Il
pallosissimo angolino dell'autrice:
Imperdonabile,
me ne rendo conto.
Ma
c'è stato un periodo in cui VERAMENTE non sapevo
più che scrivere.
Per quanto mi riguarda, è stato davvero difficile trovare
qualcosa
che potesse risultare divertente. E ancora adesso non so se la
ciofeca che Vi ho proposto qui sotto e quella che verrà dopo
possano
effettivamente essere considerate quantomeno simpatiche.
Giudicherete Voi.
Chiedo
perdono per l'incredibile ritardo a coloro che attendevano
l'aggiornamento. Spero davvero che abbiate ancora voglia di seguire
questa sciocchezzuola...
Ad
ogni modo, in tutto ciò, c'è una nota positiva
– lo è per me
almeno –: ho già abbozzato alcune scene dei
prossimi capitoli. C'è
stata una giornata in cui ho avuto una serie di “idee
luminose”,
per così dire. Che altro... Oh sì! All'interno di
questo e dei
prossimi capitoli inserirò qualche riferimento a film,
canzoni o
quant'altro. Farò il possibile per segnalare queste
citazioni a fine
di ogni capitolo. Nel caso in cui dimenticassi qualcosa, o ci fossero
problemi, fatemelo sapere! ;)
Bene,
lo stress è finito, andate in pace. XD
Buona
lettura a tutti, e come sempre, se Vi facesse piacere dire cosa ne
pensate, se Voleste darmi dei suggerimenti per qualche scena futura o
mandarmi direttamente a quel paese per gli aggiornamenti piuttosto
radi, FATELO!
Un
bacione
Alhia
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Il
sole – apparso magicamente dopo il rocambolesco temporale
della
notte passata – era sparito tra un’onda del mare e
l’altra da
almeno un paio d’ore, e il buio della sera era sceso
incombente
anche sulla Sunny; ma l’allegra combriccola non accennava
certo a
fermare i festeggiamenti.
Infatti,
avvicinandosi alla cucina, si potevano già sentire le risate
sguaiate di Rufy e di Usopp, i «Suuuuper!» di
Franky, un
«Yohohoho!» di Brook, e addirittura un…
«CHE
COOOSA???».
«Bwahahahahah!
Lo dicevo io! Ahahahah!».
La
mano sinistra di Zoro si portò subito a coprire gli
addominali
scolpiti, nell’inutile tentativo di lenire il dolore
fastidioso
causato dal potente attacco di risate. Mano sinistra, perché
la
destra era assai più impegnata a reggere uno stracolmo
boccale di
schiumosa birra.
«Che
disperazioneee!», continuò Sanji, con il filo di
voce che gli era
rimasto a seguito dell’urlo.
«Ahahahah!
Come godo! Ahahahah!».
«Tu
sta’ zitto, marimo schifoso!!!».
«Ti
rode eh? Ti rode che a dover sposare Nami fossi io!».
«Ripetilo
se hai il coraggio!!!», replicò l'altro,
lanciandogli dietro il
vassoio che aveva appena utilizzato per porgere le bevande alle sue
dee.
Nel
frattempo, Rufy rideva in una maniera indecente.
«Ahahahahahahahaha!
Che spasso!!! Anche io voglio fare il tuo stesso sogno,
Nami!!!»,
disse il ragazzo, battendo i pugni sul tavolo.
«Ti
cedo volentieri il posto, guarda!», ribatté la
rossa, appoggiando
il mento al palmo della sua mano.
«Hehehe!».
«E
tu non ridere!», disse Nami, in direzione di Nico Robin
– che
sghignazzava pacificamente.
«Perché
mi hai assegnato un ruolo così poco virileee he he he
heee!»,
singhiozzò Franky, col volto appoggiato al tavolo rigato
dalle
lacrime.
«I
ruoli non li decido io! Siete voi che entrate nella mia testa quando
dormo!», ringhiò la rossa.
«Ma
dai Franky! Tu
ti lamenti! Tu!
Non so se ti sei reso conto che il più sfigato ero io!
Sfigato, e
pure donna!», borbottò Usopp.
«HA
SOGNATO CHE ERO UN FINOCCHIO!!!», urlò Franky,
allibito dalla
reazione di Usopp.
«IO
ERO UN TRANS!».
«AVEVO
UN PIGIAMA E GIRAVO CON UN ORSETTO!».
«HO
RUBATO UNA CORONA E SONO DIVENTATO RE!!!… Eeeehi!!! ERO UN
REEEE!
