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Bene. Eccomi qui!!! Vi
lascio alla lettura! Ci vediamo sotto!! Mi
raccomando.. non fatevi prendere un attacco di cuore! ^_^ Ps.
Ad un certo punto troverete una canzone! Non so se vi ho mai detto
che amo i Coldplay in modo assoluto! Mi raccomando ascoltatela!
Capitolo 31
Il
cuore ha le dimensioni di un pugno chiuso e una forma simile ad una
pera con la punta rivolta verso il basso. Il cuore è
l'organo simbolo dell'amore, segue il ritmo delle emozioni. Normalmente
in una persona adulta si contrae 60-70 volte al minuto, in una persona
innamorata molte di più... a volte si arriva a 100 senza
rendersene conto. Il cuore è l' ultimo ad andarsene, lui
continua a battere anche quando viene sottratto all'organismo, anche
quando la persona amata ti abbandona... Anche
quando non si vuole più soffrire, non sei
più tu che comandi. Quando sei innamorato... quando il tuo
cuore batte forte per un' altra persona, non sei più tu che
comandi... è lui! Ed
in quel momento mi sentivo totalmente e incondizionatamente
sottomessa al suo volere. Avevo
perso il conto dei secondi e dei minuti che erano passati
nell’attesa di scendere da Edward al piano di sotto. Una
volta esserci messi a letto dovevo aspettare che mio padre cadesse in
un sonno profondo prima di andare da lui. E
così aspettavo con impazienza il momento in cui
l’avrei sentito russare e intanto stringevo forte al petto il
pacchetto regalo per Edward. Cosa avrebbe detto una volta aperto? Aaaaahh!
Era inutile crogiolarsi in questi pensieri. Tanto da li a poco
l’avrei scoperto. Ma da brava masochista quale sono non
potevo evitare di immaginare una sua eventuale reazione. E naturalmente
pensare che non l’avrebbe apprezzato era il mio chiodo fisso.
Un
leggero quanto udibile rumore mi informò che
papà era ormai nel mondo dei sogni e inevitabilmente il mio
cuore iniziò a battere all’impazzata. Mi alzai dal
letto impacciata sistemando con una mano i capelli che non avevano
perso neppure un boccolo dell’acconciatura della sera prima,
indossai la mia vestaglia e con il pacchetto stretto sempre al petto mi
incamminai verso la porta. Cercai di fare il meno rumore possibile per
non svegliare Charlie, ma un improvviso rantolo, molto più
forte dei precedenti, mi fece quasi sobbalzare per la tensione con la
quale mi muovevo, e mi diede la conferma che neanche le cannonate
l’avrebbero svegliato! A
quel punto però era qualcun altro a sapere cosa stessi
facendo. E così senza pensarci troppo scesi le scale e ben
presto mi ritrovai davanti al divano del salotto. Edward era disteso
con la testa poggiata sopra il cuscino e sembrava stesse realmente
dormendo, ma io sapevo dello stato di dormiveglia in cui cadeva e
perciò non mi feci tanti scrupoli ad avvicinare la mano e
toccare una ciocca dei sui morbidissimi capelli. Quasi urlai quando nel
buio della stanza sentii chiara ed indistinta la sua voce. -cosa
ci fai qui Bella?- disse aprendo gli occhi. -diooo.
Non farlo mai più! Mi hai fatto prendere un
infarto!- sussurrai portandomi la mano libera alla gola. -perché
non stai dormendo? Lo sai che dobbiamo alzarci
presto domani?- Già
il viaggio. Quando quella sera salii in camera mi misi a
fare subito la valigia cercando di mettere tutto il necessario in un
unico trolley. Non sapevo cosa avrei dovuto portare, in che condizioni
sarebbe stato il tempo una volta atterrati in Francia, ma sapevo che
per la posizione geografica e la stagione invernale, avrei dovuto
munirmi anche li di giaccone e maglione pesante. Pensando al tempo mi
venne subito in mente una domanda da fare ad Edward. -a
proposito del viaggio..- dissi aggirando il divano e andando a
sedermi vicino a lui – tu sarai sicuro a Parigi? Voglio
dire.. non c’è il rischio che un raggio di sole ti
colpisca?- -stai
perdendo colpi Isabella! Pensavo che questa domanda sarebbe stata
la prima a frullarti nel cervello!- disse scompigliandomi i capelli con
una mano “addio aria seducente e figa” pensai tra
me e me. Ma quel gesto non mi diede fastidio, adoravo il modo in cui mi
toccava ed il fatto che apparisse dolce e delicato nei miei confronti
pur avendo una forza fuori dal comune. La
mia risposta fu una linguaccia e poi continuò dicendo
– appena ho saputo quello che tuo padre aveva in mente di
fare ho chiamato Alice e mi ha confermato che non ci saranno problemi.
Il cielo sarà sempre coperto e nel caso in cui dovesse
cambiare improvvisamente mi avviserà. In tal caso.. beh
credo che anche a Parigi esistano bar o vie buie in cui posso
nascondermi- -già.
Lo credo anche io..- dissi e inaspettatamente un
silenzio opprimente quanto imbarazzante calò
nell’aria. Subito cercai di riprendere la situazione
cominciando a parlare del viaggio – ci pensi? Andiamo a
Parigi! Tu..tu ci sei mai stato?- gli chiesi rendendomi conto solo in
quell’istante che forse per lui non era la prima volta come
lo era per me. -in
effetti si. Ci sono stato!- -davvero?
Quando?- -è
passato così tanto tempo che quasi non me lo
ricordo più. Credo fossero gi anni 30’ o
giù di lì..- Subito
mi sentii impazzire all’idea- wow! Davvero? Sei stato
a Parigi nel periodo degli intellettuali impegnati politicamente che si
incontravano di nascosto nei caffè. Che lottavano in nome
della giustizia contro tutti portando avanti le loro convinzioni?-
dissi euforica. -si.
ero lì in quel periodo!- -ok.
Non sai quanto ti invidio in questo momento! Cioè.. non
ti è mai capitato di pensare che “essere come
sei” alle volte è proprio incredibile? Tu hai
vissuto gli anni dei cambiamenti. E non è solo un modo di
dire, tu li hai vissuti davvero questi cambiamenti! Sei passato dal
viaggiare in carrozza alla costruzione dell’automobile. Dal
viaggiare su un treno a vapore a volare sugli aerei. Hai vissuto il
cambiamento della musica, del cinema.. di tutto!
