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Autore: thecarnival    13/05/2011    4 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Marta è una ragazza di 23 anni: dolce, sensibile e a volte anche fragile. Nata e cresciuta in Sicilia, appunto per questo, è anche molto testarda, permalosa e gelosa. Ama danzare e per questa sua grande passione si trasferisce a Milano per studiare danza classica; questo suo grande amore per la disciplina la rende troppo “perfettina”. A Milano, oltre a frequentare l’università, entra a far parte di un’importante compagnia di ballo “School of Dancing” e incontra Giorgio. Lui è tutto il suo l’opposto, molto “vivi e lascia vivere”: è anche lui iscritto all’università ma solo per le feste e per accontentare il padre. Lui balla perché lo rende felice: perché quando lo fa è completo. Giorgio e la danza moderna sono una cosa unica, così come Marta e la danza classica. I due non si sopportano perché sono i due poli opposti di una calamita. Riusciranno a cambiare idea?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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21.Creati per appartenersi. -Cade la pioggia-



Cade la pioggia e tutto lava
cancella le mie stesse ossa
Cade la pioggia e tutto casca
e scivolo sull’acqua sporca

Ancora in sala prove per quella coreografia, Marco aveva proprio intenzione di uccidere Marta.


Sì, ma a te che importa poi
rinfrescati se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca


Non era più abituata a quel ritmo di prove, quindi a fine giornata era sempre esausta, con lividi in tutto il corpo. In quel modo poi, ovvero ballando continuamente aveva perso di vista il suo obiettivo principale: riavere l'amore di Giorgio. A proposito del ragazzo, i rapporti non erano migliorati, né peggiorati, erano rimasti al solito “ciao” “ciao” , a volte lui si sforzava di dirle anche “prova a darti meno slancio, così mi viene meglio a prenderti”. Nessun interesse sul suo stato d'animo o fisico. Giorgio era, disinteressato. Distaccato.


Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi


Era arrivata prima in sala, perchè lei non aveva molto da fare. Stare in albergo le dava noia, andare in giro per la città era troppo noioso e costava troppa fatica, quindi, l'unica cosa positiva era andare in sala prove, almeno c'era un po' d'aria condizionata.

-Sei già qui?

-Tre parole adesso significano, tre parole in meno dopo?

-Non fare la stupida. Come mai sei qui?

-Non avevo di meglio da fare, tu? Hai finito le prove di là?

-Si. Questa sera è l'ultima volta che andiamo in scena, non avevamo molto da fare, dopo una settimana di spettacolo.

-Capisco. Non sei stanco? Hai lo spettacolo, le prove per farlo, e in più le prove con me, che ancora non ho capito a che servono.

-Non sono stanco. Dai inizia.

-Sissignore.

Lei gli aveva sorriso, lui aveva risposto con una piccola smorfia. La verità era che lui, avrebbe voluto baciarla,abbracciarla, sorriderle, anche esserle semplicemente amico. Ma era ancora troppo deluso e ferito per mostrarle questa grande debolezza.


Cade la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch’io la pace
Cade la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c’è aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca


Aveva applaudito ai suoi colleghi, mentre si inchinavano per l'ultima volta di fronte alle centinaia di persone dentro quella platea. Aveva sentito molte signore fare dei commenti sui ballerini e le loro “conchiglie” , si era trattenuta dal ridere, anche perchè la sua risata sarebbe stata più forte della musica.

Era rimasta seduta sulla poltrona, in silenzio, con gli occhi chiusi ad aspettare, ma soprattutto ad ascoltare i rumori provenire da dietro le quinte. Quando aveva riaperto gli occhi, aveva visto Giorgio seduto al bordo del palco, intento a fissarla, lei aveva fatto un mezzo sorriso inclinando la testa, e lui aveva distolto lo sguardo. Dopo vari minuti si era alzata per raggiungere Alessandra, sarebbero dovute tornare in albergo insieme.

-Andreji mi ha invitata a fare un passeggiata per il lungomare, non potevo non accettare, mi dispiace.

