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capitolo: Verde pistacchio (?)
Personaggi: Kaito (il demone)
– Miku (la fanciulla)
Osservazioni personali:
Ooh, la mia prima
fic sui vocaloid *w* La
canzone presa in considerazione è “the
ogre and the maiden” di Kaito, è
veramente bella! Per i commenti post
delirio, vi mando al post-it giallo in fondo!
C’era
una volta un
demone
C’era una volta
l’uomo.
L’uomo era strano. Viveva
tutta la vita insieme ad altri
suoi simili. Aveva paura di tutto ciò che lo circondava, e
per questo odiava
tutto ciò che non comprendeva.
C’era una volta un demone.
Il demone pensava sempre che gli
uomini fossero strani.
Uccidevano tutto ciò che li circondavano perché
non riuscivano a capirli.
Vivevano una vita vuota e
nell’ignoranza di propria volontà.
L’uomo
è l’essere più
strano che esista, pensava il demone. Eppure lui non ne aveva
paura, lui
voleva conoscerli.
Ne era profondamente incuriosito,
perché nonostante la loro
gretta ignoranza sembravano felici.
Evidentemente
conosceranno qualcosa che ignoro.
Un giorno il demone decise di andare
da loro, perché voleva
capire cosa gli mancava. Eppure c’era un problema.
Loro non lo comprendevano, ne
avrebbero avuto paura.
Decise dunque di avvolgere e
nascondere il proprio corpo in
vesti e lunghe stoffe. Se non lo avessero visto, non ne avrebbero avuto
paura.
Un giorno. Gli bastavano quelle poche
ore fino al calare del
sole, gli sarebbero bastate per capire che cosa gli mancava.
Così andò,
abbandonò la sua foresta ed entrò nelle mura del
villaggio a lui più vicino.
Passò una giornata nelle
strade, a contatto con gli uomini.
Poté vederli, sfiorarli,
guardare cosa facevano nelle loro
brevi, ignoranti vite.
Al calar del sole guardò
ancora l’uomo, consapevole di non
aver colto cosa gli mancasse per essere felice come loro.
Solo una cosa notò. Era
sul volto dei bambini in ogni
momento, su quello degli anziani con aria triste, su quello degli
adulti
raramente ma intensamente.
Ne aveva sentito sempre parlare, ma
fu in quelle poche ore
che vide per la prima volta un sorriso.
Cos’è
che causa un
sorriso? Si domandava.
Doveva osservarli di più,
gli umani. Doveva capire qual era
la causa dei loro sorrisi.
Decise dunque di ritornare nella sua
foresta, nella sua
casa, eppure non fu così.
Irrisorio fu il destino quando mise
sulla strada del demone
un bambino in corsa.
Il demone cadde e la copertura sul
suo volto cadde con lui,
mostrando la sua natura alla luce del sole morente.
E se il suo volto era come quello di
chiunque altro, i suoi
capelli del color del cielo e di un mare che nessuno lì
aveva mai visto
rivelarono la sua natura.
Come il demone aveva previsto, gli
uomini ne ebbero una
profonda paura.
Per questo lo circondarono, col fuoco
e con le armi.
Per questo lo odiarono.
E il demone rimase inerme, senza dire
o fare nulla.
Per una volta capì lui
stesso cosa significasse avere paura.
Eppure lui non aveva mai minacciato nessuno di loro.
Eppure lui non aveva mai avuto
intenzione di uccidere
nessuno, come loro invece gli gridavano contro.
Riuscì a fuggire, in
qualche modo, e a ritornare nella sua
foresta.
C’era una volta il demone.
Viveva solitario nella foresta, e non
usciva mai dai limiti
di quegli alberi.
Gli uomini narravano che mai il
demone aveva lasciato i suoi
confini, solamente una volta, e poi mai più.
Per questo quella foresta era
maledetta.
Perché abitava un demone
che aveva paura degli uomini.
Mai più nessuno lo rivide,
e gli uomini vissero in pace.
Si racconta che una notte una
fanciulla si addentrò nel
bosco ferendosi. Ed ella si addentrò così in
profondità da perdere la via di
casa.
Fu allora che il demone vide
nuovamente un essere umano.
Si narra che la fece entrare in casa,
e che la guarì delle
sue ferite.
Il demone per la prima volta nella
sua intera esistenza
trascorse una notte felice.
La fanciulla gli parlò
dell’uomo, delle loro vite, delle
loro menti, dei loro sentimenti.
E il demone sorrise dinanzi a quella
fanciulla che mai aveva
visto la luce del sole o la bellezza della notte.
“Verrò
di nuovo”
“Non
puoi”
Lei sorrideva ed andava. E il giorno
dopo l’aspettava al
limitare della foresta.
In quelle esigue ore la fanciulla
insegnò al demone perché gli
uomini sorridono.
In quelle esigue ore la fanciulla
insegnò al demone come
essere felice.
Si narra che un giorno
l’uomo scoprì la fanciulla.
Le impedirono di incontrarlo,
perché il demone era un mostro
di cui aver paura. E lei rispondeva che era solo lui ad avere paura
degli
uomini.
L’uomo non le credette ed
andò dal demone.
Così l’uomo
andò nella foresta, e trovarono il demone.
Lo circondarono con il fuoco e con le
armi.
E il demone ebbe paura. Stavolta,
però, temette non per la
sua vita, bensì per ciò che gli uomini potessero
fare alla fanciulla.
Con la paura negli occhi e il dolore
nel cuore, il demone
abbandonò la foresta, l’uomo e la fanciulla.
Viene narrato che la fanciulla
scappò, e che il demone l'abbia aspettata, come sempre.
Stavolta potranno vivere felici senza
paura alcuna.
Ok, finitaaa! Allora, devo ammettere
che ho solamente descritto
gli avvenimenti della canzone, ma ok.
Spero piuttosto di essere riuscita
nel mio intento di creare
un’atmosfera un po’ particolare, come la melodia
della canzone, ma ditemelo voi
se sono riuscita in questo mio intento XD
Va bene, per adesso è
tutto ù_u
Stay tuned people! chaska~
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