Harry Potter-Dimensione Parallela19
Capitolo dedicato a tutti voi che amate questa ff!
Severus entrò nel suo
ufficio ad Hogwarts. Aveva bisogno di restare solo per riflettere sulle
risposte che Potter gli aveva dato.
Gli sembrava ancora impossibile che fosse vivo, eppure era lì...sospirò pesantemente.
Afferrò la montagna di
compiti da correggere degli alunni del sesto anno, doveva pensare ad
altro, eppure le parole di quel ragazzo continuavano a vorticargli in
testa.
FLASHBACK
Harry
fissava attentamente il suo ex professore in attesa che dicesse
qualcosa. Poteva capire la sua confusione, infatti gli stava dando
tutto il tempo necessario per metabolizzare la cosa.
Severus
lo scrutava attento, si era aspettato di tutto, tranne di trovarsi
davanti quel ragazzo nel salotto di casa Potter, per di più
sotto effetto di polisucco e con le sembianze di Bellatrix. Si era
aspettato di tutto, tranne quella scintilla di riconoscenza che
brillava in quegli occhi verdi a lui molto famigliari, gli occhi della
sua migliore amica Lily.
Sospirò,
doveva pur dire qualcosa. Inoltre avrebbe trovato risposta
alle sue domande e forse avrebbe finalmente dormito decentemente.
"Da quanto sei venuto qui?" gli domandò serio.
"Il 7
settembre. Non ho detto a nessuno chi ero, loro l'hanno scoperto solo
il 23 dicembre. Sono stato io a chiedere loro di non dire nulla a
nessuno" rispose Harry con un leggero sorriso. "Nemmeno a te".
"Perchè?" quella domanda era uscita spontanea dalle labbra di Severus.
"Sapevo
già che tu avevi dei sospetti su di me e che mi stavi diciamo
tenendo d'occhio per conto di Silente. Sei sempre stato bravo come spia
in effetti,
non mi stupisce che l'abbia chiesto a te. E sapevo che prima o poi avresti capito, non sei affatto uno che si fa fregare".
Severus inarcò le sopracciglia sorpreso. Potter gli stava facendo dei complimenti?
Cose da non credere...
"Quindi mi conosci bene..." ne dedusse.
Harry
annuì. "Sei stato per sei anni il mio professore, diciamo che
tra di noi c'era un'antipatia reciproca, perchè tu pensavi che
fossi un pallone gonfiato come mio padre e io perchè tu mi
giudicavi a priori senza nemmeno conoscermi, pensavi che mi piacesse
essere una celebrità, il Bambino-Che-E' Sopravvissuto eccetera.
Invece lo detestavo, perchè ero famoso per una cosa che nemmeno
ricordavo, una cosa che aveva portato alla morte dei miei genitori.
Avrei preferito mille volte essere qualcun'altro, che non fosse toccato
a me, vivere una vita normale..."
Severus lo fissò stupito. Aveva letto amarezza nella sua voce e una profonda tristezza.
"Senza dirmi
niente mi hai protetto in questi anni, altrimenti credo che senza di te
sarei morto al mio primo anno a Hogwarts. Avevi promesso a Silente di
vegliare su di me, per l'amicizia che ti aveva legato a Lily".
Sì,
si riconosceva nelle parole del ragazzo. Era decisamente nel suo
carattere fare le cose senza che gli altri se ne accorgessero.
"Sappi Severus che provo per te un profondo rispetto e stima, sul serio".
Severus lo
fissò attentamente, era così tranquillo ma allo stesso
tempo vigile...gli vennero in mente le parole di Moody, vigilanza
costante...
"Hai intenzione di affrontarlo, vero?" glielo aveva letto in quegli occhi accesi dalla determinazione.
"Una volta
che avrò distrutto tutti gli Horcrux sì, non che abbia
scelta comunque...nessuno dei due può vivere se l'altro
sopravvive, ognuno morirà per mano dell'altro...il mio destino
è segnato da quando sono nato. Lo riaffronterò di nuovo".
"Sembri molto sicuro di te" notò Severus.
Non aveva
letto paura sul suo viso, nulla, come se il fatto di combattere contro
Voldemort in persona lo lasciasse del tutto indifferente. Davvero
incredibile, quel ragazzo doveva averne passate proprio di brutte per
non temere il Signore Oscuro...
"Sono sicuro
dei miei mezzi...tu e Remus mi avete allenato piuttosto bene e in
questi quattro mesi il tempo che non dedicavo alla ricerca degli
Horcrux lo passavo ad allenarmi" rispose Harry con un sorriso.
Lui e Lupin avevano allenato Potter per combattere contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Robe da non credere...
"Potter sono..."
"Confuso?
Sì, comprensibile. Lascia che ti dica una cosa che mi disse
Silente...tu sei un vero Grifondoro, non un Serpeverde, il cappello si
è sbagliato" disse Harry convinto.
Severus lo fissò senza dire nulla, troppo stupito dalle sue parole.
Harry Potter era una delle poche
persone che era riuscito a destabilizzarlo sul serio. Andò a
letto convinto che nemmeno quella notte sarebbe riuscito a dormire,
quelle parole gli giravano ancora in testa e non c'era nessun modo per
evitarlo.
Gli aveva promesso di non dire
nulla a nessuno, nemmeno a Silente. Del resto poteva farlo, anche lui
come Potter era un bravo Occlumante...già gli aveva detto che
era stato proprio lui ad insegnargliela insieme alla Legilimanzia.
Non poté impedire a un sorriso soddisfatto di fare capolino sul suo volto.
*
Nemmeno
Harry riusciva a dormire, rifletteva su quello che Severus gli aveva
detto, sul perchè lui e suo padre avevano smesso da molti anni
di odiarsi.
FLASHBACK
Harry fissò Severus con attenzione e curiosità.
"Perchè tu e mio padre siete...diciamo in buoni rapporti?"
Severus
non poteva negare che si era aspettato quella domanda. Si guardò
le mani che teneva strette sulle gambe, la mente andò indietro
nel tempo, di circa diciassette anni.
Era
un mangiamorte ma era già passato dalla parte di Silente, era
diventato una spia. Eppure non era riuscito a capire chi fosse il
traditore all'interno dell'Ordine, lo scoprì troppo tardi.
Era
appena arrivato al cimitero di Little Hangleton, proprio vicino a
Riddle Manor. Era notte, la notte di Halloween, chissà
perchè il Signore Oscuro li aveva radunati a quell'ora.
Lucius e Bellatrix gli si avvicinarono togliendosi la maschera e mostrando un sorriso compiaciuto.
Si sentiva inquieto e non si spiegava per quale motivo, ma c'era qualcosa che non andava.
"Il Signore Oscuro l'ha fatto finalmente" gli riferì Bellatrix.
"Non sappiamo come ma l'ha trovato" aggiunse Lucius.
"Cosa?" domandò Severus confuso.
"Harry Potter è morto" rispose Bellatrix.
