La
vita a volte ti riserva delle sorprese, belle o brutte.
A
me ha riservato per un inspiegabile motivo solo quelle
brutte, conservando quelle belle per chissà chi.
Ormai
sono incinta e non sembra esserci alcuna forma di dubbio, alcuna
speranza! L’ha detto persino la
ginecologa:”Signorina, lei è incinta da due
mesi!”
Questo
pomeriggio mi sono fatta accompagnare da Hilary in ospedale per una
visita e lei è rimasta scandalizzata quasi quanto me, o
forse di più!
Uscite
dall’ospedale, ci siamo fermate sulla panchina di un parco
lì vicino a pensare e fare luce sulla nostra situazione. Ma
che dico? Sulla mia condizione, perché sono io quella
incinta!
Ma
c’è ancora qualcosa che mi turba da quando siamo
uscite dallo studio di ginecologia, come un dubbio , qualcosa che mi
sta sfuggendo.
“Come
farai adesso?” mi domanda Hilary, rompendo il silenzio.
“Io…
non lo so! È tutto così complicato! Come
può essere successo?”
“Oh,
non dirlo a me! Questo dovresti chiederlo a Rai mi pare!”
rivolge con tono duro.
“Già…
Rai! Ma c’è qualcosa che ancora non mi
torna!” aggiungo dubbiosa.
“Cosa
vuoi dire? il medico è stato chiaro!”
“Si,
infatti! Ma senti una cosa, ha detto che sono incinta da due mesi,
vero?”
“Si…”
“E’
proprio questo il punto! Due mesi fa Rai non era nemmeno in Giappone,
ricordi? È dovuto tornare in Cina e quindi io non riesco a
capire come cavolo sia pot…” le parole
mi muoiono in gola, deglutendo a vuoto. Un ricordo riviene alla luce
nella mia memoria, un ricordo che mi fa morire. Hilary alla mia
reazione, capisce al volo! Anche lei ci è arrivata ed
entrambe sbarriamo gli occhi…
“No!
No, nononono!Anya, NO!” ripete scuotendo la testa
nervosamente.
“Io,
io sono stata pure con…” rivelo in un sussurro
mentre il mio sguardo si fa vuoto, come se stessi nella mia mente,
ripercorrendo in ogni istante quell’esperienza.
“Anya,
non mi vorrai dire che, che questo bambino… che questo
bambino potrebbe essere di…”
Nemmeno
lei riesce a pronunciarlo.
“…Di
Kai!” completo io appoggiando la testa su una spalla della
mia amica, riuscendo a far fuoriuscire soltanto una lacrima, una
piccola lacrima, che però esprime un grande dolore!
Mi
trovo seduta su un divanetto del mio salotto a leggere un romanzo, uno
di quelli che Rai mi ha prestato. Alzo gli occhi dal libro e mi
accorgo, guardando oltre la finestra, che una donna, bella come un
angelo, sistema adagio il suo bambino in una culla. Lo guarda
un’ultima volta e poi si allontana.
Ma
cosa ci fa una culla nel mio giardino?
Incuriosita,
mi alzo ed esco fuori. La donna sembra essere sparita e il bambino
dorme beato, come un angioletto.
Non
resisto dalla voglia di toccarlo e così sfioro con un dito
la punta del suo dolce nasino. Ma non faccio altro che
svegliarlo e farlo strillare.
“No,
no piccolo! Non piangere, ti prego!” dico agitata scuotendo
il lettino per farlo calmare! Ma niente…
Decido
di prenderlo in braccio e gli faccio appoggiare la sua testa sulla mia
spalla e finalmente sembra essersi calmato.
Entro
in casa per non fargli prendere freddo e mi accorgo che una donna
vestita da colf mi invita con un gran sorriso a entrare in
cucina…
“Signora
Sarizawa, i suoi bambini la attendono!”
Eh?
Incredula
entro in cucina,che magicamente si trasforma in una stanza enorme,
piena di culle con bambini che strillano.
Rimango
sconvolta, non riuscendo a capirci più nulla.
Ma
la paura si accresce quando quei piccoletti scendono dalle carrozzine e
si avvicinano gattonando verso di me, come se volessero assalirmi.
Indietreggio
terrorizzata, finchè il piccolo che tengo in braccio mi
guarda e mi chiama “MAMMA!”
Spaventata
lo lascio cadere a terra e con grande stupore, osservo che si dissolve
come polvere nel nulla.
