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Autore: ste87    05/07/2011    18 recensioni
Questa è la mia prima ff in assoluto!! siate buone!cosa sarebbe successo se dopo il bacio che Bella da a Jacob in Eclipse, Edward avesse reagito in maniera totalmente diversa da come ci ha proposto la Meyer?e se Edward e Bella si lasciassero? scordatevi tutto quello che succede dopo eclipse! si ritroveranno? il loro amore è così forte da poter sopravvivere a tutto? lo scopriremo strada facendo.. intanto spero di avervi incuriosito!dal prologo: Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN!
Era il cancello della“DARTMOUTH UNIVERSITY”.Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita.Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Bene. Eccomi qui!!!

Vi lascio alla lettura! Ci vediamo sotto!!
Mi raccomando.. non fatevi prendere un attacco di cuore! ^_^
Ps. Ad un certo punto troverete una canzone! Non so se vi ho mai detto che amo i Coldplay in modo assoluto! Mi raccomando ascoltatela!

Capitolo 31


Il cuore ha le dimensioni di un pugno chiuso e una forma simile ad una pera con la punta rivolta verso il basso. Il cuore è l'organo simbolo dell'amore, segue il ritmo delle emozioni. Normalmente in una persona adulta si contrae 60-70 volte al minuto, in una persona innamorata molte di più... a volte si arriva a 100 senza rendersene conto. Il cuore è l' ultimo ad andarsene, lui continua a battere anche quando viene sottratto all'organismo, anche quando la persona amata ti abbandona...
Anche quando non si vuole più soffrire, non sei più tu che comandi. Quando sei innamorato... quando il tuo cuore batte forte per un' altra persona, non sei più tu che comandi... è lui!
Ed in quel momento mi sentivo totalmente e incondizionatamente sottomessa al suo volere.
Avevo perso il conto dei secondi e dei minuti che erano passati nell’attesa di scendere da Edward al piano di sotto. Una volta esserci messi a letto dovevo aspettare che mio padre cadesse in un sonno profondo prima di andare da lui.
E così aspettavo con impazienza il momento in cui l’avrei sentito russare e intanto stringevo forte al petto il pacchetto regalo per Edward. Cosa avrebbe detto una volta aperto?
Aaaaahh! Era inutile crogiolarsi in questi pensieri. Tanto da li a poco l’avrei scoperto. Ma da brava masochista quale sono non potevo evitare di immaginare una sua eventuale reazione. E naturalmente pensare che non l’avrebbe apprezzato era il mio chiodo fisso.
Un leggero quanto udibile rumore mi informò che papà era ormai nel mondo dei sogni e inevitabilmente il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. Mi alzai dal letto impacciata sistemando con una mano i capelli che non avevano perso neppure un boccolo dell’acconciatura della sera prima, indossai la mia vestaglia e con il pacchetto stretto sempre al petto mi incamminai verso la porta. Cercai di fare il meno rumore possibile per non svegliare Charlie, ma un improvviso rantolo, molto più forte dei precedenti, mi fece quasi sobbalzare per la tensione con la quale mi muovevo, e mi diede la conferma che neanche le cannonate l’avrebbero svegliato!
A quel punto però era qualcun altro a sapere cosa stessi facendo. E così senza pensarci troppo scesi le scale e ben presto mi ritrovai davanti al divano del salotto. Edward era disteso con la testa poggiata sopra il cuscino e sembrava stesse realmente dormendo, ma io sapevo dello stato di dormiveglia in cui cadeva e perciò non mi feci tanti scrupoli ad avvicinare la mano e toccare una ciocca dei sui morbidissimi capelli. Quasi urlai quando nel buio della stanza sentii chiara ed indistinta la sua voce.
-cosa ci fai qui Bella?- disse aprendo gli occhi.
-diooo. Non farlo mai più! Mi hai fatto prendere un infarto!- sussurrai portandomi la mano libera alla gola.
-perché non stai dormendo? Lo sai che dobbiamo alzarci presto domani?-
Già il viaggio. Quando quella sera salii in camera mi misi a fare subito la valigia cercando di mettere tutto il necessario in un unico trolley. Non sapevo cosa avrei dovuto portare, in che condizioni sarebbe stato il tempo una volta atterrati in Francia, ma sapevo che per la posizione geografica e la stagione invernale, avrei dovuto munirmi anche li di giaccone e maglione pesante. Pensando al tempo mi venne subito in mente una domanda da fare ad Edward.
-a proposito del viaggio..- dissi aggirando il divano e andando a sedermi vicino a lui – tu sarai sicuro a Parigi? Voglio dire.. non c’è il rischio che un raggio di sole ti colpisca?-
-stai perdendo colpi Isabella! Pensavo che questa domanda sarebbe stata la prima a frullarti nel cervello!- disse scompigliandomi i capelli con una mano “addio aria seducente e figa” pensai tra me e me. Ma quel gesto non mi diede fastidio, adoravo il modo in cui mi toccava ed il fatto che apparisse dolce e delicato nei miei confronti pur avendo una forza fuori dal comune.
La mia risposta fu una linguaccia e poi continuò dicendo – appena ho saputo quello che tuo padre aveva in mente di fare ho chiamato Alice e mi ha confermato che non ci saranno problemi. Il cielo sarà sempre coperto e nel caso in cui dovesse cambiare improvvisamente mi avviserà. In tal caso.. beh credo che anche a Parigi esistano bar o vie buie in cui posso nascondermi-
-già. Lo credo anche io..- dissi e inaspettatamente un silenzio opprimente quanto imbarazzante calò nell’aria. Subito cercai di riprendere la situazione cominciando a parlare del viaggio – ci pensi? Andiamo a Parigi! Tu..tu ci sei mai stato?- gli chiesi rendendomi conto solo in quell’istante che forse per lui non era la prima volta come lo era per me.  
-in effetti si. Ci sono stato!-
-davvero? Quando?-
-è passato così tanto tempo che quasi non me lo ricordo più. Credo fossero gi anni 30’ o giù di lì..-
Subito mi sentii impazzire all’idea- wow! Davvero? Sei stato a Parigi nel periodo degli intellettuali impegnati politicamente che si incontravano di nascosto nei caffè. Che lottavano in nome della giustizia contro tutti portando avanti le loro convinzioni?- dissi euforica.
