Libri > Sherlock Holmes
Ricorda la storia  |      
Autore: Jolly Camaleonte    14/07/2011    4 recensioni
Dopo Reichenbach era cambiato qualcosa.
[H/W]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Going deeper.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cos'è un mostro

Cos’è un mostro.

 

Dopo Reichenbach era cambiato qualcosa.

Qualcosa di sostanziale dentro te.

Sostanziale come gli incubi.

Incubi frequenti nel primo anno, poi sempre più radi.

La formula era sempre la stessa.

Acqua, sangue, grida, acqua, morte, risate, acqua, acqua, acqua.

E poi il risveglio agognato, nero, saturo di paure, dubbi.

Dubbi che non esistevano per Sherlock Holmes, non dovevano.

Non potevano e basta.

E ora, a tanti –troppi- anni di distanza, è raro se non improbabile che capiti.

Ma non c’è niente di razionale in notti come quella, non quando la pioggia cade a cascate.

~

La formula era sempre la stessa.

Le orecchie tappate, scrosci ininterrotti a destra, a sinistra, alle tue spalle.

Davanti a te uno specchio d’acqua, limpido come solo la natura può essere.

Ti riflettevi completamente, in tutta la tua altezza, e il liquido era così cristallino che mostrava la vera indole delle persone.

E la tua era bassa, vecchia, canuta e rideva, rideva di te.

Tu sussultavi e vedevi il sangue colare dalla figura proprio nei punti in cui l’avevi colpita con il bastone.

Gli occhi bianchi di morte ti fissavano e sorridevan anch’essi, divertiti dalla tua vista.

E sentivi urla soffocate dagli scrosci chiamarti, ma erano troppo lontane, e quelle labbra secche, marce, troppo vicine.

Queste si schiudevano lasciando uscire sussurri, sussurri stregati che ti pervadevano il cervello.

«Tu sei come me, esattamente come me: solo un mostro.»

E lo specchio d’acqua incominciava a sussultare, sempre più forte, come quella risata, sempre più alta, sempre più verso il cielo.

L’immagine scompariva, inghiottita dai fiotti, inghiottita dagli scrosci e dalla cascata che inghiottirà anche te.

Per sempre.

 

Ed ecco il risveglio bramato, bagnato e pallido come la tua pelle.

Come il battito impazzito che freme nel petto, che ti martella nelle orecchie.

Come quella risata.

Apri gli occhi e ti guardi intorno, in cerca di appigli con la realtà.

Tre quadri, uno per ogni assassino.

Baker Street, camera tua.

E il sangue torna a scorrere nelle vene.

Ti copri la vista con un braccio, magro, sottile il giusto per farti vedere il lampo che illumina la stanza.

Sospiri piano, coperto dal tuono.

Che però non riesce a coprire i tuoi pensieri.

Mostro.

Ma cos’è un mostro?

 

Un mostro non ha amici, ma tu hai Watson, qualcosa indefinitamente più importante.

 

Un mostro muore, ucciso nei peggiori modi, ma non viene invocato a voce alta, tra lacrime e testarde speranze.

 

Un mostro resuscita, come le peggiori paure, ma al suo ritorno non viene stretto forte, con una voce all’orecchio che gli sussurra “stupido fratellino”.

 

Un mostro ottiene rispetto, non amore, ma negli occhi di quei ragazzini spaesati ci sono entrambi.

 

Un mostro è soggetto ad aggressioni omicide, ma non viene accudito con la preoccupazione negli occhi e la dolcezza nel sorriso.

 

Un mostro fa promesse di vendetta e morte, ma non le cancella per un “Holmes, la prego”.

 

Un mostro si serve di qualsiasi mezzo per soddisfare i propri comodi, ma non tentenna davanti a occhi angosciati, delusi.

 

Un mostro…

«Holmes…»

Occhi stanchi, limpidi –veramente limpidi-, si aprono piano su di te.

A coprirli un ciuffo, che tu leggermente scosti.

«Ma cosa…»

Baci la sua bocca, dischiusa appena.

Ti allontani –lentamente- e sussurri.

«Zitto, dormi»

E lui vorrebbe riempirti di domande, lo sai, ma viene vinto da un piccolo sbadiglio e chiude gli occhi.

I tuoi veri specchi d’acqua.

Un sorriso, piccolo, caldo, sfugge dalle tue labbra e ti avvicini a Watson, a solo un respiro da lui.

E chiudi gli occhi anche tu.

 

 

 

 

 

***Angolino del cambia-colore***

Non chiedete, colpa del caldo.

Or dunque! Questa idea, ossia gli “incubi”, è la cosa più banalmente banale che esista in questo fandom, ma io amo i cliché ed amo riportarli in vita, magari sotto nuova forma.