È..è.. stupefacente!- Aggrottò
le sopracciglia prima di rispondermi- si. In
effetti lo è ma.. forse mi prenderesti a schiaffi se sapessi
il modo in cui ho vissuto quegli anni- -in
che senso?- -nel
senso che.. non li ho vissuti! Vedevo il mondo cambiare sotto i
miei occhi anno dopo anno e dentro mi sentivo fuori posto. Io non la
volevo quella vita eppure mi ritrovavo a viverla contro la mia
volontà. Questo fino a che..- -fino
a che?- chiesi con il cuore in gola. -fino
a che non sei entrata nella mia vita.. e l’hai
sconvolta come la più potente delle tempeste-
soffiò leggero quelle parole tra le labbra facendomi
rabbrividire. Mi toccò una ciocca dei capelli e quando lo
guardai negli occhi mi sentii morire dalla gioia. Forse
non sapeva che lo stesso valeva per me. Anche io mi limitavo a
sopravvivere prima di incontralo. -anche
per me è lo stesso- dissi spinta quasi da una forza
sovrumana. -comunque..-
disse portandomi di nuovo alla realtà- non mi
hai ancora detto cosa ci fai qui all’una e mezza di notte!- Inconsciamente
strinsi la mano attorno alla scatola che tenevo poggiata
sul divano e che non avevo liberato un attimo da quando mi ero seduta. -beh..
mmh ecco.. ti sarai accorto che non ti ho dato il mio regalo di
Natale..- -e
non potevi aspettare fino a domani?- -
no. Ho bisogno di dartelo adesso- gli risposi risoluta. -o-ok!- Feci
un respiro profondo, presi la scatola con entrambe le mani e
agitata fino all’inverosimile gliela diedi. La
guardò con circospezione e la prese dalle mie mani
tremanti facendomi sentire immediatamente più leggera. Dal
momento in cui l’ebbe nelle mani seguii ogni suo
movimento. Osservai le sue dita sciogliere il nastro dorato e quando
aprì il coperchio potei giurare di vedere nei suoi occhi un
lampo di turbamento, anche se la totale visibilità del suo
volto mi era preclusa. -cos’è?-
chiese prendendo i fogli in mano senza
girarli. A
quel punto strinsi le mie dita con le sue e deglutendo a fatica
glielo dissi. -è..è
il mio diario.. è il diario che
ho scritto in tutti i mesi passati senza averti accanto- -ma
perché vuoi darlo a me?- mi chiese visibilmente sorpreso. -perché
qui sopra ho scritto la mia sofferenza e la mia
rassegnazione quando credevo di averti perso per sempre..
perché forse leggendolo capirai quanto la mia decisione di
fare parte della tua vita sia la cosa che desidero di più al
mondo..- dissi infine con il fiato corto. Edward
spalancò la bocca e mi abbracciò di
slancio facendomi quasi male, ma in quel momento non mi importava.
Avrei sofferto in silenzio per ore se questo voleva dire stare
abbracciata a lui. Ricambiai anche io ancorandomi saldamente ai suoi
capelli. -dio
Bella.. è il regalo più bello che potessi
farmi. Grazie!- -speravo
tanto che ti facesse piacere..- -si.
si e ancora si. Certo che mi fa piacere!- disse emozionato
facendomi quasi venire le lacrime agli occhi. Ed io che pensavo che non
l’avrebbe apprezzato! -solo
che..- disse staccandosi da me- ho paura di infrangere la tua
privacy. Non hai mai fatto mistero di quanto sia contenta che io non
riesca a leggerti nella mente!- -credimi.
In questo caso lo vorrei con tutta l’anima. Vorrei
che potessi leggere nella mia mente e capissi quanto in
realtà desidero che tu lo legga. Non devi farti problemi ad
accettare questo regalo. Sono io che ho voluto donarti una parte di me
importante e non potrebbe mai darmi fastidio- -allora
lo sai cosa facciamo?- disse prendendo il plico di fogli e
richiudendolo di nuovo dentro la scatola- lo leggeremo insieme!- Oddio
no. COSA? -com..scusa,
perché?- dissi rossa come un peperone. Anche se
era a conoscenza del fatto che l’amassi non volevo che ne
divenisse ancora più consapevole leggendo il diario davanti
a me! A meno che.. pensai, ed improvvisamente la considerazione
più ovvia di tutte mi apparve nella mente. Non
doveva avere la conferma dei miei sentimenti per lui leggendo quel
diario. Dovevo essere io a dirgli quanto ancora l’amassi. Al
diavolo tutte le paure per un suo eventuale rifiuto. Io lo amavo
più della mia stessa vita cosa guadagnavo a tenermi tutto
dentro quando una volta messe le cose in chiaro c’era la
possibilità che lui mi ricambiasse? -beh
perché.. voglio che ci sia anche tu. Ma se per te
è un problema poss..- -no.
No. Nessun problema- dissi interrompendolo- lo leggeremo insieme- -ok,
allora domani sull’aereo avremo un sacco di tempo da
dedicare alla lettura- -si..-
gli risposi cercando di mascherare il più possibile
uno sbadiglio. -credo
sia meglio che tu vada a dormire altrimenti domani sarai uno
straccio- Stavo
per dirgli : si hai ragione, vado. Quando decisi di tentare il
tutto e per tutto. -ti
va di farmi compagnia stanotte?- gli dissi imbarazzatissima e con
un rossore tale sulle guance che minacciava di mandarmi a fuoco. Ci
pensò su per un po’, e dentro di me
già immaginavo tutte le rotelline del suo cervello
impegnarsi a trovare una scusa per dirmi di no. Ma mi sorprese annuendo
con vigore. Si
alzò dal divano e mi tese la mano. Chiusi la mia nella
sua e insieme ci dirigemmo al piano di sopra. Lo lasciai davanti la mia
stanza invitandolo ad entrare dicendogli che l’avrei
raggiunto subito. Avevo bisogno di andare un attimo in bagno.
Annuì aprendo la porta della mia stanza e una volta dentro
se la richiuse alle spalle. Mi
rifugiai nel bagno non solo perché avevo un importante
bisogno fisiologico, forse dettato da tutta la tensione che mi scorreva
in corpo, ma anche perché avevo bisogno di fare chiarezza
nella mia testa. L’unica cosa che riuscivo a pensare era che
Edward fosse in camera mia e che mi stesse aspettando. Dovevo
approfittare di quell’occasione per rivelargli quello che
provavo altrimenti il giorno dopo sull’aereo non avrebbe
avuto senso essere presente durante la lettura di quel diario. Mi
guardai allo specchio e mi diedi una sistemata ai capelli. Presi un
respiro profondo e uscii. Una
volta davanti alla mia stanza esitai prima di abbassare la
maniglia, ma dopo un grosso respiro mi feci coraggio ed entrai.