Cercò
di mostrarsi imperturbabile a quella notizia, eppure non poté
non pensare al dolore di Lily e di sicuro anche di Potter. Ma com'era
stato possibile? Erano protetti dall'Incanto Fidelius e Black era il
Custode Segreto...
"Eccoti Severus, aspettavamo proprio te" disse Voldemort non appena anche lui si mise in cerchio.
"Mi dispiace signore per il ritardo" si scusò Severus cercando di calmare i battiti del suo cuore.
"Non
importa, rallegrati Severus, perchè oggi ho eliminato
definitivamente l'ultimo ostacolo al potere. Ora nessuno potrà
fermarmi. Harry Potter è morto, e vi starete di sicuro chiedendo
come ho fatto a trovarlo..."
Severus lo fissava in attesa di risposte.
"Vieni Codaliscia" disse Voldemort soddisfatto.
E
Severus capì. Peter Minus era il traditore, ed era anche il
Custode Segreto dei Potter. Aveva tradito i suoi migliori amici quel
lurido topo di fogna. E aveva consegnato il piccolo Harry alla morte.
Strinse forte una mano a pugno per impedirsi di lanciare qualche incantesimo su quell'essere.
"Lui ha tradito i Potter e mi ha consegnato il bambino. Mi sei stato prezioso Codaliscia".
"Grazie signore" Peter si inchinò a baciare l'orlo della veste nera di Voldemort.
Poi si unì al cerchio di altri mangiamorte.
"Ecco
qui quello che rimane di Harry Potter" Voldemort si spostò
rendendo visibile a tutti loro il piccolo corpicino ormai privo di vita
del bambino.
Severus distolse immediatamente lo sguardo da quel cadavere così piccolo, altrimenti si sarebbe tradito, avrebbe pianto.
"Cosa ne facciamo di lui, mio signore?" domandò Rodolphus Lestrange con qualcosa di sadico nel tono di voce.
Voldemort
ghignò. "Severus, Bellatrix, Peter...portate Potter nella baia
di Dalmouth, lì si unirà agli altri nostri Inferius".
Severus
raggelò. No, non poteva permetterlo, doveva riportare il corpo a
Lily, a tutti i costi, anche quello di essere ammazzato.
Peter prese in braccio Harry e poi tutti e tre si smaterializzarono con un crac.
Davanti a loro solo il mare mosso e gli scogli.
"Lascialo lì, Minus" ordinò Bellatrix.
Peter lasciò il piccolo cadavere di Harry su uno scoglio vicino al mare.
No, non poteva finire così...
Velocemente
schiantò Bellatrix, totalmente colta di sorpresa. Poi si
voltò verso Peter, l'odio si poteva leggergli chiaramente sul
volto.
Anche Peter aveva la bacchetta puntata su di lui.
"Come hai potuto, sporco traditore!" ringhiò Severus.
"Io sto sempre dalla parte del più forte" rispose semplicemente Peter, nessun accenno di rimorso nella voce.
"Era il figlio dei tuoi migliori amici!" sbraitò Severus.
Peter
ghignò. "Io non ho nessun amico, non mi hanno mai considerato
alla loro altezza. Io per loro non ero nessuno, con il Signore Oscuro
invece sarò grande. Tu invece Piton da che parte stai? Da quella
di Silente?"
Sapeva
che schiantando Bellatrix non sarebbe più potuto tornare
indietro, si era smascherato, ma non gliene importava un bel niente,
doveva portare via il cadavere di lì il prima possibile.
"Avada Kedavra!" disse Peter.
Severus si spostò, quell'idiota aveva intenzione di ucciderlo.
"Avada Kedavra!" ripeté Minus, una luce folle negli occhi.
L'incantesimo lo mancò di poco. "Avada Kedavra!"
Peter
cadde a terra lentamente, gli occhi sgranati e talmente chiari da
sembrare quasi bianchi. Severus lo fissò con odio e disprezzo
prima di dirigersi verso il piccolo Harry.
Lo
prese delicatamente tra le braccia e fissò quel viso, quelle
palpebre chiuse sotto cui sapeva c'erano gli occhi stupefacenti di Lily.
Ricordava
ancora perfettamente le grida e il pianto di Lily, i singhiozzi mentre
teneva stretto a sè il corpo del figlio e le parole di James
Potter, distrutto dal dolore, gli occhi rossi per il pianto.
"Grazie per avercelo riportato...non lo dimenticherò mai..."
Da quel momento tra lui e James c'era stato un rapporto di reciproco rispetto.
Non c'era bisogno di rispondere, sapeva che Harry gli aveva letto nella mente.
Harry lo fissava, gli occhi lucidi e commossi.
Harry sorrise. Severus era un grand'uomo, quella sera ne aveva avuto la prova tangibile.
*
Harry
insieme a James e Lily entrò nella stanza delle necessità
per la riunione dell'Ordine. Aveva riassunto le sembianze di Ted Evans.
Sua madre ormai era talmente abituata a vederlo col suo vero aspetto
che quando lo aveva visto scendere dalle scale così conciato per
un momento l'aveva scambiato per un intruso.
Notò Severus, seduto alla destra di Silente, lanciargli un'occhiata penetrante e in risposta sorrise.
Si
sedette con nonchalance tra Ron e Fred avendo già una mezza idea
di cosa Silente avrebbe parlato. Del rapimento di tre membri
dell'Ordine e di come si fossero miracolosamente salvati da Voldemort.
E ovviamente della coppa di tassorosso che gli aveva mandato quella
mattina.
La
cicatrice ogni tanto gli pizzicava, segno che Voldemort non era
tranquillo. La sua invasione mentale doveva averlo turbato parecchio,
era sicuro che mai nessuno si era spinto così in là.
"Silente sembra nervoso, avete notato?" disse Ron a bassa voce.
"E quando mai non lo è? Ultimamente stanno accedendo troppe cose strane..." rispose Neville.
Hermione annuì. "Da quando è tornato Harry Potter...che poi voglio dire...come ha fatto?"
"Non
ne ho idea, ci hanno sempre insegnato che non si può tornare dal
mondo dei morti, che non esistono incantesimi o pozioni in grado di
farti resuscitare" George alzò le spalle chiaramente confuso.
"Beh, ma tu Teddy sei sopravvissuto all'avada kedavra di Voldemort...insomma come hai fatto?" Fred lo guardò curioso.
Harry alzò le spalle. "Non lo so. Non avevo idea che sarei sopravvissuto".
"Devi
avere addosso uno scudo protettivo, per forza...però la cosa
è comunque strana, niente può bloccare l'avada..."
ragionò Ron.
"E' inutile che me lo domandiate. Quando mi sono messo davanti a Lily per proteggerla non sapevo che non sarei morto".
Con
quelle parole Harry decretò chiusa la conversazione, anche
perchè Silente si era alzato in piedi schiarendosi la voce, non
che ne avesse bisogno, era solo per attirare l'attenzione di tutti i
presenti.
"Spero che abbiate passato tutti delle belle vacanze natalizie" esordì Silente.
Sirius e Andrea si strinsero forte la mano, mentre Remus e Dora si sorrisero.