Tutti
gli altri mi si avvicinano gridando insistentemente –mamma-,
ma ad un tratto sento il rumore di una porta che si chiude e dei
passi. È Kai che posa la sua valigetta su un
divanetto e mi dice…
“Sono
a casa, tesoro!”
“NOOOOOOOOOOOO!”
grido svegliandomi di scatto ansimando e
tutta sudata.
È
stato solo… un incubo! Il peggiore che avessi mai fatto!
Emetto
un sospiro di sollievo, subito dopo essermi accurata di essere tornata
alla realtà.
Santo
cielo, ma che razza di sogno era?
Ancora
presa dallo shock, decido di scendere in cucina a prendere un bicchiere
d’acqua.
Mentre
bevo sento che in salotto c’è ancora la tv accesa,
così, dopo avere lasciato il bicchiere mezzo pieno sul
tavolo, entro curiosa in salotto.
“Tommy,
che ci fai ancora sveglio, alle 3 di notte?” domando
sedendomi al suo fianco.
Tommy
è il più piccolo, ha soli 6 anni e di solito alle
nove è già a letto.
“Non
riuscivo a dormire! Ho fatto un brutto sogno!” afferma
impaurito.
“Anche
tu…” sussurro appoggiando una mano sulla sua testa.
“Ho
paura che l’orco cattivo esca dal mio
armadio…”
“Non
c’è un orco cattivo nell’armadio!
È stato solo un incubo!” gli dico per
tranquillizzarlo.
“Ma
Ivan ha detto che se mi riaddormento lui mi
mangerà!”. E ti pareva se non c’era il
suo zampino. Ivan, invece è di due anni più
grande di lui, è il più dispettoso e si diverte a
terrorizzarlo. Ma gli altri tre non sono certo da meno: Ryo, Shojiro e
Jonathan, rispettivamente di 10, 12 e 14 anni.
Sembra
quasi che i miei si siano basati, nel concepire figli, sulla tabellina
del numero due. Era ormai una tradizione: dopo avere avuto
già i primi due figli, e quindi me e Jonathan, ogni due anni
mia madre prese l’abitudine di preparare una torta , in
particolare quella preferita di suo marito, per annunciare la terza, la
quarta, la quinta e la sesta gravidanza. Lo faceva per addolcire, per
modo di dire, la situazione. Appena mia madre si presentava a tavola
con il dolce e pronunciava, forzando un sorriso, “tesoro, ho
una notizia importante”, ecco che mio padre si reggeva forte
al tavolo e quasi sveniva al solo pensiero di avere un altro piccolo
Sarizawa in giro per la casa. Per fortuna da sei anni a questa parte
non è più successo!anche se ogni tanto, quando
capita che mia madre prepara questa “torta
speciale”, così definita da tutti noi, il terrore
sale a tutti i componenti della famiglia, compreso il più
piccolo. Sembra buffa come storia, ma adesso che ci penso, siamo una
famiglia troppo allargata! I miei hanno fatto sei figli e non hanno mai
mollato; e adesso diventeranno… NONNI! Credo che non
basterà una semplice torta per annunciare la MIA di
gravidanza, e nemmeno un’intera fabbrica…
Come
la prenderanno??...
“Dai,
ti porto in camera e scacceremo via questo mostro cattivo!”
gli propongo sorridendo, scacciando tutti questi pensieri dalla mia
mente e porgendogli una mano che lui afferra con decisione.
“Visto?
Non c’è niente! Solo vestiti! Non esistono i
mostri né tantomeno gli orchi!” affermo
assicurandomi di calcare per bene le ultime parole per farle sentire ad
Ivan, che da sotto le coperte ,ascolta. Loro due dividono la camera,
purtroppo.
Lo
metto a letto, gli rimbocco le coperte ed infine esco silenziosamente
dalla stanza.
“Ho
appena compiuto un gesto da madre?” mi domando fermandomi
incredula a metà corridoio.
Questo
gesto che ho appena compiuto, vista la mia situazione attuale, mi fa
venire una strana sensazione. Ma il compito di madre è molto
diverso da quello di una sorella, no? Penso che sarà molto
più difficile di quanto si possa immaginare!
“Pensi
di farcela oggi?” mi domanda Hilary mentre raggiungiamo la
palestra, per iniziare l’ora di educazione fisica.
“Non
voglio dare sospetti, quindi non mi affaticherò!”
le rispondo.