-si. ero lì in quel periodo!-
-ok. Non sai quanto ti invidio in questo momento! Cioè.. non ti è mai capitato di pensare che “essere come sei” alle volte è proprio incredibile? Tu hai vissuto gli anni dei cambiamenti. E non è solo un modo di dire, tu li hai vissuti davvero questi cambiamenti! Sei passato dal viaggiare in carrozza alla costruzione dell’automobile. Dal viaggiare su un treno a vapore a volare sugli aerei. Hai vissuto il cambiamento della musica, del cinema.. di tutto! È..è.. stupefacente!-
Aggrottò le sopracciglia prima di rispondermi- si. In effetti lo è ma.. forse mi prenderesti a schiaffi se sapessi il modo in cui ho vissuto quegli anni-
-in che senso?-
-nel senso che.. non li ho vissuti! Vedevo il mondo cambiare sotto i miei occhi anno dopo anno e dentro mi sentivo fuori posto. Io non la volevo quella vita eppure mi ritrovavo a viverla contro la mia volontà. Questo fino a che..-
-fino a che?- chiesi con il cuore in gola.
-fino a che non sei entrata nella mia vita.. e l’hai sconvolta come la più potente delle tempeste- soffiò leggero quelle parole tra le labbra facendomi rabbrividire. Mi toccò una ciocca dei capelli e quando lo guardai negli occhi mi sentii morire dalla gioia.
Forse non sapeva che lo stesso valeva per me. Anche io mi limitavo a sopravvivere prima di incontralo.
-anche per me è lo stesso- dissi spinta quasi da una forza sovrumana.
-comunque..- disse portandomi di nuovo alla realtà- non mi hai ancora detto cosa ci fai qui all’una e mezza di notte!-
Inconsciamente strinsi la mano attorno alla scatola che tenevo poggiata sul divano e che non avevo liberato un attimo da quando mi ero seduta.
-beh.. mmh ecco.. ti sarai accorto che non ti ho dato il mio regalo di Natale..-
-e non potevi aspettare fino a domani?-
- no. Ho bisogno di dartelo adesso- gli risposi risoluta.
-o-ok!-
Feci un respiro profondo, presi la scatola con entrambe le mani e agitata fino all’inverosimile gliela diedi.
La guardò con circospezione e la prese dalle mie mani tremanti facendomi sentire immediatamente più leggera.
Dal momento in cui l’ebbe nelle mani seguii ogni suo movimento. Osservai le sue dita sciogliere il nastro dorato e quando aprì il coperchio potei giurare di vedere nei suoi occhi un lampo di turbamento, anche se la totale visibilità del suo volto mi era preclusa.
-cos’è?- chiese prendendo i fogli in mano senza girarli.
A quel punto strinsi le mie dita con le sue e deglutendo a fatica glielo dissi.
-è..è il mio diario.. è il diario che ho scritto in tutti i mesi passati senza averti accanto-
-ma perché vuoi darlo a me?- mi chiese visibilmente sorpreso.
-perché qui sopra ho scritto la mia sofferenza e la mia rassegnazione quando credevo di averti perso per sempre.. perché forse leggendolo capirai quanto la mia decisione di fare parte della tua vita sia la cosa che desidero di più al mondo..- dissi infine con il fiato corto.
Edward spalancò la bocca e mi abbracciò di slancio facendomi quasi male, ma in quel momento non mi importava. Avrei sofferto in silenzio per ore se questo voleva dire stare abbracciata a lui. Ricambiai anche io ancorandomi saldamente ai suoi capelli.
-dio Bella.. è il regalo più bello che potessi farmi. Grazie!-
-speravo tanto che ti facesse piacere..-
-si. si e ancora si. Certo che mi fa piacere!- disse emozionato facendomi quasi venire le lacrime agli occhi. Ed io che pensavo che non l’avrebbe apprezzato!
-solo che..- disse staccandosi da me- ho paura di infrangere la tua privacy. Non hai mai fatto mistero di quanto sia contenta che io non riesca a leggerti nella mente!-
-credimi. In questo caso lo vorrei con tutta l’anima. Vorrei che potessi leggere nella mia mente e capissi quanto in realtà desidero che tu lo legga. Non devi farti problemi ad accettare questo regalo. Sono io che ho voluto donarti una parte di me importante e non potrebbe mai darmi fastidio-
-allora lo sai cosa facciamo?- disse prendendo il plico di fogli e richiudendolo di nuovo dentro la scatola- lo leggeremo insieme!-
Oddio no. COSA?
-com..scusa, perché?- dissi rossa come un peperone. Anche se era a conoscenza del fatto che l’amassi non volevo che ne divenisse ancora più consapevole leggendo il diario davanti a me! A meno che.. pensai, ed improvvisamente la considerazione più ovvia di tutte mi apparve nella mente.
Non doveva avere la conferma dei miei sentimenti per lui leggendo quel diario. Dovevo essere io a dirgli quanto ancora l’amassi.
Al diavolo tutte le paure per un suo eventuale rifiuto. Io lo amavo più della mia stessa vita cosa guadagnavo a tenermi tutto dentro quando una volta messe le cose in chiaro c’era la possibilità che lui mi ricambiasse?
-beh perché.. voglio che ci sia anche tu. Ma se per te è un problema poss..-
-no. No. Nessun problema- dissi interrompendolo- lo leggeremo insieme-
-ok, allora domani sull’aereo avremo un sacco di tempo da dedicare alla lettura-
-si..- gli risposi cercando di mascherare il più possibile uno sbadiglio.
-credo sia meglio che tu vada a dormire altrimenti domani sarai uno straccio-
Stavo per dirgli : si hai ragione, vado. Quando decisi di tentare il tutto e per tutto.
-ti va di farmi compagnia stanotte?- gli dissi imbarazzatissima e con un rossore tale sulle guance che minacciava di mandarmi a fuoco.
Ci pensò su per un po’, e dentro di me già immaginavo tutte le rotelline del suo cervello impegnarsi a trovare una scusa per dirmi di no. Ma mi sorprese annuendo con vigore.
Si alzò dal divano e mi tese la mano. Chiusi la mia nella sua e insieme ci dirigemmo al piano di sopra. Lo lasciai davanti la mia stanza invitandolo ad entrare dicendogli che l’avrei raggiunto subito. Avevo bisogno di andare un attimo in bagno. Annuì aprendo la porta della mia stanza e una volta dentro se la richiuse alle spalle.
