Cos'è un mostro
Cos’è
un mostro.
Dopo Reichenbach era cambiato qualcosa.
Qualcosa di sostanziale dentro te.
Sostanziale come gli incubi.
Incubi frequenti nel primo anno, poi sempre più radi.
La formula era sempre la stessa.
Acqua, sangue, grida, acqua, morte, risate, acqua, acqua, acqua.
E poi il risveglio agognato, nero, saturo di paure, dubbi.
Dubbi che non esistevano per Sherlock Holmes, non dovevano.
Non potevano e basta.
E ora, a tanti –troppi- anni di distanza, è raro se non
improbabile che capiti.
Ma non c’è niente di razionale in notti come quella, non quando
la pioggia cade a cascate.
~
La formula era sempre
la stessa.
Le orecchie tappate,
scrosci ininterrotti a destra, a sinistra, alle tue spalle.
Davanti a te uno
specchio d’acqua, limpido come solo la natura può essere.
Ti riflettevi
completamente, in tutta la tua altezza, e il liquido era così cristallino che
mostrava la vera indole delle persone.
E la tua era bassa,
vecchia, canuta e rideva, rideva di te.
Tu sussultavi e vedevi
il sangue colare dalla figura proprio nei punti in cui l’avevi colpita con il
bastone.
Gli occhi bianchi di morte
ti fissavano e sorridevan anch’essi, divertiti dalla tua vista.
E sentivi urla
soffocate dagli scrosci chiamarti, ma erano troppo lontane, e quelle labbra
secche, marce, troppo vicine.
Queste si schiudevano
lasciando uscire sussurri, sussurri stregati che ti pervadevano il cervello.
«Tu sei come me, esattamente come me: solo un mostro.»
E lo specchio d’acqua
incominciava a sussultare, sempre più forte, come quella risata, sempre più
alta, sempre più verso il cielo.
L’immagine scompariva,
inghiottita dai fiotti, inghiottita dagli scrosci e dalla cascata che
inghiottirà anche te.
Per sempre.
Ed ecco il risveglio bramato, bagnato e pallido come la tua
pelle.
Come il battito impazzito che freme nel petto, che ti
martella nelle orecchie.
Come quella risata.
Apri gli occhi e ti guardi intorno, in cerca di appigli con
la realtà.
Tre quadri, uno per ogni assassino.
Baker Street, camera
tua.
E il sangue torna a scorrere nelle vene.
Ti copri la vista con un braccio, magro, sottile il giusto
per farti vedere il lampo che illumina la stanza.
Sospiri piano, coperto dal tuono.
Che però non riesce a coprire i tuoi pensieri.
Mostro.
Ma cos’è un mostro?
Un mostro non ha amici, ma tu hai Watson, qualcosa indefinitamente
più importante.
Un mostro muore, ucciso nei peggiori modi, ma non viene
invocato a voce alta, tra lacrime e testarde speranze.
Un mostro resuscita, come le peggiori paure, ma al suo
ritorno non viene stretto forte, con una voce all’orecchio che gli sussurra
“stupido fratellino”.
Un mostro ottiene rispetto, non amore, ma negli occhi di
quei ragazzini spaesati ci sono entrambi.
Un mostro è soggetto ad aggressioni omicide, ma non viene
accudito con la preoccupazione negli occhi e la dolcezza nel sorriso.
Un mostro fa promesse di vendetta e morte, ma non le
cancella per un “Holmes, la prego”.
Un mostro si serve di qualsiasi mezzo per soddisfare i propri
comodi, ma non tentenna davanti a occhi angosciati, delusi.
Un mostro…
«Holmes…»
Occhi stanchi, limpidi –veramente
limpidi-, si aprono piano su di te.
A coprirli un ciuffo, che tu leggermente scosti.
«Ma cosa…»
Baci la sua bocca, dischiusa appena.
Ti allontani –lentamente-
e sussurri.
«Zitto, dormi»
E lui vorrebbe riempirti di domande, lo sai, ma viene vinto
da un piccolo sbadiglio e chiude gli occhi.
I tuoi veri specchi
d’acqua.
Un sorriso, piccolo, caldo,
sfugge dalle tue labbra e ti avvicini a Watson, a solo un respiro da lui.
E chiudi gli occhi anche tu.
***Angolino del cambia-colore***
Non chiedete, colpa del caldo.
Or dunque! Questa idea, ossia gli “incubi”, è la cosa più
banalmente banale che esista in questo fandom, ma io amo i cliché ed amo
riportarli in vita, magari sotto nuova forma.
In effetti è quello che ho fatto, visto che di solito è
Watson a soffrirne e non Holmes.