Richiusi la porta alle spalle mentre sentivo Charlie russare a
più non posso e avvertii il cuore minacciare di uscirmi dal
petto quando mi voltai verso di lui. Dovetti sorreggermi al cassettone
vicino per non cadere. Pensavo
che non sarei mai più riuscita a vederlo nel mio
letto. Quella sera poi era una visione troppo invitante. Se ne stava
sdraiato con gli occhi chiusi e le sue braccia, poggiate dietro la
testa, erano come un invito personale ad affondare nella protezione che
solo loro sapevano darmi. Mi
tolsi la vestaglia e piano mi avvicinai sdraiandomi accanto a lui.
Era
immobile e vedevo solo il torace alzarsi e abbassarsi, se non fossi
stata sicura del contrario avrei giurato che stesse dormendo. Era di
una bellezza sconvolgente, i capelli sempre arruffati con il lenzuolo
che lo copriva fino alla vita. Guardarlo così
quasi indifeso disteso sul mio letto metteva a dura prova i miei poveri
ormoni! Solo
in quel momento mi accorsi di cosa indossasse. Portava una
canottiera nera che gli fasciava il petto scolpito e che metteva ancora
di più in risalto la sua pallida carnagione, e che
aggiungerei lasciava poco all’immaginazione.. dio quanto
avrei voluto allungare la mano e toccare la perfezione del suo petto!
Impercettibilmente iniziai ad avanzare nella sua direzione e non avrei
dovuto fare tanta strada prima di riuscire a toccarlo, a dividerci
c’erano in pratica solo 20 centimetri.. -Bella?-
scattai indietro spaventata. -si?-
risposi con nonchalance cercando di mascherare la mia improvvisa
tachicardia. -che
stai facendo?- mi chiese quasi divertito mantenendo sempre gli
occhi chiusi. -io?
Niente! Perché?- -no,
e che.. ho come l’impressione che mi stessi osservando..- Beccata!!
Menti, mi ripetevo, menti spudoratamente! -non
è vero! Cosa te lo fa pensare?- -forse..il
fatto che mi stessi osservando?- -ma
no.. non è vero..- -è
meglio se ti metti a dormire Bella! È tardi- -ok..
buona notte- e sbuffando mi girai verso il mio lato del letto. Cosa
pretendevo? Che una volta avergli detto “ti va di farmi
compagnia stanotte” sarebbe ritornato tutto come prima? Che
una volta insieme mi avrebbe stretta a se e avrebbe aspettato che mi
addormentassi cantandomi all’orecchio la mia ninna nanna? D'altronde
però come faceva a pretendere che riuscissi a
dormire con lui al mio fianco! Infatti non riuscii a resistere
più di due minuti che mi rigirai di nuovo verso di lui.
Alzai la testa dal cuscino quel tanto che bastava per poterlo guardare. -BELLA!- -ok,
scusa non lo faccio più..- Avevo
il cuore a mille e traditore gli raccontava tutto !
Com’è che avevo detto? Il cuore segue il ritmo
delle emozioni? In quel momento batteva così forte da farmi
male. Però ne ero felice. Mi mancava come l’aria
che respiravo l’emozione assurda che solo Edward era in grado
di darmi. Perciò munita di coraggio decisi che non potevo
rimandare oltre. Avevo deciso. Gli avrei aperto il mio cuore. -è
che.. è difficile riuscire a dormire con te al
mio fianco!- dissi sincera fino al midollo con le guance imporporate. -allora
perché mi hai chiesto di venire?- fece per
alzarsi dal letto ma subito lo bloccai. -no!
Aspetta!- l’afferrai per un braccio prima che potesse
alzarsi del tutto. A quel contato sentii come una scossa elettrica
pervadermi tutto il corpo. -ma
come faccio a restare se così non riesci a dormire?- -non
preoccuparti.. vedrai che prima o poi mi prenderà il
sonno- -no
Bella! Forse è meglio che me ne vada.. non è
facile nemmeno per me stare qui!- disse quasi in imbarazzo. Subito
miliardi di domande affollarono la mia mente -aspetta.. che vuoi
dire?- chiesi con un groppo in gola che mi impediva quasi di respirare. Si
girò verso di me, visto che era ancora di spalle -quello
che hai capito..- e strizzò gli occhi quasi avesse
difficoltà a trovare le parole giuste –
non ce la faccio a restare qui, sapendoti così vicina- Ok
stavo ufficialmente per svenire! Volevo essere io a confessargli i
miei sentimenti e adesso era lui a farsi avanti? La cosa mi dava
fastidio? Assolutamente NO! -ma..
che vuoi dire con questo? Spiegami..- Sospirò
di rassegnazione e fece per sdraiarsi di nuovo nel
letto ma lo bloccai. -niente,
lascia perdere.. mi hai chiesto di dormire con te e
così faremo. Domani ci aspetta un viaggio molto lungo. Non
voglio tediarti oltre- -no!
Non lascio perdere per niente!- quasi urlai e subito mi portai una
mano davanti alla bocca. Pregavo in tutte le lingue del mondo che mio
padre non avesse sentito. Anche lui si agitò e
guardò verso la porta facendomi segno di rimanere in
silenzio. Ma quando entrambi sentimmo Charlie riprendere a russare ci
rilassammo all’istante –Edward dimmi la
verità, ti prego..- aggiunsi bisbigliando. Poggiai
una mano sul suo braccio e ci guardammo intensamente prima che
cominciasse a parlare. -cosa
vuoi che ti dica Bella! Eh? Vuoi la verità? La
verità è che non desidero altro che toccarti da
quando ti sei infilata nel letto.. la verità è
che non faccio altro che respirare il tuo profumo e vorrei solo
sentirti più vicina..la verità.. la
verità è che se non me ne vado subito non
riuscirò mai più a trovare la forza per andarmene
da qui..-
Gli
occhi mi si inumidirono, non riuscii a trattenermi dal piangere.
