La Notte

di Bess Black
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La Notte
 
I. Prologo: come tutto ebbe inizio
 
 
 
Quella mattina del quattro ottobre faceva freddo. 
Le nuvole si mostravano da tempo indecise a liberare il carico di pioggia e continuavano a oscurare la città.
Astoria gettò, dalla finestra del salone di villa Malfoy, un'occhiata risentita al cielo, sbadigliando assonnata. Nonostante al momento il piccolo Scorpius dormisse sereno e pacifico, la notte prima non le aveva permesso di chiudere occhio.
Sentì il marito ridacchiare in direzione della poca eleganza dei suoi sbadigli e posarle un bacio tra i capelli, prima di avviarsi - seguito dall'Elfo Domestico Hynnie, che aveva in mano il suo mantello - verso la porta d'ingresso, diretto a lavoro. 
La signora Malfoy agitò la bacchetta ed accese il camino.
Si sedette sul sofà al centro del salone, abbandonando il proprio peso superiore con cedevolezza su un unico bracciolo; ritirò anche le gambe sul divanetto singolo, stringendosi e accoccolandosi per trattenere il calore - reduce delle coperte notturne calde - tra la propria pelle e la vestaglia. Esalò un poco d'aria tiepida sulle mani e si rilassò, concedendo finalmente ozio alle sue palpebre stanche ed intorpidite. 
Il calore proveniente dal camino si sparse con maggior intensità e velocità di quanto avrebbe potuto fare una camino babbano, e in un batter d'occhio la temperatura del salone principale e dell'atrio si alzò contrastando il vento tagliente autunnale.
Così, il respiro di Astoria si lasciò cullare, divenendo sempre più profondo e lungo.
A svegliarla fu la voce del marito, che giungeva dalla porta d'ingresso inquieta ed allarmata.  
La signora Malfoy riaprì lentamente gli occhi e cercò di risvegliare i suoi sensi e, in particolar modo l'udito, cosicché da distinguere cosa le stesse dicendo il marito.
« Arrivo, Draco! » 
Si tirò a sedere stiracchiandosi tra uno sbadiglio e l'altro, ed arricciò le labbra infastidita non appena i suoi piedi nudi toccarono il pavimento freddo e duro.
Trovò il signor Malfoy fermo sulla soglia con la mano sospesa in aria, interrotta nell'abituale gesto di chiudersi la porta dietro le spalle. Gli lanciò, dunque, un'occhiata interrogativa - tra l'assonnato e l'infastidito - a domandare spiegazioni sul suo fare agitato.
Il marito, con un cenno sordo, le indicò qualcosa ai suoi piedi, convincendola finalmente ad abbassare lo sguardo e osservandola successivamente sgranare gli occhi.
Astoria si inginocchiò, avvicinandosi maggiormente alla culla indicatale dal marito, la quale - con morta probabilità - giaceva sulla soglia dalla sera prima.
« Oh Cielo, Draco... Vieni a vedere »
Riposta nella piccola culla, dormiva una tenera e candida bambina. Il fagottino che la ricopriva era leggero e sottile, e la neonata fremeva al passare della brezza d'ottobre; mentre le dita della sua manina destra erano chiuse incoscientemente attorno ad una pergamena.
Fu il marito a protrarsi e a sfilarle la lettera dalla mano; così, sotto lo sguardo curioso - seppur ancora sorpreso - della moglie, dispiegò la pergamena.
 
Cari signori Malfoy,
So di chiedervi molto, ma la piccola non è al sicuro con me. 
Sono Evelyn Prewett, la piccola è figlia mia e di Sirius Regulus Black, figlio illegittimo di Sirius Black e Leila Noir, una Veela.
Come sapete, i Mangiamorte liberi danno la caccia ai Black e ai Malfoy, in quanto sono stati scagionati. 
Hanno ucciso mio marito e presto uccideranno anche me. 
La piccola è nata il diciassette settembre e, sapendo della sua esistenza, non avranno pace fino a quando non l'avranno uccisa. Solo voi potete salvarla.
Quando leggerete questo messaggio, io probabilmente sarò già morta, ma mio marito mi disse che lei, signor Malfoy, è suo cugino.
Meglio tenere nascosta la sua vera identità per ora. Assieme  questa lettera vi allego tutta la speranza che mi è rimasta.
Siete i soli parenti che ha. Vi prego di tenerla, crescerla e accudirla come una figlia.
                                                           Con enorme gratitudine,
                                                                  Evelyn Prewett
 
Dopo aver riletto la lettera due volte, si volse verso la moglie, ma Astoria aveva già preso in braccio la bambina, cullandola al petto e cercando di riscaldarla come poteva.
Gli sorrise mestamente, sbattendo più volte la ciglia tra gli occhi lucidi.
Draco seguì sua moglie all'interno della villa con la culla e la lettera dispiegata ancora in mano.
 
 
Quel quattro ottobre, il signor Malfoy non andò a lavoro, ma restò a casa con la famiglia.
In un lettino al piano di sopra, invece, due neonati dormirono beati in un mondo tutto loro, in cui potevano inseguire farfalle o volarci insieme.
 
 
 
 
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