Lily
tremava violentemente seduta sulla sedia della sala d’attesa
del San Mungo.
Sirius,
ancora intontito per la febbre, ma in via di guarigione grazie alla
pozione
contro l’influenza, le era accanto, immobile e taciturno.
Non
sapeva cosa fare.
O
meglio, sì.
Avrebbe
voluto spaccare i mobili, urlare contro tutto e tutti, ammazzare quei
figli di
puttana.
Ma
non poteva far altro che sedersi su quella scomoda sedia della sala
d’attesa ed
aspettare.
Ed
aspettare.
Harry
e James erano stati trovati in condizioni critiche a Roadsmille, in un
vicoletto
solitario.
Se
un passante non li avesse visti, sarebbero morti dissanguati.
Ed
anche ora…
Sirius
udì dei passi e lui e Lily sussultarono, ma non erano del
Medimago.
Remus
Lupin, Tonks e… con gran sorpresa di Lily e Sirius, Keira,
che correvano verso
di loro, seguiti a pochi passi da Silente.
“Allora?
Cos’hanno detto? Come stanno?”chiese Remus,
trafelato.
Lily
iniziò a singhiozzare e Keira le corse incontro,
abbracciandola stretta.
“Tesoro…andrà
tutto bene. Staranno bene. Sono forti. Ce la faranno. Supereranno anche
questa.”mormorò, senza sapere cosa dire.
Silente
aveva mandato un Patronus a cercarla in America, comunicandole che
Harry e
James erano in condizioni gravi all’ospedale.
Lei
e Sirius non si guardarono nemmeno.
Keira
era sotto shock e quello non era il momento per discutere dei loro
problemi.
“S-s-sono s-s-stati
t-t-tortu…tortu…”
Non
ebbe bisogno di finire la frase perché capirono tutti.
“Sono
stati i Mangiamorte.”spiegò Sirius, cercando di
calmare il tono della voce, ma
tremava di rabbia.
Harry
e James erano stati torturati fino allo sfinimento ed ora giacevano
circondati
da Guaritori e Medimaghi.
Rischiavano
di morire.
Rischiavano
di finire con Frank ed Alice Paciock…torturati fino alla
follia.
I
minuti diventarono ore ed aumentava la paura ed il nervosismo.
Keira
abbracciava Lily e Sirius era tra Remus e Tonks, senza sapere cosa fare.
“Sono
corsa qui appena ho potuto. Andrà
bene.”mormorò Keira all’amica che
continuava
a piangere.
Non
poteva perderli.
Non
entrambi.
Non
poteva vivere senza di loro.
Cosa
avrebbe fatto se fossero…
“Non
ce la faccio.”sussurrò Lily, la voce spezzata e
tutti la guardarono.
I
capelli arruffati, gli occhi gonfi, la paura nel cuore, il terrore di
perdere
suo marito e suo figlio.
Il
cuore era stretto in una morsa e si sentiva come immersa in
un’acqua gelida,
che le bloccava il respiro, che attanagliava il suo corpo, riempiendola
lentamente di dolore.
“Io
non ce la faccio senza di loro.”
Tentò
di deglutire, ma il groppo in gola era troppo grande e
scoppiò ancora a
piangere di nuovo.
Allora
Sirius s’alzò e l’abbracciò
stretta.
Lily
lasciò che il calore dell’amico
l’aiutasse a lenire il dolore, sentendo che
anche il suo cuore batteva a mille e che anche Sirius era terrorizzato.
“Fatti
forza. Ho una paura da morire anche io. Ma non possiamo cedere.
Non
cedere, Lily. Dobbiamo solo aspettare…e pregare che stiano
bene
entrambi.”mormorò, ricacciando indietro le lacrime.
Non
avrebbe sopportato di perdere di nuovo il suo migliore amico,
né di perdere il
suo figlioccio.
No,
non poteva farcela.
Continuò
ad abbracciarla forte, sentendola piangere ed inzuppargli la camicia di
lacrime, mentre lui posava il viso tra i suoi capelli rossi ed
incontrava lo
sguardo blu di Keira.
Inconsapevolmente,
le prese la mano.
Non
era il momento di avercela a morte con qualcuno.
Dopo
ore arrivò un Guaritore.
Aveva
l’aria esausta, i capelli radi e gli occhi cupi.
Iniziarono
tutti a temere il peggio.
“Il
peggio sembra passato. L’importante è che abbiano
superato la notte.”