Le
ore di ginnastica, da quando sono incinta, sono divenute stressanti per
il fatto che mi gira la testa. Purtroppo il nostro insegnante
è molto severo e ci tiene che gli esercizi vengano eseguiti
correttamente. L’ultima volta, cioè due giorni fa,
ha voluto che ci arrampicassimo sul quadro svedese e io sono stata
l’unica che si è rifiutata di farlo per non creare
pericoli. Non potete immaginare quanto si è infuriato!
Dovrò però arrangiarmi e non creare il minimo
sospetto, almeno per ora che non si vede nulla!
“Dunque
ragazzi, cominciate con un riscaldamento! Correte lentamente intorno al
campo, su forza!” ci incita il prof battendo le mani.
“Uff,
già sono stanca al solo pensiero di correre!”
confesso ad Hilary sbuffando.
“Dai
Any, vienimi dietro! Correremo più piano!” mi
invita sorridendomi.
Accetto
e comincio a camminare, più che correre, finché
tutti non mi sorpassano innervositi del fatto che sono lenta.
Resto
a “correre da sola” mentre gli altri percorrono il
perimetro del campo a fila indiana.
“Sarizawa!
Ti vuoi muovere? Sei una lumaca! E tu Eva, dove eri finita e
perché non indossi la tuta come gli altri?” ci
rimprovera il prof. Eva è arrivata ora da non si sa dove e
si presenta con jeans e maglietta.
“Scusi
ma oggi non mi andava di mettere quella tuta orribile!”
risponde arrogante.
“Oh,
mi dispiace se non è nei tuoi gusti…”
rivolge sarcastico e calmo. “Ma adesso comincia a correre
anche con i jeans!!!” aggiunge furioso e fischiando,
facendola sobbalzare e correre come un razzo.
Adesso
è il momento più critico, cioè quello
delle flessioni, addominali e cose varie, che ti spezzano le ossa!
“Ragazzi,
formate delle coppie adesso!” ci consiglia
l’insegnate.
Io
cerco di raggiungere Hilary, perché di solito facciamo
sempre coppia. Ma il prof mi richiama…
“Sarizawa,
oggi tu fai coppia con Hernandez!” eeeeh?
“così imparate e fare le strafottenti!”
quindi è una specie di vendetta!
Io
e lei ci osserviamo disgustate e ci ribelliamo.
“Prof,
non so se ne è al corrente, ma io e lei, come
dire… non siamo proprio compatibili!” cerca di
spiegargli Eva, a cui stranamente, do ragione.
“Non
fatemi arrabbiare di più perché non vi conviene!
Se non lo siete, fate finta di esserlo! Sarà un modo per
conciliarvi!” ci dice autoritario e non ammettendo repliche.
Alla
fine, ancora più disgustate, decidiamo di “andare
d’accordo”!
*********************************
“Bene,
adesso che siamo tutti belli riscaldati, iniziamo con una serie di
addominali! Uno di voi si distende a terra mentre il vostro compagno
dovrà tenere ferme le vostre gambe e voi, con le mani dietro
la nuca vi piegherete in avanti più che potete! Ogni 10
piegamenti fate cambio!” ci ordina il prof.
Mi
accorgo che Anya sta con Eva, mio dio! E vengono continuamente
rimproverate. Mentre io, indovinate con chi faccio coppia? Con
Yuri! non so come è capitato, sta di fatto che mi
sono imbattuta su di lui e il prof, pensando che fossimo insieme ci ha
detto come eseguire l’esercizio facendoci mettere a terra!
Che imbarazzo!! Lui sembra normale, impassibile. Quindi ora mi ritrovo
a tenere ben salde le sue gambe e lui che mi osserva dritto negli
occhi, andando su e giù, come se stesse aspettando una mia
mossa! Forse dovrei davvero darmi una mossa!
“Senti
Yuri… dovrei parlarti! So che questo non
è il luogo e il momento adatto…”
“No,
dimmi pure!” mi dice aumentando
l’intensità e la velocità dei
piegamenti,con le mani dietro la nuca.
“non
dovremmo fare il cambio?” domando .
“Lascia
perdere, non cambiare discorso!” mi ordina continuando il suo
lavoro. Ormai ne avrà fatte una trentina…
“Dunque,
io sono stata stupida e…” lui fa
un’espressione come se volesse dire-ci sei arrivata
finalmete!- “… e voglio dirti che io ci tengo ad
uscire con te e mi piaci molto, ma ho paura di sbagliare e di dire
cavolate, ho un pessimo carattere a volte!” wow, ce
l’ho fatta a dire tutto d’un fiato!