BWAHAHA! VENERATEMI!!!», tuonò Usopp, assumendo la
posa di un Dio
(per così dire…).
«Usopp
sei il migliore!!!», fece Chopper, inchinandosi al suo
cospetto.
«Deve
ancora capire che il Re era lui e che nel sogno è stato
giocato…»,
mormorò Brook all’orecchio di Zoro.
«Io,
invece, sto ancora cercando di capire che razza di associazioni fa la
testa di Nami», rispose Zoro.
«Scusa,
che vorresti dire??», gli saltò su Nami.
«Lo
sai, che voglio dire!».
«No,
non lo so! Non ragiono con la tua testa!».
«E
si vede! Solo tu potevi sognare che io fossi figlio di una
renna!».
«Oh,
mi perdoni Sua Maestà! Ma vedete, ancora non ho la
capacità di
controllare il mio subconscio!».
«Com’è
che nel sogno non avevi questo tono rispettoso nei miei
confronti?»,
chiese poi Zoro.
«Perché…
Perché…! Perché sei…
Grrrr!».
«Questa
volta vinco io, mocciosa!»,
disse Zoro, felice della sua piccola, significativa, vittoria nel
mondo reale (Nami ha considerato invalide
quelle nel sogno).
«Tsk…»,
sbuffò lei.
«Waaaa
ah ah aaaah! Che
storia commoveeeeente! Mancava così poco, e vi sareste
sposatiii ih
ih iiih!», singhiozzò ancora Franky, mentre
cercava di arginare il
fiume in piena che scendeva dai suoi occhi di cyborg.
«Dai,
su», lo consolò Brook, dandogli qualche pacca
sulla spalla e
porgendogli un fazzoletto - che Franky utilizzò senza
esitazione
alcuna.
«Sposarmi??
Con lui??
Questo essere primitivo??? Come ho già detto:
MAI!», gridò Nami.
«Cosa
ti fa pensare che io farei il contrario???»,
ribatté Zoro.
«Aaah!
Ora dici così! Nel sogno non mi sembravi schifato
all’idea!».
«Ma
di che diavolo parli, donna??? Se hai certe fantasie non è
certo
colpa mia!».
«MA
QUALI FANTASIE!!! NEL SOGNO SEI TU CHE VOLEVI SALTARMI
ADDOSSO!».
«COS'È
CHE HAI CERCATO DI FARE TUUU?!», urlò Sanji,
frapponendosi fra i
due e fissando Zoro con furia.
«Ma
ti vuoi dare una calmata?! Cosa c'entro io con i sogni perversi di
quella strega??».
«SOGNI
PERVERSI??
FRANKY IN
PIGIAMA E CON UN ORSETTO DI PELUCHE IN BRACCIO, TI SEMBRA
PERVERSO?!?!?!?!».
«DIPENDE
DAI PUNTI DI VISTA, MOCCIOSA!».
«BEH,
ALLORA SAPPI CHE I TUOI SONO PIUTTOSTO AMBIGUI, CRETINO!!!».
«CONCORDO
CON LA MIA DOLCE CROSTATINA!».
«E
TU COSA C'ENTRI?!?!».
«C'ENTRO!!!».
«Ah
beh! Giusto! Tu
sei quello che si
veste da donna e va’ con un uomo a cavallo di una scopa! Tra
pervertiti ci s'intende!!!».
«COME
TI PERMETTI?!?!», sbottò Nami.
«ERA
UN SOGNO, IMBECILLE!», la spalleggiò Sanji.
«ATTENTO,
CHE A VOLTE I SOGNI S'AVVERANO!!!», lo avvertì
Zoro.
«AAAAHAHAHAH!
CHE SPASSO CHE SIETE! AHAHAHAH! CHE BUUUFFIII! AHAHAHAH!»,
esclamò
Rufy.
«TU
STA' ZITTO!!!», gridarono in coro Nami, Zoro e Sanji.
«Oh,
ma insomma! Vi sembra il modo di trattare il vostro
Capitano?!»,
disse Rufy.
Ma
venne completamente ignorato.
«AAAARGH!
Basta!!! Vado a disegnare!», grugnì Nami,
alzandosi.
«Cos'è?
Non riesci più a reggere il confronto?»,
la punzecchiò
Zoro.
Tuttavia,
prima che Nami potesse controbattere, Robin s'intromise.
«Vuoi
che più tardi ti legga un'altra favola?».
«NO!»,
esclamò la Navigatrice, scandalizzata.
«Eeeeeeeh!
