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Capitolo 1
1:03 am
Posso gestire la
situazione.
Ora non devo far altro che
chiudere gli occhi, liberare la mente e addormentarmi.
Se solo queste cazzo di
coperte non continuassero ad aggrovigliarsi attorno ai miei piedi.
Guarda, no, tu guarda! Non
posso muovermi!
E il lenzuolo? E’ tutto
rappezzato sul fondo!
E non rappezzato in modo
praticamente invisibile, ma con del filo grosso. Posso sentire ogni maledetto
rattoppo con le dita! Io sono abituato a lenzuola di seta!
Okay, respiro.
Sto respirando.
Mi alzo.
Metto a posto le coperte.
Torno a coricarmi.
Ora non c’è nulla che
possa impedirmi di addormentarmi.
Nulla.
Chiudo gli occhi. Questa
volta è a volta buona. Una sana dormita e domattina tutto mi sembrerà meno
schifoso di quanto mi sembri adesso.
Sono nello stramaledetto
quartier generale dell’Ordine. Io, Draco Malfoy.
Io, il re dei Serpeverde.
Il fedele servitore dell’Oscuro Signore.
Ci deve essere stato un
errore, una gigantesca svista burocratica.
Io non posso essere
davvero qui.
Non ci voglio nemmeno
stare qui.
Ma mio padre dice che non
ho scelta.
Mio padre dice che se
fossi rimasto ancora con loro mi sarei fatto ammazzare.
Mio padre dice che, visti
gli ultimi avvenimenti, l’Oscuro Signore perderà la guerra.
E così mi ha dato qualche
informazione vitale su una qualche missione organizzata dai Death Eaters e mi ha
spedito qui.
Ho scambiato le
informazioni che mio padre mi aveva detto per la protezione di questi idioti,
complice il fatto che zia Andromeda si è intenerita quando l’ho chiamata Zia.
“E’ solo un ragazzo” ha
detto.
“E’ uno stronzetto
maleducato, ma è pur sempre mio cugino” ha aggiunto quella cosa
disonorevole che si fa chiamare solo Tonks, perché Nymphadora è troppo nobile
come nome per essere appropriato a una così.
“Draco non ha mai avuto
scelta. Dobbiamo dargli un’altra possibilità” ha risposto Remus puah
Lupin.
E così eccomi qua.
Il povero e spaventato
Draky.
Ho recitato bene la mia
parte.
La parte dello sventurato
ragazzo, costretto a diventare un Death Eater, ma che non ha il coraggio di
uccidere. Che lo credano pure.
Per quanto mi riguarda
spero ancora che l’Oscuro vinca e che rificchi in gola a questi idioti il loro
fottuto perbenismo.
1:07
Beh da una parte mio padre
aveva ragione.
Come Death Eater facevo
veramente pena.
E’ solo che ho sempre
vissuto negli agi e nelle comodità.
Se ordinavo qualcosa,
qualcuno eseguiva solerte il mio ordine.
Se non mi andava di fare
qualcosa, qualcuno la faceva al posto mio.
Sono sempre stato ricco e
viziato. E la cosa peggiore è che mi piaceva tanto esserlo.
Avevo tutto: soldi, una
famiglia influente, popolarità, una scopa da urlo.
E poi?
E poi mi sono ritrovato
con un Marchio sul braccio, una scopa sequestrata perché a zia Bella serviva e
una ganga di psicotici – che per lo più sono imparentati con me – come unica
compagnia.
Mi mancano Tiger e Goyle.
Mi manca Hogwarts.
A Hogwarts ero uno squalo
in un acquario di piccole dimensioni.
Nel crudele e spietato
mondo dei Death Eaters, sono un pesce rosso, immerso in una vasca di pescecani.
Voglio che le cose tornino
come prima.
Mi divertivo a
stronzeggiare per i corridoi della scuola, sapendo che se ne avessi combinata
una troppo grossa, mio padre sarebbe accorso per sistemare le cose.
1:11
Mi manca Potter.
Una volta io ero il suo
nemico per eccellenza. La sua nemesi.
Lui si allenava per
battere me sul campo da Quidditch, non Voldemort- Oscuro, perdonatemi per
aver pensato il vostro nome – o mio padre, o zia Bella, ma me, Draco
Malfoy.
Potter camminava nel
corridoio e lanciava sguardi di sfida a me.
Potter faceva un esame e
si curava di andar meglio di me.
C’ero sempre io, io, io e
ancora io.
E ora? Ora non mi guarda
neppure.