Erano le parole che avevo sempre desiderato sentirgli dire. Boccheggiavo
come un pesce fuor d’acqua e dalla mia bocca
uscivano solo rumori sconnessi. Avevo il cuore in gola tanto batteva
forte, non potevo credere a quelle parole.. mi stava dicendo che.. -mi
stai dicendo che..- -si
Bella, quello che hai capito- -no
Edward.. non mi accontenterò di sentirti dire che ho
ragione.. no, adesso voglio sapere esattamente quello che provi per me,
e voglio sentirlo dalla tua bocca! Perché altrimenti
vivrò per sempre nell’illusione che questo sia un
sogno e che non stia succedendo davvero..- Si
avvicinò e prese ad accarezzarmi la guancia con la mano
sinistra. -Bella..
non sai quanto tempo ho lottato per dimenticarti, ma non ci
riesco! Eppure mi sono imposto di ricominciare, di voltare pagina, ma
sapevo che senza di te la mia vita non avrebbe mai più avuto
lo stesso significato. Quando ti ho rivisto al campus mi sono sentito
morire.. perché ho capito che quello che provavo per te non
era cambiato di una virgola e vederti tutti i giorni non mi faceva
sentire meglio. Tu mi completi Bella, solo con te posso essere me
stesso! E in quest’ultimo periodo che abbiamo passato insieme
ho capito che dovevo dirtelo.. ma non ho mai trovato il coraggio per
farlo. Perciò adesso che mi hai fatto capire
quant’è bello vivere il mondo insieme a te ti dico
finalmente che.. io ti amo, ti ho sempre amata, anche quando ti
respingevo, e penso proprio che questo non cambierà mai!- Non
sapevo cosa dire.. ero ipnotizzata da quelle parole e
dalla sua voce. Era come se avessi premuto il tasto reset al mio
cervello. Ero emozionata, e tanto! Avevo il cuore che pompava
forsennatamente e i brividi lungo la schiena. Non potevo credere che
dopo tanto penare e soffrire avessi di nuovo Edward al mio fianco, e
che mi stesse confessando il suo amore. Quante volte
nell’ultimo paio di mesi avevo sperato di sentirglielo dire!
Quante? Troppe forse.. ma in nessuna delle mie fantasie mi sarei
aspettata una dichiarazione d’amore così. Ci aveva
messo dentro tutta la passione e il dolore che provava e adesso che mi
fissava in attesa di una risposta, l’unica cosa che ero in
grado di fare era, piangere.. di felicità, di gioia, di
rabbia per non avermelo detto prima! Ma questo momento era perfetto..
come se lo avessimo stabilito, come se tutto quello che avevamo passato
fosse servito a portarci dritti a questo punto. -Bella
ti prego di qualcosa...- mi pregava, lui che pregava me di
dirgli qualcosa! Dopo le sue parole mi sentivo quasi indegna a
pronunciarne altre. Mi
asciugò una lacrima e rimase in attesa. Subito
capii cosa dovevo fare. Mi avvicinai lentamente al suo viso e
con le lacrime agli occhi lo fissai mentre prepotentemente appoggiavo
le mie labbra alle sue. Ci fissammo, ci studiammo, ci
capimmo. E insieme ci lasciammo andare a quel bacio carico
d’amore che aspettavamo entrambi da mesi. Mi
sentii subito in Paradiso! Poter sentire di nuovo, dopo cosi tanto
tempo, la consistenza delle sue labbra e il suo sapore era
inspiegabile.. Pian
piano lo attirai verso di me e ben presto mi ritrovai schiacciata
con la schiena sul materasso e il mio angelo sopra di me. Cominciai a
toccargli le braccia che possenti mi tenevano stretta a se, mentre lui
prese ad accarezzarmi i fianchi e quando un piccolissimo lembo di pelle
entrò in contato con il freddo della sua mano, i brividi mi
colpirono tutto il corpo. Volevo di più. Azzardai con la
lingua dei movimenti sulle sue labbra, ma sapevo che ben presto mi
avrebbe fermata.. e infatti -Bella..
no..- disse ansimante -shhhh,
non dirmi di no..non sai quanto lo desidero- E
allora ripresi la mia tortura fino a quando cedette e mi permise di
assaporare la sua bocca. Dire che era qualcosa di meraviglioso era dire
poco! Puro zucchero mischiato a miele, dio che sapore! E sentire la sua
lingua intrecciata alla mia, era qualcosa di magico! Cominciammo a
baciarci intensamente fino a quando ansimanti ci staccammo entrambi
mantenendo sempre le nostre posizioni. Aprii lentamente gli occhi e
quando trovai il giallo miracolo dei suoi occhi fissarmi, potei dire
finalmente di sentirmi a casa. -hai
un sapore meraviglioso..- dissi in imbarazzo. -non
è vero, TU hai un sapore meraviglioso- disse baciandomi
la punta del naso. -
oddio Edward non immaginavo minimamente che fosse così
intenso e dolce baciarti in questo modo- gli rivelai arrossendo fino
alla radice dei capelli. -anche
per me è così Bella..- sussurrò
roco poggiando la sua fronte sulla mia. Io
continuavo ad accarezzargli le spalle larghe e i nostri respiri che
non avevano smesso un attimo di mischiarsi l’uno con
l’altro fecero nascere dentro di me qualcosa mai provata
prima, ma alla quale adesso sapevo dare un nome. Era eccitazione allo
stato puro! Sentire il corpo di Edward premuto al mio mi faceva sentire
come un fuoco dentro che cresceva sempre di più ad ogni suo
tocco, ad ogni suo bacio, ad ogni sua occhiata maliziosa. Mi
imposi con forza titanica di non pensarci. Non era ancora il momento
di lasciarsi andare fisicamente. Per quello ci sarebbe stato tempo..
anche se fino ad allora sarei letteralmente impazzita, lo sapevo.
