5 maggio 2027, Oberhausen.
La città era in fibrillazione, il tempo sembrava
scorrere lentamente mentre l'arena della città si riempiva
di persone; c’era gente che probabilmente dormiva, chi ancora
era a lavoro, chi invece stava per vivere una serata a dir poco epica.
Avevano parlato di migliaia di partecipanti, sui venticinquemila, ma a
giudicare dalla folla ve n'erano almeno il doppio. In Germania faceva
caldo, il clima reso ancora più scottante da tutte le anime
che correvano e spingevano per ottenere un posto nelle prime file.
Era il concerto dell'anno, a sentire le più grandi
riviste musicali, anche i telegiornali ne avevano parlato. Fan da tutto
il mondo si erano riunite per quella tappa, che, a detta della band,
sarebbe stata l'ultima prima di una lunga pausa. C'erano ragazze e
ragazzi, donne adulte accompagnate dalle figlie, tutti uniti da quella
passione forte come tanto prima, se non di più. Quel gruppo
musicale sparato nelle scene ancora nell'età
dell'adolescenza, sopravvissuto a critiche, periodi duri, cali delle
vendite, crescita delle ascoltatrici.
Quattro ragazzi di Magdeburgo inizialmente immaturi, erano
cresciuti e col loro la qualità di ciò che
producevano. Avevano prodotto più di dieci album i quali
mostravano come fossero diventati grandi, nonostante le
difficoltà, loro erano sopravvissuti.
Quel concerto era la ciliegina sulla torta, la degna
conclusione di una carriera altrettanto grande.
In fondo tutti sapevano che non sarebbe stata la fine, erano
diventati grandi con la musica, non avrebbero smesso da un giorno
all'altro.
Come dicevano loro "wir sterben niemals aus", né
loro né la musica.
Cinquantamila persone erano accorse lì per loro,
per quello che sarebbe stato uno show indimenticabile. Da tutto il
mondo grazie ai social network si erano organizzati per parteciparvi,
sarebbe stato semplicemente epico.
I Tokio Hotel avevano promesso tre ore di show, tre ore di
canzone, tre ore di adrenalina ed emozioni. Dall'album Schrei, Schweig.
Da Grido a Silenzio, l'ultimo album, nonché disco di platino
in tutta Europa, Asia e città americane.
I Tokio Hotel ormai avevano fatto storia. Lo studio del
tedesco nelle scuole grazie a loro era cresciuto, avevano accompagnato
generazioni di ragazze, madri fan che contagiarono le figlie, ora
andavano anche al concerto insieme.
Prima dello show dal backstage si potevano sentire tutte le
grida delle fan, che intonavano le canzoni.
Bill, Tom, Gustav e Georg non erano più bambini,
erano uomini. Erano titani dei palchi, su questo non si discuteva, ma
erano spaventati di fronte a tanta affluenza. Nervosi, emozionati,
eccitati.
-Mi mancherà tutto questo- esclamò un
trentottenne Bill Kaulitz, preparandosi a fare il suo ingresso in quel
palco così grande. A guardarlo era difficile riconoscere il
bambino che correva sul palco a cantare “Leb die
Sekunde”, con il ciuffo nero e vestiti stravaganti; ora
portava un paio di pantaloni comunque attillati, una camicia bianca e i
capelli neri erano lasciati lisci sulle spalle, un accenno di trucco
nero sugli occhi, ma non come agli esordi. Eppure bastava fissare
quegli occhi nocciola per ritrovare l’adolescente del 2005,
il sorriso anche era uguale, la fama e i soldi non l’aveva
spento, neanche cambiato. Rimaneva sempre colui che si emozionava di
fronte a un pubblico che cantava con lui, per lui.
-Anche a me- risposero gli altri tre in coro, lanciandosi
occhiate complici.
-Regaliamo al nostro pubblico la serata più bella e
indimenticabile della loro vita- disse l'altro gemello, Tom Kaulitz.
Come il fratello aveva rinunciato a trecce o rasta, era passato a un
taglio più semplice, i capelli erano tornati biondi come
quand’era piccolo; portava comunque vestiti più
larghi del normale, non li avrebbe mai riposti via per indossare
qualcosa “su misura”, anche se in quegli anni aveva
sviluppato andando in palestra un fisico che era un peccato nascondere.
Si guardarono carichi, mentre il tecnico indicava che l'ora
era arrivata, lo show stava per partire.
