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Autore: Yuki Delleran    14/02/2006    14 recensioni
Amore... Amicizia... Conciliare le due cose a volte può essere complicato, specialmente quando ti chiami James Potter, la ragazza dei tuoi sogni non sopporta la tua preseza e per un colossale equivoco il tuo migliore amico decide di non voler avere più niente a che fare con te. Come conquistare Lily? Come recuperare Sirius? Coraggio, provaci ancora, James!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © J

Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © J.K.Rowling

 

I Malandrini in:

Provaci ancora, James!

di Yuki Delleran

 

Terza Parte

La mattina dopo, nessuno era particolarmente in forma. Sirius e James non si parlavano e quest’ultimo sentiva imminente l’arrivo di un brutto raffreddore a causa della nottata trascorsa in buona parte in Guferia. Remus era taciturno, Peter particolarmente ansioso e Lily meno assidua del solito nel seguire le spiegazioni. Quando la lezione di incantesimi terminò senza essere interrotta da qualche scherzo particolarmente ardito né domande di precisazioni, il professor Vitious iniziò a chiedersi se per caso non fosse in atto una sorta di epidemia.

Stavano uscendo da Trasfigurazione quando Lily si avvicinò a Remus, lo prese sottobraccio e si appartarono a parlottare in un angolo. James li sbirciò di sottecchi con una punta di gelosia: quelli erano i momenti in cui invidiava all’amico la carica di Prefetto. Troppo concentrato sui due che continuavano a confabulare non si accorse che Mrs. Purr, la gatta di Gazza, era sbucata dall’angolo del corridoio e gli girava attorno sospettosa annusandogli l’orlo dei pantaloni. Quando se ne rese conto fece un salto indietro per evitarla finendo addosso nientemeno che a Sirius, fermo a sua volta in mezzo al corridoio a fissare la coppia di Prefetti.

«Ehi! » esclamò il ragazzo in tono di rimprovero.

James si voltò per ribattere quando una specie di ululato di rabbia li interruppe.

«La mia gatta! La mia gatta! Criminali!! »

James e Sirius abbassarono automaticamente lo sguardo su Mrs. Purr per scoprire che stava saltellando disperata con il pelo di uno squillante rosa shocking su cui spiccavano una J e una S giallo fosforescente.

«Non l’avete mai potuta sopportare, ma la pagherete! Oh, se la pagherete! »

Le grida furibonde di Gazza appena giunto sul posto, attirarono anche la professoressa McGranitt che uscì a passo di carica dall’aula.

«Cosa sta succedendo qui? »esclamò.

La scena che le si presentò davanti non lasciava spazio a dubbi: Gazza, con la gatta multicolore che miagolava desolata tra le braccia, inveiva contro i soliti Potter e Black. L’ennesimo scherzo di quelle due teste calde.

«Guardi cos’hanno fatto al mio tesoro, professoressa! Lei di sicuro sapeva che stavano nascondendo caccabombe o roba simile, quindi hanno voluto metterla fuori gioco! »

«Ma veramente noi…»

«Professoressa, le assicuro che non…»

«Un po’ di silenzio, prego! » intimò la professoressa McGranitt. «Mastro Gazza, non si preoccupi, penserò io alla sua gatta. Quanto a voi, Potter e Black, nel mio ufficio. Subito! »

I due, completamente spiazzati e disorientati, la seguirono chiedendosi cosa fosse esattamente successo considerando che loro non avevano fatto assolutamente nulla. Guardandosi attorno scoprirono che Remus e Lily erano spariti e questo fece nascere in James un sospetto.

La porta dell’ufficio del direttore della Casa di Grifondoro si chiuse alle loro spalle e la professoressa McGranitt si sedette alla scrivania.

«Dunque, Potter e Black, quasi trentasei ore di silenzio, un record. Iniziavo a pensare che vi foste ammalati. »

«Non siamo stati noi! » protestò Sirius. «Andiamo, che motivo avremmo avuto di scagliare un Incantesimo Colorante su Mrs. Purr? »

«E’ quello che spero mi spiegherete, considerando che la maggior parte delle vostre azioni non ha un motivo apparente. Quanto al vostro coinvolgimento, era scritto a chiare lettere… fosforescenti. »

Già, chiare lettere, anche troppo chiare, pensò James. Se fossero stati loro a combinare lo scherzo, non lo avrebbero certo autografato in quel modo. Di nuovo alla sua mente si affacciò un sospetto tanto assurdo che per la seconda volta venne ignorato.

«Bene, visto che non sapete darmi una spiegazione convincente, mi vedo costretta a punirvi. Per la prossima lezione voglio che mi portiate un tema di almeno sessanta centimetri sull’uso improprio degli Incantesimi Coloranti di secondo livello e per questa sera potete scordarvi gli allenamenti di Quidditch. »

«Fantastico, ci mancava solo una punizione a coronare questo degno periodo! » pensò James tra sé. «Se non altro avremo la possibilità di andare a zonzo nella foresta con Hagrid. »

«Rinfoderi quel sorrisino, signor Potter, so benissimo cosa sta pensando! » lo redarguì secca la McGranitt. «Non vi manderò a spasso per la Foresta Proibita, se è questo che sperate, per voi sarebbe un invito a nozze. No, trascorrerete la serata nel sotterraneo dell’aula di Pozioni a ripulire fiale e provette e a lucidare i calderoni. »

James credette di essere sul punto di sentirsi male: scambiare l’inebriante sensazione del volo su una scopa con l’umidità di una fosca segreta era inammissibile.

«Professoressa! » esclamò. «Perché mi odia così tanto? Quale torto personale le ho fatto per meritare una così atroce vendetta? »

Se non fosse stato così arrabbiato, Sirius sarebbe scoppiato a ridere per quel tono palesemente tragico.

«Chiuso in quel buco laggiù, con lui? » disse invece. «Non se ne parla! »

«Infatti la faccenda non si discute. » ribatté imperturbabile la professoressa. «Così ho deciso e così sarà. Le vostre beghe personali non mi interessano. Ci vediamo questa sera alle otto nel sotterraneo. Buona giornata. »

Uscendo dall’ufficio, in ritardo per la successiva lezione di Antiche Rune e di cattivo umore per la punizione appena ricevuta, quando videro Piton nel corridoio che conduceva all’aula, furono entrambi colti dall’irresistibile desiderio di tormentarlo un po’. Avevano già le bacchette in mano quando si accorsero che quelli con cui stava parlando erano Remus e Lily.

«… E così Lucius mi ha detto: ‘Chissà dove sono finiti Potter e la sua banda? Se consideri che Lupin e Evans hanno saltato la riunione dei Prefetti…’ » stava declamando con voce melliflua.

Quel viscido essere stava infastidendo i suoi amici, si disse James stringendo la bacchetta. Vederlo che attaccava i più deboli gli faceva una gran rabbia. Ora gliel’avrebbe fatta vedere!

