Sotto la torre
Scacco Matto
...come
cadendo in un nulla senza speranza!
Ingmar Bergman - Il Settimo Sigillo
~
Sotto la torre.
Draco Malfoy la ritrovò a luglio. Tra Mosca e Vladivostok.
«
Di chi è la bacchetta, Mudblood? »
Appoggiò la testa contro il finestrino, senza rispondere.
«
Weasley non è qui. »
« Prevedibile
» mormorò piano, con una gran fatica.
«
E tu, perché ci sei? »
Hermione lo guardò solo per un istante. « Per capire se
è abbastanza freddo anche per me. »
«
Su un treno Babbano? »
«
Ovunque. »
« Mi hanno
mandato a cercarti. »
«
Credevo ti avessero insegnato a mentire. »
«
Sono venuto a cercarti » sputò controvoglia.
«
Siediti, Malfoy. »
«
Di chi è la bacchetta, Mudblood? »
«
Di nessuno, Malfoy. »
«
Neanche nostra? »
«
Neanche nostra. »
«
Torniamo a casa, Mudblood? »
«
Non ne ho più una. »
«
Potresti piacere a mia madre. »
«
Potrebbe anche Cruciarmi, chissà. »
«
La Bacchetta non funziona, Granger. E' prevedibile, lo so. »
«
La Bacchetta è impazzita, Malfoy. »
«
Come te? »
«
Come Ginevra. »
Malfoy strabuzzò gli occhi. « ...E' stata lei?!
»
Hermione sbuffò. « Sempre la strada
più facile, per voi Malfoy. Sempre la strada più
facile. »
Le prese la mano, e la portò via.
Una stretta allo stomaco, e Hogsmeade fu lì.
~
« Non mi pare di
aver mai detto che volevo tornare qui. »
«
Non mi pare di aver mai lasciato intendere che io prendo sul serio le
tue opinioni. »
La trascinò fino ai cancelli di Hogwarts, prima che
riuscisse a Smaterializzarsi.
«
Posso Incantarti, Malfoy. »
«
L'hai già fatto, Mudblood. E preferisco avere conversazioni
almeno serie con te. »
«
Stiamo perdendo tempo. »
«
Potrei esser d'accordo, dipende in che senso. »
«
Malfoy, ho freddo. »
«
Ne aveva tanto anche lui. »
Solo una corona di fiori, ai piedi della torre. Qualche schizzo
scarlatto incrostato nella pietra, un solco nell'erba che pareva non
voler ricrescere.
«
Vuoi salire? »
«
Non so in che modo vorrò scendere. »
«
Dandomi il braccio. »
«
Almeno un milione di scale. »
«
Saranno troppe, Granger. »
«
Non sono mai abbastanza. »
«
Abbiamo salvato la Bacchetta per niente, Malfoy. »
«
Non potevi saperlo. »
«
No, non potevo, infatti. Dovevo.
»
«
Era Potter, Merlino, come potevi prevedere che...? »
«
Ron l'aveva previsto.
Non sarebbe fuggito se fosse riuscito ad evitarlo. Ginny l'aveva
previsto. Non si starebbe logorando se solo l'avesse fermato.
»
«
Ce ne siamo tolti dai piedi tre in un colpo solo. »
Malfoy si ritrovò presto a discutere dei capelli di Lucius
con un piccione.
Trovò Hermione seduta tra un merlo e l'altro, quando
riaprì gli occhi.
I piedi sospesi nel vuoto, lo sguardo parecchio più in
là, la mente cinquanta metri più in basso.
«
Se dovessi sopravvivere, mi presteresti il balsamo di tuo padre?
»
«
Lo sai che non mi immolerò per salvarti la vita, vero?
»
«
Non potresti, Malfoy. Sei Disarmato e Pietrificato. »
Lui realizzò tutto questo in poco più di cinque
secondi di imbarazzato silenzio.
«
Sono vuota anch'io, adesso? »
«
Lo sarai se ti ridurrai a un mucchietto d'ossa, Granger. »
«
Per cosa viviamo? »
«
Io ho ciò che resta del patrimonio di famiglia da
dilapidare. Tu? »
«
Mi restano un lavoro e il C.R.E.P.A., immagino. »
«
Mi stai augurando la morte, Granger? Non sono io quello in bilico su
una torre. »
Hermione lo ignorò.
«
Harry viveva per Voldemort. Nessuno
può vivere, se l'altro sopravvive. »
«
Ogni persona sana di
mente, dopo averlo ucciso, si sarebbe ritirata a una vita tranquilla,
in una casa in campagna, a godersi l'età che avanza.
»
Quello di lei fu un sorriso amaro.
