Capitolo
6.
Seth, Elena aprite! –
la voce di Stephanie mi risvegliò da un inquietante sogno
che purtroppo sapevo non essere più semplicemente un incubo.
Seth intanto infilandosi una maglietta si precipitò ad
aprire anche lui aveva capito che c’era qualcosa che non
andava…
Ancora assonnata ascoltai la spiegazione agitata di
Stephanie…
l’amica che era andata a trovare le aveva detto che strane
presenze si stavano avvicinando a Shady Hill e che non erano tanto
amichevoli nei nostri confronti.
Anche io ho visto
qualcosa…- affermai preoccupata.
In effetti nella mia visione alquanto confusa avevo visto Stephanie
scaraventata per terra e un getto di fiamme che si propagava in mezzo a
quello che sembrava un bosco circondato da alberi immensi.
Questo non è
di buon auspicio…-sussurrò quasi tra
se e se Stephanie. Seth intanto aveva iniziato a sfogliare il libro
degli incantesimi.
Guardate qua!-
esclamò poi infine indicandoci un punto nel libro che
mostrava una specie di cartina di Shady Hill - questa è
l’antica villa dei tuoi avi Elena…dei Colins
– continuò poi – è circondata da un
gigantesco labirinto costituito da alte siepi e imponenti
alberi… - è
il posto della mia visione! – esclamai
interrompendo la sua descrizione.
Bene
– annuì la nonna – solo lì potremo
scoprire qualcosa!
Queste presenze vogliono
noi!? Beh andiamo ad affrontarle! - aggiunse
infine Seth;
Guardai Stephanie sperando che fosse più ragionevole, ma
vidi solamente uno sguardo di approvazione in risposta alle
affermazioni del nipote.
E come potevo sperare in lei, d'altronde erano fatti della stessa pasta!
Dopo un’ ora arrivammo finalmente alla vecchia
proprietà dei Colins.
Qui il nostro tragitto
continua a piedi – disse Seth parcheggiando
l’auto accanto all’enorme cancello in ferro battuto.
Il vento freddo della sera mi fece rabbrividire e, mentre percorrevamo
il grande viale d’ingresso, Seth mi strinse di più
a se.
Dopo una lunga camminata ci ritrovammo davanti a un bivio: il grande
portone di legno che ci permetteva l’entrata vera e propria
nella villa, o uno stretto sentiero che conduceva nei giardini della
tenuta e di conseguenza anche al labirinto.
Che facciamo?-
chiesi ad entrambi – nella
tua visione c’era il labirinto no? Perciò
sarà meglio addentrarci subito in esso senza troppi
sotterfugi - disse coraggiosamente Stephanie, e detto
questo ci avviammo lungo lo stretto passaggio.
Tutto intorno a noi era ricoperto di verde, le statue che raffiguravano
animali di ogni tipo, le fontane oramai non più funzionanti
le pietre che ci facevano strada lungo il sentiero, poi alberi
secolari, cespugli pieni di rovi e quelle alte siepi che sembravano
tutte uguali e ti facevano perdere l’orientamento.
Ehm… ma siamo
sicuri che questa sia la direzione giusta? –
chiesi un po’ ansiosa. Seth sorrise e mi prese la mano
invitandomi a proseguire mentre Stephanie diceva di stare tranquilla
che tra poco, secondo i suoi calcoli, saremmo arrivati al centro esatto
del labirinto.
Infatti dopo poco le siepi pian piano si aprirono per lasciare spazio a
un specie di piazzola che ospitava un elegante gazebo e un piccola
fontana in marmo che il tempo sembrava non avesse scalfito.
Passai la mano accarezzando quella superficie fredda e
liscia…
chiusi gli occhi e vidi varie terrificanti immagini che avevano come
protagonista un’oscura presenza.
Sentii un rumore, come di un ramo spezzato…
Riaprii gli occhi e mi ritrovai davanti l’uomo che avevo
appena visto nella mia mente.
Seth e Stephanie vennero contemporaneamente scaraventati a terra.
Mentre io cercavo di focalizzare meglio quell’inquietante
quanto imponente figura che stava avanzando lentamente nella mia
direzione…
aveva qualcosa di famigliare…
ma era…
era John Colins, il
padre di Eleonore!
