Auguri
«Nii-saaaan!»
gridò Sasuke con entusiasmo, «nii-saaaan!»
continuò a strillare dal soggiorno, «nii-san,
auguri!» concluse infine il marmocchio, accostandosi alla
porta della camera di Itachi e appoggiando l'orecchio alla porta.
Le
grida di Sasuke rimbombavano ancora fra le mura della casa, rimbalzando
da parete a parete, ma dalla stanza di Itachi pareva non provenisse
alcun rumore.
Il bambino sbuffò, che
il fratellone stesse ancora dormendo?
Ma
Itachi, lui non era affatto nel mondo dei sogni. Era desto, destissimo,
peccato solo che il risveglio non fosse stato dei migliori ― le urla di
Sasuke non preannunciavano mai nulla di buono, soprattutto quando erano
urla di quel tipo; perchè quando strillava a quel modo
l'adorabile
mocciosetto era terribilmente pericoloso.
Era quindi sotto le
proprie calde coperte, quando la consapevolezza che lui stesse
arrivando colse Itachi di sorpresa. Quell'uragano fatto a bambino stava
avanzando, ne era perfettamente conscio e, quando la minuta figura del
fratellino aprì timorosamente la porta per poi, una volta
preso
coraggio, fiondarsi sul letto a tutta velocità, Itachi
capì che per
quella mattina aveva dormito a sufficienza.
Ciononostante lui ci
provò, tentò di ignorare il dolce peso di Sasuke,
che a quel punto
gravava sul suo petto, ma il bambino non se ne andò
né sparì
magicamente.
Non voleva proprio lasciargli ancora qualche minuto di
sonno e, dopo qualche secondo cominciò palpitante a
saltargli
(addirittura) addosso.
Svogliatamente, sollevandosi sulle braccia,
allora il maggiore tentò di fermarlo, di bloccare quel
catastrofico di
Sasuke, ma quello, imperterrito, continuò a saltellare e non
accennò
minimamente a smettere.
«Grazie,
otouto» bofonchiò quindi, con la
bocca ancora impastata per il sonno.
«Ehi, nii-san!»
e Sasuke smise di saltare sul letto e su di lui, «te la
ricordi? Ti ricordi la promessa?» domandò
sorridente.
«Promessa?»
Sasuke gonfiò le guance irritato.
«Sì,» strillò, per poi
aggiungere «la promessa!»
Itachi,
assonnato, lo guardò e provò a ripensare agli
ultimi dialoghi avuti con
il marmocchio, ma non servì a niente. L'unica cosa che gli
venne in
mente fu la torta preparata da sua madre il giorno prima, quella che
stava in soggiorno ad aspettare solo lui.
Giunse così alla
constatazione che tutta la stanchezza accumulata durante le missioni
doveva avergli di certo giocato brutti scherzi.
Ora nemmeno ricordava le cose, e quella promessa proprio non accennava
a tornargli alla mente.
«Otouto»
sospirò.
«Si?»
«Mi puoi rinfrescare la memoria?» chiese con calma.
«Ti sei dimenticato la mia promessa!»
cominciò a lagnarsi Sasuke, capriccioso, voltando la testa
di lato per protesta.
Itachi si portò una mano al capo, diplomatico.
«Sasuke, se mi dici la promessa, potrò
mantenerla.»
Sasuke
lo guardò, poi «No, non te lo dico!»
affermò serio, «e, siccome l'hai
dimenticata, farai quello che dico io per farti perdonare!»
aggiunse
poco dopo.
Itachi sorrise.
«Non ti sembra eccessivo, otouto?»
Il bambino scosse la testa e lui tentennò.
«E va bene, otouto. Farò come vuoi.»
«Un, due, tre...»
Dei passi frettolosi scandivano il tempo.
«Quattro, cinque, sei...»
«Nii-san,
non spiare!» borbottò Sasuke.
«Sette, otto. Ehi, non vai a nasconderti? Nove,
dieci...»
«Tanto non mi troverai mai!»
«Quarantasette, quarantotto, quarantanove,
cinquanta» finì Itachi per poi gridare
«arrivo!»
In
tutta la casa non un rumore riecheggiava, nemmeno il ticchettio
dell'orologio, ma per Itachi cogliere il lieve respiro affannato del
fratellino non fu difficile.
«Chissà. Dove sarà mai finito il mio otouto?»
chiese il maggiore alla casa; non ricevette alcuna risposta.
Sorrise.
Quando
sentì uno scalpiccio provenire dal salotto,
guardò fuori dalla
finestra, Itachi, e si allontanò dalla postazione di conta.
Solamente quando sentì tana
gridato vittoriosamente dal marmocchio, tornò sui suoi passi
e, quando
un Sasuke saltellante lo accolse gridando «ho vinto io! Ho
vinto io!»,
rimase in silenzio, per poi esordire con un «bravo Sasuke,
sei riuscito
a battermi.»
Come avrebbe voluto che tutti i giorni fossero così: il più bel
compleanno di sempre. |
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