EREDE
DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’
di Sakya
tradotta da furycat
Rinuncia:
non mi appartiene, e non produce nulla di proficuo...per me. Ho sentito delle
voci che J.K.Rowling stia facendo molto bene, ma lei
scrive l’originale, forse è per quello...Oh! Dimenticavo,
tutto (a parte l’idea fuorviata che ha dato origine a questa fic) appartiene a lei.
Capitolo
03
Colazione fu un affare strano.
Sembrava che tutti stessero facendo del loro meglio per comportarsi in maniera
normale con quelli che fino a poco prima erano i loro nemici. Harry vide,
incredibile, Ron che parlava con Goyle, indicando qualcosa su una mappa.
Hermione era con loro, spedendo e ricevendo note dalle altre tavole così come
da fuori della sala. Qualche volta, mostrerebbe una delle note a Ron e Goyle,
ed i tre discuterebbero qualcosa tra di loro, per poi
spedire una replica.
Al tavolo alto, Lucius Malfoy,
l’aveva salutato vivamente, per poi ritornare l’attenzione a Lupin e continuare
la loro conversazione. Nulla aveva più senso.
E Draco
Malfoy, aveva posato la sua mano sulla sua coscia! A questo punto, lui dovrebbe
star gridando al biondo dalla cima dei suoi polmoni, ma…non era, precisamente,
importunato o incomodo, col fatto che Malfoy stava toccandolo.
Harry sapeva già da molto che
preferiva i maghi alle streghe, e non era cieco; aveva sempre pensato che il
biondo fosse molto più attraente di lui…ma Draco era
un nemico, e perciò fuori limiti. Qunad’è che questo è
cambiato?
Oh, si. La notte scorsa.
Il loro matrimonio…Forse,
quest’agio era l’obbligazione che agiva su di loro. Certo, Harry aveva provato
attrazione per Draco già prima, ma non aveva mai tentato di rendere attiva tale
attrazione, ed ora, era seduto alla stessa tavola con
Malfoy, e il biondo mago aveva la mano sulla sua coscia, e tutto sembrava
corretto. La notte scorsa, certamente aveva cambiato molte cose.
La notte in cui il controllo
della sua vita gli era stato sottratto nuovamente, senza un secondo pensiero;
la notte quando lo avevano sposato a qualcuno, a Draco Malfoy, e senza che
nessuno si infastidisse a chiedergli l’opinione…solo
un pegno, ancora una volta.
Draco spostò nel suo posto,
guardandolo attentamente.
“Tutto bene, amore?”
“perfettamente,”
sbuffò Harry.
“Che c’è
di sbagliato?” Chiese Draco, aggrottando le sopracciglia.
“Non sono più una persona. Sono
una cosa che viene usata e basta!”
Draco si alzò,
ancora tenendolo per la mano, e, con un breve cenno agli altri alla tavola, fece
alzare Harry.
“Vieni con me, amore, è ora che
noi abbiamo una piccola chiacchierata.”
Draco guidò Harry fuori della
sala e dal principio alla fine indietro alla loro stanza. La presenza di
ambedue le sue ‘guardie del corpo’, prevenne alcuna
conversazione, così Harry dovette aspettare finché arrivarono alla stanza e la
porta fu chiusa dietro di loro.
“Ok,
che ne dici di darmi un vero chiarimento su ciò che sta succedendo? Perché Fudge ha dato il suo lavoro a noi? Come mai è così
calmo circa tutto questo? E perché diavolo tuo padre è
fuori d’Azkaban e siede alla stessa tavola di Fudge e Dumbledore? Che diavolo sta succedendo owwhnngf…”
Improvvisamente, Harry fu pigiato contro il muro, e baciato dal biondo Slytherin.
Harry poteva sentire l’intero corpo di Draco contro il suo, che era una buona
cosa, perché le sue gambe avevano deciso di godersi una vacanza, e non lo
sostenevano più.
Draco seguì a baciarlo finché
Harry smise di lottare; poi gli permise di durare un poco più a lungo, così che
Harry iniziò a rispondere al bacio. Solo poi, si allontanò.
“Ok, ti
dirò tutto,” disse Draco, prima di baciarlo di nuovo.
“Vieni. Siediti con me.”
Draco lo condusse ad un divano,
dove si sedettero, ancora abbracciati l’uno con l’altro.
“Alcuni mesi fa, andai
all’ufficio di Fudge col mio avvocato e lo convinsi, molto facilmente posso aggiungere, ad invocare la Pax Coglinatio
per finire la guerra…”
“Fuori della bontà del tuo cuore,
sicuramente,” offrì Harry.
