20
Senza fine
19
<<
C'è qualcuno? Stefan? Elena? >> La voce di Bonnie era
più impacciata che mai. Si affacciò, sbirciando con la
testa nel circondario di casa Salvatore, ma nessuno rispose al suo
richiamo.
Incredibilmente combattuta e spasmodicamente preoccupata, avvertì sulle sue povere spalle il peso di una dura scelta.
Aveva bisogno di Damon. Ma Damon era il vampiro più crudele che
fosse mai esistito. Eppure qualcosa le suggeriva che non tutta la mela fosse marcia. Doveva credere che fosse così.
Ripensò alla svelta a cosa aveva scoperto nella sua piccola
casetta di città. Elena era in pericolo e se per salvarla
sarebbe dovuta a scendere a compromessi con un disonesto vampiro,
l'avrebbe fatto.
Sbatté il tacco del suo stivale sul pavimento, oramai arresasi e
pronta per quella assurda pazzia. Si morse il labbro mentre con
trepidazione scendeva le scale del seminterrato. Il suo cuore
accelerò il battito.
Perfezionò la vista e l'adattò al nuovo clima di luce.
Buio, molto buio. Non conosceva ciò che la circondava e questo
la spaventava ulteriormente. Poi sentì un sussurro, quasi un
lamento. Un gemito di dolore provenire da una piccola cella la fece
sobbalzare, respirando a fatica.
<< Damon, sei li? >>
<< Ma chi? >> Si udì lievemente << Bonnie? >> Damon aveva ben chiaro la sua presenza.
<< Ho bevuto della verbena. >> Volle mettere in
chiaro la sua situazione e in un certo senso assicurarsi l'immunità
<< Perciò se cercherai di mordermi morirai con me. >>
Un rauco, più forte. Forse un tentativo di disappunto o meglio
di scherno. Bonnie non lo seppe mai e nemmeno volle saperlo. Il suo
spirito era spinto da ben altre prospettive. Doveva agire d'astuzia e
scegliere al meglio le proprie invettive.
Damon era scaltro, lo sapeva, ma anche debole e indifeso, a quanto
pareva. E poi c'era il suo potere, il suo Grimorio, le sue conoscenze,
e la sua buona dote di razionalità.
<< Non capisco cosa tu sia venuta a fare qui. >>
Bonnie si stupì di quanto quella voce risuonasse debole e spesse
volte intaccata da singulti. Damon doveva essere proprio a secco e a
giudicare dalle sue parole anche piuttosto dolorante. Ne ebbe
quasi pena e la voglia di liberalo si fece più intesa.
Prudenza, le ritornò alla mente, e se ne servì per informarlo delle sue ultime scoperte.
<< Sono qui per Elena. Credo che sia in pericolo. >>
Si sentì un tonfo. Molto probabilmente il vampiro stava cercando
di mettersi in piedi ma senza successo. Un altro colpo, forse quello
di un pugno infranto al suolo. Poi un colpo di tosse, uno più
forte e un debole sussurro.
<< Cose le è successo? >>
A Bonnie non era consesso vederlo, perché ella stessa non voleva
farlo. Se ne stava lontano dalla cella, troppo intimorita da ciò
che avrebbe potuto trovare. Continuava a dirsi forte e determinata, ma
a sentirsi fragile come una foglia d'autunno.
<< Klaus è venuta a cercarla. Dice che il suo potere può distruggere un Golem, ma ho letto che... >>
<< Cosa? >> Damon parve riacquistare le forze perdute. Bonnie
percepì la suola delle sue scarpe scivolare sul terreno. Si stava
rialzando. Poco dopo intravide un volto bianco e pallido fare capolino
dalle sbarre della cella. Sembrava uno scheletro. Se la morte aveva
davvero un volto, allora era quello di Damon, pensò Bonnie
arretrando di qualche passo.
<< Elena non può usare il suo potere. >>
Pronunciò il vampiro << Una quantità così
elevata di energia la porterà alla morte. >>
<< Già. >> Bonnie abbassò lo sguardo. Gli
occhi tralasciarono qualche lacrima. Ebbe paura e si sentì
impotente.