Adesso avrei dovuto essere io a dirgli quello che provavo. Gli
presi il volto tra le mani e legai i suoi occhi con i miei che
subito si inumidirono. -shh..
perché piangi adesso?- mi chiese ad un centimetro
dalla mia bocca. -perché
sono felice. Sono cosi felice che potrei urlare
dalla gioia. Non.. ormai non ci speravo più. Tu non sai
quanto sia stato difficile per me strati accanto senza poterti avere. E
quando l’altra sera mi hai detto che non eri la persona
adatta e me mi hai inflitto un altro tremendo dolore. Perché
per me esisti solo tu amore mio. Solo tu. La mia non è vita
se non ci sei tu al mio fianco. Ti amo così tanto.. che
non.. sono felice Edward. Felice di sapere che anche per te non
è mai cambiato niente. E quello che hai detto poco fa, le
parole che hai usato mi sono entrate dritte nell’anima! Ti
amo così tanto! Dio, è incredibile quante volte
lo sto dicendo ma non posso fermarmi. Non posso smettere di dimostrarti
quello che provo per te.. non posso..- dissi scuotendo il capo mentre
dentro sentivo un subbuglio di emozioni contrastanti che mi facevano
piangere e ridere allo stesso tempo. -e
non lo farai – disse forte - guai a te se lo farai! Io non
pretendo altro dalla vita che essere amato da te e non potrei mai
stancarmi di sentirtelo dire!- -non
dubitarne mai. Ti ripeterò così tante volte
quanto ti amo che avrai la nausea e sarai costretto a dirmi tu di
smetterla.. ma anche il quel caso non penso che avrò mai la
forza per farlo- -Bella..-
sospirò il mio nome abbassandosi sul mio collo. Lo
strinsi forte e lui si accoccolò in quella posizione come se
fosse un bambino da cullare ma ero certa che avesse poggiato di
proposito la testa sul mio petto solo per sentire meglio il battito del
mio cuore che non aveva smesso un attimo di martellare la mia cassa
toracica. Rimanemmo
in quella posizione per un po’ fino a che si
puntellò su un gomito poggiando la testa sopra la mano
aperta. Mi rivolse uno sguardo e un sorriso talmente dolce che ebbi
quasi paura che potessi sciogliermi da un momento all’altro
come un gelato al sole. -perché
abbiamo aspettato così tanto.. me lo
spieghi?- disse mentre io avevo preso ad accarezzargli i capelli vicino
all’orecchio. -oh
beh..mhh.. francamente non lo so!- dissi ridendo. -o
grazie mi sei di grande aiuto! La prossima volta in cui
avrò bisogno di un illuminazione verrò da te,
senz’altro!- -ma
no.. è che siamo stati così stupidi da
mettere davanti al nostro amore tanti di quei pretesti che non ci siamo
accorti del tempo che stavamo sprecando- -ma
io non ho sprecato mai il mio tempo. Quando sono con te, anche se
litighiamo, lo considero sempre del tempo prezioso- -se
è per questo anche io la penso come te- -e
allora?- -e
allora cosa?- -perché
abbiamo aspettato cosi tanto?- -io
posso rispondere solo per me.. e ti dico che avevo paura. Avevo una
tremenda e folle paura che potessi respingermi. Che non mi volessi
più..- -cosa?-
disse sconvolto. -si
è così- -ma
se sono venuto fin qui per stare con te. E non dirmi che non ti sei
mai accorta del motivo per il quale mi avvicinavo! Credimi, non era
perché volessi toglierti una ciglia dalla guancia.. io
volevo baciarti! – -e
perché non l’hai fatto? Non sai quante volte ho
sperato che ti avvicinassi e mi baciassi..- Aspettò
un attimo prima di rispondere e quando lo fece
sospirò e distolse lo sguardo. -anche
io fondamentalmente avevo paura..- -e
di cosa?- -paura
di lasciarmi andare di nuovo, paura di poter soffrire ancora..
non lo so è che.. avevo paura che se ti avessi aperto il mio
cuore ci avresti camminato sopra senza nessuna esitazione. Lo so..lo so
che non è così- disse subito agitato forse
intimorito dalla mia espressione scioccata – adesso so che
non l’avresti mai fatto, e francamente non ne ero convinto
neanche prima ma.. dopo quello che ho passato quando ci siamo lasciati
avevo un po’ di timore ad aprirmi di nuovo con te. E
nonostante il mio cuore mi dicesse di buttarmi, di provarci.. la
ragione ha prevalso sempre. Questo fino a questa sera. E fidati se ti
dico che mi sto infliggendo mentalmente qualsiasi tipo di punizione per
non averlo fatto prima- -io
non.. io non avrei mai potuto farti soffrire di nuovo. Se avessi
avuto quest’intenzione non mi sarei neanche
avvicinata al campus, e la notte di Halloween non ti avrei detto di
amarti ancora, e per lo stesso motivo non avrei mai accettato il tuo
aiuto. Ti avrei detto chiaramente di andartene- -shh
lo so. Non ti agitare, lo so. E infatti non riesco a spiegarmi
come abbia potuto avere così tanti dubbi quando le risposte
alle mie domande ce le avevo sotto gli occhi. Perdonami amore mio, sono
stato uno sciocco. L’altra sera poi ho superato me stesso!- -perché
mi hai detto quelle cose?- subito ripensai a due
sere prima e a quello che mi aveva detto e non potei evitare alla
malinconia e al dolore di impossessarsi del mio volto. -perché
non cambierò mai, ecco perché!
Ho sempre creduto che la cosa migliore per te fosse vivere una vita
normale accanto ad una persona normale anche se questo avrebbe impedito
la mia felicità. E quando quel pomeriggio sono stato a tanto
così dal baciarti mi sono chiesto se ne avessi il diritto.
Mi sono chiesto se fosse giusto strapparti ancora una volta alla vita
che avresti cercato e vissuto sicuramente se non fossi mai esistito.
Non dire di no, perché è cosi. Ma ieri mattina mi
hai fatto capire quanto sei determinata e quando ho capito che tu avevi
scelto la tua vita non ho più potuto oppormi. Anche
perché non sarei riuscito a stare più di due
giorni lontano da te- -sei
incredibile. Non cambierai mai.. cosa devo fare per farti capire
quanto ti appartengo? Devi deciderti a ficcarti in testa che sono
grande ormai e che il tempo di dirmi cosa fare è passato da
un pezzo. Decido io cosa voglio della mia vita e non saranno di certo
le tue parole a farmi convincere del contrario...- -infatti
non l’hai fatto- -certo
che no! Come avrei potuto? Dopo tutto quello che ho fatto per
riacquistare la tua fiducia non mi sarei di certo arresa davanti alle
tue stupide convinzioni..- -ci
sei rimasta male però.. ti ho sentito. E non sai quanto
ho dovuto trattenermi per non salire in camera tua e stringerti forte e
dirti che era tutto a posto- -davvero?- -cosa?- -è
tutto a posto?- -certo
che si- disse con un mezzo sorriso e a quelle parole tirai un
sospiro di sollievo. Prendemmo
a fissarci negli occhi come se non ci vedessimo da anni.
