partenza
PARTENZA
Avevo passato la notte rannicchiata nel letto di
Zero. Dormivo serenamente tra le sue braccia. Mi svegliai,gli diedi un bacio e
mi infilai la sua camicia bianca. Un classico. Scesi in cucina per preparare la
colazione. Avrei cucinato toast alla cannella e da bere un po’ di latte caldo.
Indossavo camicia,mutande e calzini e non avevo freddo. Cantavo mentre facevo
fare strane piroette al povero Maccherone. Poi scese Zero. Rimase sotto la
porta della cucina a vedere le torture che facevo fare al gatto,poi notai che
era arrivato e mi fermai. Cominciai a ridere come una scema.
-Scusa,è che mi sentivo allegra e sai che
canticchio.
Zero si avvicinò a me,mi sorrise e poi mi
abbracciò,stritolandomi,tanto che i miei piedi ormai non toccavano più il
pavimento.
-Però non ti ho mai visto torturare gatti-rise anche
lui. Poi mi poggiò per terra e mi diede un bacio.
Passammo la mattinata a sistemare casa e a giocare
con Maccherone. All’ora di pranzo cucinò Zero. C’erano due lati positivi quando
cucinava lui:non dovevo cucinare io e il cibo era più buono.
Verso le 20:00 suonarono alla porta. Papà era
tornato. Doveva rientrare lunedì,qualcosa era successo. Infatti era così. Non
rientrò solo,c’era Kaname,accompagnato dai tre dell’altra volta e Tohga Yagari,vecchio
maestro Hunter di Zero e miglior amico di mio padre.
-Ciao Yuuki – Kaname mi abbracciò per
salutarmi,anche se avevamo fatto pace e lo chiamavo ancora fratellone,era
sempre triste e preoccupato.
-Hey Kaname,come va?
-Dobbiamo risolvere una faccenda importante,ma
tranquilla niente di grave.
Dopo aver salutato il suo vecchio maestro,Zero porse
la mano a Kaname per salutarlo,ma non una parola. Beh,era un passo avanti.
Andarono tutti nell’ufficio di papà,ma non mi lasciarono entrare. Che stavano
combinando ora?Maccherone come al solito era scappato e io ero rimasta sola. Mi
avevano anche chiesto di non portare niente da bere,perché non potevano
interrompere niente. Erano strani. Andai davanti alla porta di quella
stanza,che ormai era la “stanza riunioni”,e cercai di sentire cosa si dicevano.
Fortunatamente parlavano uno alla volta e riuscivo a capirli.
-Dobbiamo agire subito,non c’è niente da fare. Può
diventare un pericolo per la città. Se si spostasse anche alla luce del giorno
le persone sarebbero in pericolo,soprattutto i bambini,visto che è quello che
cerca,un bambino.
-Ma ora si sa dov’è?
-Dicono verso Sud. L’hanno avvistato dei contadini.
-Entro domattina dovremmo metterci in viaggio.
-Credo sia meglio partire all’alba.
-Dite che come numero di persone possiamo farcela?
-Contando che ci sono quattro vampiri e tre
cacciatori,credo di si. E poi abbiamo Zero,mio discepolo,sarà bravissimo.
-Non è da sottovalutare,potrebbe non controllarsi.
-Lo sappiamo e siamo pronti a questo.
-Allora dobbiamo aspettare solo domani.
-E Yuuki?! Non può restare sola Cross!
-Tranquillo Zero,ho parlato con la mamma di Yori e
per un po’ starà da lei.
Sentì dei passi e corsi nella mia stanza. Cos’era il
pericolo? Cercava un bambino,chi poteva essere? Avrebbe ucciso gente per quello
che avevo sentito,per come avevo capito. E se avesse preso me? O qualche membro
della famiglia di Yori? Perché dovevano mettere in pericolo anche loro? Mi
sdraiai sul letto e pensavo solo a questo viaggio che dovevano fare.
Bussarono alla porta.
-Sorellina ,sono io,posso?
-Entra.
-Hai sentito vero?
-Ho sentito troppo fratellone.
-Mi dispiace piccola Yuuki,non era nostra intenzione
farti preoccupare- si sedette accanto a me- vedi,è complicato da spiegare.
-Cos’è?- la mia voce era gelida e impaurita,come mi
sentivo io in quel momento.
-Un vampiro,ma non come me o i ragazzi che hai
conosciuto,è sulla lista degli Hunter da un po’ ed. Era scomparso il suo
nome,ma stamattina è tornato. Ora è un pericolo per tutti e dobbiamo trovarlo
prima che faccia qualche danno.
-Vi farà del male?
-Ne faremo di più noi a lui.
Lo abbracciai e scoppiai a piangere.
-Non lasciatemi sola …
-Nessuno ti lascerà sola,sorellina. Lui in
particolare. Ormai è una sola cosa con te.
Spalancai gli occhi e per un secondo non capì più
niente. Lui non c’era,eravamo solo io e Zero e lui sapeva tutto?
-Come?
-Si capisce da come vi guardate Yuuki. Tranquilla
che non vi ho spiati,non lo farei mai,ma nel vostro sguardo è cambiato
qualcosa,ora vi amate in tutti i sensi. Devi capire che per queste cose ho
intuito,sono un pochetto più grande di te- ridacchiò.
-Sei … arrabbiato?
-Un po’ geloso perché lui può averti,ma io te l’ho
promesso,mi comporterò da bravo fratello e mi arrabbierò solo se ti tratterà
male. Se tu lo ami e lui ricambia,io non posso essere che felice. Anche se tu
lo sai,lo sai che se fosse solo per me ti porterei via.
-Lo so Kaname, ma mi fa piacere che mi rispetti.
-Non posso fare altro per la mia sorellina. Anche se
non ti ho vicina,ci sarà sempre un legame di sangue tra me e te.
Il mio passato,quello che voleva mostrarmi il mio
fratellone,era questo? Magari eravamo davvero fratello e sorella. Ma sento che il
rapporto che abbiamo ora,è perfetto così.
Uscimmo dalla stanza e dopo averlo salutato,andai a
vedere come stava Zero. Stava preparando il borsone per partire. Lasciò tutto e
venne ad abbracciarmi. Stavamo piangendo.
-Non voglio lasciarti sola.
-Se venissi con te?
-No,non lo permetterei mai. E’ pericoloso.
Andammo a sederci sul letto.
-Kaname già ti ha spiegato tutto vero?
-Si …
-So che può essere pericoloso anche per Yori,ma
torneremo presto,tutti.
Parlammo tutta la notte mentre lo aiutavo a
preparare il borsone e dopo lui fece lo stesso con me.
All’alba partimmo. Yori era sotto il portico di casa
sua ad aspettarmi,era in pigiama,tirata giù dal letto con le forze per colpa
mia.
Zero e Kaname scesero dall’auto per salutarmi. A papà
già avevo detto arrivederci,ora era impegnato a dirlo a Maccherone.
-Stai attenta sorellina,torneremo presto- mi
abbracciò.
-Non combinare pasticci Yuuki- Zero mi sorrise,aveva
gli occhi lucidi,come me.
-Tranquillo.
-Ti scriverò lo giuro. Ti darò notizie di tuo
padre,di Kaname e di me- mi stritolò a se e dopo mi baciò.
Quando si stavano per allontanare li fermai.
-Promettetemi che vi difenderete l’un l’altro.
-PROMESSO!
Li guardai andare via dal portico della mia migliore
amica. Dovevano tornare. Già mi mancavano.
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