Ora mi evita come un
piccolo scarafaggio.
Fastidioso, ripugnante, ma
del tutto innocuo.
Lui ha una guerra a cui
pensare. Ha un Signore Oscuro da uccidere. Ha persone da salvare.
Non ha tempo da dedicare
alle prese in giro di Malfoy.
E io ci ho provato, gente.
Fin dal primo minuto che
ho messo piede qui, a Grimmauld Place, ho sfoderato tutte le mie armi migliori:
battutine insopportabili, il mio ghigno da presa per i fondelli, mille e mille
dispetti.
Gli ho messo del sale nel
succo di zucca, ho preso a calci la sua sedia, per il solo gusto di farlo
innervosire, mi sono chiuso nel bagno per due ore due, impedendogli di fare la
doccia.
Ma lui niente. Mi sibila
qualche insulto, una volta mi ha sbattuto contro a un muro con la chiara
intenzione di strangolarmi, ma niente di più.
Mi guarda, ma è come se
non mi vedesse. La sua mente è sempre rivolta da qualche altra parte.
Mi sento ignorato, okay?
E a me non piace essere
ignorato! Soprattutto da Potter.
Lui è Harry Potter, il
bambino-che-per-un-gradissimo-colpo-di-culo-è-sopravvissuto e io dovrei essere
il ragazzo-fichissimo-che-gli-da-del-filo-da-torcere.
E invece non lo sono!
Potter pensa solo
all’Oscuro e non mi considera e questa cosa mi fa andare in bestia!
1:17
Perché Potter mi ignora?
Perché non possiamo
tornare a divertirci come ai vecchi tempi?
Potrei anche vestirmi da
Dissennatore, se servisse per farlo interessare di nuovo a me.
Rivoglio il mio Harry
Potter.
Davvero.
Ne ho bisogno.
Non so chi infastidire.
Ho provato a gironzolare
intorno alla Weasley, ma anche lei è troppo seria.
Mi rivolgono tutti uno
sguardo di superiorità e cercano di non badare alle mie prese in giro.
La Mezzosangue zannuta –
mi scappa un risolino, come faccio a essere così divertente? – tiene Weasley
mentecatto il più lontano possibile da me.
Stanno insieme.
O almeno questo è quello
che mi sembra di aver capito. Cioè ho visto Weasley che le ficcava mezzo metro
di lingua in gola e ho sfruttato questa cosa per deriderli davanti a tutti.
E improvvisamente mi sono
trovato al centro dell’attenzione!
E’ stato fantastico. Io
ero lì che dicevo quanto fossero disgustosi e tutti mi guardavano, mi
ascoltavano.
E poi ho compreso: nessuno
lo sapeva.
Avevo appena spiattellato
davanti a gran parte della famiglia Weasley e dell’Ordine della Fenice che
Weasley mentecatto si sbatte la Granger.
Ero venuto a conoscenza di
un segreto e ne avevo appena reso partecipi gli altri nel modo peggiore – beh,
se avessi saputo che era un segreto, però, avrei sfruttato meglio la situazione.
Weasley ha cercato di
ammazzarmi con le sue grosse manone da contadino, la Granger ha raccolto tutto
il suo patetico coraggio Gryffindor per non scoppiare a piangere davanti a tutti
i presenti e se ne è andata dalla stanza.
La mia adorata cugina dai
capelli impossibili mi ha chiamato piccolo stronzetto e mi ha spedito di
sopra senza cena.
Stavo salendo le scale
gongolante, quando Potter mi ha braccato sul pianerottolo.
Le sue dita mi hanno
artigliato le braccia, mentre mi mandava a sbattere contro il muro.
La mia testa è rimbalzata
con un sonoro tock sull’intonaco.
L’ho guardato direttamente
negli occhi, senza nascondere la mia soddisfazione, mentre la rabbia gli faceva
ribollire il sangue nelle vene.
Okay, quando Potter è
incazzato fa un po’ paura. Ma solo un po’.
Cioè, vi pare che io possa
avere paura di lui?
Puah.
I Malfoy trovano una
situazione non di loro gradimento, ma non hanno paura.
Non so nemmeno che cosa
significhi la parola paura.
Ad ogni modo, Potter fa
volgere la situazione in modo che io non mi senta più propriamente a mio agio. E
io sono lì che spero con tutto il cuore che lui ricominci ad odiarmi come Cristo
comanda, quando lui mi lascia andare.
Arretra.
Le sue dita perdono il
contatto con la mia pelle.
Non ha intenzione di
picchiarmi.