Rivedevo nel suo viso tutto quello che avevo cercato in tanti mesi e
scoprire che non fosse cambiato nulla, che le emozioni che mi
trasmetteva anche solo con una carezza non fossero mutate affatto mi
infuse una serenità che non provavo da tempo. Non
so quanto passò prima che mi addormentassi, ricordo solo
che improvvisamente Edward non era più di fronte a me e mi
agitai molto. Ma quando sentii le sue braccia stringermi forte
permettendomi così di appoggiare la testa sul suo petto mi
rilassai completamente. Nel dormiveglia gli strappai un bacio e in un
sospiro gli sussurrai –ti amo così tanto amore
mio..- e poi fu il buio.
************************
-dammi
la tua valigia Bella..- mi disse Edward con un sorriso. Stavamo
facendo il check in ed io ero dietro di lui al banco
d’imbarco. Gli passai la valigia come mi aveva chiesto e una
volta inseriti tutti i sigilli l’operatore la
spedì sul nastro trasportatore. Ci riconsegnò i
documenti d’identità e dopo averci augurato buon
viaggio lo salutammo con un sorriso. Mi spostai velocemente per
permettere alla signora anziana dietro di me di passare avanti. Edward
mi fu subito accanto e mi prese la mano mentre ci dirigevamo al gate. Osservai
le nostre dita intrecciate e non potei evitare di arrossire,
come già era successo quella mattina. Al sol pensiero mi
venne voglia di riavvolgere il nastro del tempo per trovarmi ancora nel
mio letto..insieme. A
svegliarmi non fu il suono della sveglia ma due mani dolci e delicate
che mi accarezzavano il viso. Non so perché lo feci ma
d’improvviso mi girai dall’altra parte sotterrando
la testa sotto il cuscino. -vattene..
voglio dormire..- biascicai con la testa ancora nel mondo
dei sogni. -ti
avevo detto che dovevi andare a letto presto ieri sera..- -si.
Ma non puoi svegliarmi all’alba! Avrò dormito
si e no 2 ore!- -non
è colpa mia se abbiamo il volo così presto..- Bastarono
quelle parole a farmi saltare in aria. Volo..volo! Dovevamo
partire ed io ero ancora in quelle condizioni. -perché
non mi hai svegliato prima?- gli dissi mentre mi
mettevo a sedere in mezzo al letto. Mi guardò come per dirmi
“ma tu sentila!” e poi scosse la testa. -punto
numero uno: fino a due secondi fa credevi fosse troppo presto
per alzarti e adesso mi vieni a dire che è tardi? Punto
numero due: siccome avevo la certezza che appena ti fossi svegliata mi
avresti risposto in questo modo ti dico che abbiamo ancora un
po’ di tempo per prepararci e fare le cose con calma- Mi
lasciò a bocca aperta, mi conosceva meglio di chiunque
altro– davvero?- -davvero..-
subito mi rilassai e mi ributtai con la testa sul cuscino.
Edward se ne stava al mio fianco e mi guardava dall’alto.
Ripensai a tutto quello che ci eravamo detti la sera prima e subito
arrossii cominciando ad avvertire una fitta al cuore . -ciao..-
gli dissi con tono languido. -ciao
a te- mi rispose stampandosi in faccia un sorriso sghembo da
infarto – pensavo ci avresti messo di meno a renderti conto
che fossi al tuo fianco. Sembravi posseduta. Stavo per chiederti : chi
sei tu? Che fine ha fatto la mia Bella? La donna che amo da impazzire..
la donna della mia vita- Ok.
A quelle parole avrei dovuto quantomeno sorridergli, dirgli grazie,
ricambiare a mia volta i miei sentimenti. E invece non feci niente di
tutto questo. Semplicemente perché non ne ebbi il tempo,
troppo presa a saltargli addosso. O
meglio.. a spingermelo addosso. Con un colpo secco afferrai la sua
canottiera e lo spinsi verso di me. Se avessi avuto davanti un soggetto
ostile ero certa che l’avrei strappata, ma Edward
assecondò il mio gesto facendomi capire quanto anche lui lo
volesse rendendomi tutto più semplice. Mi impossessai delle
sue labbra con tale trasporto e desiderio che non credevo mi mancassero
già così tanto. Mi dedicai con devozione a
lambirle millimetro dopo millimetro e potei sentire chiaramente
ciò che questo provocava al suo corpo, completamente a
contatto con il mio. Ci staccammo dopo un po’ entrambi
ansimanti per la prova di apnea mattutina e mi specchiai dentro ai suoi
occhi. -sono
qui..- sussurrai ad un centimetro dal suo mento – sono
sempre stata qui- -adesso
lo so- mi disse accarezzandomi i capelli – e forse
l’ho sempre saputo- -quanto
tempo abbiamo prima alzarci dal letto?- -non
molto in realtà.. anche tuo padre si sta per svegliare- Già,
aveva così insistito ad alzarsi per venirci
a salutare che non potemmo dirgli di no. -allora
mi sa che è meglio se ci prepariamo- -ok,
vado di sotto..- fece per alzarsi ma subito lo bloccai per
l’improvviso senso di vuoto che mi provocava anche solo
immaginarlo lontano. -aspetta,
non andare- -Bella
lo sai cosa succede se tuo padre si alza e ci trova insieme
nello stesso letto! Come minimo mi spara!- -per
fortuna che sei a prova di proiettile allora!- -molto
divertente! Ma non penso sia una buona idea testarlo ora!- -ok..
guastafeste! Prima dammi un bacio però e poi ti
lascerò andare..- -come
siamo insaziabili questa mattina..- -veramente
di te non sarò mai sazia!- -è
una promessa?-disse ad un centimetro dal mio naso. -contaci!-
gli risposi a mia volta perdendomi immediatamente in quel
mare di dolcezza che erano le sue labbra. Come
promesso però quella sensazione durò il
tempo di un bacio che subito scese di sotto. Ci
preparammo entrambi facendo finta di niente davanti a mio padre che
ancora assonnato lottava con tutte le sue forze per non crollare
davanti a noi. In un gesto quasi involontario gli presi la mano e fu
troppo tardi quando mi accorsi che anche Charlie l’avrebbe
visto. Subito arrossii come un pomodoro e mi tirai indietro. Il mio
improvviso blocco dipendeva dal fatto che non volevo farlo preoccupare.