-Hai fatto benissimo. Sono contenta per te, e comunque si vede lontano un miglio che gli piaci, soprattutto da come ti bacia in scena!

-Non ti ci mettere anche tu. Ci sentiamo domani mattina e ti racconto tutto.

Si erano abbracciate, e poi incamminate verso due direzioni diverse. Marta con le mani in tasca dei suoi pantaloncini rosa antico stava uscendo dal teatro, quando si sentì chiamare. Era Giorgio. Con il fiatone correva verso lei, e preoccupato le aveva chiesto dove stesse andando, dopo avergli dato la risposta, si era offerto di fare strada insieme. Era arrabbiato, ma non così tanto da volerla vedere morta, o rapita, anche perchè era innamorato.

Per tutto il tragitto erano rimasti in silenzio, un tremendo ed imbarazzante silenzio.

-Siete stati bravi questa sera.

-Grazie.

-Domani a che ora si parte?

-Non lo so, di solito dopo pranzo.

L'aveva accompagnata fino davanti la porta della camera. Mani in tasca e sguardo basso. Dalla borsetta Marta aveva preso la scheda per entrare, e strisciandola, aveva aperto la porta.

-Grazie ancora.

Capendo che era il momento di salutarla, che non avrebbe visto i suoi occhi, il suo corpo, il suo sorriso fino al giorno dopo, Giorgio aveva alzato lo sguardo, e si era leggermente avvicinato a lei, un passo dopo l'altro di entrambi ed erano troppo vicini. Marta gli aveva sussurrato un “mi manchi” e lui aprendo le braccia l'aveva accolta, stringendola a sé. Respirando il suo profumo.


Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo
E dimmi a che serve sperare
se piove e non senti dolore
come questa mia pelle che muore
che cambia colore
che cambia l’odore


Lei aveva alzato lo sguardo, cercando quello di lui.

-Perchè ci stiamo facendo questo?

-Non lo so. Dovrei andare via, ma non ho la forza.

-E allora non farlo.

-Non posso stare qui, con te. E' sbagliato.

-No. E' sbagliato non essere insieme. Perchè non lo capisci? Perchè non vuoi capire quanto ti amo?

Tutto troppo veloce, o forse troppo lento come nei film. Giorgio l'aveva alzata, prendendola in braccio e baciandola. Marta gli si era aggrappata al collo per non cadere, mentre al contrario, delle lacrime cadevano lungo il suo viso.


Tu dimmi poi che senso ha ora piangere
piangere addosso a me
che non so difendere questa mia brutta pelle
così sporca
tanto sporca
com'è sporca
questa pioggia sporca
Si ma tu non difendermi adesso
tu non difendermi adesso
tu non difendermi
piuttosto torna a fango si ma torna


Aveva pianto per tutto il tempo del bacio, ma non erano lacrime di tristezza, ovviamente no. Erano lacrime di gioia miste a dolore, perchè non sapeva il motivo per cui Giorgio la stesse baciando.

-Perchè piangi?

-Perchè ho paura di quello che mi dirai adesso. E tu perchè stai piangendo?

-Perchè ho paura che questo sia un sogno.

-Sono una stupida, sono stata una cretina.

-Mi dispiace non averti rivolto parola, ed aver avuto quella reazione, avrei dovuto ascoltarti e capirti?

-Cosa? No.. è tutta colpa mia, smettila di dire così. Smettila di parlare. Baciami.

Avevano sorriso sulle loro stesse labbra ed avevano ripreso a baciarsi.


E dimmi che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione non muore
ma cambia colore
tu fammi sperare
che piove e senti pure l’odore
di questa mia pelle che è bianca
e non vuole il colore
non vuole il colore


Giorgio aveva spinto la porta entrando in camera, e poi l'aveva chiusa con il piede. Non avevano fretta, erano solo avvolti da una strana aura di passione ed amore. I loro sentimenti erano diversi. Erano consapevoli di quello che stavano facendo. Consapevoli che se non si fossero fermati avrebbero intrapreso due strade, o quella di tornare insieme, o quella di lasciarsi per sempre. Ma in quel momento non avevano intenzione di lasciare l'uno le labbra dell'altro. Si erano privati dei loro vestiti, cercando di stare sempre uniti, perchè avevano bisogno di sentirsi vicini. E quando furono completamente nudi, Giorgio aspettò un attimo prima di entrare in lei. L'aveva guardata, sorridendo, con ancora gli occhi lucidi, di pianto e d'amore.