Mi rifugiai nel bagno non solo perché avevo un importante bisogno fisiologico, forse dettato da tutta la tensione che mi scorreva in corpo, ma anche perché avevo bisogno di fare chiarezza nella mia testa. L’unica cosa che riuscivo a pensare era che Edward fosse in camera mia e che mi stesse aspettando. Dovevo approfittare di quell’occasione per rivelargli quello che provavo altrimenti il giorno dopo sull’aereo non avrebbe avuto senso essere presente durante la lettura di quel diario. Mi guardai allo specchio e mi diedi una sistemata ai capelli. Presi un respiro profondo e uscii.
Una volta davanti alla mia stanza esitai prima di abbassare la maniglia, ma dopo un grosso respiro mi feci coraggio ed entrai. Richiusi la porta alle spalle mentre sentivo Charlie russare a più non posso e avvertii il cuore minacciare di uscirmi dal petto quando mi voltai verso di lui. Dovetti sorreggermi al cassettone vicino per non cadere.
Pensavo che non sarei mai più riuscita a vederlo nel mio letto. Quella sera poi era una visione troppo invitante. Se ne stava sdraiato con gli occhi chiusi e le sue braccia, poggiate dietro la testa, erano come un invito personale ad affondare nella protezione che solo loro sapevano darmi.
Mi tolsi la vestaglia e piano mi avvicinai sdraiandomi accanto a lui.  
Era immobile e vedevo solo il torace alzarsi e abbassarsi, se non fossi stata sicura del contrario avrei giurato che stesse dormendo. Era di una bellezza sconvolgente, i capelli sempre arruffati con il lenzuolo che lo copriva fino alla vita. Guardarlo così  quasi indifeso disteso sul mio letto metteva a dura prova i miei poveri ormoni!
Solo in quel momento mi accorsi di cosa indossasse. Portava una canottiera nera che gli fasciava il petto scolpito e che metteva ancora di più in  risalto la sua pallida carnagione, e che aggiungerei lasciava poco all’immaginazione.. dio quanto avrei voluto allungare la mano e toccare la perfezione del suo petto! Impercettibilmente iniziai ad avanzare nella sua direzione e non avrei dovuto fare tanta strada prima di riuscire a toccarlo, a dividerci c’erano in pratica solo 20 centimetri..  
-Bella?- scattai indietro spaventata.
-si?- risposi con nonchalance cercando di mascherare la mia improvvisa tachicardia.
-che stai facendo?- mi chiese quasi divertito mantenendo sempre gli occhi chiusi.
-io? Niente! Perché?-
-no, e che.. ho come l’impressione che mi stessi osservando..-
Beccata!! Menti, mi ripetevo, menti spudoratamente!
-non è vero! Cosa te lo fa pensare?-
-forse..il fatto che mi stessi osservando?-
-ma no.. non è vero..-
-è meglio se ti metti a dormire Bella! È tardi-
-ok.. buona notte- e sbuffando mi girai verso il mio lato del letto.
Cosa pretendevo? Che una volta avergli detto “ti va di farmi compagnia stanotte” sarebbe ritornato tutto come prima? Che una volta insieme mi avrebbe stretta a se e avrebbe aspettato che mi addormentassi cantandomi all’orecchio la mia ninna nanna?
D'altronde però come faceva a pretendere che riuscissi a dormire con lui al mio fianco! Infatti non riuscii a resistere più di due minuti che mi rigirai di nuovo verso di lui. Alzai la testa dal cuscino quel tanto che bastava per poterlo guardare.
-BELLA!-
-ok, scusa non lo faccio più..-
Avevo il cuore a mille e traditore gli raccontava tutto ! Com’è che avevo detto? Il cuore segue il ritmo delle emozioni? In quel momento batteva così forte da farmi male. Però ne ero felice. Mi mancava come l’aria che respiravo l’emozione assurda che solo Edward era in grado di darmi. Perciò munita di coraggio decisi che non potevo rimandare oltre. Avevo deciso. Gli avrei aperto il mio cuore.
-è che.. è difficile riuscire a dormire con te al mio fianco!- dissi sincera fino al midollo con le guance imporporate.
-allora perché mi hai chiesto di venire?-  fece per alzarsi dal letto ma subito lo bloccai.
-no! Aspetta!- l’afferrai per un braccio prima che potesse alzarsi del tutto. A quel contato sentii come una scossa elettrica pervadermi tutto il corpo.
-ma come faccio a restare se così non riesci a dormire?-
-non preoccuparti.. vedrai che prima o poi mi prenderà il sonno-
-no Bella! Forse è meglio che me ne vada.. non è facile nemmeno per me stare qui!- disse quasi in imbarazzo.
Subito miliardi di domande affollarono la mia mente -aspetta.. che vuoi dire?- chiesi con un groppo in gola che mi impediva quasi di respirare.
Si girò verso di me, visto che era ancora di spalle -quello che hai capito..- e strizzò gli occhi quasi avesse difficoltà a trovare le parole giuste  – non ce la faccio a restare qui, sapendoti così vicina-
Ok stavo ufficialmente per svenire! Volevo essere io a confessargli i miei sentimenti e adesso era lui a farsi avanti? La cosa mi dava fastidio? Assolutamente NO!
-ma.. che vuoi dire con questo? Spiegami..-
Sospirò di rassegnazione e fece per sdraiarsi di nuovo nel letto ma lo bloccai.
-niente, lascia perdere.. mi hai chiesto di dormire con te e così faremo. Domani ci aspetta un viaggio molto lungo. Non voglio tediarti oltre-
-no! Non lascio perdere per niente!- quasi urlai e subito mi portai una mano davanti alla bocca. Pregavo in tutte le lingue del mondo che mio padre non avesse sentito. Anche lui si agitò e guardò verso la porta facendomi segno di rimanere in silenzio. Ma quando entrambi sentimmo Charlie riprendere a russare ci rilassammo all’istante –Edward dimmi la verità, ti prego..- aggiunsi bisbigliando.
Poggiai una mano sul suo braccio e ci guardammo intensamente prima che cominciasse a parlare.
-cosa vuoi che ti dica Bella! Eh? Vuoi la verità? La verità è che non desidero altro che toccarti da quando ti sei infilata nel letto.. la verità è che non faccio altro che respirare il tuo profumo e vorrei solo sentirti più vicina..la verità.. la verità è che se non me ne vado subito non riuscirò mai più a trovare la forza per andarmene da qui..-



Gli occhi mi si inumidirono, non riuscii a trattenermi dal piangere. Erano le parole che avevo sempre desiderato sentirgli dire.