Non volevo che pensasse al modo in cui ci saremmo
“divertiti” una volta a Parigi. Anche se a pensarci
bene era stato proprio lui ad incoraggiare il nostro riavvicinamento. Ancora
in imbarazzo mi avvicinai ad abbracciarlo per salutarlo
– non so come ringraziarti per questo splendido regalo
papà..- -non
c’è bisogno che dici nulla. Voglio solo che
tu ti diverta e che torni a casa sana e salva. Solo questo conta- -non
si preoccupi Charlie, baderò io a Bella- -oh
ne sono sicuro..- disse assottigliando gli occhi assumendo
un’espressione improvvisamente seria. Edward
si irrigidì come del resto feci anche io ma quella
sensazione di essere studiati al microscopio svanì non
appena papà diede ad entrambi una pacca sulla spalla
mettendosi a ridere. -
rilassatevi ragazzi! Stavo scherzando.. divertitevi mi raccomando e
fatevi sentire ogni tanto, ok?- Sospirai
– ok..- Un
ultimo bacio e fummo fuori.
-dormi
Bella, sei molto stanca. Stanotte non hai chiuso occhio..- Quelle
parole mi fecero tornare al presente e mi vidi seduta
sull’aereo. Accanto a me Edward. Gli
sorrisi e mi sporsi in avanti per poterlo baciare. -scusa,
dicevi?- -dicevo..
che ti ho vista un po’ persa nei tuoi pensieri. Non
è meglio se provi a dormire?- Avevo
voglia di dormire? Si, in realtà mi sentivo uno
straccio. Ero disposta a sprecare anche un solo minuto che avrei potuto
passare con Edward per fare spazio all’incoscienza? No.
Decisamente No. -non
voglio dormire. Voglio tenerti compagnia in queste ore di volo.
Voglio essere presente qualunque cosa tu faccia..- Rise
–ma se siamo intrappolati su questi sedili per almeno
altre 6 ore? Vuoi che ti prenda in braccio una volta che atterreremo a
New York per fare scalo solo perché tu non hai voluto
riposare un po’? Sarò qui accanto a te Bella te lo
prometto..- -non
voglio dormire- risposi decisa –non avevamo qualcosa da
leggere noi due..- buttai lì ricordando improvvisamente il
diario. -e
va bene! D’accordo!- disse esasperato arrendendosi alla
mia volontà. -sei
più testarda di un mulo..- sussurrò
alzandosi per prendere il pacchetto che gli avevo regalato dalla borsa
sopra le nostre teste. Soffocai
una risata ma se ne accorse comunque e mi rivolse uno sguardo
sconfitto talmente adorabile che se fossimo stati soli su
quell’aereo non avrei saputo rispondere delle mie azioni. Ma
possibile che la gente viaggiasse anche il giorno di Natale? Imbarazzata
anche solo di aver pensato una cosa simile mi portai le
mani al viso per l’incredulità. -allora,
da dove cominciamo?- disse tornando a sedersi al mio fianco. -secondo
me è meglio cominciare dall’inizio!-
dissi con aria saccente facendolo ridere. -ok..-
scosse il capo mentre il più bel sorriso gli
attraversava la faccia. -“
sono passate esattamente 3 settimane da quando sei andato
via...- Edward
prese a leggere le prime parole ed improvvisamente mi resi conto
che dopotutto avrei fatto meglio a dirgli di no. Perché non
sarebbe stato facile per niente rileggere i pensieri che mi avevano
fatto soffrire così tanto. Deglutii a fatica il groppo che
mi si era posizionato in gola cercando di apparire più
disinvolta possibile. Non potevo tirarmi indietro. Ormai
gliel’avevo promesso. Sapevo quanto fosse importante per lui
e non me la sentivo di cambiare idea all’ultimo minuto. Riacquistai
subito la mia serenità, che solo il pensiero di
fare qualcosa per Edward sapeva infondermi, e mi strinsi al
suo braccio. Lo
ascoltai leggere sottovoce i pensieri che un tempo mi avevano
devastata, distrutta, annientata e mi scoprii a rabbrividire in
più di un’occasione. Ogni volta che lo facevo
però ci pensava lui a tranquillizzarmi stringendo la mia
mano nella sua. Fui
molto sorpresa di apprendere che alcuni miei pensieri non proprio
gentili nei suoi confronti, come ad esempio il momento in cui gli
dicevo di odiarlo, non lo disturbassero affatto. Quando
stupidamente gli chiesi scusa per averlo trattato male anche se
solo mentalmente mi guardò di sbieco dicendomi che non
dovevo neanche pensare di scusarmi. Che era normale per me pensare
quelle cose di lui visto che se ne era andato via senza dirmi niente. Si
irrigidì un po’ quando lesse il punto in cui
gli raccontavo di me e Jacob e allora fui io a tranquillizzarlo
baciandolo e dicendogli a mia volta che mi era servito per capire
ancora di più quanto mi mancasse e quanto fosse lui
l’uomo della mia vita. Fu
molto sorpreso di leggere il racconto di quando andai a cercarlo a
Denali. Mi aveva sempre detto quanto fosse curioso di sapere ogni cosa
riguardo quella faccenda ma non avevo mai trovato l’occasione
per farlo. -Come
odio non sapere le cose. Non sapere cosa pensi di me! Comunque
ho preso la decisione di aspettarti. Aspetterò un
tuo gesto, aspetterò che torni.. e intanto vivrò
la mia vita con una cosa in meno al mio fianco,la felicità
che solo tu sapevi darmi!” ..- Concluse
la lettura e rimase in silenzio per qualche istante. Tanto che
mi chiesi se fosse rimasto deluso da qualcosa. Quando parlò
lo fece con una tale tristezza negli occhi che mi fece cadere
nell’angoscia. -Bella..
non sai quanto mi dispiace. Mi dispiace di essermene andato
senza dirti niente. Mi dispiace di averti rinfacciato tutto il mio
rancore quando ci siamo incontrati al campus. Leggendo questo diario ho
finalmente capito quanto mi amassi all’epoca e quanto hai
continuato a farlo anche dopo che sono andato via. Non avevo nessun
diritto di trattarti in quel modo..- -shh,shh,shh..
non dire così. Tu non potevi sapere quello
che ho passato in tua assenza e giustamente hai pensato al tuo dolore.
