“Ricorda
Giselle, è
tutto per lavoro! Questo ti aiuterà, forza e
coraggio!”
Entrai nell’edificio dove
il signor Kim mi aveva detto di
andare, e rimasi sorpresa da quanto imponente fosse. Una signorina con
un falso
sorriso stampato in faccia, mi venne incontro e mi disse:
-Salve signorina, benvenuta alla SM
Entertainment… Lei
dovrebbe essere la signorina Giselle, giusto?-
-Si… si giusto- dissi
spaesata.
-Mi segua, il signor Lee la sta
aspettando-
Salimmo con l’ascensore, ed
arrivammo in un corridoio pieno
di porte. Vidi moltissime sale da ballo vuote, forse l’unica
cosa che mi
piaceva di quel freddo posto, e pensai che ci sarebbero state davvero
utili. Il
bussare della signorina che mi aveva accolto ad una di queste porte mi
svegliò
dai miei pensieri. Mi fece entrare e mi ritrovai il signore dai capelli
neri,
qualcuno bianco, e dal sorriso affabile che avevo incontrato qualche
giorno fa.
-Che piacere rivederti Giselle- disse
Lee Soo Man –prego
entra-
Mi inchinai educatamente e mi sedetti
sulla sedia di fronte
alla sua scrivania.
-Allora sei pronta per scrivere
questo libro?-
-Diciamo che più che
pronta sono obbligata- risposi
sbuffando.
-Forza Giselle, è
un’opportunità di lavoro che non capita
tutti i giorni!- disse lui.
- Un’
opportunità di lavoro? Sono
costretta a scrivere un libro su cinque
pivelli che si credono dei geni della musica e lei questa la chiama
opportunità
di lavoro?- dissi alterandomi.
-Giselle sai benissimo il
perché ti ho scelta! Eri l’unica
nel gruppo di lavoro del signor Kim a non conoscere gli SHINee, ed io
cercavo
proprio questo! Non volevo una fan scatenata intorno a loro. Ed inoltre
sei una
ballerina, di danza classica certo, ma sei comunque più
vicina al loro mondo-
-Senta signor Lee, ci ripensi! Io non
ho la più pallida idea
di chi siano questi tipi! Dia la possibilità a
qualcun’altra, che magari li
conosce anche meglio di me-
-Non mi interessa se li conosci o
meno, li imparerai a
conoscere con il tempo… Ci vivrai vicina e avrai le basi per
scrivere il tuo
libro su di loro- disse lui – E poi sai benissimo che questo
può aiutarti a non
essere più la giornalista anonima quale sei e diventare una
scrittrice di
successo quale vuoi essere…-
Lo guardai confusa.
Aveva maledettamente ragione!
Lavoravo per un giornale che
si occupava di musica, io ovviamente mi occupavo della sezione dedicata
alla
musica classica. Avevo sempre voluto scrivere un libro, ma non questo
genere… E
non come protagonisti cinque palloni gonfiati! Questo no di certo. E
quando il
signor Lee Soo Man era venuto in editoria ed aveva fatto la domanda
“A chi
piacerebbe lavorare con gli SHINee?” io ero stata
l’unica a non saltellare
sulla sedia come un idiota e a fare urli agghiaccianti. Ed era stato
questo il
mio errore… Mi ero ritrovata in quell’edificio ad
organizzarmi su quando sarei
diventata la nuova vicina di casa di questi cinque tipi, della quale
fino a
qualche giorno fa, ignoravo totalmente l’esistenza.
-Senti Giselle, sono sicuro che farai
un buonissimo lavoro…
Ma ti prego, cerca di lavorare in serenità! Magari ti potrei
aiutare con il
problema che hai con il tuo gruppo! – disse lui.
-Innanzitutto non si chiama gruppo ma
compagnia-
puntualizzai io –e poi lei come fa a sapere del problema che
abbiamo?-
-Me ne ha parlato il signor Kim,
avvisandomi che un terzo
della tua giornata la passi danzando sulle scarpette da
punta…- disse
sorridendo.
