OK.. prima di tutto ci
scusiamo per il “ritardo” ehm....
Tra l'altro abbiamo
appena notato che è un mese esatto o__o (ma è
stato tutto voluto u.u tanto si sa che con noi è sempre
tutto voluto... programmato meeeeesi prima.. u.u *ogni riferimento al
capitolo della morte è puramente casuale*hahaha)
In realtà
abbiamo deciso di di aspettare perché ci tenevamo ad essere
insieme a postare l'epilogo di questa nostra creatura. *__*
Ebbene si.. infatti
siamo di nuovo insieme *_* Stavolta io (Fio) mi sono auto-invitata a
casa di Cloe u.u quindi stiamo sui monti insieme! Stile Heidi! *__*
hahahaha
I monti ci
sorridono.. le caprette ci fanno ciao.... ci siamo fatte qualche grammo
di cocaina come lei...
Insomma, tutto nella
norma u.u
Vabbè..
inutile dire che quando siamo insieme siamo leggermente più
sclerate o_O si sarà notato o_O haha Quindi non vi rubiamo
altro tempo, vi lasciamo al capitolo... e ci vediamo in fondo per un
bel pianto tutte insieme appassionatamente T__T
Ladies and
Gentlemen... Ecco a voi l'ADDIO ETERNO a Joy ç___ç
HERE WHERE
THE HEART IS (Cloe & Fio)
KRISTEN POV
“Ma porca
miseria, no!!”
Scattai seduta sul
letto non appena sentii Rob urlare ed imprecare. Come faceva in pratica
ogni singola, dannata mattina da quando eravamo arrivati a
Londra durante l’estate.
Anzi, mi correggo, non
da quando eravamo arrivati. Esattamente solo dal mese prima, quando Joy
aveva scelto il suo nuovo regalo di compleanno.
O meglio, ripensai
gettandomi di nuovo fra i cuscini, forse era il regalo che aveva scelto
lei.
Letteralmente.
Ma non potei non
sorridere ricordando come, quel giorno, la nostra famiglia avesse avuto
una nuova splendida aggiunta.
“Joy
ma non potevi essere una bambina come tutte le altre e chiedere una
bambola per i tuoi tre anni?” sbuffai mentre ci
aggiravamo accaldati e sudati per uno dei numerosi canili di
Londra.
Beh,
dovevo ammettere che se ci trovavamo lì era fondamentalmente
colpa mia. La settimana precedente io e Joy ci eravamo ritrovate
davanti alla tv a guardare i cartoni pomeridiani sulla BBC quando,
improvvisamente, avevano dato uno spot che mostrava come un canile poco
fuori città accogliesse cani abbandonati o randagi
provenienti da tutta l’area urbana intorno alla
città. Dire che Joy era rimasta scioccata era un eufemismo.
Nel corso dell’ultimo anno era diventata una bambina
brillante e sensibile e in realtà ero tremendamente
orgogliosa del fatto che non si capacitasse di come alcune persone
potessero abbandonare un animaletto morbido e carino da solo al suo
destino.
E
in effetti non lo capivo neppure io, ma se c’era una cosa che
avevo imparato essendo famosa era che, molto probabilmente, non avrei
mai capito la maggior parte delle persone.
Comunque
Joy tanto aveva detto e fatto che, ovviamente, era riuscita a
strapparci la promessa di portarla al canile per il giorno del suo
terzo compleanno. E Joy, al contrario di molti altri bimbi della sua
età, non si dimenticava facilmente delle cose.
“Joy
vuole vedele cagnolini!” esclamò iniziando a
correre tutto attorno finchè Rob non la afferrò
facendole fare l’aeroplanino in aria. La tenne sollevata per
pochi secondi prima di rimetterla a terra, fingendo un’aria
distrutta ed il fiatone che in realtà non aveva.
“Oddio
oddio non ce la faccio. Joy ormai sei così grande.
Papà non ce la fa più a tenerti in
braccio”
Gli
occhi di Joy si spalancarono per lo stupore e vidi un lampo di paura
attraversarle il volto. Perché se c’era una cosa
di cui ero convinta sin dal giorno in cui aveva emesso il suo primo
vagito era che Joy Pattinson fosse una piccola principessa di
papà.
“Papà…schezzi,
velo?” balbettò
“Mmmmm,
non lo so.” Disse accucciandosi a terra “Forse con
un bacio molto grosso. Ma intendo enoooooorme
allora…”
Mia
figlia non gli diede il tempo di finire che si precipitò tra
le sue braccia riempiendogli il viso di baci. Rob fece una faccia
buffissima, piegando le braccia come se stesse tastando la forza dei
suoi muscoli, prima di afferrare Joy, lanciarla un poco per aria,
facendola ricadere tra le sue braccia.
A
me prese un attimo un colpo per la paura ma lei dovette divertirsi
parecchio per continuò ad urlare ‘Ancora,
ancora’ finchè Rob non la accontentò
svariate volte.
“Grrrrr,
visto principessa? I tuoi bacini mi hanno fatto ritornare
forte!”
Si
strinsero in un abbraccio che mi fece fremere il cuore per
l’emozione nel vedere il loro rapporto così solido
e profondo. Perché se c’era una cosa di cui ero
orgogliosa nella mia vita era la mia famiglia. La mia piccola perfetta
famiglia…
Joy
scese dalle braccia di Rob solo quando la ragazza che ci accompagnava
nel giro annunciò che eravamo arrivati alla zona dove
tenevano i recinti dei cuccioli e la mia piccola divenne troppo
eccitata per stare in braccio.
Corse
davanti a noi, urlando di muoverci e non potei fare a meno di sorridere.
“Che
cosa ti diverte tanto?” Rob fece scivolare una mano sulla mia
vita, pizzicandomi piano il fianco.
“Al
fatto che…il tempo passa così in fretta. E che mi
sembra impossibile che siano già passati tre anni”
“Già.”
“Insomma”
scherzai “Sono già tre anni che io a
quest’ora me ne stavo..vediamo..” controllai
l’ora e feci un rapido calcolo “Si mi stavo
lentamente e dolorosamente dilatando per mettere al mondo tua figlia. E
tu invece gironzolavi per la città cercando di arrivare
puntuale da me e con un enorme bernoccolo sulla
testa…”
Alzò
gli occhi al cielo. “Non me lo lascerai mai passare
eh?”
“Direi
di no” scoppiai a ridere “Insomma un parto podalico
senza nemmeno un po’ di anestesia e un piccolo incidente
d’auto. Non ci sono paragoni. Senza contare che il fatto di
salire proprio sul taxi che viene tamponato da un auto proprio quando
hai una fretta incredibile…beh questa sia chiama
sfiga!”
“Ok,
ok,ok” alzò le braccia al cielo e poi, veloce come
la luce, mi afferrò per i fianchi e mi fece volteggiare
“facciamo meno le spiritose signora Pattinson e vediamo di
concentrarci su nostra figlia.”
Gli
baciai veloce le labbra. “Su nostra figlia e sul fatto che
non, e sottolineo non, sceglierà il suo regalo di compleanno
in questo posto. Perché ti giuro Rob che se hai
già avuto una brillante idea come quella dell’anno
scorso e ora oltrepasso l’angolo e mi ritrovo un cucciolo di
qualsivoglia razza con un fiocco attaccato al collare con su scritto
‘Buon Compleanno Joy’…beh diciamo che
sarai in guai molto molto seri.”
Mi
carezzò la gamba quasi completamente scoperta per via dei
pantaloncini leggeri che indossavo. “Così seri che
mi punirai?”
Gli
diedi una manata sulla spalla. “Pervertito.”
“Andiamo…ti
piace il mio lato pervertito…Anzi ieri sera mi sembrava ti
piacesse molto…”
“Ora
Joy” gli sfiorai la guancia con le labbra prima di
sussurrare: “Stanotte pensiamo a una bella
punizione…”
Non
ebbe neppure il tempo di rispondere che la vocina eccitata di nostra
figlia ci interruppe riportandoci alla realtà.
“Mamma!
Papà! Guaddateeeeeeeeeeeeeee!”
Saltellò
felice da un recinto all’altro. I cuccioli erano divisi a
seconda della razza di appartenenza e subito notai uno dei numerosi
cartelli che invitava le persone a non toccarli senza permesso.
“Joy
amore non accarezzarli, mi raccomando. Potrebbero morderti.”
