Era da un po’ di tempo
che volevo scrivere qualcosa
sull’amicizia tra Goku e Bulma.
Sperando di non aver fatto un’idiozia, vi auguro buona
lettura ^^
Passaggi
di tempo
Bulma osservò l’imponente
cyborg su cui stava
lavorando.
Incuteva
timore anche ora che, privo di sensi, rimaneva disteso sul
lettino del laboratorio, poiché guardandolo non si poteva
fare a meno di capire che era stato costruito come macchina da guerra.
La donna
arricciò le labbra, chinandosi in avanti per
riprendere il proprio lavoro. In quel preciso momento, Goku comparve
dal nulla a pochi passi da lei, due dita sulla fronte e
l’altra mano intenta a reggere il Dragon Radar.
Probabilmente,
se ormai non si fosse abituata all’idea della
capacità dell’amico di teletrasportarsi, Bulma non
si sarebbe potuta evitare un bel sussulto. Ma dato che le cose stavano
diversamente, si limitò a salutarlo, riportando
immediatamente l’attenzione sull’androide.
«Bene,
ecco fatto!» dichiarò Goku, in
tono allegro. «Ho già recuperato tutte le sfere! E
a proposito, Bulma, grazie mille per il radar».
«Figurati»
rispose distrattamente lei.
«Appoggialo pure là sopra» aggiunse,
indicando con un gesto vago la piccola cassettiera sistemata poco
lontano.
Goku
sorrise e si mosse a fare quanto gli era stato chiesto, lanciando
appena un’occhiata alla culla in vimini del piccolo Trunks,
il quale dormiva beatamente sotto un fagotto di coperte,
dopodiché si apprestò a teletrasportarsi
un’altra volta.
«Ma
perché sei ancora un Super Saiyan,
scusa?» domandò però Bulma, fermandolo.
«Dovrai aspettare qualche giorno prima di
combattere».
Goku si
portò una mano dietro la nuca e alzò gli
occhi verso i ciuffi che gli ricadevano sulla fronte. «Oh
già!» commentò, come se si fosse reso
conto solo in quel momento di avere i capelli biondi.
«Be’, in poche parole credo sia meglio che il mio
corpo si abitui a questo stadio».
«Mmm».
Bulma osservò la testa di C-16,
soffermandosi in particolare sul foro che le permetteva di vedere i
circuiti dell’androide. «Veramente non ne capisco
l’utilità, ma fa lo stesso… Qui il
maniaco della guerra sei tu, non io».
Goku la
fissò con aria incerta, ma poi si strinse nelle
spalle. «Adesso vado, vorrei…»
Non fece in
tempo a finire la frase che uno strillo veemente
riempì l’aria.
Il saiyan
si guardò attorno con aria spaesata, mentre Bulma
comprese immediatamente la fonte di quel suono, e si girò
verso la culla dove il figlio, svegliatosi all’improvviso,
aveva iniziato a piangere rumorosamente.
La donna
mosse istintivamente un passo verso il lettino del neonato, ma
in quel momento si rese conto di avere le mani unte di grasso e olio
per motori. Si bloccò e si rivolse a Goku, parlando in tono
alto per sovrastare le urla di Trunks: «Goku, potresti
prenderlo tu? Io ho le mani tutte sporche!»
Lui la
guardò con occhi sbarrati, dopodiché si
affrettò ad avvicinarsi alla culla. All’interno di
questa, il piccolo Trunks aveva iniziato a piangere con maggior
insistenza, scalciando via le coperte e facendosi paonazzo in viso.
Bulma, resa
particolarmente irritabile dagli strepiti del figlio,
aggredì Goku senza troppi complimenti: «Che cosa
stai aspettando?! Che smetta da solo?!»
Il saiyan
trasalì e si chinò sul bambino urlante,
prendendolo in braccio più delicatamente che poteva e
iniziando a cullarlo con fare impacciato.
Trunks, da
parte sua, non sembrava affatto soddisfatto, e continuava a
piangere tre le braccia muscolose dell’uomo, agitando con
forza i pugnetti.
«Ehm…
e adesso?» azzardò
Goku, fissando preoccupato il bambino quasi si fosse trattato di un
extra-terrestre giunto da una lontana galassia per distruggere la Terra.
«Coccolalo
un po’, accidenti! Non senti che non si
è minimamente calmato?!»