Rimango fermo. Sono
basito.
“Sei un piccolo essere,
meschino e irriconoscente. Mi fai schifo” sibila.
Mi volta le spalle e se ne
va.
Per poco non mi metto a
piangere dalla delusione.
Niente baruffa, niente
spintoni, niente bacchette puntate alla gola.
Niente di niente.
1:29
Da quella sera vengo
ignorato ulteriormente.
Se entro in una stanza il
magico trio del rincoglionimento esce dopo due secondi netti.
Vorrei disperatamente
pensare che hanno paura di me, ma non sono così scemo.
Se ne vanno per non essere
costretti a litigare. Nessuno mi rivolge più di due parole consecutive. Mi danno
da mangiare. Mi lavano i vestiti, ma nessuno mi parla.
E così ho smesso di
parlare anch’io.
Serro le labbra e mi
faccio i miei bei discorsi mentali. Litigo anche con Potter.
Ma la verità è che mi
sento uno schifo.
1:33
Voglio che tutto torni
come prima.
Odio l’Oscuro Signore.
Mi ha rubato tutta
l’attenzione di Potter.
E odio questo materasso.
E’ troppo morbido, o per
meglio dire frusto.
A me piace dormire su un
materasso mediamente duro, fa bene alla schiena.
E voglio un cuscino
piatto, per la cervicale.
1:35
Mi alzo.
Forse un bicchiere d’acqua
fresca mi aiuterà a prendere sonno.
Mi infilo la bacchetta nei
boxer ed esco dalla stanza senza far rumore.
Weasley mentecatto sta
russando come un trombone.
E’ il tipico russare di un
contadinotto mancato.
I nobili, come me, non
russano.
E non sbavano durante il
sonno.
Al massimo onorano il
cuscino di raccogliere un po’ della loro preziosa saliva.
Evito l’asse del pavimento
che scricchiola e raggiungo le scale.
Magari posso concedermi
anche una fetta di torta alle mele.
Non lo ripeterò nemmeno
sotto tortura ma la vecchia Weasley prepara una torta alle mele che
resusciterebbe un morto. La pasta è tenera e si sbriciola appena, lo zucchero è
dosato alla perfezione e la sottile doratura sulla superficie è un incredibile
compromesso tra il troppo cotto e il troppo crudo.
Scendo le scale
pregustandomi già il mio spuntino notturno, quando mi accorgo che la luce della
cucina è accesa.
Potter è seduto al tavolo.
Tiene un foglio leggermente spiegazzato tra le dita.
Sto per fare rapidamente
marcia indietro quando lui solleva lo sguardo su di me.
Ci fissiamo negli occhi
per una manciata di secondi senza dire nulla.
“Sono solo sceso a bere un
bicchiere d’acqua” dico in fretta.
Merda. Mi sto
giustificando.
Vivo anch’io qui e se
voglio un bicchiere d’acqua ho tutto il diritto di prenderlo.
Lui annuisce
distrattamente tornando a fissare la lettera che ha in mano.
Ah è così? Fa il
superiore, lui!
Benissimo, posso farlo
anch’io!
Senza degnarlo di una
seconda occhiata mi dirigo verso il frigorifero.
Non mi interessa.
Davvero. E’ come se non
esistesse.
Prendo del succo di frutta
– perché bere acqua quando si ha a disposizione qualcosa di meglio?- e ne verso
un po’ in un bicchiere.
I miei gesti sono fluidi,
da vero aristocratico.
No, okay. Sto facendo
tutto più lentamente del normale perché sto bruciando dalla curiosità!
Che cos’è quella lettera?
E’ da parte di
un’ammiratrice?
Potter ha un’ammiratrice?
Chi? Non sta con la Weasley?
Oppure è da parte di
qualcuno dell’Ordine? Da parte di chi?
Perché è qua seduto, da
solo?
Gli lancio un’occhiata.
Ti prego, ti prego, ti
prego...dimmi qualcosa.
Ti prego
Guardami.
Non mi odi? Nemmeno un
po’?
La mia presenza non ti
risulta insopportabile?
Riappoggio il bicchiere
sul tavolo cercando di fare più casino possibile, ma lui niente. Non reagisce.
“Allora io torno a
dormire” dico.
Voglio uccidermi.
Come sono patetico. Sto
tentando di fare conversazione.
Ho bisogno di parlare con
qualcuno, di litigare. Perché non vuoi litigare con me?
Potter fa un cenno
distratto con la testa.
Mi ignora.
Esco dalla cucina mesto.
