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Autore: 1918    24/07/2011    2 recensioni
*Cambiato titolo da il vento*
Una Bella con un triste passato alle spalle, persa tra le meravigliose isole caraibiche, ritroverà la serenità tanto cercata ?
Un Edward con un triste segreto, scappato da una caotica città per rintanarsi nelle calme isole caraibiche, troverà la sua pace ?
Ed Esme, riuscirà finalmente ad assopire il senso di colpa ?
Tratto dal prologo: - Si girò verso il mare, non c'era nessuna barca, nessun ormeggio, ma cosa più importante sul quella poca porzione di isola che era riuscita a vedere, non c'era nessun segno di presenza umana.
Il petto si alzava e abbassava rapidamente, con respiri sempre più brevi, la vista si sdoppiò, mentre la testa le girava sempre di più.
Poi tutto si fece buio-
spero vi piaccia e che mi lasciate un piccolo commento =)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 7


Edward la guardava dormire. Sembrava così piccola e indifesa su quell’amaca. Gi faceva venire voglia di stringerla tra le braccia e confortarla. Proteggerla dal mondo che sapeva essere così cattivo.
E lui lo sapeva bene.
Con lui in molti erano stati cattivi, ma non aveva smesso di sperare. Ed era arrivata Bella.
Sembrava un regalo dal cielo, nonostante non la conoscesse che da poche ore, era sicuro che sarebbe diventata importante per lui. In un modo o nell’altro.
Lei sarebbe stata i suoi giorni di sole in mezzo alla tempesta che era la sua vita.
Forse ora sarebbe riuscito ad evitare il fulmine, anche quando splende il sole. [*]
“Edward” si girò verso Esme. “Credo dovremmo chiederle il più presto possibile, se è lei. Non vorrei che succedesse qualcosa, non sono tranquilla.”
“Certo, mamma.” Edward guardava Esme negli occhi, nonostante la tentazione più grande fosse incatenare gli occhi al viso di Isabella.
Voleva capire perché la donna non dicesse niente sul fatto che sapeva il nome di Bella.
Esme non voleva dire a nessuno quello che aveva supposto. Potevano anche essere solo delle coincidenze, quante persone al mondo potevano chiamarsi Isabella ed essere identiche alla sua Isabella? Poche, certo.
La verità era che Esme era stufa di farsi false speranze. Quanti anni erano che cercava quella bambina, ormai giovane donna?
Sospirando si girò, consapevole di fuggire allo sguardo curioso del figlio.
Non poteva dire niente a nessuno, non poteva darsi altre false speranze.
Edward fissò per alcuni istanti Esme che si allontanava, poi finalmente si poté girare per guardare come stava Bella.
Era preoccupato, era normale che dormisse così tanto e profondamente? Forse era il caso di chiamare Carlisle. Poi Bella si mosse mugolando.
Gli ricordò una gattina in cerca di coccole, e gli occhietti che aveva appena aperto erano cerchiati dal sonno e dolci.
Le sorrise, quello sguardo smarrito era troppo dolce. Gli faceva venir voglia di darle lui una protezione.
Si riscosse dai suoi pensieri quando la ragazza gli parlò. ''Che ore sono?'' chiese Bella passandosi una mano sul viso e nascondendo uno sbadiglio. Si era resa conto di come il sole fosse alto nel cielo, quindi doveva aver riposato tutta la notte.
''Immagino siano le nove'' gli rispose Edward intenerito da lei.
Edward aveva passato la notte disteso su di un asciugamano messo vicino all'amaca. Aveva dormito relativamente poco per i suoi standard, ma voleva essere sveglio se le serviva qualcosa. Era consapevole di avere il sonno parecchio pesante.
