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Autore: Stella94    13/07/2011    4 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Senza fine
                                                              19 



<< C'è qualcuno? Stefan? Elena? >> La voce di Bonnie era più impacciata che mai. Si affacciò, sbirciando con la testa nel circondario di casa Salvatore, ma nessuno rispose al suo richiamo.
Incredibilmente combattuta e spasmodicamente preoccupata, avvertì sulle sue povere spalle il peso di una dura scelta.
Aveva bisogno di Damon. Ma Damon era il vampiro più crudele che fosse mai esistito. Eppure qualcosa le suggeriva che non tutta la mela fosse marcia. Doveva credere che fosse così.
Ripensò alla svelta a cosa aveva scoperto nella sua piccola casetta di città. Elena era in pericolo e se per salvarla sarebbe dovuta a scendere a compromessi con un disonesto vampiro, l'avrebbe fatto.
Sbatté il tacco del suo stivale sul pavimento, oramai arresasi e pronta per quella assurda pazzia. Si morse il labbro mentre con trepidazione scendeva le scale del seminterrato. Il suo cuore accelerò il battito.
Perfezionò la vista e l'adattò al nuovo clima di luce. Buio, molto buio. Non conosceva ciò che la circondava e questo la spaventava ulteriormente. Poi sentì un sussurro, quasi un lamento. Un gemito di dolore provenire da una piccola cella la fece sobbalzare, respirando a fatica.
<< Damon, sei li? >>
<< Ma chi? >> Si udì lievemente << Bonnie? >> Damon aveva ben chiaro la sua presenza.
<< Ho bevuto della verbena. >>  Volle mettere in chiaro la sua situazione e in un certo senso assicurarsi l'immunità << Perciò se cercherai di mordermi morirai con me. >>
Un rauco, più forte. Forse un tentativo di disappunto o meglio di scherno. Bonnie non lo seppe mai e nemmeno volle saperlo. Il suo spirito era spinto da ben altre prospettive. Doveva agire d'astuzia e scegliere al meglio le proprie invettive.
Damon era scaltro, lo sapeva, ma anche debole e indifeso, a quanto pareva. E poi c'era il suo potere, il suo Grimorio, le sue conoscenze, e la sua buona dote di razionalità.
<< Non capisco cosa tu sia venuta a fare qui. >>
Bonnie si stupì di quanto quella voce risuonasse debole e spesse volte intaccata da singulti. Damon doveva essere proprio a secco e a giudicare dalle sue parole anche piuttosto dolorante. Ne ebbe quasi pena e la voglia di liberalo si fece più intesa.
Prudenza, le ritornò alla mente, e se ne servì per informarlo delle sue ultime scoperte.
<< Sono qui per Elena. Credo che sia in pericolo. >>
Si sentì un tonfo. Molto probabilmente il vampiro stava cercando di mettersi in piedi ma senza successo. Un altro colpo, forse quello di un pugno infranto al suolo. Poi un colpo di tosse, uno più forte e un debole sussurro.
<< Cose le è successo? >>
A Bonnie non era consesso vederlo, perché ella stessa non voleva farlo. Se ne stava lontano dalla cella, troppo intimorita da ciò che avrebbe potuto trovare. Continuava a dirsi forte e determinata, ma a sentirsi fragile come una foglia d'autunno.
<< Klaus è venuta a cercarla. Dice che il suo potere può distruggere un Golem, ma ho letto che... >>
<< Cosa? >> Damon parve riacquistare le forze perdute. Bonnie percepì la suola delle sue scarpe scivolare sul terreno. Si stava rialzando. Poco dopo intravide un volto bianco e pallido fare capolino dalle sbarre della cella. Sembrava uno scheletro. Se la morte aveva davvero un volto, allora era quello di Damon, pensò Bonnie arretrando di qualche passo.
<< Elena non può usare il suo potere. >> Pronunciò il vampiro << Una quantità così elevata di energia la porterà alla morte. >>
<< Già. >> Bonnie abbassò lo sguardo. Gli occhi tralasciarono qualche lacrima. Ebbe paura e si sentì impotente.