Lei
si voltò e mi fissò contrariata “Ma
papà lo sta facendo!”
Puntò
il dito alle mie spalle e mi bastò un secondo per vedere Rob
che si era letteralmente fondato da alcuni cuccioli di Beagle che ora
gli leccavano allegramente il viso.
Ecco,
io lo sapevo, lo sapevo…
“Non
si preoccupi signora. Gli avvisi sono più che altro per
proteggere i cani, non le persone. Alcuni bambini tendono a stringerli
e schiacciarli troppo e non vorremmo incidenti.”
Sospirò “Ma beh…sua figlia sembra una
bambina così dolce e affidabile che non ci saranno problemi
di sicuro. Mmmm per esempio là ci sono dei San
Bernardo…perfetto!”
Sbattè
le ciglia un po’ troppe volte perché non capissi
che probabilmente il nostro cognome era il solo motivo per cui si
facesse un’eccezione alla regola.
“Mamma
ti plego potto andale a calezzale i cagnolini??” Joy si
aggrappò alle mie gambe alzando il visino su di me e
osservandomi da sotto le sue lunghe ciglia chiare. Il sole le
illuminava le lentiggini e non l’avevo mai vista
più bella e dolce di così.
“Ma
sì certo amore” mi accucciai alla sua altezza per
abbracciarla forte “Vai a giocare un po’ con i
cagnolini, ma fai come ti dice la signorina, capito?”
Annuì
rapida, prima di scoccarmi un sonoro bacio e correre via.
Sperai
vivamente che non si facesse venire idee strane in mente ma, non appena
mi diressi verso Rob, capii che non era Joy quella di cui dovevo
preoccuparmi di più.
“Kris
guarda che..”
“No”
lo bloccai prima che potesse dire altro “Non ti..non ci
provare o..”
“Ciao
Kris” Rob ricominciò a parlare, questa volta
però facendo la vocina triste e depressa che nella sua mente
malata sarebbe dovuta appartenere al cucciolotto fra le sue braccia
“Sono piccolo…”
“Rooob!”
“…solo…”
“No,
smettila, non prenderemo un cane!”
“…abbandonato
da tutti. Non vedi il mio sguardo triste e abbattuto mentre me ne sto
qui tutto solo? E tutto ciò che chiedo è una
famiglia, un po’ di affetto. Guarda i miei occhioni nocciola,
guardali …”
“No,
non li guardo perché i miei occhi sono chiusi” mi
portai le mani al viso “Serrati, cuciti col filo. Pinzati con
le graffette, sbarrati a doppia mandata. Non cederò, non
cederò e non cederò. Non hai tutto questo potere
su di me, bello mio.”
Improvvisamente
scoppiò a ridere così forte che mi azzardai a
sbirciare e vidi subito che aveva rimesso il beagle a terra e, ora, si
teneva la pancia per le risate.
“Che
cosa diavolo…”
“Forse
IO non ho tanto potere. Ma qualcun altro…”
“Nessuno”
ribadii “E ripeto nessuno mi farà prendere un
cane. Fine della questione.”
E
ovviamente avevo parlato troppo presto.
“Mamma!
Mamma!”
Joy
percorse la breve distanza che la separava da noi con una corsa veloce,
nonostante reggesse fra le braccia un…
Oh,
no, ti prego no!
“Mamma,
papà!” esclamò “Voio
lui”
Ok,
Kris, calma, mantieni la calma. Ci sarà un modo ragionevole
per spiegare alla tua bimba di tre anni che non puoi prenderle un cane
senza sembrare una strega senza cuore, no?
“Amore”
iniziai con molta calma “Puoi giocare con lui per un
po’ ma…ma lo sai che non possiamo portarlo a casa
vero?”
Il
suo visino si trasformò in una maschera di delusione.
“Pecchè no??”
“Perché
noi viviamo lontano lontano durante l’anno. Ti ricordi che
mamma ti ha detto che noi veniamo a Londra solo per le vacanze?
Ecco….e poi abbiamo Cake a casa ora. E i micini e i cani non
vanno molto d’accordo.”
“Ma
no!” Joy scoppiò a ridere come se avessi detto una
sciocchezza “Gaffield e Odie sono amici!”
Certo
la sua logica da bimba di tre anni non faceva una piega ovviamente.
“Mamma
ti pleeeeeeego!”
Lancia
un’occhiata veloce a Rob, in cerca di aiuto.
“Mamma
ti pregooooooo!” disse ripetendo le parole della bimba.
Mi
chiedevo io, ma cosa avevo fatto di male per meritarmi quei due uniti
in ogni misfatto?
“Ragazzi
non è proprio il caso…”
“Ti
pregooooo”
“Ti
plegooooo. Mamma guadda che bello!”
Beh
bello…forse era una parola grossa. Era un cucciolo meticcio,
grigio, con varie macchie scure sparse sul corpo. E non mi stupii
affatto che Joy avesse notato proprio lui piuttosto che uno dei cani di
razza. Mi stupivo sempre di come, alle volte, mia figlia riuscisse a
guardare al di là dell’apparenza anche se era
ancora così piccola e innocente. Capiva subito se le si
diceva una bugia o non si era del tutto sinceri.
“Dai
mamma!”
“Ti
pleeegooo mamma!” incalzò Rob come se Joy non
fosse già abbastanza pericolosa da sola.
Lì,
così felice col suo cagnolino ed il suo papà a
giocare sul prato. Con i suoi occhioni verdi così simili ai
miei , eppure con il viso così simile a quello di Rob. Il
suo sorriso dolce, a cui non sapevo dire di no…
“Come
ce lo portiamo un cane a LA? Ci saranno vaccinazioni e moduli da
compilare e..”
“Abbiamo
ancora due mesi prima del ritorno negli USA. Mi occuperò io
di tutte le scartoffie burocratiche” Rob mi
abbagliò col suo sorriso.
“Ti
pleeegooo mamma!”
Non
cedere, non cedere.
“Io…”
“Ti
pleeeeegooo!”
Ok,
stai cedendo.
Cazzo.
Scossi
il capo, incredula di ciò che stavo per fare.
“Beh.
Benvenuto in famiglia allora!”
Carezzai
il musetto del cane proprio mentre lui fuggiva dalle braccia di Joy
terrorizzato, visto che lei si era gettata su di me facendomi
letteralmente finire a terra. Presto anche Rob si rotolò con
noi e si aggiunse a Joy nel baciarmi e abbracciarmi.
“Ti
voio bene mamma” mormorò mia figlia.
Rob
mi strinse forte e mi posò un lungo e sensuale bacio sul
collo.
“Anche
io ti voio bene mamma.”
Non riuscii a non
scoppiare a ridere. Perché se avere un nuovo animale ad ogni
compleanno era il prezzo da pagare per essere così felice
beh…allora lo avrei fatto più che volenteri.
“No, no, no!
Dannato animale”
Mi rotolai tra le
coperte ridendo come una pazza perché sapevo perfettamente
cos’era appena successo.
Spaventato dalle urla
di mio marito il nostro cagnolino saltò sul lettone,
accoccolandosi sotto le coperte contro il mio corpo. Affondai il volto
nel suo pelo morbido e tiepido, dello stesso profumo del bagnoschiuma
delle principesse Disney di Joy, con cui mia figlia lo aveva lavato la
sera precedente.
“Hai
combinato un altro casino eh? Devi imparare a chiedere quando devi fare
i tuoi bisogni”
Alzò il
muso, guardandomi con i suoi occhioni dolci e tristi spalancati, come a
chiedermi ‘Scusa Kris’. Come si faceva a restare
arrabbiati con uno sguardo simile, come?
“Vabbè
non fa nulla dai, imparerai.” Mormorai proprio mentre Joy
saltava sul lettone e si accoccolava fregandosi gli occhi
dall’altro lato di Bear.
Già,
perché il nostro nuovo cucciolo era stato battezzato Bear
dopo una lunga camera di consiglio tra Joy e Rob.
Il motivo di tal nome
ancora non mi era stato svelato.
“Ho tanto
tanto tonno. Pecchè papà ulla?”
“Perchè
si è un po’ arrabbiato con Bear. Deve aver fatto
di nuovo la pipì in cucina.”
“Beal
no” tentò di sgridarlo lei “Devi fale il
blavo.”
Proprio in quel
momento Rob entrò in camera, passandosi una mano fra i
capelli scompigliati, completamente assonnato.