“Oh, Merlo! No,”
ridacchiò Draco. “Non vedi? Questo è il nostro ultimo anno a Hogwarts; oggi è
davvero il giorno in cui eravamo supposti andarcene.
Non saremmo più bambini; saremmo guerrieri, che devono scegliere il lato in una
guerra enorme, in cui un gran numero di maghi perderebbe la vita. E non mi piace l’idea di essere un pegno ad un bagno di sangue
completamente non necessario, così che un matto, ingannato mezzosangue potesse
condurci alla nostra estinzione…oh, si, non ho illusioni sul nostro ‘adorato
Lord Oscuro’. E non ho
neppure illusioni su Fudge. Probabilmente, è il mago più incompetente che mai posò
il suo passo al Ministero. Non ho mai avuto l’intenzione di gettare via la mia
vita per difendere uno di loro. Così decisi per questo intelligente
piano.”
“Così, sei riuscito ad
imbrogliare Fudge nel fabbricarti il re del Mondo Magico, facendo sì che ti dia
il modo di diventare un eroe finendo questa guerra. Davvero molto buono. Il pericolo
finirà e molte vite si salveranno…e, chiaramente, il matrimonio era solo parte del piano, vero?” Chiese Harry, guardando
Draco.
“No, il matrimonio era il mio
premio in tutta questa confusione intera. La parte più importante del mio
piano, era assicurami che passerò il resto della mia vita con te,” disse lui, prendendo il suo viso tra le proprie mani,
avvicinandolo al suo e baciandolo di nuovo, dolcemente. “Non m’importa se tutto
va male, finché siamo insieme.”
Harry non pensò mai che potesse
esser più felice. Harry immaginava Draco da quasi due anni, sapendo sempre che
il principe di Slytherin non era raggiungibile. Un sogno fuori della sua
portata; ed ora, era qui, sposato, abbracciandolo, baciandolo…
Una forte bussata alla porta li
fece separare. Draco affrettò alla porta e l’aprì. Snape era fuori.
“Sono qui. E’ ora.”
La fu quasi anticlimatica; certo,
ci furono perdite, ma erano misericordiosamente poche. L’esercito della Luce
superava in numero quello del Lord Oscuro pressoché trenta a
uno, e, alla fine, Draco si prese cura dello scudo di difesa, mentre Harry usò
una combinazione d’incantesimi per distruggere il corpo di Voldemort e legare
la sua anima all’inferno.
Erano stanchi, esauriti
magicamente, ma erano vivi. Un atto di valore che loro non potevano capire
pienamente, ma di cui erano, in ogni modo, grati.
Ci volle tempo per ordinare i
feriti e portarli nell’infermeria, dove sig.ra Pomfrey era pronta a guarirli. I
dementor furono distrutti ed
i giganti spediti di nuovo alle montagne dove vivevano prima della guerra. Solo
che ora, i confini, furono difesi in modo tale che il Mondo Magico saprebbe se qualsiasi cosa stesse succedendo. I resti di Voldemort
furono messi in un urna, difesi, e portati via da un
gruppo di Indicibili. Dumlbedore li assicurò che
l’urna sarebbe posta in un luogo sicuro, anche se non
era più necessario. Voldemort non ritornerebbe, questa volta.
Harry non poteva evitare di
notare che Fudge era rimasto nella scuola per tutto il tempo,
‘proteggendo i più giovani’, come la mise lui,
e non si presentò fino a che inì la battaglia. Lucius
Malfoy si assicurò di congratularsi con Fudge sul suo acuto senso del
dovere…col marchio di fabbrica dei Malfoy, un sorriso furbo sul viso. A Harry,
quasi piacque suo suocero, in quel momento, ma sapeva che ci sarebbe voluto
molto tempo e non poco sforzo, per aggiustare le cose tra loro due.
Mentre i medi-maghi
e medi-streghe si occupavano
di quegli che bisognavano delle loro cure, Fudge decise che il modo di rendersi
utile, era cominciare a progettare un grande ballo, da tenersi al Ministero. Un
evento per annunciare al mondo intero “La nostra vittoria incredibile”, come
disse lui.
Harry riuscì ad evitarlo per
quasi tutto il giorno, ma era impossibile farlo a cena, specialmente siccome
erano seduti alla stessa tavola. Fudge stava preparando un grande
ballo per celebrare la vittoria e la fine del regno del terrore di Voldemort.
