tanpopo05
Tanpopo
di _Ceres_
cap. 8
The and of everything
Inestimabile,
inafferrabile...
la
tua assenza che mi appartiene...
Siamo
indivisibili
siamo
uguali e fragili
e
siamo già così lontani...
Con
il gelo nella mente
sto
correndo verso te.
Siamo
nella stessa sorte
che
tagliente ci cambierà...
Aspettiamo
solo un segno
un
destino, una verità
e
dimmi come posso fare
per
raggiungerti adesso...
(Gocce di
memoria, Giorgia)
Sciaff. Sciaff.
Correva, con le scarpe che
affondavano nella pioggia sull'asfalto.
Sciaff. Sciaff.
Correva, col cuore martellante nel
petto.
Sciaff. Sciaff.
Correva, rabbrividendo ad ogni
passo mentre i passanti la guardavano non capendo la sua espressione spaventata.
Aveva freddo e tremava forte, con gli abiti fradici di pioggia.
L'ho fatto per te Ichigochan...
Non ci poteva credere. Non ci
voleva credere!
Papà... stai scherzando...
Non era la realtà. Non era vero,
stava sognando.
Ichigo... lui non faceva per
te. Eravate troppo diversi, ti avrebbe fatto soffrire...
Era un incubo, solo un orribile
incubo. Fra poco si sarebbe svegliata e tutto sarebbe sparito. Tutto sarebbe
tornato alla normalità.
Papà... non scherzare...
Era solo un sogno. Alzò il viso
verso il cielo, fermandosi ansimante per la corsa. Nuove gocce di pioggia
inondarono il suo viso. Non stava piangendo. Era solo pioggia quella. E poi...
quello era solo un sogno.
... non sto scherzando...
tesoro... ho cambiato le parole di quel telegramma. Gli ho scritto di lasciarti
perdere... non doveva avere più niente a che fare con te, quel... Shirogane!
Ed allora perché sentiva freddo? Perché
sentiva la pioggia sulla sua pelle e sulle sue labbra? Perché tutto sembrava
così... reale ed orribile?! ERA SOLO UN SOGNO!
No... non era un sogno. Era la
realtà, e pesava come un macigno.
Papà... perché!? Perché
l'hai fatto!
Tu e lui eravate troppo diversi! Eravate
distanti, siete distanti, troppo perché potesse funzionare! Ma ti rendi conto
che è americano?! Tra lui e te c'era l'oceano! E le vostre classi sociali... ed
il suo carattere così... freddo... non ti amava!
Questo tu non potevi saperlo! E poi lui aveva
una casa qui a Tokyo! In America non ci sarebbe più tornato!
Invece l'ha fatto!
Ma era solo per un breve periodo! Aveva
promesso... e avrebbe mantenuto la sua parola, se tu... !
No, Ichigo! Tra di voi non c'era solo la
distanza spaziale... quella tra continenti... ma anche affettiva... eravate
così diversi... non ti avrebbe fatto felice!
Beh... la mia vita la decido io papà! Lo amavo
e... avrei voluto vedere se davvero mi avrebbe fatto felice o meno! L'avrei
dovuto decidere IO! Solo io, papà! E comunque ci avrei provato prima di gettare
tutto al vento! Non ti dovevi...
Ma eravate solo due ragazzini... non potevate
essere innamorati seriamente... alla vostra età l'amore vero non si capisce...
MA TU NON AVEVI IL DIRITTO DI METTERTI IN
MEZZO!
Ichi... dove vai! TORNA QUI!
A quel punto era scappata. Non ce l'aveva
fatta. Si era alzata di scatto e si era fiondata fuori casa, al freddo e sotto
la pioggia.
Papà... in questo momento ti ODIO!
Aveva urlato al mondo intero, prima di
cominciare a correre a perdifiato, senza una meta, per le strade bagnate di
Tokyo. Ed ora era lì, nel centro del suo quartiere, accerchiata da passanti che
la guardavano con tanto d'occhi, bagnata come un pulcino e con gli occhi rossi
di pianto.
Che pena... si erano odiati per tutto quel
tempo per una cosa che non esisteva. Per una menzogna. Un inganno. Il
tradimento... di suo padre... cinque anni... Tanpopo... cinque
anni di odio per niente...
Le girava la testa. Era assurdo, si ripeteva
continuamente. Barcollò e per poco non cadde in avanti. Un passante gentile
l'aiutò a sorreggersi, preoccupato.
- Qualcosa non va? Si sente
poco bene? - le chiese in tono cortese. Ichigo respirò a fondo prima di
rispondere. Assurdo... si, era tutto così assurdo...
