con
qualcosa di nuovo. Un bacio a tutti! YUKI-CHAN