Salve a tutti!!! =)
Come vedete ho cambiato il nick, quello vecchio mi sembrava
troppo
infantile, quindi, avanti un altro! =)
Perdonate i tempi più lunghi del solito, ma questa
settimana l'ho
passata a correre su e giù per mezza Italia per iscrivermi
all'università, quindi sono stata piuttosto impegnata tra il
lavoro
i gli infiniti documenti...! °_°
Spero di avere un attimo di respiro prima dell'inizio dei
corsi,
per aggiornare un po' più velocemente!
Detto questo vi devo confessare che mi è un po'
dispiaciuto
vedere che l'ultimo cap non ha avuto tanto successo, viste le poche
-ma preziosissime!- recensioni...
In ogni caso spero che questo vi piaccia di più...
Vi avverto
subito che ho mantenuto la promessa a metà; la
focalizzazione è di
Blaine, ma la scena “hot” è posticipata
a capitolo da
destinarsi! XD
In compenso ci sarà un momento molto tenero...
Leggete e saprete!
A dopo! ;)
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BLAINE
“Perchè
ti amo Kurt”
Dirlo adesso è
così facile,
capirlo prima è
stato così difficile.
Non penso neanche a quello
che dico,
non ce n'è bisogno.
Sono cose che ho sempre
saputo, ma che
non mi sono mai concesso di ammettere.
Ti guardo e l'azzurro dei
tuoi occhi è
così... ferito, arrabbiato.
Non posso resistere, non
posso
aspettare ancora.
Mi avvicino rapido e lascio
che le mie
mani tornino al loro posto... su di te.
Ti bacio, mi stringo a te.
Sento il battito accelerato
del tuo
cuore.
E c'è il tuo
respiro sulla mia pelle.
c'è tuo sapore
tra le mie labbra,
c'è la mia mano
tra i tuoi capelli.
E tutto è di
nuovo così giusto che
penso non finirà mai...
ma mi sbaglio...
Improvvisamente mi spingi
via.
Non ho neanche il tempo di
capire il
perchè, mentre sento una chiave girare nella serratura.
Entra un uomo, entra una
bambina.
Entrano e travolgono,
calpestano tutte
le mie speranze, tutti i miei stupidi castelli di carte...
Non devo sforzarmi per
capire chi sono.
Sono le mie peggiori paure
materializzate qui, davanti ai miei occhi.
Lui guarda prima te e poi
me.
E il suo sguardo
è così rabbioso che
potrebbe incenerirmi.
Non ho il coraggio di
respirare.
Non ho il coraggio di
parlare.
Adesso veramente vorrei non
averti
chiamato.
Non posso sopportare di
ritrovarti e
perderti.
Tu non puoi essere essere
suo, tu non
puoi...
“Ciao
tato!”
è una vocina
flebile e sorridente ad
interrompere questo silenzio.
Io mi sforzo di non
sembrare così
sconvolto.
Cerco di sorridere alla
faccina che
spunta da dietro la gamba dell'uomo.
Ma quello che si
materializza sul mio
viso dev'essere più simile ad un ghigno e la bimba si ritira.
“Ruth vai a
posare lo zainetto in
camera, arrivo subito.” dice lui senza togliermi gli occhi
furenti
di dosso.
La bimba si allontana
saltellando.
“Che cazzo ci fa
lui qui?” sibila
lui appena si è allontanata, diretto a te, come se io non ci
fossi,
come se non esistessi e non potessi sentirlo.
“Scott calmati.
Ti ho chiamato, ma
avevi il telefono staccato. Io volevo avvertirti...
Insomma cosa dovevo fare?
Sta male,
aveva bisogno di un posto dove stare e così ho
pensato...”
I tuoi occhi saettano
colpevoli da me a
lui, chiedendo scusa, non so a chi...
“beh hai pensato
male, Kurt. Non
crederai davvero ch...”
“Papà
Scott!!!Non si toglie la
giacca! Ho caldo... Mhhhh!” Sbuca di nuovo la testolina
ricciuta
della piccola Ruth, è arrossata e piagnucola.
