Perdonate
il titolo di merda, ma non sapevo fare di meglio!
Scandalizzata
dal fatto che tra i personaggi di Harry Potter manchi il mio preferito in
assoluto, a mio parere il più
interessante: Orfin Gaunt. In questa fic
parlerà in prima persona, e non solo lui. Spero vi piaccia J
Vale
ORFIN
GAUNT
Ma chi,
mia sorella?
Una buonannulla. Una sciocca.
E
credeva davvero di poter essere un membro onorario della famiglia Gaunt con quella sua stupida cotta per quel Babbano?
Patetico...ma
vi racconterò tutta la storia, pezzo per pezzo...
Avevo
solo sedici anni all'epoca, la nostra famiglia viveva in miseria e la nostra
casa non era una delle più agiate del villaggio. Tutti ci deridevano e giravano
voci sul fatto che fossimo gli ultimi, schizzati discendenti di Salazar Serpeverde.
C'era mio
padre, Orvoloson Gaunt, che
si divertiva ad importunare Babbani e non andava a
letto se non si era prima scolato un'intera fiaschetta di vino; c'ero io, che
passavo le mie giornate ad uccidere serpenti e poi c'era lei: mia sorella
Merope, due anni più grande di me, anche lei rettilofona
come il resto della famiglia.
Solitamente
vivevamo una vita tranquilla perchè la gente aveva
paura di noi, dicevano che mio padre era un pazzo e che io ero un ragazzo
disturbato. Merope invece veniva considerata più che altro strana, una sorta di
'vittima con tendenze suicida'. Forse era per questo che se proprio dovevano
avere a che fare con noi si rivolgevano sempre a lei.
Un'imbranata,
mia sorella. La tipica ragazza che sopporta senza lamentarsi, che soffre in
silenzio e che cova passioni segrete per individui con le vene sporche.
Mi
divertivo all'inizio: insomma, vederla aspettare ansiosa alla finestra che lui
tornasse a cavallo dopo la caccia e scoprire che aveva con sè
anche la bella Cecilia mi faceva sbellicare dalle risate! Ed era questa una
scena che si ripeteva quasi ogni sera, a volte il signorino si fermava al
ruscello di fronte per dare da bere al cavallo. E lo so, cazzo se lo so, che
mia sorella in quel momento avrebbe fatto di tutto pur di uscire e andare a parlargli.
Lo vedevo dai suoi occhi acquosi e delusi. Mio padre ovviamente non sospettava
niente, ma solo io con la mia acutezza di spirito ne ero a conoscenza.
Tom Riddle era il figlio del signorotto di Little Hangleton: bello, intelligente e ricco sfondato.
Puntualmente, non degnava Merope di uno sguardo.
Ma se
c'era un difetto che aveva Tom, era il fatto di essere uno schifoso Babbano feticida che non meritava
nemmeno un quarto di un pelo di mia sorella. Non perchè
fosse bella o chissà che (anzi, a dire il vero io la trovavo a dir poco
disgustosa), ma semplicemente per il fatto che non era degno di avere una
strega, nè tantomeno una Gaunt.
Mi
divertivo a prendere in giro Merope con frasi del tipo 'Cecilia, tesoro! Perchè non collaudi il mio cavallo?' oppure 'Cecilia,
amore! Perchè non sali in groppa?' e lei di solito
correva nella sua stanza a piangere.
Una
notte mi ritrovai da solo nel piccolo giardino che avevamo davanti casa.
Soffrivo di insonnia e non c'era piacere più perverso all'epoca che giocare con
i serpenti. Stavo cavando gli occhi ad uno di loro quando intravidi
nell'oscurità una sagoma che si avvicinò al ruscello.
Lo
osservai a lungo, accarezzando un pitone. Ma poi decisi nell'arco di due
secondi.
"Ciao,
Riddle" mi avvicinai.
"Ciao,
Gaunt" ricambiò lui squadrandomi da capo a
piedi.
"Cosa
ci fai in giro alle tre del mattino, Riddle?"
"Potrei
farti la stessa domanda, Gaunt"
"Ma
te l'ho fatta prima io, Riddle"
Si
asciugò le mani contro la veste sospirando "E va bene, Gaunt.
Sarò sincero. Ero al centro di Big Hangleton a fare
affari"
"Che
tipo di affari, Riddle?"
"Affari
come fatti gli affari tuoi"
"Non
mi hai ancora chiesto come mai sono qui"
"Te
l'ho chiesto, Gaunt"
"Ero
con i miei serpenti. La notte mi chiamano...hanno bisogno di me"
"Wow"
fece un'espressione sarcastica.
"Ti
va di vederli...Riddle?"
"Magari
un'altra volta, Gaunt. Vado molto di fretta"
"Paura,
eh?"
Sbuffò
"D'accordo, Gaunt. Ma solo per due minuti"
Lo
introdussi nella piccola riserva privata di famiglia e sembrò spaventato nel
vedere un centinaio di serpenti che gli circondavano le caviglie sinuosi.
"Prego,
accomodati" lo invitai ricominciando ad accarezzare il mio pitone.
Si
guardò attorno "Perchè mi hai fatto entrare qui,
Gaunt?"
"Sai,
mia sorella ha una cotta per te" gli sorrisi compiaciuto, aspettandomi che
ridesse come se avesse appena sentito una battuta molto divertente.
"Oh"
sembrò sorpreso "Sono desolato, ma..."