«La riunione dei Prefetti dell’altra sera, dici? Quella che il tuo caro Lucius ha abilmente disertato per passare la serata con Narcissa Black? » disse a sorpresa Lily. «Non preoccuparti, ci ha pensato Macmillan ad aggiornarmi. Per quanto riguarda Potter e la sua banda, sei carino a stare in ansia per loro, ma non ne hai motivo. Lupin ed io abbiamo passato l’intera notte a tentare di sciogliere un Incantesimo della Pastoia particolarmente ostico che Black e Potter si erano lanciati contro a vicenda. »

«Oh, immagino allora che ti sia slogato il polso agitando la bacchetta, Lupin, visto che ieri hai portato il braccio al collo tutto il giorno. » continuò Piton tentando di rifarsi su Remus dopo aver incassato la frecciata di Lily. «Oppure sei stato aggredito da qualche animale? Nella Casa di Grifondoro ne girando tanti…»

Remus si irrigidì, sbiancando. Sirius balzò avanti, la bacchetta in resta, seguito da James deciso a fare a pezzi quell’insolente. Come osava? Non si comportava certo in quel modo quando c’erano anche loro!

Ma Lily fu più veloce. Sfoderò la bacchetta ancora prima che Piton capisse cosa stava succedendo ed esclamò: «Adesso mi hai seccata! Oblivion! »

Il ragazzo venne colpito da un raggio azzurrognolo, girò una volta su sé stesso e crollò sul pavimento.

Il silenzio che seguì alla scena la indusse a guardarsi attorno, sorridendo imbarazzata.

«Per la barba di Merlino! » esclamò James facendosi avanti. «Altro che debole! Non svegliare il troll che dorme! »

«Mi stai forse dando del troll, Potter? » si irritò subito lei.

«Ehm… Evans, ti faccio notare che hai appena aggredito uno studente. » intervenne Remus.

«Legittima difesa. » rispose Lily distratta dall’insulto che stava per lanciare a James. «Ad essere sincera mi sono spaventata quando ha parlato di animali… Comunque ora saresti così gentile da aiutarmi a trasportarlo in infermeria? Non dovremmo avere nulla di cui preoccuparci, quello era un Incantesimo di Memoria piuttosto potente. Quando si sveglierà non ricorderà cosa stava facendo, di cosa stava parlando, né che glielo ha lanciato. »

«Inizi davvero a farmi paura. » commentò James mentre lei e Remus sollevavano Piton per un braccio ciascuno.

Lily gli lanciò un’occhiata obliqua.

«Potter, Black, si può sapere cosa fate lì impalati? La lezione di Antiche Rune è già cominciata! Qui non c’è proprio niente di interessante da vedere. »

Sirius si incamminò verso l’aula senza dire una parola, ma James era certo di aver visto un sorriso aleggiare sulle sue labbra.

 

Quella sera a cena, per la prima volta da due giorni, i quattro Malandrini si trovarono di nuovo insieme. Sirius appariva sempre imbronciato e non spiccicava parola, ma il solo fatto che fosse lì e non al capo opposto del tavolo era un fatto positivo secondo James. Remus invece era più loquace del solito e si dilungava in particolari nel raccontare a Peter come Lily aveva steso Piton. In realtà in quanto Prefetto avrebbe dovuto disapprovare un comportamento del genere ma dalla sua voce trapelava un’innegabile ammirazione e il fatto stesso che si trovasse lì e non al tavolo dei Prefetti era un ulteriore passo avanti verso la ricostruzione del gruppo. Dal canto suo, Peter aveva smesso di sfuggire lo sguardo di James ed era tornato a lanciargli le consuete occhiate adoranti.

Per questi motivi, quando giunsero le otto, fu con animo piuttosto sereno che il ragazzo si avviò verso il sotterraneo dell’aula di Pozioni insieme a Sirius. La professoressa McGranitt li attendeva sulla soglia e quando li introdusse nella stanza James credette di avere le allucinazioni: più della metà del pavimento era ricoperto di alambicchi e provette e le quattro pile di calderoni lungo la parete raggiungevano il soffitto. Era materialmente impossibile che durante una lezione se ne fossero sporcati tanti.

«Ecco il vostro lavoro. » disse la professoressa. «Il professor Lumacorno ve ne sarà grato. Ah, naturalmente non vi è concesso l’uso della magia. Accio secchio! »

Un secchio pieno di una schiumosa sostanza giallastra volteggiò da un angolo dell’aula fino ai suoi piedi.

«Questo è uno speciale detergente antirotture, le spugne sono sulla cattedra. Sarete controllati in modo che non vi scappi nessun incantesimo, quindi non provateci. Buon lavoro. »

James era impietrito. Era un lavoro abominevole, non se la sarebbero cavata nemmeno se avessero strofinato fondi di calderone fino alla fine dell’anno.

«Professoressa! » esclamò nel suo miglior tono supplichevole. «Professoressa, non intenderà davvero abbandonarci qui? Due innocenti accusati ingiustamente rinchiusi in una segreta a fare da Cenerentola invece di librarsi liberi nell’aria come tutti i giovani di sani principi dovrebbero fare! »

«Un’altra parola, Potter, e ti spedisco a lucidare tutti i trofei del Quidditch di Serpeverde! » lo minacciò esasperata la McGranitt.

Non desiderando assolutamente peggiorare una situazione già pessima e trovando la nuova prospettiva ancora più orribile di quella attuale, Sirius si lasciò sfuggire un: «Dai, falla finita, James!» prima di ricordarsi che aveva smesso di rivolgergli la parola.

L’effetto fu immediato: James smise all’istante di lamentarsi e si diresse tutto giulivo verso le spugne sopra la cattedra.

«Io inizio dai calderoni, tu parti dalle provette, ci incontreremo a metà strada. » disse mentre la professoressa McGranitt, vedendoli finalmente all’opera, lasciava la stanza.

«Sono felice che mi parli di nuovo. »

Per tutta risposta Sirius puntò la bacchetta verso un pesante paravento di legno in fondo all’aula.

«Paravento locomotor! »

Quello ondeggiò, si alzò di qualche centimetro da terra e planò perfettamente in mezzo a loro nascondendolo alla sua vista.

Deluso, James prese a strofinare il primo calderone che gli capitò sottomano. Era troppo presto per arrendersi, infatti pochi minuti dopo Sirius sentì scandire a chiare lettere il proprio nome e cognome. Decise di ignorarlo come in precedenza finché qualcosa di luminoso e caldo nella tasca della sua veste non attirò la sua attenzione. Estrasse lo specchio a doppio senso che portava sempre con sé e che aveva stregato insieme a James che ne possedeva uno uguale. Lì gli apparve il volto sorridente dell’amico.

«Viso che faccia a faccia non riesco a parlarti, proviamo così. » disse James. «No, no, aspetta! Non metterlo via! Ok, ho capito, mi dispiace. Lo so che ce l’hai con me e che non ti fidi di Lily. Mi sono comportato da amico negligente. Mi dispiace davvero. Scusami. »

Sirius distolse lo sguardo, era imbarazzante sentire il suo migliore amico scusarsi in quel modo, ma del resto ce lo aveva costretto lui.

«Siri, dai, dimmi qualcosa. » continuò James. «Non sopporto di vederti così, hai un muso che striscia per terra e non è da te. Non ti vedevo così nervoso da quando le Appleby Arrows hanno battuto le Vespe di Winbourne alla finale della Quidditch Champions League o da quando… bhè… da quest’estate quando te ne sei andato di casa. Capisco che per te sia difficile fidarti di qualcuno così su due piedi ma oggi hai avuto la dimostrazione che Lily è una tipa a posto. Sirius… Oh, insomma, credi davvero che non sappia qual è il vero motivo per cui sei così arrabbiato? »

Il vero motivo? Innervosito, Sirius scattò in piedi calpestando una provetta che finì in briciole. Afferrò il paravento e lo scostò bruscamente.