Boccheggiavo come un pesce fuor d’acqua e dalla mia bocca uscivano solo rumori sconnessi. Avevo il cuore in gola tanto batteva forte, non potevo credere a quelle parole.. mi stava dicendo che..
-mi stai dicendo che..-
-si Bella, quello che hai capito-
-no Edward.. non mi accontenterò di sentirti dire che ho ragione.. no, adesso voglio sapere esattamente quello che provi per me, e voglio sentirlo dalla tua bocca! Perché altrimenti vivrò per sempre nell’illusione che questo sia un sogno e che non stia succedendo davvero..-
Si avvicinò e prese ad accarezzarmi la guancia con la mano sinistra.
-Bella.. non sai quanto tempo ho lottato per dimenticarti, ma non ci riesco! Eppure mi sono imposto di ricominciare, di voltare pagina, ma sapevo che senza di te la mia vita non avrebbe mai più avuto lo stesso significato. Quando ti ho rivisto al campus mi sono sentito morire.. perché ho capito che quello che provavo per te non era cambiato di una virgola e vederti tutti i giorni non mi faceva sentire meglio. Tu mi completi Bella, solo con te posso essere me stesso! E in quest’ultimo periodo che abbiamo passato insieme ho capito che dovevo dirtelo.. ma non ho mai trovato il coraggio per farlo. Perciò adesso che mi hai fatto capire quant’è bello vivere il mondo insieme a te ti dico finalmente che.. io ti amo, ti ho sempre amata, anche quando ti respingevo, e penso proprio che questo non cambierà mai!-
Non sapevo cosa dire.. ero ipnotizzata da quelle parole e  dalla sua voce. Era come se avessi premuto il tasto reset al mio cervello. Ero emozionata, e tanto! Avevo il cuore che pompava forsennatamente e i brividi lungo la schiena. Non potevo credere che dopo tanto penare e soffrire avessi di nuovo Edward al mio fianco, e che mi stesse confessando il suo amore. Quante volte nell’ultimo paio di mesi avevo sperato di sentirglielo dire! Quante? Troppe forse.. ma in nessuna delle mie fantasie mi sarei aspettata una dichiarazione d’amore così. Ci aveva messo dentro tutta la passione e il dolore che provava e adesso che mi fissava in attesa di una risposta, l’unica cosa che ero in grado di fare era, piangere.. di felicità, di gioia, di rabbia per non avermelo detto prima! Ma questo momento era perfetto.. come se lo avessimo stabilito, come se tutto quello che avevamo passato fosse servito a portarci dritti a questo punto.
-Bella ti prego di qualcosa...- mi pregava, lui che pregava me di dirgli qualcosa! Dopo le sue parole mi sentivo quasi indegna a pronunciarne altre.
Mi asciugò una lacrima e rimase in attesa.
Subito capii cosa dovevo fare. Mi avvicinai lentamente al suo viso e con le lacrime agli occhi lo fissai mentre prepotentemente appoggiavo le mie labbra alle sue. Ci  fissammo, ci studiammo, ci capimmo. E insieme ci lasciammo andare a quel bacio carico d’amore che aspettavamo entrambi da mesi.
Mi sentii subito in Paradiso! Poter sentire di nuovo, dopo cosi tanto tempo, la consistenza delle sue labbra e il suo sapore era inspiegabile..
Pian piano lo attirai verso di me e ben presto mi ritrovai schiacciata con la schiena sul materasso e il mio angelo sopra di me. Cominciai a toccargli le braccia che possenti mi tenevano stretta a se, mentre lui prese ad accarezzarmi i fianchi e quando un piccolissimo lembo di pelle entrò in contato con il freddo della sua mano, i brividi mi colpirono tutto il corpo. Volevo di più. Azzardai con la lingua dei movimenti sulle sue labbra, ma sapevo che ben presto mi avrebbe fermata.. e infatti
-Bella.. no..- disse ansimante
-shhhh, non dirmi di no..non sai quanto lo desidero-
E allora ripresi la mia tortura fino a quando cedette e mi permise di assaporare la sua bocca. Dire che era qualcosa di meraviglioso era dire poco! Puro zucchero mischiato a miele, dio che sapore! E sentire la sua lingua intrecciata alla mia, era qualcosa di magico! Cominciammo a baciarci intensamente fino a quando ansimanti ci staccammo entrambi mantenendo sempre le nostre posizioni. Aprii lentamente gli occhi e quando trovai il giallo miracolo dei suoi occhi fissarmi, potei dire finalmente di sentirmi a casa.
-hai un sapore meraviglioso..- dissi in imbarazzo.
-non è vero, TU hai un sapore meraviglioso- disse baciandomi la punta del naso.
- oddio Edward non immaginavo minimamente che fosse così intenso e dolce baciarti in questo modo- gli rivelai arrossendo fino alla radice dei capelli.
-anche per me è così Bella..- sussurrò roco poggiando la sua fronte sulla mia.
Io continuavo ad accarezzargli le spalle larghe e i nostri respiri che non avevano smesso un attimo di mischiarsi l’uno con l’altro fecero nascere dentro di me qualcosa mai provata prima, ma alla quale adesso sapevo dare un nome. Era eccitazione allo stato puro! Sentire il corpo di Edward premuto al mio mi faceva sentire come un fuoco dentro che cresceva sempre di più ad ogni suo tocco, ad ogni suo bacio, ad ogni sua occhiata maliziosa.
Mi imposi con forza titanica di non pensarci. Non era ancora il momento di lasciarsi andare fisicamente. Per quello ci sarebbe stato tempo.. anche se fino ad allora sarei letteralmente impazzita, lo sapevo. Adesso avrei dovuto essere io a dirgli quello che provavo.
Gli presi il volto tra le mani e legai i suoi occhi con i miei che subito si inumidirono.
-shh.. perché piangi adesso?- mi chiese ad un centimetro dalla mia bocca.
