forgottentales
-Il Custode dell'Oscurità-
Il tratto boschivo che separava
Mogania dal Lago d'Ira era scabroso e malagevole. Fitte macchie di
alberi ostacolavano la via, rendendo difficile il passaggio, e il
terreno aspro e ricoperto di radici era una trappola per i piedi.
Durante la precipitosa corsa verso il lago Mion era incespicata ben due
volte (ogni volta tra sonore imprecazioni) e persino Niall aveva avuto
qualche attimo d'incertezza. L'unico che procedeva miracolosamente
indenne era Lance.
Tieni duro, Ree, pensò
il Domadraghi, scavalcando un tronco riverso e continuando a correre
senza rallentare. Provò a chiudere per un attimo gli occhi, in
cerca di qualche figura fiammeggiante che potesse guidarlo con il Clear
Mind, ma gli unici spiriti che percepì nelle vicinanze furono
quelli di Niall e Mion.
Dopo quella che parve un'eternità, la foresta cominciò a
diradarsi, e fra i tronchi scuri e nodosi iniziarono a lampeggiare
spicchi d'azzurro. Man mano che s'avvicinavano, Lance cominciò a
notare diversi piccoli segni di distruzione, e quando infine arrivarono
alla sponda vide che il terreno era a tratti scrostato e dilaniato, che
buona parte di un molo era stata sfasciata a morsi e che parecchi
alberi nelle vicinanze erano stati sradicati. Ma nonostante il caos,
non c'era traccia di anima viva... né di Reason, né del
professor Even.
- Non c'è nessuno, qui - disse Lance, deluso.
- Impossibile - obiettò Niall. - Una persona singola forse
può far perdere le proprie tracce, ma non si possono nascondere
dozzine di Gyarados in uno schiocco di dita. -
Mion si guardava attorno ansiosamente, tormentandosi l'orlo dell'abito
con le dita. - Oh, per favore, ragazzi, andiamocene. Questo posto mi
dà i brividi - li supplicò.
- Io non me ne vado senza Reason - insisté Lance, più
deciso di quanto in realtà non si sentisse. Tentò di
nuovo a scandagliare il lago con il Clear Mind, e stavolta ottenne
qualche risultato: avvertì la presenza di decine di Magikarp
sotto il pelo dell'acqua e di tre umani verso ovest, l'uno leggermente
discosto dagli altri. Lance si girò nella loro direzione, e il
suo sguardo fu subito attirato da un'ombra bassa e larga, immersa nella
fanghiglia. Focalizzandosi su di essa, il Domadraghi si rese conto che
non era una, bensì due persone... due persone fatte sedere a
terra e legate schiena contro schiena. Lance strinse i pugni. Uno dei
due era un uomo sulla cinquantina, con scompigliati capelli biondo
pallido e un viso duro e spigoloso; l'altra era una ragazza esile, con
la testa reclinata in avanti, le chiome lunghe e castane che sfioravano
la fanghiglia.
- Ree! - Lance fece per avvicinarsi.
- Prendilo, Fearow! -
Prima che potesse fare due passi, Lance fu placcato da dietro e buttato
energicamente a terra. Un violento spostamento d'aria a pochi
centimetri dal suo braccio gli comunicò che qualcosa di molto
grosso e dagli artigli straordinariamente affilati l'aveva mancato per
un soffio. Il ragazzo si rialzò, un po' barcollante ma
perfettamente indenne: a salvarlo era stato Niall, in piedi accanto a
lui. Un secondo dopo, davanti a loro atterrò un Fearow, lo
stesso che li aveva appena attaccati, e dal suo dorso scivolò un
ragazzo dall'aria temeraria e ribelle, con lunghi capelli del colore
dell'argento. Indossava una divisa nera, con una S bianca ricamata sul
petto.
- Conosco quella lettera - mormorò Mion. - E' il simbolo del Team Sancta. -
- Di chi? - chiese Lance a denti stretti.
- Un'organizzazione dedita allo studio dei Pokemon leggendari -
replicò Mion a bassa voce, dopodiché staccò una
sfera dalla cintura. Era di foggia insolita: anziché essere
bianca e rossa, come una
pokeball, o bianca e blu, come una megaball, era completamente nera,
lucidissima, con la linea e il bottone grigio metallizzato. - Vedrai
che il mio Venomoth t'insegnerà un po' di buone maniere. Esci,
tesoro! -
La grossa falena velenosa apparve accanto a lei in un lampo di luce, battendo imperiosamente le grandi ali di seta violacea.
Un insetto contro un volante?, pensò Lance, confuso, ma si limitò a strattonare la manica di Niall per far cenno di proseguire.