Lui
si ferma sospirando e reggendosi con le braccia appoggiate
all’indietro sul pavimento, osservandomi…
“Davvero
era questo il motivo?” mi chiede inarcando un sopracciglio.
“Beh…
si..” rispondo timidamente e lui scuote la testa
sorridendo.
“Non
ti facevo così! vuol dire che quando sbaglierai, io ti
correggerò e che quando dirai cavolate ti farò
tacere così…” mi dice avvicinandosi
sempre di più e anche io faccio lo stesso. Il tocco sta per
avvenire,siiii!
“Ehi
voi due! Riservate a dopo le smancerie! Tachibana, tocca a
te!”
Veniamo
presi di soprassalto e ci allontaniamo sorridendo e imbarazzati, per un
attimo era sembrato che il tempo si fosse fermato.
Adesso,
aihmè… mi tocca fare gli addominali!
******************************
“E
questa me la chiami ginnastica? Ma se non ti stacchi dal pavimento
neanche di mezzo millimetro!!” mi rimprovera Eva
continuamente.
“Vorrei
vedere te nelle mie condizioni!” gli urlo scocciata ma
mordendomi subito il labbro inferiore appena mi rendo conto di cosa ho
appena detto. Mamma mia, devo controllarmi o è la fine! Mi
manda in bestia questa tizia!
“Ma
che condizioni???” mi urla ancora attirando
l’attenzione del prof che ci raggiunge esaurito.
“Basta
voi due! Adesso mentre gli altri tornano a casa, voi due mettete in
ordine la palestra e quindi tornerete con un po’ di
ritardo!” ci ordina.
“Cooosa?”
chiede Eva.
“Hai
capito bene, signorina!” risponde lui. “Forza, la
lezione è finita, tornate a casa!” dice
andandosene.
“è
tutta colpa tua,racchia! Ti conviene mettere apposto tutto,
intesi?”
“E
no! tu mi aiuti, che lo voglia o no!” ribatto io.
Lei
fa una strana reazione e comincia a mettere apposto, imitata da me.
“Anya,
se vuoi ti aspetto fuori!” mi dice Hilary.
“No,
va pure! Io finisco subito! Quanto è
insopportabile…” mormoro entrando nel ripostiglio
dove ci sono tutte le attrezzature.
Mentre
sistemo alcune cose entra Eva, che posa i palloni da calcio
nel cesto.
“Ma
dico io, le altre classi non tolgono nulla e tocca a me??”si
lamenta.
“Beh…”
inizio io ma mi interrompe.
“Non
era una domanda rivolta e te! È tutta colpa tua! Lo sapevi
che oggi ho un appuntamento importante con una stilista, amica di mia
madre? Eh? Lo sapevi? E no, certo che non lo puoi sapere!”.
“E
tu sai quanto mi irrita stare qui a sentire le tue stupide
lamentele??” domando stavolta io.
“Oh,
non osare aggiungere altro perch…”
Non
riesce a terminare la frase perché la porta si chiude
violentemente a causa di un colpo di vento improvviso, proveniente,
probabilmente dalla porta principale della palestra.
Saltiamo
di soprassalto, spaventate.
“Tsz,
oggi non ne va una giusta!” aggiunge antipatica.
La
fisso scocciata e cerco di aprire la porta. Dico –cerco-
perché non ci riesco!!! E come se si fosse bloccata!!
“Non
si apre!!” dico sforzandomi di spingere in avanti.
“Cosa
vuol dire non si apre? Togliti di mezzo!” dice spintonandomi
maleducatamente .
Spinge
con entrambe le mani ma…
Risultati:
zero assoluto.
Si
arrende appoggiando le spalle su di essa.
“Fantastico!
Sono qui bloccata con chi poi? Con te! Mpf!” afferma
scocciata puntando gli occhi in alto.
“La
smetti di lamentarti e mi aiuti a trovare piuttosto una
soluzione?” le ricordo io.
“mi
spieghi come facciamo? Questa porta è sempre stata difettosa
e visto che tu sei la presidente potevi almeno farla
aggiustare!”
“Ti
ricordo che prima di me, c’eri tu a capo di questa
scuola!” ribatto acidamente.
“Chiudi
il becco!”
“Perché
non trovi una soluzione visto che ti credi così
intelligente!”