-perché sono felice. Sono cosi felice che potrei urlare dalla gioia. Non.. ormai non ci speravo più. Tu non sai quanto sia stato difficile per me strati accanto senza poterti avere. E quando l’altra sera mi hai detto che non eri la persona adatta e me mi hai inflitto un altro tremendo dolore. Perché per me esisti solo tu amore mio. Solo tu. La mia non è vita se non ci sei tu al mio fianco. Ti amo così tanto.. che non.. sono felice Edward. Felice di sapere che anche per te non è mai cambiato niente. E quello che hai detto poco fa, le parole che hai usato mi sono entrate dritte nell’anima! Ti amo così tanto! Dio, è incredibile quante volte lo sto dicendo ma non posso fermarmi. Non posso smettere di dimostrarti quello che provo per te.. non posso..- dissi scuotendo il capo mentre dentro sentivo un subbuglio di emozioni contrastanti che mi facevano piangere e ridere allo stesso tempo.
-e non lo farai – disse forte - guai a te se lo farai! Io non pretendo altro dalla vita che essere amato da te e non potrei mai stancarmi di sentirtelo dire!-
-non dubitarne mai. Ti ripeterò così tante volte quanto ti amo che avrai la nausea e sarai costretto a dirmi tu di smetterla.. ma anche il quel caso non penso che avrò mai la forza per farlo-
-Bella..- sospirò il mio nome abbassandosi sul mio collo. Lo strinsi forte e lui si accoccolò in quella posizione come se fosse un bambino da cullare ma ero certa che avesse poggiato di proposito la testa sul mio petto solo per sentire meglio il battito del mio cuore che non aveva smesso un attimo di martellare la mia cassa toracica.
Rimanemmo in quella posizione per un po’ fino a che si puntellò su un gomito poggiando la testa sopra la mano aperta. Mi rivolse uno sguardo e un sorriso talmente dolce che ebbi quasi paura che potessi sciogliermi da un momento all’altro come un gelato al sole.
-perché abbiamo aspettato così tanto.. me lo spieghi?- disse mentre io avevo preso ad accarezzargli i capelli vicino all’orecchio.
-oh beh..mhh.. francamente non lo so!- dissi ridendo.
-o grazie mi sei di grande aiuto! La prossima volta in cui avrò bisogno di un illuminazione verrò da te, senz’altro!-
-ma no.. è che siamo stati così stupidi da mettere davanti al nostro amore tanti di quei pretesti che non ci siamo accorti del tempo che stavamo sprecando-
-ma io non ho sprecato mai il mio tempo. Quando sono con te, anche se litighiamo, lo considero sempre del tempo prezioso-
-se è per questo anche io la penso come te-
-e allora?-
-e allora cosa?-
-perché abbiamo aspettato cosi tanto?-
-io posso rispondere solo per me.. e ti dico che avevo paura. Avevo una tremenda e folle paura che potessi respingermi. Che non mi volessi più..-
-cosa?- disse sconvolto.
-si è così-
-ma se sono venuto fin qui per stare con te. E non dirmi che non ti sei mai accorta del motivo per il quale mi avvicinavo! Credimi, non era perché volessi toglierti una ciglia dalla guancia.. io volevo baciarti! –
-e perché non l’hai fatto? Non sai quante volte ho sperato che ti avvicinassi e mi baciassi..-
Aspettò un attimo prima di rispondere e quando lo fece sospirò e distolse lo sguardo.
-anche io fondamentalmente avevo paura..-
-e di cosa?-
-paura di lasciarmi andare di nuovo, paura di poter soffrire ancora.. non lo so è che.. avevo paura che se ti avessi aperto il mio cuore ci avresti camminato sopra senza nessuna esitazione. Lo so..lo so che non è così- disse subito agitato forse intimorito dalla mia espressione scioccata – adesso so che non l’avresti mai fatto, e francamente non ne ero convinto neanche prima ma.. dopo quello che ho passato quando ci siamo lasciati avevo un po’ di timore ad aprirmi di nuovo con te. E nonostante il mio cuore mi dicesse di buttarmi, di provarci.. la ragione ha prevalso sempre. Questo fino a questa sera. E fidati se ti dico che mi sto infliggendo mentalmente qualsiasi tipo di punizione per non averlo fatto prima-
-io non.. io non avrei mai potuto farti soffrire di nuovo. Se avessi avuto quest’intenzione  non mi sarei neanche avvicinata al campus, e la notte di Halloween non ti avrei detto di amarti ancora, e per lo stesso motivo non avrei mai accettato il tuo aiuto. Ti avrei detto chiaramente di andartene-
-shh lo so. Non ti agitare, lo so. E infatti non riesco a spiegarmi come abbia potuto avere così tanti dubbi quando le risposte alle mie domande ce le avevo sotto gli occhi. Perdonami amore mio, sono stato uno sciocco. L’altra sera poi ho superato me stesso!-
-perché mi hai detto quelle cose?- subito ripensai a due sere prima e a quello che mi aveva detto e non potei evitare alla malinconia e al dolore di impossessarsi del mio volto.
-perché non cambierò mai, ecco perché! Ho sempre creduto che la cosa migliore per te fosse vivere una vita normale accanto ad una persona normale anche se questo avrebbe impedito la mia felicità. E quando quel pomeriggio sono stato a tanto così dal baciarti mi sono chiesto se ne avessi il diritto. Mi sono chiesto se fosse giusto strapparti ancora una volta alla vita che avresti cercato e vissuto sicuramente se non fossi mai esistito. Non dire di no, perché è cosi. Ma ieri mattina mi hai fatto capire quanto sei determinata e quando ho capito che tu avevi scelto la tua vita non ho più potuto oppormi. Anche perché non sarei riuscito a stare più di due giorni lontano da te-
-sei incredibile. Non cambierai mai.. cosa devo fare per farti capire quanto ti appartengo? Devi deciderti a ficcarti in testa che sono grande ormai e che il tempo di dirmi cosa fare è passato da un pezzo. Decido io cosa voglio della mia vita e non saranno di certo le tue parole a farmi convincere del contrario...-
-infatti non l’hai fatto-
-certo che no! Come avrei potuto? Dopo tutto quello che ho fatto per riacquistare la tua fiducia non mi sarei di certo arresa davanti alle tue stupide convinzioni..-
-ci sei rimasta male però.. ti ho sentito. E non sai quanto ho dovuto trattenermi per non salire in camera tua e stringerti forte e dirti che era tutto a posto-
-davvero?-
-cosa?-
-è tutto a posto?-
-certo che si- disse con un mezzo sorriso e a quelle parole tirai un sospiro di sollievo.