Goku
sbatté le palpebre, frastornato tanto dalle grida
dell’amica quanto da quelle del piccolo Trunks.
Appoggiò il bimbo contro il proprio petto, dandogli delle
leggere pacche sulla schiena, ma non ci fu verso.
Trunks
continuava a piangere, e le lacrime rotolavano a fiumi sulle sue
guance paonazze.
«Goku,
insomma!» strillò Bulma,
innervosita. «E tu saresti un padre?! Sei davvero
imbranato!»
«Ehi»
si difese istintivamente il saiyan,
«non credo che Vegeta sia poi tanto più bravo di
me!»
Dallo
sguardo fiammeggiante che comparve negli occhi
dell’amica, però, si rese immediatamente conto di
aver detto la cosa sbagliata. Tanto più che Bulma,
inviperita, afferrò un cacciavite e lo scagliò
dall’altra parte della stanza.
Basito da
quello scatto d’ira, Goku ringraziò
mentalmente il cielo per il fatto di avere il piccolo Trunks tra le
braccia. Infatti, se così non fosse stato, era certo che
Bulma gliel’avrebbe tirato addosso, il cacciavite.
D’accordo,
probabilmente non si sarebbe fatto male, ma non
sarebbe stato comunque piacevole.
«Tu
dovresti sapere che Vegeta non si è mai
occupato di Trunks!» esclamò Bulma, stizzita.
Il bambino,
nell’udire le urla della madre, si mise a
frignare come un disperato, mentre Goku lo maneggiava come se non
sapesse bene cosa farsene.
«Oh,
al diavolo!» sbottò Bulma. I suoi
occhi saettarono tutt’attorno alla ricerca di uno straccio.
Quando ne individuò uno, si lanciò subito ad
arraffarlo, e iniziò a strofinarsi velocemente le mani.
Goku,
intanto, aveva afferrato il piccolo Trunks sotto le ascelle, e lo
aveva alzato un paio di volte verso il cielo. «Dai che ti
piace» sussurrò, speranzoso – con Gohan
aveva funzionato. «Lo so che ti piace».
Trunks
arricciò il nasino e strinse gli occhi, schiudendo la
bocca come a voler prendere fiato per un altro urlo… E
invece smise di agitarsi, fissando Goku con due lacrimucce agli angoli
degli occhi azzurri.
Il Super
Saiyan esultò silenziosamente. Era fatta!
Bulma, che
in quel momento si era tesa in avanti, pronta a togliere il
figlio dalle braccia dell’amico, si fermò e
inclinò la testa, osservando il bambino acquietato.
«Da
non credere» sospirò, con riluttante
approvazione. «Allora con i bambini non sei così
imbranato».
Goku
lanciò uno sguardo soddisfatto al piccolo Trunks.
«Già» concordò, con un
sorriso smagliante.
Il bambino
aveva assunto un’espressione corrucciata che
ricordava come non mai il cipiglio del Principe dei Saiyan.
«Ma…
Bulma» domandò Goku,
ingenuamente, «davvero Vegeta non si è mai
occupato di Trunks?»
Bulma
sospirò pesantemente, sentendosi stremata.
«Tu ce lo vedi a cambiare il pannolino di suo
figlio?» ribatté, con una certa acidità.
Goku ci
pensò su per qualche momento. «No, in
effetti no» concluse alla fine.
«E
poi ti avevo già detto che io e Vegeta non
stiamo più insieme» aggiunse Bulma, piazzandosi le
mani sui fianchi.
Goku
ridacchiò. «Hai ragione, hai
ragione» ammise, per poi strizzare l’occhio al
piccolo Trunks.
Il bambino,
incuriosito, prese a tendere le manine verso il volto del
saiyan davanti a lui, emettendo dei versi sommessi.
Bulma
scosse la testa ed andò in un angolo a sedersi a gambe
incrociate, con la schiena poggiata contro il muro del laboratorio.
Goku la guardò perplesso, poi avvicinò Trunks al
proprio petto e andò ad accomodarsi vicino
all’amica.
«E
così, ormai manca poco al torneo di
Cell» commentò Bulma, osservando il figlio che
balbettava alcune paroline incomprensibili.
«Sì»
confermò Goku.
«Sette giorni. Ma non preoccuparti» aggiunse,
ottimista, «andrà tutto bene».