«Cosa ne sai tu di…»

L’anta del paravento urtò qualcosa di pesante e un sordo rimbombo metallico interruppe la parole del ragazzo. Sirius rimase ammutolito a fissare la scena per qualche secondo poi scoppiò in una sincera e fragorosa risata. James Potter a testa in giù in un profondo calderone era quanto di più esilarante poteva capitargli davanti agli occhi in quel momento.

«Felpato! Ehi, Felpato! Piantala di ridere e tirami fuori da qui! Devono averci bruciato una Soluzione Corroborante a giudicare dalla puzza…»

Quando Sirius si riprese abbastanza da coordinare i movimenti, lo afferrò per l’orlo della veste e lo tirò in piedi. Cadendo James doveva aver rovesciato il secchio con il detergente speciale visto che la schiuma giallastra gli gocciolava abbondantemente dai capelli fino al colletto della camicia dandogli, se possibile, un aspetto più arruffato del solito.

Sirius ricominciò a ridere incontrollabilmente.

«Dovremmo suggerire questo utilizzo a Lumacorno. Sì, speciale Shampoo Intricante! »

«Probabilmente faremmo affari d’oro se lo vendessimo a Mocciosus! » esclamò James e di nuovo presero entrambi a ridere come matti.

 

Mezz’ora dopo erano entrambi sdraiati sul pavimento tra alambicchi e calderoni a fissare il soffitto con le braccia dietro la testa.

«Dovresti ripulirti. » esordì Sirius reprimendo l’ennesima risata.

«Già. Tergeo. »

Il detergente speciale sparì dalla sua testa e dai vestiti, ma la situazione dei capelli non migliorò di molto. James sospirò, sapeva che era una partita persa in partenza e del resto il look scompigliato gli donava.

«La sai una cosa? Hai rovesciato tutto il detergente, saremo fortunati se usciremo di qui entro il prossimo secolo…»

«E’ inutile piangere sulla pozione versata, e poi guarda il lato positivo. Mi stai parlando di nuovo. »

Sirius tenne gli occhi fissi sul soffitto.

«Bhè, sei uno sciocco, sei avventato e decisamente fuori di testa. Sei egocentrico, ostinato e quando ti metti in mente una cosa vedi solo quella finchè non riesci ad ottenerla. Sei invadente, rumoroso e insensibile, ma ci sei. Soprattutto quando qualcuno crede di non volerti attorno. Non sei perfetto, ma sei un amico. » Sorrise tra sé. «Senza contare che mi ospiti tutte le estati e che ormai non potrei più sopravvivere senza le crostate di mamma Potter. »

James rise ma dopo un attimo tornò di nuovo serio.

«Il vero motivo per cui te la sei presa tanto non è il nostro segreto di Animagi ma Remus, non è così? »

Sirius non rispose, limitandosi a voltare la testa dalla parte opposta, ma a James non sfuggì il leggero rossore che gli aveva colorato le guance.

«Forse dovremmo avvertire la McGranitt che non abbiamo più detergente. » tergiversò.

«Ci spedirebbe a lucidare i trofei di Serpeverde. Non cambiare argomento! » insisté James. «Andiamo, non c’è niente di cui vergognarsi nel voler proteggere un amico, neanche per il duro Sirius Black. »

Sirius continuò a sfuggire il suo sguardo per alcuni secondi, ma alla fine capitolò in nome della ritrovata complicità.

«Remus mi ha sgridato. » mormorò tenendo gli occhi incollati al soffitto in modo da non vedere neanche per sbaglio l’eventuale reazione dell’amico. «Non una delle solite ramanzine da Prefetto, sembrava davvero addolorato. Ha detto che ero un idiota a mandare all’aria un amicizia importante per una cosa del genere e che non avevo niente di cui preoccuparmi perché Evans è una persona fidata. Quando ho cercato di fargli capire che mi stavo preoccupando per lui, ha pensato bene di dirmi che non c’era niente di più importante che ristabilire la nostra amicizia. »

«E’ più o meno la stessa cosa che ha detto a me. » interloquì James.

«Sì, ma scommetto che tu non hai perso la testa urlandogli che non te ne fregava niente di lui e che si arrangiasse. »

«Hai fatto una cosa del genere?! » si scandalizzò James scattando a sedere. «E poi te la prendi con me! Alla faccia del tatto! »

Sirius tornò a voltarsi dall’altra parte per non guardarlo.

«Il fatto è che ho assistito a situazioni del genere troppe volte. Quando Cissy e Bella hanno scoperto che Andromeda frequentava un Babbano, l’hanno spifferato subito alla zia e da allora lei viene trattata come una reietta. Esattamente come vengo trattato io da quando sono stato smistato in Grifondoro. Anche Remus ha subito questa sorte ingiustamente. Essere traditi dalle persone di cui ci si fida è una cosa orribile e non volevo che lui dovesse soffrire di nuovo. Non lo sopportavo, così me la sono presa con la causa scatenante di tutto questo. Tu. »

«Dimentichi un paio di particolari: io non sono Narcissa o Bellatrix e Remus non è particolarmente perspicace quando si tratta di capire che ci si sta preoccupando per lui. E’ troppo modesto. »

«Sai cosa mi ha risposto? Con quel suo sorriso dolce? Ha detto che lui si è sempre arrangiato da solo e che le mie parole non erano una novità. Mi ha gelato, James. Letteralmente. E’ stato ieri sera, poi ha cenato al tavolo dei Prefetti. Rideva come un matto con Evans riguardo a qualcosa che c’entrava con Macmillan e il corso di Erbologia…»

James sbiancò ma commentò solamente: «Cavolate da Prefetti! Sicuro! »

«Questa sera poi continuava a parlare di Evans e Piton. Non mi ha degnato di uno sguardo, deve proprio esserci rimasto male. Aveva perfettamente ragione, sono un idiota! Ero così preoccupato di difenderlo dagli altri che alla fine l’ho ferito io! Come prima cosa appena usciamo di qui gli chiederò scusa. »

«Giura che lo farai. » fece James conoscendo la riluttanza dell’amico nel porgere le proprie scuse.

«Sì, sì, lo farò si sicuro! »

James annuì compiaciuto e si alzò in piedi. Contemplò per un attimo le pile di calderoni intatti e il mare di provette che li circondava, scosse la testa ed esclamò: «Molto bene! Alzati, ce ne andiamo!»

«Ma la McGranitt…»

«Dopo luciderò tutti i trofei di Serpeverde che vuole, anche quelli di Tassorosso e Corvonero se necessario ma adesso c’è qualcosa di più urgente. »

Così dicendo spalancò la porta che dava sul corridoio del sotterraneo. Due figure in nero sedute sul pavimento immerse in una fitta conversazione, si zittirono all’istante e si voltarono verso di lui.

«Dove te ne stai andando, Potter? » chiese Lily sospettosa allontanando dal viso una lunga ciocca di capelli ramati. Alle sue spalle anche Lupin si alzò.

«Guarda, guarda! Addirittura due Prefetti per controllarci! » esclamò il ragazzo ostentando stupore. Dietro di lui, Sirius non dovette dissimulare nulla perché stupito lo era davvero. «Scommetto che vi siete offerti volontari. Non so se ringraziarvi o avercela con voi, cospiratori dei miei stivali. Mettiamola così, la McGranitt sarà lieta di leggere le vostre relazioni. »

«Di cosa stai parlando? » chiese Sirius sempre più sorpreso.