Perché no?? Tu fai dei sogni così
divertenti!!!», fece Rufy.
«…»
«Fra
tutti, penso sia l’unico che non si è ancora reso
conto del ruolo
che aveva nel sogno di Nami…», commentò
Usopp.
«Eh?
Perché? Insomma! Mangiavo a volontà! Se non
è un sogno questo!».
«Eh,
certo… ERI UNA DONNAAAA!», gli rammentò
Usopp.
«Eh……COSA???
ERO UNA DONNAAA???», gridò Rufy, terrorizzato.
«ASCOLTARE
NO EH???», lo sgridarono Usopp e Zoro.
«Buonanotteeeeee!»,
disse Nami, cercando di ignorare le urla disperate del suo capitano,
e avviandosi.
«Ehi,
Navigatrice! Sul serio non vuoi che ti legga qualcosa poi?»,
chiese
ancora Nico Robin.
Gli
altri componenti della ciurma sghignazzarono.
«No,
grazie! Sto bene così! Non sono previsti altri temporali,
quindi
dormirò benissimo!», ribatté la rossa,
infastidita.
«Oooh
suvvia, Navigatrice!
Non ti piacerebbe sognare sette bei nani, stanotte? Se capisci cosa
intendo...», disse Zoro, provocando le risate degli amici.
«MARIMO
MALEDUCATO! COME OSI PARLARE COSÌ ALLA MIA FRAGOLINA DI
BOSCO!!!»,
gli saltò su Sanji, inviperito.
«Ehi,
cuoco da strapazzo! Prova a pensare... Se Nami facesse un sogno del
genere, uno di quei nani potresti essere tu. O addirittura potresti
essere tutti e sette. Sai che festa per te!», disse Zoro,
molto
pacatamente.
Nami
divenne rossa per la rabbia e per l'imbarazzo. Ancora una volta
mostrò i suoi denti aguzzi (insieme alla sua espressione
più
terrificante!) allo spadaccino - che intanto la fissava con sguardo
malizioso.
«ZORO,
SEI PROPRIO UN TROGLODITA SENZA CERVELLO E SENZA UN MINIMO DI TATTO!
DI PRINCIPESCO HAI SOLO LE SPADE! ADESSO TI FACCIO VEDERE
IO!»,
gridò la rossa, mentre scalciava furibonda tra le braccia
possenti
di Franky - che la tratteneva dallo stendere Zoro con uno dei suoi
micidiali pugni.
«E
TU SANJI! DIGLI QUALCOSA!!!», continuò Nami.
Ma
Sanji era troppo perso nei suoi trip mentali, per accorgersene.
«Dunque...
Facciamo due calcoli... Effettivamente, il marimo non ha torto...
Anzi! Nami è talmente innamorata di me che sicuramente
sognerà il
mio viso su tutti e sette i nani! È
SICURAMENTE COSÌÌÌ!!!!!!!!
NAMI! TI FARÒ PROVARE I
PIACERI DI TUTTI E SETTE I PECCATI!!! AAAHAHAHAHAH!»,
esclamò,
lasciandosi avvolgere dall'ardente fiamma della passione.
«......SE
VI PRENDO VI LEGO ASSIEME E VI BUTTO CON DEI PESI SUL FONDO DEGLI
ABISSIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!! MOLLAMI FRANKYYYY!»,
strillò
Nami, in preda alla furia - intanto, Zoro se la rideva beatamente.
«Qualcuno
mi aiutiiii!», gridò Franky, sempre più
in difficoltà a
trattenere la Bestia.
«Lascia,
faccio io», disse Nico Robin, che utilizzando il suo potere
intrappolò Nami fra cento braccia.
«Robin,
NO! Mollami immediatamente, per favore... Devo ucciderlo!!! DEVO
UCCIDERLOOO!», sbraitò Nami, mentre veniva
trasportata dal potere
dell'Archeologa sino in camera.
«Ufff!
Grazie, sorella!», sospirò Franky.
«Figurati»,
rispose Robin, seguendo poi Nami – la quale, adagiata sul
letto,
scalciava le coperte con rabbia urlano come un'ossessa.
Sistemata
la Navigatrice nella loro cabina, Robin tornò dal resto
della
ciurma...
«Roobiin!
Sta bene Nami??», chiese Rufy.
«Sì,
sta riposando. Più tardi la raggiungo», rispose
l'Archeologa.
«È
TUTTA COLPA TUA MARIMO!!!».
«CHECCOSA??
E SECONDO QUALE TUO VIAGGIO MENTALE???».