Infatti,
senza che loro se ne rendessero conto, s’era fatto giorno.
La
luce dell’alba rischiarava i loro volti, esangui.
“Hanno
perso moltissimo sangue e sono sotto la Pozione Rimpolla-sangue.
James
Potter è ferito molto più gravemente del figlio.
Dobbiamo
tenere sotto controllo le funzioni vitali ed assicurarci che non ci
siano dati
cerebrali irreversibili. Dovranno stare molto a riposo, ma staranno
bene.
Ora
sono sotto calmanti.”
Tutti
tirarono un sospiro di sollievo.
“Possiamo
vederli?”chiese Sirius.
“Solo
una persona può entrare. Gli altri nell’orario di
visite che è affisso
nell’atrio.”disse, severo.
Tutti
guardarono Lily.
“Vai
tu.”
Sirius
la spinse dolcemente e le sorrise, un sorriso lieve e triste.
Lily
seguì tremante il mago fino ad una stanza bianca, arredata
spartanamente.
Lì,
in due letti posti poco lontano l’uno dall’altro,
c’erano Harry e James.
Lily
trattenne il fiato quando li vide.
Erano
cerei in volto, pieni di contusione e tagli.
Harry
aveva un braccio fasciato ed una fasciatura alla testa.
James
era ridotto molto peggio.
Il
volto era pieno di lividi violacei e giallastri, il torace e la mano
fasciati.
“Amori
miei…”sussurrò Lily, piangendo.
Strinse
la mano di Harry tra le sue e la trovò gelida.
La
baciò ripetutamente, inzuppandola di lacrime
baciò il figlio sulla fronte,
sulle guance.
“Harry,
tesoro…”
Poi
s’accostò a James e gli carezzò il
volto tumefatto.
“Amore
mio…”
Lo
baciò piano sulle labbra, sfiorandole con le proprie e gli
sfiorò i capelli
ribelli, stringendogli la mano sana.
Sperava
con tutto il cuore che si svegliassero, che le dicessero che stava
bene, che
James si svegliasse per prenderla in giro e dirle che era tutto uno
scherzo, un
incubo, ma non accadde nulla.
Poi
una Guaritrice la portò via.
Lanciò
un ultimo sguardo ai due corpi svenuti e chiuse gli occhi.
Sentì
qualcuno abbracciarla e riconobbe l’odore familiare del
dopobarba di Sirius.
Si
rese conto che anche lui stava piangendo.
Uscirono
in silenzio l’ospedale alle prime luci dell’alba e
Keira s’avvicinò a Sirius.
Lily
era, ora, sorretta da Remus e Tonks.
Il
viso era pallidissimo e lei non riusciva a parlare.
Incollate
davanti ai suoi occhi c’erano le immagini di suo marito e suo
figlio, giacenti
sul letto d’ospedale, incoscienti…
Keira
aveva il cuore in tumulto.
Non
vedeva Sirius da quasi un mese e mezzo ed ora…eccolo
lì.
Ma
Sirius l’aveva lasciata.
Come
poteva dirgli qualcosa? Parlargli?
Come
poteva anche solo guardarlo dopo ciò che aveva pensato di
fare?
Rinunciare
al loro bambino…
Era
stata una folle a pensarci.
Ed
ora…
Poi
ricordò che gli aveva preso la mano e prese coraggio.
“Ho
rinunciato al tour, Sirius.”disse di slancio e Sirius
sussultò.
La
guardò, stupito.
“Credevo
volessi farlo. Credevo fosse importantissimo per te.”disse.
Non
riusciva ad essere acido o sarcastico in quel momento, era troppo
esausto, e si
limitò solo ad uno sguardo interrogativo.
“Lo
era. Lo è. Ma…ho fatto dei concerti…in
America. Ce n’è stato un concerto nel
New Jersey, la settimana scorsa e mi sono sentita male.”
Sirius
trattenne il fiato.
Keira
aveva perso il bambino? Il loro?
“Mi
hanno portata all’ospedale e rimproverata perché a
causa dello stress,
rischiavo un distacco della placenta ed il bambino rischiava di
morire.”
Keira
stava piangendo, mentre parlava e non riusciva a guardare Sirius.
Il
ricordo di ciò che era successo era così vivido
da fare malissimo.
Ricordava
le nausee, i mancamenti, gli sguardi sospettosi della sua troupe e poi
il
dolore, lo svenimento...
S’era
risvegliata in un letto d’ospedale, circondata da medici che
le dicevano che il
suo bambino stava rischiando la vita.