«Dei nostri temi sull’Incantesimo Colorante che questi due si offriranno gentilmente di fare visto che sono stati loro a lanciarlo. Dico bene? Un espediente molto carino per farci chiudere qui dentro insieme. »

«Colpito e affondato. Non siamo granché come Malandrini, noi due. » disse Remus sorridendo.

James notò che il suo sguardo indugiava su Sirius per poi abbassarsi rapidamente

«Quei temi ce li siamo meritati. »

«Lupin! »

«Bhè, Evans, hanno ragione. Sono innocenti. »

«Oh, d’accordo! » fece Lily che evidentemente non si aspettava un risvolto del genere. «A quanto pare non avete portato a termine nemmeno l’altra punizione. Che avete fatto fin adesso? »

«Mea culpa. » ammise James. «Ho rovesciato il detergente di Lumacorno. Ora che ci penso però è stato Sirius a spingermi… Oh, bhè, non ha importanza, ci siamo comunque fatti una chiacchierata molto… costruttiva. »

Lily lo superò ed entrò nell’aula di Pozioni: era un completo disastro. Se l’avessero lasciata così la McGranitt se la sarebbe presa anche con lei e Lupin. Scuotendo la testa estrasse la bacchetta con espressione rassegnata.

«Mobiliarbus! Calderoni locomotor! Gratta e netta! Reparo! Evanesco schiuma! Accio provette! »

Nel giro di dieci minuti tutto era lindo e perfettamente ordinato. Lily si voltò verso i ragazzi con un gran sorriso.

«Adoro gli incantesimi ben riusciti! »

«Ma non era vietato usare la magia? » obiettò James.

«A voi. Ora andiamo, casco dal sonno. »

James colse l’occasione e la prese sottobraccio trascinandola avanti nel corridoio ignorando le sue proteste.

«Hai proprio ragione, Lily, anch’io ho davveeeero sonno. Andiamo, andiamo! »

Alle sue spalle però rimase solo un silenzio opprimente.

 

«Non va! Non va! Accidenti! »

Mattinata di riposo nella Sala Comune di Grifondoro. Quel giorno si svolgevano le prove del G.U.F.O. per gli studenti del quinto anno quindi le lezioni erano momentaneamente state sospese. Anche la colazione era stata servita direttamente negli alloggi degli studenti invece che nella Sala Grande come di consueto. La Sala Comune era semivuota. Molti ragazzi avevano approfittato dell’occasione per dormire fino a tardi, gli studenti del settimo anno affollavano la biblioteca in vista degli imminenti M.A.G.O. e i restanti sfaccendati erano a zonzo nel parco.

James, sprofondato in una morbida poltrona con i piedi appoggiati su un pouf di fronte, alzò lo sguardo dalla tazza di tè fumante e dal cornetto alla crema che aveva in mano per posarlo, leggermente esasperato, su Sirius.

«Si può sapere cos’hai? E’ da più di mezz’ora che continui a brontolare, che stai facendo? »

«Il tema sull’Incantesimo Colorante. » rispose Sirius alzando a malapena la testa dal tavolo su cui stava scrivendo febbrilmente. «Il tuo lo fa Evans ma il mio, Remus non lo fa di sicuro e figurati se Miss Prefetto ne scrive due! Maledizione! »

La lunga piuma d’aquila che stava usando aveva urtato la boccetta d’inchiostro e ora il suo rotolo di pergamena era completamente zuppo e illeggibile.

James sospirò e finì di sorseggiare il suo tè.

«Stai così perché non ti sei scusato con Rem. » sentenziò. «Avevi giurato che l’avresti fatto. »

«Intendo farlo ma è complicato parlare con una persona se appena ti avvicini se ne va! »

Questo James lo sapeva fin troppo bene, la situazione con Lily era tornata più o meno a quei livelli e lui non aveva idea del motivo.

«Dillo a me! » borbottò.

«Per te è diverso! So che mi pentirò amaramente di averti detto una cosa del genere, ma secondo me Evans ti evita perché si è accorta che non sei male e in fondo non le dispiaci. »

L’espressione di James si illuminò in un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

«Lo pensi davvero? Bhè, del resto come potrebbe essere altrimenti? Ho sempre pensato di essere un tipo affascinante. »

Alle sue spalle qualcuno si schiarì la voce ed entrambi i ragazzi si voltarono a guardare.

«Lily! » esclamò James tutto allegro, ma la bella rossa tirò dritto attraversando la Sala Comune e ignorandolo completamente.

Quando fu uscita, Sirius tornò grugnendo al suo compito e James sprofondò di nuovo nella poltrona. I pensieri di quella ragazza gli erano più oscuri delle Arti Oscure. Forse Sirius aveva ragione e lei ora si sentiva in imbarazzo, ma poteva essere anche l’esatto contrario. Dopo aver scoperto il loro segreto, sebbene non avesse intenzione di rivelarlo, non voleva avere più niente a che fare con loro. No, questo era altamente improbabile e comunque restare a rimuginare non serviva a niente.

«Amico mio, credo proprio che abbiamo bisogno di un po’ di distrazione. » disse.

Sirius smise di aspirare con la bacchetta l’inchiostro che aveva allagato il tavolo e rizzò le orecchie. Quando James parlava così c’era sempre da aspettarsi qualcosa di molto interessante.

«Ho un’informazione scoperta da poco che tenevo in serbo per i tempi bui. » continuò il ragazzo. «Credo sia giunto il momento di sfruttarla. »

Sirius non stava più nella pelle.

«Ho scoperto la nuova parola d’ordine del bagno dei Prefetti. »

L’espressione del giovane Black si fece indecifrabile.

«Vuoi che chieda scusa a Remus mentre fa il bagno? »

«Chiodo fisso, eh? » lo prese in giro James. «Come se Lunastorta fosse l’unico Prefetto di Hogwarts! Andiamo, un po’ di sana avventura ci farà bene! »

Non fu necessario aggiungere altro e pochi minuti dopo, celati sotto il Mantello dell’Invisibilità, svoltavano a sinistra dopo la statua di Boris il Basito nel corridoio del quinto piano e per fermarsi davanti alla quarta porta.

«Dunque, il piano è questo. » disse James. «Se ci sono delle ragazze ci godiamo lo spettacolo, se invece ci sono dei ragazzi ce la diamo a gambe. »

«E se non c’è nessuno? » fece Sirius scettico.

«Bhè, possiamo sempre farci un bagno rilassante. Adoro questo posto! »

Avvicinandosi all’ingresso bisbigliò la parola d’ordine e scivolò con Sirius alle calcagna oltre la porta. La loro visuale venne subito appannata dal fitto vapore che aleggiava nel bagno misto a enormi bolle di sapone dall’aroma dolce di bagnoschiuma. La grande vasca di marmo rettangolare al centro della stanza era ricolma di schiuma profumata e pigramente appoggiata al bordo si vedeva una ragazza di spalle, i lunghi capelli neri raccolti sulla sommità del capo.

«Ci è andata bene! » sussurrò James, la cui voce venne coperta dallo scroscio dell’acqua dai molteplici rubinetti d’oro.