«L'HAI
FATTA INFURIARE E HA PERSO LE FORZE!!!».
«MA
TU STAI DAVVERO MALE!!!».
«Ahhh...
Eccoli che ricominciano...», sospirò Usopp.
«Quasi
quasi vado a prendere la cassetta del pronto soccorso...»,
meditò
Chopper.
«Beh,
forse è il caso... Lei che mi dice, Capitano?
Andiamo?», consigliò
Robin, sfiorando il braccio del ragazzo.
Rufy
le sorrise apertamente. «Certo! Anche perché
abbiamo altro da fare
noi».
I
due si guardarono complici.
«Davvero?
E cosa?», chiese Usopp, che non aveva capito nulla.
«Voi
non lo so. Robin ed io dobbiamo... Riordinare la biblioteca. E' un
vero caos! Ciao! Ciao!», sentenziò Rufy,
allontanandosi con Nico
Robin.
Usopp,
Brook, Franky e Chopper si guardarono.
«Non
so perché, ma qualcosa non mi torna...», disse
Usopp, pensieroso.
«Già,
anche a me...», concordò Chopper, tenendosi il
musetto con lo
zoccolo.
Franky
e Brook si fissarono negli occhi («Yohoho! Anche se gli occhi
non ce
li ho!».), consci di aver intuito tutta la faccenda.
«E
sentiamo... Cosa non vi torna?», chiese cauto Franky.
«Insomma...
Riordinare la biblioteca??? Un vero caos??? Ma da quando in qua a
Rufy interessa l'ordine?», commentò Usopp.
«Da
quando in qua Rufy si avvicina alla biblioteca!», aggiunse
Chopper.
«Ci
sono, Chopper! Forse il nostro Rufy sta diventando
intelligente!!!».
«D-davvero???
Tu credi???».
«Certo!
Il mio intuito infallibile non sbaglia mai!!!».
«Oh,
Usopp! Sei il migliore!!!».
«Ehh...
Poveri ingenui...», mormorò Brook. «Sono
ancora così... Così...».
«Così
idioti!», concluse Franky.
«In
realtà volevo dire “immaturi”...
Ma effettivamente...».
Era
mezzanotte passata, quando Robin aveva raggiunto la Navigatrice in
cabina, trovandola addormentata. Così come il resto della
compagnia,
che era già tra le braccia di Morfeo; tranne Usopp e Chopper
che,
preoccupati per la salute fisica – forse più
mentale – di Nami,
avevano deciso di passare a controllare...
-
Toc! Toc! -
«Avanti»,
disse Robin.
«Eehm...
Permesso».
«Oh.
Usopp. Chopper. Tutto bene?».
«Oh,
noi sì. Siamo passati per vedere come sta Nami»,
spiegò Usopp.
«...Mi
sono appena svegliata».
«N-Nami!
Tutto bene? Ti sei calmata un po'?», chiese il medico di
bordo,
preoccupato.
«Sì,
grazie. Mi è passata la rabbia. Scusate per la scenata, ma
quei due
quando mi fanno arrabbiare...!-».
«Ok!
Ok! Basta così per oggi», la interruppe Robin,
carezzandole la
testa.
«Ecco
Nami. Ti ho portato quest'infuso. Vedrai che dopo averlo bevuto ti
sentirai subito più rilassata!», disse Chopper,
porgendo alla rossa
una tazza fumante di chissà quale intruglio.
«Grazie
mille, Dottore», fece Nami, sorridendo.
«Oh,
dai! Lo sai che non amo essere chiamato così!!!»,
gongolò la
piccola renna, dondolandosi sulle zampette.
«Già...
Lo sappiamo...», mormorarono all'unisono Nami e Usopp;
l'Argheologa
ridacchiò.
«Uffa,
però! Ora non riesco più a prendere
sonno!», si lamentò Nami,
incrociando le braccia al petto, e mettendo il broncio come una
bambina.
«Vuoi
che ti porti anche una camomilla?».
«No,
grazie Chopper».
«Idea!
E se cantassimo una ninna nanna?», propose Usopp.
«Wow!
E tu quale proponi?!», s'illuminò Chopper.
«Ma
è ovvio no? Canteremo La
ninna nanna del Grande Sogeking!».
«Ooooh!
Ma io non la conosco!», disse la renna, con una nota di
delusione
nella voce.
«Te
la insegno subito! È molto facile! ♫ ♪ ♫Quando
soonnoo non hai piùùù, Sogeking tu
puoi chiamaaaar! Coon due
pugni e un calcio saaai, preestooo crolleraaaai!♫
♫ ♪♪»(*).