Ma parve riacquistare la sua destrezza quando strinse i pugni e fissò il suo sguardo su quello del vampiro.
<< E' per questo che sono qui. Klaus sta portando Elena e Stefan
al covo dei Golem. Io non so dove si trovano e anche da sola potrei
fare ben poco. Devi aiutarmi, Damon. >>
<< Ma certo! Ma ridotto così non posso fare un bel
niente. Dietro di te c'è un frigo. Aprilo e passami una sacca di
sangue. >>
Tentennò. La piccola strega d'improvviso non seppe cosa stesse facendo. E se Damon, una volta libero, l'avrebbe uccisa?
E se Damon non avrebbe ostacolato il piano di Klaus per liberare Katherine? E se Damon volesse la morte di Stefan e di Elena?
Le sue gambe non corrispondevano più a nessun comando. Il suo
volto perso nel vuoto, nel buio torvo e umido nel seminterrato.
Il cuore le uscì dal costato quando piano indietreggiò ancora.
La paura la stava assalendo e gli occhi di Damon la colsero alla svelta.
<< Bonnie, ti prego aiutami. Io amo Elena credimi! E devo salvarla, prima che sia troppo tardi. >>
Lo sapeva, il principe dei vampiri non pregava mai nessuno.
Elena si guardò intorno impaurita, prima di stringere il braccio
di Stefan. La foresta sembrava rilasciare un alone di surrealismo mista
ad un realtà macabra di cui pareva farsi promotrice. Si strinse
nelle spalle, pensando a quando la sua vita fosse irrimediabilmente
mutata.
Non conosceva l'aspetto dei Golem, ma per qualche sconosciuta ragione li
immaginava simili a strane creature fatate. Quasi come gli hobbit o i
nani. Ma in realtà erano giganti. Più umanoidi di quanto
la sua immaginazione potesse partorire.
Distrusse un ramo secco, con la sua converse e sussultò.
Sembrava un pila elettrica altamente corrosiva. Si poteva leggere la
sua tensione dai suoi occhi spenti e segretamente lacrimanti.
Voleva uscire da quell'incubo prima del previsto.
<< Ecco qua. Siamo arrivati. >>
La voce di Klaus aumentò la sua bile. Corresse lo sguardo,
battendo le palpebre, mettendo a fuoco l'immagine di un'antica caverna
buia e logora. Un buco nero che sembrava attirarla verso una
realtà sconosciuta, un ambiente ricco di mistiche rivelazioni e
intrinseco di pericoli oscuri.
Deglutì poi fissò l'amico fidato. Fece un cenno con la testa e si riscosse in fretta.
Accettò ancora di seguirlo fin quando l'oscurità non li inghiottì tutti.
Asmodeo giaceva inerme sul suolo sabbioso. La sua espressione pareva
quella di un angelo cullato dal dolce riposo. Ma dietro quella faccia
tanto angelica a perfetta si nascondeva la crudeltà fatta a
persona.
Elena si meravigliò nel constatare la mole di una creatura che pensava logora e spaventosa.
Era un uomo, un semplice uomo. Be', forse un po' particolare, ma non per
questo terrificante. Lunghi capelli color argento gli ricadevano come
fili di seta sulle spalle, a ricoprire il suo corpo smunto, vi era una
lunga tunica bianca.
Ad Elena non era concesso ammirare il colore delle iridi dell'uomo, ma
le immaginò fredde e glaciali come il ghiaccio. Di fianco a lui
giaceva una donzella.
Stefan parve riconoscerla subito, anche nel buio della caverna.
<< E' Seira. >> Decretò. << La figlia di Asmodeo. >>
Vide Klaus fare un cenno di assenso alle sue parole. Si fece largo
più a fondo nella caverna, illuminando con la sua torcia il
circondario. Scorse così altre venti figure, simile ai due
Golem. Anche loro giacevano inermi. Klaus spiegò che erano
l'intera popolazione dei Golem che adesso riposavano sotto l'influsso
della maledizione.
Ma che presto, solo per una notte, si sarebbero risvegliati.