''Dovrei smettere di dormire così tanto, non l'ho mai fatto in vita mia, non dovrei iniziare ora''.
Edward sorrise. “È meglio che tu dorma, se devi recuperare.” Si passò una mano tra i capelli grattandosi la nuca, si sentiva così impacciato.
Solo pochi minuti prima, mentre lei dormiva ignara di tutto lui stava facendo pensieri smielati su di loro. Come se esistesse un loro.
Esisteva solo una Bella e in un altro mondo un Edward. Questa era la verità.
Si girò verso la ragazza, anche se non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Che fine aveva fatto l’Edward Cullen che diffidava delle donne?
Doveva allontanarsi da Isabella, era solo una complicazione. Una dolce complicazione. Scuotendo la testa si alzò, prese l’asciugamano e lo mise sul filo dell’amaca ad asciugare dall’umidità della notte.
Non guardò Bella, aveva paura delle reazioni che gli scatenava. “Io vado a pesca altrimenti oggi non si mangia.”
Si diresse verso la cassa dove erano stivati vari oggetti, tra cui la lenza e l’amo. Li tirò fuori e si mise a srotolare la matassa di filo di nylon, prima di entrare in acqua voleva controllare che non ci fossero nodi o parti malmesse.
“Ti serve una mano?” Bella era dietro di lui, minacciosamente e pericolosamente vicina a lui. “No” borbottò, poi si disse di non essere maleducato “Ma grazie comunque per l’interessamento.
Si diresse verso un tronco portato dal mare, spiaggiato all’ombra di alcuni alberi. Bella adorava il colore degli alberi che navigavano nel mare, quello secondo lei era il bianco più perfetto al mondo. Le piaceva immaginare la storia di quella pianta, il suo viaggio fino a lei.
Si sedette anche lei vicino a Edward. “Sai, adoro questi tronchi, mi piace immaginare la loro storia, il loro lungo viaggio attraverso le tempeste. Ma sai qual è la cosa principale per cui mi piacciono ?” Le piaceva parlare con Edward, lui sapeva ascoltare.
Anche se in quel momento le sembrava un po’ distante, per quello gli aveva posto una domanda, non voleva dargli fastidio.
In quelle poche ore in cui era stata con lui lo aveva sentito come un fratello maggiore, era stato lui ha trovarla, lui aveva vegliato sul suo sonno.
“Cosa?” Edward si odiò in quel momento. Non era abbastanza forte da resistere a lei, certa una parte di lui, purtroppo molto grande, che smaniava di sapere tutto su di lei. E quella parte veniva a galla troppo spesso.
“Il fatto che sono loro a trovarci. Sembrano quasi mandati per noi, come se qualcuno sapesse che noi siamo lì o che passeremmo di lì. Mi fanno sentire importante.”
Edward desistette nel suo tentativo di non guardarla. S’immerse nei suoi occhi e le parole uscirono senza che potesse fermarle.
“Tu sei importante.”
Isabella arrossì. Non spesso qualcuno le diceva così. Le guance diventarono incandescenti e dalle labbra uscirono parole sconnesse finché non prese un respiro profondo, e si girò a guardarlo negli occhi.
“Tu… Tu davvero credi che io sia speciale?” non riuscì a guardarlo negli occhi, si fermò al mento.
Edward appoggiò sul tronco vicino a sé l’occorrente per la pesca, mandando al diavolo i suoi propositi per gli antistanti cinque minuti. La prese tra le sue braccia, stringendola forte al suo corpo, i capelli scuri che premevano sul suo viso, mentre il respiro di Edward li gonfiava uno a uno.
Bella sentiva il respiro fresco del ragazzo sulla nuca. Anche il sussurrò lo avvertì, sussurro che fece partire una miriade di piccoli brividi dal collo della ragazza. “Certo che lo penso.”