Scott, se ho ben capito, si
dirige
subito verso di lei.
Io mi rendo conto solo
adesso che ho le
unghie conficcate nelle mani, i denti nel labbro, gli occhi su di
te...
Alzi lo sguardo e mi fai
cenno di
seguirti.
“Questa
è la stanza degli ospiti,
puoi stare qui. Io adesso devo parlare con... Scott”
Forse sono pazzo,
è tutto così
surreale, ma per un secondo mi sembra di vedere nei tuoi occhi
un'ombra di rammarico, quasi una muta richiesta di scuse.
Ma è solo un
istante.
Te ne vai, fissando il
pavimento,
mentre io cedo all'emozione
e mi lascio
cadere a terra.
Sento un singhiozzo
squassarmi il
petto.
Continuo a guardare il
punto in cui sei
sparito e lascio le lacrime scendere, silenziose.
Mi sono già
sentito così una volta,
tanto tempo fa.
Come se i pugni avessero
strappato via
da me tutta la speranza, tutti i progetti...
Tutto l'amore... O almeno
così
credetti...
Ed è stato
quello l'inizio della fine.
Resto qui,
così...
La faccia sul tappeto, il
corpo
abbandonato sul pavimento freddo.
È come se fossi
troppo debole per
sopportare tutto questo dolore.
Come se le mie gambe si
rifiutassero di
sorreggere un corpo svuotato.
Come se i miei polmoni si
rifiutassero
di inalare aria che non sappia di te.
Come se il mio cuore si
rifiutasse di
battere in un mondo in cui io e te, noi, non esistiamo più...
Ti sento discutere con
quell'uomo.
Ti sento dire che lo ami.
Che per me non provi
niente, ormai.
Che sono qui solo
perchè ti sei
sentito in dovere di aiutarmi.
Che può stare
tranquillo, perchè lui
è la tua famiglia e io...
Io non sono niente da molto
tempo.
Non avrei mai pensato che
dalle tue
labbra, le tue labbra perfette, potessero uscire queste parole.
È come se ognuna
entrasse nelle mie
orecchie e raggiungesse il mio cuore, per conficcarcisi con violenza.
Sono talmente sopraffatto
da tutto
questo che non riesco neanche ad appellarmi quella parte di me che ha
sempre continuato a gridare che non mi avevi dimenticato, che mi
stavi ancora segretamente aspettando...
Quella parte di me
evidentemente non è
così forte da reggere lo scontro diretto con la
realtà.
Così bruta,
così violenta, così
inequivocabilmente vera...
Mi viene da vomitare.
Corro verso il bagno e mi
svuoto.
Vorrei riuscire ad
espellere anche
l'anima.
Vorrei vomitarti via Kurt,
far uscire
dal mio corpo tutto l'amore per te, come se fosse un veleno...
Resto un attimo seduto sul
pavimento
freddo, poi mi alzo, mi bagno il viso, cercando di ritrovare una
parvenza di raziocinio.
Mi butto sul letto.
E mentre fisso il soffitto,
mentre lo
vedo girare, sento tra le urla tue e di Scott, dei singhiozzi deboli.
Piccoli, flebili singhiozzi
di bambina.
Mi alzo e seguo il mio
udito fino a
vederla.
È
così piccola e fragile,
rannicchiata a piangere.
C'è un lenzuolo
teso tra una
poltroncina e la scrivania,
sotto il lenzuolo ci sono
dei grandi
cuscini e una lampada,
tra i cuscini
c'è Ruth.
Stringe a sé un
peluche, un unicorno
con la criniera tutta arruffata.
Mi avvicino ancora un po',
cauto.
Lei alza gli occhi e mi
vede.
Vede il mio viso e le mie
lacrime.
“Anche a te fanno
paura quando
urlano?” mi chiede con una serietà e una
comprensione disarmanti.
Annuisco, colpito.
“Tranquillo, tra
poco passa. Intanto
se vuoi puoi stare qui con me. Nel fortino magico sei al
sicuro.”
Tende la mano paffuta verso
di me e mi
fa sedere tra i cuscini con lei.
