Capitolo 7
Edward la guardava dormire. Sembrava così piccola e indifesa su
quell’amaca. Gi faceva venire voglia di stringerla tra le braccia e
confortarla. Proteggerla dal mondo che sapeva essere così cattivo.
E lui lo sapeva bene.
Con lui in molti erano stati cattivi, ma non aveva smesso di sperare.
Ed era arrivata Bella.
Sembrava un regalo dal cielo, nonostante non la conoscesse che da poche
ore, era sicuro che sarebbe diventata importante per lui. In un modo o
nell’altro.
Lei sarebbe stata i suoi giorni di sole in mezzo alla tempesta che era
la sua vita.
Forse ora sarebbe riuscito ad evitare il fulmine, anche quando splende
il sole. [*]
“Edward” si girò verso Esme. “Credo dovremmo chiederle il più presto
possibile, se è lei. Non vorrei che succedesse qualcosa, non sono
tranquilla.”
“Certo, mamma.” Edward guardava Esme negli occhi, nonostante la
tentazione più grande fosse incatenare gli occhi al viso di Isabella.
Voleva capire perché la donna non dicesse niente sul fatto che sapeva
il nome di Bella.
Esme non voleva dire a nessuno quello che aveva supposto. Potevano
anche essere solo delle coincidenze, quante persone al mondo potevano
chiamarsi Isabella ed essere identiche alla sua Isabella? Poche, certo.
La verità era che Esme era stufa di farsi false speranze. Quanti anni
erano che cercava quella bambina, ormai giovane donna?
Sospirando si girò, consapevole di fuggire allo sguardo curioso del
figlio.
Non poteva dire niente a nessuno, non poteva darsi altre false speranze.
Edward fissò per alcuni istanti Esme che si allontanava, poi finalmente
si poté girare per guardare come stava Bella.
Era preoccupato, era normale che dormisse così tanto e profondamente?
Forse era il caso di chiamare Carlisle. Poi Bella si mosse mugolando.
Gli ricordò una gattina in cerca di coccole, e gli occhietti che aveva
appena aperto erano cerchiati dal sonno e dolci.
Le sorrise, quello sguardo smarrito era troppo dolce. Gli faceva venir
voglia di darle lui una protezione.
Si riscosse dai suoi pensieri quando la ragazza gli parlò. ''Che ore
sono?'' chiese Bella passandosi una mano sul viso e nascondendo uno
sbadiglio. Si era resa conto di come il sole fosse alto nel cielo,
quindi doveva aver riposato tutta la notte.
''Immagino siano le nove'' gli rispose Edward intenerito da lei.
Edward aveva passato la notte disteso su di un asciugamano messo vicino
all'amaca. Aveva dormito relativamente poco per i suoi standard, ma
voleva essere sveglio se le serviva qualcosa. Era consapevole di avere
il sonno parecchio pesante.
''Dovrei smettere di dormire così tanto, non l'ho mai fatto in vita
mia, non dovrei iniziare ora''.
Edward sorrise. “È meglio che tu dorma, se devi recuperare.” Si passò
una mano tra i capelli grattandosi la nuca, si sentiva così impacciato.
Solo pochi minuti prima, mentre lei dormiva ignara di tutto lui stava
facendo pensieri smielati su di loro. Come se esistesse un loro.
Esisteva solo una Bella e in un altro mondo un Edward. Questa era la
verità.
Si girò verso la ragazza, anche se non aveva il coraggio di guardarla
negli occhi. Che fine aveva fatto l’Edward Cullen che diffidava delle
donne?
Doveva allontanarsi da Isabella, era solo una complicazione. Una dolce
complicazione. Scuotendo la testa si alzò, prese l’asciugamano e lo
mise sul filo dell’amaca ad asciugare dall’umidità della notte.
Non guardò Bella, aveva paura delle reazioni che gli scatenava. “Io
vado a pesca altrimenti oggi non si mangia.”