Ma parve riacquistare la sua destrezza quando strinse i pugni e fissò il suo sguardo su quello del vampiro.
<< E' per questo che sono qui. Klaus sta portando Elena e Stefan al covo dei Golem. Io non so dove si trovano e anche da sola potrei fare ben poco. Devi aiutarmi, Damon. >>
<< Ma certo! Ma ridotto così non posso fare un  bel niente. Dietro di te c'è un frigo. Aprilo e passami una sacca di sangue. >>
Tentennò. La piccola strega d'improvviso non seppe cosa stesse facendo. E se Damon, una volta libero, l'avrebbe uccisa?
E se Damon non avrebbe ostacolato il piano di Klaus per liberare Katherine? E se Damon volesse la morte di Stefan e di Elena?
Le sue gambe non corrispondevano più a nessun comando. Il suo volto perso nel vuoto, nel buio torvo e umido nel seminterrato.
Il cuore le uscì dal costato quando piano indietreggiò ancora. La paura la stava assalendo e gli occhi di Damon la colsero alla svelta.
<< Bonnie, ti prego aiutami. Io amo Elena credimi! E devo salvarla, prima che sia troppo tardi. >>
Lo sapeva, il principe dei vampiri non pregava mai nessuno.


Elena si guardò intorno impaurita, prima di stringere il braccio di Stefan. La foresta sembrava rilasciare un alone di surrealismo mista ad un realtà macabra di cui pareva farsi promotrice. Si strinse nelle spalle, pensando a quando la sua vita fosse irrimediabilmente mutata.
Non conosceva l'aspetto dei Golem, ma per qualche sconosciuta ragione li immaginava simili a strane creature fatate. Quasi come gli hobbit o i nani. Ma in realtà erano giganti. Più umanoidi di quanto la sua immaginazione potesse partorire.
Distrusse un ramo secco, con la sua converse e sussultò. Sembrava un pila elettrica altamente corrosiva. Si poteva leggere la sua tensione dai suoi occhi spenti e segretamente lacrimanti.
Voleva uscire da quell'incubo prima del previsto.
<< Ecco qua. Siamo arrivati. >>
La voce di Klaus aumentò la sua bile. Corresse lo sguardo, battendo le palpebre, mettendo a fuoco l'immagine di un'antica caverna buia e logora. Un buco nero che sembrava attirarla verso una realtà sconosciuta, un ambiente ricco di mistiche rivelazioni e intrinseco di pericoli oscuri.
Deglutì poi fissò l'amico fidato. Fece un cenno con la testa e si riscosse in fretta.
Accettò ancora di seguirlo fin quando l'oscurità non li inghiottì tutti.


Asmodeo giaceva inerme sul suolo sabbioso. La sua espressione pareva quella di un angelo cullato dal dolce riposo. Ma dietro quella faccia tanto angelica a perfetta si nascondeva la crudeltà fatta a persona.
Elena si meravigliò nel constatare la mole di una creatura che pensava logora e spaventosa.
Era un uomo, un semplice uomo. Be', forse un po' particolare, ma non per questo terrificante. Lunghi capelli color argento gli ricadevano come fili di seta sulle spalle, a ricoprire il suo corpo smunto, vi era una lunga tunica bianca.
Ad Elena non era concesso ammirare il colore delle iridi dell'uomo, ma le immaginò fredde e glaciali come il ghiaccio. Di fianco a lui giaceva una donzella.
Stefan parve riconoscerla subito, anche nel buio della caverna.
<< E' Seira. >> Decretò. << La figlia di Asmodeo. >>
Vide Klaus fare un cenno di assenso alle sue parole. Si fece largo più a fondo nella caverna, illuminando con la sua torcia il circondario. Scorse così altre venti figure, simile ai due Golem. Anche loro giacevano inermi. Klaus spiegò che erano l'intera popolazione dei Golem che adesso riposavano sotto l'influsso della maledizione.
Ma che presto, solo per una notte, si sarebbero risvegliati.