L’unica cosa importuna, era che stava elencandosi come uno degli eroi di
guerra, come se avesse contribuito notevolmente alla battaglia. Aveva
disgustato Harry.
Guardandosi attorno, Harry vide
Draco. Era davvero notevolmente intimidatorio, ancora vestito da battaglia, e
tutti lo stavano rispettando senza un secondo pensiero; la qual cosa, diede a
Harry una idea molto cattiva.
“Tonks,”
chiamò il goffo Auror, che gli si avvicinò. “Dimmi, ti spiacerebbe dare una
mano al sig. Fudge?” Aggiunse con un cattivo sorriso.
“Chiaramente no, mio signore,” rispose Tonks, sorridendo, “che cosa hai in mente?”
“Amerei vedere Draco che fa un
annuncio pubblico…qualcosa lungo la linea ‘ora che noi abbiamo vinto, dobbiamo
pensare al futuro’, e credo che probabilmente, Fudge
avrà delle difficoltà a capirne pienamente il significato.”
“E tu
vuoi che io glielo sillabi chiaramente?” Chiese, con una scintilla di danno nei
suoi occhi.
“Se non
ti spiace…”
“Oh! Grazie, grazie, grazie,” fisse lei, gettandogli le braccia al collo e
abbracciandolo come se non ci fosse alcun domani. Harry osservò Draco
guardarli, elevando un sopracciglio. Harry gli fece cenno di avvicinarsi. “Ero
disposta a commettere un omicidio, se era quello che ci voleva per esser la
persona a dirlo a Fudge. Oh! Ciao, cugino.”
“Ninphadora.”
Accennò Draco col capo alla ragazza.
“Merlino, che cosa ci vuole
perché tu mi chiami Tonks?”
Harry decise che era il momento
giusto per cambiare argomento.
“Draco, non sarebbe il momento
giusto per un discorso sulla nostra vittoria?”
Draco elevò nuovamente un
sopracciglio. Merlino, sembra
davvero bello, quando a così, pensò Harry. “Tonks qui, ha solo…bene, si
offrì volontaria per stare vicino a Fudge e chiarire alcuni dettagli che è
probabile che non abbia ancora afferrato pienamente sullo stato corrente degli
affari del Mondo Magico.” Harry si avvicinò a Draco, avvolgendo un braccio alla
sua vita. “Per favore? E’ veramente importante per lei…per molte persone, in
realtà; stavano considerando l’idea di vendere all’asta tale diritto.”
Draco dovette ridere al pensiero
di quante persone amerebbero essere chi diceva a Fudge
che era fuori del ritratto. L’uomo, certamente, sapeva come cadere dalla grazia
di ognuno. E, avere Harry così vicino a lui, era una
più che ottima ragione per accettare qualsiasi cosa. Improvvisamente, capì
qualcosa che suo padre gli aveva detto una volta circa chi davvero era in
controllo al Feudo Malfoy. Draco decise che poteva
vivere con tale nozione, decisamente non era un problema.
I tre risalirono al tavolo,
andando ai loro luoghi. La sala andò silenziosa, aspettando di vedere perché i
due eredi non si erano seduti. Una volta che fu sicuro di avere la piena attenzione,
Draco parlò.
“Amici miei, oggi abbiamo
realizzato più di una vittoria in un combattimento. Dalle ventiquattrore
passate, abbiamo realizzato una vittoria molto importante: una vittoria in pace. In questo giorno abbiamo mostrato al mondo
che, non solo la pace è possibile, ma che l’unione è possibile.
Abbiamo mostrato che è necessaria. Oggi il Mondo Magico intero stette in piedi
insieme, come uno solo, per sconfiggere un nemico comune. Noi abbandonammo le
nostre piccole rivalità, pregiudizi e malintesi d’infanzia e quello che il
Mondo Magico deve affrontare, non solo i suoi nemici
ma anche il suo futuro.”
Mormorii d’apprezzamento si
sentirono in tutta la sala, e Draco continuò:
“Questa è la promessa che mio
marito e io vi faccio: da ora in poi, la meta del
Mondo Magico—la nostra meta—è fare migliore la vita di tutti noi, e più sicura.
Più nessun pregiudizio guiderà la nostra mano. Più nessuna volontà di lasciare uno di noi indifeso a causa delle condizioni
della sua nascita o una maledizione inflitta su di lui. Da questo giorno, veglieremo
sul Mondo Magico.”
La sala intera stava consolando,
anche Fudge, che si alzò intendendo dire alcune parole. Tonks fu più veloce, e
gli strinse la mano entusiasticamente.