La donna lo
fissò. «Sei proprio un
irresponsabile» lo accusò, scuotendo la testa.
Goku
sgranò gli occhi. «Perché?
Cos’ho fatto?»
Bulma
arricciò le labbra. «Lascia stare»
replicò. «Piuttosto, come stanno Vegeta e
Trunks?» domandò, cambiando argomento.
«Trunks
sta benone» affermò Goku,
osservando il bambino che – «Ga, ga, ah!»
– cercava di mettersi in bocca il proprio pugnetto.
Bulma
alzò gli occhi al cielo. «Parlavo
dell’altro Trunks» precisò.
«Di quello del futuro».
Goku si
voltò a guardarla con un sorriso disarmante.
«Lo so» replicò, compiaciuto della
propria battuta.
«E
allora?» insistette Bulma. «Come
sta?»
Il saiyan
rifletté. «Non lo so con
esattezza… Non è che parli molto, e adesso
è entrato nella Stanza dello Spirito e del Tempo. Ma penso
che stia bene, tutto sommato».
Bulma lo
fissò, inarcando pericolosamente le sopracciglia.
«Era
un po’ preoccupato, ecco» si
affrettò quindi ad aggiungere Goku.
«E
ti stupisci?!» lo aggredì Bulma.
«A parte la situazione in cui ci troviamo, avrà
anche una nostalgia pazzesca di casa, poverino!»
esclamò, pensando che le sarebbe piaciuto poter dare un
po’ di conforto a quel suo figlio proveniente da
un’altra dimensione.
«Di
casa?» ripeté Goku, per poi portarsi
una mano alla fronte – mentre con l’altra reggeva
il piccolo Trunks contro la propria spalla. «Hai ragione! Non
ci avevo pensato…»
Bulma lo
guardò esasperata. «Adesso che
l’hai capito faresti meglio ad andare a rassicurarlo un
po’» sbottò, per poi prendere il figlio
piccolo dalle mani dell’amico.
Goku si
corrucciò. «…Giusto».
«Maa-ma»
sospirò il piccolo Trunks,
abbandonando il capino sul seno di Bulma e addormentandosi in un
momento.
«Ma
adesso sarà meglio che vada»
aggiunse Goku, alzandosi in piedi imitato dalla donna. Si
poggiò due dita sulla fronte, concentrandosi. «Ah,
Bulma!» esclamò di colpo, guardando
l’amica da sotto la propria mano.
«Sì?»
fece lei, inarcando le
sopracciglia e coccolando gelosamente il corpicino addormentato del
figlio.
«Sono
sicuro che prima o poi anche Vegeta imparerà
ad occuparsi di Trunks!» dichiarò Goku, con la
fiduciosa convinzione di un bambino.
Bulma non
fece in tempo a replicare che il saiyan scomparve, e a lei
non rimase altro che abbassare lo sguardo sul figlio.
Trunks
dormiva pacificamente. Aveva infilato un pollice in bocca, e lo
succhiava piano, forse sognando di bere un po’ di latte.
Bulma
pensò anche all’altro suo figlio, quello
già grande. Pensò ai suoi occhi,
l’esatta replica di quelli del bimbo che le stava dormendo in
braccio, e ai suoi pochi sorrisi. Pensò alla maniera in cui
guardava Vegeta… Cullò il piccolo Trunks.
«Che persona, il tuo papà» disse,
pensierosa. «Ci ha conquistati tutti».
Le
tornò in mente il sorriso di Goku. Senza dubbio, era
trascorso parecchio tempo, da quando l’amico non era altro
che un marmocchio con la coda!
Ripensò
alle parole che il saiyan aveva detto appena prima
di andarsene… E si ritrovò a sperare con tutto il
cuore che lui avesse ragione.
Note:
Il titolo “Passaggi di tempo” è preso da
un verso della canzone “Anime Salve” di Fabrizio De
André.
È il 19 Maggio, il Torneo di Cell sarà il 26.
È possibile che questa One-Shot non rimanga tale, ma abbia
una sorta di seguito, che dovrebbe contemplare una conversazione tra
Goku e Mirai Trunks (una scena tra loro due è infatti
un’altra cosa che mi piacerebbe molto scrivere ^^). Per
adesso metto “Completa” perché devo
ancora decidere se fare o no la parte aggiuntiva.
Vi farò sapere su questa pagina.
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