Ed
era stata così stupida, così idiota ad
allontanarsi, a fuggire via, a mettere a
rischio la vita del suo bambino per…per cosa, poi?
Contava
davvero quello cui aveva dato importanza?
La
sua musica, il suo tour…ne valevano davvero la pena?
“E
poi l’ho visto. Ho visto quell’esserino minuscolo
dal monitor dell’ecografia
e…non ce l’ho fatta!
Non
potevo perderlo! Non volevo…mi dispiace così
tanto di aver pensato una cosa del
genere!
Ho
rischiato di perdere l’amicizia di Lily, l’amore
tuo e l’affetto di Harry in un
colpo solo, perché…perché volevo
essere famosa, volevo poter viaggiare,
andarmene…
Ma
il mio posto non era lì. Era qui. Era qui con te. E questo
bambino…è mio, è
nostro e non voglio rinunciarvi…”
Sirius
era stupito.
La
guardò, sorpreso della sua decisione ed insieme felice.
E
poi, senza pensarci le prese il viso tra le mani e la baciò
sulle labbra.
Fu
un bacio dolce, pieno di lacrime e di amore.
Poi
Keira gli portò la mano in grembo e Sirius sorrise.
Il
loro bambino.
Harry
rimase in uno stato di coma per i successivi sette giorni.
Sia
lui che James avevano stanze separate ed erano quasi sempre circondati
da
Guaritori.
Il
loro via vai non faceva altro che terrorizzare tutti, che temevano il
peggio.
La
notizia dell’aggressione si diffuse subito e Ron, Hermione,
Ginny e tutta la
famiglia Weasley corsero al San Mungo, dove ormai Sirius e Lily avevano
preso
dimora.
Quando
Silente aveva chiamato Ginny nel suo studio e gli aveva detto
dell’aggressione,
la ragazza stava quasi per svenire.
Harry
era stato torturato ed ora era in coma.
“Non
sappiamo nulla. Non ce li fanno vedere molto. Continuano a
dormire.”spiegò uno
stanco Remus all’ennesima domanda.
Sirius
e Lily, d’altro canto, non dicevano una parola.
La
donna era cerea in volto e spaventatissima.
Era
stata trascinata a casa da Remus la mattina dopo ed aveva dormito
sì e no 3
ore, sonni agitatissimi e pieni di terrore, per poi svegliarsi,
impaurita,
nella speranza che fosse tutto un incubo.
Ma
era tutto vero.
Il
lato del letto occupato da James era vuoto ed Harry non c’era.
Non
c’era nessuno.
Sirius
s’era trascinato come uno zombie nella sua stanza con Keira e
s’era chiuso in
sé stesso, incapace di reagire.
Avrebbe
voluto uccidere chi aveva ridotto Harry e James in quello stato,
avrebbe voluto
vendetta, avrebbe voluto che si svegliassero…ma loro
rimasero incoscienti per
le successive due settimane.
Gli
amici di Harry, soprattutto Ginny, erano in uno stato pietoso.
Hermione
e Ginny piangevano ed anche la signora Weasley si lasciava andare a
piccoli
singhiozzi ogni tanto.
L’ansia
regnava ovunque e c’era così tanta tensione che
Ron ed Hermione litigarono per
una sciocchezza e finirono per lasciarsi momentaneamente (per poi
correre l’uno
tra le braccia dell’altra urlando scuse di tutti i
generi…), Ginny (momentaneamente
tornata a casa per assicurarsi che Harry si riprendesse…)
strillò contro sua
madre, Remus e Tonks litigarono per una stupida faccenda riguardante il
disordine in casa e il fatto che Dora fosse troppo goffa e perfino io
piccolo Teddy
fu di malumore per quei giorni.
Sirius
e Lily avevano deciso di stabilire dei turni in modo da vegliare
ciascuno su
Harry e James per un certo lasso di tempo.
Non
potevano far altro che starsene lì e pregare che stessero
meglio.
Silente
non si pronunciava, perfino i gemelli Weasley avevano smesso di essere
allegri
e tutto sembrava si fosse spento, che fosse in pausa per ricominciare
da un
momento all’altro con una buona o cattiva notizia.
Sirius
strinse piano la mano dell’amico, guardandolo con affetto.
James.
Il
suo migliore amico, confidente, fratello…
Aveva
vissuto 20 anni accanto a lui, cosa avrebbe fatto se…
No,
non di nuovo.