<< Adesso è il tuo turno, Elena. >> Decretò ammiccando un amaro sorriso << Concentra il tuo potere ed usalo per distruggere il Gran Maestro. >>
Elena provò una fitta allo stomaco. Una dolorosa, micidiale fitta. Non aveva mai usato il suo potere, non sapeva quali effetti potesse scatenare. Non era di certo brava come Bonnie, ne furba come Damon, ne scaltra come Stefan.
Eppure sembrava l'unica, l'unica in grado di mettere un punto a quella storia tanto assurda.
Chiuse gli occhi, non certo per concentrarsi, ma perché le sembrava la cosa più logica da fare. Respirò a fondo, impregnando le narici di quel odore acre e disgustoso di muffa e fuliggine.
Strizzò le narici nauseata e placò il suo animo. Nel buio che le palpebre gettavano su i suoi occhi intravide una luce. La seguì, veloce, quasi come fosse una via di fuga. La raggiunse, cercando di afferrarla con la sua innata determinazione.
Ma i suoi palmi non sfiorarono alcun oggetto. Ci provò ancora, questa volta con più forza ed agguantò una forma strana di calore, che si diffuse prepotentemente in tutto il suo corpo.
Al di fuori di quella fantomatica dimensione, la terra cominciò a tremare. Sulle teste coaguli di fango cominciarono a picchiare forte, sul suolo si scagliavano pietre, si infrangevano macigni.
Un turbinio di suoni presagiva una catastrofe imminente. Elena pareva estranea a tutto questo. Il suo corpo cominciò a tremare, le sue mani a sudare, la sua gola ad emettere ignoti quanto incomprensibili suoni. Posseduta da una strana forza, cominciò a muoversi barcollando, come una bottiglia di spumante che aspetta di essere stappata.
Una luce, forte e intesa, inghiottì le tenebre. Si espanse a gran velocità ed acuì in fretta. La sua fonte era Elena stessa, che sembrava aver trovato una strada regia verso il suo oscuro potere.
Attecchiva quella luce, attecchiva a dismisura. Stefan si coprì il volto con un braccio, diversamente Kluas ghignava soddisfatto.
La vide protendersi verso il Gran Maestro. Una mano puntava dritto al suo cuore.
E' la fine, pensò, pregustando quella vittoria che non avrebbe pensato tanto facile.
Sfiorò lo sterno, la luce accecava. L'aria era solo elettricità, il suolo emanava energia. Ma come come una lampadina quella luce si spense. L'interruttore era stata la voce di Damon, che la pregava di non farlo.
<< Ferma, Elena! >>
Lo vide correre affannato, spossato, ma vivo. Dietro di lei si ergeva la figura dell'amica strega, armata dal suo amato Grimorio.
<< Damon Salvatore, vai subito via! >> Klaus mostrò la sua bile senza ritegno.
<< Damon, che ci fai qui? >> Stefan sembrava più agitato che sorpreso. Nelle sue iridi si ergeva un mare di inquietudine
<< Se Elena userà il suo potere per uccidere il Golem, morirà. Ma questo Klaus non ve lo ha detto scommetto! >>
Deglutì a fatica Stefan. Le sue iridi si accesero di un fuoco micidiale. Trasudò bile e disprezzo. Si sentì uno stupido, si vergognò per non aver dato voce a quella piccola parte di se stesso che gli intimava fiducia verso suo fratello.
<< E' la verità? >> Volle ancora un'ultima conferma che si tramutò in un gesto inaspettato quando Klaus afferrò per il collo la povera indifesa Elena.
Elle fece un gemito e sbarrò lo sguardo. Il cuore cominciò a martellarle nel petto quando la stretta si fece micidiale. Nella sua mente fluivano solo una miriade di immagini sconnesse tra di loro, ma che parevano trovare una sola fonte: Damon.
<< Non avvicinatevi, altrimenti la uccido! >> Fu una minaccia che sferzò le membra dei fratelli mortalmente.
Damon si arrese ad una breve analisi del evento. Gli bastò poco per capire che stesse bleffando.