Prendemmo a fissarci negli occhi come se non ci vedessimo da anni. Rivedevo nel suo viso tutto quello che avevo cercato in tanti mesi e scoprire che non fosse cambiato nulla, che le emozioni che mi trasmetteva anche solo con una carezza non fossero mutate affatto mi infuse una serenità che non provavo da tempo.
Non so quanto passò prima che mi addormentassi, ricordo solo che improvvisamente Edward non era più di fronte a me e mi agitai molto. Ma quando sentii le sue braccia stringermi forte permettendomi così di appoggiare la testa sul suo petto mi rilassai completamente. Nel dormiveglia gli strappai un bacio e in un sospiro gli sussurrai –ti amo così tanto amore mio..- e poi fu il buio.

************************

-dammi la tua valigia Bella..- mi disse Edward con un sorriso.
Stavamo facendo il check in ed io ero dietro di lui al banco d’imbarco. Gli passai la valigia come mi aveva chiesto e una volta inseriti tutti i sigilli l’operatore la spedì sul nastro trasportatore. Ci riconsegnò i documenti d’identità e dopo averci augurato buon viaggio lo salutammo con un sorriso. Mi spostai velocemente per permettere alla signora anziana dietro di me di passare avanti. Edward mi fu subito accanto e mi prese la mano mentre ci dirigevamo al gate.
Osservai le nostre dita intrecciate e non potei evitare di arrossire, come già era successo quella mattina. Al sol pensiero mi venne voglia di riavvolgere il nastro del tempo per trovarmi ancora nel mio letto..insieme.
A svegliarmi non fu il suono della sveglia ma due mani dolci e delicate che mi accarezzavano il viso. Non so perché lo feci ma d’improvviso mi girai dall’altra parte sotterrando la testa sotto il cuscino.
-vattene.. voglio dormire..- biascicai con la testa ancora nel mondo dei sogni.
-ti avevo detto che dovevi andare a letto presto ieri sera..-
-si. Ma non puoi svegliarmi all’alba! Avrò dormito si e no 2 ore!-
-non è colpa mia se abbiamo il volo così presto..-
Bastarono quelle parole a farmi saltare in aria. Volo..volo! Dovevamo partire ed io ero ancora in quelle condizioni.
-perché non mi hai svegliato prima?- gli dissi mentre mi mettevo a sedere in mezzo al letto. Mi guardò come per dirmi “ma tu sentila!” e poi scosse la testa.
-punto numero uno: fino a due secondi fa credevi fosse troppo presto per alzarti e adesso mi vieni a dire che è tardi? Punto numero due: siccome avevo la certezza che appena ti fossi svegliata mi avresti risposto in questo modo ti dico che abbiamo ancora un po’ di tempo per prepararci e fare le cose con calma-
Mi lasciò a bocca aperta, mi conosceva meglio di chiunque altro– davvero?-
-davvero..- subito mi rilassai e mi ributtai con la testa sul cuscino. Edward se ne stava al mio fianco e mi guardava dall’alto. Ripensai a tutto quello che ci eravamo detti la sera prima e subito arrossii cominciando ad avvertire una fitta al cuore .
-ciao..- gli dissi con tono languido.
-ciao a te- mi rispose stampandosi in faccia un sorriso sghembo da infarto – pensavo ci avresti messo di meno a renderti conto che fossi al tuo fianco. Sembravi posseduta. Stavo per chiederti : chi sei tu? Che fine ha fatto la mia Bella? La donna che amo da impazzire.. la donna della mia vita-
Ok. A quelle parole avrei dovuto quantomeno sorridergli, dirgli grazie, ricambiare a mia volta i miei sentimenti. E invece non feci niente di tutto questo. Semplicemente perché non ne ebbi il tempo, troppo presa a saltargli addosso.
O meglio.. a spingermelo addosso. Con un colpo secco afferrai la sua canottiera e lo spinsi verso di me. Se avessi avuto davanti un soggetto ostile ero certa che l’avrei strappata, ma Edward assecondò il mio gesto facendomi capire quanto anche lui lo volesse rendendomi tutto più semplice. Mi impossessai delle sue labbra con tale trasporto e desiderio che non credevo mi mancassero già così tanto. Mi dedicai con devozione a lambirle millimetro dopo millimetro e potei sentire chiaramente ciò che questo provocava al suo corpo, completamente a contatto con il mio. Ci staccammo dopo un po’ entrambi ansimanti per la prova di apnea mattutina e mi specchiai dentro ai suoi occhi.
-sono qui..- sussurrai ad un centimetro dal suo mento – sono sempre stata qui-
-adesso lo so- mi disse accarezzandomi i capelli – e forse l’ho sempre saputo-
-quanto tempo abbiamo prima alzarci dal letto?-
-non molto in realtà.. anche tuo padre si sta per svegliare-
Già, aveva così insistito ad alzarsi per venirci a salutare che non potemmo dirgli di no.
-allora mi sa che è meglio se ci prepariamo-
-ok, vado di sotto..- fece per alzarsi ma subito lo bloccai per l’improvviso senso di vuoto che mi provocava anche solo immaginarlo lontano.
-aspetta, non andare-
-Bella lo sai cosa succede se tuo padre si alza e ci trova insieme nello stesso letto! Come minimo mi spara!-
-per fortuna che sei a prova di proiettile allora!-
-molto divertente! Ma non penso sia una buona idea testarlo ora!-
-ok.. guastafeste! Prima dammi un bacio però e poi ti lascerò andare..-
-come siamo insaziabili questa mattina..-
-veramente di te non sarò mai sazia!-
-è una promessa?-disse ad un centimetro dal mio naso.
-contaci!- gli risposi a mia volta perdendomi immediatamente in quel mare di dolcezza che erano le sue labbra.   
Come promesso però quella sensazione durò il tempo di un bacio che subito scese di sotto.
Ci preparammo entrambi facendo finta di niente davanti a mio padre che ancora assonnato lottava con tutte le sue forze per non crollare davanti a noi. In un gesto quasi involontario gli presi la mano e fu troppo tardi quando mi accorsi che anche Charlie l’avrebbe visto. Subito arrossii come un pomodoro e mi tirai indietro. Il mio improvviso blocco dipendeva dal fatto che non volevo farlo preoccupare. Non volevo che pensasse al modo in cui ci saremmo “divertiti” una volta a Parigi. Anche se a pensarci bene era stato proprio lui ad incoraggiare il nostro riavvicinamento.
