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Autore: Flurry    14/09/2011    8 recensioni
E se le cose non andassero come tutti speriamo? E se Blaine non avesse la forza di lottare per stare vicino a Kurt? Cosa succederebbe dopo 14 anni di silenzio?
Piccola one-shot (adesso trasformatasi in long-fic) su un Blaine cresciuto e pentito che torna a New York per vedere Kurt ancora una volta e per prendere una decisione importante...
"Mia madre diceva sempre che quando una speranza muore,
quando un sogno si spegne,
la mattina dopo lo si può ritrovare adagiato sui fili d'erba;
è diventato una piccola goccia di rugiada,
una minuscola amara promessa non mantenuta che bagnerà le antenne dei grilli,
che annegherà qualche formica...
Penso che probabilmente Central Park stamani sarà molto umido...
Brilleranno al sole le mie lacrime, i miei vaneggiamenti,
uccisi dalle tue parole." -cap 7-
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rimpianti'
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Salve a tutti!!! =)

Come vedete ho cambiato il nick, quello vecchio mi sembrava troppo infantile, quindi, avanti un altro! =)

Perdonate i tempi più lunghi del solito, ma questa settimana l'ho passata a correre su e giù per mezza Italia per iscrivermi all'università, quindi sono stata piuttosto impegnata tra il lavoro i gli infiniti documenti...! °_°

Spero di avere un attimo di respiro prima dell'inizio dei corsi, per aggiornare un po' più velocemente!

Detto questo vi devo confessare che mi è un po' dispiaciuto vedere che l'ultimo cap non ha avuto tanto successo, viste le poche -ma preziosissime!- recensioni...

In ogni caso spero che questo vi piaccia di più... Vi avverto subito che ho mantenuto la promessa a metà; la focalizzazione è di Blaine, ma la scena “hot” è posticipata a capitolo da destinarsi! XD

In compenso ci sarà un momento molto tenero... Leggete e saprete!

A dopo! ;)


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BLAINE


“Perchè ti amo Kurt”

Dirlo adesso è così facile,

capirlo prima è stato così difficile.

Non penso neanche a quello che dico, non ce n'è bisogno.

Sono cose che ho sempre saputo, ma che non mi sono mai concesso di ammettere.

Ti guardo e l'azzurro dei tuoi occhi è così... ferito, arrabbiato.

Non posso resistere, non posso aspettare ancora.

Mi avvicino rapido e lascio che le mie mani tornino al loro posto... su di te.

Ti bacio, mi stringo a te.

Sento il battito accelerato del tuo cuore.

E c'è il tuo respiro sulla mia pelle.

c'è tuo sapore tra le mie labbra,

c'è la mia mano tra i tuoi capelli.

E tutto è di nuovo così giusto che penso non finirà mai...

ma mi sbaglio...


Improvvisamente mi spingi via.

Non ho neanche il tempo di capire il perchè, mentre sento una chiave girare nella serratura.

Entra un uomo, entra una bambina.

Entrano e travolgono, calpestano tutte le mie speranze, tutti i miei stupidi castelli di carte...

Non devo sforzarmi per capire chi sono.

Sono le mie peggiori paure materializzate qui, davanti ai miei occhi.

Lui guarda prima te e poi me.

E il suo sguardo è così rabbioso che potrebbe incenerirmi.

Non ho il coraggio di respirare.

Non ho il coraggio di parlare.

Adesso veramente vorrei non averti chiamato.

Non posso sopportare di ritrovarti e perderti.

Tu non puoi essere essere suo, tu non puoi...

“Ciao tato!”

è una vocina flebile e sorridente ad interrompere questo silenzio.

Io mi sforzo di non sembrare così sconvolto.

Cerco di sorridere alla faccina che spunta da dietro la gamba dell'uomo.

Ma quello che si materializza sul mio viso dev'essere più simile ad un ghigno e la bimba si ritira.

“Ruth vai a posare lo zainetto in camera, arrivo subito.” dice lui senza togliermi gli occhi furenti di dosso.

La bimba si allontana saltellando.

“Che cazzo ci fa lui qui?” sibila lui appena si è allontanata, diretto a te, come se io non ci fossi, come se non esistessi e non potessi sentirlo.