"Harry
Potter ha distrutto un altro horcrux, ha provveduto a mandarmene i
resti stamattina...era la coppa di Tosca Tassorosso" li informò
Silente mostrando i resti del metallo della coppa.
"Il
diario, l'anello, il medaglione, il diadema e adesso la coppa...quanti
ne mancano ancora?" domandò Fabian Prewett preoccupato.
"Credo
uno solo...sette è il numero perfetto, no? Del resto Voldemort
è stato l'unico a spingersi così in là, no?"
commentò Silente serio.
"Potter le ha riferito dove l'ha presa?" la McGranitt indicò la coppa.
Silente
sorrise divertito. "Curioso, davvero curioso come ci sia riuscito senza
farsi notare...l'ha rubata dalla camera blindata alla Gringott di
Bellatrix Lestrange".
"L'ha fatta ai folletti?" Bill era stupefatto, ma non era l'unico.
"Nessuno è mai riuscito a rubare alla Gringott" Marlene McKinnon era quasi sconvolta.
"Beh, Potter sì. Evidentemente aveva qualche asso nella manica, no?" intervenne Fred convinto.
"Come per esempio il fatto che ci aveva già rubato una volta" aggiunse George incrociando le braccia.
"Già, Potter è sempre avanti a noi di dieci passi" commentò Moody.
"Beh, è un vantaggio per noi, no?" fece notare Ted Tonks.
"Indubbiamente,
anche se non voglio pensare ai rischi che Potter sta facendo nell'agire
da solo" disse Silente preoccupato. "E' successa un'altra cosa
importante e alquanto strana per certi punti di vista..."
Tutti pendevano dalle labbra di Silente, tranne Harry che fissava il pavimento.
"Poco prima di Natale Rufus, Fabian e Gideon sono stati rapiti e portati da Voldemort per avere informazioni sull'Ordine".
Molti
trattennero il respiro alle parole di Silente, e ovviamente gli sguardi
di tutti si puntarono sui tre diretti interessati che però
fissavano Silente.
"Stavano
per essere uccisi quando Voldemort, o meglio il braccio che reggeva la
bacchetta si è abbassato contro la sua volontà e ha
cominciato a urlare" aggiunse il preside.
Severus
si girò di scatto verso Harry, gli occhi spalancati. Il giovane
Potter mosse impercettibilmente il capo rispondendo alla muta domanda
del professore. Sì, era stato lui.
"Cosa?" Andromeda Tonks era confusa.
"Credo
che abbia subito un attacco mentale, qualcuno deve aver cercato di
prendere possesso della sua mente per alcuni secondi, in modo da dare a
loro tre il tempo di scappare. Sono quasi sicuro che è stato
Harry Potter...anche se di solito per queste cose è necessario
il contatto visivo e Potter non era di certo lì..." Silente si
lisciò la barba bianca riflettendo.
"Davvero sbalorditivo" commentò Frank Paciock.
Alice di fianco a lui annuì convinta.
"Del resto sono molte le cose che non sappiamo di Potter, no?" fece notare Arthur Weasley.
"Infatti, molte...anzi troppe" convenne Silente.
*
Harry
sapeva che Voldemort stava cercando informazioni su colui che aveva
distrutto la sua bacchetta e che era sopravvissuto al suo avada
kedavra. Tuttavia non avrebbe trovato nulla su Ted Evans, visto che non
esisteva.
Era
la mossa che avrebbe fatto in seguito che più lo preoccupava.
Aveva già preso una volta tre membri dell'Ordine che
miracolosamente lui era riuscito a salvare, ma avrebbe potuto farne
rapire degli altri.
Di
certo Voldemort era pronto a tutto, non si era mai fatto scrupoli in
vita sua, rimorsi men che meno, per questo era ancora più
pericoloso.
Già,
perchè Voldemort si sentiva minacciato per la prima volta nella
sua vita. Non riusciva a spiegarsi come lui potesse essere ancora vivo.
Tuttavia
era ancora lontano dalla verità, dal fatto che lui fosse Harry
Potter e che lo stesse distruggendo pezzo per pezzo. Del resto lui
aveva visto il suo cadavere, quindi non aveva motivo di dubitare o di
pensare qualcosa di diverso. Questo gli dava decisamente tempo per
pensare a come fare a distruggere quel maledetto serpente, l'ultimo
passo per poterlo distruggere davvero e mettere fine alla guerra e alle
morti.
I
suoi genitori, Sirius e Remus volevano aiutarlo, ma non aveva
nessunissima intenzione di coinvolgerli. Non aveva rivelato niente su
cosa fosse l'ultimo horcrux, se la sua sarebbe stata un'azione suicida
doveva esserci solo lui, punto.
Nessuno
doveva morire per lui questa volta. Se l'era giurato non appena aveva
toccato con i piedi il suolo di quella nuova dimensione.
Era
il 26 gennaio e quel pomeriggio, per forse la prima volta in quel mese,
era in casa da solo. Suo padre era a lavoro e Lily, che lavorava come
pozionista in casa, era andata al San Mungo che da quel che sembrava le
voleva affidare l'incarico di produrre pozioni curative.
Era
solo nella sua stanza e stava pensando e ripensando per la millesima
volta a come poter uccidere il serpente senza farsi scoprire da
Voldemort. Praticamente Nagini era sempre con lui, attaccata alla sua
veste nera come un'ombra quasi.
Non poté non pensare che era davvero inquietante come cosa.
Guardò
l'orologio, avrebbe dovuto vedersi con Ginny fra una ventina di minuti
per passare insieme il pomeriggio a Hogsmeade. Un sorriso ebete fece
capolino sul suo volto, non vedeva l'ora di baciarla.
Il
sorriso scomparve lentamente dal suo viso, i contorni della stanza si
fecero sbiaditi, la luce che la illuminava scomparve quasi del tutto.
Era seduto non più sulla sedia dietro alla sua scrivania, ma in
una poltrona rosso sangue dallo schienale alto.
Sentì la bocca aprirsi, ma la voce che uscì non era la sua, era fredda come la stanza e acuta.
"Voglio
la giovane Weasley viva. La useremo per ricattare i suoi genitori...di
sicuro faranno di tutto pur di non vedere la loro bambina morta...una
cosa che non ho mai capito, l'amore per un figlio..."
Voldemort rise sprezzante subito imitato da altre sei figure incappucciate chinate davanti a lui in segno di reverenza.
Harry
sbattè le palpebre più e più volte tornando a
focalizzare la sua stanza. Respirava affannosamente, ma al momento non
gli importava se le sue visioni stavano peggiorando, visto che
avvenivano anche quando era sveglio, gli importava solo di Ginny.
"Dannazione!" esclamò controllando di avere la sua bacchetta e quella di riserva nella manica destra.
Un'occhiata
veloce allo specchio dopo aver assunto le sembianze di Ted Evans e poi
sparì con crac. Comparve proprio davanti ai Tre Manici di Scopa.
Si sarebbe dovuto incontrare con Ginny davanti alla Stamberga fra circa
cinque minuti.