- Venomoth, Paralizzante! -
Lance s'aspettava di vedere la falena attaccare il nemico e
impolverarlo ad arte. Sarebbe stato un buon inizio, un modo
intelligente per accorciare le distanze di quello scontro così
male calibrato.
Quello che il Domadraghi certamente non s'aspettava fu il fastidioso
pizzicore che gli pervase la pelle. I suoi muscoli iniziarono a prudere
terribilmente, e dal prurito si passò ad un fiacco torpore, come
se qualcuno l'avesse appena sedato.
- Ma che... Mion? - mugolò Lance a stento, mentre la
paralisi s'inerpicava lungo il suo collo. - Che diavolo stai
facendo? -
Mion ridacchiò amabilmente e si volse con eleganza, le mani sui
fianchi, il Venomoth palpitante alle spalle. - Oh, solo il mio lavoro,
caro Lance-chan. -
- Il tuo lavoro? Che accidenti stai dicendo? -
- Avrei dovuto capirlo subito - sibilò Niall, immobilizzato a
sua volta. - Voi due eravate in combutta, non è vero? E tu non
sei altro che una delle sue marionette, una degli Emissari del
Disertore. -
- Vedo che sei aggiornato, sapientone. Ma io non sono una marionetta. -
Mion s'inchinò con fare teatrale. - Io sono Kandata Mion,
Emissaria dei Ghiacci e ufficiale del Team Sancta, per servirvi. O
meglio, più che 'per servirvi', direi per convincere il Custode
a unirsi alla causa del mio signore, con le buone o con le cattive. -
La tristezza di Lance per il tradimento di Mion si squagliò come neve al sole, sostituita da una rabbia cieca.
- Scommetto che siete stati voi a fare il lavaggio del cervello ai
Gyarados - sbottò, furibondo. - E non solo a loro, ma anche ai
Geodude e agli Onyx della Dorsale Argento. Razza di bastardi, cos'avete
fatto a Reason e al vecchio? -
- Datti una calmata, non sono conci così male - replicò
il ragazzo dai capelli in tono annoiato. Incrociò le braccia
davanti al torace. - Allora, Custode. Noi abbiamo qualcosa che
t'interessa, e tu hai qualcosa che interessa a noi. Sai cosa si fa in
questi casi? Si prova a negoziare. -
Lo stomaco di Lance ebbe una spiacevole contrazione, ma si sforzò di mantenere un contegno deciso e aggressivo.
- Si può sapere che cavolo volete da me? - sbuffò, lottando per liberarsi dal Paralizzante.
- Oh, nulla di troppo importante - rispose Mion in tono mielato. - Solo
la tua fedeltà cieca e incondizionata e un giuramento di sangue
che ti vincoli per sempre al nostro signore. -
Il Domadraghi fu preso dai sudori freddi. La Sagoma l'aveva avvisato,
che i seguaci del Disertore gli stavano dando la caccia, e lui c'era
cascato lo stesso come un perfetto idiota. Se solo fosse stato
più prudente...
- Fatemi capire bene: o vengo torturato e ucciso insieme ai miei amici,
o mi unisco a voi e passo il resto della mia esistenza come schiavo di
un essere malvagio - disse sarcastico, cercando disperatamente di
guadagnare tempo. - Belle alternative, eh. -
- Detta così, si toglie tutta la poesia - sospirò Mion. -
C'è una cosa che forse non ti è chiara, Lance-chan. Vedi,
tu pensi di essere un eroe, pensi che noi siamo i cattivoni di turno e
che una volta eliminati noi nel mondo torneranno a splendere pace e
amore e giustizia e bla bla bla. Ma non è così, affatto.
La verità è che tu sei malvagio. -
Lance rimase spiazzato. - Scusa? -
- Tu. Sei. Malvagio -
ripeté Mion, scandendo bene le parole. La sua finta dolcezza era
sfumata in un disprezzo velenoso. - Voi tutti lo siete, voi maledetti
Custodi. Il vostro potere non è una ricompensa faticosamente
guadagnata, è solo uno scherzo della natura che vi è
stato attribuito per puro caso. Siete convinti di avere il mondo in
mano, credete di poter regolare la vita e la morte a vostro capriccio,
come se foste dei. - Arricciò le labbra. - Siete disgustosi. -
- Tu sei pazza - ribatté Lance. - Io non ho mai fatto nulla del genere! -
- Solo perché sei ancora troppo inesperto per controllare il tuo
potere. - Gli occhi castani di Mion bruciavano di un odio senza
precedenti. - Ma presto anche tu imparerai a controllarlo, come gli
altri Custodi prima di te. E allora diventerai né più
né meno come loro, un signore della distruzione. L'obiettivo
prefissato del Team Sancta non è solo di studiare i Pokemon
leggendari, ma è anche e soprattutto quello di fermare mostri
come voi: un Custode a piede libero è un elemento troppo
pericoloso, e per questo deve essere o addomesticato, o neutralizzato. -
- Fortunatamente, a Johto ci sono solo due Custodi - disse il ragazzo
alle sue spalle con voce piatta. - Una volta che vi avremo messo fuori
gioco entrambi, non potrete più terrorizzare le nostre genti con
quel vostro mostruoso potere. -
- Ben detto, Sasha. E pensa un po' che simpatica coincidenza, l'ospite
speciale di oggi è proprio uno dei Custodi! - Mion si
girò verso il compagno. - Questo però non ti giustifica.