<< Adesso è il tuo turno, Elena. >> Decretò
ammiccando un amaro sorriso << Concentra il tuo potere ed usalo
per distruggere il Gran Maestro. >>
Elena provò una fitta allo stomaco. Una dolorosa, micidiale
fitta. Non aveva mai usato il suo potere, non sapeva quali effetti
potesse scatenare. Non era di certo brava come Bonnie, ne furba come
Damon, ne scaltra come Stefan.
Eppure sembrava l'unica, l'unica in grado di mettere un punto a quella storia tanto assurda.
Chiuse gli occhi, non certo per concentrarsi, ma perché le
sembrava la cosa più logica da fare. Respirò a fondo,
impregnando le narici di quel odore acre e disgustoso di muffa e
fuliggine.
Strizzò le narici nauseata e placò il suo animo. Nel buio
che le palpebre gettavano su i suoi occhi intravide una luce. La seguì,
veloce, quasi come fosse una via di fuga. La raggiunse, cercando di
afferrarla con la sua innata determinazione.
Ma i suoi palmi non sfiorarono alcun oggetto. Ci provò ancora,
questa volta con più forza ed agguantò una forma strana
di calore, che si diffuse prepotentemente in tutto il suo corpo.
Al di fuori di quella fantomatica dimensione, la terra cominciò
a tremare. Sulle teste coaguli di fango cominciarono a picchiare forte,
sul suolo si scagliavano pietre, si infrangevano macigni.
Un turbinio di suoni presagiva una catastrofe imminente. Elena pareva
estranea a tutto questo. Il suo corpo cominciò a tremare, le sue
mani a sudare, la sua gola ad emettere ignoti quanto incomprensibili
suoni. Posseduta da una strana forza, cominciò a muoversi
barcollando, come una bottiglia di spumante che aspetta di essere
stappata.
Una luce, forte e intesa, inghiottì le tenebre. Si espanse a gran
velocità ed acuì in fretta. La sua fonte era Elena
stessa, che sembrava aver trovato una strada regia verso il suo oscuro
potere.
Attecchiva quella luce, attecchiva a dismisura. Stefan si coprì
il volto con un braccio, diversamente Kluas ghignava soddisfatto.
La vide protendersi verso il Gran Maestro. Una mano puntava dritto al suo cuore.
E' la fine, pensò, pregustando quella vittoria che non avrebbe pensato tanto facile.
Sfiorò lo sterno, la luce accecava. L'aria era solo
elettricità, il suolo emanava energia. Ma come come una
lampadina quella luce si spense. L'interruttore era stata la voce di
Damon, che la pregava di non farlo.
<< Ferma, Elena! >>
Lo vide correre affannato, spossato, ma vivo. Dietro di lei si ergeva
la figura dell'amica strega, armata dal suo amato Grimorio.
<< Damon Salvatore, vai subito via! >> Klaus mostrò la sua bile senza ritegno.
<< Damon, che ci fai qui? >> Stefan sembrava più
agitato che sorpreso. Nelle sue iridi si ergeva un mare di inquietudine
<< Se Elena userà il suo potere per uccidere il Golem,
morirà. Ma questo Klaus non ve lo ha detto scommetto! >>
Deglutì a fatica Stefan. Le sue iridi si accesero di un fuoco
micidiale. Trasudò bile e disprezzo. Si sentì uno
stupido, si vergognò per non aver dato voce a quella piccola
parte di se stesso che gli intimava fiducia verso suo fratello.
<< E' la verità? >> Volle ancora un'ultima conferma
che si tramutò in un gesto inaspettato quando Klaus
afferrò per il collo la povera indifesa Elena.
Elle fece un gemito e sbarrò lo sguardo. Il cuore
cominciò a martellarle nel petto quando la stretta si fece
micidiale. Nella sua mente fluivano solo una miriade di immagini
sconnesse tra di loro, ma che parevano trovare una sola fonte: Damon.
<< Non avvicinatevi, altrimenti la uccido! >> Fu una minaccia che sferzò le membra dei fratelli mortalmente.
Damon si arrese ad una breve analisi del evento. Gli bastò poco per capire che stesse bleffando.
