Anche se aveva detto che lo avrebbe fatto, non era stata
sicura delle intenzioni Shanks fino alla fine.
Per riuscire ad arrivare fino a lì avevano dovuto abbattere
tutte le flotte di sorveglianza che la Marina gli aveva messo addosso
– compito non molto gravoso, anche se rimaneva una perdita di
tempo. Ciò che rimaneva preoccupate era
quell’incontro, dato che a dover cercare di dialogare erano
due persone che difficilmente accettavano i consigli degli altri e
talmente orgogliose da non accettare facilmente consigli difformi dai
propri voleri.
“Ben, siamo sicuri che sia una buona idea?”
domandò Hikari alzando un sopracciglio preoccupata.
“Non è per nulla una buona idea” rispose
ridacchiando l’altro “Ma come pretendevi di
convincerlo a rinunciarci”?
“Legarlo e imbavagliarlo?” propose lei.
“Stiamo a vedere cosa succede. Infondo non siamo qui per
combattere”.
Andare da Barbabianca a fare due chiacchiere non era esattamente un
avvenimento di tutti i giorni. Anzi, con tutta probabilità
da quel giorno in poi la Marina sarebbe stata in stato
d’allerta per paura di cosa mai avessero complottato Newgate
e il Rosso – soprattutto dopo aver affondato le loro navi.
In realtà la visita non aveva scopi bellici, né
tra loro né nei confronti del Governo Mondiale.
Shanks voleva semplicemente provare ulteriormente a fermare Ace. Se non
ci erano riusciti loro, sicuramente il ragazzo avrebbe dato retta
all’uomo per cui nutriva più stima, tanto da
chiamarlo padre e da decidere di navigare sotto il suo Jolly Roger,
abbandonando il proposito di restare capitano di una propria ciurma.
“Dubito che il vecchio dia ascolto al capo”
osservò Lucky .
“Pure io” concordò Yassop sogghignando .
“L’importante è che non combini casini,
quell’idiota” sbottò Ben “Sono
stufo di doverlo sempre tirare fuori dai guai in cui si va a
ficcare”.
“Non ci sperare troppo” asserì il
cecchino “Lo sai com’è Shanks, non sa
tenere la bocca chiusa e al vecchio non va giù la sua
sfacciataggine”.
“Perfetto!” esclamò esasperata Hikari,
mettendo le mani sulla vita.
Più rimaneva lì ferma sul ponte della Red Force a
sentire gli altri commentare la calma piatta che proveniva dalla nave
di Barbabianca, più si sentiva a disagio e
l’impazienza cresceva dentro di lei. Avrebbe desiderato
correre a bordo anche lei della nave dell’altro Imperatore
per vedere come stava andando l’incontro tra i due uomini.
Ma era già tanto aver ricevuto il permesso di stare
lì ad aspettare con tutti gli altri invece di rimanere in
infermeria come avrebbe desiderato Lucas – il quale, dopo le
mille insistenze della mora, aveva ceduto a condizione che non facesse
neppure il più piccolo sforzo, altrimenti
l’avrebbe sedata e riportata a letto.
Prese a battere il
piede a terra, mentre l’ansia di quell’attesa
cominciava a sembrarle soffocante e opprimente.
Sarebbe stata proprio una brutta cosa se avesse fatto anche lei una
visitina a Barbabianca?
“Hikari, per l’amor del cielo, stai
ferma!” sospirò Yassop, che nel vedere la ragazza
logorata dall’impazienza, stava cominciando pure lui ad
avvertire i primi sintomi dell’insofferenza per quella
situazione.
“Oh, insomma, è già tanto se me ne sto
qui buona” borbottò la donna.
“Tu te ne devi
stare qui buona” intervenne Lucas
con fare minaccioso.
“Sì, lo so che non devo far nulla di
avventato” cominciò lei voltandosi verso il medico
“Ma non sarebbe uno sforzo se camminassi un
po’...”
“Salire a bordo della nave di Barbabianca è fuori
discussione” intervenne Ben accendendosi una sigaretta
“E’ una visita di cortesia, mettiamola
così, e non credo proprio che il vecchio la prenderebbe
bene, se qualche uomo di Shanks lo seguisse di nascosto”.
Hikari si ammutolì, sconfitta da quella verità.