«
Non Harry. Lui è nato per gli altri. »
«
Come carne da macello, vorrai dire. E infatti si è macellato
da solo. »
Malfoy si ritrovò presto a discutere di quanto fosse bella
la mamma. Con lo stesso piccione di prima.
«
Ho sempre sospettato che tua madre ti rimboccasse le coperte.
»
Malfoy arrossì. « Stupida
Mudblood. »
«
Che ci fai quassù con me? »
«
Immagino che dovrei darti mille e uno motivi per non buttarti di sotto.
»
«
Sarebbe utile, in effetti. »
«
Allora, primo motivo: devi aiutarmi a distruggere la Bacchetta di
Sambuco. »
Hermione mosse il capo lentamente. Un pezzo di legno stroncato a
metà stava ardendo in un angolo.
«
Come...? »
«
Il potere della Bacchetta si sarebbe annullato in seguito alla morte
naturale del legittimo proprietario. »
« Ma Potter... »
«
Si è suicidato,
e la Bacchetta è impazzita. Non ha perso tutto il suo
potere, ma
non poteva certo conservarlo per intero. E' diventata una Bacchetta
normale, perfino scarsa, oserei dire. »
«
Non si è ammazzato per questo,
vero? »
«
Quando non si ha niente per cui vivere, si cerca un motivo per cui
morire. »
«
E voi? »
Hermione sospirò. «
Noi non eravamo il mondo, Malfoy. E la Bacchetta era un'attrattiva
troppo forte per chiunque sapesse della sua esistenza. Toglierla di
mezzo era l'unico modo per garantire la pace. »
«
O per vivere in
pace. Credi che Potter si sentisse perseguitato? »
«
Conoscendolo, direi di sì. » Si lasciò
sfuggire un sorriso.
«
E tu... sei sicura di tutto questo? »
«
La Bacchetta non mente. Chiudi gli occhi, Malfoy. »
«
Non ti interessa più il mio inguine? »
Hermione scosse la testa e si alzò in piedi.
Poi, fece un passo in avanti e sparì.
«
Prevedibile » commentò Draco, quando Hermione
perse i sensi e il Petrificus
si sciolse.
~
« Prevedibile,
Granger, prevedibile. »
Il nebuloso mondo che distinse tra le palpebre le parve più
chiaro di quando l'aveva lasciato.
«
Vi fa così schifo vivere? »
«
Non abbiamo nessuno per cui farlo. »
«
La verità
è che siete degli egoisti. Weasley aveva la sua famiglia di
pezzenti, Potter aveva la pezzente, tu hai... »
Hermione si distese di nuovo a terra, nell'aria calda di luglio che le
solleticava il naso.
«
Continua, Malfoy. »
«
Non ha senso che tu ti lasci morire, Granger. »
«
Non so se sarei stata
abbastanza coraggiosa per morire. Mi sarei potuta uccidere in qualunque
momento, finché sono stata via, e ho avuto la bacchetta a
portata di
mano, per tutti i cinquanta metri. Forse sarei fuggita anch'io, per
cercarmi
senza sosta e ritrovarmi, che so, in una tempesta di sabbia nel Sahara.
»
«
Al caldo? »
«
Mi piacciono le mie lentiggini. »
«
Te ne andrai? »
Lei scrollò le spalle.
«
Non ha senso che tu te ne vada, Granger. »
«
Ora lo so. »
Chiuse gli occhi, inspirando quell'erba riarsa che le parve colma di
vita.
«
Complimenti per l'Incanto, Malfoy. L'impatto col suolo è
stato talmente morbido che mi ha conciliato il sonno. »
«
Mi devi un favore. »
«
Hai già qualcosa in mente? »
«
Dobbiamo ritrovare il
rospo del Lago a cui ho insegnato come depilarsi. Non vorrei si fosse
fatto una strana idea della virilità di un Malfoy.
»
«
Troverò Ron e lo riporterò a casa. »
«
Ti aspetterò qui. »
«
Sotto la torre? »
«
No, c'è puzzo di Potter. »
Malfoy si ritrovò a parlare di danza classica con una
cavalletta.
« Il rospo
non è l'unico a nutrire qualche dubbio. »
«
Promettimi che tornerai. Anche senza pezzente, di lui possiamo farne a
meno. »
« Perché dovrei? »
«
Perché sai che mi depilo. Immagino di dover tenere sotto
controllo i miei segreti. »
«
Che mese è? »
«
Luglio. »
«
E come siamo entrati a Hogwarts? »
«
Siamo Auror, possiamo tutto. »
«
E' per questo che sei diventato Auror? »
«
Una specie. »
«
Menti. »
«
Sono poche le ragioni per dire la verità. Mentre quelle per
mentire sono infinite. »
«
Malfoy, per caso mi ami? »
«
Neanche per sogno » rispose tranquillo.