<< Non potresti mai farle del male. Perderesti la tua unica occasione di uccidere Asmodeo. >>
La presa divenne soffocante << Non sfidarmi, Damon Salvatore. Tu non sai cosa sono capace di fare. >>
Damon lo decise freddamente. In brevi istanti si avventò su di
lui, dando origine ad una marmaglia di corpi informi che cercavano uno
di avere la meglio sull'altro.
Nella smania del momento, Elena riuscì a trovare una via di fuga.
Si strattonò dalla presa, mentre i due vampiri davano inizio ad
una lotta all'ultimo sangue.
Parve prevaricare il maggiore dei Salvatore, quando scaraventò
Klaus a metri di distanza. Ma questi si rifece, troppo adirato per
arrendersi e si avventò su di lui a denti stretti.
Un solo urlo, un solo gemito, un solo vincitore. Damon si
accasciò a terra, sbarrando la bocca come a voler parlare.
Riuscì ad emettere solo brevi suoni gutturali, prima che le sue
ginocchia toccarono il suolo. Sotto lo sterno sinistro, la mano a
coprire la ferita che sanguinava copiosa. L'aveva colpito al cuore, la
dove nemmeno la forza di un vampiro poteva vincere.
<< Damon, no! >> Elena non perse tempo a soccorrerlo. Inutile
spreco di tempo, perché il più sanguinario, quanto
docile dei vampiri, già giaceva inerme, imbrattando il suolo
del suo stesso sangue.
<< Damon, ti prego non lasciarmi. >> Elena lo accolse in
grembo, accarezzandolo amorevolmente. Quasi a voler lenire il dolore, il
suo dolore, che acuiva maldestro e distruttivo, perché l'epilogo
era ormai vicino.
<< Devi andare via Elena. Scappa! >> Fu solo un sussurro,
troppo flebile per essere ascoltato da altri, troppo nobile per fino per
essere pronunciato da un vampiro. Da Damon Salvatore.
<< Non ti lascio Damon. Io ti amo. >>
Lo convinse ancora, perché potesse sapere, perché potesse
esser certo che l'eternità non li avrebbe divisi. Lei lo avrebbe
amato oltre i confini gravitazionali, oltre la morte e i ricordi che si
sarebbero sfocati col tempo. No, non avrebbe amato nessun altro, e
nessun altro avrebbe amato lei quanto Damon.
<< Anch'io ti amo, angelo mio. Ricordatelo sempre. >>
E poi fu il turno di Stefan. Proprio lui che era stato il promotore di un'ingiustizia tanto crudele.
Si scagliò contro il nemico con tutte le sue forze, ben
consapevole che avrebbe potuto fare la stessa fine del fratello. Ma fu
presto sconfitto dal più temuto de vampiri, che non si
risparmiò nel dar prova della sua centenaria forza bruta,
infliggendola su una preda fin troppo debole. Ma Stefan non si arrese.
Accecato dalla rabbia e dal dolore, cominciò a controbattere in
una lotta impari e ingiusta.
Gocce corpulente di sudore cominciarono ad imperlare il viso scuro di Bonnie.
Spettatrice di una tragedia senza eguali. Da una parte Elena di
disperava piangendo, tenendo stretto sul suo grembo un Damon quasi
morente. Dall'altra Stefan si scagliava contro Klaus, per eleggere una
preda ed un predatore.
Ma c'era qualcosa che anch'ella poteva fare. Aprì alla svelta il
suo Grimorio, implorando di trovare l'incantesimo giusto. Ne
scartò alcuni, prima di essere certa di aver trovato qualcosa
che facesse a caso suo.
Dalla sua bocca strane sillabe presero vita. L'aria si caricò di una mistica energia. Il tempo parve fermarsi.
Klaus arrestò il suo cangio diretto verso Stefan, e
cominciò a tremare dolorante. Si portò entrambe le mani
alle tempie, urlando il suo dissenso senza eguali. Stefan lo
guardò di soppiatto, mentre si accasciava al suolo sconfitto.
Rivolse la sua attenzione a Bonnie, per poi riportarla su suo fratello
morente.