Guardai in basso, vedendo le scarpe
da ginnastica che
coprivano i piedi pieni di bolle e sangue e poi guardai il presidente
di nuovo.
-Si si… Già-
dissi cercando di riportare il discorso al
fatto che ci avrebbe dato una mano –Ma come ha intenzione di
risolvere il
nostro problema?- chiesi curiosa.
Lui rise: -Ah bene, vedo che sei
interessata! Comunque visto
che a voi mancano le sale per provare il vostro spettacolo, noi
possiamo darvene!
Per tre giorni a settimana, dalle otto di sera in poi, una sala tutta
per voi-
Oh cavolo! Ed ora come potevo
rifiutare? Facevo parte di una
piccola compagnia di danza classica. E quando dico piccola intendo
davvero
piccola. Certo tutti noi abbiamo studiato, ma nessuno ha quelle grandi
capacità
fisiche per poter diventare un ballerino come si deve. E
così ci siamo riuniti
in questa compagnia che fa piccoli spettacoli in alcuni teatri. Il
problema che
si è presentato ultimamente è la mancanza di
sale. Nessuno aveva più soldi per
pagare l’affitto al proprietario, il signor Jang, della sala
dove ci allenavamo
di solito anzi siamo anche ricoperti di debiti con questo signore e
così noi ci
siamo ritrovati senza un posto dove provare.
-Signor Lee… Davvero
farebbe questo?- chiesi speranzosa –Lo
prometta!- dissi alzandomi dalla sedia e poggiando le mani sulla
scrivania.
-Si… Lo prometto!- disse
lui ridendo -Ah ma ovviamente i
ragazzi non dovranno sapere nulla! Non voglio che si distraggano con il
balletto!- aggiunse lui.
-Hmpf, il balletto non è
fonte di distrazione, piuttosto lo
è quella musica assordante- dissi io con un tono leggermente
alterato.
-Se ci soffermiamo su questo, non ne
usciremo mai fuori!
Quindi Giselle, sei dei nostri?- disse l’uomo sorridendo.
-Obbligata, signor Lee…
Spero lei mantenga i patti!-
-Certo cara Giselle! Ora è
il momento di farti conoscere i
ragazzi- disse lui sorridente –Sei contenta?-
-Yuhuu- dissi sarcastica
–non vedo l’ora di conoscere questi
palloni gonfiati- dissi sarcastica.
-Scusa e chi sarebbero i palloni
gonfiati?-
Mi girai incuriosita dalla voce
maschile alle mie spalle che
scoprii provenire da un ragazzo biondo dalla pelle perfetta affiancato
da altri
quattro ragazzi altrettanto belli.
-Hmpf, e così siete voi?-
dissi io, altezzosa.
-Bene, vedo che già hai
conosciuto Key- disse il presidente
accostandosi a me e indicandomi il biondino che aveva parlato prima.
-Ragazzi lei è Giselle-
disse indicandomi –sarà la
scrittrice del libro di cui vi avevo parlato-
-Scrittrice? Questa ragazzina che non
avrà neanche vent’anni
è una scrittrice? – disse indicandomi il ragazzo
che mi era stato presentato
come Key.
-Senti pivello- dissi avvicinandomi a
lui –ho vent’anni e
allora? Evidentemente sono molto intelligente per essere una scrittrice
a
vent’anni- esclamai guardandolo furiosa negli occhi.
-Ragazzi calma- intervenne uno degli
altri quattro –ci siamo
appena conosciuti! A proposito, io sono Onew, e sono il leader- disse
mostrandomi un dolce sorriso. –E tu sei Giselle, giusto? Bel
nome! Come il
balletto.. O sbaglio?-
-Conosci il balletto di Giselle?- gli
chiesi sorpresa. Lui
mi sorrise annuendo ed aggiunse: -Non solo Giselle, anche la danza
classica in
generale- Gli sorrisi anche io, contenta che almeno uno di loro
condividesse la
mia passione più grande. Gli porsi la mano che lui prese e
gli dissi: -Piacere
di conoscerti, Onew-
-Certo
che sei
lunatica- commentò ancora una volta il biondino.
