21.Creati
per appartenersi. -Cade la pioggia-
Cade
la pioggia e tutto lava
cancella le mie stesse ossa
Cade la
pioggia e tutto casca
e scivolo sull’acqua sporca
Ancora
in sala prove per quella coreografia, Marco aveva proprio intenzione
di uccidere Marta.
Sì,
ma a te che importa poi
rinfrescati se vuoi
questa mia stessa
pioggia sporca
Non
era più abituata a quel ritmo di prove, quindi a fine
giornata era
sempre esausta, con lividi in tutto il corpo.
In
quel modo poi, ovvero ballando continuamente aveva perso di vista il
suo obiettivo principale: riavere l'amore di Giorgio. A proposito del
ragazzo, i rapporti non erano migliorati, né peggiorati,
erano
rimasti al solito “ciao” “ciao”
, a volte lui si sforzava di
dirle anche “prova a darti meno slancio, così mi
viene meglio a
prenderti”. Nessun interesse sul suo stato d'animo o fisico.
Giorgio era, disinteressato. Distaccato.
Dimmi
a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra
passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi
Era
arrivata prima in sala, perchè lei non aveva molto da fare.
Stare in
albergo le dava noia, andare in giro per la città era troppo
noioso
e costava troppa fatica, quindi, l'unica cosa positiva era andare in
sala prove, almeno c'era un po' d'aria condizionata.
-Sei
già qui?
-Tre
parole adesso significano, tre parole in meno dopo?
-Non
fare la stupida. Come mai sei qui?
-Non
avevo di meglio da fare, tu? Hai finito le prove di là?
-Si.
Questa sera è l'ultima volta che andiamo in scena, non
avevamo molto
da fare, dopo una settimana di spettacolo.
-Capisco.
Non sei stanco? Hai lo spettacolo, le prove per farlo, e in
più le
prove con me, che ancora non ho capito a che servono.
-Non
sono stanco. Dai inizia.
-Sissignore.
Lei
gli aveva sorriso, lui aveva risposto con una piccola smorfia. La
verità era che lui, avrebbe voluto baciarla,abbracciarla,
sorriderle, anche esserle semplicemente amico. Ma era ancora troppo
deluso e ferito per mostrarle questa grande debolezza.
Cade
la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch’io la pace
Cade
la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c’è
aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia
stessa pioggia sporca
Aveva
applaudito ai suoi colleghi, mentre si inchinavano per l'ultima volta
di fronte alle centinaia di persone dentro quella platea. Aveva
sentito molte signore fare dei commenti sui ballerini e le loro
“conchiglie” , si era trattenuta dal ridere, anche
perchè la sua
risata sarebbe stata più forte della musica.
Era
rimasta seduta sulla poltrona, in silenzio, con gli occhi chiusi ad
aspettare, ma soprattutto ad ascoltare i rumori provenire da dietro
le quinte. Quando aveva riaperto gli occhi, aveva visto Giorgio
seduto al bordo del palco, intento a fissarla, lei aveva fatto un
mezzo sorriso inclinando la testa, e lui aveva distolto lo sguardo.
Dopo vari minuti si era alzata per raggiungere Alessandra, sarebbero
dovute tornare in albergo insieme.
-Andreji
mi ha invitata a fare un passeggiata per il lungomare, non potevo non
accettare, mi dispiace.
-Hai
fatto benissimo. Sono contenta per te, e comunque si vede lontano un
miglio che gli piaci, soprattutto da come ti bacia in scena!
-Non
ti ci mettere anche tu. Ci sentiamo domani mattina e ti racconto
tutto.
Si
erano abbracciate, e poi incamminate verso due direzioni diverse.
Marta con le mani in tasca dei suoi pantaloncini rosa antico stava
uscendo dal teatro, quando si sentì chiamare. Era Giorgio.
Con il
fiatone correva verso lei, e preoccupato le aveva chiesto dove stesse
andando, dopo avergli dato la risposta, si era offerto di fare strada
insieme. Era arrabbiato, ma non così tanto da volerla vedere
morta,
o rapita, anche perchè era innamorato.