Lei
mi fissa con ostilità e dopo qualche secondo tira fuori
dalla tasca dei jeans il cellulare.
“Visto?
Ho già trovato la soluzione!” afferma mostrandomi
l’oggetto con fare antipatico. “Non mi resta che
chiamare Kai e lui verrà in men che non si dica!”
aggiunge mettendo il telefono all’orecchio attendendo. Io mi
appoggio ad un tavolino roteando gli occhi. Ci mancava solo essere
salvati da Hiwatari!
“Pronto
Kai, devi venire subito in palestra perché… Kai!
Kai! Kaiii!” ripete sbarrando gli occhi. “La
batteria… è morta!” dice disperata
sedendosi a terra con le spalle appoggiate al muro.
“Cosa??
Come può essersi scaricato in un momento simile? Come
diavolo facciamo adesso? Era l’unica speranza!” gli
rivolgo duramente.
“Prova
con il tuo di cellulare! O non ce l’hai?” chiede
incrociando le braccia al petto.
“Si
trova nella mia borsa che sta fuori da questa porta!”le
spiego.
“Io
non voglio rimanere un minuto di più qui!”
Guardandomi
attorno mi accorgo che c’è una finestra
nell’angolo in alto, piccola ma abbastanza grande per farci
oltrepassare una persona come…Eva!
“C’è
quella finestra lassù, potremmo provare!” le
propongo in modo da riuscire ad andare d’accordo.
“E’
troppo alta, mi dici come ci arriviamo?”
“Sovrapponendo
alcuni di questi scatoloni!”
Lei
sembra convincersi ed insieme carichiamo quelle scatole una sopra
l’altra. Quando finalmente finiamo…
“Ok,
Sali tu e poi vieni ad aprirmi!” le ordino.
“Perché
non tu?”
“Perché…”
mi fermo pensando a qualcosa da inventare”Perché
tu sei più, perché io…” non
mi viene niente in mente!!
“Ma
certo! perché io ho un fisico più atletico del
tuo, sono più agile!” afferma portandosi indietro
una ciocca di capelli mentre io la fulmino con uno sguardo. Cosa
vorresti insinuare??
Faccio
finta di non avere capito e la aiuto ad arrampicarsi. Raggiunta la
“vetta” si affaccia alla finestra ma…
“Ma
mi vuoi far morire?? Qui sarà alto più di cinque
metri!!” dice ritirandosi subito. Perfetto! Dimenticavo che
soffre di vertigini!
“Beh
allora scendi, non c’è altro modo!”
Mentre
scende gli scatoloni mi si rovesciano addosso e lei cade a terra
emettendo un grido.
Mi
rialzo togliendomi tutta la polvere di dosso. Santo cielo, un
po’ di pulizie qui dentro non sarebbero male!
La
vedo dolorante a terra.
“Tutto
apposto?” domando in qualche modo preoccupata.
“Tutto
apposto? Tu hai cercato di farmi morire! È sempre colpa tua
e aaaaahiaa!” grida mentre cerca di alzarsi e toccandosi la
caviglia.
“Cos’hai?”
chiedo mettendomi in ginocchio accanto a lei. Faccio per controllare la
sua caviglia ma…
“No!
non provare a toccarmi, hai già fatto abbastanza
danni!” dice scansando la mia mano.
“Ma
potrebbe essere grave!”
“Non
sono affari tuoi!”
“Avevo
dimenticato che soffri di vertigini, mi dispiace, quindi
posso?”
Devo
essere impazzita per dire questo!
Lei
mi osserva un attimo e poi fa cenno di si.
Scopro
la gamba e toccando la caviglia lei geme di dolore.
“Potrebbe
gonfiarsi, forse qui c’è del ghiaccio
aspetta!” mi alzo e vedo una specie di freezer con dentro
buste di ghiaccio.
“Metti
questa, forse aiuterà in qualche modo!” dico
porgendole la busta.
La
prende senza dire nemmeno un –grazie- ,ma tanto so
che non lo dirà mai!
Mi
siedo appoggiata alla parete opposta alla sua. Dovremmo restare qui
fino a domattina? Boh.
Il
silenzio diventa sovrano della stanza, che sarà grande circa
quattro metri quadrati e poco illuminata. Lei non fa altro che toccarsi
continuamente la caviglia facendo espressioni di dolore e io non so che
fare, e ci mancava pure che mi venisse di andare in bagno.
“Questa
situazione è ridicola!” dice esasperata.