Fremevano, i cuori battevano impazziti. Il sangue scorreva
nelle vene caldo, le mani si muovevano nervose. Panico, energia, amore.
Le luci si spensero, tutto buio. Lentamente il cantante
salì la passerella, posandosi al centro dell'impalcatura
buia. Si udivano urla di sottofondo, acclamavano i ragazzi, ignari che
fossero già di fronte a loro. Inforcò il
microfono con fare dolce e pronunciò una sola parola, con
voce profonda e dolcissima:
Il pubblico interruppe tutto il vociare, sorpreso di udire quella voce.
Una luce andò a illuminare ogni componente, sempre nel
silenzio più totale.
Soppesò il tono, cercando di farlo risultare caldo
e melodioso, come solo lui sapeva fare, e pronunciò una
frase, prima di cantare.
-Non
è il nostro ultimo concerto. Non è la nostra
ultima apparizione. Non è la fine. E' solamente una serata
che non avrà pari per molto tempo-
la folla pendeva dalla sue labbra, gli occhi
brillavano, nessuno parlava, catturato da ciò che usciva
dall'uomo. Qualche lacrima fuggiva al controllo della massa davanti a
lui. -Abbiamo pensato
parecchio a come iniziare, cercando una canzone degna di aprire la
serata. Siamo caduti sulla più banale, ma se non fosse per
lei, i Tokio Hotel non sarebbero qui ora. Avete capito no, di cosa sto
parlando?-
Un boato di risposta.
Le luci si spensero nuovamente, lasciando il pubblico in
trepidante attesa.
"Das Fenster öffnet
sich nicht mehr
hier drin ist es voll
von dir und mehr
und vor mir geht die
letzte Kerze aus.
Ich warte schon ne
Ewigkeit, endlich ist es jetzt soweit
da draußen ziehen die schwarzen Wolken auf."
Era da tantissimo tempo che non si esibivano su quella canzone
live, per tutti era un'emozione. Ognuno aveva dei ricordi legati ad
essa, le ragazze si ritrovarono catapultate indietro nel tempo quando,
durante un noioso pomeriggio, furono incuriosite dal ragazzo col ciuffo
nero che teneva una candela in mano, quella candela che, nonostante i
pareri contrastanti, non si sarebbe spenta per molto tempo,
poiché aveva continuato a illuminare la vita degli
“aliens” anche una decina d’anni dopo. E
la speranza continuasse a farlo ancora era viva.
Partì solo, senza accompagnamento. Non volava una
mosca. A cappella. Brividi, ecco ciò che provavano tutti.
Partì il ritornello, il palco si
illuminò, gli strumenti presero a suonare, la folla
cantò con lui.
"Ich muss durch den Monsun
Hinter die Welt
Ans Ende der Zeit bis
kein Regen mehr fällt
Gegen den Sturm am
Abgrund entlang
und wenn ich nicht mehr
kann denk ich daran
Irgendwann laufen wir
zusamm
durch den Monsun"
Bill Kaulitz da lassù poteva quasi sentire il cuore
di chi aveva di fronte battere, vedeva visi affannati e lacrime, vedeva
cartelloni, candele. Non era solo, l'arena cantava e saltava, seguendo
il ritmo della melodia. Lanciò un'occhiata agli altri amici,
vedendoli concentrati a suonare, ma con un sorriso in faccia che
significava più di mille parole. Era un uomo felice, aveva
raggiunto tutto quello che voleva nella sua vita, dalla fama all'amore.
Non poteva chiedere altro.
Quella serata era il culmine, era semplicemente perfetta. Si
sentiva un tutt'uno con la musica.
Terminata quella canzone, il pubblico applaudì
sinceramente, e i Tokio Hotel risposero inchinandosi a loro. A quella
che, in fondo, era una famiglia.
Passarono le canzoni, passarono le ore. L'aria si faceva
più frizzante e fredda, nessuno sentiva però quel
gelo, tanto era il calore emanato da quel palco.
Gli uomini, ormai ragazzi non l'erano più, si
muovevano con sicurezza, amando gli strumenti, amando la gente.
Tre ore dopo l'aria era densa di euforia, tristezza,
malinconia, amore, musica. Era arrivato il momento del congedo.
-Prima di concludere, vorremmo dire qualche parola- prese la
parola Georg, passando il microfono all'amico Gustav.
-Senza fare tanti giri di parole, grazie- disse diretto,
sorridendo allegro e stanco. Fu il turno di Tom.