Corse
come un pazzo in quella direzione, facendosi largo tra gli studenti che
allegri invadevano il piccolo villaggio godendosi quel finesettimana.
Sentiva
il cuore in gola e il panico invaderlo. Aveva paura, per la terza volta
in quella dimensione aveva seriamente paura di perdere qualcuno per lui
importante. La prima quando suo padre era entrato in coma, la seconda
quando sua madre stava per essere uccisa da Voldemort e la terza era
quella. Perdere Ginny avrebbe significato distruggerlo, il suo cuore si
sarebbe definitivamente spaccato e nessuno, più nessuno avrebbe
potuto rimettere insieme i pezzi.
Non
gliene importava niente di morire, Ginny doveva salvarsi, doveva
vivere. Al serpente ci avrebbero pensato i suoi genitori, Sirius e
Remus. La sua civetta, identica all'Edvige che aveva avuto, aveva
l'incarico di consegnare loro la lettera che aveva scritto ancora prima
che Voldemort attaccasse sua madre, quando era convinto che sarebbe
morto per salvare lei.
Adesso doveva solo pensare a proteggere Ginny.
All'improvviso
sentì dei botti in lontananza. Di riflesso corse più
veloce e sbucò proprio nello spiazzo dal quale si poteva
ammirare la Stamberga.
Lì
c'era Ginny, il volto sporco di sangue per una ferita sulla fronte, che
stringeva forte la bacchetta. Davanti a lei cinque mangiamorte con le
bacchette puntate e uno a terra privo di sensi.
"Andiamo rossa, non costringerci a farti del male..." disse uno di loro con voce sadica.
Era evidente che la sua intenzione era proprio un'altra.
Harry strinse i denti per la rabbia, la bacchetta ben salda nella sua mano.
"Cru..."
Senza esitare lanciò uno schiantesimo colpendolo in pieno. Si gettò davanti a Ginny, la bacchetta alzata.
"Teddy..." mormorò Ginny.
"Guarda guarda chi abbiamo qui...Ted Evans..." ghignò quello che Harry riconobbe come Nott.
Harry
spinse Ginny ancora più indietro. Se fosse stato da solo non
avrebbe esitato a combattere contro quei quattro, ma c'era lei...non
poteva metterla in pericolo, se le fosse successo qualcosa non se lo
sarebbe mai perdonato.
"Lasciatela andare...prendete me invece di lei, io sono un membro dell'Ordine, decisamente meglio, no?"
Sentì alle sue spalle Ginny trattenere il respiro terrorizzata. Gli strinse forte il braccio. "No!"
Harry finse di non sentirla. "Allora?"
"Il ragazzino ha ragione...lui è uno di loro, uno di Silente..." fece notare un altro.
Iniziò
una discussione tra i quattro mangiamorte ed Harry ne approfittò
per sussurrare a Ginny. "Quando te lo dico io te ne vai, chiaro?"
"Io non me ne vado" protestò Ginny.
"Ti prego...non riuscirei a ragionare sapendoti in pericolo...tornerò da te, te lo prometto" mormorò Harry rapido.
"Ma..." esordì Ginny.
"Ti amo. Vai adesso!" replicò Harry spingendola con forza alla sua destra.
Ginny a quel punto non potette fare altro che correre.
Subito
Harry lanciò un sortilegio scudo tra i mangiamorte e Ginny per
proteggerla e impedire ai quattro di poterla seguire.
"Vedo che tu Evans hai scelto per noi" disse Avery.
Harry non disse nulla, li fissò impassibile.
"Getta
a terra la bacchetta se non vuoi che ti riduciamo ad un cumulo di
cenere e che andiamo a riprendere la Weasley" intimò Nott.
Harry
lasciò cadere la bacchetta sulla neve e si lasciò
afferrare da Avery e Nott che si smaterilizzarono con un pop verso una
meta a lui sconosciuta.
Di
sicuro lo avrebbero portato da Voldemoret e realizzò solo allora
che ci sarebbe stato di sicuro anche il serpente.
Senza saperlo quei quattro gli avevano fatto un favore, gli avevano dato l'occasione perfetta per distruggere l'ultimo horcrux.
*
Ginny lo aveva visto lasciar cadere a terra la bacchetta e smaterializzarsi con loro. Nella mente aveva solo un nome, Harry.
Corse come non mai in vita sua. Doveva informare Silente il prima
possibile, solo lui poteva salvarlo. Si asciugò col dorso della
mano le lacrime che le avevano bagnato il viso. Entrò da
Mielandia, attraversò la marea di studenti fino ad arrivare alla
botola della cantina dove iniziava una galleria che sbucava dietro la
strega orba del terzo piano.
Correva, scivolava, aveva delle spelature al polso e ai gomiti, era stanca e sudata, ma non le importava. Doveva salvare Harry.
Sbucò dopo quello che le parve
un secolo al terzo piano. Afferrò subito la mappa del
malandrino senza smettere di correre, il cuore che batteva
all'impazzata. Individuò il cartiglio di Silente nella Sala
Grande, del resto presto sarebbe stata ora di cena. La mise via
continuando a correre, superando compagni che la fissavano confusi, un
po' per l'aspetto scarmigliato, un po' per il sangue secco che le
copriva una parte della fronte e della guancia destra. Ma non ci fece
caso, il suo unico pensiero era Harry in mano ai Mangiamorte.
Fu con leggero sollievo che vide
davanti a lei le porte aperte della Sala Grande. Entrò e per un
secondo fissò Silente. Stava parlando con la McGranitt e Piton.
Sapeva che Piton era a conoscenza della vera identità di Ted
Evans.
Con un ultimo scatto fu davanti al
tavolo dei professori, davanti a Silente che la guardava stupito, che
fissava il sangue che le sporcava il viso con preoccupazione.
"Signorina Weasley, che le è successo?" la McGranitt anticipò Silente.
"L'hanno preso...l'hanno preso...Ted..." rispose Ginny cercando di riprendere fiato.
"Chi ha preso Evans?" domandò Piton pallido.
"I Mangiamorte" rispose Ginny fissandolo negli occhi, facendo in modo che capisse che lei sapeva di Harry.
"Com'è successo?" domandò Silente serio mentre la McGranitt si portava una mano alla bocca.
"Ero davanti alla Stamberga...i
Mangiamorte sono comparsi all'improvviso, volevano prendere me per
ricattare i miei genitori e avere informazioni sull'Ordine...ma
è arrivato Ted e gli ha detto di prendere lui invece di me..."
spiegò Ginny velocemente.
Il resto era ovvio, avevano preso Ted e lasciato andare lei.
"Le prometto che faremo tutto il possibile per trovarlo" disse Silente ostentando calma.
"Lei non capisce..." proruppe Ginny irritata dalla tranquillità di Silente.
"Cosa non capisco, signorina Weasley?" domandò Silente assottigliando lo sguardo.
"Se lui muore non ci sarà più speranza" rispose Severus serio e preoccupato.
Silente guardò entrambi, sentiva che gli stavano nascondendo qualcosa. "Parla Severus".