“Mmmm fatemi
un po’ di spazio” brontolò avvicinandosi
al letto “Mi sono alzato all’alba per controllare
se aveva fatto pipì e l’aveva fatta. Sono
distrutto…”
Si bloccò
quando vide che non accennavamo a muoverci neppure di un millimetro.
“Beh, un
po’ di spazio per un uomo che ha fatto tutto il lavoro sporco
di pulizia, no?”
“Mmmm”
Volevo tenerlo sulle spine e farlo arrabbiare un po’. In
fondo era soprattutto colpa sua se stavamo accumulando animali su
animali. “No, scusa, usa il divano. Il tuo posto nel lettone
è già stato preso da un altro maschio. Vero
piccolo, dolce Bear. Ma quanto ti ama Kris eh? Tanto tanto
tanto..”
Rispose al mio gesto
d’affetto leccandomi il viso.
“ Oh amore
mio!” lo vezzeggiai.
“Amore
mio?” Rob alzò un sopraciglio
guardandomi scioccato “Cioè..preferisci lui a
me?”
“E’
morbido” mi strusciai contro Bear “Caldo,
profumato. Tu sei freddo…no, non ti
vogliamo.”
“Joy amore
di papà, tu mi vuoi vero”
“Papà
vai tul divano. Qui c’è Beal.”
Dovetti affondare il
volto sul cuscino per cercare di soffocare le risate ma non vi riuscii
e mi ritrovai a rotolare fra le coperte con Bear che abbaiava felice
saltellando e cercando di leccare il faccino di Joy.
“Oh Rob, la
tua faccia è ahahah impagabile. Oddio..sei stato
rimpiazzato. Non sei più l’uomo di casa. Un nuovo
uomo giovane e bello ti ha sostituito. Sorry.”
“Ridi
ridi..” mormorò uscendo dalla stanza, non prima ,
però, di avermi fatto l’occhiolino.
Sicuramente aveva in
mente qualcosa. Rob adorava quando lo provocavo soprattutto
perché sapeva sempre come vendicarsi.
Ma iniziai a pensare
di essermi sbagliata e che forse era semplicemente andato a guardare la
tv, quando dopo quasi mezz’ora non sentii alcun rumore.
Tutta la stanza era
calma e i raggi del sole del mattino entravano dalle persiane
leggermente aperte. Era un’altra bella giornata di sole,
forse un po’ anomala per Londra, eppure da quando eravamo
arrivati avevo iniziato a pensare che la voce che a Londra piovesse
sempre fosse solo un pregiudizio in fondo.
Guardai
l’orologio. Le sette.
Povero Rob, doveva
essersi alzato davvero prestissimo per ripulire.
Iniziava quasi a farmi
un po’ di tenerezza.
Questo
finchè…
“Sei finita
piccola!” Qualcosa, o meglio qualcuno, mi afferrò
per le caviglie e iniziò a solleticarmi i piedi.
“No Rob, no.
Ti prego il solletico noooo!”
“Mi hai
rimpiazzato eh. Sono da rottamare ahahah. Ti faccio vedere io”
Si sollevò
su di me, schiacciandomi contro il materasso e iniziando a solleticarmi
i fianchi.
“No, no. Ti
prego faccio…faccio tutto quello che vuoi.”
Si fermò
per osservarmi con un’occhiata maliziosa. “Ok, due
condizioni. Prima…Mi punisci?”
“Ancora con
questa storia?”.
Lanciai
un’occhiata veloce a Joy che infastidita di essersi svegliata
per colpa nostra ci fissava truce.
Si voltò
dall’altra parte coprendosi il capo col cuscino,
perché se c’era una cosa che di certo Joy non
amava era alzarsi presto la mattina.
“Punizione
eh?”
“Ahahah”
mi baciò il collo sussurrando: “Con manette e
frustino e tutto il resto…”
“Sei
serio?”
“Non ti
resta che dirmi di sì e scoprirlo mia cara” mi
sfidò
Beh, se voleva giocare
chi ero io per dirgli di no?
“Ci sto. E
la seconda condizione?”
Lasciò una
serie di baci che mi fecero tremare.
“La seconda
condizione è che…” infilò le
mani sotto la mia maglietta “..che veniate subito al parco
con me e il cagnaccio, sfaticate!”
Furono le sue ultime
parole prima di caricarci a forza sulle spalle tra le nostre urla di
divertimento.
“Dai
non ci credo, sei ancora geloso?”
Gli solleticai la
pancia infilando la mano sotto la sua maglietta.
“Io non sono
MAI stato geloso di un cane. E sottolineo mai.”
Ah ah, sì
certo, come no…
“Dai lo sai
che sei solo tu il grande amore della mia vita, no? L’unico,
il solo il migliore per sempre sempre sempre..”
Gli posai un leggero
bacio sulla guancia nonostante la cosa non fosse facile visti i
cappellini e gli occhiali da sole che entrambi indossavamo. Perfino Joy
era dotata di cappello –anti riconoscimento. Purtroppo
eravamo stati fotografati poche settimane prima e da allora i paparazzi
inglesi cercavano continuamente di beccarci in giro.
Cosa che francamente
non capivo. Insomma eravamo una famiglia e se dovevo essere sincera
anche una famiglia piuttosto noiosa. Andavamo a cena fuori, a
passeggiare, al cinema ma nulla di più. Che cosa credevano?
Che avrebbero scoperto davvero uno di noi due mano nella mano con un
altro?
Ridicolo…
“Ruffiana”
sussurrò mentre mi abbracciava con forza con un braccio e
tenendo il guinzaglio di Bear con l’altro. Joy invece era al
mio fianco, saldamente ancorata alla mia mano. Tendeva ad eccitarsi per
ogni piccola cosa, come la maggior parte dei bambini, e non volevo
rischiare che si perdesse mentre inseguiva un gattino o una paperella
al bordo del laghetto. E oltretutto Hyde Park era uno dei suoi luoghi
preferiti in assoluto a Londra.
D’un tratto
Bear si fermò e fece pipì contro un tronco
guardandoci, una volta che ebbe finito, con aria soddisfatta.
“Ecco bravo.
Qui la devi fare. Non sul pavimento della cucina”
sbottò Rob e non riuscii a trattenermi dal tirargli un
piccolo pugno sullo stomaco.
“Eddai. Come
fai ad essere arrabbiato con un cucciolo così
carino!”
“Beh,
carino…insomma. Sembra un po’ un cucciolo di
iena.”
Joy alle sue parole si
fermò e scrutò il padre con sguardo omicida.
“Beal
è bellittimo papà! Chiedi scusa tubito. Fai bacio
a Beal.”
Prese il cucciolo tra
le braccia e lo avvicinò a Rob che fu costretto a abbassarsi
e farsi dare una leccatina sulla guancia. In realtà lo vidi
immediatamente sciogliersi alle coccole del cane, perché
poteva fare il geloso quanto voleva ma io sapevo benissimo che lo amava
alla follia.
“Vitto? Beal
ti vuole tanto bene!”
“Ma
sì, sì, anche io ti voglio tanto bene
Bear.”
“Joy amore,
prendi il sacchettino” le misi in mano una bustina piena di
briciole di pane “Noi stiamo qui sul sentiero con Bear. Tu
perché non vai a dare da mangiare alle
anatre?”
Joy si
illuminò e corse i pochi metri che la separavano dallo
stagnetto in cui nuotavano alcuni anatroccoli appena nati con le loro
mamme.
“Awwww lo
sapevo che amavi Bear. Lo ami tanto tanto tanto!” continuai a
prenderlo in girò.
Lui sbuffò,
alzando gli occhi al cielo. “Ma certo che lo amo.
E’ un po’ come il secondo figlio che non
abbiamo.”
Ridacchiò
contento, probabilmente senza aver fatto troppo caso a ciò
che aveva detto.
Ma io
sì…io sì che ci avevo fatto caso.
Non appena le parole
gli erano uscite dalla bocca mi ero ritrovata paralizzata, il sorriso
che avevo solo pochi istanti prima sul viso, scomparso.
“Kris cosa
c’è?”
Scossi il capo.
“Nulla. Davvero niente. Solo un’ondata della stessa
nausea che avevo ieri sera. Sarà una specie di virus. Certo
ad Agosto… che sfiga.”
“Kris
non…”
Vidi i suoi occhi
spalancarsi nell’esatto istante in cui, probabilmente, si
rese conto di ciò che aveva detto.
