...21
Maggio..
New
York, 21 maggio 2011.
– Ely, il capo ha convocato una riunione lunedì
alle 9.30 vedi di essere puntuale altrimenti sai come diventa furioso.
–
–
Ci sono altri messaggi per me? –
–
No, pulcino. Ha solo chiamato Micol dicendo di richiamarla non appena
saresti rientrata in redazione. Era abbastanza euforica, ci starei
attenta. – mi sorride compassionevolmente sapendo che tipo
è la mia amica.
–
Grazie Millie la contatto subito e speriamo bene!– sorridendo
entro nel mio ufficio e mi accomodo alla scrivania giocherellando con
il mouse del Mac attendo che si carichi la posta elettronica.
Cerco
nella mia maxi bag il Blackberry, che ovviamente si è
infilato sotto tutti gli innumerevoli e inutili oggetti che ogni donna
grazie, o a causa, di queste borse enormi si porta dietro.
Avvio
la chiamata e attendo che Micol risponda, cosa che farà tra
parecchio tempo conoscendola!
Come
una bambina inizio a fare le giravolte con la poltrona girevole e poi
mi concentro sul quadro appeso alla parete dietro alla scrivania.
“Elisabeth Spurce, 24 anni, premiata
dal “The New York Times” come una delle
più giovani promesse del giornalismo newyorchese. un
fantastico discorso ironico e affascinante.”
–
Pronto? –
–
Micol hai battuto ogni record, sai? Pensavo di dover aspettare ancora
una vita in linea. –
–
Ah ah! Molto spiritosa signorina Spurce! Possibile che non sei mai in
ufficio tu? –
–
Scusa tanto se il capo mi manda a fare interviste per tutta la
città! Perché mi cercavi? –
–
Per avvertirti che stasera si esce! Ho due inviti per l'apertura del
nuovo ristorante nell'Upper East Side! Non puoi dirmi di no!
–
–
Tu lo sai vero che giorno è oggi? –
–
Ely devi smetterla! Sono passati sette anni ormai! È ora di
ricominciare a vivere in questa data! – sbraita concitata.
– È un super evento non puoi mancare! –
–
Va bene, va bene! Cosa ci vuole per questa serata fantasmagorica?
–
–
Abito da sera obbligatorio mia cara. Ce l'hai o devo recapitartene uno?
–
–
Passo a prendere qualcosa oggi in pausa pranzo o appena stacco. Ci
sentiamo dopo per metterci d'accordo ok? –
–
Perfetto! Un bacio fanciulla! –
***
“ORE
21.00 DAVANTI AL RISTORANTE. SARO' QUELLA IN NERO! SII
PUNTUALE!” digito dal cellulare mentre cerco di fermare un
taxi.
“RICEVUTO
AMICA! FARO' IL POSSIBILE! Micol.” segue emoticons che fa
l'occhiolino.
Cerca
di ingraziarmi ma non ci riesce mai! Mica mi faccio corrompere, sa che
odio i suoi ritardi ma mai una volta che sia puntuale!
Il
taxi mi porta direttamente a casa dove dovrò prepararmi per
la serata.
–
Signorina purtroppo ci metteremo un po' ad arrivare, c'è un
ingorgo dovuto ad un incidente. – si scusa il tassista.
–
Non importa, non si preoccupi. –
Iniziamo
bene la serata! Ho tantissime cose da fare prima di uscire.
***
–
Ehi! Finalmente sei arrivata! – borbotto in direzione di
Michy.
–
Scusa, scusa, scusa! Ho finito tardi di lavorare, non sapevo cosa
mettere, capelli schifosi, traffico e …–
–
Hai battuto il record per la rapidità nuovamente, solo un
quarto d'ora! Sei giustificata comunque. Entriamo? –
–
Certo! –
Passa
due inviti al conçierge all'ingresso che ci fa passare.
Noto
solo ora cosa indossa. È un lungo abito blu inchiostro senza
spalline con un drappeggio laterale e degli swarovski tono su tono
sulla fascia sopra il seno, décolleté dello
stesso colore dell'abito in suede e una clouch swarovskata anch'essa. I
lunghi capelli biondi raccolti in una crocchia scomposta per lei,
mentre i miei sono sciolti con delle morbide onde.
Io,
invece, indosso un abito lungo senza spalline che scende morbido alla
fine ed ha dei ricami nella parte superiore,
décolleté nere in suede anche per me e clouch
nera.
–
Wow! È fantastico! – mormora entusiasta.
Ha
ragione. La sala è calda, accogliente e luminosa merito dei
colori giallo/dorati e dal color mogano che ci circonda.
Stile
retrò chic che dona sicuramente qualcosa in più
al locale. Dovrò suggerire al capo di mandare qualcuno per
fare una recensione prima o poi.
–
Grazie per avermi portata qui stasera. Avrei passato la serata a
deprimermi come al solito e...–
–
Ely, te l'ho detto stamattina devi andare avanti come sempre anche se
oggi è il 21. È ora di lasciarti Chris alle
spalle. –
–
Non posso, non voglio. So che lui è qui da qualche parte.