-Ventuno anni, voi ci supportate da ventun'anni! Da quando
eravamo i quattro strani adolescenti di Loitsche, ora adolescenti non
lo siamo più. Anzi! Insomma, non ho più diciotto
anni, si lo so che comunque l’età che dimostro
è quella- ammiccò verso il pubblico, con il
solito cipiglio malizioso che lo caratterizzava, .Ma voi siete qui
comunque, e posso affermare di essere nervoso e agitato come le prime
volte che suonavo- guardò il gemello.
-Esatto. Siete cresciute con noi, e vedervi qui numerosi e
numerose è la cosa più bella che un gruppo possa
desiderare. Voi avete permesso la realizzazione del nostro sogno, e
speriamo che, con questa serata, di esser riusciti a ripagarvi almeno
in parte. Allora come va?-
Il pubblico rispose urlando e battendo le mani.
-Non vi sento, come procede la serata? LOUDER!-
dal rumore quasi tremava il terreno.
-Sapete ragazzi, per prepararci a questo show ci siamo
riguardati tutti i dvd, e vi posso giurare che mi si attanagliava lo
stomaco sempre di più con il susseguire dei minuti.
C’eravamo noi, quattro ragazzi con un sogno
comunque, e cavolo, se non fosse stato per voi non saremo riusciti a
realizzarlo, a diventare ciò che siamo ora.
Perciò grazie di tutto. Grazie perché sappiamo
essere fan di una band come la nostra non è stato facile,
soprattutto a causa della mia immagine- si fermò un secondo
e rise, -Nonostante ciò non ci avete abbandonato, siete
rimasti al nostro fianco. Noi siamo cresciuti con voi e voi con noi, ci
avete dato tanto e probabilmente non riusciremo mai a ripagare tanto
affetto, stasera ci abbiamo provato. Grazie ancora!-
Il pubblico davanti a lui era fermo, intento a imprimere ogni
parola del discorso nella memoria, quanto vere erano quelle parole!
-Questa è l'ultima canzone- riprese a parlare il
cantante, facendo una pausa dopo -... per stasera- ancora urla.
-Siamo nuovamente caduti nel monotono, ma abbiamo scelto una
canzone che amiamo tutti e quattro, e che ci rappresenta-
I quattro si misero al centro del palco, seduti su sgabelli,
uno vicino all'altro, anche il batterista.
Si lanciarono un'occhiata complice, e partirono.
"Viel zu viel Liebe, an
der Musik.
Viel zu viele Grenzen,
unbesiegt.
So viele
gedänken, und Wörter nicht beendet.
Ich glaube nicht das das, bald endet."
Il cantante si alzò e si avvicinò alle
prime file, invitando a cantare con lui, si levò un coro
uniforme, cuori e voci che andavano all'unisono.
"Wir bleiben immer, schreiben
uns in die Ewigkeit.
Ich weiss das immer,
irgendwo was bleibt.
Wir fühlen, wir
sind fürs Ende nicht bereit.
Wir sterben niemals aus,
Ihr tragt uns bis in alle Zeit"
Quando posarono gli strumenti, ci fu un altro momento di silenzio. Era
finito, chissà per quanto non avrebbero assistito a un live
del genere..
Successivamente solo un lungo applauso, quasi interminabile.
-Grazie mille!- Urlarono i Tokio Hotel in coro, inchinandosi. Gustav si
parò davanti alla folla, alzando le braccia e abbassandole.
La ola, la ola significava che fra poco se ne sarebbero andati.
Seguirono i suoi movimenti, mani che si alzavano in ordine, applausi,
cori. Poi non rimase altro che guardare i propri idoli andarsene sotto
una pioggia di coriandoli.
Ci volle tempo prima che l'arena si svuotasse, andarsene da
lì era come chiudere un capitolo, prendere coscienza di una
crescita.
Le guardie furono costrette a chiedere ai fan di lasciare lo
spazio, un'ora dopo era tornato tutto vuoto, anche se nell'aria si
manteneva una certa elettricità.
Tuttavia due figure spiccavano ancora nella prima fila, due
ragazze che ancora non se n'erano andate.
Nelle loro teste ancora l'immagine del gruppo. Loro erano
giovani, non avevano vissuto il periodo della chioma leoncina di Bill,
i rasta di Tom, cresta e treccine. Conoscevano solo il Bill Kaulitz dai
capelli lisci e neri, trucco più leggero, e il chitarrista
dai capelli biondi, lisci anch'essi. Le due G invece non erano
cambiate, sempre i sobri del gruppo.