“Già,
non poteva capitarci di peggio oggi!”
“Potevi
almeno dire ad Hilary di aspettarti, almeno ci sarebbe stata di
aiuto!”
“E
tu potevi evitare di fare scaricare il cellulare messaggiando tutte le
precedenti ore! Adesso non sappiamo neanche che ore siano!”
“E
tu? Che lo tieni come sopramobile? E il tuo Rai
dov’è? Non si preoccupa nemmeno per te!”
Iniziamo
con una lunga serie di battibecchi che mi innervosiscono al massimoo!
“Mi
chiedo come mai i tuoi non hanno ancora mandato una squadra soccorsi,
vista la tua assenza!”
Detto
questo la colpisco proprio in modo tagliente! Evidentemente non ha un
buon rapporto con i suoi!
“I
miei non si saranno nemmeno accorti della mia
assenza…” sussurra guardando un angolo.
“Sono
sempre impegnati?” domando troppo curiosa.
“Mi
chiedo cosa dovrebbe importarti! Tu hai la tua stupida famiglia, pensa
per te!” risponde abbassando gli occhi. Credo che questa
discussione possa anche restare in sospeso, in fondo non mi importa un
fico secco.
I
minuti passano e questo silenzio mi sta facendo impazzire! Voglio
uscire da qui, SUBITO!!
********************************
“Si
può sapere perché sei voluto tornare a
scuola?”
“Perché
Eva mi ha telefonato ma ha staccato subito! Sono riuscito a capire solo
che devo raggiungerla in palestra, aspetta un attimo qui
fuori!”
Chiudo
la portiera dell’auto di Yuri e oltrepassato il cancello mi
avvio in palestra, anche se non ne capisco il motivo!
********************************
La
caviglia mi fa un male tremendo, sono rinchiusa in questo postaccio da
chissà quanto tempo e come se non bastasse con me
c’è anche quella zoticona di Anya! Esiste una
punizione peggiore?
Dove
cavolo sei, stupido di un Hiwatari!
“Sai,
non ho potuto fare a meno di notare come si è precipitato
Kai alla tua chiamata! È stato veramente un
fulmine!” dice ironica.
“Per
tua informazione, Kai è riuscito a dirmi che sarebbe venuto
a prendermi!” dico mentendo. In realtà non credo
che abbia capito molto visto che il telefono si è spento
dopo due secondi! Cavoli!
“Ah
si? Io non vedo nessuno! Si vede che ci tiene a te!”
“Cosa
vorresti dire? Kai ed io siamo perfetti insieme e siamo la coppia
più invidiata di tutte la scuola, soprattutto da te, che
cerchi di dimenticarlo stando con quel Rai!”
“Ahahaha,
illusa! Io non ho proprio nulla da invidiare, perché a
differenza di voi due, io e Rai ci amiamo!”
“Non
mi pare dopo aver saputo che lui ti ha tradita con Tresy!”
“Questo
non è vero! Ma volgiamo parlare del tradimento di
Kai??”
Che
cosa vuole dire questa stupida??
“Di
che tradimento stai parlando?” domando alterata.
Lei
sembra essersi pentita di queste parole e io mi insospettisco ancora di
più. Cerco di alzarmi reggendomi su un piede.
“Nulla!!”
risponde prontamente con un viso che non mi piace.
“Che
cosa stavi dicendo?” domando ancora minacciosamente senza
ricevere risposta. Ma all’improvviso vengo distratta da una
voce che viene da fuori e al solo pensiero di poter uscire,
dimentico questa discussione.
“Kai!Kai!
sono qui, apri!!” grido non appena riconosco la sua voce.
Batto con un pugno sulla porta per indicargli il posto in cui sono
rinchiusa.”Visto? è arrivato!” le
sussurro con un falso sorriso e lei si limita a roteare gli occhi.
******************************
“Ma
che diavolo ci fai chiusa da sola qui dentro?” le domando da
dietro la porta.
“Ti
sembra il momento di dare spiegazioni? Apri questa dannata
porta!!” mi ordina strillando.
“Ok!
Togliti da dietro!”
Con
una spalla spingo questa porta, che al terzo colpo si apre. Eva esce
zoppicando…
“Si
può sapere dove sei stato? Sai da quanto tempo sono
rinchiusa qui con questa racchia?”
La
racchia è qui?
E
infatti la vedo spuntare all’improvviso.