- Io... io d-devo fare una
telefonata. -
- Ma come si sente? Occorre
che chiami un'ambulanza? - insisté lui.
- Sto bene, non serve. Io
devo... solo... fare una telefonata. Sto bene. Va tutto b-bene... - ribadì con
più certezza la ragazza. Sorrise appena al passante sapendo di non essere
proprio il ritratto della salute. Preoccupata che questo potesse insistere lo
ringraziò e se ne andò velocemente, per quanto poteva fare dopo uno shock del
genere.
Doveva... fare una telefonata.
A Ryo. Dirgli di tutto... dirgli che le
dispiaceva... fargli le sue scuse per averlo trattato in quella maniera...
doveva dirgli montagne di roba, tutt'ad un tratto, ora che vedeva tutto sotto
una luce diversa. Come cambiavano in fretta le cose. Era confusa ed allo stesso
tempo lucidissima: come quando in un film dove dai per scontato l'identità del
colpevole scopri che in realtà il vero assassino è la persona più docile ed
affabile del film. E ti dici: com'è possibile? Non può essere! Ed allo stesso
tempo: ma certo, non può essere stato nessun'altro. Era così dall'inizio, ce
l'avevo sotto il naso e non l'ho minimamente sospettato... ma era l'unico che
poteva farlo. L'unico.
Suo padre. Era stato lui. Era così logico e...
assurdo. Ma così capiva tutto. Così cambiava tutto.
Eccome, se cambiava.
Aveva passato così tanto tempo a maledirlo...
a pregare, nelle notti in cui non riusciva a fare nient'altro che piangere, che
lui avesse un attacco al cuore o un qualunque altro malessere, che soffrisse
anche lui... aveva passato così tanto tempo a sentirsi una vittima senza voce,
che nessuno stava a sentire ed anzi, era stata la 'poco di buono' che si era
fatta mettere incinta alla tenera età di 16 anni... aveva dovuto sentire e
ingoiare le brutte parole e pettegolezzi cattivi dalle sue compagne...
Aveva passato quei nove mesi che in genere sono
il periodo più felice per una donna come un inferno dove non c'erano ancore di
salvataggio. Ma era sopravvissuta, e questo solo grazie al pensiero che non si
sarebbe mai arresa se non prima di vendicarsi di Ryo. Era riuscita ad andare
avanti con la carica del suo odio.
Era orribile forse, ma era così.
Ed ora invece... quei cinque anni avrebbe
potuto viverli così diversamente... così... felicemente, evitando tutto quel
dolore... se solo si fossero chiariti prima... invece di trarre da soli le
conclusioni. Semplicemente non si erano fidati l'uno dell'altra. Ma non era la fiducia
reciproca, la base dell'amore? Mah. Erano giovani... e forse nemmeno
innamorati... ma cazzo, almeno erano felici!
Ed invece suo padre...
... non ci voleva nemmeno pensare.
Che pena... ma come era potuto finire tutto
così?!
- Il cellulare, il
cellulare... dove accidenti è finito? - imprecò rovistando con rabbia nella
borsa. Finalmente lo trovò e lo prese tra le mani febbrilmente, pronta a
digitare il numero. Già. Ma che numero? Sicuramente Ryo lo aveva cambiato. Ed
anche se non lo avesse fatto lei lo aveva cancellato anni prima, per tagliare
tutti i ponti con lui. Ed ora?
Pensa, pensa...
Sicuramente alloggiava in un albergo. Il caffè
era ormai in rovina ed era pericolante, figuriamoci se qualcuno schizzinoso come
Ryo avrebbe potuto dormire in quella topaia se si poteva permettere qualcosa di
meglio. E conoscendo, aveva scelto certamente un albergo lussuoso...
Già. Ma a Tokyo ne esistevano centinaia! E non
era nemmeno sicura che lui fosse ancora in Giappone! Come accidenti avrebbe
fatto a trovarlo? Si lasciò cadere su una panchina, bagnandosi ulteriormente il
vestito.
Pensa, pensa...
Si prese la testa tra le mani. Forse non aveva
cancellato il suo numero... provò a cercarlo nella rubrica del cellulare.
Niente. Provò un'altra volta, ma senza successo. Era già sull'orlo della
disperazione quando il suo occhio cadde un un nome particolare.
Masaya.
- Ha detto che ci ha
parlato... Ryo ha detto che... SI! - urlò quasi. E pigiò un bottone,
aspettando ansiosa che qualcuno rispondesse dall'altro capo del telefono.