Stavano in silenzio, cercando di riprendere il controllo di
loro stesse dopo tanta adrenalina.
-E' stato bellissimo. Dio, sapevo che i Loro concerti erano
belli, ma questo.. wow- disse la prima, fissando l'altra.
-Hai ragione, dovevo fidarmi di mia madre- rispose quella dai
capelli rossi e leggermente mossi.
-Tu, sai che alla mia non piacciono. Che palle!-
ribattè l'altra, dalla chioma bionda e occhi nocciola.
Si assomigliavano, alcune le scambiavano per sorelle, stessi
lineamenti, solamente dettagli diversi.
-Rossella, Serena! Che ci fate qui? I vostri genitori vi
stanno aspettando nel backstage!- li rimbeccò il manager
della band accompagnato dalla truccatrice Valerie, diventata la sua
compagna da un paio d’anni, dopo la rottura con
l’altra.
-Si David, scusa!- le due adolescenti si recarono subito
dietro al palco, vedendo i loro genitori ridere allegri, nonostante la
stanchezza.
-Papà! Sei stato fantastico! Mamma mia, hai cantato
benissimo! Mi hai fatto commuovere!- esclamò la
quattordicenne Serena, andando ad abbracciare Bill Kaulitz, suo padre.
Poi lanciò un'occhiata alla madre, una bella donna dai
lineamenti dolci e capelli chiarissimi. Attendeva dicesse qualcosa,
magari uno dei suoi commenti acidi sul gruppo, invece la
stupì.
-Devo ammettere che stasera avete fatto meno schifo! Anzi,
eravate quasi passabili!- fu la sua risposta neutra.
-Maia, non esagerare coi complimenti eh!- ridacchiò
la cognata, sapeva che ormai le piacevano, soprattutto gli ultimi
album, ma non l'avrebbe mai ammesso, giusto per non dare la
soddisfazione al marito.
-Cosa vuoi che ti dica Anna? Se esagero Bill non la smette di
vantarsi! Sai com’è fatto- alzò le
spalle.
-E comunque-, intervenne Rossella -Questa serata non se la
dimenticherà nessuno! Siete stati meravigliosi, soprattutto
tu papà!- disse facendo l'occhiolino al padre, che aveva
preso la moglie rossa per un fianco, sorridendo allegro.
-E' strano, non so quanto resisterò senza musica.
Cosa faccio tutto il giorno?- brontolò Bill. Sua moglie non
si fece mancare l'occasione.
-Potresti giocare un po' con Lukas, o cambiargli il pannolino,
non sia mai che il grande Kaulitz si annoi!- fece una linguaccia
indicando il bambino addormentato sulla poltrona. Sembravano due
bambini, nonostante fossero sposati da sette anni. Alla fine tutti i
Tokio Hotel si erano sistemati, i due gemelli avevano scelto di
sposarsi lo stesso giorni, uno il testimone dell'altro. Cerimonia
intima, niente di sfarzoso. Chi l'avrebbe immaginato che avrebbero
trovato le anime gemelle? Anche in quell’occasione si
potè ammirare la diversità dei Kaulitz: Tom alla
fine aveva ceduto alle richieste della ragazza, aveva perciò
indossato uno smoking nero, mentre lei un vestito lungo bianco.
Bellissimi, ovviamente.
L’altra coppia non aveva rinunciato
all’eccentricità: Bill portava sempre un paio di
pantaloni attillati e una camicia di seta nera, capelli lasciati lisci
e trucco accennato, Maia invece portava un vestito scuro alle
ginocchia, con pizzi ai bordi e ai piedi un paio di scarpe di vernice
con tacco alto. Indubbiamente inusuali, bellissimi anch’essi.
Sembrava ieri che la giovane Rossa si presentava ai provini per
partecipare al tour, sembrava ieri un nuovo tecnico del computer
stravolgesse la vita del cantante. Ne era passato di tempo invece..
-E Bill, se proprio ti annoi, puoi portare Chris all'asilo!-
intervenne la Schneider, cogliendo la palla al balzo.
-Ehm, penso troverò qualche modo per passare il mio
tempo invece!- Scossero la testa, non cambiava mai, il solito pigro.