Perché mai non sei andato a caccia del Custode del Fuoco? Se
fossi partito subito, ora anche lui sarebbe nelle nostre mani! -
- Era nei dintorni di Ebanopoli ed era in movimento, come minimo si
sarà già diretto a Kanto. - Sasha si strinse nelle
spalle. - Lo potremo inseguire con comodo, dopo aver chiuso la bocca a
questo qui. -
Ci fu una risatina.
Stupito, Lance si rese conto che non proveniva da Sasha o Mion, ma da Niall, poco dietro di lui.
- E tu che accidenti hai da ridere?! - lo rimbeccò Sasha. -
Forse ti è sfuggito il dettaglio che sei nella merda fino al
collo, proprio come il tuo amico. -
Niall smise di ridere e si fece di nuovo serio. Nei suoi occhi scuri dardeggiavano riflessi metallici.
- Mi diverte il fatto che voi due v'illudiate che vi permetterò
di fare del male a Lance senza opporre resistenza - disse, in tutta
tranquillità. - E' un'omissione alquanto ingenua da parte
vostra, considerati gli sforzi che avete fatto per arrivare fino a
questo punto, no? -
Mion sogghignò. - E tu chi saresti, il suo baby-sitter? Sei paralizzato quanto lui, e nemmeno sei un Custode! -
Le ultime parole famose.
Una vampata di fiamme nere si sprigionò attorno ai piedi di
Niall, una colonna tenebrosa che vorticò attorno al giovane e
s'innalzò verso il cielo, incenerendo ogni cosa nel raggio di
due metri. Il corpo di Niall si sollevò da terra, galleggiando a
mezz'aria; le fiamme s'attorcigliavano attorno ai suoi arti, lambivano
le sue carni, scorrevano sulla sua pelle come rivoli d'inchiostro, ma
senza causargli la minima scottatura. I lunghi capelli verdi del
ragazzo ondeggiavano maestosi, come scossi da un vento di tempesta,
mentre il volto, a stento visibile in quel vortice oscuro, appariva
calmo e concentrato. Poi la colonna cominciò a brillare.
I tre presenti erano uno più stupefatto dell'altro. Sasha e
Mion, rimasti di stucco, s'affrettarono a coprirsi gli occhi con le
mani per schermarli dall'indescrivibile bagliore emanato da Niall,
un'esplosione di ombra luminosa tanto accecante da ferire la vista.
Lance, ancora paralizzato, dovette accontentarsi di serrare
strettamente gli occhi, ma avvertì una rapida fitta al palmo e
seppe che il suo Marchio stava lampeggiando vivacemente.
Quando la luce si affievolì e Lance osò aprire gli occhi,
scoprì che Niall era completamente cambiato. Al posto dei suoi
abiti normali portava un'armatura, simile a quella di un samurai: le
sue varie componenti erano ricoperte da larghe piastre nere, che
ricordavano le scaglie di un rettile, e legate da nastri di pelle tinta
color verde scuro. Sotto di essa s'intravedeva una camicia nera, mentre
una spessa cintura smeraldina gli si avvolgeva attorno alla vita e si
annodava sul davanti. L'elmo, che pareva scolpito nell'onice, era a
forma di testa di drago, un inquietante drago nero dalla mascella
sporgente.
Niall raddrizzò le spalle e si mise in posizione di difesa,
sollevando una lunga katana appena materializzatasi tra le sue dita. Il
suo sguardo posato e grigioverde era ora divenuto di un vibrante rosso
vermiglio.
Lance non poté impedirsi di deglutire. L'aura di potere oscuro
che palpitava attorno a lui era talmente intensa che non aveva bisogno
di chiudere gli occhi per sentirla: saturava ogni molecola d'ossigeno,
riempiva i polmoni del Domadraghi ad ogni respiro. Tuttavia,
benché impressionato, Lance non ne fu intimorito.