L'aveva baciata dappertutto facendola ridere. E poi avevano fatto l'amore. Perchè era così che doveva essere, non potevano stare lontani. Erano stati creati per appartenersi.


La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
scrivi tu la fine
io sono pronto
non voglio stare sulla soglia della nostra vita
guardare che è finita
nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi
la strada che noi abbiamo fatto insieme
gettando sulla pietra il nostro seme
a ucciderci a ogni notte dopo rabbia
gocce di pioggia calde sulla sabbia
amore, amore mio
questa passione passata come fame ad un leone
dopo che ha divorato la sua preda ha abbandonato le ossa agli avvoltoi
tu non ricordi ma eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
il tuono è solo un battito di cuore
e il lampo illumina senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto


Quando Marta aveva aperto gli occhi, la mattina dopo, non era più nuda, indossava le sue culottes, e la maglietta di Giorgio. Al pensiero della notte trascorsa aveva sorriso e si era voltata per cercarlo, lo aveva fatto lentamente per paura di non trovarlo. Ma lui era lì. Dormiva. Gli si era avvicinato facendosi piccola piccola, e accoccolandosi tra le sue braccia, Giorgio si era svegliato, stringendola.

-Buongiorno dormiglione.

-Ma se dormivi anche tu fino a dieci secondi fa.

-Non è vero.

-Si che è vero, perchè ho controllato io stesso.

-Stavi facendo finta di dormire?

-Si, volevo vedere cosa avresti fatto.

-E ti è piaciuto cosa ho fatto?

-Si. Mi era mancato tutto questo.

-Mi manca ancora tutto questo. Dimmi che rimarrai, che non te ne andrai, che quello che c'è tra noi due è ancora salvabile. Perchè non posso fare a meno di te.

-Non posso farti promesse sul futuro, sono stanco di promettere. Posso solo dirti, che per adesso non ho nessuna intenzione di staccarmi da te.

-Se dovessi sbagliare ancora, avrai tutto il diritto di odiarmi per sempre.

-D'accordo. Adesso stai zitta e godiamoci questi ultimi minuti a letto.

Oilà!! Allora, premetto che sto usando Nvu e spero proprio che il capitolo risulti su efp esattamente come l'ho scritto o divento una belva! :P Adesso passiamo al capitolo, che mi dite?!? *.* Contente? L'altro giorno ascoltavo questa bella canzoncina e mi è venuta l'ispirazione. Ho voluto collegare le parole della canzone al rapporto tra Giorgio e Marta. Come al solito spero davvero che vi sia piaciuto, grazie come sempre a chi legge in silezio e a chi commenta! *_* Siete tutte grandiose e vi adoro, volevo dirvi che la storia non durerà ancora per molto, non so ancora quanti capitoli ma tra un pò giungerà al termine. Baci alla prossima. ;)

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Vi lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:

I’m coming back home. (Storia conlusa su Edward/Bella)

L’appartamento accanto (One-Shot Originale)

Past&present (One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita. Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)

Aspettando l’alba (Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer. Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)

Stranger with my face (Storia in corso, originale. Thriller rating rosso. Due gemelle nate a Londra sono state separate alla nascita. Una è andata a vivere con la madre in America (la madre però poi è morta quando la bambina aveva 5 anni) e un’altra è rimasta a Londra con il padre. Nessuna delle due sa dell’esistenza dell’altra, fino a quando, per compiere una missione pericolosa e sbagliata, la gemella "cattiva" prenderà il posto dell’altra, rapendola e facendola prigioniera con l'aiuto del fidanzato e di una equipe di scienziati. )


   
 
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