Severus esitò. Doveva farlo?
"Ted Evans è Harry Potter" rispose Ginny seria.
Dovevano muoversi, oppure sarebbe stato tutto perduto.
Silente sussultò, la McGranitt sgranò gli occhi stupita.
"Non dovete dirlo a nessuno, chiaro?" aggiunse Severus.
Silente annuì e uscì di fretta dalla Sala Grande per dare inizio alle ricerche di Potter.
*
Severus
si fermò davanti alla porta dei Potter. Come poteva dare loro
una notizia del genere? Eppure dovevano saperlo, e lui era la persona
più adatta ad informarli.
Lanciò
un ultimo sguardo al cielo che si stava lentamente oscurando e poi, con
un groppo in gola, suonò il campanello.
Dopo pochi secondi la porta si aprì mostrando una Lily sorridente. "Sev, che sorpresa! Entra".
Severus
entrò e la seguì in salotto, dove c'erano James, Sirius e
Remus che stavano bevendo una tazza di tè.
"Ciao Severus, come mai qui?" domandò James con un sorriso.
Severus lo fissò, consapevole che fra pochi secondi avrebbe distrutto i sorrisi di tutti loro.
Sospirò. "E' successa una cosa che dovete sapere..."
A quelle parole notò James assottigliare gli occhi inquieto.
"Circa mezz'ora fa è entrata in Sala Grande Ginny Weasley, ferita alla fronte e col viso sporco di sangue".
"Come sta?" domandò Remus preoccupato.
"Lei
sta bene...è che...era a Hogsmeade e i mangiamorte volevano
rapirla per ricattare Molly e Arthur e avere informazioni dell'Ordine,
solo che..." Severus si bloccò.
"Lei è riuscita a scappare, no?" disse Sirius.
Severus scosse il capo. "No, non proprio..."
"Sev che vuoi dire?" Lily lo fissò negli occhi con ansia.
"E' stato fatto uno scambio...Harry per lasciare Ginny libera" rivelò Severus con voce bassa.
"Ci stai dicendo che Harry è stato rapito dai mangiamorte al posto di Ginny Weasley?" proruppe Remus senza fiato.
"Sì" rispose Severus, un groppo in gola.
James si alzò in piedi di scatto, pallido come un cencio.
Severus vide di striscio Lily accasciarsi e la prese al volo, prima che battesse la testa sul pavimento.
"Lily!" esclamò Remus inginocchiandosi davanti a lei che era scoppiata a piangere.
"Silente
e gli altri dell'Ordine lo stanno già cercando...Silente sa che
lui è Harry, io e la Weasley l'abbiamo dovuto dire"
riferì Severus circondando con un braccio le spalle di Lily e
fissando James.
Potter
annuì, incapace di dire qualcosa. Stava perdendo suo figlio, di
nuovo...non sarebbe riuscito a sopportare la sua morte una seconda
volta.
"Andiamo, dobbiamo trovarlo!" esclamò Sirius mettendo una mano sulla spalla di James.
Lily si alzò e abbracciò James.
"Lo troviamo Lily, lo troviamo" disse James più che altro in un pallido tentativo di convincere se stesso.
*
Harry era entrato in quello che
riconobbe all'istante come Riddle Manor. Finalmente Avery e Nott lo
mollarono. Quei due babbei non l'avevano nemmeno perquisito, non si
erano accorti che aveva la seconda bacchetta uguale alla sua nella
manica destra. Non doveva nemmeno essere loro passata nell'anticamera del cervello una simile eventualità.
Erano arrivati nel salotto, il
camino era acceso e c'era una poltrona dallo schienale alto che dava
loro le spalle. Sapeva già chi c'era seduto, le fitte alla
cicatrice glielo avevano reso chiaro dal primo momento che aveva messo
piede nella stanza.
Non si sbagliava. Voldemort si alzò lentamente voltandosi verso di lui, un ghigno malefico sul volto.
"Ted Evans, ma che sorpresa".
Harry lo fissò
sprezzante. Sentiva che stava cercando di abbattere le sue barriere
mentali per carpirgli informazioni, ma era tutto inutile, non avrebbe
mai ceduto.
Lo vide fare una smorfia di disappunto, probabilmente non se lo aspettava.
"Vedo che sei un ottimo
Occlumante...vorrà dire che ti farò parlare in un altro
modo...la Cruciatus dovrebbe scioglierti la lingua...Crucio!"
Harry si contorse a terra
cercando di non urlare per non dargli nemmeno la soddisfazione. Avrebbe
potuto torturarlo per quanto voleva, non gli avrebbe cavato una sola
parola.
Notò Nagini strisciare verso il suo padrone. Era lei il suo vero obiettivo, anche se questo Voldemort non poteva saperlo.
Voldemort abbassò la bacchetta e il dolore svanì.
Harry respirò pesantemente, cercando di recuperare aria.
"Allora Evans, dimmi quello che
sai dell'Ordine e quello che ha in mente Silente se non vuoi che
continui" sibilò Voldemort.
Harry lo fissò con aria strafottente. "Non ti dirò un bel niente, nè ora nè mai".
Voldemort lo torturò per
circa un'ora, ma Harry non disse nulla anche se la tentazione di
afferrare la bacchetta che teneva sempre nascosta sotto la manica
destra era forte. Ma doveva aspettare, di solito le persone catturate
da Voldemort venivano date in pasto a Nagini...solo in quel momento
avrebbe agito.
"Niente da fare, non parla...in
tal caso portatelo nella stanza qui affianco, credo che sarà un
ottimo spuntino per la mia Nagini" decretò Voldemort alla fine.
Evans era troppo leale per tradire, l'aveva capito subito, ma si era divertito a torturarlo per un po'.
Harry fu preso rudemente per le
braccia ancora da Avery e Nott che lo trascinarono nell'altra stanza.
Faticava a muoversi e aveva il respiro spezzato, tuttavia era ancora
abbastanza lucido per agire.
I due mangiamorte lo buttarono
dentro la stanza e se ne andarono nello stesso momento in cui Nagini
strisciò dentro. Lo fissava sibilando poi la vide mentre stava
per scattare e azzannarlo.
Era quello il momento. Prese la bacchetta "Avada Kedavra!"
Il serpente crollò a
terra con uno schianto mentre un'ombra nera si dissolveva nell'aria.
Doveva andarsene il prima possibile, non era nelle condizioni per
affrontare gli altri mangiamorte, men che meno Voldemort, riusciva a
stento a reggersi in piedi.
Sentì dei passi affrettati farsi più vicini.
"Diffindo!" il vetro della finestra si distrusse, una scheggia gli tagliò la guancia.
Con un salto si posizionò sul davanzale e fissò giù. Doveva essere al terzo piano della villa.
In quel momento la porta si aprì e comparve Voldemort.
Sentì la cicatrice bruciare forte mentre Voldemort, dopo aver visto il suo serpente morto urlava "NO!"
Prima che l'Avada Kedavra lo colpisse si lanciò nel vuoto smaterializzandosi nel primo posto che gli venne in mente.