«
Non avevo bisogno di essere salvata da un principe azzurro, spero tu lo
sappia. »
«
Menti. »
«
Nel paese della bugia, la verità è una malattia.
»
«
Hermione, Potter
era un cretino. »
«
La coscienza ci rende tutti egocentrici. »
«
O stupidi. »
«
L'ingratitudine è sempre una forma di debolezza. »
«
Andiamo a casa? » fece lui, alzandosi.
«
Quale casa? »
«
La mia. C'è su
un cartello con scritto 'Attenti ai Crucio', ma per il resto
è
piuttosto accogliente. »
«
Posso vedere la tua collezione di rasoi? »
~
Se Harry James Potter - pace all'anima sua - fosse stato presente, si
sarebbe avvolto intorno a Hermione come l'edera più
ostinata:
l'avrebbe supplicata di ripensarci, di rendersi conto che stava facendo
una stupidaggine, che tutto quello non aveva senso, l'avrebbe implorata
di fermarsi e tornare indietro, da lui, da lui e da Ron, che erano gli
unici a volerle davvero bene.
Perché la verità è che a Harry James
Potter non era importato proprio niente di far l'eroe, quando era scivolato dalla
torre, perdipiù senza una bacchetta a proteggerlo.
La Morte ancora pestava i piedi in terra, per come quella disgrazia era
stata travisata, reinterpretata, idolatrata: aveva dato a Potter la
fine più insensata, casuale, beffarda e lui l'aveva spuntata
di
nuovo, nascendo, vivendo e perfino morendo da eroe.
Come se non bastasse, uno dei suoi stessi Doni era andato distrutto per
sempre. Che diamine, come avrebbe potuto immaginare che un possessore
della Bacchetta di Sambuco sarebbe morto per sbaglio,
sporgendosi troppo dai merli di una torre? Quel Potter era tanto
stupido quanto fortunato.
Ma non si sarebbe scoraggiata, no: aveva già due scacchiere
pronte, e tutte le pedine coi capelli rossi.
~
In ottobre, da qualche parte intorno a Reykjavik, Ronald Weasley diede
scacco matto alla falce - certe capacità non si perdono nel
tempo.
Hermione lo trovò nell'esatto momento in cui
riaprì
davvero gli occhi per la prima volta: lo schiaffeggiò, gli
dette
dello stronzo - ancora - per averla abbandonata e lo prese per un
orecchio, Smaterializzandolo a casa e lasciandogli di proposito un
sopracciglio in Islanda.
Per risvegliare Ginevra dalla trance in cui era caduta,
bastò molto meno.
« Ginny, mi sono
trasferita da Malfoy. »
I suoi occhi da torbidi divennero torvi. « Dove cazzo hai
sbattuto la testa? »
«
Ai piedi della torre » rispose Hermione, abbracciandola.
Da qualche parte nel mondo, la Morte tirò un pugno contro
qualcosa.
«
Te l'avevo detto che si sarebbero ripresi »
ridacchiò qualcuno dietro di lei.
«
Sei... stato... TU! » e si trattenne dall'ammazzarlo un'altra
volta.
«
Albus mi ha insegnato
come apparire in sogno a chi è più di
là che di
qua. » Dette una gomitata al suo vicino, sghignazzando. « Com'era la frase a
effetto? In fin dei
conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una
nuova, grande avventura. »
«
Certo che sta succedendo
dentro la tua testa. Ma
perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?
»
Dandomi il braccio,
almeno un milione di scale viene da una
celeberrima poesia di Eugenio Montale.
A godersi
l'età che avanza è una
citazione di 'Cuore a Metà' della mia adorata
Bandabardò.
Sono poche le ragioni
per dire la verità. Mentre quelle per mentire sono infinite
è una citazione da 'L'ombra del
vento' di Carlos Ruiz Zafòn.
Nel paese della bugia,
la verità è una malattia è
una frase di Gianni Rodari.
La coscienza ci rende
tutti egocentrici è una massima di
Oscar Wilde.
L'ingratitudine
è sempre una forma di debolezza è
invece di Johann Wolfgang von Goethe.
Le frasi già in corsivo nella storia vengono chiaramente
dalla
Saga di J.K. Rowling, quindi immagino di non dover dare ulteriori
spiegazioni.