~
- Assurdo! ASSURDO! -
Ryo si mise la mani tra i capelli nel tentativo
di calmarsi un poco. Inutilmente. Gli stavano davvero saltando i nervi. Ed era
logico! Il tabellone gigante, dove lampeggiavano gli orari degli aerei, diceva a
chiare lettere che il suo era stato posticipato di un'altra oretta. Assurdo!
<< ... ci scusiamo
con i gentili passeggeri per i ritardi dei voli... si sono verificati alcuni
imprevisti che cercheremo di risolvere nel più breve tempo possibile... vi
preghiamo di mantenere la calma e di non creare ulteriori complicazioni
nell'atrio d'attesa... ci scusiamo ancora e ripeto, cercheremo di risolvere
tutto nel più breve tempo possibile... >> diceva la voce femminile
dall'altoparlante, visibilmente in difficoltà.
E grazie tante,
pensò Ryo guardandosi attorno. Nel grande salone principale molta gente sedeva
a terra, in bilico su valige o sui carrelli, con aria estremamente scocciata dai
pianti del bambini. C'era un'agitazione in continuo fermento, un'aria tesa come
una corda di violino, e spesso aveva incrociato gli sguardi insicuri delle
guardie agli ingressi che ovviamente erano preoccupati per quella situazione
pericolosa. Ryo lanciò un'ulteriore occhiataccia al tabellone nella speranza
che questo cambiasse un'altra volta ed annunciasse il suo volo, ma quello
continuò imperterrito a far lampeggiare gli stessi orari sballati di prima,
quasi per prenderlo in giro.
Oh oh. Un tabellone? Prenderlo in giro? Era
arrivato al punto di pensare che un ammasso di cip potesse prenderlo per il
culo. Uhmpf. Era davvero assurdo... e si sentiva così stanco...
Si lasciò cadere su una poltroncina, sfinito.
Vicino a lui stavano due tizi dall'aria altrettanto stanca, in giacca e
cravatta, che sembravano chiacchierare su un argomento interessante. Tese
l'orecchio, un po' per noia un po' per semplice e pura ficcanasaggine.
- ... sì sì, è così... -
disse il primo, agitando la testa completamente certo di quel che stava dicendo.
L'altro, alla sua destra, lo guardava tra lo scettico ed il timoroso.
- Ma dai, non è
possibile... con tutti i poliziotti qui in giro... -
- E perché credi che
rimanderebbero i voli, sennò? Anche il fatto che ci siano così tante guardie
intorno, tutte concentrate... sì sì... c'è sotto qualcosa. -
- Ma dai... terrorismo...
non scherzare... -
- Eh su queste cose non si
scherza... quelli non scherzano, Ichimura... e guarda caso tutti i voli
cancellati sono tutti diretti in America... se provi a dire che questa è una
coincidenza è la volta che chiudo con te... -
Che? Ecco. Terrorismo, ci mancava solo questa.
Ed ora quando partiva?
- Mah... io comunque non ci
credo... e poi da chi l'hai saputo? -
- Nessuno, ho fatto solo
congetture e... -
- Ma fottiti! Non si scherza
su 'ste cose! - il tipo gli tirò una pacca sulla schiena, decisamente
sollevato. Anche Ryo per rilassò, sentendo quelle parole. Per un attimo si era
preoccupato sul serio...
Guardò di nuovo il tabellone. L'ora non era
cambiata. Si mise comodo su quella poltroncina, aveva ancora un'oretta davanti a
sé prima di tornare a casa...
~
- Pronto? Ichigochan? -
Masaya sedeva tranquillamente sulla scrivania
del suo ufficio. Aveva avuto una giornata piena di impegni e sentire la voce di
una sua amica gli avrebbe fatto piacere, così quando il suo numero era
lampeggiato sullo schermo del cellulare si era sentito felice. Ma non si
aspettava certo che Ichigo avesse quel tono eccitato ed alticcio! Rimase un po'
spiazzato mentre lei lo salutava con quel tono da ubriaca.
<< Sì, sono io! Ciao
Masayakun! Com'è bello sentire la tua voce in un momento del genere! Mi serve
il tuo aiuto! >>
- Che succede? -
rispose frettoloso, perché nonostante ne fosse passato di tempo il senso di
iperprotettività che aveva nei confronti di Ichigo non si era affatto affievolito
negli anni, poi si ricordò di ciò che era accaduto il giorno prima e capì
subito - Eh... c'entra Shirogane? -
<< Uau... che
intuito... >> al di là della cornetta Ichigo era rimasta sorpresa.
