LX CAPITOLO
La mattina dopo Francesca uscì in anticipo da casa
per evitare Camilla. Arrivò subito a scuola e si diresse velocemente verso il
suo armadietto, dove avrebbe preso il libro della prima lezione della mattina:
greco.
Mentre stava cercando nel disordine, sentì una
voce calda dietro a sé
-ciao Françiesca-
si girò di scatto e sussultò, trovandosi davanti,
a pochi centimetri di distanza, Pablo.
-c.. come sai il mio nome?-
-ieri tue amigos hanno chiamato e io.. ricordato!-
disse battendosi con l’indice la tempia.
Francesca arrossì velocemente. Era carino….
Tremendamente carino… ciocche di capelli neri coma la pece ricadevano
disordinati sulla fronte, facendo intravedere due stupendi occhi grigi con
qualche scaglia verde. Il naso era dritto, e i lineamenti perfetti del suo viso
circondavano delle labbra rosse e carnose che nascondevano dei denti dritti e
bianchissimi.
Francesca rimase incantata ad osservarlo e si
risvegliò accorgendosi dello sguardo perplesso e incuriosito di Pablo. Si girò
di scatto chiudendo l’armadietto e si allontanò, imbarazatissima. Fu ben presto
raggiunta da Pablo che la prese per un braccio. Proprio in quel momento si era
avvicinato Giovanni.
-UEI UEI SPAGNOLITO….-
-Giù LE MANI…….. GRAZIE…..- con un gesto deciso tolse
la mano di Pablo dal braccio di Francesca. Lo spagnolo si allontanò senza dire
nulla.
-comincia a starmi antipatico quel ragazzo..-
disse Giovanni osservando il ragazzo che si allontanava
-brutto non è, e ha parecchio fascino.. troppo per
i miei gusti..- continuò.
-già…..- disse la ragazza con sguardo sognante –e
poi bacia proprio bene….- si morse il labbro con fare malizioso
-cosa?!- Giovanni le si era parato davanti
-SCHERZO!!!-
Dopo la lezione di greco Francesca si avviò verso
la biblioteca. I corridoi erano deserti , come del resto la biblioteca. Si
avviò verso il bancone della donna e chiese gentilmente dove avrebbe potuto
trovare un libro sugli ormoni.
-corridoio 7, scaffale 14, libro mi sembra…. 786-
la donna non la guardò neanche, intenta a digitare qualcosa al computer. Era
formidabile il modo in cui conosceva per filo e per segno la posizione dei suoi
adorati libri.
Francesca si avviò verso il settimo corridoio e cominciò a contare gli scaffali.
Decimo…. Undicesimo… dodicesimo… tredicesimo… quattordicesimo!!
Cominciò a cercare il libro, ma ben presto si
accorse che non era sola in quell’enorme stanza.
Cominciò a guardarsi intorno cercando di capire
chi fosse.. sperò vivamente che non fosse ancora lui.. sarebbe stata una vera e
propria persecuzione..
Sentì un fruscio di fianco a sé. Il cuore cominciò
a battere. Odiava essere in quelle situazioni.. forse aveva visto troppi film
in cui degli spietati killer arrivavano silenziosamente dietro di te e poi…..
ZAC!
-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH- Francesca lanciò un
urlo pauroso
-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH- un altro urlo. Ma non
era ancora lei.
Francesca, togliendo un volume sovrappensiero
dallo scaffale, si era trovata davanti dall’altra parte Camilla, che sentito
l’urlo, aveva urlato anch’essa.
Meno male che la bibliotecaria non se n’era
accorta..
Francesca deglutì –ah sei tu…-
-c’era bisogno di urlare?- Camilla era piuttosto
scossa. Aveva i capelli arruffati ed era particolarmente pallida.
-scusa io..-
-devo andare- disse bruscamente Camilla
allontanandosi con un volume in mano
-no aspetta!- Francesca l’aveva raggiunta e le
aveva porto il libro che le aveva prestato.
-grazie- mormorò prima di allontanarsi.
Camilla era veramente arrabbiata. Francesca
l’aveva ferita. L’aveva trattata come una bambina di 6 anni… è vero, non aveva
mai baciato un ragazzo e allora?? Cosa vuol dire, anche se non l’hai mai fatto
sei lo stesso grande… o no?
E poi, la cotta per Stefano se l’era presa
veramente… e niente nessuno l’avrebbe ostacolata a provarci.. neanche
Francesca.
Tornò in classe. Mentre rimetteva in cartella il
libro che aveva prestato alla ragazza , cadde un bigliettino dalle pagine dello
stesso. Camilla lo aprì. In una scrittura dolce e lineare c’era scritto “
PACE??” .
Camilla arrotolò il bigliettino e lo scagliò per
terra . “no” pensò.