Mi ricordai quel volto scarno e austero visto in uno dei tanti dipinti
che mi aveva mostrato Stephanie.
Ma come poteva essere! Come minimo adesso doveva avere più
di 4 secoli di vita!
Abbandonai i miei pensieri e d’istinto esclamai – Vade daemonium!
– scaraventando l’uomo contro una parete del
gazebo, poi corsi verso Seth che rimettendosi in piedi mi disse che se
ne sarebbe occupato lui e di andare da Stephanie.
Annuii semplicemente dirigendomi verso la figura inerme della nonna
– Elena ti
ricordi l’incantesimo della non-morte?
– mi chiese appena si fu ripresa lei – si…ma che intendi
fare? – risposi preoccupata,
quell’incantesimo riusciva a rispedire nel luogo da cui era
venuto quella sorta di fantasma maligno ma procurava anche una forte
perdita di energie, se non la morte, a chi lo aveva compiuto!
Lei sorrise amaramente – mia
cara è l’unico modo di restituire agli inferi quel
maledetto…- aggiunse lei pronta per cominciare
l’incantesimo.
Intanto sentivo Seth combattere duramente contro lo spirito di
John…
Cosa vuoi da noi!?-
gridò Seth – perché
sei tornato!?
Sono venuto per la
vostra malefica magia! – rispose sempre
più infuriato lo spirito…
L’unica cosa
di malefico qui sei tu! Non ti basta aver ucciso tua figlia, per la tua
stupida ignoranza!? Adesso sei venuto a tormentare anche noi!?
– rispose Seth cercando di evitare i colpi di John.
Bene tesoro, adesso
credo di essere pronta - esclamò decisa
Stephanie mentre si poneva al centro del simbolo che aveva tracciato
per terra con il sangue fuoriuscito dal taglio che si era inferta alla
mano.
Non aspettando nemmeno la mia reazione cominciò a
pronunciare strani versi in latino che portarono lo spirito a
concentrare la propria attenzione su di noi, avvicinandosi sempre di
più…
No! –
sentii gridare Seth, ma non ebbi il tempo di capire cosa stava
accadendo che fui spinta a terra insieme a Stephanie, che indebolita da
quell’attacco non poté più continuare
l’incantesimo.
Tu! Pensavi di potercela
fare contro di me!? I tuoi poteri sono troppo inferiori!
– disse John avanzando furibondo verso Stephanie ormai inerme.
Senza pensarci oltre mi trascinai al di sopra del simbolo e ricominciai
a pronunciare l’incantesimo.
Non ti
lascerò da sola! - esclamò Seth
portandosi al mio fianco unendosi nella pronuncia di quei versi, che
uno dopo l’altro mi facevano sentire sempre più
debole.
Frase dopo frase,grandi fiamme cominciarono a propagarsi
tutt’intorno al cerchio e alla figura del fantasma.
No! Non potete farmi
questo! Non di nuovo!- gridò John mentre
cercava di liberarsi dalle fiamme.
Mi sentii cedere - dai
amore mio, un ultimo sforzo… sono qui con te…-
mi incoraggiò Seth in un debole sussurro fatto sopra le mie
labbra e prendendomi per mano rafforzò la voce per
pronunciare i versi finali.
Uno straziante urlo fu l’ultima cosa che udii prima di essere
avvolta da una luce abbagliante.
Epilogo.
Quattro mesi
dopo…
Nel parco cittadino un’anziana ed elegante donna si ferma per
osservare la statua appena finita di costruire in suo volere.
Due giovani amanti scolpiti abbracciati.
L’alta figura di lui con l’aria misteriosa, e lei
dai lunghi capelli e lo sguardo ingenuo.
Accarezzando il marmo ghiacciato,rabbrividendo, la donna si strinse di
più nel suo cappotto mentre una lacrima amara le rigava il
viso.
E con lo sguardo appannato sfiorò la targhetta al di sotto
l’imponente statua;
Grandi lettere riportavano inciso: “Colins e Spencer insieme nella
morte come nella vita”.
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