Per
tutto il tragitto erano rimasti in silenzio, un tremendo ed
imbarazzante silenzio.
-Siete
stati bravi questa sera.
-Grazie.
-Domani
a che ora si parte?
-Non
lo so, di solito dopo pranzo.
L'aveva
accompagnata fino davanti la porta della camera. Mani in tasca e
sguardo basso. Dalla borsetta Marta aveva preso la scheda per
entrare, e strisciandola, aveva aperto la porta.
-Grazie
ancora.
Capendo
che era il momento di salutarla, che non avrebbe visto i suoi occhi,
il suo corpo, il suo sorriso fino al giorno dopo, Giorgio aveva
alzato lo sguardo, e si era leggermente avvicinato a lei, un passo
dopo l'altro di entrambi ed erano troppo vicini. Marta gli aveva
sussurrato un “mi manchi” e lui aprendo le braccia
l'aveva
accolta, stringendola a sé. Respirando il suo profumo.
Dimmi
a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra
passione che muore in un angolo
E dimmi a che serve sperare
se
piove e non senti dolore
come questa mia pelle che muore
che
cambia colore
che cambia l’odore
Lei
aveva alzato lo sguardo, cercando quello di lui.
-Perchè
ci stiamo facendo questo?
-Non
lo so. Dovrei andare via, ma non ho la forza.
-E
allora non farlo.
-Non
posso stare qui, con te. E' sbagliato.
-No.
E' sbagliato non essere insieme. Perchè non lo capisci?
Perchè non
vuoi capire quanto ti amo?
Tutto
troppo veloce, o forse troppo lento come nei film. Giorgio l'aveva
alzata, prendendola in braccio e baciandola. Marta gli si era
aggrappata al collo per non cadere, mentre al contrario, delle
lacrime cadevano lungo il suo viso.
Tu
dimmi poi che senso ha ora piangere
piangere addosso a me
che
non so difendere questa mia brutta pelle
così sporca
tanto
sporca
com'è sporca
questa pioggia sporca
Si ma tu non
difendermi adesso
tu non difendermi adesso
tu non difendermi
piuttosto torna a fango si ma torna
Aveva
pianto per tutto il tempo del bacio, ma non erano lacrime di
tristezza, ovviamente no. Erano lacrime di gioia miste a dolore,
perchè non sapeva il motivo per cui Giorgio la stesse
baciando.
-Perchè
piangi?
-Perchè
ho paura di quello che mi dirai adesso. E tu perchè stai
piangendo?
-Perchè
ho paura che questo sia un sogno.
-Sono
una stupida, sono stata una cretina.
-Mi
dispiace non averti rivolto parola, ed aver avuto quella reazione,
avrei dovuto ascoltarti e capirti?
-Cosa?
No.. è tutta colpa mia, smettila di dire così.
Smettila di parlare.
Baciami.
Avevano
sorriso sulle loro stesse labbra ed avevano ripreso a baciarsi.
E
dimmi che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la
nostra passione non muore
ma cambia colore
tu fammi sperare
che piove e senti pure l’odore
di questa mia pelle che è
bianca
e non vuole il colore
non vuole il colore
Giorgio
aveva spinto la porta entrando in camera, e poi l'aveva chiusa con il
piede. Non avevano fretta, erano solo avvolti da una strana aura di
passione ed amore. I loro sentimenti erano diversi. Erano consapevoli
di quello che stavano facendo. Consapevoli che se non si fossero
fermati avrebbero intrapreso due strade, o quella di tornare insieme,
o quella di lasciarsi per sempre. Ma in quel momento non avevano
intenzione di lasciare l'uno le labbra dell'altro. Si erano privati
dei loro vestiti, cercando di stare sempre uniti, perchè
avevano
bisogno di sentirsi vicini. E quando furono completamente nudi,
Giorgio aspettò un attimo prima di entrare in lei. L'aveva
guardata,
sorridendo, con ancora gli occhi lucidi, di pianto e d'amore.