Ho già un piede sul primo
gradino, quando un’idea mi fulmina.
Io non voglio essere
ignorato.
Ho il diritto di non
essere ignorato. E lui ha il dovere di non ignorarmi.
Non mi sono spremuto il
cervello per sei anni per dargli fastidio in ogni modo possibile e immaginabile,
per poi essere messo in secondo piano come se tra me e lui non ci fosse mai
stato nulla!
Torno in cucina a passo di
carica.
Colgo con la coda
dell’occhio il movimento della testa di Potter e l’espressione sorpresa che gli
affluisce sul viso.
Prendo la torta, me ne
taglio una fetta e mi siedo davanti a lui per mangiarla.
E’ buona, ma stranamente
il suo sapore non mi consola.
Potter mi fissa per un
istante, prima di alzarsi con il suo foglio e andarsene.
Sento una tristezza
infinita riempirmi il petto, mentre lo guardo uscire dalla cucina con passo
stanco. Riappoggio la forchetta sul piattino.
Dovrei esserci abituato.
Insomma sono giorni e
giorni che assisto a scene di questo tipo.
Solo che magari questa
volta avrei perfino cercato di essere gentile.
No, i Malfoy non sono
gentili, i Malfoy nella loro infinita benevolenza degnano gli altri della loro
attenzione.
Ecco, questa volta gli
avrei benevolmente concesso la mia attenzione.
Ma lui se n’è andato.
Ho freddo.
Mi sento solo.
Veramente solo.
1:42
Sono ancora lì a fissare
la mia fetta di torta appena sbocconcellata quando il suono dei passi di Potter
mi strappa dai miei pensieri.
Sta tornando indietro.
Per poco non mi metto a
saltellare dalla gioia.
Affogo il sorriso che mi è
salito alle labbra in un grosso boccone di torta.
Non posso sbagliarmi, sono
i suoi passi. Ho imparato a riconoscerli.
Sono i suoi e stanno
chiaramente venendo da questa parte.
Alzo appena lo sguardo,
quando rientra in cucina.
E’ tornato! E’ tornato! Da
me.
Sono a dir poco
trionfante. Potter è tornato!
Lo sento muoversi alle mie
spalle, aprire un armadietto e poi il frigorifero.
Quando si siede sulla
sedia che occupava prima, mi accorgo che anche lui si è tagliato una fetta di
torta.
L’addenta senza usare la
forchetta.
Plebeo.
Okay, Malfoy, parla.
Non è difficile.
Dirgli qualcosa. Qualsiasi
cosa.
Guardo con orrore la torta
avviarsi verso la sua degna conclusione.
Quando la torta sarà
finita, Potter se ne andrà di nuovo.
E io sarò di nuovo solo.
Non voglio che ci sia un
di nuovo.
Voglio che Potter resti
qui!
Con me!
Ecco!
Mi passo la lingua sulle
labbra.
Pensa. Malfoy, pensa.
Dì qualcosa di
intelligente – sono in grado?
Mediamente intelligente -
meglio.
“Da parte di
un’ammiratrice?”
Oh splendido.
Ora come minimo ti
risponde di farti una tonnellata di cazzi tuoi.
Non potevi dirgli
qualsiasi altra cosa, fare un commento non troppo negativo sulla torta, sul
tempo, su Dio?
Potter solleva lo sguardo
dal tavolo e mi rivolge una muta domanda.
“La lettera che avevi in
mano” aggiungo, come se l’impulso di andarmi a seppellire, ovviamente vivo, non
fosse già abbastanza forte.
Vedo la sua espressione
mutare lentamente. I suoi polpastrelli tamburellano sul ripiano di legno.
Ho detto la cosa
sbagliata.
Di nuovo. Odio i di
nuovo.
Mi alzo e metto il piatto
che ho usato nel lavandino.
Tanto vale che me ne torni
in camera. Ho capito l’antifona.
Compio solo qualche passo
verso la porta quando la voce di Potter mi blocca.
“Di Sirius”
Mi giro verso di lui, con
gli occhi sgranati e le labbra leggermente dischiuse per la sorpresa.
Non credevo che
rispondesse davvero.
Ricambio il suo sguardo
senza dire nulla. Non ho neppure la forza di muovermi.
Ho paura che se solo
osassi flettere un muscolo, potrei scombussolare qualche strana combinazione
cosmica che ha spinto Potter a rivolgermi la parola.
Lo guardo immergere il
viso tra le mani. L’ho visto molte volte fare lo stesso gesto.