Si diresse verso la cassa dove erano stivati vari oggetti, tra cui la
lenza e l’amo. Li tirò fuori e si mise a srotolare la matassa di filo
di nylon, prima di entrare in acqua voleva controllare che non ci
fossero nodi o parti malmesse.
“Ti serve una mano?” Bella era dietro di lui, minacciosamente e
pericolosamente vicina a lui. “No” borbottò, poi si disse di non essere
maleducato “Ma grazie comunque per l’interessamento.
Si diresse verso un tronco portato dal mare, spiaggiato all’ombra di
alcuni alberi. Bella adorava il colore degli alberi che navigavano nel
mare, quello secondo lei era il bianco più perfetto al mondo. Le
piaceva immaginare la storia di quella pianta, il suo viaggio fino a
lei.
Si sedette anche lei vicino a Edward. “Sai, adoro questi tronchi, mi
piace immaginare la loro storia, il loro lungo viaggio attraverso le
tempeste. Ma sai qual è la cosa principale per cui mi piacciono ?” Le
piaceva parlare con Edward, lui sapeva ascoltare.
Anche se in quel momento le sembrava un po’ distante, per quello gli
aveva posto una domanda, non voleva dargli fastidio.
In quelle poche ore in cui era stata con lui lo aveva sentito come un
fratello maggiore, era stato lui ha trovarla, lui aveva vegliato sul
suo sonno.
“Cosa?” Edward si odiò in quel momento. Non era abbastanza forte da
resistere a lei, certa una parte di lui, purtroppo molto grande, che
smaniava di sapere tutto su di lei. E quella parte veniva a galla
troppo spesso.
“Il fatto che sono loro a trovarci. Sembrano quasi mandati per noi,
come se qualcuno sapesse che noi siamo lì o che passeremmo di lì. Mi
fanno sentire importante.”
Edward desistette nel suo tentativo di non guardarla. S’immerse nei
suoi occhi e le parole uscirono senza che potesse fermarle.
“Tu sei importante.”
Isabella arrossì. Non spesso qualcuno le diceva così. Le guance
diventarono incandescenti e dalle labbra uscirono parole sconnesse
finché non prese un respiro profondo, e si girò a guardarlo negli
occhi.
“Tu… Tu davvero credi che io sia speciale?” non riuscì a guardarlo
negli occhi, si fermò al mento.
Edward appoggiò sul tronco vicino a sé l’occorrente per la pesca,
mandando al diavolo i suoi propositi per gli antistanti cinque minuti.
La prese tra le sue braccia, stringendola forte al suo corpo, i capelli
scuri che premevano sul suo viso, mentre il respiro di Edward li
gonfiava uno a uno.
Bella sentiva il respiro fresco del ragazzo sulla nuca. Anche il
sussurrò lo avvertì, sussurro che fece partire una miriade di piccoli
brividi dal collo della ragazza. “Certo che lo penso.”
****
Bella ora era seduta sul bagnasciuga, sembrava che a nessuno servisse
una mano. I piedi di Bella era dolcemente bagnati dall’acqua, mentre
il suo sguardo era catalizzato da Edward.
Dopo il momento pieno d’imbarazzo da parte di Bella, il ragazzo si era
staccato freddo, si era alzato e con poche parole l’aveva informata che
andava a pesca. Bella aveva sussurrato un ok e quando il ragazzo era
arrivato distante dalla riva lei si era alzata per chiedere a Esme se
le serviva una mano.
La donna le aveva sorriso dicendole di no, che poteva pure riposarsi ed
era ritornata al suo lavoro di rammendo.
Le disse anche che Carlisle, Emmett e Jasper erano intenti a fare
alcuni lavori di manutenzione alle casette, mentre Rose e Alice stavano
raccogliendo frutti.
Bella volle sapere dove, ma Esme le disse semplicemente che doveva
stare al riposo, meglio se all’ombra.
Si sedette davanti alla donna per alcuni minuti, ma poi le prudettero
le mani a non far niente. Si sentiva addosso lo sguardo della donna, e
oltre alla temperatura calda sentiva anche le guance andare a fuoco.
