Ed ecco l’ultimo capitolo di questa mia storia. Spero che non
mi lincerete per il finale, comunque forse (ma solo
forse) in futuro scriverò un seguito; per ora ho solamente qualche idea, se
riuscirò a renderle concrete allora Aster & co.
potrebbero tornare! Ringrazio un sacco Rowina per le sue belle
recensioni, mi fa piacere che Haris (ho voluto renderla più umana rispetto alle
eroine senza macchia o paura…in fondo era solo una ragazza di sedici anni) e
Kayla ti siano piaciute, spero di non averti fatto attendere
troppo per scoprire cos’era successo ad Aster; Damned88, i tuoi complimenti mi
fanno arrossire, anche se mi dispiace di aver infranto le tue speranze su una
resurrezione di Haris nel capitolo scorso; e Sharkie, spero che non rimarrai delusa da questo breve
epilogo.
Grazie mille per il sostegno e grazie a tutti gli altri che
hanno letto e recensito o anche solamente letto. Un bacione!
-Epilogo -
La donna si sedette lentamente su uno
degli scranni appartenenti ai membri del Consiglio, lasciando che i suoi occhi
stanchi, velati dai ricordi, vagassero sulla superficie cristallina del
tavolo di fronte a lei. I posti dei Saggi adesso erano solo quattro.
Ramak era stato il primo ad andarsene, in seguito alle
ferite inferte dal Demone, poi Ferhion l’aveva seguito, spegnendosi senza una
lacrima in una notte più fredda delle precedenti; non si era mai ripreso
veramente dalla morte di Haris ed era sprofondato in un’esistenza priva di
scopo, accettando la fine con un sorriso.
Adesso al loro posto c’era una giovane maga dai capelli
biondi, timida e silenziosa, che portava sempre con sé una vecchia spada,
sfidando perfino le terribili occhiate di biasimo di Talok.
La donna sorrise. Il vecchio Saggio
con l’età aveva peggiorato il proprio carattere, diventando perfino più severo
di prima.
E poi c’era Thori. Quello che un
tempo era il più giovane di loro, adesso era un uomo dal volto segnato, i suoi
occhi si erano fatti più penetranti, scolpiti dagli anni e dalla sofferenza, ma
in loro il bagliore della giovinezza era rimasto intatto, così come la sua
generosità.
Una leggera raffica di vento s’intromise tra questi
pensieri, disturbandoli.
La donna sollevò sorpresa lo sguardo dalle proprie mani,
fissandolo su una figura incappucciata comparsa all’improvviso di fronte a lei.
Non l’aveva sentito arrivare.
Rimanendo nell’ombra, l’uomo si avvicinò lentamente, mentre
gli occhi della donna si facevano castani, senza nascondere un lampo di
sospetto.
-Chi sei?-
La maga intuì un sorriso nascosto dal cappuccio, al posto
della risposta.
-Strana cosa la magia, non è vero, Kayla?- disse una voce
dolce eppure vibrante di malinconia.
La donna trasalì leggermente nel sentire il suo nome, ma non
si mosse.
-L’uomo non può servirsene finchè essa è completa, perché non gli ubbidirebbe, eppure
è riuscito a trovare ugualmente un modo per usarla. Basta scegliere di
utilizzare solamente la magia di Luce, separandola dal resto, ma prima bisogna
trovare un corpo che contenga quella di Tenebra, un
mago tanto ambizioso da desiderarne scioccamente il potere.- fece una pausa,
lasciando che gli occhi azzurri luccicassero sul volto della donna -O un uomo
abbastanza disperato da accettarlo.-
Kayla si alzò, turbata.
-Chi sei?- chiese per la seconda
volta, con voce meno tranquilla rispetto a prima.
Lentamente, l’uomo tirò indietro il
cappuccio, lasciando che alcune ciocche corvine dei suoi capelli gli
ricadessero sulla fronte.
-Aster!- sussurrò Kayla, riconoscendo stupefatta
quel volto ancora giovane, nonostante fossero passati più di dieci anni
dall’ultima volta che l’aveva visto.
Lo spadaccino sorrise.
-Non Aster.- per un attimo nei suoi occhi comparve un
bagliore rosso come il sangue –Grelkor.-