Titolo: My lovely
wicked family
Autrice:
Suicidal_love
Paring:
Arthur/Merlin - Lancelot/Ginevra ed altri. Vi saranno dei personaggi
totalmente inventati da me, ergo tutti i diritti sono MIEI *___*
muahaha.
Avvertenze:
Slash - Longfic - Comico - Romantico - Azione
Rating:
Giallo per ora.
Note autrice:
Ebbene ecco dopo secoli il continuo della fanfic "Wicked Game". Ecco
dei piccoli avvertimenti: non tengo conto per nulla del telefim, se non
per piccole cose. Vi saranno dei nuovi personaggi di MIA TOTALE
INVENZIONE, ergo è tutto frutto della mia mente malata e
posso farci tutto ciò che mi pare (*O*)/.
Questo continuo è frutto degli scleri fra me e Shannara_810
u.u quindi non stupitevi se riderete come pinguini *-*.
Dopo tutto questo ECCOVI IL PRIMO CAPITOLO con tanto di balletto di
presentazione:
<(*_*)< - >(*_*)> - <(*_*)>
SULLE VERDI COLLINE
La
campagna si stendeva davanti a loro, costellata di macchie verdi e
dorate. Interi stormi di uccelli si alzavano in volo, disturbati dal
loro passaggio, facendo da invitante bersaglio per i pochi cavalieri
presenti a quella battuta di caccia.
Jack cavalcava nel gruppo a pochi metri dal padre, ma era praticamente
isolato.
I cavalieri, infatti, scambiavano qualche parola di tanto in tanto, ma
nessuno si rivolgeva mai al giovane. Un nobile principe inesperto non
era né soldato né ufficiale, era
un'entità sconosciuta persino a se stesso.
Era sempre così durante le battute di caccia con il padre,
veniva isolato da tutti e lasciato allo sbaraglio per provare il suo
valore di cacciatore.
Solo a fine giornata, il Re si rivolgeva al figlio, posandogli una mano
sulla spalla e sorridendo nel vedere il suo "bottino".
Il giovane biondo si passò una mano fra i capelli ed
osservò il cielo, sporcato di tanto in tanto da qualche
soffice nuvola e sospirò per l'ennesima volta. Non v'era
ombra di nessuna preda, se non la nuda prateria. Si spinse in avanti,
galoppando veloce verso la foresta, scomparendo alla vista dei suoi
compagni di caccia.
Gli alberi crescevano alti e forti e Jack, riparato da quella natura,
scese da cavallo, lasciandolo libero di riposarsi vicino al ruscello
che entrambi avevano scelto come loro posto segreto.
Si chinò a terra ed osservò il suo riflesso in
quell'acqua cristallina.
Due occhi color cielo lo salutarono e continuò a guardarsi.
Occhi lapislazzulo, capelli color grano, lunghe ciglia ed un fisico
modellato dai duri allenamenti a cui era sottoposto. Jack era uguale a
suo padre Arthur Pendragon, Re di Camelot.
Non lo era solo di aspetto, purtroppo lo era anche caratterialmente, a
quanto diceva la madre.
"Tuo padre è un asino" esclamava con vigore, lasciando
però che da una parte insultasse il suo stesso figlio,
infondo, dalla madre aveva preso la magia e ... null'altro.
Fece scorrere la mano dentro l'acqua, lasciando che la sua maschera di
disapprovazione verso di sé venisse cancellata da
sé stesso.
"Per Dio, non voglio penalizzarmi" disse rivolto a sé stesso
irritato "sono Jack Pendragon, principe ereditario e futuro Re di
Camelot" continuò, stavolta più fieramente,
osservando il suo scudo a terra con un certo orgoglio.
Era solamente uno scudo di legno di quercia. Non era nuovo, anzi, ma lo
aveva dipinto lui stesso con una tintura color porpora, tracciando
l'incerto profilo di un drago, segno distintivo della nobile casata dei
Pendragon.