Sono io l'adulto, e sono io
quello che
non riesce a parlare.
Sono io quello che non
riesce a
smettere di piangere.
“Anche tu hai
fatto la puntura? Ti fa
male? Piangi per questo?”
dice poi guardando il
cerotto sul mio
braccio.
“Anche io l'ho
fatta una volta. Avevo
tanta paura, ma poi è passata.
Fa male all'inizio, sai.
Poi passa
tutto. Guarisci e stai bene e puoi tornare a giocare.”
Oh, non sa quanto ha
ragione.
Fa male, tanto, tanto male.
E non è quel
genere di dolore
curativo.
Tu non sei più
la mia medicina.
E domani
continuerà a fare male.
Forse continuerà
a fare male per
sempre.
E non torneremo
più a ridere, almeno
non insieme...
“Ma sei caldo! Mi
sa che hai...
l'affluenza...no la.. flu... la febbre!
Io quando ce l'ho posso
stare a letto e
guardare i cartoni tutto il giorno! Forse se ti metti a letto subito
papà Kurt fa vedere un po' di tv anche a te! Dai, vieni,
svelto che
se ti trova in piedi si arrabbia!”
Mi prende di nuovo la mano
e io mi
lascio guidare verso la mia stanza.
Nella mia testa rimbombano
solo le
parole “papà Kurt”...
Tu hai una vita, sei un
padre...
E io sono stato un idiota a
pensare che
fossi solo mio, ancora.
Che ci fosse un motivo in
più del
semplice senso del dovere dietro alle tue azioni.
Mentre mi stendo sul letto
un piccolo
pensiero mi saetta per la mente.
Questo è
ciò che avrei potuto avere,
questo è
ciò a cui ho rinunciato....
Poi tutto si fa scuro,
forse nemmeno il
mio fisico può sopportare tutta questa pressione...
KURT
“Perchè
Kurt? No, sul serio, perchè
ci fai questo? Io non me lo merito lo sai!
Con tutto quello... tutto
quello che ho
fatto per far andare le cose per verso giusto di nuovo.
Con tutto l'impegno che ci
sto mettendo
per capirti, per aggiustare le cose...
Tutte le storie sulla
confusione, sul
non farti pressioni... su Ruth.
E ora questo! Sentiamo,
cosa dovrei
fare? Cosa ti aspetti che faccia, che lo accolga a braccia aperte?
È
il tuo ex, Kurt, come puoi non ricordati come stavi quando ci siamo
conosciuti?
Io non posso tenerlo qui!
Un conto è
vivere con il suo fantasma, un conto è avercelo qui, vivo,
in casa
MIA!”
Scott è furioso,
è deluso ed ha
ragione.
È stato un
azzardo portarti qui,
soprattutto in questo momento...
“Ok, hai ragione.
Ho fatto uno
sbaglio, va bene?
Ma è stato tutto
così veloce e io non
me la sono sentita... Io non voglio avere sulla coscienza nessuno
Scott. Ed è vero, c'è stato un tempo in cui lo
amavo”
Oh, sì, ti amavo
così tanto...
“Ma quello
è il passato...”
Posso dire che è
così, ma vorrei,
vorrei davvero tanto poterlo sentire dentro di me...
“Adesso amo te.
Sei tu la mia
famiglia e non devi preoccuparti di niente.
Lo so, è il
momento sbagliato, ma ci
riusciremo lo stesso, aggiusteremo le cose.
Io voglio vedervi felici,
lo voglio con
tutto me stesso. Avere Blaine qui non cambierà niente, anzi
sarà
una...”
“Tato Blaine ha
la febbre! Io l'ho
chiamato ma dorme e non mi sente..”
So...cosa ne
pensate? Piaciuto
l'incontro Ruth-Blaine? =)
Spero che avrete
la gentilezza di
farmelo sapere... XD
In ogni caso
ringrazio di cuore
tutti quelli che hanno recensito -vi adoro e leggere i vostri
commenti mi scalda il cuore!-, e tutti quelli che stanno seguendo la
storia, magari in silenzio...
Grazie! ^^
A presto!
Baci, Sara
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