Quale era la frase 'chiave' dello scorso capitolo? Questa! «
Qualcuno che non voleva la Bacchetta, di certo. »
Chi altri
poteva essere
così buono, meraviglioso, brillante, eccellente, altruista,
santo, martire (sì, J.K.R., abbiamo capito!) se non lo
stesso
Potter? Certo, Hermione aveva già qualche sospetto sul
presunto
suicidio dell'amico, ma la frase di Draco le ha dato l'input
fondamentale per convincersi definitivamente delle modalità
della fine di Potter. Che poi la
vera storia sia
andata in tutt'altro modo è un altro discorso - e spero che
nessuno si offenda per la mia scelta di far schiattare Potter in un
modo così insulso (ma si sa, a Hogwarts le scale si
spostano,
gli Elfi domestici ti scagliano i bolidi, metti caso che i merli delle
torri spariscano a turno, così per fare...), dopotutto la
gente
crederà forevah&evah che si è ammazzato
per
l'umanità, quindi non sono stata neanche troppo sadica, no?
Poi. Draco e Hermione manco si baciano. Parlano talmente tanto che
hanno le lingue aride e le bocche asciutte, quindi anche a volere...
No, a parte gli scherzi, non le so scrivere le scene romantiche.
Cioè, c'è una parte di me che vorrebbe raccontare
dei 'Ti
amo...' 'No... io ti amo di più!', 'Sposami' 'Sarai sempre
mio!'... ma credo si aggiri attorno allo 0,01% del mio essere e no, non
ce la faccio proprio. A chi vuole risposte definitive su come siano
finiti insieme posso suggerire di leggere tra le righe. Nel senso di
inventarsi ciò che sta fra gli spazi bianchi,
perché io
ho fatto dei salti temporali e geografici da non poco, di mese in mese,
di stato in stato, quindi lascio a voi lo struggimento di Draco per
l'assenza della pulzella, la crisi di Hermione per la morte
dell'amico... ecco, quelli son sentimenti talmente grandi che non
c'è proprio niente, niente al mondo che sia migliore di uno
spazio bianco per descriverli davvero.
Poi. Il finale. Okay, ammetto che il finale è talmente
nonsense
che mi sono detta 'Giulia, ma sei sicura di pubblicarlo davvero? No,
guarda che poi ti linciano!'. Poi ho inserito Albus Silente nella scena
finale, e lì mi son detta: se c'è lui di mezzo,
torna
tutto. Si Smaterializza dentro i confini di Hogwarts come cazzo gli
pare, sopporta Potter, parla con le Fenici, sopporta Potter, sa tutto
quello che succede in ogni istante, sopporta Potter, appare ai mezzi
morti che di fronte al Mago più potente del mondo si
difendono
con un 'Expelliarmus' (e chiaramente hanno un culo grosso come una
mongolfiera e si salvano anche in quel caso), sopporta Potter e
sopporta Potter: perché non può far rinsavire
Ron, Ginny,
Hermione, Harry e la Morte stessa? Certo che può! Ed ecco il
nonsense che tocca le sue vette maggiori.
Ah già, devo spiegare la cazzata della Bacchetta di Sambuco
che
si taglia con un grissino. Ebbene... J.K.R., i tre fratelli, Voldemort,
il Wizengamot, la Umbridge, Pix (c'è sempre Pix di mezzo,
sempre), Hagrid o Alfonso Papa (sì, anche lui c'è
sempre
di mezzo) non hanno mai specificato cosa sarebbe successo se il
proprietario della Bacchetta non
avesse avuto la peggio in un duello o fosse deceduto di morte naturale.
Ed è qui che spunto io con le mie idee bislacche. Hermione
non
ha torto nell'ipotizzare che la Bacchetta abbia perso una parte del suo
potere in quanto il suo legittimo proprietario è morto
suicida,
così come non è da escludere che la stessa cosa
si sia
verificata in quando Potty non è morto per mano di nessuno
ed ha
fatto la figura dell'imbecille facendo una piroetta in bilico su un
merlo. In poche parole, per me,
tutto ciò non fa una piega, e sia io che Hermione abbiamo
ragione. Poi io ho più ragione, ma questi son dettagli.
Okay, la storia vera sta nelle note, questo mi pare chiaro.
Ora attendo che Broara Stinson mi dica che la prima citazione non
è di Montale ma di Pico de Paperis (o di Brobin Scherbatsky).
Attendo il buon vecchio Charlie Brown perplesso per ciò che
posso combinare con una tastiera davanti, e soprattutto convinto di non
scrivere più delle Lucy-Schroeder se questi sono gli effetti
allucinogeni che mi danno.
E attendo gli insulti, le lamentele, il Comitato per la Difesa di Harry
Potter, l'Associazione 'I merli non scompaiono mai' e tutto
ciò
che vorrete tirarmi per la storia più assurda di EFP.
Vi ho voluto bene. ♥
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