Disclaimer:
Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio
scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una
rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti
della band, né desidero offenderli in alcun modo.
Terzo
Capitolo.
Kim
scende di corsa le scale, arrivando così
nell’ingresso dell’abitazione dove i nonni, la
madre e Tim l’aspettano dopo che è dovuta risalire
per prendere il suo cellulare lasciato sopra la scrivania, dopo aver
chiuso la chiamata con Viviene, meno di un’ora prima.
Jeans
scuri e maglia blu, quest’ultima coperta dalla giacca nera, e
ballerine blu ai piedi, ecco come vesta questa sera Kim, mentre i
capelli sono lasciati sciolti lungo le spalle.
Camminano
a piedi per un tratto abbastanza lungo, tra le stradine di Neumuster
illuminate a festa; le grida e risate avvisano alla piccola comitiva di
essere arrivati a destinazione ed infatti, girando l’angolo,
arrivano nella piazza del paese in cui sono presenti quattro stend e
diversi tavolini, disposti davanti ad un piccolo palco, montato
appositamente.
Il
nonno vede Markus cercare di attirare la loro attenzione, per cui si
dirigono nella sua direzione, avendo occupato dei posti anche per loro
e aver preso dei vassoi con wurstel, panini e strudel.
Kim
addenta uno dei panini, ed il passaggio di un piccolo gruppo- composto
da sei ragazzi- attira la sua attenzione, una volta che lo zio, chiama
uno di questi. “David”
Scuote
il capo, sicura che non si tratti di lei, per cui, continua
tranquillamente a mangiare, mentre il ragazzo chiamato dallo zio sembra
non averlo sentito tra le tante persone che si trovano in piazza.
L’esibizione
dei bambini è proprio come se l’era immaginata,
con poesie elementari ed altrettante canzoncine per cui le ascolto
senza grande interesse con la testa appoggiata sulla mano e lo sguardo
vitreo; è il turno delle altre esibizioni e vedendo un
piccolo gruppo di uomini in abiti tipici già pronta a tutto,
quando lo zio Markus le dice di alzarsi perché le vuole
presentare una persona. Si alza, rischiando di inciampare con la panca
sulla quale era seduta e segue lo zio.
Pensa
di sapere già chi sia questa persona che le vuole
assolutamente presentare, il famoso allievo talentuoso dello zio, di
cui ha sentito parecchio parlare.
“David,
non mi saluti più?” ancora questo nome, possibile
che sia questa la persona che gli vuole presentare?!
“Markus!
Non ti avevo visto, altrimenti sarei venuto di corsa a salutarti. Ci
sono anche Frederik e Daniel? Non li ho visti in giro.”
“Sì,
è venuta la moglie di mio fratello con i due figli e abbiamo
occupato un tavolo. Sono seduti lì”
“Ah,
allora dopo passo a salutarli.” Dice cordialmente, mentre
vede altri cinque ragazzi avvicinarsi e salutare lo zio.
“Ciao
ragazzi. Ah, David, volevo presentarti una persona. La mia prima vera
allieva.” E così dicendo fa cenno a Kim di
avvicinarsi e, con le gote un po’ più rosate,
riesce a vedere il ragazzo con cui, fino a quel momento, lo zio stava
intrattenendo una conversazione.
“Tu?”
dicono insieme, sotto lo sguardo confuso dei cinque ragazzi che
affiancano il ragazzo moro e quello perplesso dello zio.
“Vi
conoscete?” domanda infatti lui.
“Ci
siamo incrociati questa mattina alla fermata dell’autobus e
gli ho chiesto delle informazioni” spiega Kim, mentre David
annuisce.
“Io
sono David Bonk” porge la mano, per presentarsi.
“Kim Kelly”ricambia la stretta sorridendo.
“E
quindi è la tua nipote, di cui mi hai spesso
parlato.”dice David, questa volta rivolto verso Markus che
annuisce con il capo. “E prima che me lo chieda anche tu,
sì, è lui il mio allievo di cui ti
parlavo… anche se oramai da quasi tre anni non segue le mie
lezioni…” aggiunge poco dopo.
“Sai
perfettamente il motivo” gli fa presente i ragazzo.
“Sì e ne sono felice, come ti ho già
detto più di una volta ma, l’aver perso un buon
allievo come te… è una grande perdita,
nonché un grande dispiacere.”
“Ed
ora, che salgano sul palco un gruppo che, in questi ultimi anni, sta
girando parecchio per la Germania e non solo…”
sono le parole del presentatore.
“Torniamo
al nostro tavolo. Ci vediamo dopo.” Dice Markus e
così, lui e Kim fanno ritorno al loro tavolo.
“Chi
le dovevi presentare?” domanda Sophie una volta che entrambi
hanno preso posto e, nel frattempo sul palco sei ragazzi prendono le
loro postazioni con i loro strumenti alle mani.
“David
Bonk”.
“Oh,
quel bravo ragazzo.” Dice il nonno. “Dovresti
sentirlo suonare il pianoforte, è un talento nato e, non per
niente, ha vinto diversi premi.”si rivolge a Sophie.
“Credi che suonerà questa sera? E’ da un
po’ che non lo ascolto.” Questa volta si rivolge a
Markus.
“Sì,
si esibisce con il suo gruppo. Ma non so se suonerà il
pianoforte questa sera, è più probabile che lo
ascolteremo alla chitarra.”