"Ma?"
"Perchè sei a un centimetro dal mio viso, Gaunt?"
"Voglio
ascoltarti bene, Riddle"
Un'anaconda gli strisciò sulle gambe
"Bè..." cercò di apparire sereno
"Dicevo, sono spiacente...ma il mio cuore...perchè
hai una mano sulla mia gamba, Gaunt?"
"Non
badare alle mie mani, Riddle. Dicono che sono
pazzo"
"Ah...bene,
dicevo..." sembrava combattuto tra il voler fuggire immediatamente e il
dover restare, consapevole che se fosse scappato gli sarebbe toccata una sorte
peggiore del serpente senza occhi "Cecilia, la mia ragazza...tra me e
lei...cioè, noi...perchè mi fissi in quel modo, Gaunt?"
Mi aprii
in un largo sorriso "Ti hanno mai detto che fai troppe domande, Tom?"
"Io...Bè, Orfin" sottolineò il mio
nome con particolare enfasi "So soltanto che mi trovo in circostanze
misteriose, in un luogo misterioso..." e prima che potesse finire la frase
lo baciai avidamente.
"Tu..."
si districò a fatica dalla mia presa "Tu sei pazzo!"
Scoppiai
a ridere "Sì, Tom, lo so! Ed è per questo che mi piace tanto!"
Cercò di
scappare dalle mie grinfie ma inciampò nei serpenti 'Attaccatelo' gli ordinai
in serpentese. In un attimo gli furono addosso.
"Gaunt!" cadde all'indietro "GAUNT! Aiutami! Ferma
questi cosi!"
"Soltanto
se mi prometti che non scapperai, Riddle"
sorrisi perfido.
"Per
l'amor del cielo, ma tu sei pazzo sul serio! SIGNOR GAUNT! SIGNORINA
GAUNT!"
In un
secondo gli saltai addosso "Zitto, stupido idiota! Zitto!"
"Allora
lasciami andare o ti denuncio!"
"Tu
cosa...?" risi sfacciatamente "Oh, Tom! Non hai proprio minacce con
cui spaventarmi!"
"Senti,
che cosa vuoi da me? Vuoi che te lo prendo? Vuoi che te lo succhio? Dimmi che
cazzo vuoi per favore e lasciami andare!"
Lo
guardai disgustato "Ma tu fai veramente schifo!" mi rivolsi ai
serpenti 'Lasciatelo stare'.
"Per
me sei feccia, Tom Riddle" lo minacciai a voce
bassa "E ora corri, fa' presto. Prima che il mio pitone ti risalga su per
il culo"
Sgranò
gli occhi e scappò a gambe levate. Ma come poteva mia sorella amare uno così?
Mi
sedetti di nuovo tra i serpenti e tagliai la lingua ad una biscia.
"Orfin! Per la barba di Merlino, la devi smettere di
appendere serpenti morti in giro per la casa!" la voce di mia sorella
echeggiava in luogo recondito della mia mente. Aprii gli occhi e la luce del
sole me li fece richiudere immediatamente.
Scesi a
fare colazione e trovai mio padre che si lamentava con voce burbera
"Questi schifosi Babbanofili! Vent'anni appena
compiuti e già si permettono di credersi superiori agli altri!"
"Cos'è
successo, padre?" chiesi addentanto un'insipida
fetta di pane tostato preparata da Merope.
"Il
figlio del signor Riddle" s'infiammò lui
"Dice che stanotte la nostra famiglia ha cercato di aggredirlo. 'Non è
possibile', gli ho risposto cordialmente 'Eravamo tutti a dormire' ma alcuni
stupidi vicini ammettono di aver sentito le sue urla! Che razza di assurdità!
Come se noi ci mettessimo a perdere tempo con lui! Tsè"
"Io
dico che il ragazzo Riddle ha passato troppo tempo a
cavallo" risi. Sentivo le pentole sbattute nel lavandino da mia sorella.
"Ti
dirò, ragazzo" continuò il vecchio Orvoloson
"Se avessi la possibilità, finirei quei merdosi Riddle
con le mie stesse mani!"
Stavo
per annuire quando un rumore di zoccoli ci fece girare lo sguardo. Mio
padre non parve notarlo, soltanto io e Merope.
Con la
scusa di affacciarmi alla finestra, approfittai per scagliare un piccolo
bizzarro incantesimo di bolle da ortiche sul bel faccino del piccolo, sudicio Riddle. Com'era confuso quando si guardava attorno cercando
di capire da dove era venuto! E com'era indaffarato a punzecchiarsi tutte quelle
adorabili bollicine!
"Stronzo!"
mia sorella era scandalizzata.
"Hey tu! Non parlare così a tuo fratello!" la
rimproverò mio padre che non si era accorto di nulla "Fila a lavare i
piatti, sudicia Maganò che non sei altro!"
Sogghignai
per una mezz'ora buona, finquando non venne un certo Ogden del Ministero della Magia a dirci che avevo eseguito
un incantesimo dinnanzi ad un Babbano e che per
questo avrei dovuto presentarmi ad un'udienza.
"Ahahahahahahhahahahaha ma lei sta scherzando, vero?"
Non
scherzava.
E in men che non si dica io e mio padre fummo sbattuti ad Azkaban lasciando Merope sola e facile alle tentazioni.
Diranno
che sono pazzo se ammetto che ne è valsa la pena...perciò, dirò che è stato
semplicemente fantastico! ©