Si alzò decisa a fare una nuotata.
Non voleva invadere troppo lo spazio di Edward.
Guardò la sua figura un’ultima volta, poi gli diede le spalle ed entrò
in acqua dalla parte opposta dov’era lui. Avrebbe raggiunto quella
piccola isoletta vicino, un po’ di moto non le avrebbe fatto male, al
contrario di ciò che dicevano gli altri.
Entrò nell’acqua, e sorrise.
Adorava nuotare, anche se la barca rimaneva comunque al primo posto nel
suo cuore. La barca univa il vento e l’acqua.
Quando da bambina si sedeva in spiaggia poco prima dell’arrivo della
pioggia, le piaceva pensare che l’acqua e il vento fossero i suoi
genitori.
Trattenette il respiro e s’immerse.
Era fantastica la sensazione dell’acqua calma.
Quella nuotata era la riappacificazione tra lei e la sua parte
naturale, perché il vento e l’acqua facevano parte di lei. Erano lei.
Arrivare sull’altra isola non fu difficile, non c’erano correnti
particolarmente forti, né troppo gelide. In piedi con le mani sui
fianchi e un po’ di fiatone guardò la vegetazione sull’isola. E un
sorriso nacque sulle sue labbra.
S’inoltrò nella vegetazione, magari avrebbe trovato qualcosa da poter
riportare all’accampamento, avrebbe potuto ringraziarli così,
rendendosi utile.
S’inoltrò nell’isola, che molto probabilmente non aveva notato durante
la tempesta, era ricca di frutti. Ora si trovava dall’altro lato
dell’isola e mangiava un mango.
Uno scintillio attirò il suo sguardo.
In mezzo ai bassi scogli qualcosa brillava nascosto e incastrato.
Bella si alzò incuriosita.
Arrivata con il mare alle ginocchia non credette ai suoi occhi.
****
“Dov’è Bella?” chiese Edward a Esme, mettendo i pesci pescati dentro
una pentola all’ombra.
“L’ultima volta l’ho vista seduta sotto quell’albero, poi sono andata a
vedere se andava tutto bene dai ragazzi.”
Emmett,Carlisle e Jasper arrivarono in quel momento con Alice e Rose.
“Ora non c’è più” il tono di Edward era un po’ accusatorio, se ne rese
conto anche lui, ma ormai la frase l’aveva detta.
“Ehi che succede?” Alice diede ad Esme alcuni platani.
“Non troviamo più Bella” Disse Edward.
“Calmati Edward, Bella era seduta là e ora non c’è, può essere
dappertutto, magari ha fatto un giro per l’isola. Mentre io cucino, voi
potete andarla a cercare, così quando arrivate è pronto. Non ti
preoccupare” Esme gli sorrise dolcemente accarezzandogli una guancia.
“Che ne dite di dividerci? L’isola non è così enorme” Carlisle prese in
mano la situazione. “Io e Rose” disse Emmett.
“Io e Jasper” urlò Alice.
Edward scosse la testa, non sarebbe mai cambiata,per quanto la
situazione fosse seria.
“Quindi io e Edward” Carlisle sorrise. Mentre Edward sospirò piano,
senza farsi sentire. Sicuramente lo avrebbe interrogato sul suo
attaccamento.
Ma come poteva spiegare a qualcun altro qualcosa che nemmeno lui
capiva?
Una volta decise le direzioni da prendere, fissarono come punto di
ritorno lì da Esme.
Edward si guardò ansioso intorno. Bella non poteva essere così
distante, si disse. Prima avrebbero trovato Bella, prima
l’interrogatorio sarebbe finito.
Salve...
sinceramente faccio sempre più
fatica a scrivere i capitoli di questa storia, e mi dispiace, perchè ci
tenevo molto..
vorrei capire però, la storia
non vi piace ? è banale? scrivo così schifosamente da smettere? accetto
anche critiche, le capisco di più del silenzio assoluto..
al prossimo capitolo forse.. |