“Con
te facciamo i conti più tardi, portami a casa
immediatamente!” mi rivolge iniziando ad incamminarsi
zoppicando. Io la osservo aggrottando la fronte. È una matta!
Osservo
di nuovo Anya che esce avvicinandosi a me.
“Dovresti
farla controllare!” afferma in modo pacato.
“Da
un ortopedico?”
“No,
da uno psicanalista!” risponde sarcastica voltandomi le
spalle e andando via.
Quella
è da rinchiudere al manicomio direttamente!
Questa
è la seconda volta che ti salvo,Sarizawa…
*****************************
Arrivata
a casa mi accorgo che davanti al mio cancello ci sono Rai, Hilary,mia
madre e parte dei miei fratelli.
“Ciao,che
succede?” domando come una stralunata.
“Anya!”
esclamano Rai ed Hilary abbracciandomi.
“Ma
dove eri finita? Eravamo in pensiero!” domanda mia madre.
“Caaarl, Anya è qui! Non c’è
bisogno di chiamare la polizia!!” e ti pareva…
“Allora?”
domandano curiosi pretendendo delle spiegazioni.
“Vi
dirò tutto, ma prima devo andare in bagno!
Pistaaaaa!” li abbandono correndo come un razzo a soddisfare
il mio bisogno vitale.
“E
così sei rimasta chiusa lì dentro con Eva?
Praticamente un incubo!” confessa Hilary accennando una
risata.
“Puoi
ben dirlo!” rispondo cercando di stare attenta a non
scottarmi con la tisana che mi ha preparato mia madre.
Siamo
riuniti in salotto e io racconto la mia-avventura-.
“E
come siete riuscite ad uscire?” domanda mio fratello.
“è
stato Kai! Lo ha avvisato Eva.”
A
queste parole mi accorgo, osservando Rai, che la sua espressione si fa
strana. Io ed Hilary ci guardiamo e poi abbassiamo gli occhi.
“Ma
non ci hai presentato questo tuo amico!” interviene mia
madre, destandoci dai pensieri negativi.
“E’
vero!Beh… lui è il ragazzo di cui ti avevo
parlato! Mamma, papà, lui è Rai!”
Rai
un po’ imbarazzato porge la mano ai miei e mio padre come al
solito fa battute scadenti.
Davanti
al cancello di casa mia, prima che i miei amici se ne vadano…
“Ragazzi,
io devo scappare perché mia madre mi aspetta, ci
vediamo!” saluta Hilary andandosene.
“A
domani!” le rispondiamo io e Rai che restiamo da soli.
“Simpatici
i tuoi!” afferma divertito.
“Non
fidarti delle apparenze, a volte sanno essere pessimi! Mi meraviglia
che siano stati gentili!” dico scherzando.
Ma
divento subito seria appena, fissando i suoi occhi, mi viene una morsa
allo stomaco pensando al fatto che gli sto nascondendo al momento una
grande verità.
Lui
sembra essersene accorto
“Che
ti prende?” domanda sfiorandomi una guancia con le sue mani
calde che mi fanno rabbrividire.
“Nulla,
sono solo stanca!” rispondo accennando un sorriso.
“Capisco,
deve essere stato un trauma restare bloccata lì dentro con
la strega e poi essere salvata da Hiwatari!” dice roteando
gli occhi.
“l’importante
è che sono uscita da lì!”
“Lo
so, ma quel tizio mi da la nausea!” confessa disgustato.
“Non
pensarci, adesso vai, è tardi!”
Mi
scocca un bacio, dopo aver controllato che mio padre non sia nei paragi.
Se
Kai ti da la nausea, io ti farò proprio schifo
quando verrai a conoscenza di tutto!
Come
vorrei tornare indietro….
“Anya,
è tutto apposto?” mi domanda Hilary da dietro la
porta del bagno.
“Adesso
che ho vomitato sì!” rispondo uscendo.
È
l’ora della pausa a scuola e io sono corsa subito nei bagni a
causa delle continue nausee che mi stanno facendo morire.
“Ma
hai anche pianto?” chiede ancora osservando il mio viso
ricoperto di lacrime.
“S-si…”
affermo asciugandomi le lacrime.
“Ma
perché?”
“Perché
io non ce la faccio più, Hilary! Io non sto male solo per le
nausee, ma perché vivo ogni santo giorno con questo peso che
mi sta uccidendo!” rispondo al limite della pazienza.
“Vedrai
che tutto andrà bene…” cerca di
confortarmi lei.