<< Presto Elena, dobbiamo uscire fuori di qui! >> Furono le
sue parole, una volta che lo ebbe raggiunto. Caricò Damon sulle
spalle e si accertò che Elena lo seguisse. Corsero verso
l'uscita, portandosi dietro una Bonnie leggermente affaticata.
Dietro di loro, Klaus si contorceva dagli spasmi involontari del suo organismo in subbuglio. Le membra erano in fiamme.
L'uscita della caverna apparve a loro come l'entrata del Paradiso.
Bonnie astuta e inespugnabile strega, fu pronta per pronunciare alla
svelta un incantesimo che avrebbe imprigionato i Golem e Klaus per
l'eternità. A lavoro concluso ci fu solo silenzio.
Poi la disperazione.
Elena teneva ben ferma la testa di Damon sulle sue gambe. Si dondolava,
non preoccupandosi di nascondere il proprio dolore, che stillava dai
suoi occhi a grosse lacrime copiose.
<< Damon, no! >> Disperata a più non posso osservava
il cielo, perché sapeva che li era condotto << Non mi
lasciare, non mi lasciare! >> Si accasciò sul suo viso,
ormai spento e privo di vita. Gli occhi celesti nascosti da quelle
palpebre non avrebbero più brillato, quel sorriso, ora
scomparso, non sarebbe più apparso sulla sua bocca, quella voce,
la sua voce, non l'avrebbe più udita.
<< Damon, ti amo. Non mi puoi abbandonare! Non puoi! >>
Ma ormai era già troppo lontano, così lontano che non
avrebbe mai udito la sua supplica, non avrebbe mai percepito la sua
carezza, mai avvertito il suo freddo calore.
Stefan le si avvicinò mettendole una pacca sulla spalla. Pianse
in silenzio, perché conscio di una colpa involontaria. Era la
fine, proprio per lui che aveva sempre vissuto nel pensiero
dell'eternità.
Un colpo di genio arrestò d'improvviso le lacrime di Elena. << Io posso salvarlo. Posso salvarlo. >>
<< Elena >> Stefan era già pronto per arrestare la
sua pazzia << se userai una quantità tanto elevata di
energia per salvarlo, morirai nel tentativo di provarci. >>
Gli occhi di Elena divennero fiamme, che asciugarono quelle stille
salate, già troppe volte versate << La mia vita non ha
più senso senza di lui. L'ho già persa, Stefan. >>
Non osò obbiettare il vampiro, perché già aveva
osato tanto. La lasciò fare quando la vide chinarsi leggermente
per dare un semplice bacio a stampo al suo amato. La lasciò fare
quando la stessa chiuse gli occhi e ricominciò a concentrarsi,
tenendo ben stretta tra le sue la mano gelida di Damon. La lasciò
fare quando di nuovo la terra cominciò a tremare, ed una luce
intensa accecò ancora i suoi occhi spossati, per irradiare il
circondario al crepuscolo.
La lasciò fare, quando la stessa luce contornò il corpo
del fratello, circondandolo di un'aura calda e rassicurante, che in
breve rimarginò la sua ferita. Poi come tutto era iniziato
così si spense e così si accese quando le palpebre di
Damon si aprirono, lasciando che i suoi occhi azzurri e lucenti, come
l'immensità del cielo, tornarono a brillare.
<< Angelo mio... >> Riuscì a bisbigliare, ripresosi
dal coma, prima di vederla svenire priva di forze sul suo corpo.
Si alzò in fretta, per poterla stringere tra le sue braccia,
sicuro e certo che non avrebbe potuto perderla e vivere con il pensiero
di essere l'artefice del suo sacrificio. L'accoccolò con cura tra
le sue braccia, che ritornarono calde e le accarezzò i capelli
mantidi di sudore, nel tentativo di svegliarla dal suo dolce dormire.
<< Svegliati, Elena. Ti prego svegliati. >> E la paura
divenne aitante, quando la sua amata non dava alcun cenno di vita.
Stefan sgranò lo sguardo affannato, Bonnie accelerò il
respiro, Damon per la prima volta recitò una muta preghiera.