Non
poteva rischiare di perderlo ancora.
Sarebbe
impazzito se avesse perso di nuovo il suo migliore amico, se non avesse
più
sentito le sue battute canzonatorie, se non avesse visto i suoi occhi
nocciola
brillare mentre rideva…
Ed
Harry?
Come
poteva rischiare di perderlo, quando aveva tentato strenuamente di
proteggerlo
sempre da ogni male?
Era
morto per lui ed ora Harry stava malissimo.
Se
fosse successo qualcosa ad uno di loro, od ad entrambi tutti ne
sarebbero
usciti distrutti.
I
guaritori non potevano fare nulla.
Non
c’era medicina contro la maledizione Cruciatus.
Si
poteva impazzire o morire, ma non c’era nessuna cura.
Anche
Keira era entrata in una fase depressiva.
La
breve parentesi di felicità consistita nel rivedere Sirius e
nella decisione di
tenere il bambino, aveva lasciato spazio a pensieri cupi.
Non
sapeva come aiutare, non sapeva che fare.
Pur
di sostenere Lily quando scoppiava in lacrime, costringerla a mangiare
qualcosa
per evitare che diventasse un’acciuga e sopportare il
malumore, gli sbalzi
d’umore ed il dolore di Sirius non sapeva cosa fare.
Neanche
Tonks sapeva come aiutare Remus, né Silente, né
coloro che erano più legati ad
i due.
Sirius
finì per sfogarsi, rabbiosamente, urlando e prendendo a
calci qualsiasi cosa
gli capitasse sotto mano, poi la rabbia fu sostituita dal terrore misto
all’inerzia.
E
s’arrese.
Non
restava che aspettare.
Nel
frattempo il Ministero aveva avviato un’indagine per scoprire
i colpevoli,
presunti o vero Mangiamorte date le ferite inflitte.
“Ti
prego, Keira. Non iniziare anche tu.”
Sirius
sospirò rumorosamente, vedendo la compagna che giocherellava
con il cibo nel
piatto.
Erano
a casa Potter, dopo essere tornati dalla visita all’ospedale
e Lily non aveva
mangiato nulla e si era chiusa in camera, probabilmente ad urlare
contro il
mondo ed a piangere.
Ed
ora anche Keira rifiutava di mettere sotto i denti qualcosa.
E
per lei, che aspettava un bambino da due mesi, era pericoloso.
E
Sirius non ce la faceva.
Soffriva
da morire anche lui e non riusciva a gestire sia Lily che Keira,
contemporaneamente.
Una
parte di lui voleva solo scappare via, sperare che tutto fosse un
incubo…perché
non era possibile che il suo migliore amico ed il suo figlioccio
fossero in
coma.
Non
poteva essere vero.
Remus
arrivò qualche secondo dopo, chiamato da un isterico Sirius.
Erano
pallidi e spaventati entrambi e Remus abbracciò Sirius,
semplicemente.
“Non
ce la faccio…”mormorò Sirius.
“Sto perdendo ogni
cosa…”sussurrò, ancora, mentre
lacrime calde scivolano lungo le sue guance.
“Sir…”
“Keira
non mangia, Lily neanche, James ed Harry sono all’ospedale e
rischio anche che
Keira perda il bambino se continua così. Non ce la faccio.
Non posso affrontare
tutto da solo.”
Remus
lo fece sedere sul divano, cingendogli le spalle con le braccia.
Sapeva
benissimo che non era lo stesso abbraccio che gli avrebbe potuto dare
James, ma
lo strinse forte e disse:
“Non sei solo. Tutti noi siamo terrorizzati.”
Gli
accarezzò la schiena, tentando di calmarlo.
Poi
propose: “Facciamo così. Io e Dora veniamo a stare
un po’ da voi, così ti do
una mano con le ragazze, d’accordo?”
Sirius
annuì, sconsolato.
Non
resse più e scoppiò a piangere.
Pianse
e singhiozzò, abbracciato da Remus.
Sirius
posò la testa sul materasso dove Harry giaceva ormai da due
settimane, senza
essersi mai risvegliato.
Era
il suo turno di vegliare sul ragazzo e quello di Lily di vegliare su
James.
Sirius
osservò Harry, mentre sentiva la rabbia montargli dentro.
Non
osava pensare realmente a cos’era successo, ma per riuscire a
mettere KO James
doveva essere qualcosa di terribile.
Non
aveva mai visto il suo migliore amico in quello stato, non aveva mai
visto
Harry così fragile.
