Grazie
mille a Sharkie e Rowina (anche per il
consiglio sul topic^^) , e scusate la fretta con cui
vi ringrazio, ma ho davvero poco tempo libero in questo periodo. Un bacione!
-Capitolo 7-
Haris corse a lungo nel villaggio ignorando il dolore al
fianco che la colse dopo qualche minuto, facendosi via via
più acuto fino a costringerla a fermarsi, poi si accasciò a terra,
singhiozzando con le ginocchia strette al petto. Sapeva quanto assurda fosse stata l’idea che Vahn sarebbe scappato con lei, eppure
una parte del suo cuore ci aveva quasi creduto, aggrappandosi a quella fragile
speranza con tutta la tenacia nata dalla disperazione.
Ma, alla fine, come poteva
pretendere che l’amico sacrificasse tutto per lei quando lei stessa non voleva
sacrificarsi?
Piano piano i singhiozzi si
placarono, fino a cessare del tutto.
Fece un respiro profondo, cancellando le tracce delle
lacrime e alzandosi in piedi.
Il giorno dopo avrebbe fatto il rituale. Lei sarebbe morta e
Grelkor sarebbe stato sconfitto.
In fondo, era tutto estremamente
semplice.
Lentamente raggiunse la sua abitazione, sapendo che Ferhion
non sarebbe tornato prima di notte fonda.
Entrò in casa senza far rumore, tuttavia, non appena richiuse
la porta dietro di sé, Aster comparve di fronte a lei vestito di tutto punto,
come se l’avesse aspettata fino a quel momento.
-Haris, cos’è successo?-
La ragazza sorrise debolmente senza
guardarlo negli occhi.
-I Saggi hanno trovato il modo per sconfiggere il Demone.-
-Ovvero?-
-Ne avrai sentito parlare, è lo stesso rituale con cui lo uccisero un secolo fa.-
-Quindi adesso i Saggi stanno creando la Fanciulla?-
chiese lo spadaccino con un tono vibrante di speranze e sollievo.
Haris scosse la testa, lasciando che i capelli castani
scendessero a coprirle il volto e la lacrima che aveva cominciato a rigarle la
guancia.
-Non dovrà essere creata. La Fanciulla
sarò io.-
Aster si volse di scatto a fissarla.
-Che diavolo stai dicendo?!-
-Oggi ho compiuto il rito per legarmi a lui e domani, con il
mio sacrificio, Grelkor morirà. Il tuo villaggio verrà
vendicato.- sussurrò con voce incolore, prima di sparire nella sua camera.
Aster rimase sconvolto a guardare la porta chiusa, le parole
della ragazza continuavano a risuonargli nelle orecchie senza che lui fosse disposto ad accettarle. Eppure
sapeva con assoluta certezza che Haris non gli aveva mentito, i suoi stessi
occhi, ora di colore azzurro, mostravano come la magia fosse già in lei.
Si appoggiò al muro ad occhi chiusi, la mente persa tra le
immagini del suo villaggio distrutto e di quella ragazza che l’aveva convinto a
vivere dilaniata dagli artigli del Demone. Con un ringhio riaprì gli occhi.
Pochi secondi dopo era dentro la
sala del Consiglio.
I Saggi erano chini in perfetto silenzio su un grande
specchio al centro del tavolo.
Stavano fissando ormai da tempo
l’avanzata del Demone, ancora qualche ora e sarebbe giunto al villaggio.
La porta si spalancò all’improvviso, rivelando una figura
vestita di grigio con gli occhi azzurri lampeggianti di rabbia.
-Che cosa significa questa
storia?!- ruggì, cercando invano di mantenere bassa la voce, mentre nella sua
testa risuonavano ancora le parole senza speranza di Haris.
-Storia?- chiese Talok, alzando un sopracciglio con fare
interrogativo, sorpreso che quello straniero fosse riuscito
a raggiungerli, trovando la scalinata nascosta dietro un pesante arazzo.
-Ho appena saputo cos’avete fatto ad
Haris.-
-Quella ragazza è la prescelta. Compiremo il rituale. Il
Demone sarà sconfitto. Non era questo ciò che volevi?-
Aster contrasse i pugni per trattenere la rabbia.
-Non al prezzo della sua vita.- disse a denti stretti,
quindi il suo sguardo si posò su Ferhion, l’unico dei Saggi ad essere seduto in
disparte a testa china -Come puoi sacrificare tua
figlia? Non t’importa niente di lei?- lo accusò con
tono amaro.
Il mago sollevò lo sguardo, rivelando un’espressione dura e
determinata, tuttavia i suoi erano gli occhi spenti di chi è senza speranza.
-Il villaggio e le Terre dell’Ovest vengono prima di tutto.