Si ritrovò sotto un cielo
stellato, era coricato con le braccia spalancate nell'erba di un
giardino che lui conosceva molto bene, la Tana.
Sorrise, ce l'aveva fatta anche stavolta e Ginny era salva. Gli Horcrux erano tutti distrutti finalmente.
Poi chiuse gli occhi perdendo i sensi.
*
Molly
Weasley aveva appena finito di cenare con Ron e Hermione mentre tutti
gli altri suoi figli e suo marito erano andati a cercare Ted Evans. Suo
marito le aveva solo detto che era stato rapito dai Mangiamorte al
posto di Ginny.
Era tremendamente in ansia per quel ragazzo, aveva salvato sua figlia...
Aveva notato che anche Ron e Hermione erano preoccupati, in quei mesi erano diventati amici.
"Dovremmo cercarlo anche noi mamma" protestò Ron.
"No, hai sentito cos'ha detto tuo padre? Ci stanno pensando gli altri" rispose Molly decisa.
"Ma facciamo anche noi parte dell'Ordine!" replicò Ron stizzito.
"Basta Ron. Finiscila di..."
Molly si interruppe. Aveva sentito un tonfo proprio nel suo giardino, vicino alla porta.
Prese
la bacchetta, i due ragazzi la imitarono e la seguirono con cautela.
Aprì piano la porta, ma non vide nessuno. Strano, eppure era
sicura di non esserselo immaginato...
"Là c'è qualcuno" Hermione indicò una macchia scura, probabilmente una sagoma, vicino al piccolo stagnetto.
Era sicuramente qualcuno coricato a terra e non sembrava muoversi.
Con circospezione Molly, seguita da Ron e Hermione, si avvicinò, la bacchetta sempre alzata e i sensi all'erta.
"Lumos" mormorò Molly.
La luce della bacchetta illuminò il volto dello sconosciuto.
"Teddy!" esclamò Ron chinandosi rapido su di lui.
Hermione
lo imitò. Lo fissò attentamente ma tranne per un taglio
sulla guancia non sembrava avere ferite di altro genere.
"Presto, portiamolo dentro!" disse Molly prendendolo per le caviglie.
Ron lo
afferrò per le spalle mentre Hermione aveva preso la bacchetta
di Teddy e teneva aperta la porta. Una volta in casa lo misero sul
divano.
"Ron
manda un patronus a tuo padre, a Silente e a James Potter, dì
loro che Evans è qui, sbrigati! Tu Hermione dammi una mano"
ordinò Molly seria.
Ron uscì in cortile lasciando le due donne sole alle prese con Ted.
"Che cos'ha?" domandò Hermione angosciata.
Molly sollevò le palpebre notando gli occhi girati al contrario. "E' stato torturato, con la Cruciatus probabilmente".
Hermione si portò una mano alla bocca inorridita. "Che possiamo fare?"
"Dobbiamo
fargli bere un bicchiere di questa, me l'ha data Madama Chips in caso
di emergenza" Molly aveva preso una bottiglia con dentro un liquido
denso e blu chiaro.
Riempì
un bicchiere mentre Hermione sollevava delicatamente la testa di Ted.
Molly avvicinò il bicchere alle labbra di Ted cercando di farlo
bere.
Dopo alcuni minuti Molly appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolino, poi prese una coperta e lo avvolse ben bene.
"Starà bene, vero?" domandò Hermione incerta e preoccupata.
Molly annuì. "Tranquilla, adesso sta dormendo".
Dopo
nemmeno due secondi la porta della cucina si aprì violentemente
facendo entrare suo figlio Ron seguito da un alquanto agitato James
Potter, una Lily pallida e un Sirius e un Remus preoccupati a morte.
*
Era
spaventato a morte, perchè suo figlio era in pericolo e lui non
poteva aiutarlo, non poteva fare niente per salvarlo. No, non di
nuovo, non poteva morire proprio ora che l'aveva ritrovato.
Sirius gli mise una mano sulla spalla, capendo alla perfezione come doveva sentirsi. "Lo troviamo James, sta tranquillo".
James
annuì per riflesso più che altro. Sapeva perfettamente
che non avevano la più pallida idea di dove potesse essere.
Fissò Lily, aggrappata al braccio di Remus che cercava con tutte le sue forze di trattenersi dal piangere.
In quel bosco vicino a Notturn Alley non c'era anima viva, ad eccezione di qualche lepre e gufo.
Un'improvvisa luce li illuminò, era un patronus, un jack russell terrier per l'esattezza.
Poi si
sentì la voce di quello che riconobbero come uno dei figli di
Molly e Arthur. "Teddy è qui alla Tana. Venite subito".
James rilasciò il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento. "Presto, andiamo".
Si
materializzarono con un crac davanti alla casa dei Weasley. Davanti
alla porta stava Ron, probabilmente era lui che aveva mandato il
patronus.
"Come sta?" domandò Lily preoccupata.
"Non
lo so, l'abbiamo trovato svenuto in giardino, mia madre e Hermione sono
dentro con lui, venite" Ron aprì la porta conducendoli in casa.
James entrò rapido seguito dagli altri e raggiunse subito Molly, che era in piedi vicino al divano dove c'era Harry.
Lily si chinò su di lui accarezzandogli il volto e i capelli.
"Come sta? Cos'ha? Che gli è successo?" domandò James a raffica.
"Tranquillo, ora sta bene" rispose Molly rassicurante.
"Grazie a dio" mormorò Remus sollevato.
"Sai cosa gli è successo?" domandò Sirius.
Molly annuì fissandoli con gli occhi lucidi.
Lily
si voltò verso di lei, aveva un tremendo sospetto...aveva appena
visto la bottiglia con il liquido blu appoggiata sul tavolo con un
bicchiere vuoto di fianco.
"Molly?" proruppe James nervoso.
Molly lo fissò. "E' stato torturato con la Cruciatus".
James
strinse forte le mani a pugno per trattenere la rabbia e l'urlo che
premevano per uscire. Non era riuscito a proteggerlo, nemmeno quella
volta.
"Noi vi lasciamo soli, se avete bisogno noi siamo di là" Molly, Ron e Hermione uscirono lasciandoli soli con Harry.
"James..." Sirius aveva intuito i pensieri del fratello.
"Come ho potuto permettere che lo rapissero, come Paddy!" sbottò James arrabbiato, gli occhi lucidi.
"Non è colpa tua, non potevi sapere che sarebbe successo" replicò Remus cercando di farlo ragionare.
"Dovevo aspettarmelo invece!" James si passò nervosamente le mani nei capelli più e più volte.
"Jamie cerca di calmarti..." Sirius lo prese per le spalle.
"Papà...smettila..."
Al suono di quella voce flebile tutti si voltarono verso Harry.
Aveva aperto gli occhi e li fissava con un debole sorriso sul volto.
"Harry!" esclamarono Remus e Lily.
"Non è colpa tua..." aggiunse Harry.
Lily gli accarezzò la guancia. "Come stai?"
Harry si passò una mano sugli occhi. "Sono stato peggio di così".