-E certo che tu non perdi occasione
di stare zitto- gli
risposi acida.
-Ragazzi che dite continuiamo con le
presentazioni?- disse
il presidente cercando di interromperci.
-Direi che è meglio-
esclamò il più alto dei cinque –io sono
Minho, e loro sono Jonghyun e Taemin- disse indicandomi prima un
ragazzo
dall’aria leggermente scocciata e poi un altro molto solare.
Il primo si
avvicinò a me e divenne improvvisamente curioso:
-Certo che i tuoi occhi sono
giganteschi!- esclamò
avvicinandosi per guardarmi meglio negli occhi–Di dove sei?-
Mi allontanai facendo due passi
all’indietro -Sono italiana-
risposi fiera –mi sono trasferita qui un anno e mezzo fa per
lavorare come
scrittrice-
-Oh l’Italia, davvero un
paese fantastico-
Ok forse anche questo Jongang o come
si chiama lui, potrebbe
essermi simpatico! Poi l’altro ragazzo, quello solare sempre
biondino disse: -Io
sono il ballerino del gruppo, spero andremo d’accordo- mi
sorrise.
-Ballerino? Della musica che fate
voi?- chiesi sperando
fosse un ballerino di danza classica.
-Certo! E di cosa se no!-
esclamò lui.
-Ah, si capito!- conclusi delusa.
-Bene finite le presentazioni!
Ragazzi ricordatevi che ora
siete nel boom della vostra fama, quindi questo libro farà
contente le vostre
fan. Perciò cercate di andare d’accordo con la
nostra Giselle- disse guardando
di sott’occhio Key. Poi aggiunse rivolto a me: -E tu Giselle,
non dimenticarti
del nostro patto-
Guardai leggermente divertita i visi
confusi dei ragazzi e
gli risposi: -Certo signor Lee, non lo dimenticherò di
certo! E faccia lo
stesso anche lei-
-Ma guardala ad un incontro di lavoro
con le scarpe da ginnastica-
esclamò Key, guardandomi da capo a piedi mentre uscivamo
dallo studio del
presidente.
-Ma ci vuole una laurea per essere
così antipatici?- dissi
mostrandogli un finto sorriso.
-Key basta!- lo rimproverò
Onew –Giselle, la casa dove
verrai a vivere è già pronta- continuò
rivolto a me –si trova nella nostra
stessa strada più o meno a cinque minuti a piedi, quindi
quando vuoi puoi
trasferirti-
-Ti ringrazio Onew, il tempo di
organizzare le mie cose, e
mi trasferirò- dissi sorridendogli.
-Io vado ragazzi, ciao- dissi
salutandoli con la mano e
allontanandomi.
Key
-Certo che tu non sai proprio tenere
la bocca chiusa-
esclamò Minho appena quella ragazzina si era allontanata.
-Hmpf! Io le cose le dico in faccia!
Quella è solo una snob
con la puzza sotto il naso, e di certo non voglio che una come lei ci
giri
intorno ventiquattro ore su ventiquattro- esclamai innervosito.
-Dai Key, in fondo non è
così male! Sarà solo impaurita!
D'altronde si ritrova con cinque ragazzi della quale non sa nulla, ed
è normale
che sia forse un po’… fredda e scostante!-
intervenne Jonghyun.
-Ohoh, Hyung da te questi
ragionamenti non ce li aspettiamo
proprio- disse Minho divertito, scatenando
l’ilarità di tutti.
-Yah, non si parla così ad
una persona più anziana- disse
Jonghyun dando un leggero schiaffo sulla spalla di Minho ma sorridendo
anche
lui.