I due ragazzi seguirono di soppiatto la parete fino a trovarsi sotto il ritratto della bionda sirena che sorrideva amabilmente.

«Sei pronta? » chiese ad un tratto la ragazza nella vasca. «Forza, l’acqua è  meravigliosa e ti aiuterà a rilassarti alla faccia delle persone importune che ti girano attorno. »

Si immerse nella schiuma fino alle spalle e si voltò nella direzione dei ragazzi. Sirius e James trattennero il respiro: era una ragazza davvero bella ed era…

«Emmy, un attimo di pazienza. » disse una voce soffocata alla loro sinistra.

Voltandosi scoprirono un leggero paravento bianco dietro al quale si intravedeva la silouette di una seconda ragazza intenta ad armeggiare con qualcosa attorno alla testa.

«Ci è andata molto bene! » soffiò James.

«Quella è Emmeline Vance, Caposcuola di Corvonero. » gli bisbigliò Sirius in un orecchio. «Remus dice che è molto severa, se ci scopre siamo morti. »

«Sarà, ma non mi sembra che tu abbia molta voglia di andartene…» rispose James notando che gli occhi grigi dell’amico luccicavano.

Emmeline chiuse i rubinetti e i ragazzi si zittirono.

«Niente da fare. Oh, chi se ne importa! »

La voce dietro il paravento giunse ora limpida e chiara e la ragazza uscì togliendosi un asciugamano dalla testa. Una cascata di riccioli fiammeggianti le ricadde sulle sottili spalle nude e James si afferrò con forza la camicia all’altezza del petto. Era certo di stare per avere un infarto. Lily Evans si trovava a due passi da lui, le curve morbide del corpo coperte solo da un leggero asciugamano bianco. Il suo cuore batteva all’impazzata e la mano si spostò automaticamente dalla camicia stropicciata fino a coprire la bocca.

«Oh, cavolo, cavolo, CAVOLO!! »

Sembrava che il cervello si fosse momentaneamente disconnesso dai centri motori e nonostante la ragione gli urlasse di uscire di corsa, non riusciva a staccare gli occhi dalla figura di lei che lasciava cadere l’asciugamano e scivolava nella vasca. Era letteralmente paralizzato e a giudicare dall’espressione imbambolata dell’amico al suo fianco, neanche Sirius se la cavava meglio.

La pelle candida, le forme morbide, il modo sensuale in cui i lunghi capelli rosso fuoco resi più scuri dall’acqua si incollavano alla schiena bianca, alla curva delle spalle… James avrebbe voluto sfiorarla, anche solo per un attimo. Irresistibilmente attratto verso la vasca, mosse un passo in quella direzione, ma Sirius lo fece tornare in sé con uno strattone.

«Sei matto? » sussurrò.

«Sei stata molto gentile ad invitarmi qui. » stava dicendo intanto Lily sprofondando nella schiuma. «Venire da sola non è rilassante come sembra e la testa si affolla di mille pensieri. »

«Ti posso capire. » rispose Emmeline Vance. «Di questi mille ce n’è forse uno che ti assilla più degli altri? Se ti posso aiutare… »

«Ne dubito, comunque grazie. Hai presente Potter, Emmy? »

Emmeline alzò gli occhi al soffitto con espressione molto eloquente.

«Chi non conosce Potter e la sua banda? Soprattutto, se non sbaglio, Black. Sirius Black. Una vera calamità. »

Sirius sarebbe rimasto tutta la vita a guardare la bella Emmeline fare il bagno, ma iniziava a tirare una gran brutta aria e aveva il sentore che fosse meglio tagliare la corda al più presto. Iniziò così a trascinare un recalcitrante James verso l’uscita.

«Ecco, sì. Il problema però non sono i guai che combinano. » disse Lily. «Il fatto è che ultimamente Potter…»

Il tonfo di una pila di asciugamani che cadeva interruppe le sue parole e le due ragazze si voltarono di scatto. Sirius si morse un labbro per trattenere un’imprecazione, nel camminare a ritroso non aveva visto l’ostacolo. James era bianco come gli asciugamani a terra.

«C’è qualcosa che non va. » disse Emmeline scrutando la stanza e afferrando la bacchetta sull’orlo della vasca.

Quel gesto bastò perché i due celati dal Mantello si precipitassero verso la porta, che venne colpita da una Fattura Orcovolante proprio mentre si richiudeva sbattendo.

 

Quando James e Sirius raggiunsero la Sala Comune di Grifondoro non avevano più un filo di fiato. Trassero diversi profondi respiri poi Sirius scoppiò a ridere.

«Ci voleva un po’ di adrenalina, avevi ragione Ramoso! » esclamò. «Senza contare che lo spettacolo meritava decisamente! Ehi, ci sei? »

James aveva le mani sugli occhi.

«Sono morto, morto, morto, molto morto…» mormorava. (*)

«Ma no, cosa dici? E’ stato divertente! »

«Se Lily lo scopre è la mia fine…»

«Non lo scopriranno mai. Comunque, amico, ti devo fare i miei complimenti per la scelta. »

James si riscosse.

«Senti tu! Come hai osato guardare… Oh, ciao, Rem. »

Il buco del ritratto si era appena aperto per lasciar entrare un Remus che li squadrava con aria incuriosita.

«Tutto bene, ragazzi? » chiese.

«Benissimo! » rispose James sfoderando il sorriso più falsamente rassicurante del suo repertorio.

Quando Remus fu salito in camera, aprì la bocca per continuare il discorso ma Sirius alzò la mano per interromperlo.

«Stop. Il secondo round più tardi, ora ho da fare. »

Così dicendo prese a sua volta la scala per i dormitori e sparì.

James tornò a sprofondarsi nella poltrona di poco prima tentando di convincersi di non essersi mai mosso da lì. Erano trascorsi solo pochi minuti, che la cornice del ritratto sbatté di nuovo e una furia rossa irruppe nella Sala. James riuscì a bloccarla che era già a metà scala per i dormitori maschili.

«Lily! Lily, aspetta! »

Quando si voltò verso di lui, i suoi occhi verdi mandavano lampi e al ricordo di pochi minuti prima James si sentì arrossire violentemente.

«Non ci siamo! Così mi scoprirà in un batter d’occhio! » si rimproverò. «Comunque non posso lasciarla salire a disturbare ora, Sirius deve parlare con Remus. »

«Cosa vuoi? Sono piuttosto di fretta! » esclamò Lily nervosamente.

Aveva le guance arrossate e i capelli ancora umidi. James la trovò stupenda.

«Voi Prefetti siete sempre di corsa, dovreste imparare a rilassarvi un po’. Per esempio, non sono ancora riuscito a ringraziarti per aver protetto il segreto di Lunastorta, ieri. »

«Nessun problema. » rispose Lily tentando di liberare il braccio che il ragazzo teneva saldamente.

«C’è una cosa comunque che devi sapere. » disse James sedendosi su un gradino e costringendo di conseguenza lei a fare altrettanto. «Piton ne è al corrente. E’ una lunga storia. Tutto ha avuto inizio con Sirius…»

«Non potresti raccontarmela un’altra volta? »

«Ti assicuro che è molto interessante! »

James si lanciò in un dettagliato racconto di come Piton avesse scoperto tutto all’inizio dell’anno a causa di uno scherzo di Sirius, di come lui lo avesse salvato dal Lupo Mannaro e di come Silente gli avesse fatto giurare di mantenere il segreto.