Ancora in imbarazzo mi avvicinai ad abbracciarlo per salutarlo – non so come ringraziarti per questo splendido regalo papà..-
-non c’è bisogno che dici nulla. Voglio solo che tu ti diverta e che torni a casa sana e salva. Solo questo conta-
-non si preoccupi Charlie, baderò io a Bella-
-oh ne sono sicuro..- disse assottigliando gli occhi assumendo un’espressione improvvisamente seria.
Edward si irrigidì come del resto feci anche io ma quella sensazione di essere studiati al microscopio svanì non appena papà diede ad entrambi una pacca sulla spalla mettendosi a ridere.
- rilassatevi ragazzi! Stavo scherzando.. divertitevi mi raccomando e fatevi sentire ogni tanto, ok?-
Sospirai – ok..-
Un ultimo bacio e fummo fuori.

-dormi Bella, sei molto stanca. Stanotte non hai chiuso occhio..-
Quelle parole mi fecero tornare al presente e mi vidi seduta sull’aereo. Accanto a me Edward.
Gli sorrisi e mi sporsi in avanti per poterlo baciare.
-scusa, dicevi?-
-dicevo.. che ti ho vista un po’ persa nei tuoi pensieri. Non è meglio se provi a dormire?-
Avevo voglia di dormire? Si, in realtà mi sentivo uno straccio. Ero disposta a sprecare anche un solo minuto che avrei potuto passare con Edward per fare spazio all’incoscienza? No. Decisamente No.
-non voglio dormire. Voglio tenerti compagnia in queste ore di volo. Voglio essere presente qualunque cosa tu faccia..-
Rise –ma se siamo intrappolati su questi sedili per almeno altre 6 ore? Vuoi che ti prenda in braccio una volta che atterreremo a New York per fare scalo solo perché tu non hai voluto riposare un po’? Sarò qui accanto a te Bella te lo prometto..-
-non voglio dormire- risposi decisa –non avevamo qualcosa da leggere noi due..- buttai lì ricordando improvvisamente il diario.
-e va bene! D’accordo!- disse esasperato arrendendosi alla mia volontà.
-sei più testarda di un mulo..- sussurrò alzandosi per prendere il pacchetto che gli avevo regalato dalla borsa sopra le nostre teste.
Soffocai una risata ma se ne accorse comunque e mi rivolse uno sguardo sconfitto talmente adorabile che se fossimo stati soli su quell’aereo non avrei saputo rispondere delle mie azioni. Ma possibile che la gente viaggiasse anche il giorno di Natale?
Imbarazzata anche solo di aver pensato una cosa simile mi portai le mani al viso per l’incredulità.
-allora, da dove cominciamo?- disse tornando a sedersi al mio fianco.
-secondo me è meglio cominciare dall’inizio!- dissi con aria saccente facendolo ridere.
-ok..- scosse il capo mentre il più bel sorriso gli attraversava la faccia.
-“ sono passate esattamente 3 settimane da quando sei andato via...-
Edward prese a leggere le prime parole ed improvvisamente mi resi conto che dopotutto avrei fatto meglio a dirgli di no. Perché non sarebbe stato facile per niente rileggere i pensieri che mi avevano fatto soffrire così tanto. Deglutii a fatica il groppo che mi si era posizionato in gola cercando di apparire più disinvolta possibile. Non  potevo tirarmi indietro. Ormai gliel’avevo promesso. Sapevo quanto fosse importante per lui e non me la sentivo di cambiare idea all’ultimo minuto.
Riacquistai subito la mia serenità, che solo il pensiero di fare qualcosa per Edward  sapeva infondermi, e mi strinsi al suo braccio.
Lo ascoltai leggere sottovoce i pensieri che un tempo mi avevano devastata, distrutta, annientata e mi scoprii a rabbrividire in più di un’occasione. Ogni volta che lo facevo però ci pensava lui a tranquillizzarmi stringendo la mia mano nella sua.
Fui molto sorpresa di apprendere che alcuni miei pensieri non proprio gentili nei suoi confronti, come ad esempio il momento in cui gli dicevo di odiarlo, non lo disturbassero affatto.
Quando stupidamente gli chiesi scusa per averlo trattato male anche se solo mentalmente mi guardò di sbieco dicendomi che non dovevo neanche pensare di scusarmi. Che era normale per me pensare quelle cose di lui visto che se ne era andato via senza dirmi niente.
Si irrigidì un po’ quando lesse il punto in cui gli raccontavo di me e Jacob e allora fui io a tranquillizzarlo baciandolo e dicendogli a mia volta che mi era servito per capire ancora di più quanto mi mancasse e quanto fosse lui l’uomo della mia vita.
Fu molto sorpreso di leggere il racconto di quando andai a cercarlo a Denali. Mi aveva sempre detto quanto fosse curioso di sapere ogni cosa riguardo quella faccenda ma non avevo mai trovato l’occasione per farlo.
-Come odio non sapere le cose. Non sapere cosa pensi di me!
Comunque ho preso la decisione di aspettarti. Aspetterò un tuo gesto, aspetterò che torni.. e intanto vivrò la mia vita con una cosa in meno al mio fianco,la felicità che solo tu sapevi darmi!” ..-
Concluse la lettura e rimase in silenzio per qualche istante. Tanto che mi chiesi se fosse rimasto deluso da qualcosa. Quando parlò lo fece con una tale tristezza negli occhi che mi fece cadere nell’angoscia.
-Bella.. non sai quanto mi dispiace. Mi dispiace di essermene andato senza dirti niente. Mi dispiace di averti rinfacciato tutto il mio rancore quando ci siamo incontrati al campus. Leggendo questo diario ho finalmente capito quanto mi amassi all’epoca e quanto hai continuato a farlo anche dopo che sono andato via. Non avevo nessun diritto di trattarti in quel modo..-
-shh,shh,shh.. non dire così. Tu non potevi sapere quello che ho passato in tua assenza e giustamente hai pensato al tuo dolore. Non pretendevo che rimanessi con me se non mi volevi al tuo fianco.. ma rimpiango almeno una spiegazione da parte tua. Una frase..un gesto d’addio. Non sai quanto ho agognato vedere almeno un’ultima volta i tuoi occhi..- dissi sull’orlo delle lacrime.