“Scott calmati. Ti ho chiamato, ma avevi il telefono staccato. Io volevo avvertirti...

Insomma cosa dovevo fare? Sta male, aveva bisogno di un posto dove stare e così ho pensato...”

I tuoi occhi saettano colpevoli da me a lui, chiedendo scusa, non so a chi...

“beh hai pensato male, Kurt. Non crederai davvero ch...”

“Papà Scott!!!Non si toglie la giacca! Ho caldo... Mhhhh!” Sbuca di nuovo la testolina ricciuta della piccola Ruth, è arrossata e piagnucola.

Scott, se ho ben capito, si dirige subito verso di lei.

Io mi rendo conto solo adesso che ho le unghie conficcate nelle mani, i denti nel labbro, gli occhi su di te...

Alzi lo sguardo e mi fai cenno di seguirti.


“Questa è la stanza degli ospiti, puoi stare qui. Io adesso devo parlare con... Scott”

Forse sono pazzo, è tutto così surreale, ma per un secondo mi sembra di vedere nei tuoi occhi un'ombra di rammarico, quasi una muta richiesta di scuse.

Ma è solo un istante.

Te ne vai, fissando il pavimento,

mentre io cedo all'emozione e mi lascio cadere a terra.

Sento un singhiozzo squassarmi il petto.

Continuo a guardare il punto in cui sei sparito e lascio le lacrime scendere, silenziose.

Mi sono già sentito così una volta, tanto tempo fa.

Come se i pugni avessero strappato via da me tutta la speranza, tutti i progetti...

Tutto l'amore... O almeno così credetti...

Ed è stato quello l'inizio della fine.

Resto qui, così...

La faccia sul tappeto, il corpo abbandonato sul pavimento freddo.

È come se fossi troppo debole per sopportare tutto questo dolore.

Come se le mie gambe si rifiutassero di sorreggere un corpo svuotato.

Come se i miei polmoni si rifiutassero di inalare aria che non sappia di te.

Come se il mio cuore si rifiutasse di battere in un mondo in cui io e te, noi, non esistiamo più...

Ti sento discutere con quell'uomo.

Ti sento dire che lo ami.

Che per me non provi niente, ormai.

Che sono qui solo perchè ti sei sentito in dovere di aiutarmi.

Che può stare tranquillo, perchè lui è la tua famiglia e io...

Io non sono niente da molto tempo.

Non avrei mai pensato che dalle tue labbra, le tue labbra perfette, potessero uscire queste parole.

È come se ognuna entrasse nelle mie orecchie e raggiungesse il mio cuore, per conficcarcisi con violenza.

Sono talmente sopraffatto da tutto questo che non riesco neanche ad appellarmi quella parte di me che ha sempre continuato a gridare che non mi avevi dimenticato, che mi stavi ancora segretamente aspettando...

Quella parte di me evidentemente non è così forte da reggere lo scontro diretto con la realtà.

Così bruta, così violenta, così inequivocabilmente vera...

Mi viene da vomitare.

Corro verso il bagno e mi svuoto.

Vorrei riuscire ad espellere anche l'anima.

Vorrei vomitarti via Kurt, far uscire dal mio corpo tutto l'amore per te, come se fosse un veleno...

Resto un attimo seduto sul pavimento freddo, poi mi alzo, mi bagno il viso, cercando di ritrovare una parvenza di raziocinio.

Mi butto sul letto.

E mentre fisso il soffitto, mentre lo vedo girare, sento tra le urla tue e di Scott, dei singhiozzi deboli.

Piccoli, flebili singhiozzi di bambina.

Mi alzo e seguo il mio udito fino a vederla.


È così piccola e fragile, rannicchiata a piangere.

C'è un lenzuolo teso tra una poltroncina e la scrivania,

sotto il lenzuolo ci sono dei grandi cuscini e una lampada,

tra i cuscini c'è Ruth.

Stringe a sé un peluche, un unicorno con la criniera tutta arruffata.

Mi avvicino ancora un po', cauto.

Lei alza gli occhi e mi vede.

Vede il mio viso e le mie lacrime.

“Anche a te fanno paura quando urlano?” mi chiede con una serietà e una comprensione disarmanti.