Sono un Saggio prima di essere padre.- rispose con
voce atona e fredda, per nascondere il dolore straziante che traspariva dai
lineamenti rigidi e contratti.
-Nessuno di noi vuole che Haris muoia, ma non c’è altra
scelta.- sussurrò Thori, il bel volto turbato dalla
stessa sofferenza che Aster sentiva nel cuore.
Anche Ramak gli si avvicinò,
sfiorandogli la spalla in un gesto di comprensione.
-E’ meglio il sacrificio di una sola vita che la morte di
molti.-
Kayla e Talok si limitarono a stare in silenzio,
quest’ultimo con un’aria sarcastica, la donna senza alcuna emozione.
Lo spadaccino li fissò uno per uno,
reprimendo il desiderio di prenderli a pugni, poi uscì dalla stanza,
chiudendo la porta dietro di sé e sedendosi poco distante.
-Ma io non lo accetto.-
-Deve pur esserci un altro modo per sconfiggere Grelkor.- mormorò Thori; ancora non aveva accettato pienamente l’idea
di sacrificare una ragazza e l’arrivo inaspettato dello straniero aveva
alimentato i suoi dubbi.
Kayla si riscosse dai suoi pensieri, per un attimo i suoi
occhi avevano guardato l’esatto punto del muro a cui, nel corridoio fuori dalla stanza, era appoggiato Aster.
-Infatti, esiste, ma non è certo che funzioni.-
-E quale sarebbe?-
La donna fissò a lungo i Saggi, quindi rispose con voce
priva di emozioni.
-Sacrificare il Consiglio.-
I quattro si fissarono attoniti, mentre Ferhion sentiva il
gelido dolore che gli schiacciava il petto farsi appena più leggero.
Kayla lo guardò con un’emozione imperscrutabile, prima di ricominciare
a parlare.
-Come voi sapete, il Demone possiede
la magia opposta alla nostra, la magia di Tenebra. Quando Grelkor comparve
nelle Cinque Terre, forse perché la natura voleva mantenere una sorta di equilibrio, nacque
una bambina con un potere pari al suo, ma appartenente alla Luce.- gli
occhi della donna si chiusero per un secondo; quando le palpebre si rialzarono,
essi erano neri
-Ella divenne poi la Fanciulla che
si sacrificò per sconfiggere il Demone. Ora che Grelkor è tornato, l’unica in
grado di distruggerlo tramite il rito è Haris. Oppure
l’intero Consiglio. Se noi cinque sommassimo il nostro potere, forse
raggiungeremmo quello del Demone e potremmo sacrificarci al posto della
ragazza.-
Le parole della donna aleggiarono per numerosi secondi senza
che gli altri Saggi aprissero bocca, troppo presi dalle riflessioni.
-No.- la secca negazione di Ramak echeggiò nella sala,
rompendo il silenzio –Mi dispiace Ferhion, ma il Consiglio è troppo importante per sacrificarlo, fosse anche per salvare tua figlia.-
Talok annuì vivacemente, nella sua espressione severa non
c’era traccia del dolore che si intravedeva sui tratti
rugosi del Saggio più anziano e che aveva scavato solchi profondi sul volto di
Ferhion.
Thori rimase in silenzio a fissare le fiamme delle candele
che tremolavano piano, sentendo un’insopportabile tristezza opprimergli il
petto. Non aveva neanche trent’anni, amava la vita
come solo un uomo in piena salute può fare, ma allo
stesso modo concepiva anche il valore di quella degli altri. Alzò lo sguardo
sulla donna, sostenendo i suoi occhi neri con un’espressione decisa.
-E’ vero, il Consiglio è importante, ma altri maghi potranno
prendere il nostro posto. Haris ha il diritto di vivere, io sono pronto a
sacrificarmi.-
Ferhion lo fissò con gratitudine, quindi si volse a guardare
Kayla, mentre una nuova, fragile speranza compariva nel suo volto, in attesa di splendere o spegnersi del tutto.
La donna lo fissò di rimando, poi suoi occhi divennero
azzurri ed il suo volto sembrò invecchiare all’improvviso.
-Dobbiamo essere tutti d’accordo per fare il rituale. E poi potrebbe non funzionare. Mi dispiace, tra qualche ora
compiremo il rituale con Haris.-
Aster si rialzò dallo scomodo pavimento del sotterraneo,
dirigendosi verso le scuderie dove riposava il suo cavallo.
Aveva sentito tutto.
Con gesti bruschi sellò lo stallone nero con cui era giunto
nel villaggio, poi gli montò in groppa. Forse avrebbe dovuto ucciderli tutti,
forse solamente quell’odioso Saggio dalla voce sprezzante, ma in quel momento aveva un altro scopo.
Una leggera pressione dei talloni, ed il cavallo cominciò la
sua corsa.