13°Capitolo
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Zoro … la tempesta – lo prese per la maglietta strattonandolo –
andiamo, andiamo
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Ehi … - le girò la testa
Il sole splendeva in un cielo quasi completamente terso. Allora
non erano così stupidi infondo. Si mosse rapida per scendere finalmente sul
ponte.
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Prendi almeno questa – le lanciò sulla testa la sua maglietta
Era nuda!
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Scendi prima tu sulla scala, allora così mi copri – si tirò la
maglietta lungo le gambe per coprirle il più possibile – ma se alzi la testa ti
pianto il piede dritto negli occhi
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Non slabbrarmi la maglia è l’unica che mi rimane su questa nave
– afferrò le corde della scala – muoviti andiamo
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Cosa avete combinato? – disse la navigatrice
La ciurma la guardò un po’ intimorita. Forse avevano sbagliato,
dovevano aspettarla, colare a picco? Non riuscivano a capire quello sguardo.
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Eh … ehm … ho dato le direttive – disse tutto d’un fiato
BiancaNami nascondendosi dietro il suo fido peluche gigante
Nami le si fiondò addosso, la prese per le spalle e l’abbracciò
forte.
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Brava brava – allora non era così tonta – sei un genio – le
prese il viso tra le mani, strizzandole le guance – oooh – la strinse
nuovamente a sé rischiando di soffocarla
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Ehm Nami – la copia picchiettò sulla sua spalla – ho bisogno
d’aria – bofonchiò annaspando nella ferrea presa delle braccia
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Non dovresti alzare troppo le braccia – Robin delicatamente
apparve alle sue spalle facendole notare dov’era arrivata la maglietta
Nami mollò BiancaNami abbassando la maglia fino alle ginocchia e
colpendo latin-Zoro in pieno volto con un gancio destro micidiale, fermando il
suo gongolare per essere riuscito a vederle il fondoschiena nudo.
Una risata generale si levò sul ponte, ormai quelle due figure
strambe erano ben accette nella ciurma.
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Ehi qui le funi non sono legate bene – Zoro a poppa della Sunny
indicò le corde incriminate - così rischiamo di combinare un guaio … state più
attenti
Fu raggiunto dallo spadaccino dongiovanni, che ancora si
massaggiava la parte dolorante.
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Ha un pugno micidiale – disse a Zoro
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E tu non hai provato ancora niente – rise di rimando il verde
sistemando ancora una fune
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Ehi cos’hai? – latin-Zoro prese per un braccio Zoro che si era
poggiato di peso alla balaustra alla ricerca di equilibrio
Rispose con un grugnito – tutto a posto – strinse all’altezza
del petto – tutto a posto – ripeté annaspando alla ricerca d’aria – non farne
parola con nessuno o ti faccio fuori
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Potresti almeno parlare con il nostro Chopper - consigliò
Latin-Zoro
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Non ce n’è bisogno ne sono certo … tu – lo puntò con l’indice e
con l’altra mano strinse le fidate katane – non farne parola con nessuno,
soprattutto con Nami
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Ehi dobbiamo rientrare, del riposo farà bene a tutti e poi è
quasi ora di cena – era stato Chopper a parlare quello strano ragazzo che di
una renna non aveva nessun tratto
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E anche di una doccia – Nami si osservò da capo a piedi
Era fradicia, sporca di salsedine, ricoperta da una maglia
sporca e necessariamente da cambiare, sudata, con delle occhiaie enormi sicuramente
e sentiva anche un dolore all’altezza dello stomaco. Era uno straccio
diciamocelo.
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Allora ci vediamo a cena – il capitano si diresse sottocoperta
con Robin al seguito
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Zoro io vado, il bagno è mio – la navigatrice si rivolse al
compagno ancora alle prese con le corde e iniziò a correre verso la cabina
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Ehi ehi ehi … torna qua – lasciò latin-Zoro alle funi e la
raggiunse – strega vieni fuori di lì
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Sono già sotto la doccia – il getto dell’acqua era ancora freddo
bisognava aspettare qualche minuto
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Almeno sbrigati per la miseria … ne ho bisogno anch’io
Perfetto la maglia l’aveva data a Nami i pantaloni li aveva
indosso … cosa doveva mettersi?
Il cuoco era da scartare, come minimo gli avrebbe uno di quei
completino ridicoli di pelle aderenti con gli strass e i brillantini. Appena
tornato avrebbe preso in giro il loro Sanji fino alla sfinimento. Quel pensiero
gli fece nascere una risata di cuore.
Comunque la questione più rapida era cosa mettersi.
Forse la sua copia aveva qualcosa di decente e più adatto ai
suoi gusti.
Percorse i corridoi fino alla cabina di quel pazzo, stralunato
spadaccino. Bussò con forza, non aveva voglia di aspettare ed entrò senza
aspettare risposta.