<< Non potresti mai farle del male. Perderesti la tua unica occasione di uccidere Asmodeo. >>
La presa divenne soffocante << Non sfidarmi, Damon Salvatore. Tu non sai cosa sono capace di fare. >>
Damon lo decise freddamente. In brevi istanti si avventò su di lui, dando origine ad una marmaglia di corpi informi che cercavano uno di avere la meglio sull'altro.
Nella smania del momento, Elena riuscì a trovare una via di fuga. Si strattonò dalla presa, mentre i due vampiri davano inizio ad una lotta all'ultimo sangue.
Parve prevaricare il maggiore dei Salvatore, quando scaraventò Klaus a metri di distanza. Ma questi si rifece, troppo adirato per arrendersi e si avventò su di lui a denti stretti.
Un solo urlo, un solo gemito, un solo vincitore. Damon si accasciò a terra, sbarrando la bocca come a voler parlare. Riuscì ad emettere solo brevi suoni gutturali, prima che le sue ginocchia toccarono il suolo. Sotto lo sterno sinistro, la mano a coprire la ferita che sanguinava copiosa. L'aveva colpito al cuore, la dove nemmeno la forza di un vampiro poteva vincere.
<< Damon, no! >> Elena non perse tempo a soccorrerlo. Inutile spreco di tempo, perché il più sanguinario, quanto docile dei vampiri, già giaceva inerme, imbrattando il suolo del suo stesso sangue.
<< Damon, ti prego non lasciarmi. >> Elena lo accolse in grembo, accarezzandolo amorevolmente. Quasi a voler lenire il dolore, il suo dolore, che acuiva maldestro e distruttivo, perché l'epilogo era ormai vicino.
<< Devi andare via Elena. Scappa! >> Fu solo un sussurro, troppo flebile per essere ascoltato da altri, troppo nobile per fino per essere pronunciato da un vampiro. Da Damon Salvatore.
<< Non ti lascio Damon. Io ti amo. >>
Lo convinse ancora, perché potesse sapere, perché potesse esser certo che l'eternità non li avrebbe divisi. Lei lo avrebbe amato oltre i confini gravitazionali, oltre la morte e i ricordi che si sarebbero sfocati col tempo. No, non avrebbe amato nessun altro, e nessun altro avrebbe amato lei quanto Damon.
<< Anch'io ti amo, angelo mio. Ricordatelo sempre. >>
E poi fu il turno di Stefan. Proprio lui che era stato il promotore di un'ingiustizia tanto crudele.
Si scagliò contro il nemico con tutte le sue forze, ben consapevole che avrebbe potuto fare la stessa fine del fratello. Ma fu presto sconfitto dal più temuto de vampiri, che non si risparmiò nel dar prova della sua centenaria forza bruta, infliggendola su una preda fin troppo debole. Ma Stefan non si arrese. Accecato dalla rabbia e dal dolore, cominciò a controbattere in una lotta impari e ingiusta.
Gocce corpulente di sudore cominciarono ad imperlare il viso scuro di Bonnie.
Spettatrice di una tragedia senza eguali. Da una parte Elena di disperava piangendo, tenendo stretto sul suo grembo un Damon quasi morente. Dall'altra Stefan si scagliava contro Klaus, per eleggere una preda ed un predatore.
Ma c'era qualcosa che anch'ella poteva fare. Aprì alla svelta il suo Grimorio, implorando di trovare l'incantesimo giusto. Ne scartò alcuni, prima di essere certa di aver trovato qualcosa che facesse a caso suo.
Dalla sua bocca strane sillabe presero vita. L'aria si caricò di una mistica energia. Il tempo parve fermarsi.
Klaus arrestò il suo cangio diretto verso Stefan, e cominciò a tremare dolorante. Si portò entrambe le mani alle tempie, urlando il suo dissenso senza eguali. Stefan lo guardò di soppiatto, mentre si accasciava al suolo sconfitto. Rivolse la sua attenzione a Bonnie, per poi riportarla su suo fratello morente.