Annuisco, colpito.

“Tranquillo, tra poco passa. Intanto se vuoi puoi stare qui con me. Nel fortino magico sei al sicuro.”

Tende la mano paffuta verso di me e mi fa sedere tra i cuscini con lei.

Sono io l'adulto, e sono io quello che non riesce a parlare.

Sono io quello che non riesce a smettere di piangere.

“Anche tu hai fatto la puntura? Ti fa male? Piangi per questo?”

dice poi guardando il cerotto sul mio braccio.

“Anche io l'ho fatta una volta. Avevo tanta paura, ma poi è passata.

Fa male all'inizio, sai. Poi passa tutto. Guarisci e stai bene e puoi tornare a giocare.”

Oh, non sa quanto ha ragione.

Fa male, tanto, tanto male.

E non è quel genere di dolore curativo.

Tu non sei più la mia medicina.

E domani continuerà a fare male.

Forse continuerà a fare male per sempre.

E non torneremo più a ridere, almeno non insieme...

“Ma sei caldo! Mi sa che hai... l'affluenza...no la.. flu... la febbre!

Io quando ce l'ho posso stare a letto e guardare i cartoni tutto il giorno! Forse se ti metti a letto subito papà Kurt fa vedere un po' di tv anche a te! Dai, vieni, svelto che se ti trova in piedi si arrabbia!”

Mi prende di nuovo la mano e io mi lascio guidare verso la mia stanza.

Nella mia testa rimbombano solo le parole “papà Kurt”...

Tu hai una vita, sei un padre...

E io sono stato un idiota a pensare che fossi solo mio, ancora.

Che ci fosse un motivo in più del semplice senso del dovere dietro alle tue azioni.

Mentre mi stendo sul letto un piccolo pensiero mi saetta per la mente.

Questo è ciò che avrei potuto avere,

questo è ciò a cui ho rinunciato....

Poi tutto si fa scuro, forse nemmeno il mio fisico può sopportare tutta questa pressione...


KURT


“Perchè Kurt? No, sul serio, perchè ci fai questo? Io non me lo merito lo sai!

Con tutto quello... tutto quello che ho fatto per far andare le cose per verso giusto di nuovo.

Con tutto l'impegno che ci sto mettendo per capirti, per aggiustare le cose...

Tutte le storie sulla confusione, sul non farti pressioni... su Ruth.

E ora questo! Sentiamo, cosa dovrei fare? Cosa ti aspetti che faccia, che lo accolga a braccia aperte? È il tuo ex, Kurt, come puoi non ricordati come stavi quando ci siamo conosciuti?

Io non posso tenerlo qui! Un conto è vivere con il suo fantasma, un conto è avercelo qui, vivo, in casa MIA!”

Scott è furioso, è deluso ed ha ragione.

È stato un azzardo portarti qui, soprattutto in questo momento...

“Ok, hai ragione. Ho fatto uno sbaglio, va bene?

Ma è stato tutto così veloce e io non me la sono sentita... Io non voglio avere sulla coscienza nessuno Scott. Ed è vero, c'è stato un tempo in cui lo amavo”

Oh, sì, ti amavo così tanto...

“Ma quello è il passato...”

Posso dire che è così, ma vorrei, vorrei davvero tanto poterlo sentire dentro di me...

“Adesso amo te. Sei tu la mia famiglia e non devi preoccuparti di niente.

Lo so, è il momento sbagliato, ma ci riusciremo lo stesso, aggiusteremo le cose.

Io voglio vedervi felici, lo voglio con tutto me stesso. Avere Blaine qui non cambierà niente, anzi sarà una...”

“Tato Blaine ha la febbre! Io l'ho chiamato ma dorme e non mi sente..”






So...cosa ne pensate? Piaciuto l'incontro Ruth-Blaine? =)

Spero che avrete la gentilezza di farmelo sapere... XD

In ogni caso ringrazio di cuore tutti quelli che hanno recensito -vi adoro e leggere i vostri commenti mi scalda il cuore!-, e tutti quelli che stanno seguendo la storia, magari in silenzio...

Grazie! ^^


A presto!


Baci, Sara


   
 
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