"Perchè diavolo l'hai fatto?" sbottò James.
"Tu avresti fatto lo stesso al posto mio se ci fosse stata la mamma" rispose Harry convinto.
"Un momento...tu e Ginny Weasley state insieme?" domandò Sirius.
Ecco che il suo lato pettegolo si era risvegliato.
Harry sorrise. "Sì, da circa tre mesi e mezzo".
Sentiva su di sè lo sguardo serio di James. Girò lentamente la testa fissandolo. "Che c'è?"
"Non l'hai fatto solo per lei, vero?" James aveva capito.
"Sì, l'ho fatto per lei. Ma poi ho sfruttato l'occasione per distruggere anche l'ultimo Horcrux, talmente vicino a
Voldemort che solo in questo modo avrei potuto eliminarlo..." rispose
Harry serio.
"Che diavolo era stavolta?" chiese Remus curioso.
"Il
suo serpente, Nagini" Harry si mise lentamente a sedere sentendo le
sembianze di Ted Evans scivolargli di dosso rendendo i suoi occhi di
nuovo verdi e i capelli arruffati.
Non riuscì a trattenere un gemito di dolore, gli facevano male tutte le ossa.
"Tutto bene? Non avresti dovuto muoverti" lo rimproverò Lily.
"Sto bene, tranquilla..."
In quel momento dalla porta della cucina entrarono Severus seguito da Silente.
Notò i suoi profondi occhi azzurri aldilà delle lenti a mezzaluna fissarlo attentamente.
"Harry Potter, finalmente ci incontriamo".
"Buonasera Preside" lo salutò Harry con un sorriso.
Silente si sedette sulla poltrona davanti a lui. "Sembri conoscermi bene, forse più di chiunque altro..."
"E'
così signore...so tutto di suo padre, di sua madre, di Aberforth
e Ariana...e anche di Grindelwald e dei Doni della Morte" rispose Harry.
"Ma non sono qui per giudicarla, non l'ho mai fatto, nemmeno
nell'altra dimensione".
"Doni della Morte? Che centrano? Non sono mica una leggenda?" James si passò una mano tra i capelli confuso.
"No, non sono una leggenda, esistono sul serio" disse Harry.
Silente annuì a conferma delle sue parole.
"Impossibile" proruppero Lily e Severus all'unisono.
"La Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'Invisibilità" elencò Remus.
"Siamo noi a possedere il Mantello" rivelò Harry.
"Vuoi
dire che il nostro mantello, che viene dato di padre in figlio da
generazioni, è il terzo dono?" James aveva sgranato gli occhi
sorpreso.
"Sì, James" confermò Silente.
"Wow" commentò Sirius.
"La Bacchetta e la Pietra?" domandò Severus.
"La
Bacchetta di Sambuco è quella di Silente. L'ha sottratta a
Grindelwald quando l'ha sconfitto" rispose Harry lanciandosi uno sguardo
significativo con il Preside.
"Bene, e la Pietra?" domandò Sirius.
Silente alzò le spalle. "Non ne ho idea".
Harry
ghignò. "Io lo so...l'avete distrutta voi quando avete eliminato
l'horcrux dentro all'anello di Orvoloson Gaunt. La pietra dell'anello
era la Pietra della Resurrezione".
"Come lo sai?" domandò James stupito.
"Il
Silente dell'altra dimensione è stato colpito da un sortilegio
mortale quando ha indossato l'anello" spiegò Harry.
"E' morto?" Remus era agghiacciato.
"No, Severus gli ha bloccato temporaneamente la maledizione lasciandogli un anno di vita" rispose Harry.
"Non riesco a capire, perchè l'ha indossato?" Severus era confuso.
"Per rivedere Ariana, mia sorella" rispose questa volta Silente.
Harry
annuì. "Io l'ho usata, ma non per riportare indietro
qualcuno...l'ho fatto quando stavo andando da Voldemort per farmi
uccidere, l'ho fatto per far sì che i vostri spiriti mi
accompagnassero in quel mio ultimo viaggio, per fare in modo che mi
dessero la forza di mettere un piede dopo l'altro, consapevole di
andare incontro alla morte".
Lily gli accarezzò una guancia, gli occhi lucidi.
Severus lo fissò confuso. "Ti sei fatto uccidere dal Signore Oscuro?"
"Dovevo farlo...nell'altra dimensione ero un horcrux".
"Veramente coraggioso...e sei sopravvissuto" disse Silente ammirato.
Harry
abbozzò un sorriso. "E' stato un caso, non sapevo che sarei
sopravvissuto. E' stato perchè Voldemort per resuscitare ha
preso il mio sangue e con esso la protezione di mamma che gli impediva
di toccarmi...non sapendolo mi aveva legato alla vita fino a che lui
non sarebbe morto. Così sono...diciamo resuscitato".
"Incredibile" commentò Remus.
"Già" concordò Harry. "Nell'altra dimensione io possedevo tutti e tre i doni".
"Anche la Bacchetta?" Sirius era confuso.
Harry
annuì. "Sì. Se c'è una cosa che ho imparato
è che non basta possedere una bacchetta perchè funzioni
bene, deve sceglierti lei. Beh, la bacchetta di Silente, dopo che lui
è morto era entrata in possesso di Draco che l'aveva disarmato,
ma lui non l'ha mai nemmeno toccata. Io poi l'ho disarmato in seguito,
diventando di conseguenza il nuovo padrone, anche se nemmeno io l'ho
mai toccata. Voldemort l'ha presa dalla tomba di Silente e ha ucciso
Draco, pensando in questo modo di essere lui il nuovo padrone, non
sapendo che lo ero già diventato io. Così quando ha
provato a lanciarmi l'avada kedavra la Bacchetta di Sambuco si è
spezzata da sola, non poteva uccidere me, il suo legittimo
proprietario".
"Interessante...davvero interessante..." commentò Silente strabiliato.
Harry
all'improvviso sentì una fitta acuta alla cicatrice.
Strizzò gli occhi portandosi una mano sopra la saetta e non
riuscì a trattenere un gemito di dolore.
"Che c'è?" domandò James preoccupato.
"Voldemort...è
furioso perchè gli sono sfuggito. Tuttavia non sa che ho ucciso
il suo serpente perchè era un horcrux...è talmente sicuro
di sè che non sospetta minimamente che il suo segreto sia stato
scoperto..." Harry respirava affannosamente ed aveva iniziato a tremare.
Silente
sgranò gli occhi. Evidentemente gli altri non se n'erano ancora
accorti, ma lui sì, aveva visto il bagliore rossastro comparire
negli occhi verdi di Harry. Significava solo una cosa, Voldemort stava
cercando di entrare nella sua testa.
"Fermalo Harry".
Tutti gli altri lo fissarono confusi.
Harry
chiuse gli occhi strizzandoli e serrò i denti per concentrarsi.
Sentiva che stava cercando di infilarsi nelle sue barriere deboli per
via dello stato fisico in cui si trovava.
"Non ci riesco...mi sta entrando in testa!"