Devo trovarlo. Lo amo, l'ho sempre amato anche se il destino
è contro di noi! –
–
Allora cercalo e mettiti in gioco invece di fossilizzarti sui ricordi e
su questo bracciale! – dice sfiorando il bracciale al mio
polso. – Chris può essere ovunque, anche qui!
Guardati intorno! –
E
lo faccio, mi guardo intorno!
Feel
the vibe, feel the terror, feel the pain
It's driving me insane
I can't fake
A
pochi tavoli di distanza dal nostro è appena arrivato un
gruppo di uomini in abito scuro.
Uno
di questi è inconfondibile anche a distanza di anni.
–
È qui... – sussurro.
–
Cosa? Io scherzavo! –
–
È inverosimile lo so ma è lui. – prendo
a torturarmi il bracciale.
I
ricordi si fanno strada nella mia mente, inesorabili e implacabili.
“Una bimbetta con i
lunghi codini corre felice dietro al suo cagnolino bianco per tutto il
parchetto sotto casa incurante di quel ramo sporgente dal terreno che
la fa inciampare.
Vede il sangue e si mette a
piangere spaventata.
– Ehi! Non
è nulla, smetti di piangere! – mi dice qualcuno
che però non riesce a vedere a causa del sole negli occhi.
– Mi brucia!
– piagnucolo.
– Brucia
perché è sporco. – era un bambino, uno
dei più bei bambini che avessi mai visto. I suoi occhi, che
ora potevo vedere dato che si era seduto accanto a me, erano bellissimi
di un azzurro quasi grigio con alcune striature più scure
che mi incantavano. – Ce la fai ad alzarti? Andiamo dalla mia
mamma che sicuramente saprà come aiutarti. Non piangere
più però, sei così bella quando non lo
fai.–
– Io... sì,
penso di riuscirci. – scaccio via una lacrima dalla guancia
arrossendo.
– Dammi la mano, ti
aiuto io. – allunga la mano e quando la stringo mi pare di
essere al settimo cielo nonostante il dolore al ginocchio. –
Io sono Christopher, tu come ti chiami? –
– Elisabeth, mi chiamo
Elisabeth. –
– Come una
principessa. – sussurra. “
Da quel giorno diventammo inseparabili. Uniti prima da un'amicizia
sincera e poi da un amore puro.
Trouble
is your middle name
But
in the end you're not too bad
Can
someone tell me if it's wrong to be
So mad about you
Mad about you
“Il
luna-park mi era sempre piaciuto.
–
Oh, Chris! Grazie per avermici portato! – gli butto
le braccia al collo schioccandogli un bacio sulla guancia.
–
Sapevo che ti avrei fatta felice. –
–
Direi che come primo appuntamento ti sei superato Mr. Scott!
Hai azzeccato tutti i miei gusti.–
–
Ora, se vuole seguirmi signorina, ho una sorpresa per lei.
– mi prende per mano e mi porta difronte alla ruota
panoramica. – Prego. –
–
Non eri tu quello che soffriva di vertigini? –
–
Per te farei questo ed altro, principessa. –
sussurra mettendo un braccio intorno alle mie spalle.
Era
così che mi ero sempre immaginata il mio primo appuntamento
da favola con il ragazzo che m'era entrato dentro come una meteora.
–
C'è un motivo per cui ti ho portata qui. Ti
ricordi quando da piccoli immaginavamo il futuro? chiede una volta
giunti in cima.
–
Sì. –
–
Mi dicevi sempre che mi avresti voluto per sempre accanto a
te, che un giorno avrei capito anche io quanto tu fossi indispensabile
per me.
Credo
di averlo capito, sai? La verità è che ti amo
Ely, mi rendo conto di averti amato fin da quando ti ho vista la prima
volta. –
Rabbrividisco,
mi commuovo e singhiozzo.
–
Ehi! Che c'è? Ho detto qualcosa di male? Non...
–
– Sta
zitto idiota e baciami! –“
Dicono
che il primo bacio non si scorda mai no? Io mi ricordo benissimo anche
qualcos'altro.
Give
me all your true hate
And I'll translate it in our bed
Into
never seen passion, never seen passion
That it why I am so mad about you
Mad about you
“È
una settimana che Chris non si fa né vedere né
sentire.
Avevo
provato in tutti i modi a contattarlo ma non si faceva trovare.
–
Christopher Alexander Scott sono davanti casa tua al freddo e
al gelo imbevuta fino ai calzini di pioggia! Vedi di affacciarti a
quella dannata finestra altrimenti ti pentirai anche di essere venuto
al mondo! – urlo incurante di tutto.
La
porta improvvisamente si apre e difronte a me appare un Chris
decisamente diverso dal solito.
–
Cosa...? –
–
Cosa ci fai qui? Come ti salta in mente di farti una
passeggiata sotto un mezzo diluvio così, senza ombrello! Sei
pazza per caso?–
–
Io? Io sono pazza e tu che sparisci così per sette
fottutissimi giorni non sei pazzo? Facciamo l'amore per la prima volta
e poi scompari così, nel nulla. Dimmi tu cosa devo pensare
io! Duemila patemi d'animo e tremila domande dopo decido di provare a
chiamarti ma nulla! Non rispondi, non mi mandi un messaggio, ti fai
negare al telefono di casa e non vieni a scuola, è normale
tutto ciò? Te lo dico io NO! – sbraito furiosa
gesticolando. – Sentiamo cosa hai da dire in tua discolpa?