«Dimmi
che stai scherzando...», lo pregò Nami.
«Ahahah!
Beh, io ho un'idea migliore. Usopp. Chopper. Sedetevi sul mio
letto»,
disse loro Robin, mentre prendeva dalla scrivania il suo libro di
favole.
«Gh!
No, ancora!!!», esclamò terrorizzata Nami.
Usopp
e Chopper, invece, s'illuminarono.
«Che
bello!!! Robin ci leggerà una storia!!!»,
trillò eccitato il
piccolo Chopper.
«Beh,
se volete potrei raccontarvi delle avvincenti avventure del Capitano
Usopp!».
«Robin,
dove siamo arrivate col libro?», chiese Nami.
-
M-Mi ha del tutto ignoratooo! -, pensò Usopp, smontato della
sua
mania di grandezza.
«Dunque...
Oh! Ma tu guarda...».
«Cosa?»,
chiesero incuriositi tutti e tre.
«Sembra
proprio che tocchi a... Biancaneve!».
«...Ma
non è possibileee! Non possiamo saltarla?? Non voglio
sognare i
sette Sanji!!!», pianse Nami, mettendosi le mani nei capelli.
«Coraggio,
Nami. Non è detto che sognerai proprio lui. Insomma, che
so...
Potresti sognare sette Zoro...», disse Robin.
Nami
la fulminò con lo sguardo. «Non ci provare,
sorellona!», intimò.
Usopp
e Chopper risero, per poi supplicare la rossa.
«Ehh...
D'accordo», si arrese infine Nami.
«Molto
bene... Cecchino? A te l'onore!», disse Robin, porgendo il
libro ad
Usopp, che la fissò disorientato.
«V-Vuoi
che legga io?!».
«Hm-mh!
Coraggio! Sono sicura che te la caverai alla grande. Sarà
come
raccontare una delle tue avventure».
-
Robin è davvero astuta...-, pensò Nami.
Infatti,
Usopp ci cascò.
«Ahahah!
E vi dirò di più! Sarà anche meglio!
Ahahah!».
«Evviva!
Evviva! Vai Usopp!», lo incitò Chopper.
«D'accordo!
Va bene!».
Robin
si sedette accanto a Nami, e si sorrisero; Chopper si teneva il
musetto emozionato, pronto ad ascoltare il suo mito.
Usopp
si sistemò meglio sul letto, e aprì il libro.
«Ok.
C’era una volta, in un regno lontano lontano, una regina
superba e
arrogante, che era buona e gentile, Matilde e Carlotta…
Momento!
Momento! Momento!... Chi ha scritto queste scemenze sul
libro??»,
sbottò, strappando via un foglietto incollato sopra la
pagina
originale. (**)
«Ahahah!
Cominciamo bene!», fece Nami.
«Vabbè,
dicevo… C'era una volta, in un regno lontano lontano, uuuna
regiiiinaaahahazzzzz! Zzz! Zzz!». E si addormentò.
Le
bocche di Nami e di Chopper toccarono il pavimento.
«M-Ma!
Non è possibile!», esclamò Nami,
indicando Usopp che dormiva sul
libro.
«S-Sì
è addormentato dopo neanche due righeee!!!»,
continuò Chopper.
«Ahahah.
A quanto pare a lui le storie fanno più effetto che a te,
Nami»,
scherzò Robin.
«Sì,
ma qui siamo a livelli estremi!».
«E
adesso? Io volevo sentire la storia...», chiese Chopper, con
le
lacrime agli occhi.
Robin
gli sorrise, prese il libro, e continuò da dove Usopp si era
interrotto. E poco a poco, anche Nami e Chopper s'assopirono...
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Riferimenti:
(*)
La ninna nanna del Grande Sogeking. Semplicemente ho preso la sigla
che parte durante l'anime quando appare Sogeking, e ho sostituito le
parole con quelle che avete letto. Una buffonata, vero? Però
mi fa
ridere, soprattutto immaginandomi Usopp che la canta con la sua voce
sgraziata! XD
(**)
Mmm... Questo non ricordo nemmeno per cos'era... Ah, sì!:
“(...)
superba e arrogante, che era buona e gentile, Matilde e
Carlotta”,
questa è una frase che ho estrapolato da
“Cenerentola” di Elio e
Le Storie Tese. Un mito. Se non l'avete mai ascoltata, fatelo! XD
|