“Amore…”
“No lascia
stare” lo bloccai subito. Avevamo già perso troppe
ore a paralare, discutere, cercare rassicurazioni. Non volevo rovinare
la giornata anche a Rob per l’ennesima volta.
“Ehi”
mi sollevò il volto con le dita finché non mi
ritrovai costretta a guardarlo “Vieni qui”
Mi prese teneramente
per mano e mi condusse ad una panchina lì accanto, da cui
continuavamo comunque a vedere Joy con chiarezza.
Bear si
accucciò ai nostri piedi.
“Te
l’ho detto, non fa niente.”
“Sì
che fa invece. E io sono un grandissimo idiota.”
Ecco, come al solito
si dava la colpa per qualcosa si cui non era assolutamente
responsabile. Di cui nessuno di noi era responsabile.
“Sto bene
Rob. Credimi. E’ stato solo….solo un
momento.” Cercai di convincere entrambi
“E’ già passato”
Si chinò e
mi sfiorò appena percettibilmente le labbra.
“Abbiamo
tempo Kris. Tutta la vita è davanti a noi, dobbiamo solo
avere un po’ di pazienza. Vedrai, arriverà. E se
anche non dovesse essere così…abbiamo sempre noi
tre. Anzi, noi cinque con Cake e Bear!”
Scoppiai a ridere
proprio mentre Joy si sbracciava verso di noi.
“Papàààà!!
Vieni qui! Vieni!”
“Vai
Rob” lo incoraggiai “Vorrà che la aiuti
a dare da mangiare agli anatroccoli.”
“Sicura?”
Annuii.
“Sì, io rimango qui con Bear ancora qualche
minuto. Ho davvero ancora un po’ di nausea da
ieri…”
“Sicura
davvero davvero?” mi carezzò premuroso la fronte
“Possiamo tornare a casa se vuoi.”
“ Ma no! Mi
basta qualche minuto seduta.”
“Ok”
Si alzò,
correndo da Joy e lasciandomi un attimo da sola, capendo che era
ciò di cui avevo davvero bisogno.
Insomma, era vero che
la sera prima non ero stata molto bene, ma ad essere sincera non sapevo
se la sensazione che mi attanagliava lo stomaco in quel momento fosse
dovuta solo a quello. O a ciò che aveva detto Rob per
sbaglio.
E’
come il secondo figlio che non abbiamo…
Una parte del mio
cuore sapeva che era sbagliato sentirsi in colpa ma…ma a
volte non riuscivo a non pensare a certe cose. Perché
comunque la si rigirasse era il mio corpo che non riusciva ad avere un
altro bimbo, era il mio corpo che si sentiva totalmente inutile e
sbagliato.
La prima volta che
avevamo davvero sperato potessi essere incinta era stato il giorno del
secondo compleanno di Joy. Ricordavo ancora perfettamente la mattina in
cui avevo subito la delusione di vedere il test negativo. La prima
delusione di tante…
E dopo un
po’ avevamo detto basta. Basta test, basta pensarci
troppo, basta sentirci responsabili di qualcosa che era al di
là del nostro controllo.
Avremmo
aspettato….e avremmo avuto fede.
E io, nonostante
tutto, ancora ne avevo tanta.
Alzai gli occhi e, per
un attimo, mi sentii incredibilmente stupida. Era vero, desideravo un
figlio. Ma la cosa che più volevo era che la mia famiglia
fosse unita e felice e quella sì che era una cosa che
già mi apparteneva.
Guardai Rob prendere
Joy sulle spalle e aiutarla a gettare il cibo anche agli anatroccoli
più lontani. Guardai Bear che scodinzolava felice di fronte
a me.
E presi un lungo e
profondo respiro.
“Andiamo
dalla nostra famiglia, vuoi?”
Mi alzai veloce
diretta da Rob e Joy ma, non appena feci un passo, il senso di nausea
di poco prima si fece più forte e fu presto accompagnato da
una serie di vertigini.
Ok Kris, respira,
respira…
“Rob..”
cercai di chiamarlo ma era troppo distante per potermi sentire.
E quando Bear
strattonò con forza il guinzaglio mi ritrovai presto a
terra, sdraiata tra la polvere del vialetto.
POV ROB
Quanto tempo era passato da quando eravamo su quell'ambulanza, non lo
sapevo né avevo intenzione di saperlo. Non poteva essere
quella la mia preoccupazione in quel momento. Non volevo che fosse il
pensiero del tempo che passava ad occupare i miei pensieri, avevo paura
di scoprire poi che ogni secondo che passava aveva solo peggiorato le
cose e non potevo permettermelo, non mentre vedevo gli infermieri
facilitarle la respirazione, non mentre le tenevo la mano, e non mentre
Joy era rifugiata tra le mie gambe impaurita e spaesata.
Non aveva ancora detto
una parola da quando l'ambulanza aveva caricato Kristen su una barella
ed eravamo saliti con loro. Immaginavo che vedere la madre
così doveva scombussolarla parecchio.. Certo Kristen era
stata peggio ma lei non poteva sicuramente ricordarlo.
Lanciai un'occhiata a
Bear che era accucciato in un angolo del mezzo e non dava alcun
problema per i movimenti e non potei non pensare
all'assurdità della situazione.
Forse era un sogno,
cercavo di convincermene. Ero riuscito a mantenere il contatto con la
realtà giusto in tempo per chiamare l'ambulanza e mia madre.
Loro sarebbero di certo arrivati all'ospedale prima di noi per la loro
posizione e avevo bisogno che qualcuno si occupasse di Joy
perché io.. io dovevo occuparmi di Kristen, dovevo aprire
gli occhi, accettare quello che stava succedendo e ripetermi che non
era nulla di grave.
Nulla di grave. Solo
uno svenimento. Nulla di grave.
Sentii Joy stringere
le braccine attorno alla mia vita e affondare la testa contro la mia
pancia e mi si strinse il cuore.
Lasciando
a malincuore la mano di Kristen la presi in braccio e la strinsi a me,
cullandola e sussurrandole che andava tutto bene.
“Non
è niente amore..” continuavo a dirle mentre lei
forzava la presa dei suoi pugni sulla mia maglia, aggrappandosi a me
con tutta la forza di cui era capace.
“Papà
cos'ha la mamma..?” disse con voce tremante parlando per la
prima volta da quando tutto era successo velocemente.
“Niente
amore, va tutto bene.. Non ti preoccupare.. Starà
benissimo..” fu tutto quello che riuscii a sussurrarle
pregando il cielo che fosse vero, pregando Dio di darmi la forza di
convincermene.. perché non avrei davvero potuto sopportare
oltre.. Sembrava che il mio cuore avesse già vissuto cento
anni di vita, con tutte le gioie e i dolori annessi.. Sembrava che
stesse invecchiando troppo in fretta non lasciandomi la
possibilità di godere le gioie della vita per più
di un anno.
Stringevo Joy facendo
in modo che non guardasse ancora il corpo di Kristen che giaceva sulla
barella, ad occhi chiusi.
Io invece la
guardavo.. e più la guardavo più mi sentivo male.
Il percorso fino
all'ospedale mi sembrava essere durato una vita e quando scendemmo mi
sembrava di non riuscire più a camminare. La sirena ancora
rimbombava nella mia testa..
Vedere i miei genitori
lì, all'entrata del pronto soccorso, mi portò
definitivamente alla realtà e tutto mi sembrò
succedere troppo velocemente. Scesero la barella dall'ambulanza dandomi
a stento il tempo di andare dai miei genitori per affidargli Joy e Bear.
“Tesoro ma
cosa..”
“Non adesso
mamma” la interruppi d'un tratto accelerato al massimo.
“Vi prego,
portate Joy a casa. Non voglio che stia qui..”
Le dissi solo questo
prima di affidarle la piccola.
“Papà
voio lestale con te!” si ribellò lei.
“Tesoro, non
puoi. Vai a casa a giocare con la nonna e io e la mamma torniamo tra
poco, okay? Fai la brava amore!”
“Robert,
facci sapere qualcosa!” urlò mio padre e
acconsentii con un cenno della mano mentre seguivo gli infermieri.
Afferrai la mano di
Kristen e potei vederla sbattere le palpebre diverse volte.. sembrava
che si stesse riprendendo ma non avesse la forza di aprire gli occhi.
Apri gli occhi amore
mio.. ti prego.. Apri gli occhi e guardami.
Pensieri muti.
