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Autore: Mel Winchester    12/05/2011    0 recensioni
“Avevo deciso di crearmi un futuro lontano da tutti i miei fallimenti.”
“Benvenuti a Shady Hill… questa era l’accoglienza della mia nuova cittadina, della mia nuova vita.”
Siate clementi, questa è stata una delle prime FF che ho scritto XD
Spero vi coinvolga, non è un capolavoro ma sarei felice di sapere cosa ne pensate! ^^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6.


Seth, Elena aprite! – la voce di Stephanie mi risvegliò da un inquietante sogno che purtroppo sapevo non essere più semplicemente un incubo.
Seth intanto infilandosi una maglietta si precipitò ad aprire anche lui aveva capito che c’era qualcosa che non andava…

Ancora assonnata ascoltai la spiegazione agitata di Stephanie…
l’amica che era andata a trovare le aveva detto che strane presenze si stavano avvicinando a Shady Hill e che non erano tanto amichevoli nei nostri confronti.

Anche io ho visto qualcosa…- affermai preoccupata.
In effetti nella mia visione alquanto confusa avevo visto Stephanie scaraventata per terra e un getto di fiamme che si propagava in mezzo a quello che sembrava un bosco  circondato da alberi immensi.
Questo non è di buon auspicio…-sussurrò quasi tra se e se Stephanie. Seth intanto aveva iniziato a sfogliare il libro degli incantesimi.
Guardate qua!- esclamò poi infine indicandoci un punto nel libro che mostrava una specie di cartina di Shady Hill - questa è l’antica villa dei tuoi avi Elena…dei Colins – continuò poi – è circondata da un gigantesco labirinto costituito da alte siepi e imponenti alberi… - è il posto della mia visione! – esclamai interrompendo la sua descrizione.
Bene – annuì la nonna – solo lì potremo scoprire qualcosa!
Queste presenze vogliono noi!? Beh andiamo ad affrontarle! -  aggiunse infine Seth;

Guardai Stephanie sperando che fosse più ragionevole, ma vidi solamente uno sguardo di approvazione in risposta alle affermazioni del nipote.
E come potevo sperare in lei, d'altronde erano fatti della stessa pasta!

Dopo un’ ora arrivammo finalmente alla vecchia proprietà dei Colins.

Qui il nostro tragitto continua a piedi – disse Seth parcheggiando l’auto accanto all’enorme cancello in ferro battuto.
Il vento freddo della sera mi fece rabbrividire e, mentre percorrevamo il grande viale d’ingresso, Seth mi strinse di più a se.

Dopo una lunga camminata ci ritrovammo davanti a un bivio: il grande portone di legno che ci permetteva l’entrata vera e propria nella villa, o uno stretto sentiero che conduceva nei giardini della tenuta e di conseguenza anche al labirinto.

Che facciamo?- chiesi ad entrambi – nella tua visione c’era il labirinto no? Perciò sarà meglio addentrarci subito in esso senza troppi sotterfugi - disse coraggiosamente Stephanie, e detto questo ci avviammo lungo lo stretto passaggio.

Tutto intorno a noi era ricoperto di verde, le statue che raffiguravano animali di ogni tipo, le fontane oramai non più funzionanti le pietre che ci facevano strada lungo il sentiero, poi alberi secolari, cespugli pieni di rovi e quelle alte siepi che sembravano tutte uguali e ti facevano perdere l’orientamento.
Ehm… ma siamo sicuri che questa sia la direzione giusta? – chiesi un po’ ansiosa. Seth sorrise e mi prese la mano invitandomi a proseguire mentre Stephanie diceva di stare tranquilla che tra poco, secondo i suoi calcoli, saremmo arrivati al centro esatto del labirinto.

Infatti dopo poco le siepi pian piano si aprirono per lasciare spazio a un specie di piazzola che ospitava un elegante gazebo e un piccola fontana in marmo che il tempo sembrava non avesse scalfito.
Passai la mano accarezzando quella superficie fredda e liscia…
chiusi gli occhi e vidi varie terrificanti immagini che avevano come protagonista un’oscura presenza.