Per quanto volesse seguire Shanks e assicurarsi che non accadesse nulla
di male, sapeva che proprio il suo ingresso avrebbe potuto far
precipitare la situazione – e preferiva evitare lo scoppio di
un’inutile battaglia, soprattutto dopo quella che si era
conclusa da poco e per la quale si ritrovava ancora bendata.
Rassegnata, si appoggiò al parapetto tenendo i suoi occhi
viola fissi verso la nave sulla quale era salito Shanks.
Sperava che riuscisse in qualche modo a convincere Newgate a richiamare
Ace. Non le piaceva per nulla l’idea del suo amico in giro
per i mari a dare la caccia a Teach – sul quale Shanks aveva
parecchi dubbi per il suo comportamento – mentre il Governo
Mondiale avrebbe continuato nei suoi progetti per mettere le sue mani
su di lui.
Conoscendo Pugno di Fuoco e la sua avventatezza, dubitava fortemente
che sarebbe rimasto lontano dai guai, anzi, la sua sicurezza eccessiva
nelle proprie doti lo avrebbe sicuramente messo in pericolo. Ed era
proprio per questa ragione che appena gli avrebbe rimesso le mani
addosso gli avrebbe come minimo mollato un pugno per averla fatta stare
tanto in pensiero.
Accadde tutto all’improvviso.
Il suono sordo di due lame che si scontrano con forza da far tremare
non solo la nave sulla quale era avvenuto ma anche la Red Force. Poi,
alzando gli occhi al cielo, tutti compresero molto chiaramente il
motivo per cui Barbabianca e Shanks il Rosso erano due dei Quattro
Imperatori del Nuovo Mondo e non due semplici pirati che solcavano
quell’oceano.
“Le nuvole sono state tagliate!?”
mormorò qualcuno.
“No” rispose qualcun altro allibito “Il
cielo stesso è stato aperto”.
Con gli occhi rivolti in alto, le parole bloccate in gola di fronte a
quello spettacolo spaventoso, Hikari rimase sconcertata e incapace di
analizzare per diversi secondi la situazione. Quando finalmente lo
sconcerto lasciò che i suoi pensieri tornassero a essere
elaborati compiutamente, un senso di angoscia e apprensione
l’invase.
Mosse un paio di passi in direzione della scala di corde che
l’avrebbe portata alla scialuppa, ma la mano di Ben la
fermò.
“Lascia stare”.
Prima che Hikari potesse protestare di fronte a
quell’insensato ordine, udì le risatine divertite
degli altri dietro di sé.
“Non aveva detto che si sarebbe trattenuto”?
“Io l’ho detto che non sarebbe mai stato capace di
star fermo!” esclamò Yassop.
“Dovrebbero imparare a non perdere così facilmente
la pazienza” commentò staccando un pezzo di carne
Lucky.
“Ma non siete preoccupati?!” chiese sconcertata
Hikari.
“Era impossibile sperare che non estraessero le armi, ma non
c’è aria di tempesta” la
tranquillizzò Ben tenendo gli occhi blu puntati verso la
nave “La discussione ormai è finita,
tornerà tra poco”.
“Quindi devo pensare che non sia andata come speravamo,
eh?” domandò la donna abbozzando un sorriso
amareggiato per quel fallimento.
Non ricevette risposta, perché era del tutto inutile.
Sospirò pesantemente. Ora l’unica cosa che
rimaneva loro da fare era pregare che Ace fosse più cauto di
quanto non lo fosse mai stato in vita sua e non facesse mosse azzardate
per facilitare il compito della marina.
- Chissà
perché, ma ho un pessimo presentimento!
- pensò sconsolata Hikari, mentre osservava la scialuppa con
su Shanks tornare verso la Red Force.
La dolce brezza mattutina le stava accarezzando il viso: aveva da poco
salutato Lucas atto ad approfondire un grosso tomo di medicina, dopo la
quotidiana medicazione della ferita.
E proprio mentre si perdeva a guardare i primi gabbiani, che sereni
volteggiavano nel cielo tinto di rosa, il corriere del Grande Blu
planò sul ponte della Red Force, richiamando la sua
attenzione col giornale appallottolato su si sé.