–
–
Londra. I miei hanno deciso di accettare una proposta di
lavoro lì e partiamo. –
–
Cosa? No, non è vero. È uno scherzo.
–
–
No, non lo è. Vuoi vedere i biglietti aerei per
crederci? Mi dispiace, stavo cercando il modo migliore per dirtelo.
–
–
Il modo migliore non è sparire. Quanto tempo ci
resta? Quando partirete? –
–
Il 21 maggio. –
Mi
siedo sul bordo del marciapiede.
–
Una settimana, solo una settimana. Sarebbero due se tu non ne
avessi sprecata una facendo di testa tua. –
–
Mi dispiace. Pensavo di rendere tutto più semplice
se magari mi avessi odiato o quantomeno detestato. –
–
Te ne saresti andato di soppiatto? Se volevi che ti odiassi
ci stai riuscendo! –
–
Ho pensato a quello inizialmente non lo nego ma poi mi sono
sentito in colpa. Io ti amo Elisabeth e non sarà di certo un
oceano a dividerci! –
–
Oh, Chris! – gli butto le braccia al collo e mi
lascio andare in un pianto disperato.
–
Piccola mia non fare così. Vedrai, il tempo
volerà. Non potranno certo impedirmi di scegliere un college
dell'Ivy League! –
–
“Lux et veritas!” Lo ricorderai sempre
vero? Mi troverai lì tra un paio d'anni. Ci ritroveremo a
Yale. –
–
Fino ad allora, se non potremo vederci, voglio che tu abbia
questo. – Allaccia al mio polso un bracciale con un pendente
a forma di “C”. – L'ho comperato questa
mattina. Sarei venuto a dartelo domani ma tu mi hai anticipato.
Ricordami sempre. –
–
Non potrei mai dimenticarmi di te. – “
21
maggio 2004, la fine.
Poco
tempo dopo la partenza i contatti sono andati scemando da parte di
tutti e due. Nonostante l'amore sconfinato che provavo e provo
tutt'ora.
Yale
c'è stata. Io mi sono iscritta lì ma Chris si
è dovuto trattenere a Londra da quel che ho saputo a causa
della malattia del padre che lo ha portato a prendere le redini
dell'azienda di famiglia.
Mi accorgo solo ora di star piangendo.
–
Scusami Michy. Vado... –
–
Vai sorellina. Non preoccuparti. – mi accarezza il dorso
della mano rassicurandomi.
Corro
in bagno ma mi scontro con qualcuno.
–
Mi scusi. Non l'avevo... – le parole mi muoiono in bocca
quando vedo chi è il malcapitato.
–
Elisabeth? Elisabeth Spurce? Sei davvero tu? –
Annuisco
incapace di parlare.
–
Sei... sei meravigliosa. Quanto tempo è passato? –
–
Sette anni. Sette lunghi anni. – mormoro cercando di
asciugarmi le guance senza farmi vedere.
Lui
invece nota benissimo il bracciale al mio polso.
–
Hai ancora... – mormora. – Io ti... –
–
Christopher! Sbrigati! Dobbiamo andarcene! – dice un uomo
prendendolo per il gomito e interrompendo la sua frase. – Oh,
mi scusi signorina ma abbiamo il jet che sta aspettando solo noi.
Arrivederci! – lo trascina via con sé.
–
No!– urlo nella loro direzione ma sono ormai troppo lontani.
Mi
accascio allora sullo scintillante parquet in lacrime.
–
Ely! Ely che succede! – mi richiama Micol.
–
Lui... se n'è andato di nuovo. –
–
Cosa fai ancora qui! Corrigli dietro! Riprenditelo! –
Annuisco
e inizio a correre più veloce che posso nonostante i tacchi.
Esco
dal ristorante e vengo travolta da uno scroscio d'acqua. Meraviglioso,
piove.
–
Chris! Chris! Ti prego! – urlo disperata. – Dove
sei?! –
Lo
vedo.
È
fermo immobile mentre fissa la limo in cui ci sono i suoi colleghi che
se ne stanno andando.
Poi
si volta.
Cammina
a passo spedito verso di me bloccandosi di colpo sorridendomi.
Mi
prende il viso tra le mani e mi bacia.
–
21 maggio. La rinascita. – mi sussurra.
***
Elisabeth
Spurce e Christopher Scott
sono lieti di invitarvi al loro matrimonio che si terrà il
giorno
21 Maggio 2013.
NOTE DELL'AUTORE:
Questa Shot è nata
per il contest "COME UN URAGANO" indetto da
CherryBomb_ sul forum di Efp...
La
canzone citata è Mad About
You degli Hooverphonic.
Qui invece il
collegamento al set degli abiti: http://www.polyvore.com/contest_come_un_uragano/set?id=31670502
Ringrazio Betrayed_89 per la
fantastica cover"
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