“Sig.
Fudge, non avevo mai capito che lei fosse un simile grande uomo,” lo complimentò.
“Bene…” Fudge iniziò a
rispondere, ma Tonks gli tagliò la strada.
“Lasciare il suo ufficio con tale
acume. Non tutti sarebbero così modesti. Rinunciare semplicemente al controllo
del Mondo Magico così…”
“Che
cosa?” Fudge era pallido. “Che cosa ha detto? Io non
ho fatto nulla di simile!”
“Chiaramente che l’ha atto,
Cornelius,” offrì Dumbledore, avanzando più vicino.
“Il minuto che lei ha sposato i due giovani gentiluomini.”
“Che
cosa!”
“Perché,
Cornelius, ha dimenticato? La Pax Coglinatio è molto chiara sull’unione dei due eredi e
come condurranno il Mondo Magico nella pace.”
“Si, lo
so, e, ora che siamo in pace, il loro lavoro è fatto. Possono risalire a fare
qualunque cosa vogliono della loro vita e lasciare il ministero a noi adulti,” disse Fudge sorridendo, anche se non era realmente così
sicuro di se.
“Ho paura che non sia questo il
caso.” Radiò Tonks a Fudge. “La loro posizione è un genere di lavoro a vita.
Sono qui per restare.”
“Ma…ma
io sono il ministro.”
“In realtà…non più. Lei diede il
controllo a loro al momento in cui nominò Harry il nostro erede e lo sposò all’erede dell’altro lato. Questo è ciò che fa la legge:
dissolve i due lati precedenti, nazioni o qualunque cosa, e ne crea uno nuovo
sotto le leggi dei due appena sposati.” Tonks era
accanto all’uomo, piena di gioia; l’occhiata sulla faccia di Fudge era inapprezzabile.
“Bene, buona fortuna con la sua vita, e non dimentichi di scrivere. Ho sentito
che si trova molto tempo libero, una volta che si va in pensione. Buonasera.”
Fudge, precipitò nuovamente sulla
sedia. Al suo lato, Umbridge, era pallida come lui.
L’improvvisa conoscenza che qualsiasi opportunità di un futuro politico era ora
nelle mani di un Harry Potter che loro si erano assicurati d’importunare per
tutti gli anni passati, e suo marito, era un Malfoy, non era un pensiero che
rendeva felice.
La festa proseguì per ore, prima
che i due eredi tornassero nuovamente alla loro stanza da letto. Appena la
porta si chiuse dietro di loro, volarono nelle braccia dell’altro.
“C’è solo un problema che
richiede la tua attenzione,” bisbigliò Harry
nell’orecchio di Draco, sbottonando la sua camicia.
“Oh, davvero? E
quale sarebbe?” Chiese Draco, mentre sbottonava la camicia di Harry.
“La nostra obbligazione…la nostra
prima notte insieme,” disse Harry, facendo le fusa, mentre
baciava il collo di suo marito e spingendo via la camicia dalle sue spalle.
“Si?” Riuscì a chiedere Draco,
mentre le mani e la bocca di Harry stavano guidandolo matto.
“Non ricordo qualsiasi cosa,” disse Harry, sporgendo le labbra, mentre sfibbiò la
propria cintura, allontanandosi un poco da Draco, così che potesse avere una
migliore prospettiva di lui.
“Oh, quello è una vergogna.
Nessuno dovrebbe non esser capace di ricordare la sua notte di matrimonio…dovrò
are in modo di usare tutta la sera per esser sicuro che tu abbia tutti i
dettagli.” E sorrise alla
vista di Harry che si spogliava lentamente dei suoi pantaloni e boxer, tenendo
per tutto il tempo, gli occhi su Draco.
“E’ probabile che quello sia un
po’ difficile. Vedi, penso che sia probabile che abbia battuto la mia testa
durante la battaglia; la mia memoria, ultimamente, è
orribile. E’ probabile che mostrarmi solo una volta non sia abbastanza.” Harry stava facendo scorrere le mani, lentamente, sul suo
corpo, stupito alla concupiscenza che poteva vedere negli occhi di Draco.
“Oh, sicuramente, dovremo
ripetere l’intera cosa più di una volta, allora.”
“Lo faresti per me?” Chiese
Harry, posato sull’enorme letto.
“Qualsiasi cosa per mio marito,” promise Draco, posato su di Harry, ed inclinandosi in già
per baciarlo. “Mi assicurerò che tu ricordi tutto.”