<< Presto Elena, dobbiamo uscire fuori di qui! >> Furono le sue parole, una volta che lo ebbe raggiunto. Caricò Damon sulle spalle e si accertò che Elena lo seguisse. Corsero verso l'uscita, portandosi dietro una Bonnie leggermente affaticata.
Dietro di loro, Klaus si contorceva dagli spasmi involontari del suo organismo in subbuglio. Le membra erano in fiamme.
L'uscita della caverna apparve a loro come l'entrata del Paradiso.
Bonnie astuta e inespugnabile strega, fu pronta per pronunciare alla svelta un incantesimo che avrebbe imprigionato i Golem e Klaus per l'eternità. A lavoro concluso ci fu solo silenzio.
Poi la disperazione.
Elena teneva ben ferma la testa di Damon sulle sue gambe. Si dondolava, non preoccupandosi di nascondere il proprio dolore, che stillava dai suoi occhi a grosse lacrime copiose.
<< Damon, no! >> Disperata a più non posso osservava il cielo, perché sapeva che li era condotto << Non mi lasciare, non mi lasciare! >> Si accasciò sul suo viso, ormai spento e privo di vita. Gli occhi celesti nascosti da quelle palpebre non avrebbero più brillato, quel sorriso, ora scomparso, non sarebbe più apparso sulla sua bocca, quella voce, la sua voce, non l'avrebbe più udita.
<< Damon, ti amo. Non mi puoi abbandonare! Non puoi! >>
Ma ormai era già troppo lontano, così lontano che non avrebbe mai udito la sua supplica, non avrebbe mai percepito la sua carezza, mai avvertito il suo freddo calore.
Stefan le si avvicinò mettendole una pacca sulla spalla. Pianse in silenzio, perché conscio di una colpa involontaria. Era la fine, proprio per lui che aveva sempre vissuto nel pensiero dell'eternità.
Un colpo di genio arrestò d'improvviso le lacrime di Elena. << Io posso salvarlo. Posso salvarlo. >>
<< Elena >> Stefan era già pronto per arrestare la sua pazzia << se userai una quantità tanto elevata di energia per salvarlo, morirai nel tentativo di provarci. >>
Gli occhi di Elena divennero fiamme, che asciugarono quelle stille salate, già troppe volte versate << La mia vita non ha più senso senza di lui. L'ho già persa, Stefan. >>
Non osò obbiettare il vampiro, perché già aveva osato tanto. La lasciò fare quando la vide chinarsi leggermente per dare un semplice bacio a stampo al suo amato. La lasciò fare quando la stessa chiuse gli occhi e ricominciò a concentrarsi, tenendo ben stretta tra le sue la mano gelida di Damon. La lasciò fare quando di nuovo la terra cominciò a tremare, ed una luce intensa accecò ancora i suoi occhi spossati, per irradiare il circondario al crepuscolo.
La lasciò fare, quando la stessa luce contornò il corpo del fratello, circondandolo di un'aura calda e rassicurante, che in breve rimarginò la sua ferita. Poi come tutto era iniziato così si spense e così si accese quando le palpebre di Damon si aprirono, lasciando che i suoi occhi azzurri e lucenti, come l'immensità del cielo, tornarono a brillare.
<< Angelo mio... >> Riuscì a bisbigliare, ripresosi dal coma, prima di vederla svenire priva di forze sul suo corpo.
Si alzò in fretta, per poterla stringere tra le sue braccia, sicuro e certo che non avrebbe potuto perderla e vivere con il pensiero di essere l'artefice del suo sacrificio. L'accoccolò con cura tra le sue braccia, che ritornarono calde e le accarezzò i capelli mantidi di sudore, nel tentativo di svegliarla dal suo dolce dormire.
<< Svegliati, Elena. Ti prego svegliati. >> E la paura divenne aitante, quando la sua amata non dava alcun cenno di vita.
Stefan sgranò lo sguardo affannato, Bonnie accelerò il respiro, Damon per la prima volta recitò una muta preghiera.