Tutto
attorno a loro si sgretolava.
C’era
tensione, paura, terrore, rabbia per ciò che era successo e
desiderio di
vendetta contro chi li aveva aggrediti.
Sirius
sussultò quando sentì qualcosa muoversi.
Non
se n’era reso conto, ma stava tenendo la mano di Harry,
stringendola
delicatamente nella sua.
E
la mano di Harry s’era mossa.
Poteva
essere stato solo un riflesso involontario, ma Sirius scattò
in piedi, avvicinandosi
di più.
Vide
le ciglia di Harry tremolare insieme alle palpebre, mentre il ragazzo,
il suo
ragazzo, apriva gli occhi lentamente.
Finalmente!
“Harry…”lo
chiamò piano.
Harry
aprì gli occhi verdi, un po’ appannati, sbattendo
piano le palpebre per mettere
a fuoco.
S’era
svegliato!
Doveva
chiamare Lily, avvertirla.
Ma
qualcosa trattenne Sirius accanto al giovane.
Non
poteva lasciarlo, non in quel momento.
Non
sapeva cosa gli era successo, ma Harry si stava risvegliando da un coma
di due
settimane.
“Harry…sono
Sirius. Riesci a sentirmi?”
Harry
sbatté ancora le palpebre ed annuì piano.
Si
sentiva leggero come un palloncino, come se stesse volando via da quel
mondo.
Era
una bella sensazione.
Ma
c’era qualcuno accanto a lui, una presenza e non era cattiva,
non gli avrebbe
fatto del male.
La
sua mano era stretta a quella della presenza e lui aprì gli
occhi, curioso di
sapere chi fosse accanto a lui.
I
contorni sfocati gli fecero capire che era senza occhiali e vide per un
attimo
bianco.
Era
tutto bianco.
Poi
una voce lo chiamò.
Era
una voce familiare, rassicurante.
Guardò
la persona accanto a lui.
Alto,
capelli corvini, occhi grigio ghiaccio, un lieve sorriso sulle labbra.
Era
Sirius.
Era
lì…ma dov’erano?
Era
morto? E se era morto Sirius che ci faceva lì?
Era
un sogno?
Non
riusciva a ricordare nulla al momento e si mise a sedere
così di scattò che la
testa gli girò vorticosamente ed ebbe la nausea.
Sirius
l’afferrò prontamente e lo strinse, sostenendolo,
per le spalle.
“Piano…piano…sei
stato due settimane in coma…Ti senti bene?”chiese,
premuroso.
Il
suo padrino era lì, l’avrebbe protetto.
Sentì
una stretta al cuore, un’angoscia attanagliargli le viscere e
terrorizzarlo.
Aveva
paura.
Era
terrorizzato.
Ma
di cosa?
Poi
ricordò.
Ricordò
il dolore, le grida dei Mangiamorte, lo sguardo spento di
suo…
“PAPA’!
DOV’E’? COSA GLI E’
SUCCESSO?”gridò così forte da far
sussultare Sirius.
Sirius
lo guardò con occhi pieni di preoccupazione.
“E’
meglio se ti calmi.”
Furono
quelle parole ad agitare Harry ancora di più.
Calmarsi?
Perché?
Cos’era
successo?
Non
poteva essere…non doveva…
Tentò
di liberarsi dalla presa di Sirius, ma era ferrea e lui si sentiva
debolissimo.
“Harry,
calmati. Calmati, ti prego. Ti farai venire qualcosa
così!”
Ora
Sirius era davvero spaventato.
Harry
si divincolava tra le sue braccia e sembrava non ragionare.
Che
i medici avessero ragione sulle possibili conseguenze delle torture?
Potevano
provocare danni cerebrali ad Harry e James?
Vederlo
così impazzito lo fece temere…
L’afferrò
stretto per le spalle, così forte da fargli male ed
urlò:
“ORA
BASTA!”
Harry
sussultò.
Sirius
non gli aveva mai urlato contro.
Rimasero
a lungo in silenzio.
Poi
Sirius si sedette sul bordo del letto, sempre tenendo Harry fermo.
Prese
un respiro profondo, il cuore stretto in una morsa.
“Harry,
James non sta bene. È anche lui in ospedale. Siamo in
ospedale, vedi?
Non
sappiamo cosa sia successo, ma tu e tuo padre non vi siete svegliati
per due
settimane di fila. Siete stati…”
Harry
sapeva, quindi annuì.