Chi l’avrebbe mai pensato sarebbero diventati mariti
e padri? Serena nasceva solamente un anno dopo Rossella, alla fine Maia
aveva scelto di chiamarla con il nome che il ragazzo aveva detto di
amare, non aveva però pensato gli piacesse perchè
era possibile abbreviarlo in „Nena“. Gli ultimi
arrivati in casa Kaulitz erano Lukas e Chris, due carinissimi bambini,
vivaci come i genitori.
Ne era passata di acqua sotto ai ponti dal "Lass uns hier raus - wir wollen
da rein, in unserem Traum die ersten sein, halt' uns nicht auf, das ist
unser Traum“
Silenziosamente, dopo quello scambio di battute, andarono a
cambiarsi nel camerino e, una volta usciti, guardarono l'arena con
sguardo assente e malinconico. Le moglie salirono nelle auto, lasciando
un momento ai mariti, lasciando si godessero il palco.
I Tokio Hotel si guardarono intorno, nell’arena
ancora aleggiava l’adrenalina, sembrava di sentire i fan
urlare.
-Ci credete? Chi l’avrebbe mai pensato saremmo
durati così a lungo- esordì Gustav.
-Non so come farò senza suonare tutto il giorno-
ridacchiò Georg, -Mia moglie non mi permette di strimpellare
il basso quando voglio, che strazio. Dovrò comprare un
appartamento solo per questo-
-Quello che va meglio qui è Bill-
proferì il gemello maggiore, sotto gli sguadi interrogativi
degli altri.
-Oh insomma, a noi tocca arrangiarsi per suonare, ci tocca
sottostare alle ire funesti delle nostre mogliettine isteriche, mentre
lui può cantare sempre. Mi ricordo gli show che faceva sotto
la doccia quando giravamo per gli hotel, ti sentivo anche dalla stanza
affianco, raccapricciante!- affermò scoppiando a ridere.
-Qualcosa contro le mie esibizioni canore? Dovresti esser
stato felice di poter godere della bellezza della mia voce no? Insomma,
sei uno stronzo ingrato- annuì convinto.
-Sembrate due ragazzini- intervenne Gustav divertito.
-Qua il vecchio sei tu, noi siamo giovani, nonno- lo ripreso i
Kaulitz, facendo finta di non sentire il commento sottovoce del
batterista che gli apostrofava come idioti senza speranze.
-Penso.. sia ora di andare.- fece Georg.
I quattro rimasero immobili ancora un momento, chiedendosi
come avrebbero fatto senza tutto quello, senza i litigi del tourbus,
David che gli sgridava, le fan che li seguivano con amore, i
brividi dello show dal vivo..
Era arrivato però il momento di prendersi una
pausa, il momento di dedicarsi alla famiglia, il momento di staccare.
Avevano realizzato il loro sogno, erano diventati superstar.
Erano cresciuti, sposati, diventati mariti e padri. Idoli, modelli.
Sopravvissuti alle critiche, ad album migliori di altri, a fallimenti e
vincite. Premi guadagnati erano tantissimi, come i riconoscimenti. Su
quanti libri erano finiti? La prima band tedesca a uscire su un
giornale in Palestina, la prima a vincere un premio in Giappone, la
prima a far saltare centomila persone in Francia.
Di una cosa erano certi, avevano cambiato la vita di migliaia
di ragazzi, le loro canzoni erano in grado di dar forza, speranza.
Inoltre avevano stravolto quella di due in particolare, Anna e Maia. I
Tokio Hotel avevano scosso il mondo..
...e la loro
musica non si sarebbe estinta mai.
...Fine.
Qua ci sono un bel
po’ di note, e vi chiedo di leggerle tutte per favore, vi
rubo due minuti! (Dai! :D)
Prima nota:
Il 9 luglio di sedici anni fa nascevo io,
oggi
è il mio compleanno.. ho postato
l’epilogo, quindi come regalo chiedo solo un commento, non
costa troppa fatica, credo (; xD
Seconda nota:
Doveva essere la prima ma l’egocentrismo di voler ricevere
gli auguri ha prevalso lol
A parte questo, non posso credere sia davvero finita. Questa serie
–
Louder love
– è iniziata con la pubblicazione del
primo capitolo di “Unter deiner Haut” il 20
ottobre, e si conclude con l’epilogo di “Stich ins
Gluck” il 9 luglio. Ne è passato di tempo eh? Le
mie piccoline! ç.ç
Terza nota:
Spero non vi abbia deluso come ho scelto di concludere, il fatto
è che cercavo qualcosa di originale, ormai i fatti
“clu” si erano svolti così ho deciso di
lasciarvi questo finale un po’.. non so come definirlo, direi
ideale. Questo spiega come mai non è possibile fare un
sequel, ormai le avventure dei quattro sono finite.
