incubo
Fiori di pesco.
Ovunque guardassi, non riuscivi a vedere altro; un rosa acceso e
brillante che nascondeva tutto il resto, soffocandolo in una soffice
nuvola profumata.
Sorridevi, respirando a pieni polmoni quell'odore.
‒ Ciao. ‒ sussurrò
al tuo orecchio una voce dolce e mielosa, facendoti
sobbalzare. Il tuo sorriso si allargò istintivamente,
vedendo la
ragazza che ti stava di fronte.
Alta, capelli color miele, occhi azzurri e carnagione abbronzata; il
suo sguardo ti sorrideva.
‒ Ciao
‒ risposi goffamente, schiarendoti la voce.
Lei rimase ferma a guardarti negli occhi, prima il destro, poi il
sinistro, poi ancora il destro, facendo tremare lo sguardo sul tuo
volto.
Sembrava aspettare, ma era un'attesa priva di ansia. Un'attesa
piacevole.
La luce cambiò improvvisamente, il sole sembrava essere
oscurato da una nuvola. Non poteva essere; l'unica nuvola presente era
quella floreale.
La ragazza
guardò il cielo, mentre un'espressione spaventata le si
dipingeva sul viso.
‒ Aiutami, ‒ supplicava,
afferrando il tuo braccio tatuato. ‒ Ti prego, aiutami.
Non sapevi cosa avresti dovuto fare. Come potevi saperlo?
Le prime gocce iniziavano a cadere sul suo volto, lasciando linee e
linee di invisibilità su ciò che incontravano.
Un tuono scoppiò fragoroso nel cielo, e i petali rosa si
scagliavano contro di lei come un milione di piccole lame letali.
I fiori si tingevano di rosso vermiglio toccandola; la lasciarono in
fin di vita, accasciata al suolo.
Ad Amsterdam, un ragazzo si svegliò di soprassalto, cercando
con lo sguardo la ragazza che aveva perduto.
|