“Grazie mille” disse Hikari, porgendogli il dovuto,
prima che l’uccello spiccasse il volo e sparisse
così come era venuto.
Srotolò il quotidiano, apprestandosi a leggere la prima
pagina appoggiandosi al ponte di legno, quando la sua espressione si
pietrificò all’istante.
Boccheggiò, sperando vivamente di stare ancora sognando, ma
la brezza fresca che le scompigliava i riccioli indicava il fatto che
fosse completamente sveglia.
“No. No, no, no! Non può essere!”
urlò allarmata, dopo che riuscì ad inumidirsi
nuovamente la bocca e a deglutire. Mantenendo in un primo istante gli
occhi sulla pagina, cominciò ad avviarsi verso la sala da
pranzo, prima a passi veloci e poi correndo.
Lucas, che in quel momento stava uscendo dall’infermeria per
andare a mangiare un boccone, sfiorò quasi
l’infarto nel vedersi sfrecciare la mora davanti a
sé, per poi riprendere il controllo dei suoi sensi e
mettersi ad ululare tutti gli insulti facenti parte del suo repertorio
piratesco, per il divieto espressamente infranto dalla donna.
“Hikari, ma sei deficiente?! Non sei ancora guarita!
Fermati!” fu l’unica frase normale pronunciata dal
medico, in un mare di imprecazioni di ogni sorta.
Ma la donna parve non ascoltarlo. Come un uragano si fiondò
nella sala, facendo prendere un colpo a tutti quanti, che videro
praticamente una statua di sale, pallida come la morte, irrompere tra i
tavoli e dirigersi correndo in direzione del capitano.
“Ma che ti prende?!” esclamò Shanks,
quando la mora scaraventò il giornale sul tavolo. Ben
guardava preoccupato il volto dell’amica, mentre in tutta la
stanza era calato un silenzio tombale.
“Leggi” fu la risposta asciutta di Hikari, atta a
riprendere fiato e colore.
Il Rosso, eseguendo l’ordine della sua compagna, prese il
giornale ripiegato a metà e lo aprì: il
vicecapitano e gli altri due ufficiali si strinsero attorno a lui, con
Lucky che aveva addirittura mollato il cosciotto sul tavolo, il boccone
buttato giù con un lungo sorso d’acqua.
Di una cosa, Shanks il Rosso, fu sicuro, così come gli
altri: la notizia, tanto era stampata in grande, in grassetto e a
caratteri cubitali, era impossibile non notarla. Di certo non poteva
non catalizzare l’attenzione di chiunque.
Ma quel che fu peggio era il trafiletto riguardo alla tempistica
dell’esecuzione.
“Ma porca di quella grandissima…”
sussurrò affranto il capitano, appoggiando la faccia sulla
propria mano
“Quell’idiota s’è
fatto catturare”.
A quelle parole, l’espressione dipinta sul volto della ciurma
della Red Force fu indescrivibile. Un senso di frustrazione maggiore di
quanto potessero provare in qualsiasi altra eventualità.
Hikari, invece, aveva la vena della tempia che pulsava pericolosamente
e i pugni chiusi, tanto tenacemente da renderli bianchi: “Io
lo ammazzo” disse a denti stretti “Se non ci pensa
la Marina, ci penso io a sotterrarlo sto deficiente! Lo
sapevo!” urlò tanto da far increspare
l’acqua “Lo sapevo che quell’imbecille si
sarebbe fatto catturare, cazzo! Lo prendo a mazzate sulle gengive, lo
ammazzo, lo ammazzo”!
Non fosse stato per Lucas che la fece tacere minacciandola con una
siringa di sedativi, le sarebbe presa una sincope.
E mentre Hikari si sedeva e sedava la sua gola, resa secca dalla
rabbia, con un grosso bicchiere d’acqua, il vice
scoccò un’occhiata eloquente a Shanks.
“Ed ora?” domandò, prima di accendersi
la solita sigaretta ed espirargli il fumo in faccia.
Shanks li guardò uno per uno, non sapendo se ridere o
piangere. Abbassando le spalle e sospirando rumorosamente,
lasciò cadere la testa sul tavolo, provocando un tonfo
sordo, tanto che Hikari si strozzò con la bevanda e Ben
quasi non ingoiò la sigaretta.