Quarta nota:
Tocca ai
ringraziamenti.
Sinceramente non mi aspettavo tutto questo successo per questa serie,
chi mi conosce sa di quanta poca autostima godo e di quanto sono
insoddisfatta di tutto ciò che faccio xD perciò
ricevere tutti questi commenti è stata una sorpresa
moooooolto gradita! Anche perché mi hanno accompagnata in
questa avventura infinita! Non capisco come avete fatto a sopportarmi
così a lungo :3
Più in particolare, grazie a chi:
-L’ha
messa nelle preferite: (cioè 39
persone *___*), ossia: 1 - Abscheidbrief , ally92, Bambi483, Charls__ ,
chia94th, Dan, Deny_death, Diiva , Erchel , Freiheit_S , Funny_lady_ ,
gabry hurricane, gabry483, iolly21, Jessi Thatdaynevercame , kaggi11 ,
Kaledoscopio , kikka__nunu, LaIlla, LaPazza7, LittleTearOfBlood_483,
LoonyGirl , Lucilla88, Marty_483_, MaryBemycha, MaryKey , naik , On the
edge, Roxy Williams Tikey, SonnyScene, Stellina_Batuffolo , VannyGirl ,
VickyDupont , ylex98, Yoita, _Dark Echelon Angel_ 483, _Francesca_
,_MINA_ e _mOny483.
-L’ha
messa nelle ricordate: Bambi483, Elyo , gabry
hurricane, gabry483, Lady Rebecca, LaIlla, Lynn_Malfoy,
sel4ever e uranie.
-L’ha
messa nelle seguite: alessia96, Bambi483, bktafi
, BlumeInDerNacht , dani290691, Dita magiche, EhMaco, EnriLouder, gabry
hurricane, gabry483, Glael_87, Kaledoscopio, LaIlla,
LittleTearOfBlood_483, Louder_, marthine, Marty 483, _berridge89,
Nikikinki , nuria elena , OfeliaMillet , phantomrider tk (i cui
commenti mi fanno sciogliere ç.ç),piske, Raffuz ,
Roxy Williams Tikey, SchreiSoLautDuKannst483, shadow_shine ,
Silencecandestroy ,Tommasa , trilly1991, Veronica91, XxSoniaxX , Yoita,
Zimmer 483, Zimmer483, _Shikas_Shadow_ ,_Tombreath .
Ora che è
finita spero di ricevere un commento da tutte (;
Ovviamente un ringraziamento speciale a chi mi ha seguito capitolo per
capitolo, non metto i nomi perché non vorrei fare gaffe e
dimenticare qualcuna XD
Quinta nota: ripeto, è finita! Non ci credo D:
Sesta nota: Il
mio profilo di facebook -
Anna LK
Louder
Aggiungetemi pure, :D mi fa piacere conoscere le mie lettrici e sapere
cosa pensano su ciò che scrivo *-* poi ogni volta che
aggiorno lo scrivo lì, quindi se volete essere informate
“sulle novità” sapete dove trovarmi ;D
Settima nota: Ho dimenticato di ringraziare le persone
grazie a cui questa storia è nata.
Chi se non Loro? I Tokio Hotel.
Un grazie è riduttivo, vi devo molto di più.
Ottava nota: Se siete arrivati fin qui avete la mia
stima profonda!
Ora ne manca solamente una, e spero vi possa piacere! Con questa vi
chiedo magari di passare nelle mie altre storie :D
Ossia (vi linko le OS)
Nona e ultima
nota: Non sia mai che vi lasci senza nulla da
leggere! Ebbene sì, morto un papa se ne fa un altro no?
Ecco, finita questa serie si parte con la mia nuova long,
Atme die Liebe
Prossimamente in efp...
( oddio mi sento ridicola! LOL
Non appena vedete che rispondo alle recensioni diell'epilogo, vuol dire
che l'ho postata :D )
* * * *
Ho finito le
comunicazioni. Che triste. Okay, ora me ne vado. Vi
aspetto nell’altra storia.
Un bacione grande e grazie ancora di tutto.
...che stranezza
cliccare su "completa"...
Anna