Measuring a summer’s
day,
I only find it
slips away to grey.
The hours… they
bring me pain.
(*)
Lunedì
13 giugno
2011
«Mi
ricordi perché sono qui?»
Bas
fa spallucce e proprio in quel momento la madre entra cinguettante in
cucina, brandendo
un mestolo di legno.
«Cara,
ti vanno le omelettes per cena?»
«Mi
va bene qualsiasi cosa», sospiro, accasciandomi sulle braccia
incrociate sopra il
libro di scienze. Giuro che al termine di una giornata simile sarei
capace di mangiarmi
anche un rinoceronte ancora vivo, ma forse è meglio non
dirlo ad alta voce. La signora
Ulissi ha la graziosa abitudine di non saper cogliere la mia vena
sarcastica: questo
significa che parlare con lei è come parlare contro un muro.
Sarebbe capace di credermi
sul serio. Terrificante.
Bas
inizia a togliere i libri e i quaderni dalla tavola, e io mi alzo per
aiutarlo ad
apparecchiare. Guardo con un senso di nausea la pila di roba che ci
resta da fare,
soprattutto in considerazione che mancano solo otto fottutissimi giorni
all’inizio
del nostro personalissimo inferno. Le ore passano fin troppo
velocemente per i miei
gusti, portando con sé angoscia e terrore.
Non
ce la faremo mai.
«Prima
mi ha mandato un sms Ann. Mi ha chiesto se per la cena con i professori
ci va bene
sabato questo, così la D’Agostino è
sicuramente fuori per il week-end e non sarà
presente».
«Oh,
benissimo!»
Non
sono l’unica ad odiare quella di matematica, sapete?
Ha
passato
gli ultimi giorni di scuola minacciando di bocciare chi non aveva la
piena sufficienza
nelle sue materie dato che, testuali parole, “a me cosa
interessa se dovete ripetere
l’anno?”
Ha
mandato
in totale paranoia metà classe - inclusa me e il mio
splendido cinque e mezzo di
matematica -. Razionalmente sai che
non
verrai mai bocciato, ma vogliamo
metterla
con il fattore delirio presente
nell’aria
già da maggio? Siamo improvvisamente diventati tutti
superstiziosi. Melissa ha incrociato
un povero piccione spiaccicato sulla strada, venendo a scuola
mercoledì, ed è scoppiata
a piangere. L’abbiamo trovata devastata cinque minuti prima
del nostro discorso
d’addio, rintanata in un bagno a mugugnare tra sé
e sé.
Leggenda
vuole che ne abbia letto le interiora come un aruspice vero e proprio,
e vi abbia
tirato fuori che non riuscirà a prendere il suo benedetto
cento e lode.
Per
noi è solo spaventata a morte dall’idea di avere
un incidente il giorno prima degli
esami e non poterli sostenere. Io faccio continuamente questo incubo.
Insieme a
Satana che mi propone di mollare tutto e andare insieme a lui a vendere
ghiaccioli
al Polo Nord.
«Ragazzi,
ancora non mi avete raccontato com’è andato
l’ultimo giorno di scuola! Aspettavo
giusto te, Nadia, perché sai com’è
fatto Sebastiano… Non riesco a cavargli di bocca
una parola che sia una! Ma io sono così curiosa!»
Oh.
Ohohoh.
Bas
alza di scatto la testa e stavolta giuro di poter vedere il lampo
allarmato nei
suoi occhi nocciola - sono finalmente riuscita a capire di che diamine
di colore
siano, e vi assicuro che non è poco. Il collo diventa
teneramente roseo, e capisco
che la sua faccia debba essere andata in fiamme. Scuote la testa per
implorarmi
di tacere, ma non ha fatto i conti con la mia voglia di vendicarmi.
Mercoledì il
dannato mi ha versato addosso metà bottiglia di spumante (mi
ha mirata, l’ho visto!
Lui e la sua aria da sadico, mentre con Mat e Fabio faceva saltare il
tappo), e
il fatto che poi sia dovuta ritornare a casa in corriera, puzzando come
un barbone
alcolizzato, tra gli sguardi sconvolti delle vecchiette non lo ha
minimamente scalfito.
