Per Elisa.
Per Elisa.
A te che leggi questa mia storia
A te per la quale l'ho scritta
Quando Schroeder suonava
Beethoven con il suo piano, egli lo faceva sempre solo per se stesso.
C’era qualcosa di fortemente egoistico in quell’intimo
piacere che lo pervadeva ogni volta che sedendo per terra intrecciava
le complesse melodie che crome, biscrome, brevi, pause e bemolle
tracciavano, come semi neri sullo strano sentiero del pentagramma .
Anche gli altri che lo stavano ad ascoltare, e persino le persone
presenti quando si esibiva in un saggio o in un concerto, li
considerava quasi come bambini importuni e maleducati che stavano a
sentire un discorso che non era pronunciato per le loro orecchie.
Lucy van Pelt amava ascoltare Beethoven solo
perché era Schroeder a suonarlo: non che non le piacesse la
musica, ma tutto ciò che cercava in essa si riduceva in fondo a
qualche minuto in compagnia del piccolo pianista biondo; ciò che
cercava era la possibilità di condividere assieme con lui il
piacere che dava la musica, ciò che sognava era la
possibilità che, per una volta, Schroeder suonasse per lei.
Quel giorno Lucy stava come sempre sdraiata, i
gomiti poggiati al piano e fissava il suo adorato Schroeder che, per
conto suo, era chino e concentrato sui tasti bianchi e neri,
l’occhio che vagava sullo spartito. Improvvisamente Schroeder
smise di suonare e fissò il suo sguardo in quello della
van Pelt che, per la prima volta nella sua vita, rimase senza parole.
Poi Schroeder attaccò a suonare: suonava Per
Elisa: e intanto non staccava i suoi occhi verdi da quelli neri di
Lucy: per la prima volta nella sua vita non suonava per sé, ma
per lei. ed ogni singola nota era come un lungo discorso la cui sottile dolcezza nasceva dal tocco delicato di un piùchepiano
ed ogni pausa in cui il suono esitava, come se uno strano pudore lo
trattenesse, era come una dichiarazione d’amore. Lucy era
incantata dalla musica, era inebriata di felicità, annegava
nello sguardo di lui e avrebbe voluto che tutto quello non avesse mai
fine....
All’improvviso un accordo fortissimo e
profondo, che nulla aveva a che fare con la dolcezza della Bagatella
risuonò nell’aria e Lucy si ritrovò a fissare un
arrabbiatissimo Schroeder.
«Non ci si addormenta quando si ascolta
Beethoven!» stava dicendo, ma lei, triste e abbattuta, non lo
ascoltava già più.
«L’amore è il sogno di una felicità irraggiungibile» disse.
Schroeder riattaccò a suonare Per Elisa.
N.d.A.
Anche se è passato qualche giorno da quando ho pubblicato questa
storia, voglio aggiungere qualche riga per spiegarne in parte
l'origine. 1) In primo luogo cì'è per questo video.
In cui si vede e si sente (più o meno non è Per Elisa, ma
la Sonata al Chiaro di Luna) ciò che in questa storia accade. 2)
In secondo luogo c'è una striscia che mi è stata
segnalata in cui Lucy dice a Schroeder che "Se Beethoven ha scritto
"Per Elisa" ci sarà un motivo.
Devo ancora ringraziare Serena perchè anche mi ha ispirato
ancora una volta con una bellissima frase (che però qui non
compare). Mi diverte sempre più questa coppia che non è
una vera coppia, alla prossima spero.
Approfitto della situazione per ringraziare nuovamente tutti quelli che
hanno recensito o anche semplicemente letto questa e le altre mie
storie sui Peanuts.
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