«Però a volte si diverte a tormentare Remus quando noi non siamo nei paraggi. Vigliacco. Sei stata grande a tenergli testa! »

Lily, al suo fianco, mostrava chiari segni di impazienza.

«A proposito, mi chiedevo quando potremo fare di nuovo una salto a Hogsmeade insieme. »

«E io mi chiedevo perché stai tentando di tutto per non farmi salire. » obiettò la ragazza. «Ho bisogno di Lupin per una riunione straordinaria dei Prefetti. E’ importante! »

James cincischiò l’orlo della camicia.

«Bhè, Sirius deve parlare con Remus. Anche questo è importante, quindi ti prego di lasciarli tranquilli per un po’. »

Lily si liberò il braccio con uno strattone e marciò decisa su per le scale. Quando James la raggiunse trafelato, era già davanti alla porta appena accostata della loro stanza.

«Lily, ti prego…»

«Lupin era piuttosto giù di morale ieri sera. Se Black gli dice di nuovo qualcosa di crudele lo stendo con uno Schiantesimo! »bisbigliò lei di rimando, e si accucciò accanto alla porta.

Senza capacitarsi della situazione assurda in cui si era cacciato, James si accomodò accanto a lei. Stava di nuovo spiando qualcuno e questa volta si trattava dei suoi miglior amici.

Remus era disteso sul proprio letto dando le spalle all’ingresso e a Sirius.

«Ti chiedo solo di ascoltarmi. » stava dicendo il ragazzo.

«Ti assicuro che non c’è motivo di tornare sull’argomento. » rispose tranquillamente Remus senza muoversi.

Dentro di sé James pregò che Sirius non perdesse di nuovo le staffe o sarebbe stato molto peggio. Lo vide dirigersi a grandi passi verso il letto, afferrare Remus per le spalle e voltarlo a forza verso di sé. Poi gli immobilizzò il volto con una mano costringendolo a guardarlo.

«Adesso mi ascolti! »

Remus aprì la bocca per ribattere ma Sirius gliele chiuse con la mano.

«E stai zitto. Sono stato crudele e non credo di potermi giustificare in qualche modo. L’unica vaga scusante che posso trovare è che in quel momento ho perso la testa. Tu continuavi a ripetermi di fare pace con James quando io in realtà mi preoccupavo solo di te e non riuscivo a fartelo capire. Non mi importa un accidente del nostro segreto di Animagi, né di essere espulso da Hogwarts, tanto non devo più rendere conto a nessuno. Però non posso tollerare che una cosa del genere succeda a te. Ero talmente preoccupato che l’azione di James ti ferisse o ti facesse soffrire in qualche modo, che ho finito per farlo io. Mi dispiace da morire. Davvero. »

Gli occhi ambrati di Remus si spalancarono al disopra della mano di Sirius.

«Sono stato meschino e ingiusto. Ho detto delle cose orribili, ma ti giuro che non le ho mai pensate. Hai ragione, sono un idiota, ma un idiota che tiene a te più di ogni altra cosa, quindi ti prego di non dire mai più che vuoi arrangiarti da solo. Puoi perdonarmi, Rem? »

Agli angoli degli occhi di Remus, ora chiusi, spuntarono due lacrime che scivolarono sulle guance e tra le dita di Sirius, che allontanò subito la mano.

«Remus, mi dispiace! Davvero! Non puoi immaginare quanto! Ti prego, non fare così! »

Il giovane Lupo Mannaro si tirò su a sedere asciugandosi gli occhi con la manica della camicia.

«Quanto sei sciocco. » disse con voce resa leggermente roca da un singhiozzo trattenuto. «Ti conosco, Sirius, sapevo benissimo che non stavi parlando sul serio. Ho solo voluto tirare un po’ la corda, in realtà dovrei essere io a chiederti scusa. Non mi aspettavo… non pretendevo di certo… delle scuse così…»

Si strofinò di nuovo gli occhi arrossati con il dorso della mano e Sirius gli circondò le spalle con un braccio.

Dietro la porta, James distolse discretamente lo sguardo.

«Ehm, ehm… dunque, per quale motivo dovrebbe essere indetta quella riunione straordinaria? » chiese sottovoce tentando di distrarre Lily dall’attenzione morbosa che stava prestando alla scena. Gli erano tornate in mente le ragazze chiacchierine in riva al lago e un brivido gli corse lungo la schiena. Lily sembrò ricordarsi in quel momento il motivo per cui si trovava lì.

«Ah, già. E’ per il bagno dei Prefetti. Qualcuno ha tentato di introdursi di nascosto. Ora dovremo cambiare di nuovo la parola d’ordine e magari apporre qualche incantesimo sulla porta. »

«Sembra un procedimento noioso. »

«Vorrei vedere te se qualcuno ti spiasse mentre fai il bagno! Comunque sì, sarà piuttosto noioso. »

«Allora lascia che se ne occupi Emmeline Vance e vieni con me a fare una passeggiata nel parco. »

«Ma non posso… Ehi, come fai a sapere di Emmy? »

Lily sgranò gli occhi e le sua espressione si fece orripilata, mentre James si mordeva la lingua insultandosi mentalmente per aver abbassato la guardia nel momento meno opportuno.

«Tu… tu… non ci posso credere… sei stato tu…»

Aveva le guance in fiamme ed ignorò completamente i tentativi di James di negare. Improvvisamente sembrò tornarle in mente qualcosa e si coprì la faccia con le mani. Credendo che stesse per scoppiare in lacrime, James le si avvicinò cautamente.

«Lily…»

«TU E QUEL TUO STUPIDO MANTELLO!! » esplose Lily gettandoglisi addosso e spingendolo oltre la porta socchiusa. «IO TI DISINTEGRO!! »

Precipitarono a terra entrambi facendo sussultare Remus e Sirius per lo spavento.

«E’… è stato un incidente… non… volevamo…» boccheggiò James tentando di allontanare le mani di lei dalla sua gola.

« ‘Volevamo’? »

Gli occhi di Lily si alzarono di scatto per incrociare quelli di Sirius, che li distolse subito.

«Lo sapevo che c’eri di mezzo anche tu, Black! » urlò furibonda. «Io… io… TROVERO’ IL MODO PER FARTI ESPELLERE! »

«Cosa sono questi favoritismi? » si lamentò James sotto di lei. «Perché io disintegrato e lui semplicemente espulso? »

«Perché tu sei Potter e questo è il crimine più grave! »

In quel momento un ignaro Peter si affacciò alla porta della stanza, di ritorno dagli esercizi di Materializzazione, e quello che vide lo indusse a stropicciarsi gli occhi: James e Lily avvinghiati sul pavimento e Remus e Sirius praticamente abbracciati sul letto. Sbigottito, fece un paio di passi indietro, chiuse cautamente la porta e decise di non essere mai stato lì in quel momento.

 

I giorni che seguirono a quella strana mattinata furono altrettanto bizzarri. Il gruppo dei Malandrini si era allegramente riformato e tutto sarebbe sembrato come sempre se non fosse stato per l’insolita atmosfera di attesa in cui vivendo James e Sirius, come se si aspettassero un richiamo ufficiale da un momento all’altro. Remus aveva partecipato attivamente ai provvedimenti presi per il bagno dei Prefetti, badando sempre di tenere i sospetti il più lontano possibile dai suoi amici. Lily, dal canto suo, sfuggiva la loro presenza e James non aveva più avuto modo non solo di parlarle ma a malapena di vederla. Era sicuro che in un modo o nell’altro gliel’avrebbe fatta pagare.