<< Svegliati, Elena, svegliati! Lo so che sei viva. Devi esserlo! >>
Le diede un breve colpetto sulla guancia, per rianimarla. La vide muovere
impercettibilmente e strizzare gli occhi. Fu un dolce
sollievo. Sorrise Damon, perché ora per nulla al mondo l'avrebbe
persa.
Avanti a loro avevano un'eternità d'amore e gioia. E l'eternità era solo l'inizio.
<< Damon, sei vivo. >> le diede subito un bacio, come per
suggellare quel momento. Non fu passionale ne spinto, ma Damon sapeva
che ce ne sarebbero stati altri di migliori, altri più ricercati.
<< Ti amo Elena, ti ho sempre amata. >>
E per Stefan non servirono altre prove. Si arrese, perché di
fronte all'amore nessuno può. Nemmeno un vampiro. Regalò
ad entrambi un sorriso sincero, che gli venne restituito con altrettanto
ardore.
Loro, finalmente, i due fratelli Salvatore, avevano trovato la pace. Ora si, tutti e tre ritornavano a respirare.
Non molto lontano da li, in una cella buia e logora, una ragazza
barcollava su se stessa. Era sporca e sudicia. I suoi capelli, un tempo
setosi, sembravo stoppa. Il suo volto, che molti ricordavano angelico,
sembrava quello di una mummia.
Si raggrinzì su se stessa quando avvertì il rumore di
alcuni passi. Sicura che si trattasse del suo carnefice, si nascose in
un angolo, anche se l'avrebbero comunque vista.
Ma ricevette un'inaspettata sorpresa quando al suo posto si
presentò un giovane che ella molte volte aveva avuto l'onore di
ammirare. Capelli corti, argentati come la luna, occhi rossi e
attraenti come il sangue, la pelle chiara come quella di un angelo.
<< Sei libera. >> pronunciò secco e deciso,
enunciando un'antica formula che l'avrebbe liberata dalla sua
prigionia.
La porta della cella si aprì, lasciandola interdetta sul da farsi.
<< Be' che aspetti? Asmodeo ha avuto quello che meritava e anche
Klaus. Non potranno più nuocere a nessuno e sono sicuro che
entrambi si divertiranno nel luogo in cui si trovano. >>
Le passò una sacca di sangue, che in brevi secondi fu dimezzata dalle fauci della giovane.
Lo guadava di sottecchi e anche con un'insana ostilità. Ma
sentiva di potersi fidare, di doverlo fare. Recuperate le forze
riuscì a reggersi in piedi, raggiungendo il Golem.
<< Grazie Kilik. Non l'ho dimenticherò. >> Un
semplice bacio sulla guancia fu la sua ricompensa, prima di vederla
svanire nel buio della notte.
Poco dopo, la stessa raggiunse le porte di una piccola città. Il
cartello posto come insegna recitava in brevi concisi caratteri:
"Benvenuti a Mystic Falls"
Ella sorrise sghemba. Un minaccioso alito di vento fece svolazzare i
suoi lunghi ispidi capelli. Anche la natura a suo modo lo stava
annunciando.
Katherine era finalmente tornata.
Fine
Innanzitutto
perdonate il ritardo!! Ma sono stata occupata con gli esami e mille
altre cose che mi hanno impedito di mettere finalmente fine a questa
storia. Una fine inaspettata vero? Vi ho stupite? Diciamo che è
una fine senza fine, un po' nel mio stile, lascio a voi e alla vostra
immaginazione continuarla. Oppure un giorno potrei riprenderla. Chi lo
sa.
Per ora ho altri progetti come portare a termine Non lasciarmi
una storia dal successo inaspettato ( sempre delena ovviamente) e
poi dedicarmi ad altro. Lasciate che ringrazi tutte le persone che da
sempre hanno seguito questa storia, che hanno recensito e che mi hanno sostenuto in
particolare Fra Cullen che mi ha dato la giusta energia per concludere questo capitolo.
Grazie infinite davvero!!!! Vi lascio il link della mia Pagine facebook
dove potete leggere tutte le news sulle mie storie e tante altre cose.
Alla prossima ciccie e mi raccomando recensiteeee!!! Kiss kiss da
Stella94
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