Sentì
ancora il dolore delle maledizioni, come lo stessero torturando in quel
momento
e gemette, gli occhi serrati.
“Harry,
James è vivo. Si riprenderà. Stai
tranquillo.”disse Sirius con un tono che
sembrava volesse convincere più lui che Harry.
Lo
sentì gemere, come se stesse soffrendo fisicamente.
“Stai
bene? Cosa ti fa male? La testa? Il braccio…”
“E’
stata tutta colpa mia…”
Sirius
lo guardò, non capendo, mentre Harry aveva il capo chino.
Colpa
di Harry?
Di
cosa?
“Harry,
perché sarebbe colpa tua? Cosa vuoi dire?”
Harry
iniziò a tremare e Sirius ricordò che il
Guaritore aveva detto di non metterli
in agitazione, se si fossero svegliati.
Sembrava
troppo tardi, ora.
Sguainò
la bacchetta e spedì un messaggio veloce a Lily.
Non
sapeva cosa fare.
Harry
tremava, il cuore in tumulto.
Cinque
minuti dopo Lily era distesa sul letto di Harry e
l’abbracciava stretto,
ignorando il fatto che fosse ormai un adulto.
Harry
era e sarebbe stato sempre il suo bambino.
Appena
l’aveva visto sveglio era corsa verso di lui, allarmata dal
messaggio di Sirius
che le diceva di venire immediatamente.
Ora
Remus e Tonks vegliavano su James, mentre Lily e Sirius cercavano di
calmare
Harry.
Lily
gli massaggiò la schiena, dolcemente e lo baciò
sulla tempia.
“Amore
mio…”sussurrò, piano.
Non
sapeva cosa dire.
Harry,
il suo Harry, s’era svegliato.
Ed
era sotto shock.
Tremava
follemente, gli occhi serrati.
“Harry,
amore, cos’è successo?”
Lily
gli accarezzò i capelli, ignorando la fitta al cuore
perché erano identici a
quelli di James e lo baciò sulla fronte.
“I
Mangiamorte. Sono stati loro.”fece Harry, atono.
Harry
provò a sciogliere l’abbraccio della madre, ma
Lily lo tenne stretto a sé.
Il
ragazzo s’arrese, crogiolandosi nel calore
dell’abbraccio, un calore che solo
una mamma poteva dare.
“Ci
hanno attaccati…non so dove ci abbiano portato, non so chi
erano… Hanno
torturato papà…”la voce era spezzata.
Ma continuò. “Gli hanno detto che se
avesse urlato o emesso un singolo suono se la sarebbero presa con me.
E…”
“E
James non ha emesso neanche un suono.”concluse Sirius.
Tipico
di James.
Tipico
di tutti loro se si fossero ritrovati iin una situazione del genere.
“Sveniva…ma
loro lo risvegliavano e…non ho potuto fare nulla! Mi hanno
legato, mi hanno
costretto a guardarlo soffrire e…”
Lily
sentì gli occhi riempirsi di lacrime e strinse Harry
più forte, mentre le
labbra di Sirius erano così serrate da essere violacee.
Era
furioso.
Come
Lily.
Furioso
ed a pezzi.
“Poi
hanno iniziato a torturare me con la maledizione Cruciatus e
Sectumsempra…ed
hanno detto a me che se avessi parlato, papà sarebbe
morto…”
“E
tu non hai detto nulla, vero, Harry?”pensò Sirius,
guardando il ragazzo. “Vi
siete lasciati torturare pur di difendervi l’uno con
l’altro…”
“E’…è
colpa mia…”
Il
singhiozzo, inaspettato, di Harry riscosse Sirius.
“Non
dire sciocchezze. Non è colpa tua. Hai fatto di tutto per
proteggere tuo padre
e lui per proteggere te. Non hai nessuna colpa.”disse, severo.
Lily
continuò ad abbracciare il figlio, scossa.
Li
avevano ricattati e torturati.
La
rabbia crebbe nel suo petto, ma non poteva sfogarla.
Ora
Harry aveva bisogno di lei.
Gli
fece appoggiare la testa contro il suo petto e lo baciò
sulla tempia.
Le
ferite fisiche erano guarite, ma non aveva mai visto suo figlio
così spaventato
e scosso.
“Vado
da James.”comunicò Sirius atono, prima di,
sorprendentemente, baciare Harry tra
i capelli corvini arruffati.
Dopotutto
anche lui amava quel ragazzo, anche era sempre restio a dimostrare i
suoi
sentimenti.
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