*Autore:
Rota
*Titolo: Rambling
*Fandom:
Dogs - Pallottole e sangue
*Personaggi:
Giovanni Rammsteiner, Heine Rammstainer [Citato]
*Generi: Nonsense,
Introspettivo, Non per stomaci delicati
*Avvertimenti:
Missing Moment, Flash fic, lievissimo/lievissimo davvero shonen ai
*Conteggio parole:
470
*Note: Il
titolo vorrebbe significare "Incoerente", giusto per (L)
Altra HeineGiovanni, non vogliatemene. Questa è un piccolo
regalo per una personcina che ieri compiva gli anni e che quando le ho
parlato della mia nuova passione non è scappata a gambe
levate XD e già questo è una bella cosa
ùwù''
E' legata alla precedente semplicemente per il fatto che vorrei
riuscire a descrivere ogni "contatto" tra Heine e Giovanni all'interno
del manga. Questo non è un contatto vero e proprio, ma si
nota come Giovanni frema per vedere il suo AMATISSIMO Heine.
E boh, vi auguro una buona lettura (L)
Rambling
Una volta hai avuto paura delle urla, Giovanni il Piagnucolone. E dei
denti bianchi di fiera, e degli occhi rossi che portano distruzione.
Una volta ti hanno rinchiuso in una gabbia di cani feroci e
tu, prima di riuscire a chiudere gli occhi, hai pianto a lungo,
tirandoti i capelli per la disperazione.
I ricordi di cadaveri maciullati ti perseguitano come ombre -
è per quello che ora ridi in quella maniera tanto sguaiata
ogni volta che uccidi un uomo? Perché ti fa pena come facevi
pena a te stesso, all'epoca, racchiuso come lo sguardo dietro a mani
intrecciate in una preghiera silenziosa e accorata.
Ma, ogni tanto, il dubbio che tu voglia nascondere espressioni di
disgusto e una sanità mentale che proprio non ti
è congeniale dietro gli occhiali da mosca prende la testa di
tutte quelle maschere, che assistono in silenzio un'altra delle tue
passeggiate verso l'Inferno. Sanno che non sei il preferito, seppur
diverso; sanno che non potranno mai guardarti con gli stessi occhi con
cui tu li guardi, seppur il bianco del tuo essere cane non è
indice di alcuna purezza.
Gli occhi di quella donna non sono altro che questo, l'ultima delle
conche dove il Signore getta con malogarbo le nere anime traditrici, e
le sue parole sono lingue di fuoco che lambiscono i peccatori con
meticolosa cura paziente.
Un solo Demone è riuscito a scappare dalla gabbia - te lo
ricordi, è un pensiero costante che brucia nel petto peggio
che l'umiliazione di non essere altro che feccia infima.
Lo vuoi vedere, vuoi annusare il profumo di Mondo che ha addosso. Vuoi
vedere le sfumature che i suoi occhi hanno assunto, perché
non solo l'odore ma persino il colore della libertà ti
è precluso da ogni pensiero, tu che vivi con un collare
stretto al collo pesante come un macigno.
Per poi strappargli via ogni cosa, assieme alla pelle, assieme alla
carne e fino alle ossa, perché di seguito, nel fumo rosso
del suo sangue, torni da te uguale a quello che era prima, nella puzza
di polvere e rancido che ti è ancora addosso.
-Vado ancora una volta a incontrare lui...(1)-
Il tuo odio è feroce, ma hai imparato semplicemente a
racchiuderlo dentro lo stomaco e usarlo per premere il grilletto di
qualche pistola - non è poi così difficile.
Il tuo odio verso Heine non è limitatamente finito. Non
è invidia, non cattiveria.
Semplice gelosia, perché se vicini avete iniziato vicini
dovevate finire. Ogni volta che senti il tuo nome sulle labbra ti
prende una nostalgia terribile, tanto che vorresti strappargliela,
quella dannata bocca, perché tanto sai che
tornerà a parlarti ogni volta. Ed è magnifico
questo maledetto gioco, perché è solo vostro.
La tarantella non è ancora finita - iniziata con un inchino
del capo, procede lenta e solitaria.
Stringetevi la mano e continuate. Su, non è poi
così difficile.
(1)Giovanni, cap. 34
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