“Allora qual
è il problema?” mi resi conto che ci eravamo
fermati solo quando sentii la voce di un medico che tentava di
raggiungermi. Forse si era anche presentato e io non lo avevo calcolato
nemmeno di striscio; le mie priorità sembravano essere altre.
Riuscii a spiegare di
nuovo l'accaduto cercando di ricordare ogni minimo particolare pensando
che potesse servire ogni minima cosa per una diagnosi accurata.
“Capisco”
disse quello che, da quello che riuscivo a leggere sulla targhetta che
aveva al camice, doveva essere il dottor Gregory.
“E lei
è?”
“Sono suo
marito” risposi pronto presentandomi come non avevo fatto
prima.
“Signor
Pattinson, mi sembra molto nervoso. Ho bisogno che lei si calmi e
compili dei moduli per sua moglie..”
“Si si,
tutto quello che vuole, prima però devo sapere..”
“La prego.
Si rilassi e compili i moduli. E' necessario per fare le
analisi..”
Necessario. Bene, mi
piaceva la parola necessario. Era una bella parola. Si, dovevo fare
qualcosa di necessario.
Come un automa mi
chinai a baciare la fronte di Kristen prima che la portassero via e
conducessero me a riempire una serie di fogli senza nemmeno sapere a
cosa servissero. Mi limitavo a compilarli finché mi resi
conto di non sapere se fosse allergica a qualcosa o no.
In tutti gli anni in
cui eravamo stati insieme non c'erano mai stati casi di allergie, ma se
non erano capitati non voleva dire che non era allergica a niente.
Dio, perché
non lo sapevo? Perché non glielo avevo mai chiesto?
Eppure Kristen era
stata ricoverata altre volte. Era la prima volta che vedevo quella
domanda oppure non ricordavo la risposta? Cosa avevo risposto altre
volte?
Dio, perché
non lo ricordavo?!
Sbattei con rabbia il
pugno sul ripiano creando un rumore sordo e attirando l'attenzione
della gente attorno a me.
Non alzai il viso e
ritirando in dentro rabbia e paura sbarrai quello spazio con una linea
obliqua promettendomi di chiederglielo appena l'avrei vista, sveglia.
Perché lei
doveva essere sveglia.
Elaborai quel pensiero
per la centesima volta quando alzai il capo e vidi il dottor Gregory
venirmi incontro con un'espressione indecifrabile sul viso.
Per quanto
già potessi sentire la paura far da padrone mi forzai di
muovere le gambe verso di lui. Non parlai e non ce ne fu bisogno visto
che fu lui ad iniziare e risparmiarmi il dolore di dover chiedere se
fosse grave o no.
“Allora..”
iniziò calmo mentre esaminava i moduli che avevo compilato e
che l'infermiera gli aveva passato. “Non sembra nulla di
grave signor Pattinson”
Ancora mi sembrava
assurdo che qualcuno vedesse in me un signor e ancora più
assurdo era il fatto che quello fosse il mio pensiero in quel momento.
“Aspettiamo le analisi del sangue per capire meglio e se
sarà il caso farò controlli più
approfonditi attraverso le urine. Ad ogni modo vorrei aspettare che si
svegli per chiedere a lei stessa..”
“Non
è ancora sveglia???” chiesi allarmato.
“Non del
tutto.. l'abbiamo sistemata in una camera provvisoria in attesa delle
analisi. Diventerà permanente in caso di
ricovero..”
“Ricovero?
Ma ha detto due secondi fa che non era nulla di grave!”
“Sto facendo
delle ipotesi secondo quello che ho avuto modo di vedere.. Ho bisogno
del risultato delle analisi per avere sicurezze.. Sia paziente.. Ci
vorrà solo qualche ora..”
Qualche ora?! Qualche
ora per delle stupidi analisi del sangue?!
Bollivo di rabbia e
frustrazione dentro di me ma decisi di stare zitto ed evitare di dare
spettacolo. Kristen divenne di nuovo il mio unico e solo pensiero e
chiesi gentilmente di essere accompagnato da lei.
Non era nemmeno una
vera camera quella in cui l'avevano momentaneamente sistemata, era
molto più piccola ma non c'era nessuno quindi andava bene
così.
Avvicinai una sedia al
letto e mi misi a sedere.
La guardai per qualche
minuto prima di riuscire ad avvicinarmi e prenderle le mano. Avevo
quasi paura che potesse sgretolarsi sotto il mio tocco..
Dio..
perché avevo così paura?
Perché..
perché.. “..non lo sopporto più.. La
devi smettere di farmi questo. Non m'importa se è un calo di
pressione o influenza. Non voglio più mettere piede qui
dentro, capito? Quindi smettila, ti prego.. Apri gli occhi e guardami..
Dimmi che stai bene.. che non è niente, così
potremmo tornare a casa da Joy e dimenticare questo posto.. Ti prego
amore mio.. apri gli occhi.. e dimmi che mi perdoni di non sapere
nemmeno se sei allergica a qualcosa..”
Non volevo piangere,
non ce n'era motivo perché.. perché non era nulla
di grave. Solo uno svenimento. Stress. Pressione. Svenimento. Nulla di
grave.
D'un tratto la sua
mano strinse la mia, prima piano, poi sempre più forte e
sentii il suo respiro crescere e lamentarsi un po' prima di aprire
lentamente gli occhi.
“Hey..”
sorrisi rilassando ogni fibra del mio corpo.
“Hey”
ricambiò il sorriso per poi strizzare le palpebre come a
cercare di focalizzare l'ambiente attorno a noi.
“Dove
siamo..che è successo?”
“Sssh..
sei.. sei svenuta.. Niente di grave..”
Scosse la testa prima
di annuire debolmente col capo. “Si, ricordo..”
“Cosa
ricordi? Cosa hai sentito..?”
“Mah.. ma
non lo so.. solo un gran giramento di testa.. e gli occhi pesanti..
tutto pesante. E sono crollata..”
“Oh..
bè.. io te l'avevo detto che tutto quel vino ti avrebbe
fatto male..” scherzai ripensando a come, la sera prima,
mentre Joy dormiva placidamente nel suo lettino, aveva deciso di
ubriacarsi con un calice di vino dietro l'altro per poi sedurmi e
giocare alla dominatrice.
Certo non si era
ubriacata.. ma aveva decisamente dominato.
“Stai
pensando a ieri sera vero?”
“Cosa..?”
“Hai quel
sorriso idiota...”
“Smettila,
piccola impertinente che non sei altro. Come ti senti?”
“Bene.. solo
che mi si chiudono gli occhi.. dici che è
normale..?”
Sospirai abbandonando
per un secondo il sorriso che avevo ostentato fino ad ora.
“Kristen.. devi smetterla di farmi morire di paura in questo
modo.. Ti piacciono così tanto gli ospedali da non poterne
stare alla larga per più di qualche mese?”
Fui lieto di vederla
tirare una specie di sospiro divertito e mettersi meglio a sedere.
“Vieni
qui..” sussurrò carezzandomi il viso prima di
trascinarlo vicino al suo e lasciarmi un bacio stampato sulle mie
labbra, marcato sulla mia pelle come il fuoco.
“Prometto di
stare alla larga dagli ospedali se tu prometti di non fare un dramma
per un giramento di testa, ok?”
“Svenimento”
la corressi poggiando la mia fronte contro la sua.
“Fa lo
stesso.”
“Sei proprio
assurda.. Vado a chiamare il dottore.. voleva parlarti.. e vedere come
stavi..”
“Oh..”
“Ha detto
che non è nulla ma ovviamente stiamo aspettando le
analisi..”
“Mm-mm”
annuì sorridendo contro la mia bocca.
“Tu torni
però, vero? Non vai via..?”
Che domanda sciocca.
Meritava una risposta altrettanto scontata.
“Dove
altro.. potrei andare?” sorridemmo insieme della battuta
totalmente casuale.
“Bella
risposta.. hai improvvisato..?”
“Ho
improvvisato quando era il caso di improvvisare.. Ora dico sul
serio..”.
Mi strinse la mano
fino a farla salire sul mio braccio e circondarmi per abbracciarmi. Mi
strinse a sé e io feci lo stesso lasciando scivolare le mia
mani dietro la sua schiena e cingendola fino a farla aderire
completamente al mio corpo.
Una cosa sola,
un'anima sola in quell'abbraccio.
“Torno
subito” dissi mentre le lasciavo un bacio sul capo.
“Rob..”
mi chiamò prima che uscissi.