Sentii un rumore, come di un ramo spezzato…
Riaprii gli occhi e mi ritrovai davanti l’uomo che avevo appena visto nella mia mente.
Seth e Stephanie vennero contemporaneamente scaraventati a terra.
Mentre io cercavo di focalizzare meglio quell’inquietante quanto imponente figura che stava avanzando lentamente nella mia direzione…
aveva qualcosa di famigliare…
ma era…
era John Colins, il padre di Eleonore!
Mi ricordai quel volto scarno e austero visto in uno dei tanti dipinti che mi aveva mostrato Stephanie.
Ma come poteva essere! Come minimo adesso doveva avere più di 4 secoli di vita!

Abbandonai i miei pensieri e d’istinto esclamai – Vade daemonium! – scaraventando l’uomo contro una parete del gazebo, poi corsi verso Seth che rimettendosi in piedi mi disse che se ne sarebbe occupato lui e di andare da Stephanie.
Annuii semplicemente dirigendomi verso la figura inerme della nonna – Elena ti ricordi l’incantesimo della non-morte? – mi chiese appena si fu ripresa lei – si…ma che intendi fare? – risposi preoccupata, quell’incantesimo riusciva a rispedire nel luogo da cui era venuto quella sorta di fantasma maligno ma procurava anche una forte perdita di energie, se non la morte, a chi lo aveva compiuto!
 
Lei sorrise amaramente – mia cara è l’unico modo di restituire agli inferi quel maledetto…- aggiunse lei pronta per cominciare l’incantesimo.
Intanto sentivo Seth combattere duramente contro lo spirito di John…
Cosa vuoi da noi!?- gridò Seth – perché sei tornato!?
Sono venuto per la vostra malefica magia! – rispose sempre più infuriato lo spirito…
L’unica cosa di malefico qui sei tu! Non ti basta aver ucciso tua figlia, per la tua stupida ignoranza!? Adesso sei venuto a tormentare anche noi!? – rispose Seth cercando di evitare i colpi di John.

Bene tesoro, adesso credo di essere pronta - esclamò decisa Stephanie mentre si poneva al centro del simbolo che aveva tracciato per terra con il sangue fuoriuscito dal taglio che si era inferta alla mano.
Non aspettando nemmeno la mia reazione cominciò a pronunciare strani versi in latino che portarono lo spirito a concentrare la propria attenzione su di noi, avvicinandosi sempre di più…

No! – sentii gridare Seth, ma non ebbi il tempo di capire cosa stava accadendo che fui spinta a terra insieme a Stephanie, che indebolita da quell’attacco non poté più continuare l’incantesimo.
Tu! Pensavi di potercela fare contro di me!? I tuoi poteri sono troppo inferiori! – disse John avanzando furibondo verso Stephanie ormai inerme.
Senza pensarci oltre mi trascinai al di sopra del simbolo e ricominciai a pronunciare l’incantesimo.
Non ti lascerò da sola! - esclamò Seth portandosi al mio fianco unendosi nella pronuncia di quei versi, che uno dopo l’altro mi facevano sentire sempre più debole.

Frase dopo frase,grandi fiamme cominciarono a propagarsi tutt’intorno al cerchio e alla figura del fantasma.
No! Non potete farmi questo! Non di nuovo!- gridò John mentre cercava di liberarsi dalle fiamme.
Mi sentii cedere - dai amore mio, un ultimo sforzo… sono qui con te…- mi incoraggiò Seth in un debole sussurro fatto sopra le mie labbra e prendendomi per mano rafforzò la voce per pronunciare i versi finali.

Uno straziante urlo fu l’ultima cosa che udii prima di essere avvolta da una luce abbagliante.


Epilogo.
 
Quattro mesi dopo…


Nel parco cittadino un’anziana ed elegante donna si ferma per osservare la statua appena finita di costruire in suo volere.
Due giovani amanti scolpiti abbracciati.
L’alta figura di lui con l’aria misteriosa, e lei dai lunghi capelli e lo sguardo ingenuo.

Accarezzando il marmo ghiacciato,rabbrividendo, la donna si strinse di più nel suo cappotto mentre una lacrima amara le rigava il viso.
E con lo sguardo appannato sfiorò la targhetta al di sotto l’imponente statua;
Grandi lettere riportavano inciso: “Colins e Spencer insieme nella morte come nella vita”.  


  
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