Silente
gli strinse forte la mano e chiuse gli occhi trasmettendogli con un
antico incantesimo un po' della sua forza magica, in modo che riuscisse
a bloccarlo. Altrimenti avrebbe scoperto tutto sull'Ordine, sugli
horcrux e su Harry e non poteva permetterlo. Sarebbe stata una vera
catastrofe.
"Lily stringigli l'altra mano" disse Silente ricordando le parole di Severus sulla protezione di Lily che aveva salvato Harry.
Lily obbedì subito, fissando spaventata il viso contratto del figlio.
Harry
sentì di colpo le sue barriere mentali rafforzarsi impedendo a
Voldemort di controllare la sua mente. Lo sentì scomparire di
botto non appena sua madre gli strinse forte la mano. La protezione si
era in qualche modo attivata costringendolo a lasciarlo se non voleva
morire.
Riaprì gli occhi di scatto facendo un grosso respiro che assomigliava più che altro ad un risucchio.
"Stai bene?" domandò Sirius.
Harry
annuì fissando il padre che era pallido. "Sono riuscito a
bloccarlo prima che potesse vedere qualcosa o peggio controllarmi".
"Controllarti?" Severus lo guardava confuso.
"Potrebbe
cercare di farmi fare delle cose, per questo era essenziale che
imparassi l'Occlumanzia" spiegò Harry respirando profondamente.
"Esattamente come hai fatto tu col suo braccio, dico bene?" disse Remus.
Harry
annuì. "Più o meno. L'unica volta in cui Voldemort mi ha
davvero posseduto voleva che Silente uccidesse me per eliminare anche
lui. In realtà fin dal nostro primo incontro al mio primo anno
lui ha sempre voluto che mi unissi a lui, prima di capire che non
l'avrei mai fatto e che mi trasformassi quindi in una minaccia per lui".
"Voleva che diventassi un mangiamorte?" James era spiazzato.
"Il suo braccio destro più che altro" lo corresse Harry.
"In cambio di cosa?" domandò Severus.
Harry
fece un sorriso amaro. "Della realizzazione del mio più grande
desiderio...far tornare voi due dalla morte. Ha detto che insieme
avremmo potuto farlo, del resto lui era l'unico che si fosse spinto
veramente aldilà di ogni limite..."
Nessuno aprì bocca.
"Io
e lui siamo simili sotto molti aspetti. Entrambi cresciuti senza i
genitori, entrambi con un grande potenziale magico e gli unici
rettilofoni esistenti...tuttavia io non sono mai stato attirato nemmeno
per un secondo dal potere o dalla magia oscura, perchè tra di
noi c'è una differenza fondamentale, una cosa che gli impedisce
di possedermi totalmente senza rischiare di morire...io sono pieno
d'amore, lui non sa nemmeno cosa sia" aggiunse Harry serio.
"Sei un rettilofono?" Sirius era stupito.
Fino
a quel momento nessuno di loro aveva riflettuto a fondo su tutte le
informazioni della fialetta contenente le voci che Harry aveva inviato
alla riunione dei primi di dicembre. In effetti aveva detto che parlava
con i serpenti, adesso che ci riflettevano.
"Lo
ero perchè prima ero un suo horcrux. Tuttavia ho mantenuto
questa abilità anche dopo. In effetti il cappello parlante
voleva assegnarmi a serpeverde" rivelò Harry lanciando
un'occhiata divertita a Severus.
"Cosa?!" James era scandalizzato.
"Ho
chiesto io di andare a grifondoro. Molte mie qualità sarebbero
piaciute a Salazar Serpeverde...la rettilofonia, la scaltrezza e il
disprezzo per le regole. Nonostante abbia scoperto da poco di essere
l'erede di grifondoro, curioso no?" disse Harry sorridendo.
"Forse è proprio questo mix che ti rende così forte, Harry" commentò Silente.
"Forse" convenne lui.
La
porta della cucina si spalancò di colpo rivelando la figura di
Ginny che si guardava frenetica intorno. Il suo sguardo si fissò
su Harry che le sorrideva.
"Harry!" rapida fece il giro del divano e lo abbracciò forte.
Harry la strinse a sè e respirò a fondo il suo profumo.
James
sorrise, gli ricordavano lui e Lily. Il rosso doveva essere sul serio
il punto debole dei Potter, visto che anche sua madre Dorea aveva avuto
i capelli rosso scuro.
"Grazie al cielo stai bene" mormorò Ginny, gli occhi lucidi.
Harry le sorrise dolce accarezzandole la guancia. "Te l'avevo promesso, sarei tornato da te".
Ginny ricambiò il sorriso. "E i Potter mantengono sempre le promesse".
"Già" annuì Harry.
"Ehm...noi
vi lasciamo soli" Lily prese per l'orecchio quei curiosoni di James e
Sirius portandoli fuori dal salotto, seguita da Remus che se la rideva
alla grande per i lamenti di dolore dei due amici e da Severus e
Silente.
Una volta che si fu chiusa la porta Harry tornò a fissare la sua rossa.
"Sai c'è una cosa che ho una tremenda voglia di fare da quando ti ho vista oggi".
"Cosa?" domandò Ginny sorridendo maliziosa.
"Baciarti" rispose Harry avvicinando il viso.
"Allora baciami, Potter" Ginny chiuse gli occhi in attesa.
Harry
annullò la distanza e finalmente la baciò. Era sicuro che
nessuna sarebbe mai riuscita a fargli battere il cuore come lei.
Perchè loro due si appartenevano, erano destinati a stare
insieme.
ANGOLO AUTRICE:
Spero
che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Credo che sia importante,
soprattutto la prima parte che chiarisce definitivamente alcune cose
sul passato di questa nuova dimensione.
Chiarisco
subito un dubbio: Ginny ha la mappa del malandrino perchè in
quella dimensione Fred e George l'hanno sempre rubata a Gazza, ma poi
l'hanno data ai due fratelli minori, non a Harry visto che non c'era.
L'altra invece è in mano ad Harry, quindi ce ne sono due come ci
sono due mantelli dell'invisibilità e due bacchette di Harry con
la piuma di Fanny.
Mi auguro di aver ripagato la vostra attesa di quasi due mesi!
cougar
mi consigliato di segnalare che il mio primo capitolo per alcuni
aspetti assomiglia ad un'altra ff che mi hanno suggerito di leggere in
quanto molto bella, cioè The world without me di Eternal Cosmos.
Se non l'avete già fatto vi consiglio vivamente di leggerla!
Ringrazio per le recensioni: BabyRiddle, Allice_rosalie_blak, soniacristina1989, NemoTheNameless, gemellina_93, Lily Evans 93, Lils97, fria, nan96, elita, SATANABAAN, ketty, roxy_xyz, nanerottola, agatka_1995, brando, Marina_Black, M00NY, Duchessa di Scerni, Jane Potter, _Maria_, Fle9 e sissy93.
Ringrazio anche i 273 che l'hanno messa tra le preferite, i 174 tra le seguite e i 22 tra le ricordate!
Baci
Nikki Potter
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