Sorrise gonfio d'orgoglio e la sua mano finì nuovamente in
acqua, mentre i suoi occhi si dipinsero d'oro per un secondo, lasciando
che una bolla d'acqua si innalzasse in aria, creando un effetto di luci
e cristalli all'interno di quell'acqua così limpida e pura.
Mosse la mano e la bolla si allungò in orizzontale,
lasciando che vi potesse vedere attraverso.
Un risolino gli scappò dalle labbra, quando la sua vista
venne distorta dall'acqua. Le fece cambiare nuovamente forma e di nuovo
i suoi occhi chiari ne guardarono attraverso, lasciandolo immobile,
come se fosse stato pietrificato.
Due occhi smeraldini ricambiarono il suo sguardo ed un sorriso
increspò le labbra del ragazzo sconosciuto, lasciando che
anche il principe sorridesse a sua volta.
Quegli occhi verdi si abbassarono un istante e il nobile
allargò il suo sorriso ancora, notando le gote del giovane
sconosciuto colorarsi di rosso.
Jack chinò il capo all'indietro e scoppiò a
ridere, lasciando che quelle colline verdi cercassero, sensibili,
qualche traccia di scherno, non trovandone.
"Ciao" sussurrò il biondo, ricevendo in risposta un lieve
"ciao" che fece battere forte il suo cuore.
Ancora una volta quegli occhi sfuggirono ai suoi e Jack
avanzò di un passò, lasciando che la sua magia si
infrangesse.
Finalmente i due occhi si incontrarono nuovamente e il biondo mise lo
stivale nel ruscello, non preoccupandosi di bagnarsi ed
allungò la mano verso quel ragazzo, che si morse il labbro
inferiore, facendo avanzare la sua mano verso il biondo.
Le dita si intrecciarono in quelle più sottili e curate del
forestiero, che le strinse a sua volta, contro quel palmo ruvido.
Le labbra di Jack si aprirono, ma non una frase ne uscì,
semplicemente il cuore martellò forte nel suo petto creando
un soave rimbombo nelle sue orecchie, sorde a qualsiasi altro rumore.
"Ciao" disse nuovamente, poggiando la mano libera su quella gota
liscia, percependo il calore che quella pelle irradiava.
Il suo animo raggelato prese fuoco e le loro labbra si sfiorarono in un
soave bacio, un leggero contatto, che scatenò la magia nel
corpo del giovane principe.
Il vento si alzò all'improvviso ed alcune foglie caddero a
terra silenziose.
Jack poggiò entrambe le mani al volto dell'altro, lasciando
che le labbra si premessero nuovamente, e stavolta più
decise. Ancora, la magia dentro di sé ribollì.
"Chi sei?" chiese a voce bassa, con le labbra ancora a poca distanza
del compagno, prima che questi si staccasse di colpo per un forte
richiamo.
Il ragazzo corse al di là del ruscello, recuperando la sua
borsa in cuoio marrone, scappando nella direzione opposta.
Jack rimase immobile, stordito quasi, prima che il suo corpo fu buttato
nell'acqua da una forte spinta di William, o meglio Will, un suo
compagno d'armi ed amico fidato.
La sua famiglia e tutto il suo villaggio fu sterminato dal
can di Mordred, e lui fu l'unico sopravvissuto a quel massacro, prima
che i cavalieri di Camelot giungessero, invano, in soccorso all'ormai
perduto villaggio.
William era stato trovato in ginocchio nel sangue dei suoi cari,
impaurito e pieno di dolore, tanto da scagliarsi contro il padre di
Jack quando questi si era avvicinato.
L'amico infatti, nonostante sapesse che contro un cavaliere, nettamente
superiore, non avrebbe potuto nulla, l'aveva attaccato, armato di
coraggio e tenacia che affascinarono il re, tanto da portarlo con
sé a Camelot e farlo diventare un giovane e futuro nobile
cavaliere.
Jack scosse il capo e si scagliò contro l'amico che rise
forte.