“No
Hilary! Non potrà mai andare bene! Tu non puoi capirmi! Non
sei tu quella che aspetta un figlio, non sei tu quella che
dovrà dire la verità a tutti e farsi odiare a
vita! E non sei tu quella che deve andare a dire a Rai che aspetto un
figlio da Kai!” Spiego stringendo i denti e puntando
minacciosamente il dito.
Lei
capisce e abbassa gli occhi, non sapendo più che dire.
“Come
lo dirò ai miei genitori? Perché il destino ha
voluto punirmi, perché ogni cosa mi va storta? Tante domande
e nessuna risposta! Vorrei poter sparire nell’istante in cui
dirò a Rai la verità! Pensavo che
l’episodio con Kai non sarebbe più venuto a galla
e invece il destino ha deciso di punirmi dandomi questo figlio! Quella
stupida festa è stata la causa di tutto! Ma che dico? La
colpa è mia che sono salita in auto con lui! La colpa
è solo mia…”
Finalmente
mi calmo e propongo ad Hilary di uscire e prendere una boccata di aria
fresca.
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No-n-non
ci posso credere, non è vero! Deve essere un sogno, un
incubo! Anya aspetta un figlio da…Kai!
Sono
rimasta ad ascoltare ogni singola parola di Anya, rimanendo in silenzio
rinchiusa in uno di questi bagni. Loro non sapevano ci fossi io e
così hanno sperperato tutto , ignare della mia presenza!
Ecco cosa voleva dirmi ieri! Il tradimento di Kai! Lui mi avrebbe
tradita con la racchia, quella stessa racchia che abbiamo preso in giro
per tutto questo tempo! E tutto è successo, da quanto ho
capito, la sera della festa di Ivanov, la sera in cui è
sparito!
Mi
avvicino reggendomi sulle stampelle, al lavandino e mi fisso allo
specchio sconvolta.
La
caviglie si è slogata ieri, quando sono caduta nel
ripostiglio. Non è grave e tra qualche giorno
potrò togliere la fasciatura. Ma non è questo
quello che mi preoccupa, ma il fatto di essere stata presa in giro! Io,
Eva Hernandez ,sarei stata soggiogata da loro? Questo non
è ammissibile! Kai, Anya, un figlio? Mi viene da vomitare al
solo pensiero che quei due siano stati insieme!
La
rabbia ha raggiunto il limite e pretendo vendetta!
Vorrei
tanto prenderla per i capelli ma purtroppo non posso!
Esiste
un altro modo, però, per soddisfare la mia voglia di
vendetta!
A
quanto pare Rai è all’oscuro di tutto! E io non
voglio certo che venga preso in giro come me! qualcuno dovrà
pur dirglielo…
TO
BE CONTINUED
Salve
gente! La puntualità non è il mio forte (davvero?
Non ce ne eravamo nemmeno accorti! Come passa il tempo!NdKai)
(<.<’’’NdMe)
Beh,
credo che il capitolo dica tutto, quindi non mi dilungo(
evvaiii!NdTutti) ma…ma, ma (Ma?NdKai) (si! Ma!
C’è sempre un ma!NdMe) (Beh, tu potevi fare
un’eccezioneNdKai)
Cosa
dovevo dire?... ah sì! Rileggendo la mia storia(Ne hai di
tempo da perdere!NdKai) mi sono accorta che nei bagni della scuola di
Anya succede di tutto!ahaha insomma vi sarete accorti che in
questi bagni succede di tutto! Puro caso XD
Comunque,
spero non la renda ridicola! E poi volevo dire un’altra cosa!
Riguardo al sogno! Mi è venuto in mente così,
mentre scrivevo in seguito ad un sogno che mi ha perseguitato per ben
due notti nel corso di questo anno! Già, proprio
così! c’era un bambino di colore, in pannolino,
capelli ricci, che mi inseguiva per i corridoi della scuola! Appariva
ovunque! E poi quando l’ho preso in braccio vi giuro che era
orribile! Mai visto un bambino così brutto! Poi
nell’altro sogno il bambino era biondo con capelli lunghi e
una faccia da pizzicotti! Ma scappavo comunque anche da lui! mah?O.O
Vi
starete chiedendo il perché di questo racconto? Beh, tanto
per raccontare qualcosa!
A
parte gli scleri, lascio a voi il compito di giudicare questo
capitoletto e ringrazio sempre tutti!
Un
bacio e see you soon!;)
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