- Beh, proprio ieri si è
presentato qui e sai... è successo... niente. - tagliò corto Masaya,
aspettandosi domande su domande. Invece per qualche secondo la voce di Ichigo
mancò.
<< ... >>
- Ehy... ci sei ancora? -
provò a chiamarla, e la voce di lei lo raggiunse poco dopo, confusa.
<< ... e per caso gli
hai detto qualcosa a proposito di Tacchan... ? >>
- Feh! Credeva che fossi io
suo padre! - sbottò lui rabbioso. L'occhio gli faceva ancora male e l'orgoglio
anche peggio.
<< ... aveva
ragione... >> boccheggiò Ichigo, riprendendosi subito all'esclamazione
dell'altro.
- Che?! -
<< Cioè, no,
ovviamente non sei il padre di Tacchan! Niente lascia stare... io devo
parlargli... e tu forse mi sai dire dove si trova adesso... >>
- Perché vuoi incontrarlo?
- ribatté duro il moro. Possibile che quel bastardo di Shirogane l'avesse
ingannata un'altra volta con le sue belle parole d'amore? E lei, non aveva
imparato la lezione?
<< Perché ho scoperto
alcune cose... che cambiano tutto... non è come credi, Masayakun, sto parlando
sul serio >> replicò altrettanto duramente lei allo sbuffo incredulo
dell'altro << Credi che andrei di mia volontà da lui se non avessi delle
buone motivazioni? Per favore, sicuramente ti ha lasciato qualcosa... >>
Masaya sospirò annoiato. Ma cosa le chiedeva?
Lui e Ryo non si erano mai visti di buon'occhio, anzi. Lui gli aveva fregato la
ragazza e l'aveva messa incinta prima di tornarsene in America lasciandola sola
e con una figlia a carico, e questo se possibile aveva peggiorato il suo
risentimento verso di lui. Il giorno prima si erano pure scazzottati... ed
Ichigo credeva che gli avesse anche lasciato un recapito telefonico e magari il
biglietto da visita?
Stava per rispondergli che no, forse se ne era
casualmente dimenticato (ah ah, quanto era simpatico quando rispondeva con
quelle battutine sarcastiche) quando si ricordò del fascicoli di vendita del
caffè MewMew. Quando li aveva visti gli si era stretto il cuore: ma allora
Shirogane voleva proprio lasciar perdere tutto del passato, e non gli fregava
giusto niente di tutti gli anni passati in Giappone... ? Fosse stato per Masaya
avrebbe volentieri fatto a meno di prendere in mano quei fascicoli e lavorarci
sopra, ma il caso aveva voluto che il capo li affidasse a lui. Strano il
destino, a volte. Su quei fascicoli comunque c'era sicuramente un qualche
recapito telefonico... un indirizzo, chessò...
- Aspetta un po'... -
rispose a malincuore, mentre prendeva una cartella dal mucchio di quella
mattina. Lo sfogliò velocemente, cercando con lo sguardo indirizzi o qualcosa
di affino. Dopo parecchi minuti di tensione trovò qualcosa di interessante -
Senti Ichigochan... ho trovato un numero... ma non è il suo, ma quello
dell'albergo dove alloggia... -
Masaya sentì il suo urlo di trionfo e si
accigliò.
<< E allora? >>
chiese Ichigo febbrilmente. Lui rimase zitto, dondolandosi sulla sedia. Non era
sicuro di volerglielo dare...
- ... Ichigochan... non ti
dimenticare che ti ha fatto quel tipo. NON te lo dico perchè mi è sempre stato
sulle scatole, e anche per il fatto che mi ha strappato dalle mani il mio primo
amore... - sentì Ichigo tossire imbarazzata - ... ma non vorrei che tu facessi
un altro passo falso... voglio dire... -
<< Sei gentile a rinfacciarmelo,
Masayakun >> soffiò freddamente l'altra, pentendosi subito di ciò che aveva
fatto. Masaya le era sempre stato accanto, tanto quanto Retasu, le sue amiche ed
i suoi genito... sua madre. E suo padre... a pensarlo sentì un groppo salirle
alla gola, ma continuò seria << Masayakun... io... ho le mie buone
ragioni. Te lo assicuro. Per favore... >>
- Se io ti do questo
numero... promettimi che non farai sciocchezze. -
<< Sì. Te lo
prometto... >>
Masaya sbuffò triste, ma alla fine cedette.