L'oscurità che turbinava intorno a Niall non era malvagia: aveva
piuttosto il sapore della notte che avvolge un fuggiasco, dell'oblio
profondo che annega ogni dolore, del soffio della morte che spegne con
dolcezza una vita lacerata. Era un'oscurità benevola, che
prometteva protezione, non distruzione. Almeno per Lance.
- Permettetemi di presentarmi - disse Niall, più maestoso di
quanto non gli fosse sembrato fino a quel momento. - Io sono Niall di
Mistralopoli, protetto di Zekrom e Custode dell'Oscurità.
Rilasciate la ragazza e il professore, e non dovrò avere le
vostre morti a pesarmi sulla coscienza. -
Sasha e Mion erano sbigottiti.
- Ma tu... tu dovresti essere morto stecchito! - stridette infine Mion.
- Il nostro signore ha ucciso te e la Custode della Luce sei mesi fa! -
- Ti piacerebbe - disse piano Niall, e per la prima volta Lance
udì in lui una sfumatura di pura rabbia. - Ma purtroppo per voi
io non sono morto, e nemmeno White. I falsi poteri di cui tanto si
vanta il Disertore non possono essere paragonati a quelli di due veri
Custodi. -
- Questo lo dici tu! - La bocca da cherubino di Mion si distorte in una
smorfia. - Vedrò di rimediare alla piccola svista del mio
signore facendoti fuori una volta per tutte! Vai, Dark Articuno! -
Staccò una sfera nera, identica a quella di Venomoth, e la
lanciò in alto: da essa proruppe un'immensa creatura alata, un
magnifico uccello dalla lunga coda sinuosa. Per quanto simile,
però, non era l'Articuno azzurro e scintillante che si diceva
apparisse nelle tempeste di neve: questo era grigio e trasparente, come
se fosse fatto di vetro impolverato, e i suoi occhi bigi, senza
pupille, trasmettevano un senso di vuoto e tristezza. Più che un
Pokemon leggendario, sembrava un burattino scolpito come tale.
- Guardalo bene, perché sarà l'ultima cosa che vedrai
prima di essere ammazzato - sibilò Mion. In lei non c'era
più traccia della ragazza sexy e un po' frivola che era stata. I
suoi begli occhi castani lampeggiavano assassini.
Per nulla turbato, Niall si scostò un lembo della camicia,
rivelando il Marchio di una folgore nera che gli si arrampicava dalla
clavicola destra alla parte inferiore del collo. Il Marchio sul palmo
di Lance prese a pulsare più forte.
- Lo vedi, Mion? Questo simbolo è la prova che è stato
Zekrom stesso a scegliermi. Non mi è stato assegnato da un
vecchio pazzo megalomane, al contrario di quello che è successo
a te e a quella patetica copia di Articuno. Zekrom! - Impugnò
una sfera, completamente nera con delle scanalature verdi. - Mostragli
cosa sa fare un vero Custode! -
Una scarica di fulmini neri squarciò l'aria, e un imponente
drago dello stesso colore si librò sopra le loro teste,
sconvolgendo i rami degli alberi e oscurando il cielo con la sua
terrificante mole. Zekrom, uno dei tre draghi leggendari di Unima.
- Un Custode solo contro l'Emissaria dei Ghiacci e l'Emissario dei
Tuoni? - Mion rise, stridula. - Sei tu il pazzo. Non ci sarà
nemmeno bisogno di scomodare Sasha, a te posso badare benissimo io! -
Sasha sogghignò, un sogghigno cupo e perverso. - Perfetto, allora io mi prenderò cura del Domadraghi. -
Lance rispose sganciando la pokeball di Dragonair dalla cintura. Una
delle nere fiamme rigeneratrici di Niall brillava a pochi centimetri da
lui, e bastava quella piccola presenza a diminuire l'effetto del
Paralizzante. Di lì a pochi minuti, l'effetto sarebbe finito del
tutto.
- Vedremo chi si prenderà cura di chi - disse, dopo aver lanciato un'ultima occhiata al corpo esanime di Reason.
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Scusate il ritardo, ho bisogno del mio tempo xD nuu che rompimento...
so che a nessuno di voi fregherà niente, ma anche quest'anno mi
hanno appioppato il debito di matematica ._. vabbe' dai ho tutta
l'estate per prepararmi in modo passabile. Peccato, almeno quest'anno
avrei voluto evitare il predicozzo genitoriale ._.
Ancora un ciclopico grazie a ElettroShock99 e a Dark_Glo ç.ç grazie ragazzi, sono commossa dai vostri complimenti!
Bacio,
- Flames
P.S.
Sì, Mion è proprio una stronza coi fiocchi.
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