“Ed
eccoli qui: i sei talenti di Neumunster. Questa sera si esibiranno con
quattro loro canzoni: Revolution, Ein Neuer Tag, Was Wurst du Tun e
Wegweiser. Date un caloroso benvenuto ai … Panik!”
un piccolo coro di urla di ragazze nei primi tavoli, accompagna
l’inizio della prima canzone.
Kim
ascolta con attenzione, il ritmo non le sembra male, anche se il rap
non è mai stata la sua passione ma le parole, in un qualche
modo, l’attirano e le fanno prestare attenzione.
Osserva
bene il gruppo e capisce che è composto da David e dai suoi
amici, che ha visto prima.
“Sì,
quello alla chitarra è David. Alla batteria
c’è Juri, Jan è i dj, Linke al basso.
Il cantante è Frank ed il rapper è il migliore
amico di David, Timo.” Le spiega lo zio.
“Papà,
poi David viene qui, vero?” domanda il più piccolo
dei cuginetti, Daniel.
“Ha
detto che poi passa a salutarvi.ӏ la risposta
data da Markus.
Con
la seconda canzone, Kim non può fare a meno di cambiare la
sua opinione riguardo al gruppo, anche dall’ introduzione
musicale di Ein Neuer Tag al pianoforte, suonato da David.
Anche
la terza canzone non le sembra per niente male e alla quarta viene
nuovamente attirata dal suono del pianoforte e così si
ritrova d applaudire con convinzione una volta che i sei ragazzi, dopo
un inchino e saluto al pubblico, scende dal palco.
Impaziente
com’è, di poter congratularsi con David per la sua
maestria nel suonare il pianoforte e di poter fare i suoi complimenti
anche alla band, Kim si ritrova a spostarsi per la panca con una certa
impazienza.
“David!”
sentendo Frederik fare il nome del ragazzo, si volta di scatto alle sue
spalle, intravedendo i sei ragazzi avvicinarsi ed in particolar modo
David scompigliare i capelli al cugino più piccolo, che
sembra non fare nemmeno caso di avere i capelli fuori posto e che
sorride felice.
“Veramente
una bellissima esibizione, anche se generalmente preferisco la musica
classica…” dice il nonno Peter ai ragazzi.
“Grazie”
rispondono questi.
“Sedetevi.
Unitevi a noi, c’è ancora posto al
tavolo.” Dice la zia Marion facendo accomodare i ragazzi che
accettano molto volentieri.
“Fate
musica insieme da tanto?” chiede Sophie, interessata alla
carriera musicale.
“Ognuno
di noi ha cominciato ad età diverse ad interessarsi ad uno
strumento. All’inizio eravamo solo io e David a suonare tra
noi e dopo numerosi cambi di componenti, ci siamo ritrovati a suonare
noi sei… saranno circa cinque anni che suoniamo insieme e
l’anno scorso abbiamo inciso anche il nostro primo album con
una casa discografica.” A parlare è Timo e,
osservandolo mentre parla, Kim che capisce che è lui il
ragazzo che quella mattina era dentro l’auto.
“Quindi,
siete famosi?” ad intervenire questa volta è Tim
ed i sei amici si guardano tra loro sorridendo. “Famosi
è una parolona. Siamo discretamente conosciuti in diversi
paesi, oltre la Germania e ci spostiamo per piccoli
tour.”dice Juri.
“Bhè,
i miei complimenti, perché ho sentito questa esibizione e
siete veramente bravissimi.” Dice Kim.
“Non
ci avevate mai sentito prima?” domanda ancora Juri e Kim
scuote il capo.
“Non
stupitevi più di tanto, ragazzi, non vivono qui in Germania,
ma in Galles.” Fa presente loro Markus.
“Wow… parlate benissimo il tedesco.”
Dice Jan.
“Oddio,
grazie, ma… l’accento un tantino gaelico si sente.
Però ci esercitiamo parlandolo spesso a casa e anche con le
lezioni a scuola.” Dice Kim, arrossendo appena.
“Tornando
alla musica. Kim, prima o poi dovrai suonare qualche cosa…
tu mi hai sentito, ed ora spetta a me.” Dice David, smettendo
per un momento di giocare a mora cinese con Daniel.
“Sono
leggermente fuori allenamento e non mi sento un granché a
mio agio a suonare...” dice Kim, mettendo un mostra un velo
di timidezza.
“Questa
storia l’ho già sentita da qualcun
altro..” dice scherzosamente Timo, dando una leggera gomitata
a David, seduto al suo fianco.
“Smettila,
eh daii…” cerca di liberarsi di Timo, per poi
rivolgersi nuovamente alla ragazza. “Ti pregoooo, mi fai
sentire qualche cosa?” con il tono della voce supplichevole.
“Vedremo…”
svicola con maestria Kim, senza però riuscire a trattenere
una piccola risatina dall’espressione supplichevole di David.
“Kim,
Tim… è il caso di tornare a casa,
perché i nonni sono stanchi…”
interrompe la conversazione la madre ed i due non possono fare altro
che annuire ed alzarsi.
“Ci
vediamo in giro, prima che ripartiate” salutano i sei
ragazzi. “Ci vediamo domani a pranzo” è
invece il saluto dei loro zii e cugini.
“Mi
raccomando, mi devi far sentire come suoni.” Ricorda
nuovamente David sorridendole e Kim annuisce con il capo, ricambiando
il sorriso.
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