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Autore: Tsukichan    22/05/2011    7 recensioni
Due ciondoli, un viaggio, un probabile amore e una ciurma del tutto diversa. Tutto in una fic? Vedremo ^^
- È una collana che permette di viaggiare nello spazio e nel tempo, solo unendo i due ciondoli – tirò fuori da una custodia una seconda collana con la seconda parte del ciondolo tenendoli a debita distanza – questo diventa possibile. È un raro cimelio di un’antica civiltà ormai perduta.
Ringrazio quelli che leggeranno e recensiranno se vorranno XD
Genere: Avventura, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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13°Capitolo

-          Zoro … la tempesta – lo prese per la maglietta strattonandolo – andiamo, andiamo

-          Ehi … - le girò la testa

Il sole splendeva in un cielo quasi completamente terso. Allora non erano così stupidi infondo. Si mosse rapida per scendere finalmente sul ponte.

-          Prendi almeno questa – le lanciò sulla testa la sua maglietta

Era nuda!

-          Scendi prima tu sulla scala, allora così mi copri – si tirò la maglietta lungo le gambe per coprirle il più possibile – ma se alzi la testa ti pianto il piede dritto negli occhi

-          Non slabbrarmi la maglia è l’unica che mi rimane su questa nave – afferrò le corde della scala – muoviti andiamo

 

-          Cosa avete combinato? – disse la navigatrice

La ciurma la guardò un po’ intimorita. Forse avevano sbagliato, dovevano aspettarla, colare a picco? Non riuscivano a capire quello sguardo.

-          Eh … ehm … ho dato le direttive – disse tutto d’un fiato BiancaNami nascondendosi dietro il suo fido peluche gigante

Nami le si fiondò addosso, la prese per le spalle e l’abbracciò forte.

-          Brava brava – allora non era così tonta – sei un genio – le prese il viso tra le mani, strizzandole le guance – oooh – la strinse nuovamente a sé rischiando di soffocarla

-          Ehm Nami – la copia picchiettò sulla sua spalla – ho bisogno d’aria – bofonchiò annaspando nella ferrea presa delle braccia

-          Non dovresti alzare troppo le braccia – Robin delicatamente apparve alle sue spalle facendole notare dov’era arrivata la maglietta

Nami mollò BiancaNami abbassando la maglia fino alle ginocchia e colpendo latin-Zoro in pieno volto con un gancio destro micidiale, fermando il suo gongolare per essere riuscito a vederle il fondoschiena nudo.

Una risata generale si levò sul ponte, ormai quelle due figure strambe erano ben accette nella ciurma.

-          Ehi qui le funi non sono legate bene – Zoro a poppa della Sunny indicò le corde incriminate - così rischiamo di combinare un guaio … state più attenti

Fu raggiunto dallo spadaccino dongiovanni, che ancora si massaggiava la parte dolorante.

-          Ha un pugno micidiale – disse a Zoro

-          E tu non hai provato ancora niente – rise di rimando il verde sistemando ancora una fune

-          Ehi cos’hai? – latin-Zoro prese per un braccio Zoro che si era poggiato di peso alla balaustra alla ricerca di equilibrio

Rispose con un grugnito – tutto a posto – strinse all’altezza del petto – tutto a posto – ripeté annaspando alla ricerca d’aria – non farne parola con nessuno o ti faccio fuori

-          Potresti almeno parlare con il nostro Chopper - consigliò Latin-Zoro

-          Non ce n’è bisogno ne sono certo … tu – lo puntò con l’indice e con l’altra mano strinse le fidate katane – non farne parola con nessuno, soprattutto con Nami

-          Ehi dobbiamo rientrare, del riposo farà bene a tutti e poi è quasi ora di cena – era stato Chopper a parlare quello strano ragazzo che di una renna non aveva nessun tratto

-          E anche di una doccia – Nami si osservò da capo a piedi

Era fradicia, sporca di salsedine, ricoperta da una maglia sporca e necessariamente da cambiare, sudata, con delle occhiaie enormi sicuramente e sentiva anche un dolore all’altezza dello stomaco. Era uno straccio diciamocelo.

-          Allora ci vediamo a cena – il capitano si diresse sottocoperta con Robin al seguito

-          Zoro io vado, il bagno è mio – la navigatrice si rivolse al compagno ancora alle prese con le corde e iniziò a correre verso la cabina

-          Ehi ehi ehi … torna qua – lasciò latin-Zoro alle funi e la raggiunse – strega vieni fuori di lì

-          Sono già sotto la doccia – il getto dell’acqua era ancora freddo bisognava aspettare qualche minuto

-          Almeno sbrigati per la miseria … ne ho bisogno anch’io

Perfetto la maglia l’aveva data a Nami i pantaloni li aveva indosso … cosa doveva mettersi?

Il cuoco era da scartare, come minimo gli avrebbe uno di quei completino ridicoli di pelle aderenti con gli strass e i brillantini. Appena tornato avrebbe preso in giro il loro Sanji fino alla sfinimento. Quel pensiero gli fece nascere una risata di cuore.