- Ok, scrivi... -
A qualche chilometro di distanza, Ichigo sedeva
sulla panchina, sotto l'acqua, bagnata come un pulcino e con un'espressione
indecifrabile sul volto. Stava componendo il numero che le aveva dettato Masaya,
con le dita che danzavano sulla tastiera del cellulare. Se lo appoggiò
all'orecchio, in ansia. Qualcuno le rispose.
<< Sì, albergo Kamura,
desidera? >>
- Ah! Sì, stavo cercando il
signor Ryo Shirogane... -
<< Shirogane,
Shirogane... attenda un attimo >> Ichigo sentì il rumore di una tastiera
per computer << Ah, signorina... il signore non alloggia più qui.
>>
Ichigo si sentì come un macigno sullo stomaco,
caduto dopo un volo di dieci metri. Sbiascicò qualcosa, in fin di vita.
- Ma... ma insomma... non
sapete mica dove è andato...? -
<< E' una sua parente,
signorina? >>
- Una sua... amica, ecco. -
<< Davvero? >>
replicò scettico l'uomo, per niente convinto.
- Sono... io sono la madre
di sua figlia! - esclamò quasi con orgoglio la ragazza, infastidita e presa da
una strana foga di urlare - E' una situazione di emergenza questa, io devo
trovarlo e parlargli e più tempo perdo qui al telefono con lei più lui potrà
andare lontano, io finirò per perdere l'ultima occasione che ho e Tanpopo...
lei... non potrebbe mai conoscere suo padre! PER FAVORE, MI DICA DOV'E'!!! -
finì per urlare davvero. Accidenti, si maledì subito: si era sfogata con un
perfetto sconosciuto! Ed infatti l'uomo, dall'altra parte dell'apparecchio, ci
rimase secco. Titubò per un po', poi cedette.
<< Signorina, io e lei
non ci siamo mai parlati e soprattutto io no le ho detto questa cosa... ma il
signore se n'è andato questo pomeriggio dicendo che se ne sarebbe tornato a Los
Angeles... >>
- Oh... - boccheggiò Ichigo
sorridendo al colmo della gratitudine - Grazie! ... per non avermi detto niente,
ovviamente! Le auguro tutto il bene del mondo, una grandiosa carriera, la
benedizione divina, tanti figli maschi anche se a me piacciono di più le
femmine, la vincita del superenalotto e... -
<< Ok signorina... ho
capito... >> la fermò l'altro lievemente imbarazzato, capendo di aver
fatto la cosa giusta. Ichigo lo finì ringraziare a modo suo e riattaccò
raggiante.
Ora sapeva dove poteva essere finito Ryo. L'aeroporto
più vicino che c'era nei dintorni era quello di Narita... il suo quartiere. Ora
non le restava che raggiungerlo e sperare che non fosse già partito.
~
Hola! ^.^ Piuttosto corto come chap, non
trovate? Avevo detto ad Aya che non sarebbe stato un bel capitolo, ma alla fine
ho deciso di tenere tutto per il prossimo cap... che sarà l'ultimo e non sarà
piacevole da leggere. Feh. Non vi dico niente! Cmq ho già cominciato a
lavorarci e so che non ci metterò molto a postarlo (Seeee! E' così tutte le
volte ndDafne, Pammuzza bella e Odette_in_un_coretto_strafottente) Ehm, se
queste dovessero essere le mie ultime parole famose XP allora non usate le
recensioni per dirmi di svegliarmi fuori! La supermegamitica webmistress Erika
ne avrebbe a male... piuttosto usate la mia mail (che non va se non quando vuole
lei, ve la sconsiglio ^^''') ed il mio blog. Il link è in alto, sotto il
titolo!
Ed adesso che succederà? Ryo ed Ichigo
torneranno insieme? Cosa si diranno? Che fine farà Tanpopo, ed rapporti col
padre di Ichigo come diventeranno? Ryo sapendo la verità lo creparà di m'zzate?
(probabile ^^''' ndTutte)
Ringrazio Daffina
(XD che nomignolo), Pammuzza cara, Strawberry24
(scusa se ci ho messo tanto), Black_pill, Pfepfer
(piccola curiosità:me lo dici il perché di questo strano nick? O forse te l'ho
già chiesto? Ogni volta che lo vedo me lo chiedo... se non avesse la p sarebbe
pepe in tedesco!), Sikky e luchia
nanami che hanno avuto la gentilezza di lasciare un commentino ino ino. Ovviamente
ringrazio anche chi passa di qui ma non lo fa, e gli dico: brutto bastardo, e
dimmelo se ti piace la mia ff! XD Che ci vuole? Bwhahaha! Scherzavo XP
Al prossimo cap! (speriamo XP)
|