Errore.
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Cazzo – si richiuse la porta alle spalle e si annotò a mente di
non aprire mai più una porta senza verificare chi ci fosse dentro
La scena che aveva intravisto poi aveva dell’irreale. Latin-Zoro
e BiancaNami insieme, abbracciati, che si baciavano e ben altro e se i suoi
occhi non l’avevano tradito c’era anche un paio di manette tra le mani della
ragazza. Una cosa era stato vederli da lontano, una da poco meno di un metro.
Faceva ribrezzo il solo pensiero.
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C’è qualche problema – la zazzera verde della sua copia spuntò
dalla porta mantenendola socchiusa in modo da coprire se stesso e chi c’era
dentro
Cosa diavolo ci faceva lì?
Dov’era la sua cabina, la sua tranquillità, I SUOI ABITI? In
quel momento rimpiangeva Nami che lo trascinava a fare shopping forzato.
Mio dio era troppo tempo che era su quella nave.
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Ho bisogno di qualcosa da mettermi, ma forse non è il momento –
riuscì a dire in un breve momento di lucidità
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Dammi sono un attimo – sparì lasciando un piccolo spiraglio che
permetteva di vedere all’interno
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Ah e niente camicie strane, colori azzardati e fantasie dai
gusti particolari – ci tenne a precisare lo spadaccino
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Chi è? – BiancaNami uscì timorosa dal bagno avvolta nella
coperta, tutta rossa in volto
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È Zoro e ha bisogno di un po’ di roba – rovistò nei tiretti alla
ricerca di qualcosa che potesse stargli bene o meglio che potesse piacergli
La ragazza si sedette sul letto ad osservarlo.
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Forse è meglio che vada – rindossò il suo stucchevole abito rosa
di pizzi e merletti avvicinandosi al compagno e sfiorando con le labbra il suo
orecchio – credo che stasera potremo riprendere – nelle tasche fece scivolare
le manette, poi lasciò la stanza portando con sé l’inseparabile orso gigante
usandolo per nascondersi alla vista di Zoro
Il verde la guardò con il sopracciglio sollevato e un’aria tra
il sorpreso e lo schifato per quello che aveva visto.
Mai fidarsi delle apparenze.
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Ecco prendi
Zoro afferrò gli abiti senza prestare alcuna attenzione e senza
dir nulla tornò nella “sua” cabina, era meglio definirla stanza degli orrori,
ma almeno poteva stare tranquillo, in teoria, sempre se al cuoco non saltava in
mente di partire all’attacco.
Chiuse per l’ennesima volta una porta alle sue spalle e per poco
non gli venne un colpo. Tranquillamente Nami usciva dal bagno avvolta in un
asciugamano mentre si frizionava i capelli.
Sbuffò e mormorò a denti stretti frasi irripetibili e si chiuse
in bagno.
La navigatrice lo seguì con lo sguardo e rimase a fissare per
qualche istante la porta chiusa, si strinse nelle spalle e riprese ad occuparsi
dei suoi capelli.
Il getto dell’acqua calda rilassò i suoi nervi sul punto di
esplodere. Ma durò solo per pochi secondi, un getto di acqua fredda lo investì
dalla testa ai piedi.
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Namiii – urlò saltando fuori dalla doccia
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Cosa c’è da urlare? – la rossa di affacciò – e copriti che
schifo – si portò le mani al volto lasciando le dita larghe per poter tenere
comunque sotto controllo quell’ominide
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Hai finito tutta l’acqua calda ecco cosa c’è
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E ti lamenti per questo? Per i tuoi allenamenti fai cose ben
peggiori – lo rimbeccò stufa già di quella lagna
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Avevo voglia di rilassarmi – disse con un tono particolarmente
acido
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Io avevo voglia di lavarmi – mani sui fianchi non aveva voglia
di lasciar perdere
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Esci fuori – la spinse fuori dalla porta
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Esco quando lo dico io – scostò le braccia del compagno
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Non è il momento di essere orgogliosi … scelta di tempismo
sbagliata – la spinse ancora per poter tornare alla sua doccia seppur gelata
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Va a quel paese stupido – uscì sbattendo rumorosamente la porta
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Ma almeno ci hai parlato? – seduto sul suo letto, latin-Zoro
cercava di capire perché Nami era entrata nella sua stanza urlando e
strepitando
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Con quello lì … faccio prima a spararmi un colpo in testa –
camminava avanti e indietro per tutta la cabina
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Così non concluderai nulla – la vide diventare pallida tutto
d’un colpo e correre verso il bagno dritta verso il water
Inginocchiata lì, le sembrava di rimettere anche l’anima.
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Mio dio Nami … sei incinta?