Comunque la questione più rapida era cosa mettersi.

Forse la sua copia aveva qualcosa di decente e più adatto ai suoi gusti.

Percorse i corridoi fino alla cabina di quel pazzo, stralunato spadaccino. Bussò con forza, non aveva voglia di aspettare ed entrò senza aspettare risposta.

Errore.

-          Cazzo – si richiuse la porta alle spalle e si annotò a mente di non aprire mai più una porta senza verificare chi ci fosse dentro

La scena che aveva intravisto poi aveva dell’irreale. Latin-Zoro e BiancaNami insieme, abbracciati, che si baciavano e ben altro e se i suoi occhi non l’avevano tradito c’era anche un paio di manette tra le mani della ragazza. Una cosa era stato vederli da lontano, una da poco meno di un metro. Faceva ribrezzo il solo pensiero.

-          C’è qualche problema – la zazzera verde della sua copia spuntò dalla porta mantenendola socchiusa in modo da coprire se stesso e chi c’era dentro

Cosa diavolo ci faceva lì?

Dov’era la sua cabina, la sua tranquillità, I SUOI ABITI? In quel momento rimpiangeva Nami che lo trascinava a fare shopping forzato.

Mio dio era troppo tempo che era su quella nave.

-          Ho bisogno di qualcosa da mettermi, ma forse non è il momento – riuscì a dire in un breve momento di lucidità

-          Dammi sono un attimo – sparì lasciando un piccolo spiraglio che permetteva di vedere all’interno

-          Ah e niente camicie strane, colori azzardati e fantasie dai gusti particolari – ci tenne a precisare lo spadaccino

-          Chi è? – BiancaNami uscì timorosa dal bagno avvolta nella coperta, tutta rossa in volto

-          È Zoro e ha bisogno di un po’ di roba – rovistò nei tiretti alla ricerca di qualcosa che potesse stargli bene o meglio che potesse piacergli

La ragazza si sedette sul letto ad osservarlo.

-          Forse è meglio che vada – rindossò il suo stucchevole abito rosa di pizzi e merletti avvicinandosi al compagno e sfiorando con le labbra il suo orecchio – credo che stasera potremo riprendere – nelle tasche fece scivolare le manette, poi lasciò la stanza portando con sé l’inseparabile orso gigante usandolo per nascondersi alla vista di Zoro

Il verde la guardò con il sopracciglio sollevato e un’aria tra il sorpreso e lo schifato per quello che aveva visto.

Mai fidarsi delle apparenze.

-          Ecco prendi

Zoro afferrò gli abiti senza prestare alcuna attenzione e senza dir nulla tornò nella “sua” cabina, era meglio definirla stanza degli orrori, ma almeno poteva stare tranquillo, in teoria, sempre se al cuoco non saltava in mente di partire all’attacco.

Chiuse per l’ennesima volta una porta alle sue spalle e per poco non gli venne un colpo. Tranquillamente Nami usciva dal bagno avvolta in un asciugamano mentre si frizionava i capelli.

Sbuffò e mormorò a denti stretti frasi irripetibili e si chiuse in bagno.

La navigatrice lo seguì con lo sguardo e rimase a fissare per qualche istante la porta chiusa, si strinse nelle spalle e riprese ad occuparsi dei suoi capelli.

Il getto dell’acqua calda rilassò i suoi nervi sul punto di esplodere. Ma durò solo per pochi secondi, un getto di acqua fredda lo investì dalla testa ai piedi.

-          Namiii – urlò saltando fuori dalla doccia

-          Cosa c’è da urlare? – la rossa di affacciò – e copriti che schifo – si portò le mani al volto lasciando le dita larghe per poter tenere comunque sotto controllo quell’ominide

-          Hai finito tutta l’acqua calda ecco cosa c’è

-          E ti lamenti per questo? Per i tuoi allenamenti fai cose ben peggiori – lo rimbeccò stufa già di quella lagna

-          Avevo voglia di rilassarmi – disse con un tono particolarmente acido

-          Io avevo voglia di lavarmi – mani sui fianchi non aveva voglia di lasciar perdere

-          Esci fuori – la spinse fuori dalla porta

-          Esco quando lo dico io – scostò le braccia del compagno

-          Non è il momento di essere orgogliosi … scelta di tempismo sbagliata – la spinse ancora per poter tornare alla sua doccia seppur gelata

-          Va a quel paese stupido – uscì sbattendo rumorosamente la porta

 

-          Ma almeno ci hai parlato? – seduto sul suo letto, latin-Zoro cercava di capire perché Nami era entrata nella sua stanza urlando e strepitando

-          Con quello lì … faccio prima a spararmi un colpo in testa – camminava avanti e indietro per tutta la cabina

-          Così non concluderai nulla – la vide diventare pallida tutto d’un colpo e correre verso il bagno dritta verso il water

Inginocchiata lì, le sembrava di rimettere anche l’anima.

-          Mio dio Nami … sei incinta?

 

   
 
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