Bhe, la qui presente Jolly Camaleonte offre due al prezzo di
uno! :D *non si rende conto di star togliendo il sonno a un personaggio che ne
avrebbe urgentemente bisogno*
La prima cosa che salta all’occhio è che il sogno ha tempi
passati, mentre il resto ha tempi presenti.
Sì, sono impazzita, ma un motivo c’è: Holmes ha archiviato
la cosa, per lui è solo un ricordo, è il suo subconscio che glielo fa rivivere,
lui, razionalmente, ne parla al passato perché lui lo considera tale.
Il resto è al presente
perché… perché mi andava.
Seconda cosa è il riflesso nell’acqua, indovina indovinello:
chi è l’uomo nel lago?
Basso, vecchio, canuto = MORIARTY.
Terzo (e probabilmente ultimo, non mi morite ;O;) l’elenco
di Holmes, che tenta di dimostrare per antitesi *ringrazia la prof di
matematica* cos’è un mostro.
Ora, il primo motivo è specificato chi, quindi passo agli
altri.
2) “invocato a voce alta, tra lacrime e testarde speranze.”
Questo è Watson, che dopo essere tornato alle cascate e aver capito cos’era
successo, si mette a gridare il nome di Holmes disperato (sono le stesse grida
che Holmes sente in sogno, che però sono sovrastate dallo scroscio dell’acqua).
Le speranze sono testarde perché Watson è testardo, perché Watson non si
arrende. *coccola&spupazza*
3) “ma al suo ritorno non viene stretto forte, con una voce
all’orecchio che gli sussurra “stupido fratellino”. ” qui è tutta fantasia mia.
Praticamente ho immaginato che tornato a Londra, Mycroft lo sia passato a
prendere e che alla vista del suo fratellino, creduto morto per un piccolo
periodo –ma comunque creduto morto!-, dopo tre anni, non gli abbia lasciato
dire neanche una parola e gli abbia tirato un braccio intorno al collo,
stringendolo e sussurrandogli “stupido fratellino” (“ho contato circa 86
differenti soluzioni in questi anni, e tu proprio scegli la più teatrale?
*sospiro* Ovviamente, o non saresti stato tu” *occhiata rimprovero misto
affetto*)
4) “ma negli occhi di quei ragazzini spaesati ci sono entrambi.”
Anche qui è palese, sono gli Irregolari, quei ragazzini che sono Qualcuno solo
grazie a Holmes. <3
5)” ma non viene accudito con la preoccupazione negli occhi
e la dolcezza nel sorriso.” E non potevo non mettercela, non lei che ha
sopportato questi due omini vittoriani per tutti quegli anni: la signora
Hudson. Santa donna, santa donna! Comunque qui, nello specifico, mi sono
riferita all’avventura de “Il cliente illustre” dove i giornali riportano
“Aggressione omicida a Sherlock Holmes!” (Il taccuino di Sherlock Holmes, 1902
settembre).
6)” ma non le cancella per un “Holmes, la prego”. ” ecco,
cliché più cliché di questo NUN C’E’! Mi riferisco ovviamente
all’avventura de “I tre Garrideb” dove Holmes giura morte a Evans il killer. La
mia immaginazione ovviamente ha fatto un altro volo e ha immaginato che Watson,
preoccupato, l’ha fatto riflettere (oddio, sarebbe da segnare sul calendario) e
l’ha fatto desistere con un esasperato “Holmes, la prego”.
7) “si serve di qualsiasi mezzo per soddisfare i propri
comodi, ma non tentenna davanti a occhi angosciati, delusi.” Qui invece punto
su un altro fattore IPERSUPER cliché di questo fandom: la droga. Quell’abbietto
strumento che Holmes usava per cacciar via la noia (dopo ha scoperto che il
dottore era così multitasking che…*GHGHGHGHGH*), ma come ci dice il Canone
(oddio, non vi metto il riferimento, ho sonno, voi fidatevi) Watson l’ha fatto
desistere dopo anni e ANNI di tentativi (quando si parlava di zucche dure…). Questa
frase invece sottolinea come Holmes, nonostante tutto, tentennava un po’ sotto
lo sguardo angosciato, deluso, di Watson che fissava la siringa ipodermica
penetrare nella pelle.
8) …. No, non c’è un otto xD Per vostra fortuna! (però sto
facendo le note più lunghe della storia YAY!)
L’ultima cosa che voglio dire, il resto lascio intuire(?) a
voi, è che non me ne frega niente se è OOC, se lo è ci metto l’avvertimento, ma
Holmes puccioso è e puccioso rimane è_é
*strapazza&coccola&qualsiasiaaltracosasifacciaconipeluches*
Ora potete lapidarmi U:U
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