<< Svegliati, Elena, svegliati! Lo so che sei viva. Devi esserlo! >>
Le diede un breve colpetto sulla guancia, per rianimarla. La vide muovere impercettibilmente e strizzare gli occhi. Fu un dolce sollievo. Sorrise Damon, perché ora per nulla al mondo l'avrebbe persa.
Avanti a loro avevano un'eternità d'amore e gioia. E l'eternità era solo l'inizio.
<< Damon, sei vivo. >> le diede subito un bacio, come per suggellare quel momento. Non fu passionale ne spinto, ma Damon sapeva che ce ne sarebbero stati altri di migliori, altri più ricercati.
<< Ti amo Elena, ti ho sempre amata. >>
E per Stefan non servirono altre prove. Si arrese, perché di fronte all'amore nessuno può. Nemmeno un vampiro. Regalò ad entrambi un sorriso sincero, che gli venne restituito con altrettanto ardore.
Loro, finalmente, i due fratelli Salvatore, avevano trovato la pace. Ora si, tutti e tre ritornavano a respirare.


Non molto lontano da li, in una cella buia e logora, una ragazza barcollava su se stessa. Era sporca e sudicia. I suoi capelli, un tempo setosi, sembravo stoppa. Il suo volto, che molti ricordavano angelico, sembrava quello di una mummia.
Si raggrinzì su se stessa quando avvertì il rumore di alcuni passi. Sicura che si trattasse del suo carnefice, si nascose in un angolo, anche se l'avrebbero comunque vista.
Ma ricevette un'inaspettata sorpresa quando al suo posto si presentò un giovane che ella molte volte aveva avuto l'onore di ammirare. Capelli corti, argentati come la luna, occhi rossi e attraenti come il sangue, la pelle chiara come quella di un angelo.
<< Sei libera. >> pronunciò secco e deciso, enunciando un'antica formula che l'avrebbe liberata dalla sua prigionia.
La porta della cella si aprì, lasciandola interdetta sul da farsi.
<< Be' che aspetti? Asmodeo ha avuto quello che meritava e anche Klaus. Non potranno più nuocere a nessuno e sono sicuro che entrambi si divertiranno nel luogo in cui si trovano. >>
Le passò una sacca di sangue, che in brevi secondi fu dimezzata dalle fauci della giovane.
Lo guadava di sottecchi e anche con un'insana ostilità. Ma sentiva di potersi fidare, di doverlo fare. Recuperate le forze riuscì a reggersi in piedi, raggiungendo il Golem.
<< Grazie Kilik. Non l'ho dimenticherò. >> Un semplice bacio sulla guancia fu la sua ricompensa, prima di vederla svanire nel buio della notte.

Poco dopo, la stessa raggiunse le porte di una piccola città. Il cartello posto come insegna recitava in brevi concisi caratteri:
"Benvenuti a Mystic Falls"
Ella sorrise sghemba. Un minaccioso alito di vento fece svolazzare i suoi lunghi ispidi capelli. Anche la natura a suo modo lo stava annunciando.
Katherine era finalmente tornata.

                                                                                                                                     Fine

Innanzitutto perdonate il ritardo!! Ma sono stata occupata con gli esami e mille altre cose che mi hanno impedito di mettere finalmente fine a questa storia. Una fine inaspettata vero? Vi ho stupite? Diciamo che è una fine senza fine, un po' nel mio stile, lascio a voi e alla vostra immaginazione continuarla. Oppure un giorno potrei riprenderla. Chi lo sa.
Per ora ho altri progetti come portare a termine Non lasciarmi  una storia dal successo inaspettato ( sempre delena ovviamente) e poi dedicarmi ad altro. Lasciate che ringrazi tutte le persone che da sempre hanno seguito questa storia, che hanno recensito e che mi hanno sostenuto in particolare Fra Cullen che mi ha dato la giusta energia per concludere questo capitolo.
Grazie infinite davvero!!!! Vi lascio il link della mia Pagine facebook dove potete leggere tutte le news sulle mie storie e tante altre cose. Alla prossima ciccie e mi raccomando recensiteeee!!! Kiss kiss da
   
                                                                                                                                                       
Stella94


   
 
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