“Eddai,
quanto sei permalosa, abbiamo
spruzzato tutti! Non sai stare al gioco…”
Bene,
vediamo se anche lui non sa stare al
gioco.
Dopotutto,
non ero mica io quella che, in preda ad un momento di esaltato delirio,
saltellava
in giro coi calzoni abbassati, esponendo il suo grazioso didietro
fasciato dai boxer
alla popolazione mondiale femminile riunita nel cortile per sentire i
saluti dei
quinti. Ammetto però che quello di Mat non era decisamente
male…
«Posso
fare di meglio! Ho un video registrato da una mia amica
dell’altra sezione, salvato
sul cellulare… Lo vuole vedere?»
«Oddio,
ma certamente! Ho solamente intravisto la bozza del vostro discorso
dissacrante,
quindi se non sono importuna…»
«Macché!»
Bas
- Nad: 1 - 1. Così impara a fare il bastardo.
«Sebastiano,
tesoro, perché scappi? Dai, sono sicura che non
sarà nulla di così
vergognoso…»
«Nah,
assolutamente. Siamo pur sempre liceali del Classico, seri e studiosi,
no?»
Credo
che Bas mi abbia appena lanciato il malocchio. Meglio che recuperi un
cornetto.
Non
sono superstiziosa, eh, ma non si sa mai.
Sono
senza connessione da mercoledì. Ridete pure - riderei anche
io, se non dovessi finire
la tesina e non fossi quindi nel famoso liquame maleodorante tanto
spesso invocato
a teatro. Ho passato delle singolari ore al telefono con i gestori
dell’Adsl (nel
bel mezzo della chiamata: “Io sono Roberto, e lei?”
Ma che ti frega!) e ormai questa
casa è il rifugio degli operatori.
Sono giorni che trafficano senza risultato (bellissima la domanda:
“Ma siete sicuri
di aver sempre avuto l’Adsl?” No, guarda, mi
è schiattato il criceto nella ruota
che faceva andare avanti l’ambaradan, solo che lavorava in
nero e non posso denunciarne
la scomparsa), e quindi non riesco a controllare recensioni e
quant’altro. Smollo
questo capitolo alla mia piccola Nori, così me lo pubblica
lei, sperando non mi
trapani il cervello in preda anche lei allo sclero
da esame. Per ora sono ancora viva, quindi ho fiducia.
Intanto
è iniziato il ripasso. Cito la scritta di una mia amica sul
diario:
“Non
senti nell’aria quella NEVROSI da
pre-maturità? Io sì! :(“
Mercoledì
è stato l’ultimo giorno. Ho dovuto occuparmi,
insieme alla santa addetta alla pubblicazione
sopracitata, del discorso irriverente d’addio di cui sono
abbastanza fiera. Mentre
ci davamo alla pazza gioia con il Gioca Jouer - no comment, please, io
ero del partito
“prima sigla dei Pokemon” - il nostro caro
ex-rappresentante di istituto con l’ancor
più caro ex-ex-rappresentante d’istituto
(infiltratosi non si sa come, dato che
a momenti non facevano entrare noi a scuola, figurati un universitario
di cui hanno
le foto segnaletiche appese ai muri) hanno dato sfogo ai loro istinti
più primitivi
facendoci il bagno con lo spumante e sì, saltellando in giro
seminudi. Dico solo
che a momenti avevo le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
Semplicemente epico, troppo per non
riportarlo qui. E abbiamo
il video!
Chiudo
questa parentesi parecchio lunga (non ho voglia di tornare a storia, si
vede?),
vi abbandono e vado a votare. E magari anche a recuperare qualcosa per
pranzo.
Aggiornerò
appena possibile, a costo di farmi un cavo nuovo con la pelle del
cranio degli operatori.
See
ya ♥
(*)
Calcolando
le dimensioni di un giorno d’estate,
scopro
soltanto che scivola nel grigio.
Le
ore… mi arrecano sofferenza.
Led
Zeppelin - Tangerine
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