-oh amore mio, sono stato un perfetto idiota. Potrai mai perdonarmi?- mi chiese portando una mano sulla mia guancia. Subito chiusi gli occhi e vi poggiai la testa sopra.
-è una richiesta impossibile la tua..- sussurrai riaprendo gli occhi e vidi il terrore impossessarsi dei suoi. Ma subito mi affrettai a spiegare – non posso farlo perché l’ho già fatto e non posso amarti di meno solo perché sei stato un idiota. Ti amo ogni secondo di più-
Si avvicinò e non mi diede nemmeno il tempo di prendere una boccata d’aria che subito mi baciò. Un bacio dolce e lento carico di tutto il suo amore.  
Mi accoccolai sul suo petto chiudendo gli occhi per bearmi al meglio di quel contatto. Sentire il freddo della sua pelle contro la mia guancia, la sua mano che faceva su e giù sul mio braccio, l’aria gelida del suo respiro sui miei capelli mi tranquillizzò a tal punto che gli occhi si abbassarono nonostante combattessi con tutte le mie forze per tenerli aperti.

**************************
L’aereo porto internazionale di New York mi accolse assonnata e rimbambita. Avevo dormito per tutte le restati ore sul petto di Edward e quando mi chiamò per avvisarmi che dovevamo scendere non bastarono neanche quei 10 minuti di tempo a farmi riprendere.
Scendemmo mano nella mano mentre ci dirigevamo all’uscita del volo per Parigi, ero così stanca che mi lasciai condurre per tutto il tempo da lui.  Quando papà ci diede i biglietti fui felice di apprendere che non dovevamo aspettare tanto durante lo scalo prima di prendere il volo successivo, ma adesso che mi ritrovavo in quelle condizioni dopo solo 6 ore di viaggio avrei gradito una bella passeggiata per sgranchire le gambe, una bella tazza di caffè per riprendermi e una.. una..
Eravamo quasi arrivati all’uscita quando fermai Edward tirandolo per un braccio.
-quanto tempo abbiamo prima di salire sull’aereo?-
-non molto, 10 minuti al massimo..-
-dici che faccio in tempo a fare una.. telefonata?- gli chiesi speranzosa.
-certo che ce la fai! Ti aspetto alle sedie laggiù, ok?-
-va bene non ci metterò molto- lo salutai con un bacio e presi subito il cellulare. Lo accesi e immediatamente digitai il numero che tanto volevo fare.
Mi rispose dopo neanche 2 squilli.
-dovrei essere arrabbiata con te signorina. È un eternità che non ti fai sentire!-
-buon Natale anche a te Ally..- risi. La mia amica non sarebbe mai cambiata.
-se, se. Come dici tu!-
-dai Ally non fare così-
-ti perdono solo perché so quanto deve essere stata dura con Charlie in quest’ultimo periodo. A proposito come sta?-
-sta bene Ally grazie- stavo per aggiungere dell’altro quando l’interfono annunciò un volo.
-ma dove sei? Si sente un casino pazzesco!-
-beh ecco, in effetti devo dirti una cosa..-
-quale cosa?- chiese subito mettendosi sull’attenti.
-ho approfittato per chiamarti adesso visto che sono ancora in America solo per non pagare un botto di soldi una volta atterrata a..Parigi..-
-COSA?-
-sto andando a Parigi Ally!-
-non ci credo..-
-si è così! A pensarci bene non ci credo nemmeno io ancora..-
-wow. E cioè fammi capire.. quando l’avresti deciso? Ci vai da sola? Quanto tempo starai?- subito risi per il vizio che aveva di farmi 10 domande in 10 secondi.
-non l’ho deciso io. È un regalo di mio padre e..-
-e???-
-e non ci vado sola. Parto con Edward – a quelle parole fui costretta a spostare il telefono dall’orecchio. Gettò un urlo talmente forte che per poco non mi perforò il timpano.
-Bella! Davvero?-
-si. Si Ally-
- come sono felice! Ma cosa è successo? Siete tornati insieme?-
-è troppo lungo da spiegare per telefono ma... si, siamo tornati insieme da neanche 24 ore e non posso essere più felice di così- mi scoprii a piangere come una stupida e ringraziai il cielo che non potesse vedermi.
-lo sapevo! Lo sapevo! Te l’avevo detto che prima o poi sareste tornati insieme! Non te l’avevo detto che o poi sareste tornati insieme? Eh?-
-si Ally me l’avevi detto. E non sono mai stata più felice di darti ragione-
- Bella.. oddio muoio dalla curiosità di sapere tutti i dettagli e me li racconterai prima o poi, ma per adesso ti auguro solo tanta felicità. Godetevi questo viaggio e approfittatene per ricostruire tutto quello che avete perso senza dimenticare di.. ecco come dire.. “divertirvi”!-
-Ally! Sempre li vai a parare tu eh? Ma lo sai cosa ti dico?-
- no. Cosa?-
-che questa volta ti do ragione al 100%!
Ci salutammo mentre chiamavano il nostro volo promettendogli che l’avrei chiamata presto.
Andai da Edward che mi aspettava con un sorriso sulle labbra e subito capii il motivo.
-hai sentito tutto vero?- dissi richiudendo il cellulare e mettendolo in tasca.
-si. ho sentito tutto.. scusa ero troppo curioso-
-non fa niente. Ally è così esuberante che non riesco mai a frenarla..- dissi arrossendo.
Presi il biglietto dallo zainetto e mi diressi verso l’uscita.
-ah Bella?- mi chiamo Edward alle mie spalle facendomi bloccare sul posto. Mi voltai per guardarlo e si avvicinò stampandomi un bacio in fronte.
-anche io ti do ragione al 100%..-


ALLORA???? MI SONO FATTA PERDONARE DEL RITARDO???
Spero che il capitolo vi piaccia! non so se ve l’aspettavate adesso questa riconciliazione! Nelle scorse recensioni eravate convinte che si sarebbero riappacificati in quel di Parigi!
Mi sono emozionata tantissimo a scrivere questo capitolo e adesso tremo all’idea di leggere quello che pensate! *_*
vi ringrazio infinitamente per l’affetto che mi state dimostrando! GRAZIE DAVVERO!
Mi ritiro in un angolino in attesa del vostro giudizio!
Alla prossimaaaaaaaaaaaaa!!!
   
 
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