Non pretendevo che rimanessi con me se non mi volevi al tuo fianco.. ma
rimpiango almeno una spiegazione da parte tua. Una frase..un gesto
d’addio. Non sai quanto ho agognato vedere almeno
un’ultima volta i tuoi occhi..- dissi sull’orlo
delle lacrime. -oh
amore mio, sono stato un perfetto idiota. Potrai mai perdonarmi?-
mi chiese portando una mano sulla mia guancia. Subito chiusi gli occhi
e vi poggiai la testa sopra. -è
una richiesta impossibile la tua..- sussurrai riaprendo
gli occhi e vidi il terrore impossessarsi dei suoi. Ma subito mi
affrettai a spiegare – non posso farlo perché
l’ho già fatto e non posso amarti di meno solo
perché sei stato un idiota. Ti amo ogni secondo di
più- Si
avvicinò e non mi diede nemmeno il tempo di prendere una
boccata d’aria che subito mi baciò. Un bacio dolce
e lento carico di tutto il suo amore. Mi
accoccolai sul suo petto chiudendo gli occhi per bearmi al meglio di
quel contatto. Sentire il freddo della sua pelle contro la mia guancia,
la sua mano che faceva su e giù sul mio braccio,
l’aria gelida del suo respiro sui miei capelli mi
tranquillizzò a tal punto che gli occhi si abbassarono
nonostante combattessi con tutte le mie forze per tenerli aperti.
************************** L’aereo
porto internazionale di New York mi accolse assonnata
e rimbambita. Avevo dormito per tutte le restati ore sul petto di
Edward e quando mi chiamò per avvisarmi che dovevamo
scendere non bastarono neanche quei 10 minuti di tempo a farmi
riprendere. Scendemmo
mano nella mano mentre ci dirigevamo all’uscita del
volo per Parigi, ero così stanca che mi lasciai condurre per
tutto il tempo da lui. Quando papà ci diede i
biglietti fui felice di apprendere che non dovevamo aspettare tanto
durante lo scalo prima di prendere il volo successivo, ma adesso che mi
ritrovavo in quelle condizioni dopo solo 6 ore di viaggio avrei gradito
una bella passeggiata per sgranchire le gambe, una bella tazza di
caffè per riprendermi e una.. una.. Eravamo
quasi arrivati all’uscita quando fermai Edward
tirandolo per un braccio. -quanto
tempo abbiamo prima di salire sull’aereo?- -non
molto, 10 minuti al massimo..- -dici
che faccio in tempo a fare una.. telefonata?- gli chiesi
speranzosa. -certo
che ce la fai! Ti aspetto alle sedie laggiù, ok?- -va
bene non ci metterò molto- lo salutai con un bacio e
presi subito il cellulare. Lo accesi e immediatamente digitai il numero
che tanto volevo fare. Mi
rispose dopo neanche 2 squilli. -dovrei
essere arrabbiata con te signorina. È un
eternità che non ti fai sentire!- -buon
Natale anche a te Ally..- risi. La mia amica non sarebbe mai
cambiata. -se,
se. Come dici tu!- -dai
Ally non fare così- -ti
perdono solo perché so quanto deve essere stata dura con
Charlie in quest’ultimo periodo. A proposito come sta?- -sta
bene Ally grazie- stavo per aggiungere dell’altro quando
l’interfono annunciò un volo. -ma
dove sei? Si sente un casino pazzesco!- -beh
ecco, in effetti devo dirti una cosa..- -quale
cosa?- chiese subito mettendosi sull’attenti. -ho
approfittato per chiamarti adesso visto che sono ancora in America
solo per non pagare un botto di soldi una volta atterrata a..Parigi..- -COSA?- -sto
andando a Parigi Ally!- -non
ci credo..- -si
è così! A pensarci bene non ci credo nemmeno
io ancora..- -wow.
E cioè fammi capire.. quando l’avresti
deciso? Ci vai da sola? Quanto tempo starai?- subito risi per il vizio
che aveva di farmi 10 domande in 10 secondi. -non
l’ho deciso io. È un regalo di mio padre e..- -e???- -e
non ci vado sola. Parto con Edward – a quelle parole fui
costretta a spostare il telefono dall’orecchio.
Gettò un urlo talmente forte che per poco non mi
perforò il timpano. -Bella!
Davvero?- -si.
Si Ally- -
come sono felice! Ma cosa è successo? Siete tornati
insieme?- -è
troppo lungo da spiegare per telefono ma... si, siamo
tornati insieme da neanche 24 ore e non posso essere più
felice di così- mi scoprii a piangere come una stupida e
ringraziai il cielo che non potesse vedermi. -lo
sapevo! Lo sapevo! Te l’avevo detto che prima o poi
sareste tornati insieme! Non te l’avevo detto che o poi
sareste tornati insieme? Eh?- -si
Ally me l’avevi detto. E non sono mai stata
più felice di darti ragione- -
Bella.. oddio muoio dalla curiosità di sapere tutti i
dettagli e me li racconterai prima o poi, ma per adesso ti auguro solo
tanta felicità. Godetevi questo viaggio e approfittatene per
ricostruire tutto quello che avete perso senza dimenticare di.. ecco
come dire.. “divertirvi”!- -Ally!
Sempre li vai a parare tu eh? Ma lo sai cosa ti dico?- -
no. Cosa?- -che
questa volta ti do ragione al 100%! Ci
salutammo mentre chiamavano il nostro volo promettendogli che
l’avrei chiamata presto. Andai
da Edward che mi aspettava con un sorriso sulle labbra e subito
capii il motivo. -hai
sentito tutto vero?- dissi richiudendo il cellulare e mettendolo
in tasca. -si.
ho sentito tutto.. scusa ero troppo curioso- -non
fa niente. Ally è così esuberante che non
riesco mai a frenarla..- dissi arrossendo. Presi
il biglietto dallo zainetto e mi diressi verso l’uscita. -ah
Bella?- mi chiamo Edward alle mie spalle facendomi bloccare sul
posto. Mi voltai per guardarlo e si avvicinò stampandomi un
bacio in fronte. -anche
io ti do ragione al 100%..-
ALLORA????
MI SONO FATTA PERDONARE DEL RITARDO??? Spero
che il capitolo vi piaccia! non so se ve l’aspettavate
adesso questa riconciliazione! Nelle scorse recensioni eravate convinte
che si sarebbero riappacificati in quel di Parigi! Mi
sono emozionata tantissimo a scrivere questo capitolo e adesso tremo
all’idea di leggere quello che pensate! *_* vi
ringrazio infinitamente per l’affetto che mi state
dimostrando! GRAZIE DAVVERO! Mi
ritiro in un angolino in attesa del vostro giudizio! Alla
prossimaaaaaaaaaaaaa!!!