“Si..?”
“Non sono
allergica a niente..” disse con un sorriso a cui risposi con
un cenno del capo.
“Non che io
sappia almeno..” continuò un po' scettica prima
che uscissi dalla stanza.
Trovai il dottor
Gregory solo due reparti più in là e stavo per
seguirlo in camera quando mi ricordai dei miei genitori che avevo
lasciato ignari di tutto e sicuramente preoccupati quanto lo ero stato
io.
Chiesi per un telefono
e gli dissi che lo avrei raggiunto tra un paio di minuti. Ripercorsi il
corridoio e tornai in sala d'aspetto, per rendermi conto che i miei
genitori erano lì, di nuovo, con Joy che appena mi vide
scappò dalla mano di mia madre per correre verso di me.
Non urlò
nemmeno come faceva di solito, si limitò a venirmi incontro
e sapevo che avrei solo dovuto chinarmi per prenderla tra le mie
braccia e stringerla.. e infatti così feci.
“Papi..”
sussurrò infine affondando la testa nell'incavo del mio
collo.
“Cucciola
che ci fai qui? Dovevi stare con la nonna..”
“Rob, non
stava un secondo ferma. Tenerla a casa era impensabile.. Era
preoccupatissima.. e anche noi..”
Annuii alla
spiegazione di mia madre e per tranquillizzarli spiegai subito come
stavano le cose. Joy aveva alzato il viso e osservava il mio attenta,
come se volesse concentrarsi il più possibile per capire..
per sapere.
Mi preoccupai
perciò di usare frasi che non potessero allarmarla ma che
anzi fossero semplici per lei e la tranquillizzassero sul fatto che la
madre stava bene.
“Allola
posso andale?” rispose pronta quando dissi che si
era svegliata da poco.
Mi aspettavo che lo
avrebbe chiesto ma non sapevo se era il caso..
Anche se in fondo
Kristen stava bene e per niente in qualche condizione che potesse
impressionare la piccola. Non riuscii a trovare un motivo valido per
impedire a mia figlia di vedere la madre.. anzi ero sicuro che a
Kristen non poteva che far piacere.
“Plometto
che faccio la blava e sto calma calma..”.
E i suoi occhi erano
così limpidi e desiderosi mentre mi supplicava che non potei
proprio dirle di no.
“D'accordo..
andiamo..”.
Mi
abbracciò forte e mi diede tre baci sulla guancia prima di
fare ciao con la manina ai miei genitori che avevano ritenuto opportuno
non riempire la stanza, già alquanto piccola, e non
soffocare Kristen finché non si sarebbe sentita davvero
meglio e avremmo saputo qualcosa di più concreto.
“Guarda che
bei disegni amore..” dissi a Joy mentre camminando ci
trovammo ad attraversare il reparto maternità. Lei tuttavia
non alzò il capo e anzi si strinse più forte a me.
“Amore, che
c'è?”
“Niente..
non mi piacciono i pedali..”
Conoscendola mi ci
vollero appena due secondi per capire che la sua parola storpiata stava
per ospedali.
Non le piacevano gli
ospedali, e come potevo darle torto? Non piacevano nemmeno a me
soprattutto dal momento in cui ci avevo passato più tempo
del dovuto.
Quello era infatti
l'unico reparto di cui portavo un bellissimo ricordo.
“Non
piacciono nemmeno a me..” le massaggiai la schiena.
“Però questa cosa è bella..se apri gli
occhi ti piacerà..”
Sembrò,
stranamente, fidarsi al primo tentativo e abbandonando un po' la presa
attorno al mio collo alzò il capo e aprì gli
occhi.
“Guarda..”
le indicai il vetro dietro il quale erano schierate due file di culle
con coperte così colorate da creare un bellissimo effetto
arcobaleno nella stanza.
Sembravano tutti
abbastanza tranquilli tranne uno che continuava ad agitarsi e piangere.
“Da dove
vengono tutti questi bambini?”
Oh-oh. Non era certo
il caso di affrontare 'il discorso' con mia figlia che aveva solo tre
anni e non volevo nemmeno profilarle la solita storia delle api o dei
cavoli. Per non parlare della cicogna.. non me l'ero bevuta
nemmeno io quando ero piccolo.
“Un bambino
arriva quando due persone si vogliono molto bene..” dissi
semplicemente sicuro che l'avrei confusa ancora di più.
“Allola
anche io posso avele un bambino con te..?”
Sorrisi della sua
ingenua intelligenza.
“No amore,
io sono il tuo papà. Devono essere due persone
grandi...”
“Come tu e
la mamma?”
“Esatto..
come io e la mamma..”
“Ma allola..
tu e la mamma non vi volete più bene?”
“Cosa..?
Certo che ci vogliamo bene.. ci vogliamo tanto bene..”
“E il
bambino dov'è allola?”
Già..
dov'era il bambino? Dov'era il nostro bambino?
In cielo, avrei
voluto dirle.
Arriverà,
avrei voluto ripetere a me stesso.
Invece non trovai
risposta alla sua domanda ma sembrò non curarsene. Con le
mani poggiate al vetro era troppo attenta a far vagare i suoi occhi da
una culla all'altra.
“Tu lo
vorresti un fratellino o una sorellina?” le chiesi baciandole
il piccolo collo.
“Piccolo
come questi?”
“Si..”
“Mmm... e
che piange come quello lì..?”
Risi.
“Magari no.. Tu eri proprio così.. piangevi
sempre..”
“Davvelo?”
“Già..
quindi forse lui o lei non piangerebbe tutto il tempo..”
“Mmm...”
sembrò pensarci qualche secondo. “Allola si. Se
non piange tutto il tempo si può fale..”.
Sorrisi e fui lieto di
non sentirle esprimere la paura di una possibile carenza d'amore da
parte nostra in caso di un nuovo arrivo.
Era un pensiero che
non doveva esserle passato per la testa e ne fui felice, anche se
sapevo che ciò non escludeva la possibilità di
eventuali gelosie in futuro.
Scossi il capo
fermando il mio fantasticare su un futuro ancora incerto e imponendomi
di tornare al presente.
“Andiamo
dalla mamma.. non so se possiamo stare qui..”.
Il dottor Gregory
copriva la figura di Kristen che inizialmente non si accorse di noi ma
quando mi spostai leggermente potei vedere i suoi occhi illuminarsi
alla vista della nostra piccola.
“Guarda chi
c'è..” le sorrisi mentre lei si era già
messa meglio seduta.
“Oddio,
amore mio! Vieni qui!!”
Joy non se lo fece
ripetere due volte e divincolandosi dal mio abbraccio come sapeva fare
solo lei scese a terra e corse verso il letto, si arrampicò
sulla sedia lì vicino e si buttò tra le braccia
della madre.
“Mami,
mami!”
Sobbalzai quando vidi
l'euforia con cui continuava a stringersi a lei ma bastò
un'occhiata del dottore per tranquillizzarmi.
“Bene
Kristen, allora ci vediamo più tardi con il risultato delle
analisi..”
Mia moglie era
tuttavia troppo impegnata a godere del corpicino di nostra figlia tra
le sue braccia e accennò a stento un sorriso e un grazie
veloce.
Accompagnai il dottore
fuori la camera per sapere di più ma sembrava che non ci
fosse nessuna novità rispetto a ciò che
già sapevo.
Quando tornai dentro
Joy era a gambe incrociate sul letto e parlava con Kristen di Bear.
“.. allola
siamo tonnati a casa dei nonni e l'abbiamo lassato lì..
perché io volevo venile da te.. Poi ha chiamato la zia che
voleva venile pure lei.. però la nonna ha detto di no
perché se no poi i cuginetti con chi stavano?
Però secondo me zia Lizzie viene lo stesso e poi ha chiamato
anche zia Vicky perché l'aveva chiamata zia Lizzie che
subito l'aveva chiamata.. e allora la nonna ha detto anche a lei non
venile.. ma secondo me viene anche lei..”
Sorrisi di quel suo
piccolo ed elaborato discorso ma il mio sguardo andò subito
agli occhi di Kris che si illuminavano come due stelle quando guardava
la nostra bambina.. e rideva anche lei per il suo modo di esporre le
cose e la sua parlantina.
Joy
continuò a parlare ancora per un bel po' e in un suo momento
di distrazione sussurrai a Kristen: “Come ti senti?”
Lei annuì
sicura tranquillizzandomi per poi lasciarsi scappare un eloquente
sbadiglio.