«Siete stati fortunati. » disse Remus una sera di una settimana più tardi mentre si trovavano come al solito sprofondati nelle poltrone della Sala Comune. «Sembra che Emmeline Vance abbia finalmente lasciato perdere la caccia agli intrusi. »

«Oh, sarei ben felice di farmi dare la caccia da una come quella…» sospirò Sirius.

«Ti assicuro che Vance è una ragazza molto intelligente e talmente severa che metterebbe paura anche a te. » fece Remus piccato.

«Parli così perché non l’hai vista come l’abbiamo vista noi. Un gran peccato che non ci fossi… Per non parlare di Evans, vero James? »

L’interpellato non rispose, momentaneamente disperso tra le fantasie e i ricordi di quel giorno. Lily avvolta solo dall’asciugamano bianco, circondata dalla schiuma profumata…

«Insomma, Ramoso, contegno! » esclamò Sirius. «Quali pensieri osceni stai facendo? »

James si riscosse con espressione stupita.

«Cosa? Parlavi con me? »

«Veramente cercavo il mio amico Ramoso ma sembra che non sia reperibile… Stavo tentando di far capire a Remus come fosse Emmeline Vance sotto le vesti di Caposcuola. »

«Oh, bhè… pelle d’alabastro, capelli d’ebano, labbra di rosa… decisamente incantevole. Peccato per quel suo caratterino. Che ti prende, Codaliscia? »

Peter si stava agitando sulla poltrona fissando qualcosa alle spalle di James.

«A proposito di caratterino, c’è qualcuno che da l’impressione di volerti incenerire. » disse.

Quando James fece per voltarsi, Lily si fece avanti ostentando indifferenza.

«Vedo che il quartetto a delinquere si è ricostituito. » disse evitando il suo sguardo. «A quanto pare la vostra è stata un’esperienza divertente. »

«Puoi scommetterci! » esclamò Sirius malizioso. «Mi sono divertito di più che a infilare Mocciosus nell’Armadio Svanitore del primo piano, e quello finora era stato il massimo! »

«Già! » fece eco Peter. «E’ ricomparso una settimana dopo sotto la statua di Gregory il Viscido! Proprio il posto adatto! »

Lily non li stava minimamente ascoltando. Il suo sguardo si era finalmente posato su James e la sua espressione era ferita.

«Mi fa piacere che tu abbia potuto godere di un bello spettacolo. » disse sprezzante e si allontanò uscendo dal ritratto.

James rimase per un attimo interdetto.

«Stavi lodando Vance quando in quel bagno c’era anche lei. » disse Remus a mo’ di spiegazione. «Per quanto possa averla infastidita l’accaduto, è ovvio che ci sia rimasta male. »

«Vuoi dire che… Oh, santo cielo! »

Senza aggiungere una parola, James sia alzò e schizzò fuori dalla stanza. Guardandosi attorno vide Lily che svoltava l’angolo del corridoio e la rincorse.

«Cosa vuoi? » lo apostrofò malamente lei quando la raggiunse. «Non intendo presentarti Emmy! »

«Come se la cosa mi importasse! No, senti, per quello che hai sentito…»

«Ah, quello? Bhè, se stai per scusarti non ne hai motivo. Non è colpa tua né di nessun altro se non sono incantevole. Pelle d’alabastro, capelli d’ebano e roba del genere. Ora tornatene dai tuoi compari! »

Tentò di incamminarsi ma James le si parò davanti.

«Perché sei così arrabbiata? »

«Non sono arrabbiata! Lasciami passare! »

«Stai alzando la voce e vista l’ora non è il caso. »

La prese per le spalle e la guidò fino a un’aula vuota dove nessuno li avrebbe disturbati.

«Pensavi scherzassi quando ti chiamavo ‘mia splendente’? » esordì. «Tu sei dieci, anzi cento volte più bella di quella Emmeline. »

«Cosa ti fa credere che mi importi qualcosa del tuo giudizio? » sbottò Lily sulla difensiva.

«Invece inizio a credere che ti importi. Ti sei spaventata quando hai temuto che mi facessi male con quella Finta Wronski nell’ultima partita. Hai ballato con me a Hogsmeade. Ti sei preoccupata quando ho litigato con Sirius e hai collaborato con Remus per farci fare pace. Stai proteggendo il segreto di Lunastorta e il nostro. Mi hai coperto dopo l’incidente del bagno e, dulcis in fundo, te la sei presa quando ho fatto i complimenti a Emmeline. Una a cui non importa non si comporta così. »

Lily arrossì ma rispose con ironia tagliente: «Ti stai montando la testa signor James-oddio-quanto-sono-figo-Potter! Credi che non lo sappia? Ti aspetti di avere tutta la popolazione femminile ai tuoi piedi! »

«Questa ha tutta l’aria di essere una scenata di gelosia di quelle brutte. » mormorò James avvicinandosi.

«Sei impazzito! »

«Allora dimostrami che ho torto. »

La circondò con le braccia e l’attirò a sé, ma Lily gli puntò le mani sul petto allontanandolo.

«Non ci provare! Non ci provare nemmeno a baciarmi o ti Schianto sul posto! »

Detto questo si divincolò e corse via lasciandolo solo nella stanza.

«Ah, no! Questa volta non scappi così. » pensò James risoluto.

La inseguì nel corridoio e la afferrò per un braccio costringendola a voltarsi

«Ti amo. Sul serio. Adesso guardami negli occhi e dimmi che non te ne importa niente di me. »

Quell’espressione e quelle parole insolitamente serie colpirono Lily che smise di divincolarsi lasciando però la mano nella sua. Tutta la rabbia provata fino a un attimo prima sembrò scivolare via come se non fosse mai esistita. Rimasero a fissarsi in silenzio per alcuni secondi poi la ragazza sollevò la mano libera e gli sfilò gli occhiali. Attraverso l’improvvisa visione indistinta, James sentì solo il contatto delle labbra sulle sue. Sentendosi invadere da un’ondata di gioia allo stato puro, la strinse sé approfondendo il bacio che da timido com’era iniziato si fece più intenso. Quella era la pelle che voleva sfiorare, pensò mentre le sue dita l’accarezzavano lungo il collo e si perdevano tra i capelli morbidi. Quello il profumo dolce che voleva sentire. Quelle le uniche labbra che voleva baciare. Ora ne era certo. Anche lei provava gli stessi sentimenti.

Quando riacquistò una vista nitida, Lily era già sparita in fondo al corridoio.

 

Le ultime settimane di scuola volarono e in un batter d’occhio giunse il tanto agognato inizio delle vacanze estive. Tutti, chi più chi meno brillantemente, erano riusciti a superare l’esame di Materializzazione, compreso Peter a cui gli amici avevano inflitto degli esercizi extra che alla fine avevano dato i loro frutti. Grifondoro non vinse la Coppa della Case, superata dai più diligenti Corvonero, ma nessuno si aspettava di riuscire in quell’impresa ogni anno più ardua da quando esistevano elementi noti come Sirius Black e James Potter. In compenso riuscì a strappare la Coppa del Quidditch dalle grinfie di Serpeverde grazie a una partita spettacolare degna di rimanere negli annali di Hogwarts. L’affascinate capitano, alzando le braccia al cielo tra le urla trionfanti dei tifosi e i sospiri estatici delle ragazze sugli spalti, dedicò la presa del Boccino vincente al suo grande amore, atto di conseguenza al quale Lily gli tolse il saluto per un’intera settimana. Ma James aveva smesso di preoccuparsi, anzi sorrideva dell’imbarazzo della ragazza certo che prima o poi gli avrebbe perdonato anche quel gesto teatrale, come puntualmente avvenne.