Okay, forse è più corretto
dire che l’ho spiato di nascosto.
E’ stanco. Perfino io me
ne sono accorto. Cioè è facile accorgersene.
Lui cerca di mostrarsi
forte con gli altri.
E’ sempre lì a
esercitarsi, a parlare di tattiche, ma i suoi occhi sono stanchi.
Non vuol far preoccupare
quella manica di coglioni e così solo raramente si lascia andare. O per meglio
dire solo quando è solo. Cioè lui crede di essere solo.
Non si è mai accorto che
lo spio.
Sono troppo furbo.
“L’ha scritta prima di
morire. Voleva che l’avessi in caso gli succedesse qualcosa” continua a parlare,
con voce soffocata. Abbassa le mani e mi accorgo che i suoi occhi sono diventati
umidi.
La stanchezza, la
disperazione,la tristezza…viene tutto a galla.
Ha cercato di ricacciare
tutto giù, in fondo, per troppo tempo.
Cioè…me ne sono accorto
io, credo sia palese per tutti che non può andare avanti così per molto.
Si morde le nocche delle
dita di una mano.
Lotta strenuamente per
combattere la disperazione. Una lacrima gli rimane intrappolata tra le ciglia.
Ed è allora che mi muovo
come un automa.
Raggiungo Potter e gli
prendo il mento tra due dita, facendogli voltare la testa verso di me.
Colgo il lieve luccichio
dei suoi occhi, prima di unire le labbra alle sue.
1:51
Sto baciando Harry Potter.
1:52
Mi sento spingere
all’indietro da due mani puntellate sul mio petto.
Barcollo leggermente,
fissando Potter.
Sgomento.
Lui, io. Più probabilmente
entrambi.
Potter mi fissa respirando
affannosamente.
“Mi hai baciato” mi
accusa.
“Sì” rispondo con
nonchalance.
Perché negare?
Gli occhi di Potter si
sgranano maggiormente. Apre leggermente le braccia. Nello sguardo ha la stessa
espressione di chi ha appena scoperto che Babbo Natale se la fa con la mamma.
“Perché?” chiede e la sua
voce suona stranamente di due ottave più alta del normale.
Bella domanda. Ottima.
“Ho pensato che ne avessi
bisogno” ribatto sempre con lo stesso tono.
Sono un po’ indignato.
Io faccio una buona azione
e lui mi guarda come se fossi un animale magico, mai avvistato prima e
potenzialmente pericoloso. Che irriconoscente.
Non mi parla. Mi ignora
per giorni e giorni. E adesso?
Oh si è accorto finalmente
che anch’io abito in questa catapecchia?
Alla buon ora!
“Baci tutti quelli che ne
hanno bisogno?”
Mi stringo nelle spalle.
“Un bacio non si nega a nessuno” replico tranquillo.
Si passa una mano tra i
capelli arruffati. Sposta il peso del corpo da un piede all’altro, nervosamente.
Continua a fissarmi. Un
lieve rossore sale a colorargli le guance.
“Che altruista” borbotta.
Scrollo di nuovo le
spalle.
Volevo solo essere
gentile. Non ne faccio mai una giusta! Però non mi sembrava che fosse molto
contrario al fatto che lo baciassi.
Il pensiero del sapore
delle sue labbra mi fa desiderare immediatamente di baciarlo di nuovo.
Dio benedica i di nuovo.
Sapeva di torta. Le sue
labbra sapevano di torta. Erano dolci.
Potrei divorare labbra del
genere.
“Fammi un favore. Non fare
più l’altruista con me”
Fammi un favore. Non fare
più l’altruista con me, lo scimmiotta una vocina nella mia testa.
“Okay” dico solo prima di
girarmi e inforcare le scale.
Torno in camera mia e solo
quando ho richiuso la porta alle mie spalle mi permetto di sospirare
sonoramente.
2:08
Sono coricato in questo
stupido letto.
Le coperte mi danno di
nuovo fastidio.
Ho baciato Potter.
2:21
Sento la porta della
stanza davanti alla mia aprirsi e poi richiudersi.
Potter dev’essere tornato
in camera.
Ho baciato Potter.
2:50
Mi copro la faccia con le
mani avvertendo le mie guance bruciare incredibilmente.
Cazzo!
Ho baciato Potter!
2:51
Ho pensato: Potrei
divorare labbra del genere.
Ho davvero pensato questo?
Cazzo!
2:54
Voglio baciare di nuovo
Potter.
I di nuovo mi
stanno di nuovo sulle palle.
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