In effetti è quello che ho fatto, visto che di solito è Watson a soffrirne e non Holmes.

Bhe, la qui presente Jolly Camaleonte offre due al prezzo di uno! :D *non si rende conto di star togliendo il sonno a un personaggio che ne avrebbe urgentemente bisogno*

La prima cosa che salta all’occhio è che il sogno ha tempi passati, mentre il resto ha tempi presenti.

Sì, sono impazzita, ma un motivo c’è: Holmes ha archiviato la cosa, per lui è solo un ricordo, è il suo subconscio che glielo fa rivivere, lui, razionalmente, ne parla al passato perché lui lo considera tale.

Il resto è al presente  perché… perché mi andava.

Seconda cosa è il riflesso nell’acqua, indovina indovinello: chi è l’uomo nel lago?

Basso, vecchio, canuto = MORIARTY.

Terzo (e probabilmente ultimo, non mi morite ;O;) l’elenco di Holmes, che tenta di dimostrare per antitesi *ringrazia la prof di matematica* cos’è un mostro.

Ora, il primo motivo è specificato chi, quindi passo agli altri.

2) “invocato a voce alta, tra lacrime e testarde speranze.” Questo è Watson, che dopo essere tornato alle cascate e aver capito cos’era successo, si mette a gridare il nome di Holmes disperato (sono le stesse grida che Holmes sente in sogno, che però sono sovrastate dallo scroscio dell’acqua). Le speranze sono testarde perché Watson è testardo, perché Watson non si arrende. *coccola&spupazza*

3) “ma al suo ritorno non viene stretto forte, con una voce all’orecchio che gli sussurra “stupido fratellino”. ” qui è tutta fantasia mia. Praticamente ho immaginato che tornato a Londra, Mycroft lo sia passato a prendere e che alla vista del suo fratellino, creduto morto per un piccolo periodo –ma comunque creduto morto!-, dopo tre anni, non gli abbia lasciato dire neanche una parola e gli abbia tirato un braccio intorno al collo, stringendolo e sussurrandogli “stupido fratellino” (“ho contato circa 86 differenti soluzioni in questi anni, e tu proprio scegli la più teatrale? *sospiro* Ovviamente, o non saresti stato tu” *occhiata rimprovero misto affetto*)

4) “ma negli occhi di quei ragazzini spaesati ci sono entrambi.” Anche qui è palese, sono gli Irregolari, quei ragazzini che sono Qualcuno solo grazie a Holmes. <3

5)” ma non viene accudito con la preoccupazione negli occhi e la dolcezza nel sorriso.” E non potevo non mettercela, non lei che ha sopportato questi due omini vittoriani per tutti quegli anni: la signora Hudson. Santa donna, santa donna! Comunque qui, nello specifico, mi sono riferita all’avventura de “Il cliente illustre” dove i giornali riportano “Aggressione omicida a Sherlock Holmes!” (Il taccuino di Sherlock Holmes, 1902 settembre).

6)” ma non le cancella per un “Holmes, la prego”. ” ecco, cliché più cliché di questo NUN C’E’! Mi riferisco ovviamente all’avventura de “I tre Garrideb” dove Holmes giura morte a Evans il killer. La mia immaginazione ovviamente ha fatto un altro volo e ha immaginato che Watson, preoccupato, l’ha fatto riflettere (oddio, sarebbe da segnare sul calendario) e l’ha fatto desistere con un esasperato “Holmes, la prego”.

7) “si serve di qualsiasi mezzo per soddisfare i propri comodi, ma non tentenna davanti a occhi angosciati, delusi.” Qui invece punto su un altro fattore IPERSUPER cliché di questo fandom: la droga. Quell’abbietto strumento che Holmes usava per cacciar via la noia (dopo ha scoperto che il dottore era così multitasking che…*GHGHGHGHGH*), ma come ci dice il Canone (oddio, non vi metto il riferimento, ho sonno, voi fidatevi) Watson l’ha fatto desistere dopo anni e ANNI di tentativi (quando si parlava di zucche dure…). Questa frase invece sottolinea come Holmes, nonostante tutto, tentennava un po’ sotto lo sguardo angosciato, deluso, di Watson che fissava la siringa ipodermica penetrare nella pelle.

8) …. No, non c’è un otto xD Per vostra fortuna! (però sto facendo le note più lunghe della storia YAY!)

L’ultima cosa che voglio dire, il resto lascio intuire(?) a voi, è che non me ne frega niente se è OOC, se lo è ci metto l’avvertimento, ma Holmes puccioso è e puccioso rimane è_é *strapazza&coccola&qualsiasiaaltracosasifacciaconipeluches*

 

 

Ora potete lapidarmi U:U

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: Jolly Camaleonte