“Un po'
sonno..” ammise ma con voce non abbastanza bassa da non far
sentire a Joy.
“Mami vuoi
dolmile?”
“Oh no
tesoro.. continua a raccontarmi..”
Io però mi
alzai e abbassai di poco lo schienale del letto. Fui felice quando
rifiutò la coperta che avevo intenzione di metterle. Di
solito il freddo non era un buon segno in quelle situazioni,
soprattutto a fine Agosto.
“Okay.. tu
pelò chiudi gli occhi..”
Kris fece come le
aveva detto e Joy si stese accanto a lei, accucciandosi sul suo seno e
stringendo un braccio attorno alla sua vita.. quasi come se volesse
tornare dentro di lei.
Quella scena per
qualche motivo mi causò un grande senso di angoscia
accompagnata a tenerezza incredibile. Sapevo che Kristen stava solo
dormendo eppure vederla con gli occhi chiusi sembrava mandarmi in
paranoia. Decisi di spostare la sedia dall'altra parte del letto,
allungai una mano verso la sua libera, quella che non cingeva Joy, e la
strinsi per sentirla viva, anche se su quel letto, anche se sapevo che
non era nulla di grave. Avevo solo bisogno di sentirla con me.
La sua stretta
arrivò immediata accompagnata da un sorriso dolce e lieve,
finché Joy continuò il racconto della sua
giornata..
Era incredibile che
avesse così tanto da dire.. incredibile quante cose le
passassero per la testa.
Non so quanto tempo
passò.. Joy continuava a parlare e io mi lasciavo cullare
dalla sua voce insieme a Kristen. Era come un afrodisiaco, un dolce
sonnifero.
Il respiro di Kristen
era così calmo e rilassato che capii subito che stava
dormendo già da molto. Joy si fermò qualche
istante per guardare la madre; alzò una mano e prese a
carezzarle dolcemente il viso e i capelli.
“Mami..?”
Il respiro di Kristen
rispose per lei.
“Mami?”
riprovò in un sussurro.
“Papi, si
è dormentata..”
“Si..”
confermai accompagnando il tono della sua voce e sospirai di
tranquillità perché sapevo che non era nulla di
grave. Ormai la mia mente aveva elaborato quel pensiero e non c'era
altra alternativa a quella.
“Tesoro,
vuoi mangiare qualcosa..?”
“Dopo..
voglio stale ancora un po' qui..” bisbigliò con
voce labilissima, come se volesse tenere quelle parole solo tra
sé e la madre.
“Com'è
bella la mamma..”
“Si..”
sussurrai ancora commosso dalle parole di mia figlia. “E'
bellissima..”
Restammo in silenzio
per molto tempo. Lei le carezzava il viso e io la mano.. in completa
adorazione di quella che era la mia, ma anche la sua, ragione di vita.
“Papi da
quanto tempo sta dommendo?” disse non so quanto tempo dopo.
“Da un po'
tesoro..”
“Ma.. ma
però.. poi si sveglia vero..?”
Alzai il viso per
cercare quello di mia figlia che però era ancora catturato
verso la madre. Mi alzai dalla sedia lasciando a malincuore la mano di
Kristen e girai attorno al letto per potermi chinare su Joy.
“Certo che
si sveglia”, la tranquillizzai per poi passare un braccio
dietro la sua schiena a prenderla tra le mia braccia.
“Andiamo a mangiare qualcosa, su”
“Ma io ho
mangiato già papà..”
“Che ne dici
di un po' di cioccolata allora?”
“Davvelo?”
“Certo.. non
troppa però. Ti concedo due barrette..”
Rise quando le feci
qualche pernacchia sullo stomaco e, lieto di averla resa un po'
più spensierata, socchiusi la porta della camera e decisi di
andare alle macchinette della sala d'aspetto, tanto per poter parlare
con i miei genitori che erano ancora lì nonostante non fosse
nemmeno necessario. Ma loro erano così.. c'erano sempre..
così come le mie sorelle che, proprio come Joy aveva
predetto, avevano abbandonato quello che stavano facendo per venire in
ospedale. Le rimproverai dicendo che non c'era alcun allarme e non
c'era assolutamente bisogno della loro presenza ma mi misero
subito a zittire come solo loro erano capaci di fare.
Tutti cercammo di
distrarre Joy per quanto più tempo possibile ma lei non si
era certo dimenticata delle barrette di cioccolata che le avevo
promesso.
“Rob, tua
figlia si sta infilando dentro la macchinetta..” disse Lizzie
molto pacatamente.
“COSA?!”
mi voltai e vidi Joy che tranquillamente mi aspettava lì
vicino.
Presi un sospiro di
sollievo.
“Sei proprio
un fesso fratellino..” risero le mia sorelle di gusto.
“Ma ti conviene andare o di questo passo ci si infila
davvero..”
E senza pensarci
seguii il consiglio e assecondai la mia bambina che saltava felice
vicino il distributore.
“Alloooora..
abbiamo detto una barretta vero..?”
“Nooooo non
blogliare papi! Hai detto due!” esclamò facendo un
due con le dita per chiarirmi meglio il concetto.
Risi e le scompigliai
un po' i capelli. Dopo almeno un quarto d'ora si decise per un Kit-Kat
e un Kinder Bueno. Le scartai il primo quando vidi il dottor Gregory
entrare in sala chiedendo la mia attenzione. Mi gelai. Il suo viso era
incomprensibile.
“Joy.. vai
dalle zie e dai nonni.. arrivo subito..”
Non se lo fece
ripetere due volte e notai come tutti avevano lo sguardo fisso su di me
mentre mi avvicinavo al medico. Diedi loro le spalle e lo osservai
mentre con lo sguardo basso continuava a guardare e riguardare le
cartelle e le analisi.
“Allora..”
iniziò. “Sua moglie sta bene.. però
avreste dovuto avvertirmi delle condizioni in cui era..”
“Che..
condizioni..?”
“Della
gravidanza”
Sbiancai.
“Che.. che gravidanza..?”
“Cinque
settimane.. davvero non lo sapeva?” disse con estrema calma,
come se fosse una cosa scontata, e probabilmente per lui lo era.
Le gambe iniziarono a
tremarmi. “Io.. credo che ho bisogno di sedermi..”
bisbigliai sotto shock ma non lo feci. Non c'erano sedie nei paraggi
più vicini.
“Però...
mi dispiace davvero..”
O dio, ti prego no.
Dispiace.. dispiacere per cosa...?
No.. non potevo
sopportare un'altra perdita, semplicemente non potevo.
“Per.. per
cosa..?”
“Bè..
mi spiace che l'abbia saputo così.. da me.. Magari volevate
scoprirlo insieme..”
E fu così
che il mio cuore perse cento battiti di vita inutilmente. Sospirai di
sollievo diverse volte mentre elaboravo con calma tutte le informazioni
che stavo avendo.. anche se in realtà l'informazione era
solo una: Kristen era incinta, e io ancora non avevo totalmente
realizzato.
“Scusa..
ma.. ha detto.. vuole dire che.. cioè... che lei
è..”
“Incinta..”
finì per me.
“Incinta..”
contemplai la parola.
“Esatto.
È alla quinta settimana..”
Ah ecco cosa ancora
non avevo registrato.
Cinque settimane.
Non so come fui in
grado a fare qualche calcolo eppure riuscii subito a collegare tutto.
Doveva essere stata la notte del compleanno di Joy.
Ero appena tornato da
alcuni incontri che mi avevano tenuto impegnato cinque giorni a New
York.. e i giorni seguenti Kristen aveva avuto l'influenza per cui..
Si.. doveva essere
stata quella notte..
Mi trovai a tremare
emozionato a quel pensiero. Eccitato per quella notizia che aspettavamo
da più di un anno e in cui non avevamo mai perso le
speranze, nonostante tutto. Eppure un vecchio ricordo mi invase la
mente.
“Dottore..
lei.. Kristen ha avuto un aborto, un anno e mezzo fa. Ci avevano detto
che era difficile ma non impossibile.. Ci avevano detto che ci
sarebbero comunque stati problemi e complicazioni e.. questo svenimento
ora..”
Lui prese un respiro
per me e mi invitò a calmarmi. “Le assicuro che
sua moglie sta bene.. e certamente sarà una gravidanza da
tenere sotto controllo più del normale, ma molte donne
portano avanti gravidanze senza problemi anche dopo uno o
più aborti..”