Il disastro ormai era accaduto, la paura più grossa che
Shanks serbava in cuor suo – così come tutti gli
altri pirati su quella nave – si era avverata.
Sicuramente Ace aveva incontrato Teach e aveva ingaggiato battaglia. In
pochi, secondo i suoi calcoli, potevano tener testa al comandante della
seconda flotta di Barbabianca, ma quel pessimo individuo rientrava
nella ristretta cerchia di minacce.
E lui lo sapeva bene, l’aveva sempre saputo.
La Marina aveva fatto la sua sporca mossa e il Rosso cominciava a
sospettare che quell’atto non fosse solamente volto ad
incarcerare e giustiziare un pirata forte e pericoloso come Ace. Quello
probabilmente era ciò che voleva far credere al resto del
mondo, ma mai come ora Shanks, nella sua mente, ebbe chiaro il concetto
di trappola.
Hikari lo osservò con gli occhi disperati. Vedeva che Shanks
stava rimuginando qualcosa e sapeva bene cosa. Non era riuscita ancora
ad inquadrare l’esito di quella situazione in termini
concreti, ma sapeva bene cosa volesse dire scatenare un Imperatore.
Mosse qualche passo verso di lui, per poi fermarsi accanto a Ben, che
dal canto suo cominciava già a stendere una strategia prima
ancora che Shanks la domandasse.
Il Rosso si voltò verso la sua donna, con sguardo deciso
seppur preoccupato.
“Lo so…” sussurrò, passandole
la mano sulla testa e premendola leggermente sui suoi riccioli, per poi
rivolgersi al resto dell’equipaggio.
“Invertite la rotta di centottanta gradi. Si parte per
Marineford” ordinò con fermezza, mentre i suoi
compagni più fidati scattavano ai posti di comando.
La guerra era iniziata.
- FINE -
Buonasera ragassuole... :)
Martedì non ero riuscita ad aggiornare, per cui mi ero
ripromessa di farlo la prossima settimana. Ma per fortuna o sfortuna
vostra, vedetela un po' come volete xD, sono a casa mezza influenzata.
E quindi non potendo uscire di casa, ho avuto la scusa e
opportunità per riscrivere il capitolo e pubblicare
finalmente l'epilogo di questa fanfiction. E poi non volevo farvi
aspettare troppo per l'ultimo capitolo, cavolo.
Diciamo che la vera fine è più quella del
capitolo 61, perchè in questo in pratica ci ricolleghiamo
con quel che è successo nel manga, usando la scusa della
storia per far partire Shanks - in qualche modo avrà
invertito la rotta, visto che era diretto verso altri lidi.
Insomma, sì, siamo arrivati alla fine. :)
Se devo essere sincera mi dispiace, più che altro
perchè so di non aver tempo ora come ora di scrivere,
dovendo masterare su un gdr di One Piece. Oltre a ciò lavoro
ed impegni vari mi tengono lontana dalle fic, con mio sommo rammarico.
Ma non abbastanza per ringraziarvi di cuore, tutte quante. Grazie per
avermi tenuto compagnia, per aver apprezzato a fondo questa storia nata
per dare un po' di spazio ad altri personaggi molto spesso non trattati
in questi termini, o non trattati del tutto.
Sono molto, molto felice del riscontro che ha avuto e del seguito. In
praticolare un ringraziamento speciale va ad Ale-Chan e Red Queen che
sono state le lettrici più tenaci e che hanno sopportato
fin dall'inizio, arrivando sempre a recensire nonostante gli
impegni quotidiani.
Grazie mille ragazze.
E grazie a tutti quelli che hanno lasciato una recensione, a quelli che
hanno iniziato la storia quando ormai era alla fine, leggendosi d'un
fiato tutta la mappanza di roba. A chiunque abbia letto e apprezzato
anche una sola frase, alla compagnia che mi avete tenuto in questo anno
e mezzo (quasi).
Spero di ritornare prima o poi con un'altra long fic, ma ora come ora
non posso far progetti. Tuttavia mantengo viva la speranza -
è facile comunque che mi leggiate in qualche oneshot, visto
l'arrivo delle prossime vacanze estive (e due settimane di ferie non
possono mancare, cavolo!).
Alla prossima ragazze! Grazie ancora di tutto! ^^
- Beatrix e Yuki689 -
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