L'aveva
baciata dappertutto facendola ridere. E poi avevano fatto l'amore.
Perchè era così che doveva essere, non potevano
stare lontani.
Erano stati creati per appartenersi.
La
mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
scrivi tu la fine
io sono pronto
non voglio stare sulla soglia della nostra
vita
guardare che è finita
nuvole che passano e scaricano
pioggia come sassi
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri
passi
la strada che noi abbiamo fatto insieme
gettando sulla
pietra il nostro seme
a ucciderci a ogni notte dopo rabbia
gocce
di pioggia calde sulla sabbia
amore, amore mio
questa
passione passata come fame ad un leone
dopo che ha divorato la
sua preda ha abbandonato le ossa agli avvoltoi
tu non ricordi ma
eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre
tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
il tuono è solo un battito di cuore
e il lampo illumina
senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto
Quando
Marta aveva aperto gli occhi, la mattina dopo, non era più
nuda,
indossava le sue culottes, e la maglietta di Giorgio. Al pensiero
della notte trascorsa aveva sorriso e si era voltata per cercarlo, lo
aveva fatto lentamente per paura di non trovarlo. Ma lui era
lì.
Dormiva. Gli si era avvicinato facendosi piccola piccola, e
accoccolandosi tra le sue braccia, Giorgio si era svegliato,
stringendola.
-Buongiorno
dormiglione.
-Ma
se dormivi anche tu fino a dieci secondi fa.
-Non
è vero.
-Si
che è vero, perchè ho controllato io stesso.
-Stavi
facendo finta di dormire?
-Si,
volevo vedere cosa avresti fatto.
-E
ti è piaciuto cosa ho fatto?
-Si.
Mi era mancato tutto questo.
-Mi
manca ancora tutto questo. Dimmi che rimarrai, che non te ne andrai,
che quello che c'è tra noi due è ancora
salvabile. Perchè non
posso fare a meno di te.
-Non
posso farti promesse sul futuro, sono stanco di promettere. Posso
solo dirti, che per adesso non ho nessuna intenzione di staccarmi da
te.
-Se
dovessi sbagliare ancora, avrai tutto il diritto di odiarmi per
sempre.
-D'accordo.
Adesso stai zitta e godiamoci questi ultimi minuti a letto.
Oilà!! Allora, premetto che sto usando Nvu e spero proprio
che il capitolo risulti su efp esattamente come l'ho scritto o divento
una belva! :P Adesso passiamo al capitolo, che mi dite?!? *.* Contente?
L'altro giorno ascoltavo questa bella canzoncina e mi è
venuta l'ispirazione. Ho voluto collegare le parole della canzone al
rapporto tra Giorgio e Marta. Come al solito spero davvero che vi sia
piaciuto, grazie come sempre a chi legge in silezio e a chi commenta!
*_* Siete tutte grandiose e vi adoro, volevo dirvi che la storia non
durerà ancora per molto, non so ancora quanti capitoli ma
tra un pò giungerà al termine. Baci alla
prossima. ;)
Gruppo
su facebook Le
mie storie ed altro
Il
mio profilo
su facebook. (Thecarnival epf)
Vi
lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:
I’m
coming back home.
(Storia conlusa su Edward/Bella)
L’appartamento
accanto
(One-Shot Originale)
Past&present
(One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita.
Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)
Aspettando
l’alba
(Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer.
Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)
Stranger
with my face
(Storia in corso, originale. Thriller
rating rosso. Due gemelle nate a Londra sono state separate alla
nascita. Una è andata a vivere con la madre in America (la
madre
però poi è morta quando la bambina aveva 5 anni)
e un’altra è
rimasta a Londra con il padre. Nessuna delle due sa
dell’esistenza
dell’altra, fino a quando, per compiere una missione
pericolosa e
sbagliata, la gemella "cattiva" prenderà il posto
dell’altra, rapendola e facendola prigioniera con l'aiuto del
fidanzato e di una equipe di scienziati. )
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