Riuscii a calmarmi con
quelle parole e mi rilassai un po'.
“Robert, sua
moglie sta bene.. e starà anche meglio quando le
darà la notizia..”
“Già..”
dissi quasi in trance. “Devo dirglielo..”
“Direi di
si..”
Mi trovai a sorridere
come uno scemo mentre ringraziavo il dottore diverse volte, forse lo
abbracciai pure e quando mi voltai trovai gli sguardi preoccupati della
mia famiglia e sconvolti quando mi videro ridere.
Tutti si rilassarono
all'istante ma nonostante le loro domande non avevo intenzione di dare
loro una notizia che doveva essere prima della nostra famiglia.
Mi limitai ad
abbassarmi di fronte a Joy e stringerla a me più che potei.
“Va tutto
bene..” dissi a lei e agli altri. “va tutto
benissimo..” ripetei lasciando volontariamente fuori qualche
piccola informazione.
“Scusateci
qualche minuto” fu tutto quello che dissi per dileguarmi dai
loro sguardi attoniti.
Quando entrammo in
camera sia io che Joy ci sedemmo sul letto e bastò a far
aprire gli occhi di Kristen.
“Hey.. siete
qui..”
“Scusa, non
volevamo svegliarti..” anche se in realtà pensavo
l'esatto contrario.
“Non
importa.. tutto bene?”
“Oh
si..” non potevo proprio fare a meno di contenere la mia
ancora incredula felicità.
“Che
succede? Perché quel sorriso a sessantaquattro
denti?”
Non sapevo come
dirlo.. non sapevo come farlo nel modo più romantico e dolce
possibile.. così scelsi la via più normale.
“Perché..”
dissi piano passando una mano sulla sua pancia appena scoperta dalla
maglia. “Perché sei incinta..”
Il suo sguardo si
impietrì e i suoi occhi si incollarono ai miei per capire se
stessi scherzando o meno.
“C..
cosa?”
Annuii spostando i
miei occhi dalla pancia piatta al suo viso. Annuii ancora mentre
dolcemente le scostavo una ciocca di capelli.
“Cosa...?!”
esclamò di nuovo ridendo con voce carica di emozione.
“Sei
incinta..di cinque settimane..” mi morsi il labbro e corrugai
la fronte cercando di non farmi sopraffare troppo dalla sensazione di
gioia che stava per portarmi alla commozione.
“Oh mio
dio..” sussurrò con voce tremante. “Oh
mio dio.. oddio.. non ci credo..” una lacrima le scese sul
viso e fu come un segno per me per avvolgerla nelle mie braccia e
baciarla ovunque.
“Credici
amore.. credici” continuavo a ripetere senza smettere di
posare le mie labbra sulle sue, sulla sua guancia, sul suo collo.
Strinse le braccia
attorno al mio corpo così forte che quasi mi sentii
soffocare ma non importava perché ero più vivo
che mai e niente avrebbe potuto uccidermi in quel secondo.
Asciugai le sue
lacrime con diversi baci. “Non piangere amore, non
piangere..” dissi tra le lacrime.
“Stai
piangendo anche tu..” rise.
“Lo
so..”
Ridemmo insieme
piangendo finché fu Joy a portarci con i piedi sulla terra
che avevamo abbandonato da diversi minuti.
“Papà,
che vuol dile che la mamma è cinta?”
Mi staccai leggermente
da Kristen e anche a lei lo dissi nel modo più semplice che
conoscevo.
“Vuol dire
che avrai un fratellino..”
“Davveloooo??
Allola tu e la mamma vi volete ancola bene!!!”
esclamò felice ricordando il nostro discorso di un paio
d'ore prima.
“Non lo
so..” disse Kristen prendendo la mia mano. “Mi vuoi
ancora bene, papi?”
“No..io non
ti voglio bene.. Io ti amo.. Ti amo da morire” la baciai
ancora mentre lei sussurrava contro le mie labbra: “Anche io
amore mio.. anche io..”
“E
battaaaa!” Joy ci interruppe staccando i nostri visi con le
mani. “Voglio vedele il flatellino! Dov'è?
Dov'è?!?!” si muoveva euforica sul letto.
“Amore.. non
lo puoi ancora vedere.. non si vede..”
“Davvelo?
Uffa.. e quando si può vedele?”
“Tra otto
mesi tesoro.. ci vuole un po' di tempo..”
“Cosaaa?
Così tanto!?! Ma io lo voglio vedere adesso..”
disse delusa e un po' triste e io sorrisi insieme a Kristen, felice che
il suo pensiero non fosse ancora andato alle possibili complicazioni di
una seconda gravidanza. Non era il caso di preoccuparsi; solo
di vivere quel momento.
“Lo so
amore.. però sai che facciamo? Te lo faccio sentire..
vuoi?”
“Si!”
esclamò lei entusiasta.
“Bene..
vieni qui..”. Kris l'avvicinò baciandole il capo e
stringendola a sé. Infine portò una sua manina
sulla pancia, proprio accanto alla mia.. proprio accanto a quella
piccola, nuova vita che cresceva in lei..
Proprio accanto a quel
nuovo cuore che batteva..
“Lo senti
amore..?” le chiese premendo un po' la sua manina.
“E'
qui” sussurrò. “E' qui dove batte il
cuore”.
THE END
Eccoci qua..
insieme.. alla fine di tutto...
Madò che
depressione T__T no ok ci riprendiamo u.u
Ora che siamo qua in
effetti ci mancano un po' le parole.. forse perché questa
storia ci accompagna da un anno e mezzo e siamo un po' cresciute con
lei e con Joy.
Joy.. ah Joy.. la
nostra piccola icona..Ormai tutti ti venerano, tutti ti vogliono...
quando ci farai la grazia di venire al mondo?!
ç___ç
Nata un po' per caso,
un po' per gioco, un po' per la mente malata della nostra best friend
Leti *__* Joy non esisterebbe senza di lei. Perciò grazie di
cuore sister *___* Ok, basta venerazione u.u
Ci commuoviamo quasi
a ricordare le prime chiacchierate, i primi progetti, la paura e
l'emozione nel postare il primo capitolo. E' tutto impresso nella
nostra mente come fosse ieri...e non 15 mesi fa. Le faccine spaventate
e perplesse quando dicevamo la stessa cosa nello stesso istante.. e il
senso di completezza nello scoprire di trovarci praticamente su tutto!
(idee sadiche comprese XD). E' davvero difficile trovare persone con
cui è “amicizia” a prima vista.. e per
noi tre è stato così... Trovare qualcuno con cui
condividere qualcosa di così personale come la scrittura
è ancora più raro.. e possiamo dire di essere tra
le poche fortunate.
Siamo
diventate amiche grazie a Joy...e abbiamo creato un legame che non
avremmo mai mai creduto possibile....e tutto quanto per caso. Tutto per
un'idea che ha cambiato le nostre vite *__*
Speriamo che questa
storia e questa bimba abbiano dato anche a voi almeno un po' di
ciò che hanno regalato a noi. E credeteci....è
stato tantissimo. Così tanto che ci spezza un po' il cuore
ora a doverla salutare.. Soprattutto ora..
Ma come si dice.. all
good things must come to an end.. (e speriamo davvero che questa sia
stata una “good thing” ..)
Vi ringraziamo tutte
di vero cuore! Tutte coloro che hanno letto, che hanno aggiunto la
storia nei preferiti, nelle seguite. Un grazie speciale a chi ha
commentato ogni capitolo dandoci sempre sostegno e appoggio! (ok..
forse non proprio sempre ma vi perdoniamo u.u hihi).
E infine un grazie
particolare a coloro che hanno segnalato la storia per le scelte *-*
Siete tutte
fantastiche!
Sarà
meglio che andiamo prima di scoppiare in lacrime..
GRAZIE! GRAZIE!
GRAZIE! T__T
Un bacio mega-grosso!!
Cloe e Fio
ps. E
chissà... magari... Ci vediamo a Settembre... forse.. ;) lol
Se non vi siete
stancate di noi ovviamente! u.u
Che dite? Volete
sapere come procede la storia della piccola Joy? ;D
Alla prossima girls
*-*
P.S= Votate per i movie awards
mi raccomando!!!!!
AGGIORNAMENTO del 20/10/2011
Abbiamo appena postato il seguito di questa storia ^^
e lo trovate qui > "Ogni
battito del mio cuore"
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