"Dov'eri sparito biondo reale?" domandò, cercando di
bloccarlo a terra, senza successo.
"A cacciare" rispose il principe, riuscendo a liberarsi della presa del
giovane amico, buttandolo lontano da sé con un ghigno, per
poi tornare a guardare il punto in cui "occhi verdi" era sparito.
"Che guardi, Jack?" chiese Will, nuovamente in piedi, porgendogli una
mano guantata che il biondo afferrò volentieri, tirandosi su.
"Nulla Will, guardavo solo una visione frutto della mia fantasia"
rispose sorridendo enigmatico, spintonandolo.
Il moro amico inarcò un sopracciglio confuso e gli
sventolò la mano davanti gli occhi ridacchiando mesto "Jack
tu parli di enigmi. Una visione dici? Dimmi ..." Lo prese per il polso
e lo fece girare tirandoselo contro il proprio corpo "questa visione
era una dolce fanciulla nuda nel ruscello oppure un giovane fanciullo?"
domandò imitando un ballo al quale il nobile rise,
staccandolo e allargando le braccia.
"Era un giovane fanciullo dalla pelle chiara come i raggi di luna e gli
occhi verdi come due smeraldi preziosi".
Will tirò fuori la spada e la fece roteare con un gioco di
polso.
Jack fece lo stesso con la sua, ed entrambi si guardarono negli occhi.
"Dimmi, questo fanciullo era - che sò - una visione o era
reale?" chiese il moro colpendo la spada dell'amico che parò
agilmente, ghignando.
"Era carne e sangue Will, non era un sogno, ho baciato le sue
labbra e ho sentito il dolce sapore dell'amore su di esse"
dichiarò parando l'ennesimo colpo del compagno d'armi.
"Ah si? L'hai pure baciato e ora ..." colpì forte la spada
dell'altro creando un forte rumore d'impatto metallico "il tuo cuore
è stato trafitto dall'avido cupido, che più
d'ogni altro brama la sofferenza degli amanti?".
Jack colpì con forza e si avvicinò con il viso a
quello dell'amico "Ho sentito il sapore dell'amore, non che mi sono
innamorato" replicò ridendo, lasciando che il moro
incatenasse le spade, tenendo stretta la sua elsa "Sei sicuro Jack? I
tuoi occhi mi dicono che Cupido ha colpito il tuo cuore, centrandolo in
pieno. Ora non hai più scampo".
Il principe restò immobile e sbatté
più volte le palpebre, prima di scoppiare in una gioiosa
risata, seguita subito da quella dell'amico.
Amore?
Amore?
No, era stata la magia del momento a far fremere il suo essere, non di
certo l'amore.
"Allora Jacky" disse Will riponendo la spada nel fodero "la tua caccia
è stata fallimentare, tuo padre è in giro con i
cavalieri ed io proporrei di raggiungere gli altri alla taverna per un
bel boccale di Idromele in compagnia di Hannah".
Il biondo sospirò scuotendo il capo "Lo sai che non posso,
devo finire la caccia con mio padre e il suo seguito"
esordì, osservando la foresta silenziosa.
Il moro fece spallucce e gli diede una pacca amichevole sulle spalle "
Non importa, vuol dire che ci porterò tuo fratello"
esclamò allegro, evitando un sasso lanciatogli dal nobile
amico.
"Will non portare a bere mio fratello, lo sai che poi mio padre
darà la colpa a me e mi metterà alla gogna"
ringhiò, umiliato da tutte quelle volte in cui il padre
l'aveva mandato alla gogna per punizione.
Asino borioso e sadico, pensò dando ragione alla madre,
ignorando la risata dell'amico che si stava allontanando.
Era meglio pensare alla caccia, in fondo Will era suo amico e non
l'avrebbe fatto, giusto?
Chinò il capo sconsolato, pensando ancora a quegli occhi e
quel viso, scuotendo il capo.
No.
Era stato solo un momento.
To be continued.
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