Dopo un viaggio divertentissimo dove i Malandrini avevano dato il meglio di loro stessi facendo letteralmente impazzire i Prefetti delle altre Case, l’Hogwarts Express giunse infine alla stazione di King’s Cross decretando l’inizio ufficiale dei tre mesi di vacanza. James scese dal treno ridendo al fianco di Sirius pregustandosi il divertimento che li aspettava quell’estate e insieme si diressero verso i signori Potter che li aspettavano sulla banchina del Binario 9 ¾. Dopo i saluti e gli abbracci di rito, mentre la signora Potter scompigliava maternamente i capelli di Sirius, il suo sguardo vagò sulla piattaforma affollata. Remus e Peter si stavano dirigendo verso i rispettivi genitori. Lily trascinava il suo baule da sola verso il muro tra i binari 9 e 10. Sicuramente i suoi genitori Babbani la stavano aspettando all’esterno della stazione. In un attimo si districò dal braccio che suo padre gli aveva posto sulle spalle notando il suo sguardo puntato sulla graziosa rossa.

«Dove vai, Jamie? » lo richiamò la signora Potter. «A casa c’è una bella crostata che vi aspetta e Siri sembra avere fame. »

«Tesoro, credo che James abbia altro per la testa piuttosto che una torta. » obiettò il signor Potter.

«Mi dica, signora, che tipo di marmellata ha usato? » si intromise Sirius.

James ringraziò mentalmente il padre e l’amico per aver distratto l’attenzione della madre da lui e in quattro balzi raggiunse Lily.

«Permetti che ti dia una mano? » le chiese giungendole alle spalle e afferrando la maniglia del baule.

«Ti ringrazio. » rispose lei sorridendo. «Solo fino alla barriera, i miei mi aspettano al binario 10. »

Quando giunsero al muro di mattoni che li separava dal mondo degli uomini comuni, James posò il baule e le sfiorò la mano.

«Ehm… e così non sono riuscita a farti espellere neanche quest’anno. » disse Lily arrossendo lievemente. «Ma non temere, non mi arrendo. Rimane ancora un anno per provarci. »

«Ti sentirai sola laggiù tra i Babbani, senza qualcuno da rimproverare in continuazione. » rispose James sornione. «Non temere, ti scriverò tutte le settimane. »

«Oh, certo, come no? » fece lei con una sfumatura ironica nella voce. «Sarò perseguitata da stormi di gufi…»

James le si avvicinò circondandola con le braccia e stava per chinarsi su di lei quando il suo sguardo si fece allarmato.

«Ehm… posso baciarti o mi Schianti? »

Lily sorrise maliziosa.

«Anche volendo non potrei farlo. Sai, il Decreto per la Restrizione delle Arti Magiche fra i Minorenni…»

«Ah, bhè, in questo caso…»

Un attimo dopo la stava baciando stringendola a sé e quando la vide sorridere dolcemente mormorando: «Allora buone vacanze… James. » prima di svanire oltre la barriera, ebbe la certezza che quella storia d’amore iniziata in sordina sarebbe durata per tutta la vita.

 

The End… or the Beginning?

 

 

 

 

(*) Battuta liberamente tratta dal film “Alla ricerca di Nemo”.

 

NOTICINA DI YUKI:

Et voilà la fine! O quello che potrebbe vagamente assomigliare a una fine. La questione con Lily è più o meno sistemata e anche i problemi in sospeso con Sirius e Remus sono stati chiariti. In fondo James è un bravo ragazzo, non abbiatecela con lui se si è “perso” una luna piena! Spero che quest’ultima parte non vi sia dispiaciuta, fatemi sapere cosa ne pensate!

Angolino dei ringraziamenti:

call: Sì, è vero, anche a me è dispiaciuto farli litigare, i Malandrini sempre uniti sono un’istituzione! In fondo però la mia idea era che quello di base fosse un sentimento positivo. Infatti Sirius se la prende con James solo perché tiene a Remus e allo stesso motivo è dovuta la sua successiva reazione eccessiva. Lo stesso allontanamento di Sirius e Remus è dovuto più che altro a un fraintendimento. Insomma, quando ci si tiene troppo si combinano anche guai…

GINNY: Ecco la fine, spero ti sia piaciuta! Aspetto un tuo commento! ^_^

Arkadio: Grazie mille!! Sei molto gentile! Cosa ne dici della terza parte? Ho letto la tua terza song su Remus, bellissima come le altre due! Tantissimi complimenti!! Penso che ora mi lancerò sulle tue altre storie, se dimostrano la stessa sensibilità di queste, le adorerò di sicuro!

Francesca Akira89: Esatto, per “annosa questione” intendo proprio quello, comunque qui Sirius e Remus non finiscono insieme, anche se certe battute sono aperte a libera interpretazione. Non ho segnato yaoi perché non è nata e non la considero assolutamente tale. Complimenti per l’occhio acuto, una delle mie idee iniziali in fase di stesura era di fare Remus innamorato di Lily, ma alla fine ho deciso di accennare solo qualche espressione triste e lasciare tutto molto vago. Sì, durante il colloquio con Remus, Lily sembra un po’ “stordita”, ma mettendomi nei suoi panni ho pensato che si sentisse parecchio in imbarazzo e a disagio e in situazioni del genere è molto facile dire cavolate assolutamente prive di tatto. Non avercela troppo con James, alla fine non l’ha fatto apposta e si sente già abbastanza in colpa da sé…

suzako: Non ho resistito alla tentazione di prendere un po’ in giro le fic yaoi, sono contenta che il mio esperimento sia risultato divertente!^_^  Insomma, mi sono chiesta: “Cosa avrebbe pensato James se avesse assistito al genere di conversazioni sulle yaoi?” ed ecco il risultato. Poverino, l’ho un po’ maltrattato… A quanto pare Lily è un enigma per tutti…

Noto che Remus è molto amato, sono davvero contenta che vi piaccia come l’ho descritto! In realtà in questo periodo sto scrivendo una nuova fanfic proprio su di lui ambientata al secondo anno (Anche se James continua imperterrito a imporsi e a scivolare fuori dalla mia penna… Tesoro, controllati, non puoi essere sempre tu il protagonista!). Purtroppo per il momento sono solo all’inizio non ho idea di cosa ne verrà fuori… Se riuscirò a portarla a termine nel modo che ho in mente, spero che apprezzerete anche quella.

Ah, se doveste passare dalla prossima Cartoomics e doveste vedere una Lily e una Bellatrix versione scolastica, siamo io e VampiraSix (^///////^), una vera goduria procurarsi cravatte e mantelli!

Bene, anche questa è finita! Grazie a tutti voi che avete letto la mia storia e lascaito un commentino!Siete stati fantastici! Spero di potermi fare viva presto con qualcosa di nuovo. Un bacio a tutti! YUKI-CHAN

 

   
 
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