-Comunque a me sembra simpatica-
disse ritornando al
discorso di prima Taemin.
-Si certo Tae, a te sembrebbe
simpatico anche un dittatore-
dissi ironico –Spero solo che si sbrighi a scrivere questo
libro, così ce la
togliamo prima dai piedi- conclusi.
-Dai Key, sono sicuro che se la
imparerai a conoscere ti
starà anche simpatica- intervenne Onew.
-Ne dubito- affermai.
Giselle
-Mary, ho la sala!- affermai
aspettandomi qualche gridolino di
gioia dall’altra parte del telefono.
-Che cosaaa?- urlò la mia
amica.
-Si, già… Ti
ricordi di quel lavoro che mi avevano offerto?
Bè in cambio il presidente di questa casa discografica mi ha
offerto una sala
per tre volte alla settimana la sera!-
-Wow Giselle! Che fortuna! Non solo
sei riuscita ad ottenere
ciò che volevamo, ma lavori anche per la band più
figa della Corea!- disse
esaltata Mary.
-Scherzi? Sono solo dei palloni
gonfiati, se ne salvano
forse un paio… Senza contare quel biondino che
già mi sta sulle scatole!-
-Chi biondino? Key o Taemin?- chiese
lei curiosa.
-Come pretendi che mi ricorda i nomi?
Comunque se non
sbaglio quello con il nome inglese! Dio che nervoso mi ha fatto
venire…-
-Gis non ti rendi conto di quanto tu
sia fortunata, milioni
di ragazze vorrebbero stare al tuo posto!-
-Ed io glielo cederei volentieri,
credimi!- dissi scocciata.
-Ad ogni modo, Gis, va a casa e
riposati, che non vedo
l’ora, anzi, tutta la compagnia non vede l’ora di
iniziare le prove- concluse.
Attaccai e mi diressi verso quella
che non sarebbe stata più
casa mia. Ce l’avrei potuta fare: si
trattava solo di finire di scrivere il libro velocemente e
mi sarei
tolta quei pivelli da davanti. Lo devo fare per lo
spettacolo… Non c’è altra
soluzione. Mi chiusi la porta dell’appartamento alle spalle e
controllai la
posta. C’era una lettera: già sapevo di cosa si
trattava ma avevo ancora paura.
La aprii lo stesso e lessi le parole che mi tormentavano da giorni:
“Piccola ti
conviene restituirmi i soldi dell’affitto delle sale,
altrimenti non sarai più
capace di usare quelle scarpettine da punta, con affetto il signor
Jang”
Stracciai la carta e la gettai nella
spazzatura. Entrai in
camera mia e mi tolsi le scarpe. Guardai i miei piedi rossi, ricoperti da bolle piene di
sangue. Per una
ballerina era normale avere piedi così: oramai ci avevo
fatto l’abitudine.
Certo ciò non mi permetteva usare scarpe aperte o con il
tacco ma non mi
importava perché le uniche scarpe che mi rendevano felici
erano quelle con il
gesso in punta. E quel biondino slavato si era anche permesso di
giudicare il
fatto che portassi le scarpe da ginnastica!
Mi guardai allo specchio sistemandomi
i miei capelli lisci
castano chiari che mi arrivavano in vita e toccai la mia figura
riflessa.
Guardai quegli enormi occhi castani che mi fissavano con
severità e mi dissi:
“Forza Giselle, ce la puoi fare!”
Angolo
autrice: Eccomi quiii ^^ Non vi lascio mai, per vostra sfortuna (?) xD
No vabbè
dai spero siate un minimo contente del mio ritorno :3 Cooomunque
rieccomi con
la mia seconda fan fiction :3 Dopo Ugly Duck sono un po’
preoccupata che questa
non vi possa piacere quanto la prima, quindi fatemi sapere cosa ne
pensate :D
Un bacio e
alla prossima ^-^
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