****

Bella ora era seduta sul bagnasciuga, sembrava che a nessuno servisse una mano. I piedi di Bella era dolcemente bagnati dall’acqua, mentre il suo sguardo era catalizzato da Edward.
Dopo il momento pieno d’imbarazzo da parte di Bella, il ragazzo si era staccato freddo, si era alzato e con poche parole l’aveva informata che andava a pesca. Bella aveva sussurrato un ok e quando il ragazzo era arrivato distante dalla riva lei si era alzata per chiedere a Esme se le serviva una mano.
La donna le aveva sorriso dicendole di no, che poteva pure riposarsi ed era ritornata al suo lavoro di rammendo.
Le disse anche che Carlisle, Emmett e Jasper erano intenti a fare alcuni lavori di manutenzione alle casette, mentre Rose e Alice stavano raccogliendo frutti.
Bella volle sapere dove, ma Esme le disse semplicemente che doveva stare al riposo, meglio se all’ombra.
Si sedette davanti alla donna per alcuni minuti, ma poi le prudettero le mani a non far niente. Si sentiva addosso lo sguardo della donna, e oltre alla temperatura calda sentiva anche le guance andare a fuoco.
Si alzò decisa a fare una nuotata.
Non voleva invadere troppo lo spazio di Edward.
Guardò la sua figura un’ultima volta, poi gli diede le spalle ed entrò in acqua dalla parte opposta dov’era lui. Avrebbe raggiunto quella piccola isoletta vicino, un po’ di moto non le avrebbe fatto male, al contrario di ciò che dicevano gli altri.
Entrò nell’acqua, e sorrise.
Adorava nuotare, anche se la barca rimaneva comunque al primo posto nel suo cuore. La barca univa il vento e l’acqua.
Quando da bambina si sedeva in spiaggia poco prima dell’arrivo della pioggia, le piaceva pensare che l’acqua e il vento fossero i suoi genitori.
Trattenette il respiro e s’immerse.
Era fantastica la sensazione dell’acqua calma.
Quella nuotata era la riappacificazione tra lei e la sua parte naturale, perché il vento e l’acqua facevano parte di lei. Erano lei.
Arrivare sull’altra isola non fu difficile, non c’erano correnti particolarmente forti, né troppo gelide. In piedi con le mani sui fianchi e un po’ di fiatone guardò la vegetazione sull’isola. E un sorriso nacque sulle sue labbra.
S’inoltrò nella vegetazione, magari avrebbe trovato qualcosa da poter riportare all’accampamento, avrebbe potuto ringraziarli così, rendendosi utile.
S’inoltrò nell’isola, che molto probabilmente non aveva notato durante la tempesta, era ricca di frutti. Ora si trovava dall’altro lato dell’isola e mangiava un mango.
Uno scintillio attirò il suo sguardo.
In mezzo ai bassi scogli qualcosa brillava nascosto e incastrato. Bella si alzò incuriosita.
Arrivata con il mare alle ginocchia non credette ai suoi occhi.


****

“Dov’è Bella?” chiese Edward a Esme, mettendo i pesci pescati dentro una pentola all’ombra.
“L’ultima volta l’ho vista seduta sotto quell’albero, poi sono andata a vedere se andava tutto bene dai ragazzi.”
Emmett,Carlisle e Jasper arrivarono in quel momento con Alice e Rose. “Ora non c’è più” il tono di Edward era un po’ accusatorio, se ne rese conto anche lui, ma ormai la frase l’aveva detta.
“Ehi che succede?” Alice diede ad Esme alcuni platani.
“Non troviamo più Bella” Disse Edward.
“Calmati Edward, Bella era seduta là e ora non c’è, può essere dappertutto, magari ha fatto un giro per l’isola. Mentre io cucino, voi potete andarla a cercare, così quando arrivate è pronto. Non ti preoccupare” Esme gli sorrise dolcemente accarezzandogli una guancia.
“Che ne dite di dividerci? L’isola non è così enorme” Carlisle prese in mano la situazione. “Io e Rose” disse Emmett.
“Io e Jasper” urlò Alice.
Edward scosse la testa, non sarebbe mai cambiata,per quanto la situazione fosse seria.
“Quindi io e Edward” Carlisle sorrise. Mentre Edward sospirò piano, senza farsi sentire. Sicuramente lo avrebbe interrogato sul suo attaccamento.
Ma come poteva spiegare a qualcun altro qualcosa che nemmeno lui capiva?
Una volta decise le direzioni da prendere, fissarono come punto di ritorno lì da Esme.
Edward si guardò ansioso intorno. Bella non poteva essere così distante, si disse. Prima avrebbero trovato Bella, prima l’interrogatorio sarebbe finito.





Salve...
sinceramente faccio sempre più fatica a scrivere i capitoli di questa storia, e mi dispiace, perchè ci tenevo molto..
vorrei capire però, la storia non vi piace ? è banale? scrivo così schifosamente da smettere? accetto anche critiche, le capisco di più del silenzio assoluto..
al prossimo capitolo forse..
   
 
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